La vita di Nelson Mandela

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La vita di Nelson Mandela
La vita di Nelson Mandela
Nelson Mandela è nato nel 1918 in sud Africa ed è
stato anche il primo presidente a essere eletto dopo la
fine dell’Apartheid,cioè la politica di segregazione
razziale istituita da etnia bianca del sud Africa rimasta
in vigore fino al 1993.Solo dopo la liberazione di nelson
avvenuta nel 1990 e la sua elezione a capo dello stato
decretarono la fine dell’Apartheid.
Nelson mosse i suoi primi passi verso la conquista della
liberta degli uomini del 1941. Da giovane fu coinvolto
nel regime sudafricano che negava i diritti politici,
sociali,civli alla maggioranza nera sudafricana. Nel 1956
fu arrestato perché nella battaglia di massa è accusato
di tradimento e il processo dura 5 anni.
Nell’Agosto del 1962 fu arrestato dalla polizia accusato
di sabotaggio ad altri crimini di tradimento fu
condannato all’ergastolo ma scontò solo 26 anni.
Nel 1993 fu onorato del PREMIO NOBEL per la pace,
mentre l’anno dopo viene eletto presidente della
Repubblica Sudafricane capo del governo.
Nelson Mandela è morto giovedì in tarda sera a 96
anni per malattia polmonare,l’annuncio è stato dato
dal presidente sud Africano Jacob Zuma, con un
discorso alla nazione trasmesso dalle reti televisive
nazionali, ma prima ancora che la comunicazione
andasse in onda la notizia era filtrata nel Paese e sulle
agenzie di stampa. Le condizioni di salute dell’ex
presidente tenevano con il fiato sospeso in Sud Africa
da molti mesi.
Nei giorni scorsi la figlia Makeziwe Mandela,
intervenendo nell’ innaugurazione del padre lo aveva
descritto come un uomo che combatteva con coraggio
contro la sua malattia.
Per quanto si fosse ritirato dalla vita pubblica nel 2004,
abbia fatto la sua ultima apparizione nei mondiali di
calcio nel 2010 e da 2 anni avesse perso buona parte
delle sue facoltà mentali,Nelson Mandela esercitava
ancora una profonda influenza sulla politica Sud
Africana.
Obama onora il "gigante della storia" E poi
stringe la mano a Castro
Il funerale di Mandela senza Mandela .Il segretario generale
dell'ONU lo paragona ad un baobab perché le sue radici
attraversano il mondo. Il corpo di Nelson si trova
nell'ospedale militare "Pretoria". Ma sotto le nuvole gelide
dell'aldiquà e Soccer City, nello stadio a forma di zucca
trasformato per un giorno in Mandela city, grandi della terra
e anonimi africani celebrano Madiba (nome del clan di
appartenenza di etnia “XHOSA”) a 20 anni esatti da nobel
della pace.
La numerosa famiglia trova posto sotto una tenda di fianco di
al palco degli oratori protetto da un vetro antiproiettile.
Sugli spalti non c'è tutto esaurito di una finale mondiale: il
diluvio e la difficoltà nei trasporti non hanno impedito di
riempire 60mila posti su 100mila disponibili. Una folla
colorata e canti con tamburi e bandiere sventolanti.
E' il "Madiba mix" l'arcobaleno di una società divisa in ricchi e
poveri.
Tra gli oratori la metà fa addormentare i 3 bisnipoti
chiamati a parlare sul palco ed hanno poco spazio e troppa
emozione, altri leader si perdono nella traduzione.
Il presidente Barack Obama dice che ci voleva un uomo come
Madiba per liberare non solo gli oppressi ma anche gli
oppressori.
Obama racconta che incominciò a fare politica
interessandosi alla storia di Mandela.In questo la sua
"imperfetta santità",mette anche in discussione se stesso e i
colleghi quando dice che il cammino verso l'uguaglianza e la
giustizia non è finito ma bastona i leader che abbracciano il
verbo di Madiba e poi la poesia preferita dal capitan Nelson
,invictus, mancherà molto a tutti specialmente ad Obama ma
sa che continuera a fargli venire voglia di essere una persona
migliore .
L’evento nell’evento è stato che Obama stringe la mano al
nemico caraibico Raùl Castro e dal palco saluta il suo
compagno Mandela e lo definisce poeta di riconciliazione.
Il meno contento tra questi deve essere il presidente sud
Africano Zuma su cui alleggia il solito scandalo.I fischi dai
"popolari" a Zuma sono un campanello di allarme per il suo
partito ANC da sempre al potere e questa è un'altra piccola
sorpresa dalla zucca magica di Mandela City.
Qualche mese fa un noto giornalista disse che dopo la
morte di Madiba tutto quello che ha rappresentato
sarà messo nel dimenticatoio. Ma ognuno di noi sa che
non è così e che quell' arrogante giornalisa stava
sbagliando. Avevamo la convinzione profonda che la
magia di quell'uomo veramente Grande non erano
esistite invano e avrebbe continuato a sostenere e
nutrire il nostro spirito.
E' bastata l'immagine di un ragazzone bianco che
stringeva un'anziana donna nera in lacrime nel suo
abbraccio forte e affettuoso, una foto che ha girato il
mondo, a esprimere molto di più della mille parole.
Man mano che la presenzadi mandela svanisce dal
palcoscenico mondiale dal giorno della sua morte molti
cambiamenti si sono resi utili.
E così con la morte di Madiba anche il governo di Zuma
sarà sottoposto a uno scrutinio, in vista delle prossime
elezioni.
I sudafricani non sono stupidi e le esequie di ieri hanno
smascherato questa ipocrisia nella reazione della folla a
ogni riferimento a Zuma.
Trovarsi in presenza di Madiba faceva allargare le ali
alla propria esistenza e tutto sembrava possibile.
Non possiamo più aspettarci di vedere all'opera la
magia di Madiba, ma certamente abbiamo il diritto di
aspettarci un pizzico di indipendenza e di pensiero da
chiunque.
Si ricorda ancora chiaramente quanto era bello negli
anni 70 e 80 viaggiare nel sud dell'America quando ci si
salutava all' aereoporto sapendo che lì avrai degli amici
che ti aspettano per il resto della vita.
Sotto lo scrosciare della pioggia e sotto la benedizione
dei loro antenati con i quali Madiba si è congiunto, le
migliaia che sono venuti a ricordarele sue grandi
conquiste ne hanno aggiunta un'altra, la propria.
Una cosa che ha infastidito i sudafricani e che la folla
appena nominato Zuma si è messa a fischiare.
Nelson diceva sempre:
"E DOVE PIOGGIA E SOLE SI INCONTRANO, SCATURISCE
L'ARCOBALENO"
Questa morte ha colpito tutto il mondo,la maggior
parte le persone a lui care e quelle che ha aiutato.
Non siamo d’accordo con il giornalista che ha detto che
fra poco il capitan Nelson finirà nel dimenticatoio ma
non è vero perché sarà nel ricordo di tutti noi.