E` noto che i fenomeni di imbrunimento spontaneo

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E` noto che i fenomeni di imbrunimento spontaneo
In collaborazione con
Il Problema (il rapido invecchiamento dell’argento)
E’ noto che i fenomeni di imbrunimento spontaneo delle superfici di argento, oro e di loro leghe
esposti all’atmosfera costituiscono un serio problema per i produttori argentieri e orafi.
L’imbrunimento delle superfici d’argento e d’oro siano esse massive o leghe vili ricoperte da strati di
argento o di oro di spessore micrometrico, è un processo che coinvolge la sola superficie del metallo,
senza dar luogo a corrosione profonda dello stesso. Esso comporta una progressiva alterazione del
suo spettro di riflettanza, che dà luogo ad una variazione del colore della superficie. Nonostante il
processo non produca danni irreversibili, l’imbrunimento dell’argento e dell’oro costringe ad una
pulizia metodica delle superfici che risulta gravosa per l’utilizzatore finale. Per questo la protezione
delle superfici di argento e di oro dall’imbrunimento e conseguente ossidazione, ha costituito
oggetto di svariate ricerche nel corso degli anni. Già è stata proposta la prevenzione o la significativa
riduzione della naturale ossidazione proteggendo la superficie di argento con sottili strati di polimeri,
impiegando cioè cere o tensioattivi depositati successivamente, basandosi sul principio di impedire o
comunque di ostacolare in qualche modo l’assorbimento di ossigeno sulla superficie del metallo.
Sono inoltre noti metodi che prevengono l’imbrunimento e l’ossidazione sostituendo l’argento con
leghe di metalli nobili meno elettropositive ( rodio e palladio) e quindi meno sensibili ai processi di
imbrunimento e ossidazione ma con il sostanziale inconveniente di modificare l’aspetto estetico
superficiale (comportando una variazione dello spettro di riflettanza cioè quella tonalità calda propria
del metallo stesso ) e un aggravio di costo non indifferente. Sono anche stati proposti metodi di
passivazione che si sono rivelati assolutamente non duraturi visto che la loro efficacia si esauriva nel
giro di 5/6 mesi o di verniciatura trasparente catalitica a spruzzo, anch’essa inefficace poiché altera
la naturale lucentezza del metallo.
Si può pertanto affermare che fino ad oggi non è mai esistito sul mercato un trattamento veramente
valido contro la naturale ossidazione delle superfici di argento.
La ricerca
AGERE ha avviato, 10 anni fa, in collaborazione con MILANO RICERCHE e, in particolare con
l’Università di Milano Bicocca (membro di MILANO RICERCHE) nella persona del prof. Dario Narducci,
un programma di ricerca per l’applicazione delle nanotecnologie atta a perfezionare il trattamento
anti-ossidante dell’argento (ma che comunque può essere altresì applicato alle superfici d’oro). Nel
corso degli anni si è riusciti ad affinare un processo che consiste nell’applicazione di nanoparticelle
sulla superficie di argento sia esso lucido o satinato, evitando l’ossidazione per un periodo
quantificabile in almeno 10 anni per oggetti di uso quotidiano (posateria, complementi per la tavola,
gioielli). Il processo anti tarnishing (SST) consente così di fornire un valore aggiunto al prodotto
senza intervenire sul processo di produzione. Altresì il trattamento non altera né il colore né la
naturale lucentezza dell’argento e dell’oro.
Risultati dei Test di laboratorio
La tenuta nel tempo del trattamento Anti Tarnishing SST è stata verificata sottoponendo campioni
trattati e non trattati con il metodo secondo l'invenzione al Taa test (Thioacetamide Corrosion Test)
I test sono stati certificati dai Laboratoire Dubois SA, di La Chaux de Fonds (Svizzera), ente
accreditato a livello internazionale per questo tipo di analisi (nelle persone del Dott. Silvano Freti e
della D.ssa Viviane Blaser).
I test di imbrunimento sono stati condotti esponendo comparativamente provini costituiti da una
lastrina piana di una lega vile ricoperta da uno strato di 7 micron di argento (ma potrebbe essere più
che sufficiente anche uno spessore molto inferiore), trattati e non trattati con il metodo secondo
l'invenzione.
Il grado di imbrunimento è stato valutato dopo intervalli di tempo prestabiliti, confrontando l’aspetto
di provini sia visivamente sia attraverso misure di riflettanza speculare nella regione del visibileultravioletto.
L’applicazione di tale processo di lavorazione ha mostrato di poter garantire una protezione
accettabile per tempi superiori a 20 anni.
Altri test sono stati effettuati in laboratorio su campioni trattati.
La tenuta nel tempo del trattamento è stata ulteriormente verificata sottoponendo campioni trattati
e non trattati con il metodo secondo l'invenzione :
alla manipolazione con mani nude,
alla pulizia meccanica con panni morbidi,
al lavaggio manuale con detergente liquido,
al lavaggio in lavastoviglie
al contatto con alimenti liquidi caldi.
Anche tali ulteriori test hanno confermato che tale processo di lavorazione garantisce una protezione
accettabile per tempi comunque superiori a 10 anni
Contesto e prospettive
La presente invenzione fornisce un importante traguardo sotto differenti profili:
1.La possibilità di ovviare uno dei principali problemi legati all’imbrunimento spontaneo delle
superfici di argento e di sue leghe esposte all'atmosfera per un lungo arco di tempo.
2. Nel caso delle superfici dorate, oggi si tende ad effettuare una doratura non più a 24 K ma a 18 K
e 14 K (ovviamente per abbattere il più possibile i costi). Per questo la superficie diventa più
soggetta ad imbrunimento e, anche in questo caso, il difetto viene ovviato.
3.L’opportunità di fornire un valore aggiunto di prodotto e qualità a costi relativamente contenuti.
4.La possibilità per il produttore di disporre di una leva di comunicazione di marketing capace di
rivitalizzare l’interesse del mercato.
5.Il vantaggio di acquisire un differenziale rispetto alla concorrenza in termini di qualità del prodotto.
Più che mai nella presente situazione economica, le aziende che creano valore sono quelle che
pongono il mercato, la soddisfazione del cliente, l’innovazione e l’attenzione al quadro competitivo al
centro del processo decisionale e con questo riferimento costante guidano gli investimenti e
l’organizzazione. In un settore in cui economie di scala produttive sono difficilmente raggiungibili,
operare su leve di marketing nuove rappresenta un fattore di importante differenziazione.