Punjab: Arundhati Roy e il gandhiano Himanshu Kumar parlano alla

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Punjab: Arundhati Roy e il gandhiano Himanshu Kumar parlano alla
Punjab: Arundhati Roy e il gandhiano Himanshu Kumar
parlano alla Conferenza contro la guerra
http://icawpi.org/en/india-news/538-democratic-front-against-operation-green-hunt-punjab-holds-a-massive-convention-at-jalandhar
IL FRONTE DEMOCRATICO CONTRO L’OPERAZIONE GREEN HUNT DEL PUNJAB
TIENE UN’ASSEMBLEA DI MASSA A JALANDHAR!
COSTRUIAMO UN AMPIO ARCO DI MOVIMENTI DI RESISTENZA!
OPPORSI ALLE POLITICHE NEO-LIBERALI E ALLA SOPPRESSIONE
CON LE FORZE ARMATE DEI MOVIMENTI POPOLARI!
Il 17 ottobre, mentre la gente celebrava la festa di Dussehra che segna la vittoria del Bene sul Male,
il Fronte Democratico contro l’Operazione Green Hunt del Punjab ha tenuto un’assemblea di massa
alla Desh Bhagat Yadgar Hall di Jalandhar sul tema “Guerra contro il popolo e ruolo delle forze
democratiche”. Vi hanno preso parte la nota pensatrice e sostenitrice dei diritti popolari Arundathi
Roy, scrittrice di successo, e Himanshu Kumar, attivista sociale gandhiano. Centinaia di persone di
tutte le professioni e classi sociali – professori universitari, ricercatori, studenti, artisti, letterati,
attivisti della cultura, personaggi della stampa, coltivatori, lavoratori dell’industria e
dell’agricoltura, sindacalisti, pensatori, ecc. – sono intervenuti da ogni parte del Punjab e del
Chandigarh. La sala dell’assemblea aveva 900 posti e si è riempita completamente. Centinaia di
persone sono rimaste a sentire il programma da fuori.
La sala dell’assemblea era allestita con tabelloni flessibili sui quali erano scritti appropriati
messaggi. Sul tabellone tematico c’era la poesia del pastore Martin Niemoller – “PRIMA
VENNERO PER I COMUNISTI” – con un dipinto che illustrava popoli in lotta nello sfondo. Altri
due riportavano poesie di due famosi poeti popolari del Punjab, Sant Ram Udasi-MAGHDA
RAHIN VE SURJA (O sole, splendi luminoso) e Pash- ASIN LARANGE SATHI (Compagno!
Lotteremo!). E’ stato citato Shaheed (il Martire) Bhagat Singh , ‘HAWA MEIN RAHENGI MERE
KHIALON KI BIJLIAN’ (Io posso vivere o no, ma le mie idée resteranno ad animare l’aria per
sempre)
La presidenza dell’assemblea era formata dal dottor Parminder Singh (professore all’università
Guru Nanak Dev di Amritsar), dal prof. A.K.Maleri, da Sh. Yash Pal (insegnante in pensione ed
editore di VARG CHETNA),dal prof. Ajmer Singh Aulakh (famoso drammaturgo e sostenitore del
popolo del Punjab), da Gandharav Sen Kochhar e Naunihal Singh (entrambi membri del Comitato
Desh Bhagat Yadgar, formato per onorare i martiri del movimento Gadar).
Arundhati Roy ha iniziato il suo discorso osservando che lo stato indiano ha fatto guerra al suo
popolo in tante parti del paese, nel Nord Est, nel Kashmir, nel Punjab e in molti altri luoghi negli
ultimi sessant’anni, utilizzando esercito e polizia per una repressione spietata. Ha reso grande onore
alle popolazioni povere e tribali che vive nelle foreste di Chhattisgarh, Jharkhand, Orissa, Andhra,
Bengala Orientale e Maharashtra, che combattono coraggiosamente per salvare le loro foreste,
l’acqua e le ricchezze minerarie, quelle che le più ricche compagnie minerarie del mondo vogliono
sfruttare. Predicare la non violenza ai tribali di Chhattisgarh è immorale. A chi accusa i tribali di
essere violenti, chiede: “Quando la gente è obbligata a morire di fame, quando viene strappata dalla
sua terra e dal suo ambiente, che le vengono rubati, in nome dello sviluppo, questo non è violenza?
Non è ironico consigliare a chi ha lo stomaco e le tasche vuote di attuare i metodi gandhiani dello
sciopero della fame e del boicottaggio delle merci straniere?
Ha detto che non è necessario andare a combattere nelle giungle di Dantewada per opporsi
all’Operazione Green Hunt. Pure combattere l’ingiustizia a casa propria è un contributo importante
a questa causa. Le lotte contro le Zone Economiche Speciali e contro il sistema di sfruttamento
dell’Agente Commerciale (ARHTIYA) nel Punjab sono parte della battaglia contro l’Operazione
Green Hunt. Ha fatto appello agli intellettuali e alle masse lavoratrici perché costruiscano un vasto
arco di movimenti di resistenza contro le politiche neoliberali dello Stato e contro il suo attacco ai
movimenti popolari con operazioni come Green Hunt.
Commentando quello che succede negli stati colpiti dall’Operazione Green Hunt, ha detto che la
connessione tra sviluppo e genocidio è stretta. È un genocidio mascherato da sviluppo. Quando le
persone sono sradicate dalla loro terra, dalla loro cultura e dalle loro fonti di vita, sono condannate a
morte. Decine di milioni di persone in India sono colpite dall’AIDS della malnutrizione. La
malnutrizione non solo conduce alla morte le sue vittime, ma getta la sua ombra letale anche sulle
generazioni successive.
Ha detto che se i Naxaliti stanno facendo una guerra di lunga durata contro il sistema capitalista e
le grandi corporazioni, lo Stato indiano, dal canto suo, già faceva una guerra contro il suo stesso
popolo. Diceva che ci sono vari modi di resistenza nella lotta più ampia che sfida le politiche di
oppressione dello Stato.
Ha detto che Green Hunt è iniziata prima in Punjab che in Chhattisgarh, con l’avvento della
“Rivoluzione Verde”. Green Hunt infatti è strumento per togliere al popolo la sua terra e le sue
risorse, cioè acqua, foreste, miniere, ecc. La Rivoluzione Verde mira allo stesso obiettivo, con tutti i
suicidi di contadini che ha provocato. Nel paese almeno 180.000 coltivatori strangolati dai debiti si
sono tolti la vita.
Ha deplorato il fatto che il governo del Punjab accusi le 17 organizzazioni di coltivatori e lavoratori
agricoli di essere organizzazioni di fronte dei Naxaliti. Tutti quelli che alzano la voce contro
l’ingiustizia sono accusati di essere Naxaliti. Se quelli che comandano continuano a seguire le
politiche della privatizzazione e della liberalizzazione dovranno dispiegare l’esercito nell’intero
paese. In vent’anni di politica neoliberale le persone che vivono sotto la soglia della povertà si sono
moltiplicate, mentre 100 individui possiedono il 25 per cento della ricchezza nazionale.
Ha detto che la democrazia indiana si è appiattita. Democrazia non significa elezioni periodiche. I
diritti democratici della gente sono finiti calpestati sotto i piedi. La Costituzione indiana così come
il potere giudiziario hanno perso ogni senso. I media e il Parlamento sono messi al servizio delle
corporazioni e della gente che ha i soldi. I media sono in mano alle corporazioni. I tribunali sono
fuori dalla portata della gente comune e sono diventati uno strumento per porre in atto le politiche
neoliberali e antipopolari dello Stato.
C’è stato un dibattito vivace sul suo discorso e la scrittrice ha risposto a molte delle domande dei
partecipanti.
Il famoso gandhiano, Himanshu Kumar, reduce da un tour in bicicletta in Rajasthan, Gujrat e
Maharashtra, dopo aver partecipato a sedici assemblee contro l’Operazione Green Hunt in tutto il
Punjab su invito del Fronte Democratico, ha condiviso le sue valutazioni sulla situazione in quegli
Stati. Ha detto che la situazione è esplosiva ovunque. Molte Dantewada stanno per accadere per le
politiche antipopolari delle classi dominanti, Dice che nel Gujarat, l’Atto di Diritto delle Foreste
garantisce ai tribali 10 acri in affitto nelle aree forestali, ma il governo di Modi non garantisce loro
nemmeno un pollice di terra. È lo stesso governo che ha regalato 102.000 acri di terra a 176
corporazioni. Un’università che funzionava è stata chiusa per dare il terreno a un impianto per
produrre la Nano della Tata. Anche Himanshu insiste sul fatto che cento persone nel paese
controllano il 25% della ricchezza totale.
Il Primo Ministro dice che la gente sta diventando violenta, ma bisogna chiedersi come mai dopo
sessant’anni d’indipendenza c’è ancora violenza. Soltanto i Naxaliti sono responsabili di questa
violenza? Sta di fatto che il modello di sviluppo posto in atto dai governanti impoverisce i poveri e
arricchisce i ricchi. Sviluppo è diventato sinonimo di esproprio delle risorse di vita dei poveri, di
terre, acqua, foreste, risorse minerarie, che vanno a riempire le casse dei ricchi. Questo alla fine
genererà violenza. Invece di seguire i principi dell’equità e della giustizia sociale, seguiamo la legge
della giungla, la legge del più forte.
Questa situazione deve cambiare. Citando Gandhi e Vinoba Bhave, ha detto che se l’ingiustizia e
l’iniquità continuano in questa società, la violenza è inevitabile, perché non ci si può aspettare che
le vittime dell’ingiustizia e dell’iniquità subiscano passivamente. Alla fine si ribelleranno per
rovesciare il sistema e per affermare i loro diritti. Ha detto che l’ingiustizia non si può tollerare.
Bisogna opporvi resistenza a ogni costo. La non violenza non diventerà mai una scusa per disertare
la lotta contro l’ingiustizia.
Entrambi gli oratori sono stati presentati con i ritratti del martire Bhagat Singh , con un manifesto
che riportava la poesia del pastore Niemoller, con un set di tre libri (“Storia del Partito Gadar ”,
“Storia di Naujwan Bharat Sabha” e “Dialoghi con i rivoluzionari”). Si è reso onore anche alla
signora Veena, moglie di Himanshu Kumar, che ha vissuto con lui a Dantewada al servizio dei
tribali per 18 anni.
Dopo l’assemblea Arundathi Roy è stata insieme ai ricercatori e studenti di tre università del Punjab
e insieme a importanti storici, nella Sala del Museo di Gadar. Insieme a Himanshu Kumar e alla sua
famiglia e a Sanjay Kakd ha visitato il museo mostrando vivo interesse alla storia rivoluzionaria del
Punjab, e particolarmente al movimento Gadar.
Al termine dell’assemblea i partecipanti hanno fatto passare con alzata di mano risoluzioni che
reclamano di porre fine all’Operazione Green Hunt; il ritiro delle forze militari e paramilitari dalle
aree tribali; lo scioglimento di Salwa Judum e altre organizzazioni fasciste del genere; il
riconoscimento dei diritti dei tribali sulle loro foreste, terre e risorse naturali, l’arresto della
costituzione di Zone Economiche Speciali e dello sradicamento dei tribali in nome dello sviluppo; il
ritiro delle politiche di privatizzazione neoliberali in nome dello sviluppo; il ritiro delle “leggi nere”
come l’Atto del Potere Speciale delle Forze Armate e l’Atto di Prevenzione delle Attività Illegali; la
fine dei “falsi scontri a fuoco” e del coinvolgimento di persone innocenti in falsi casi criminali; il
ritiro del bando imposto sul Partito Comunista dell’India (maoista) e sulle sue organizzazioni da
fronte; il consenso a giornalisti amici del popolo e alle organizzazioni democratiche che vogliono
visitare le aree tribali; l’inchiesta giudiziaria sull’assassino del dirigente maoista Azad in un falso
scontro a fuoco, la fine delle cospirazioni per attribuire imputazioni false ad Arundathi Roy,
Himanshu Kumar, Nisha Biswas e altri noti intellettuali; la punizione degli assassinii dei leader
contadini Sadhu Singh Takhtupura e Pirthipal Singh Alisher e degli assassini dei contadini a
Khanna Chamiara nel Punjab; la fine del coinvolgimento e di dirigenti e attivisti di organizzazioni
di massa di coltivatori, lavoratori dell’agricoltura e lavoratori in generale, giovani disoccupati nel
Punjab e in altri stati in falsi casi criminali, e delle torture contro di loro; la chiusura di centri di
interrogatorio come quello di Amristar noto come Centro d’Interrogatorio Unito.