Isole Cook - Finanzaonline.com

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Isole Cook, August 1990
Caro Edgar,
Ho appena finito di leggere l’anteprima del tuo lavoro di prossima pubblicazione, “Chaos and Order
in the Capital Markets” e l’ho trovato estremamente interessante.
Tuttavia dubito che i futuri traders comprenderanno l’essenza del lavoro da te proposto.
Accertata e dimostrata la fragile efficienza dei mercati., soggetta a ciclici cali di intensità subito
ricomposti da furiosi quanto repentini incrementi della stessa, poco ci rimane da utilizzare
dell’esponente di Hurst ai fini del trading.
Poco o nulla esso può indicarci di differente rispetto ad una mera osservazione empirica dei grafici,
senza tralasciare la nota idiosincrasia dei traders futuri ad accendere il cervello prima del pc.
Il semplice concetto di persistenza risulta ostico a giovani menti protese a sintetizzare viagra
(sospetto inventeranno qualcosa con questo nome) per ottenere prestazioni eccezionali, senza
curarsi delle controindicazioni espresse ben chiare in quel foglietto illustrativo buttato di fretta e con
colpevole noncuranza.
Ne può aiutarli il deprecabile rifiuto verso arti figurative nobili come la pittura..(basterebbe un
fugace sguardo a “La Persistenza della Memoria” di Salvador Dalì per capire più di quanto mille
parole possano esprimere).
Il mio rammarico rimarrà intonso; spiegare che valori significativi relativi al grado di replicabilità
di un carattere si ottengono solo dopo che esso si è replicato…e che nulla indicano per un futuro
prossimo se non che in passato si è verificato tale fenomeno, è e rimarrà impresa ardua.
A furia di cercare la stima perfetta finiranno inevitabilmente per perdere, prima o poi, quella in loro
stessi. E questo è il male peggiore a ben vedere. Troppi scambiano la fortuna per abilità.
Non serve un valore di Hurst prossimo a 0.7 su sliding window di 60mesi per capire che il Dow
Jones (o indici correlati) mostra persistenza o mostra una forma debole di efficienza. Il solo fatto
che le pagine dei giornali riservino grande attenzione ai corsi azionari dovrebbe bastare.
Ciò che dovrebbe far riflettere è l’incidenza di lungo termine che eccessi curtosici(perdona la
licenza)hanno su detta persistenza. Gli stessi effetti che, causa la normalizzazione tramite
deviazione standard, possiamo riscontrare in finestre di dimensione inferiore (60 giorni) .
In soldoni…usare Hurst “as it” ha poco senso (o forse ha un debole senso se usato
“contrarian”)..perchè, perdonami il gioco di parole , Nothing as it seems. (potrebbe essere il futuro
titolo di una canzone a pensarci bene…)
Ipotizzando una futura discussione in una comunità finanziaria desiderosa di comprendere
l’argomento trattato e certo che dopo aver speso fiumi di parole nessuno abbia ancora capito un
cazzo (sono entrati in un tunnel e lo stanno allegramente arredando…e sì…ho detto cazzo…)
vediamo di costruire questa benedetta funzione e trovare un modo “logico” per utilizzarla.
Ho casualmente qui l’ultimo ritrovato della Reuters, Metastock 1.0. E’ una minkiata, ma se
qualcosa gira su questo gira su tutto.
Traducendo in fretta la formula oramai nota…
HURST EXPONENT per FinanzaOnLine
r:=Log(C/Ref(C,-1));
n2:=Input("Returns Window:",0,50000,252);
mr:=Sum(r,n2)/n2;
scarto:=r-mr;
cumscarto:=Cum(scarto);
rs:=(HHV(cumscarto,n2)-LLV(cumscarto,n2))/Sqr(Sum(Power(r-mr,2),n2)/(n2-1));
hurst:=Log(rs)/Log(n2);
;hurst;0;0.5;1;
dovrei essere in grado di plottare l’esponente di Hurst per capire empiricamente di cosa si tratta ed
ottenere un tracciato simile (considerando sfasamenti sui valori di chiusura da fornitore dati a
fornitore dati) a quello sopra. Sperando di non aver fatto sempre possibili errori (ma non mi
sembra).
Orbene…così come è, e come già spiegato, serve a poco. Sapere che c’è persistenza in frequenze
più o meno ampie è un’informazione trascurabile.
Per renderla più utile abbineremo alla persistenza la capacità di generare ritorni positivi.
Utilizzerò la D-Statistic, statistica di cui poco si parla perché, forse, troppo semplice.
Essa non è altro che il rapporto tra il valore assoluto della somma dei rendimenti negativi e la
somma di tutti i rendimenti e varia da 0 a 1 come l’esponente di Hurst.
A valori inferiori a 0.50 della D-Stat abbiamo una conseguente porzione di rendimenti
positivi della serie esaminata.
Alla formula sopra aggiungiamo di seguito:
c1:=If(r<0,r,0);
dstat:=Sum(Abs(c1),n2)/Sum(Abs(r),n2);dstat;
allarghiamo la finestra per eliminare rumore portandola a 252giorni ed avremo:
dove, abbinando le due statistiche, possiamo concludere che ad alto valore di Hurst e basso valore
di D-Stat c’è al momento dell’osservazione, PERSISTENZA NEL GENERARE
RENDIMENTI POSITIVI.
E viceversa.
Il plottaggio diretto dello spread HURST –(meno) D-STAT rende visivamente agevole quanto
sopra.
Quanto sopra è un buon metodo per valutare in fretta Fondi di varia natura, portafogli strutturati,
TRADING SYSTEMS, ma…se utilizzato direttamente “a mercato” come generatore di segnali
buy /sell può riservare spiacevoli sorprese.
Caro Edgar, mi sono lasciato trascinare ed ho perso il filo della missiva.
Gli impegni mi reclamano, sono qui, alle Isole Cook, dove terrò tra qualche minuto una conferenza
sulle controindicazioni nell’uso della “Coloreria Italiana” durante il prelavaggio di camici da
barbiere.
Augurandoti i massimi successi editoriali ti saluto,
Gis Torense
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