Eloquenza del silenzio
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Eloquenza del silenzio
Eloquenza del silenzio Carissimi, è già iniziata l’estate, tempo per rallentare e magari “fare silenzio”, come ci ricorda l’esperienza di chi spesso, va a cercare “i deserti” e si inoltra in sentieri solitari per guardare un po’ meglio dentro di sé e provare a raccogliere i fili innumerevoli dell’esistenza quotidiana, a rinnodarli in una prospettiva di senso. Certo, ciascuno lo fa come riesce, in tanti modi doversi, ma il bisogno di fondo è comune a tutti. Il silenzio lascia intravedere in sé ombre di oscurità e di mistero, di fascinazione e di speranza, di inquietudine e di angoscia; e del resto, le parole nascono dal silenzio e muoiono nel silenzio. Il silenzio non è solo assenza delle parole ma è anche presenza, o presagio, dell’infinito che ci è possibile ascoltare solo nel silenzio. Il silenzio è manifestazione misterica di stati d’animo inespressi che siamo tentati di considerare insignificanti nei confronti di quelli che si rendono evidenti con parole, e nondimeno non tutto è facile ed esprimibile nella vita. Non c’è solo il linguaggio delle parole, allora, ma c’è anche il linguaggio del silenzio e quello del corpo vivente, che si intrecciano e si distinguono di volta in volta. Noi abbiamo paura del silenzio, paura che ci riveli fino in fondo a noi stessi, paura che ci riveli agli altri da noi. È, però, alla scuola del silenzio, e solo a questa, che le parole assumono il loro valore, o si inaridiscono nella loro inconsistenza. Se non amiamo il silenzio, è perché non sappiamo cosa dire, cosa domandare, cosa ascoltare di quello che si agita nel nostro cuore, cosa rispondere alla voce che ci chiama dalla misteriosa lontananza della nostra anima. Ogni giorno siamo pieni di infiniti pensieri, di infinite distrazioni, di infinite dimenticanze, di infinite emozioni, di infiniti progetti; e non abbiamo tempo, o consideriamo la cosa del tutto inutile, di interrompere questo flusso senza fine di esperienza: immergendoci, almeno per qualche attimo, nell’oasi del silenzio che ci consente di rimettere in discussione il senso di quello che è la nostra vita divorata dalle azioni, e non dalla contemplazione che si nutre di silenzio e che ci apre i sentieri dell’interiorità. Il silenzio è dentro di noi nella sua fragilità e nella sua inconsistenza materica; ed è necessario farlo rinascere, liberarlo dagli steccati che lo imprigionano, lasciargli intorno uno spazio vitale, e non soffocarlo; non inaridirlo e non spegnerlo. Educhiamoci al silenzio e lasciamoci educare dal silenzio: buona estate! Don Giuseppe - Arciprete “Rumori da lontano voci che si rincorrono, suoni che si intrecciano, armonie che si avvolgono, in una corale eco di parole umane e di canti inventati. La vita cresce nel quotidiano vissuto; la storia si imbastisce sul tessuto dell’esistenza; il futuro si inventa nei laboratori della creatività umana. Tutto è parola… Ma tutto è anche silenzio. Ogni gesto e ogni silenzio racchiudono il bisogno di volgersi ad un Assoluto che libera e proietta nel mondo come antifona che canta la speranza. Tutto è silenzio. basta ascoltare la vita per sentire che il silenzio è eloquente più delle parole degli uomini”. 3 Lettera ai cercatori di Dio Don Giuseppe 4 Non è strano? Foto Pozzi Tutti cercano qualcosa, uomini e donne, giovani e meno giovani, instancabilmente. Tutti, anche chi apparentemente si è arreso o sembra seduto, stanco di promesse che non si avverano e di strade che finiscono nel niente. Anche chi ha trovato o crede di aver raggiunto un approdo riparte per cercare ancora e va presto a solcare nuovi mari. L’inquietudine del cuore umano è grande, infiniti i desideri, immensa la nostalgia di appagamento, di vera relazione, di amore autentico. È partendo da questo tratto comune alla “condizione umana” che ci vede tutti mendicanti di senso e pellegrini in cammino verso un di più che stata redatta dalla Commissione Episcopale per la dottrina della fede, della Cei, una Lettera ai cercatori di Dio. Praticamente un breve testo nel quale si possono riconoscere sia coloro che senza un credo religioso pongono domande radicali sulla vita, la sofferenza, l’amore, il futuro, ma anche i credenti che, scossi nell’intimo, vedono offuscarsi le certezze della fede e sono provocati da grandi domande. Come pure chi conduce la propria esistenza cristiana in un tram tram abitudinario, e forse desidera osare un passo aventi. Dopo una prima parte dedicata “alle domande che ci uniscono” che cioè interpellano ogni uomo perché tale, la lettera si concentra sulla speranza che abita la vita cristiana, partendo dal suo centro: Gesù, il Cristo, Dio Padre, Figlio e Spirito, la Chiesa di Dio, la vita secondo la Spirito. Non una lezione di catechismo, si badi bene, quanto piuttosto una sintesi succosa e nutriente dei fondamenti della nostra fede. Per procedere così, nella terza parte, a tratteggiare le vie per incontrare Gesù Cristo, il Dio vivo e vero. Un invito a leggere e meditare questo documento personalmente e spero, presto anche in comunità. Si può chiedere anche in parrocchia. Una parola sulle intenzioni delle Messe La Messa è sempre per tutti. Nella celebrazione eucaristica, infatti, è resa attuale per tutti l’opera della Redenzione compiuta da Cristo e quindi tutte le necessità della Chiesa, come anche dei singoli fedeli, vengono presentate al Padre attraverso il ministero del sacerdote che celebra l’Eucaristia. E la Messa non si paga, ma esiste un’offerta per comodità e per evitare abusi è fissata in euro 15,00. Al sacerdote vanno euro 13,00, il di più è per la chiesa parrocchiale. Nella tradizione cristiana, poco alla volta, è invalsa la prassi di dare risalto a qualche avvenimento gioioso o triste della propria vita, in particolare ricordando le persone defunte. Di qui le “intenzioni”, per i defunti, per ringraziare di qualcosa, per un momento importante come il matrimonio, l’anniversario di nozze… A volte, ancora raramente, si accumulano più intenzioni in una stessa Messa. Una sola intenzione è applicata alla Messa, le altre vengono affidate ai sacerdoti in diocesi o nelle missioni, con l’offerta. Naturalmente chi ha presentato l’intenzione, sa che partecipando a questa Messa e in questa Messa presenta al Signore la sua intenzione. Per i nostri politici e amministratori Da un recente intervento di Benedetto XVI 500 anni fa, era il 1510, Tommaso Moro aveva appena 22 anni. Un anno prima, con l’ascesa al trono di Enrico VIII, aveva avuto inizio la sua folgorante carriera politica. Vent’anni dopo divenne il primo cancelliere laico del Regno d’Inghilterra. Era un uomo di preghiera, un padre di famiglia amo revole. Nonostante il peso della sua carica e le innumerevoli tentazioni, rimase fedele alle sue convinzioni, in particolare a Papa Clemente VII. Non riuscì a evitare che il re si staccasse da Roma, non per motivi teologici, ma politici e personali, così da ottenere il divorzio. Tommaso Moro dovette rinunciare alla propria carica e venne accusato ingiustamente di molte mancanze; si era anche rifiutato di prestare giuramento su un documento che, nell’introduzione, negava l’autorità papale. Infine, venne rinchiuso in prigione con l’accusa di alto tradimento e, condannato a morte, venne decapitato. Il 31 ottobre 2000, Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato patrono dei politici, dei governi. Preghiamo il Signore affinché doni a tutti cristiani e i fedeli che rivestono responsabilità politiche, la forza, il coraggio e la lealtà secondo l’esempio del santo martire Tommaso Moro. “Riprendendo l’espressione dei miei Predecessori, posso anch’io affermare che la politica è un ambito molto importante dell’esercizio della carità. Essa richiama i cristiani a un forte impegno per la cittadinanza, per la costruzione di una vita buona nelle nazioni, come pure ad una presenza efficace nelle sedi e nei programmi della comunità internazionale. C’è bisogno di politici auten ticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica. Questa esigenza dev’essere ben presente negli itinerari educativi delle comunità ecclesiali e richiede nuove forme di accompagnamento e di sostegno da parte dei pastori. L’appartenenza dei cristiani alle asso ciazioni dei fedeli; ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità, può essere una buona scuola per questi discepoli e testimoni, sostenuti dal la ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà. (…) Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è 5 anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera «rivoluzione dell’amore». Le nuove generazioni hanno davanti a sé grandi esigenze e sfide nella loro vita personale e sociale”. Benedetto XVI Qualche istruzione per i genitori Dal libro di Guy Gilbert Vuoi capire i tuoi figli? Chiedimi come (edizioni San Paolo) Date loro fiducia. È ricevendo in cambio fiducia che i giovani apprendono il senso del dovere. Le vostre azioni siano coerenti con le vostre Siate combattenti dell’Amore, genitori teneri, Foto Pozzi comprensivi, inflessibili. Non vergognatevi dei valori tradizionali come la fatica, il rispetto, la tolleranza, l’onestà, la franchezza, la fedeltà. Offrite il vostro tempo ai vostri figli. Non disperdetevi in altro. Ricordatevi sempre che i vostri ragazzi sono più importanti della vostra carriera. Prendetevi cura del vostro comportamento in casa: i figli seguono il vostro esempio. Esercitate uno stretto controllo sulle ore di televisione, videogiochi, internet. Siate sempre disponibili per i vostri figli che possono in qualsiasi momento avvicinarsi a voi senza paura di disturbarvi. 6 parole. Solo questa coerenza verrà rispettata dal giovane. Non abbiate paura di punire vostro figlio, ma sappiate che accetterà solamente una punizione giusta. Una sanzione non deve mai umiliare. Credete in loro, sperate fino alla fine, amateli con forza. Aiutateli a mantenere le decisioni che hanno preso, a rinforzare la loro volontà. Fate in modo che la casa sia per loro una scuola di condivisione a partire dai doveri familiari. Se avete difficoltà a parlare con vostro figlio, un gesto di tenerezza potrà sostituire le parole. Appunti Preghiera antica Signore, dacci un po’ di gioia, un po’ di sole e un po’ di lavoro. Dacci nelle nostre fatiche e nelle nostre pene Il nostro pane quotidiano e un po’ di burro. Dacci la santità e un giusto salario Ed anche un po’ di più, per la parte che dobbiamo dare ai poveri. Dacci un po’ di buon senso, perché molti ne abbiamo bisogno e un cuore che comprende la sofferenza. Dacci anche un filo di canzone sulle labbra, una poesia e un romanzo per distrarci. Insegnaci a capire la sofferenza e a vedere in essa una benedizione. Dacci o Signore, l’occasione di mostrare la nostra buona volontà, di fare il nostro possibile, per noi stessi e per gli altri, perché tutti gli uomini imparino a trattarsi come fratelli. Spigolature Non c’è vita vera se non nel sacrificio. (Eugenio Corecco) Perché il silenzio? Perché la solitudine? Non per ricercare il vuoto, il nulla, ma per l’ascolto della Parola: per fare del nostro cuore la dimora del Signore. (Lisa Cremaschi) La preoccupazione ascetica cristiana non è quella di andare al di là dei propri limiti per poter amare, ma piuttosto di andare al di là dei limiti degli altri, assumendoli con il perdono e il servizio: è la “Pasqua dell’amore”. (Mauro Giuseppe Lepori) O si prega sempre o non si prega mai. (Padri del deserto) Tutte le sofferenze che sono attorno a noi dobbiamo patirle noi pure. Come il bambino cresce passando attraverso le età della vita, fino alla vecchiaia e alla morte, così cresciamo anche noi, legati all’umanità non meno profondamente che a noi stessi, partecipando a tutte le pene di questo mondo. (Franz Kafka) La conversione comincia, ma non finisce mai. (Anthony Bloom) Ogni giorno è per noi un dono dell’amore di Dio in Gesù Cristo. Alla sua sequela, i cristiani rendono grazie al Padre facendo della propria esistenza un’eucaristia vivente. (Enzo Bianchi) Nelle battaglie spirituali, qualora si perseveri, s’invochi e si creda nell’aiuto di Dio, la vittoria può esser più pronta o più tarda, ma è certa. (Antonio Rosmini) Il Signore non può essere trovato, se non là dove l’uomo acconsente ad essere incontrato. (Jean Corbon) Colui che ha cercato il Signore nella semplicità del proprio cuore sperimenta la sua bellezza. (Guglielmo di Saint-Thierry) Il monaco non è più vicino a Dio degli altri uomini, ma lo pone prima di ogni altra cosa, e raccoglie ciò che trova in sé e attorno a sé per offrirglielo. (Marcel G. Dubois) Non saremo mai il santo o il giusto, il buon cristiano, il buon prete, il buon religioso che avevamo sognato di essere, ma possiamo diventare questo povero che non ha altro da offrire a Dio se non le sue mani vuote. Allora tutto diventa possibile. (Michel Rondet) Tranquillus Deus tranquillat omnia. Tranquillo, Dio tranquillizza ogni cosa: contemplarlo in questa pace consente di vivere nella pace. (San Bernardo di Chiaravalle) Il telo che parla di vita e amore Dal discorso di Benedetto XVI in visita alla Sindone, 2 maggio 2010 Ha dichiarato Benedetto XVI durante la sua visita pastorale a Torino che la Sindone è un «telo sepolcrale, che ha avvolto la salma di un uomo crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli 7 cl dicono di Gesù». Nel nostro tempo, l’umanità è diventata particolarmente sensibile al mistero del Sabato Santo, giorno del «nascondimento di Dio». E «la nostra epoca è diventata in misura sempre maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in modo particolare interpella noi credenti. Anche noi abbiamo a che fare con questa oscurità». Ma la morte di Gesù ha un aspetto opposto, positivo, di speranza e vita. Cosi. la sacra Sindone «si comporta come un documento “fotografico, dotato di un “positivo” e di un “negativo”. E in effetti è proprio così: il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più luminoso di una speranza che non ha confini». Il mistero del Sabato Santo è dato dal fatto che il buio si mischia alla luce «di una speranza nuova: la luce della Risurrezione. Ed ecco - ha proseguito il Pontefice -, mi sembra che guardando questo sacro Telo con gli occhi della fede si percepisca qualcosa di questa luce». La Sindone rispecchia questa luminosità: «Penso che se migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla - senza contare quanti la contemplano mediante le immagini - è perché in essa non vedono solo il buio, 8 Foto Pozzi La vecchia Croce della Reit ma anche la luce; non tanto la sconfitta della vita e dell’amore, ma piuttosto la vittoria, sia vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono si la morte di Gesù, ma intravedono la sua Risurrezione; in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi ina bita l’amore». Questo, ha affermato il Santo Padre, “e il potere della Sindone: dal volto di questo “Uomo dei dolori”, che porta su di sé la passione dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo, anche le nostre passioni, le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati - “Passio Christi. Passio hominis”». Dal volto del Telo «promana una solenne maestà, una signoria paradossale. Questo volto, queste mani e questi piedi, questo costato, tutto questo corpo parla, è esso stesso una parola che possiamo ascoltare nel silenzio». La Sindone «parla con il sangue, e il sangue è la vita! La Sindone è un’Icona scritta col sangue; sangue di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso e ferito al costato destro». Infatti l’immagine impressa sulla Sindone è «quella di un morto, ma il sangue parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla di amore e di vita. Specialmente quella macchia abbondante vicina al costato, fatta di sangue ed acqua usciti copiosamente da una grande ferita procurata da un colpo di lancia romana, quel sangue e quell’acqua parlano di vita. È come una sorgente che mormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla, possiamo ascoltarla, nel silenzio del Sabato Santo». Inaugurazione Sabato 31 luglio alla ore 17.00 Mostra sul libro in Sala Colonne dal 1 al 15 agosto 9 ORA - Tin - forma L’ORATORIO ESTIVO vuole essere luogo di Incontro - preghiera - catechesi - gioco - formazione - condivisione proponendo: RAGAZZI (DALLA 2^MEDIA IN SU) CAMPO GOV IN SEMINARIO 23—26 giugno ADOLESCENTI (1^-4^ SUPERIORE) CAMPO A BELPIANO (GE) DAL 21 AL 26 GIUGNO GREST 2010 MEDIE dal 1 LUGLIO al 31 LUGLIO ELEMENTARI dal 5 LUGLIO al 31 LUGLIO RAGAZZI MEDIE CAMPO AD APRICA (SO) dal 23 - 28 agosto ACR estate Campi a S. Elisabetta (Caspoggio): 5^elem – 1^media 10-17 luglio 2^-3^ media 17-24 luglio - Ulteriori informazioni in oratorio GREST “Sottosopra” Come in cielo così in terra “Come in cielo, così in terra”: quante volte lo ripetiamo recitando il Padre nostro, quante volte ci siamo chiesti cosa significhi fare tutto quello che c’è in cielo, qui in terra… La risposta sta nel sogno di Dio, quel sogno forse ambizioso, di donare agli uomini una terra che sia riflesso 12 e specchio della bellezza del cielo, quel cielo che illumina, che con le sue stelle ci guida, che segna il passaggio del tempo. E di tutto questo Dio vuole farcene dono. Sotto il cielo, sopra la terra. È un po’ la nostra condizione. Non solo fisica, però: la logica del vangelo ci insegna a ribaltare ciò che più spontaneamente viene alla mente degli uomini. La legge del più forte non è la legge di Dio: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Ai piccoli appartiene il regno dei cieli: come aiutare i nostri bambini e ragazzi a scoprire che solo una certa disponibilità del cuore permetterà loro di trasformare la terra in un’anticipazione del cielo? E come aiutare i grandi a ritrovare il cuore del bambino di fronte alla propria vita su questa terra? La terra è, soprattutto per i cristiani, il luogo della manifestazione di Dio: nella storia e sulla terra di Palestina avviene l’incarnazione di Gesù, il più grande evento dove Dio parla e si fa conoscere. Cosicché noi non parliamo più soltanto della ricerca di Dio da parte degli uomini (idea suggerita bene dal tema del cielo), ma parliamo anche di un intreccio dove la vita di Dio si incrocia con quella degli uomini, la sua presenza percorre le strade di questo mondo e le parole di Dio si esprimono attraverso il linguaggio degli uomini. La terra è il luogo dove poggiano i nostri piedi – e dunque dove viviamo, ci muoviamo – ma è anche l’estensione, le diverse regioni, paesi, territori abitati. È il pianeta dove si svolge la vita e la storia dell’umanità. Se il tema del cielo poteva essere definito come immenso, la terra di per sé non è una realtà “immensa”: al contrario ha dei confini ben delimitati. Pur vasta, è uno spazio più fissato. Eppure il tema rimane grande: perché la terra è grande in quanto luogo della nostra vita, luogo dove si svolge la nostra esistenza e dove possiamo sperimentare l’immensità di Dio. La storia degli uomini non ha altro per svolgersi. Per realizzare sulla terra il sogno di Dio. Ringraziamo sin da ora tutti i volontari che donano un po’ del loro prezioso tempo ai ragazzi e all’oratorio, ricordando che qui c’è sempre posto per tutti! Educatori Animatori Bormio in onda Il cammino A.C.R. di quest’anno, intitolato “Siamo in onda”, aveva come tema la comunicazione: imparare ad essere comunicatori a partire dalla relazione con Cristo, il più grande comunicatore, che ha rivelato il Padre. Giovani in servizio! Maggio e giugno sono stati i tempi favorevoli per la formazione degli animatori in attesa dell’oratorio estivo. Si, proprio i giovani (19-25 anni) si sono messi a servizio dei più “piccoli” come testimoni della loro esperienza di animazione. Possiamo proprio affermare che il lavoro svolto in questi mesi sono stati i frutti dello Spirito del Risorto che ha visto questi Giovani volenterosi protagonisti del “Pellegrinaggio Vocazionale” alla Madonna del Soccorso il 25 aprile con il vescovo Diego. Così gli adolescenti hanno potuto perfezionare il metodo e ri-motivare la loro presenza come animatori d’oratorio attraverso incontri formativi, preghiera e condivisione. Allora che manca? Buona estate a tutti !!!! L’appuntamento più atteso del percorso era la Festa degli Incontri, conosciuta anche come Convegno Diocesano. Quest’anno però il Convegno era esteso a tutte le diocesi della regione, così più di 3500 persone tra bambini, educatori ed accompagnatori provenienti dalle dieci diocesi lombarde, si sono incontrate a Crema per una giornata di grande festa. Gli acierrini di Bormio, insieme ai loro educatori, si sono aggregati ai gruppi di Livigno e Grosio, ed hanno avuto la fortuna di vivere non una, ma due giornate di festa: sono infatti partiti sabato 15 maggio e sono stati ospitati in un oratorio nei dintorni di Crema per la notte. Nella giornata di domenica tutti i partecipanti 13 al Convegno hanno potuto “Dare voce alla gioia”, come recitava lo slogan della Festa. Il programma prevedeva giochi di gruppo al mattino, pranzo al sacco, pellegrinaggio a piedi verso il Duomo di Crema e messa all’aperto, celebrata da Monsignor Oscar Cantoni. Nell’omelia il Vescovo ha ricordato a tutti l’importanza della relazione con l’altro, per imparare ad essere comunicatori della Gioia vera, quella che viene da Gesù Risorto. Allo scambio della pace il Vescovo ha invitato i presenti ad abbracciarsi anziché stringersi la mano, per ricordare il gesto dei primi cristiani e per aumentare il senso di unione e fratellanza. Il Convegno si è concluso con la distribuzione dei cartoncini su cui ognuno aveva scritto il proprio indirizzo: gli acierrini si sono salutati con la promessa di scrivere una cartolina alla persona del cartoncino ricevuto e si sono dati appuntamento all’Incontro Nazionale che si terrà a Roma il 31 ottobre 2010. La settimana successiva al Convegno c’è stato l’ultimo incontro A.C.R.: i bambini hanno trascorso un bel pomeriggio di giochi in compagnia e hanno approfittato del passaggio del Giro d’Italia per fare il tifo ai ciclisti. La sera dell’1 giugno gli educatori hanno invitato bambini e genitori per rivivere insieme, attraverso alcune foto, i momenti più belli dell’anno associativo, infine hanno consegnato a tutti il libricino con la storia “Siamo in onda”. Il cammino naturalmente non si ferma, ma continua con le attività estive dell’oratorio: Grest in primis, che ci vedrà tutti... “Sottosopra”! E poi una bella novità: i campi diocesani dell’A .C.R., ai quali parteciperanno alcune delle nostre acierrine più grandi! Buona estate Amici... A risentirci al prossimo aggiornamento!! Cecilia TORNEO PRIMAVERILE DI CALCIO seconda edizione memorial Mauro Rezzoli Con l’avvicinarsi della bella stagione le strutture sportive dell’oratorio di Bormio incominciano a popolarsi di bambini e ragazzi e dal gelo dell’inverno i due campi, pallavolo e calcio, si accendono di colori e di quel sano entusiasmo tipico dei giovani. Il primo appuntamento, a cavallo tra il mese di maggio 14 e giugno per quindici serate, è stato il secondo memorial Mauro Rezzoli di calcio. Diciassette formazioni di adulti suddivise in quattro gironi e tre di bambini per un totale di 200 calciatori si sono date battaglia sul campo per cercare di onorare nel migliore dei modi la partecipazione al torneo dedicato alla memoria di Mauro Rezzoli, grande difensore della Bormiese cresciuto nell’oratorio e che in tanti anni e tornei non ha mai giocato una sola partita uscendo dal campo senza aver dato tutto per onorare lo sport del calcio da lui tanto amato. Il torneo ha avuto molto successo e si è potuto notare soprattutto per l’entusiasmo dei calciatori e per il nutrito pubblico presente in tutte le serate, si sono disputate partite giocate sempre in modo corretto, intenso senza infortuni gravi e per fortuna non si sono visti quei brutti eccessi che non è raro scorgere nei campi di calcio anche valtellinesi. L’oratorio anche quest’anno si è presentato al torneo con due formazioni la Busi Costruzioni, una delle finaliste ha concluso il torneo in quarta posizione e la simpaticissima ‘Codighel, uscita al primo turno. Il nostro presente e futuro è collegato anche ai ricordi e in questa seconda edizione del torneo non è mancato un pensiero alla memoria di Mauro calciatore e padre di Chiara e Giulia, due simpatiche bambine che con la tipica spensieratezza che contraddistingue l’infanzia, hanno distribuito i premi a tutte le formazioni partecipanti. Giorgio Bazzucchi Piccola cronaca: le feste di aprile, maggio I bambini bielorussi nella nostra comunità Domenica 25 aprile 2010 Giovedì 6 maggio 2010 Nella S. Messa della comunità celebrata il 25 aprile, i venticinque bambini bielorussi con le insegnanti Valentina e Dina, sono stati accolti dalla comunità di Bormio e hanno testimoniato un momento di fraternità ed unità. La sera del 6 maggio con la Non è possibile contemplare i misteri della vita di Gesù senza incontrare Maria. La madre è sempre unita al figlio. Il rosario è stato nei secoli momento privilegiato di contemplazione dei misteri della vita di Gesù e di Maria, che diventano così luce sulla vita e impegno a renderla sempre più conforme al Vangelo”. La festa degli anniversari di matrimonio Domenica 2 maggio 2010 La comunità, come ogni anno in maggio, aspetta un invito “particolare” per la festa dell’anniversario di nozze: è un momento di gioia e commozione per tutti, soprattutto per le coppie che vivono 50 e oltre anni di matrimonio. Ritiro delle famiglie dei bambini della prima Comunione “Serata dei saluti” tutti i partecipanti sono stati coinvolti dal clima di famiglia creatosi tra famiglie accoglienti, bambini ed invitati Mandato missionario a don Alessandro Sabato 22 maggio 2010 “Investito del segno della Croce sia guida e sostegno, risuoni nelle sue parole la voce di Cristo e conduca al Padre una moltitudine di figli” dalle parole del Vescovo Diego dal Settimanale della Diocesi di Como Mese di maggio dedicato a Maria Santissima “Il rosario è preghiera evangelica. In esso la contemplazione interiore degli eventi salvifici che si sono compiuti in Cristo è svolta sulla trama della ripetizione vocale dell’Ave Maria. In questo modo pregano le labbra, la mente e il cuore e tutta la persona entra in comunione con il mistero di Dio. Domenica 9 maggio 2010 Le famiglie dei bambini della prima Comunione hanno condiviso con i loro figli un pomeriggio di incontro fatto di preghiera, di meditazione, di confronto, di conoscenza. La Santa Cresima Domenica 16 Maggio 2010 Cari ragazzi e ragazze della Cresima… Ha detto Giovanni Paolo II: “Voi giovani siete un dono speciale dello Spirito Santo. Esprimete quei valori autentici che hanno in Cristo la loro pienezza. Gesù vi dice: Non abbiate paura! Io, vi mando”. “Affidarsi allo Spirito significa riconoscere che in tutti i settori arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi; a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo, ma anzitutto riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo. Anche nel buio del nostro tempo, lo Spirito c’è e non si è mai perso d’animo: al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge, arriva là dove mai avremmo immaginato …” Carlo Maria Martini 15 per il dono della salvezza, e si impegna, con l’aiuto dello Spirito Santo, a compiere la volontà del Padre. L’Eucarestia ci fa Chiesa, perché esprime nel modo più pieno la fede di tutti noi e ci impegna a vivere in unione con Cristo e con tutti gli uomini”. Ricordatevi che il sacramento della Cresima è come un grande abbraccio di Dio Padre, di Gesù Figlio e dello Spirito Santo Amore. Sentitevi amati e raccolti nella braccia del Signore! La Prima Comunione Domenica 23 Maggio 2010 Cari bambini e bambine della prima Comunione… “L’Eucarestia è il Sacramento centrale della vita di ogni cristiano, infatti con essa ognuno di noi, insieme a tutta la comunità, esprime nel modo più pieno la sua fede, riconosce in Lui il Salvatore, ringrazia Dio La nostra comunità parrocchiale ha potuto gioire per voi che per la prima volta vi siete accostati al Sacramento dell’Eucaristia, per ricevere in dono il Pane della vita. Con amore e gratitudine al Signore preghiamo ancora per voi perché con la vostra innocenza ci potete far rivivere momenti di gioia. Vi affidiamo con fiducia alla Vergine Maria perché vi accompagni nel cammino della vita. La festa dell’oratorio Domenica 30 maggio 2010 L’oratorio nelle sue attività ordinarie si conclude per aprirsi alle attività estive… Insieme abbiamo partecipato alla chiusura del mese di maggio. La Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio e i suoi arcipreti (dopo il 1620) di Marcello Canclini L’arciprete Silvio Bertola (1945-1972) (terza parte) Nell’ottobre dell’anno 1952 fu solennemente benedetto sulla piazza del Santo Crocifisso di Combo e portato processionalmente in parrocchia il nuovo crocifisso che l’artista spagnolo Jiame Mirò Perello, professore di belle arti in Lerida (Catalogna), aveva scolpito durante l’estate con il legno di gembro di Bormio traendo spunto da una sgualcita fotografia. Già da parecchio tempo infatti il clero di Bellpuig, rifacendosi all’antica tradizione di un crocifisso riscattato nel 1621 dalla Duchessa di Feria (esattamente dalla sua dama di corte, Maria Isabella di Casanova di Bellpuig) e portato in Spagna, domandava a Bormio un nuovo crocifisso perché il primo antico simulacro era stato distrutto dai comunisti nella rivoluzione del 1936 e di quello si era salvata la sola corona. Fattosi intermediario nella questione il sacerdote bormino don Camillo Valota, missionario tra gli emigranti in Francia a Montceau les Mines, si venne alla decisione che Bormio donasse il legno e l’ospitalità all’artista, mentre la commissione spagnola pensasse per l’onorario dell’artista stesso. L’arciprete don Silvio Bertola con tutto il clero bormino celebrò in quell’occasione 16 un solenne triduo nei giorni 29-30 e 31 ottobre. La nuova scultura rimase esposta nell’altare di S. Antonio di Combo fino al maggio 1953, quando gli Spagnoli sarebbero venuti a riprendersela. Infatti nella sera del 24 maggio, giorno di Pentecoste, giunse a Bormio la commissione spagnola presieduta dall’Ecc.mo e Rev.mo sacerdote don Josè Pont y Goli oriundo di Bellpuig e vescovo di Segorbe. Fu accolto sulla piazza della chiesa tutta illuminata e fu condotto verso il pulpito ove l’arciprete don Silvio gli diede il benvenuto parlando alla popolazione stipata nel tempio. Il giorno seguente fu dedicato alla preghiera e alla profonda devozione verso il crocifisso. La sera alle ore 21 venne consegnata Don Silvio Bertola durante la celebrazione di un matrimonio al vescovo spagnolo la chiave d’oro dell’urnetta ove era contenuta la pergamena con le firme del clero, dei capi famiglia, del popolo dell’antico Contado di Bormio. Si continuò il bacio del crocifisso fino alle 23 quando il simulacro venne riposto nell’astuccio. Il mattino seguente l’arciprete don Bertola accompagnò fino a Como la delegazione spagnola ove avvenne il saluto e l’arrivederci in Spagna. Infatti il 6 settembre partì da Bormio una deputazione costituita da 18 persone che, dopo aver sostato a Lourdes, giunse a Bellpuig la sera del 13 settembre, accolta trionfalmente dalla popolazione e dalle autorità. Fu subito eseguita la visita alla chiesa del villaggio e all’altare ove era stato riposto il nuovo crocifisso. Quivi avvenne il saluto dell’arciprete di Bellpuig in lingua catalana e la risposta dell’arciprete di Bormio in lingua spagnola. A sera vi fu il ricevimento ufficiale in municipio con brindisi d’onore. Concerti, canti e danze si susseguirono fino alle ore 3 del giorno seguente. A ricordo di quel felice gemellaggio fra i due paesi, il pittore Mazzucchelli affrescò la cappelletta a ovest del ponte di Combo ove in primo piano è possibile scorgere la figura dell’arciprete don Silvio Bertola. Tra le tristi note del mandato di don Silvio rimane purtroppo nel 1960 la cessione al comune della “vecchia e diroccata” chiesa di San Gottardo (verrà poi demolita l’anno seguente). Nel 1961 venne eseguito il rifacimento del tetto della chiesa parrocchiale con una spesa di £ 3.000.000. Nel 1968 fu lo stesso don Silvio a dare il suo appoggio all’apertura del Liceo Scientifico privato dei padri beterramiti di Sant’Ignazio. Di don Bertola si ricordano certi aneddoti curiosi. Affisse al di fuori della chiesa un grande cartello con scritto: «Le donne devono entrare in chiesa a capo coperto [grandi veli neri a rettangolo] e decentemente vestite». Don Silvio era solito commentare: «Il primo dente che cade è già segno di morte»... Era molto attento al comportamento dei suoi fedeli e non per nulla tra le sue carte, ho trovato conservata una curiosa poesia dialettale sui “dormiglioni” in chiesa. La riporto prendendomi la licenza di portare le dovute correzioni su certi termini e sulla scrittura dialettale (non me ne voglia l’anonimo poeta): Mognulàda Brontolata I dìśgen che sóm nóma un brontulón Dicono che sono solo un brontolone e che gh’éi sémpre cè vergót de dir, e che ho sempre qualcosa da ridire, ma, Santo! Podréi dir la mìa raśgión, ma, Santo! Posso dir la mia ragione, a quì ch’i vàn in Géśa per dormìr! su quelli che vanno in chiesa a dormire! che per un pó i contràten la vedèla, che per un po’ contrattano per la vitella, e dòpo un pó i dòrmen de la bèla! e poi si addormentano della bella! A mi al me par che quì che i én divòt A me pare che quelli che son devoti i vàn in géśa perché l’é un dovér, vanno in chiesa perché è un dovere, ma miga tiràr cè béscia e magòt, ma non devono argomentare pecore e montoni, e mesc’ciàr int i pàter cul butér e mischiare le preghiere con il burro o dir che l’à féit sciòrte anche ‘l vedèl o dire che il vitello è nato sano e caregnàr se l’é crepà ‘l purcèl. e piangere se è morto il maiale. 17 Ghe l’éi chi su la léngua: ésa vöi dil, Ce l’ho qua sulla lingua: ora lo voglio dire, se pö i me dàn a mént; e siché dónca, se poi mi si ascolta; dunque, anche al nòs car Signór, cun al sc’tafìl anche il nostro caro Signore, con lo staffile l’à dit de miga fàn una sc’pelónca aveva detto di non farne una spelonca de ladri, de furfànti e de bindón, di ladri, di furfanti e di fannulloni, che ‘l Témpi l’é féit su per li orazión. che il Tempio è fatto per pregare. Cun quésc’to mi vorési miga dir, Con questo io non vorrei dire, che chi che fa ‘l contràt o che ‘l piśòca che chi fa contratti o che dormicchia al sìes un malfatór de śg’maledìr. sia un malfattore da maledire. Opùr che de coscénza al n’àbi pòca, Oppure che di coscienza ne abbia poca, e gnanche béscia néira int in del ròc’, e neanche che sia una pecora nera nel gregge, ma intànt i la fàn franca co l’alòc’! ma intanto la fa franca con l’alloggio! Ma s’à de dir che i én gran bón de visc’ta Ma bisogna dire che hanno la vista lunga e i öc’ i ghe se sèren ó de córsa e gli occhi gli si chiudono in fretta apéna che i figùren al sagrìsc’ta, appena intravedono il sagrestano che ‘l ciàpa ió de mèz cu cè la bórsa, che s’incammina con la borsa dell’elemosina, e i se indurménten pròpi al mumentìn, e si addormentano proprio nel momentino, de tiràr su de sàcula ‘l borsìn. di togliere di tasca il borsellino. Un’altra ròba amó, tegnì pö a mént... Un’altra cosa ancora, ricordatevi... lór i ghe fàn miga caśo, ma mi ‘l séi, loro non ci fanno a caso, ma io lo so, i pénsen che per al risc’caldamént, pensano che per il riscaldamento, se ‘l végn a maca l’é cent’òlta méi, se si ottiene gratuitamente è cento volte meglio, i tìren miga cè la carta e ‘l làpis, non si scomodano con carta e matita, a far ió ‘l cunt e dir che al végn a gràtis. a far di conto e a dire che è gratuito. Al ghe vorés sigùr Bèpi Pedrón, Ci vorrebbe Giuseppe Pedranzini, inséma cu Crisc’tòfen di Déi Cas, insieme con Cristoforo Dei Cas, per dighi al Cosc’tànto Bernardón, per dirgli a Costante Confortola, de daghi bén la bórsa sóta ‘l nas di mettergli per bene la borsa sotto il naso che se và a Mésa, opùr se và a mortòri, che si va a Messa, oppure si va a mortorio, ma la Géśa l’é pö miga un dormitòri! ma la Chiesa non è proprio un dormitorio! Sc’ta brontulàda chi la ghe voléa, Questa brontolata ci voleva, e mi la dìśgi iscì cume som us, e io la narro così come sono abituato, anche se pö vergùn fórsi credéa anche se poi qualcuno forse credeva che sèrum scì e nò bón de dil sul mus che ero sì e no capace di dirlo in faccia e se quaidùn i se n’én risentì, e se qualcuno si è offeso, sc’cuśàdum tant, ma mi sóm féit iscì! scusatemi tanto, ma io sono fatto così! Il primo febbraio 1972 don Silvio Bertola celebrò l’ultima sua Santa Messa in parrocchia. Dopo essere stato ricoverato per più tempo, tornò nella casa arcipretale di Bormio dove il 19 ottobre celebrò in stanza la sua ultima Santa Messa. S’accorse di essere giunto alla fine della sua esistenza terrena e poco tempo dopo fece la confessione generale e prese l’Olio degli Infermi con grande fede ed edificazione. Il giorno di Santa Lucia ricevette per l’ultima volta la Santa Comunione e il 14 dicembre 1972 alle ore 4 di mattina, ancora in piena coscienza rese la sua anima a Dio. Fu tumulato nel cimitero dell’Alute. Così viene ricordato don Silvio Bertola in poche, ma concise righe, dal suo successore: «Dopo una lunga e dolorosa malattia, sopportata con esemplare adesione alla volontà di Dio, il giorno 14 dicembre 1972 è morto Don Silvio Bertola per 27 anni Arciprete di Bormio (1945-1972). I funerali si sono svolti nella mattinata del 16 dicembre con la presenza di tantissima gente commossa e di tanti confratelli (tra i quali pure io, che l’ho avuto come Padre Spirituale in Seminario minore per 6 anni e che ho sempre ricordato con affetto e, da prete, in grande amicizia quando ci si incontrava). Bormio deve essere infinitamente grata a questo “Suo” Arciprete che ha speso gran parte della sua vita sacerdotale servendo con amore e dedizione questa sua gente che il Signore gli ha affidato. Queste poche righe vogliono anche essere espressione del mio ricordo affettuoso verso il mio predecessore, del quale ho sempre avuto venerazione e affetto. Don Antonio Della Bella». 18 Date - Appuntamenti SETTEMBRE AGOSTO LUGLIO Qui sono segnalati gli appuntamenti ordinari e straordinari della vita parrocchiale. Ogni domenica, in chiesa, troviamo la preghiera ed il calendario settimanale. Venerdì 2 luglio Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA personale dalle 18.30 e comunitaria dalle 20.30 con la possibilità di confessioni Domenica 4 luglio Prima S. Messa di fra Andrea e 50° anniversario di sacerdozio di Padre Romano ore 10.30 Venerdì 9 luglio I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 10 luglio La mostra del libro, edizioni San Paolo Domenica 11 luglio La mostra del libro, edizioni San Paolo Venerdì 16 luglio I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 17 luglio Concerto d’organo ore 21.00 Venerdì 23 luglio I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 24 luglio Banco vendita Gruppo missionario Domenica 25 luglio Banco vendita Gruppo missionario Domenica 25 luglio Celebrazione dei Battesimi Venerdì 30 luglio I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 31 luglio Inaugurazione biblioteca parrocchiale Sertorio Domenica 1 agosto Festa degli Alpini – 3° cantoniera Martedì 3 agosto Concerto strumentale al S. Crocifisso Venerdì 6 agosto Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA personale dalle 18.30 e comunitaria dalle 20.30 con la possibilità di confessioni segue incontro Caritas parrocchiale Domenica 8 agosto Festa della Madonna della Neve allo Stelvio Venerdì 13 agosto I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 14 agosto Concerto d’organo per Ferragosto ore 21.15 Domenica 15 agosto Solennità di Maria Assunta Venerdì 20 agosto I venerdì dello Spirito ore 20.45 Sabato 21 agosto Banco vendita OMG Domenica 22 agosto Banco vendita OMG 23-28 agosto Campo estivo Ragazzi Medie ad Aprica S. Maria (SO) Venerdì 27 agosto I venerdì dello Spirito ore 20.45 Domenica 29 agosto Celebrazione dei Battesimi Venerdì 3 settembre Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA personale dalle 18.30 e comunitaria dalle 20.30 con la possibilità di confessioni segue incontro Caritas parrocchiale Domenica 5 settembre Pellegrinaggio parrocchiale alla Croce della Reit Venerdì 10 settembre Il Grest e le famiglie a Como per la restituzione della Visita Pastorale Domenica 12 settembre Solenne celebrazione al S. Crocifisso per tutte le comunità parrocchiali della zona pastorale, con il Vescovo, per la restituzione della sua Visita pastorale nel pomeriggio 19 ANAGRAFE PARROCCHIALE (Aprile - Giugno 2010) BATTESIMI I NOSTRI MORTI Toniatti Davide di Raffaele e Barincelli Giovanna Bellagamba Alessandro di Giacomo e Lelorgne M. Cristina Boscacci Stefano di Francesco e Mazzei Michela Anzi Melide di Massimo e Zanoli Sara Clementi Mattia di Stefano e Valzer Daniela Moroni Federico di Andrea e Antonioli Katia Paganoni Maria Andrea di Umberto e Pedranzini Laura Pedranzini Nicolò di Germano e Giusiano Paola Rainolter Alice di Paolo e Baruta Marika Rainolter Viola di Matteo e Compagnoni Romina Andreola Lorenzo di Nicola e Braconi Silvia Landl Asia Francesca di Alessandra Kaltembacher Costanza di Alberto e Muscas Amarante Katia Pozzi Roberto di Massimo e Sosio Sara Scilironi Azzurra Laura di Stefano e Andreola Laura Pozzi Giacomo di Giorgio e Bertolina Stefania Quintavalla Mia Giada di Mario e Tatti Annalisa Giacomelli Giorgia di Dino e Compagnoni Clara Spechenhauser Matteo di Ivan e Bracchi Tania Confortola Erica di Michele e Gianotti Laura Bonetti Manuel di Andrea e De Monti Antonia Martinelli Dafne Laura di Fernando e Morganti Erica Franchi Mariuccia di anni 94 Visini Gianna di anni 97 Castellazzi Lino di anni 81 Salvadori Giuseppina di anni 95 Compagnoni Ettore di anni 68 Giacomelli Anna di anni 87 Anzi Alfonsina Roma di anni 92 Rey Andrea di anni 78 Colturi Luigi di anni 43 Romani Fernanda di anni 88 Martinelli Lyde di anni 95 Rocca Renata di anni 80 Ferrari Enrico con Castellazzi Silvia Ferrari Mauro con Gilardi Serena Andreola Achille con Confortola Daniela Giacomelli Guido con Cantoni Cecilia Armanasco Andrea con Bruseghini Sara Sertorelli Ciro con Bernardini Laura Bedognè Tanis con Gurini Daniela Compagnoni Federico con Lanfranchi Denise Canclini Cristian con Pienzi Marcella Meraldi Luca con Bonetta Anna Schivalocchi Marco con Salvadori Katia Trabucchi Daniele con Martinelli Antonella Foto Pozzi MATRIMONI in e fuori parrocchia