Eloquenza del silenzio

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Eloquenza del silenzio
Eloquenza del silenzio
Carissimi,
è già iniziata l’estate, tempo per rallentare
e magari “fare silenzio”, come ci ricorda
l’esperienza di chi spesso, va a cercare “i deserti”
e si inoltra in sentieri solitari per guardare un
po’ meglio dentro di sé e provare a raccogliere
i fili innumerevoli dell’esistenza quotidiana, a
rinnodarli in una prospettiva di senso. Certo,
ciascuno lo fa come riesce, in tanti modi doversi,
ma il bisogno di fondo è comune a tutti.
Il silenzio lascia intravedere in sé ombre di
oscurità e di mistero, di fascinazione e di
speranza, di inquietudine e di angoscia; e del
resto, le parole nascono dal silenzio e muoiono
nel silenzio.
Il silenzio non è solo assenza delle parole ma è
anche presenza, o presagio, dell’infinito che ci è
possibile ascoltare solo nel silenzio.
Il silenzio è manifestazione misterica di
stati d’animo inespressi che siamo tentati di
considerare insignificanti nei confronti di
quelli che si rendono evidenti con parole, e
nondimeno non tutto è facile ed esprimibile
nella vita.
Non c’è solo il linguaggio delle parole, allora, ma
c’è anche il linguaggio del silenzio e quello del
corpo vivente, che si intrecciano e si distinguono
di volta in volta.
Noi abbiamo paura del silenzio, paura che ci
riveli fino in fondo a noi stessi, paura che ci riveli
agli altri da noi.
È, però, alla scuola del silenzio, e solo a questa,
che le parole assumono il loro valore, o si
inaridiscono nella loro inconsistenza.
Se non amiamo il silenzio, è perché non
sappiamo cosa dire, cosa domandare, cosa
ascoltare di quello che si agita nel nostro cuore,
cosa rispondere alla voce che ci chiama dalla
misteriosa lontananza della nostra anima.
Ogni giorno siamo pieni di infiniti pensieri, di
infinite distrazioni, di infinite dimenticanze,
di infinite emozioni, di infiniti progetti; e non
abbiamo tempo, o consideriamo la cosa del tutto
inutile, di interrompere questo flusso senza
fine di esperienza: immergendoci, almeno
per qualche attimo, nell’oasi del silenzio che ci
consente di rimettere in discussione il senso di
quello che è la nostra vita divorata dalle azioni,
e non dalla contemplazione che si nutre di
silenzio e che ci apre i sentieri dell’interiorità.
Il silenzio è dentro di noi nella sua fragilità e
nella sua inconsistenza materica; ed è necessario
farlo rinascere, liberarlo dagli steccati che lo
imprigionano, lasciargli intorno uno spazio
vitale, e non soffocarlo; non inaridirlo e non
spegnerlo.
Educhiamoci al silenzio e lasciamoci educare
dal silenzio: buona estate!
Don Giuseppe - Arciprete
“Rumori da lontano
voci che si rincorrono,
suoni che si intrecciano,
armonie che si avvolgono,
in una corale eco di parole umane
e di canti inventati.
La vita cresce
nel quotidiano vissuto;
la storia si imbastisce
sul tessuto dell’esistenza;
il futuro si inventa
nei laboratori della creatività umana.
Tutto è parola…
Ma tutto è anche silenzio.
Ogni gesto e ogni silenzio
racchiudono il bisogno di
volgersi ad un Assoluto che
libera e proietta nel mondo
come antifona che canta la speranza.
Tutto è silenzio.
basta ascoltare la vita
per sentire che il silenzio
è eloquente più delle
parole degli uomini”.
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Lettera ai cercatori di Dio
Don Giuseppe
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Non è strano?
Foto Pozzi
Tutti cercano qualcosa, uomini e donne, giovani
e meno giovani, instancabilmente.
Tutti, anche chi apparentemente si è arreso o
sembra seduto, stanco di promesse che non si
avverano e di strade che finiscono nel niente.
Anche chi ha trovato o crede di aver raggiunto
un approdo riparte per cercare ancora e va
presto a solcare nuovi mari.
L’inquietudine del cuore umano è grande,
infiniti i desideri, immensa la nostalgia di
appagamento, di vera relazione, di amore
autentico.
È partendo da questo tratto comune alla
“condizione umana” che ci vede tutti mendicanti
di senso e pellegrini in cammino verso un di più
che stata redatta dalla Commissione Episcopale
per la dottrina della fede, della Cei, una Lettera
ai cercatori di Dio.
Praticamente un breve testo nel quale si
possono riconoscere sia coloro che senza un
credo religioso pongono domande radicali
sulla vita, la sofferenza, l’amore, il futuro, ma
anche i credenti che, scossi nell’intimo, vedono
offuscarsi le certezze della fede e sono provocati
da grandi domande. Come pure chi conduce
la propria esistenza cristiana in un tram tram
abitudinario, e forse desidera osare un passo
aventi.
Dopo una prima parte dedicata “alle domande
che ci uniscono” che cioè interpellano ogni
uomo perché tale, la lettera si concentra sulla
speranza che abita la vita cristiana, partendo
dal suo centro: Gesù, il Cristo, Dio Padre, Figlio
e Spirito, la Chiesa di Dio, la vita secondo la
Spirito.
Non una lezione di catechismo, si badi bene,
quanto piuttosto una sintesi succosa e nutriente
dei fondamenti della nostra fede. Per procedere
così, nella terza parte, a tratteggiare le vie per
incontrare Gesù Cristo, il Dio vivo e vero.
Un invito a leggere e meditare questo documento
personalmente e spero, presto anche in comunità.
Si può chiedere anche in parrocchia.
Una parola sulle intenzioni delle Messe
La Messa è sempre per tutti. Nella celebrazione
eucaristica, infatti, è resa attuale per tutti l’opera
della Redenzione compiuta da Cristo e quindi tutte
le necessità della Chiesa, come anche dei singoli
fedeli, vengono presentate al Padre attraverso il
ministero del sacerdote che celebra l’Eucaristia.
E la Messa non si paga, ma esiste un’offerta per
comodità e per evitare abusi è fissata in euro 15,00.
Al sacerdote vanno euro 13,00, il di più è per la chiesa
parrocchiale.
Nella tradizione cristiana, poco alla volta, è invalsa la
prassi di dare risalto a qualche avvenimento gioioso
o triste della propria vita, in particolare ricordando
le persone defunte. Di qui le “intenzioni”, per i
defunti, per ringraziare di qualcosa, per un momento
importante come il matrimonio, l’anniversario di
nozze…
A volte, ancora raramente, si accumulano più
intenzioni in una stessa Messa. Una sola intenzione
è applicata alla Messa, le altre vengono affidate ai
sacerdoti in diocesi o nelle missioni, con l’offerta.
Naturalmente chi ha presentato l’intenzione, sa
che partecipando a questa Messa e in questa Messa
presenta al Signore la sua intenzione.
Per i nostri politici e amministratori
Da un recente intervento di Benedetto XVI
500 anni fa, era il 1510, Tommaso Moro aveva
appena 22 anni. Un anno prima, con l’ascesa al trono
di Enrico VIII, aveva avuto inizio la sua folgorante
carriera poli­tica. Vent’anni dopo divenne il primo
cancelliere laico del Regno d’Inghilterra. Era un
uomo di preghiera, un padre di famiglia amo­
revole. Nonostante il peso della sua carica e le
innumerevoli tenta­zioni, rimase fedele alle sue
con­vinzioni, in particolare a Papa Clemente VII.
Non riuscì a evitare che il re si staccasse da Roma,
non per motivi teologici, ma politici e personali, così
da ottenere il divorzio.
Tommaso Moro dovette rinunciare alla propria carica
e venne accu­sato ingiustamente di molte man­canze;
si era anche rifiutato di prestare giuramento su un
docu­mento che, nell’introduzione, negava l’autorità
papale. Infine, venne rinchiuso in prigione con
l’accusa di alto tradimento e, condannato a morte,
venne deca­pitato. Il 31 ottobre 2000, Papa Giovanni
Paolo II lo ha dichiarato patrono dei politici, dei
governi. Preghiamo il Signore affinché doni a tutti
cristiani e i fedeli che rivestono responsabilità
politiche, la forza, il coraggio e la lealtà secondo
l’esempio del santo martire Tommaso Moro.
“Riprendendo l’espressione dei miei Predecessori,
posso anch’io affermare che la politica è un ambito
molto importante dell’esercizio della carità.
Essa ri­chiama i cristiani a un forte impe­gno per
la cittadinanza, per la co­struzione di una vita
buona nelle nazioni, come pure ad una presen­za
efficace nelle sedi e nei pro­grammi della comunità
internazio­nale. C’è bisogno di politici auten­
ticamente cristiani, ma prima an­cora di fedeli
laici che siano testi­moni di Cristo e del Vangelo
nella comunità civile e politica. Questa e­sigenza
dev’essere ben presente ne­gli itinerari educativi
delle comu­nità ecclesiali e richiede nuove forme
di accompagnamento e di so­stegno da parte dei
pastori. L’appartenenza dei cristiani alle asso­
ciazioni dei fedeli; ai movimenti ecclesiali e alle
nuove comunità, può essere una buona scuola
per questi discepoli e testimoni, sostenuti dal­
la ricchezza carismatica, comuni­taria, educativa e
missionaria pro­pria di queste realtà. (…)
Il diffondersi di un confuso relativismo culturale
e di un individualismo utilitaristico ed edonista
indebolisce la democrazia e favorisce il dominio
dei poteri for­ti. Bisogna recuperare e rinvigorire
un’autentica sapienza politica; es­sere esigenti in
ciò che riguarda la propria competenza; servirsi
criticamente delle indagini delle scien­ze umane;
affrontare la realtà in tut­ti i suoi aspetti, andando
oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa
utopica; mostrarsi aperti ad ogni ve­ro dialogo e
collaborazione, tenen­do presente che la politica è
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anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e
interessi, ma senza mai di­menticare che il contributo
dei cri­stiani è decisivo solo se l’intelligen­za della
fede diventa intelligenza della realtà chiave di
giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera
«rivoluzione dell’amore». Le nuove generazioni
hanno davanti a sé grandi esigenze e sfide nella
loro vita personale e sociale”.
Benedetto XVI
Qualche istruzione per i genitori
Dal libro di Guy Gilbert Vuoi capire i tuoi figli?
Chiedimi come (edizioni San Paolo)
 Date loro fiducia. È ricevendo in cambio fiducia
che i giovani apprendono il senso del dovere.
 Le vostre azioni siano coerenti con le vostre
 Siate combattenti dell’Amore, genitori teneri,
Foto Pozzi
comprensivi, inflessibili.
 Non vergognatevi dei valori tradizionali come
la fatica, il rispetto, la tolleranza, l’onestà, la
franchezza, la fedeltà.
 Offrite il vostro tempo ai vostri figli. Non
disperdetevi in altro.
 Ricordatevi sempre che i vostri ragazzi sono più
importanti della vostra carriera.
 Prendetevi cura del vostro comportamento in
casa: i figli seguono il vostro esempio.
 Esercitate uno stretto controllo sulle ore di
televisione, videogiochi, internet.
 Siate sempre disponibili per i vostri figli che
possono in qualsiasi momento avvicinarsi a voi
senza paura di disturbarvi.
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parole. Solo questa coerenza verrà rispettata
dal giovane. Non abbiate paura di punire vostro
figlio, ma sappiate che accetterà solamente una
punizione giusta. Una sanzione non deve mai
umiliare.
 Credete in loro, sperate fino alla fine, amateli
con forza.
 Aiutateli a mantenere le decisioni che hanno
preso, a rinforzare la loro volontà.
 Fate in modo che la casa sia per loro una scuola
di condivisione a partire dai doveri familiari.
 Se avete difficoltà a parlare con vostro figlio,
 un gesto di tenerezza potrà sostituire le parole.
Appunti
Preghiera antica
Signore, dacci un po’ di gioia,
un po’ di sole e un po’ di lavoro.
Dacci nelle nostre fatiche e nelle nostre pene
Il nostro pane quotidiano e un po’ di burro.
Dacci la santità e un giusto salario
Ed anche un po’ di più,
per la parte che dobbiamo dare ai poveri.
Dacci un po’ di buon senso,
perché molti ne abbiamo bisogno
e un cuore che comprende la sofferenza.
Dacci anche un filo di canzone sulle labbra,
una poesia e un romanzo per distrarci.
Insegnaci a capire la sofferenza
e a vedere in essa una benedizione.
Dacci o Signore, l’occasione di mostrare
la nostra buona volontà, di fare il nostro possibile,
per noi stessi e per gli altri,
perché tutti gli uomini imparino a trattarsi come
fratelli.
Spigolature
Non c’è vita vera
se non nel sacrificio.
(Eugenio Corecco)
Perché il silenzio? Perché la solitudine? Non per
ricercare il vuoto, il nulla, ma per l’ascolto della
Parola: per fare del nostro cuore la dimora del
Signore. (Lisa Cremaschi)
La preoccupazione ascetica cristiana non è quella
di andare al di là dei propri limiti per poter amare,
ma piuttosto di andare al di là dei limiti degli altri,
assumendoli con il perdono e il servizio: è la “Pasqua
dell’amore”. (Mauro Giuseppe Lepori)
O si prega sempre o non si prega mai.
(Padri del deserto)
Tutte le sofferenze che sono attorno a noi dobbiamo
patirle noi pure. Come il bambino cresce passando
attraverso le età della vita, fino alla vecchiaia e alla
morte, così cresciamo anche noi, legati all’umanità
non meno profondamente che a noi stessi,
partecipando a tutte le pene di questo mondo.
(Franz Kafka)
La conversione comincia, ma non finisce mai.
(Anthony Bloom)
Ogni giorno è per noi un dono dell’amore di Dio
in Gesù Cristo. Alla sua sequela, i cristiani rendono
grazie al Padre facendo della propria esistenza
un’eucaristia vivente. (Enzo Bianchi)
Nelle battaglie spirituali, qualora si perseveri,
s’invochi e si creda nell’aiuto di Dio, la vittoria può
esser più pronta o più tarda, ma è certa.
(Antonio Rosmini)
Il Signore non può essere trovato, se non là dove
l’uomo acconsente ad essere incontrato.
(Jean Corbon)
Colui che ha cercato il Signore nella semplicità del
proprio cuo­re sperimenta la sua bellezza.
(Guglielmo di Saint-Thierry)
Il monaco non è più vicino a Dio degli altri uomini,
ma lo pone prima di ogni altra cosa, e raccoglie ciò
che trova in sé e attorno a sé per offrirglielo.
(Marcel G. Dubois)
Non saremo mai il santo o il giusto, il buon cristiano,
il buon prete, il buon religioso che avevamo sognato
di essere, ma possiamo diventare questo povero che
non ha altro da offrire a Dio se non le sue mani vuote.
Allora tutto diventa possibile.
(Michel Rondet)
Tranquillus Deus tranquillat omnia. Tranquillo, Dio
tranquillizza ogni cosa: contemplarlo in questa pace
consente di vivere nella pace.
(San Bernardo di Chiaravalle)
Il telo che parla di vita e amore
Dal discorso di Benedetto XVI in visita alla Sindone,
2 maggio 2010
Ha dichiarato Benedetto XVI durante la sua
visita pastorale a Torino che la Sindone è un «telo
sepolcrale, che ha avvolto la salma di un uomo
crocifisso in tutto corrispondente a quanto i Vangeli
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cl dicono di Gesù». Nel nostro tempo, l’umanità è
di­ventata particolarmente sensibile al mistero del
Sabato Santo, giorno del «nascondimento di Dio».
E «la nostra epoca è diven­tata in misura sempre
maggiore un Sabato Santo: l’oscurità di questo giorno
interpella tutti coloro che si interrogano sulla vita, in
modo particolare interpella noi credenti. Anche noi
abbiamo a che fare con questa oscurità».
Ma la morte di Gesù ha un aspetto opposto, positivo,
di spe­ranza e vita. Cosi. la sacra Sindone «si
comporta come un docu­mento “fotografico, dotato
di un “positivo” e di un “negativo”. E in effetti è
proprio così: il mistero più oscuro della fede è nello
stesso tempo il segno più luminoso di una speranza
che non ha confini». Il mistero del Sabato Santo
è dato dal fatto che il buio si mischia alla luce «di
una speranza nuova: la luce della Risur­rezione. Ed
ecco - ha proseguito il Pontefice -, mi sembra che
guardando questo sacro Telo con gli occhi della
fede si perce­pisca qualcosa di questa luce». La
Sindone rispecchia questa lu­minosità: «Penso che se
migliaia e migliaia di persone vengono a venerarla
- senza contare quanti la contemplano mediante le
immagini - è perché in essa non vedono solo il buio,
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Foto Pozzi
La vecchia Croce della Reit
ma an­che la luce; non tanto la sconfitta della vita e
dell’amore, ma piuttosto la vittoria, sia vittoria della
vita sulla morte, dell’amore sull’odio; vedono si la
morte di Gesù, ma intravedono la sua Ri­surrezione;
in seno alla morte pulsa ora la vita, in quanto vi ina­
bita l’amore».
Questo, ha affermato il Santo Padre, “e il potere
della Sindone: dal volto di questo “Uomo dei dolori”,
che porta su di sé la pas­sione dell’uomo di ogni
tempo e di ogni luogo, anche le nostre passioni, le
nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati
- “Passio Christi. Passio hominis”». Dal volto del
Telo «promana una solenne maestà, una signoria
paradossale. Questo volto, queste mani e questi
piedi, questo costato, tutto questo corpo parla, è
esso stesso una parola che possiamo ascoltare nel
silenzio».
La Sindone «parla con il sangue, e il sangue è la vita!
La Sin­done è un’Icona scritta col sangue; sangue di
un uomo flagel­lato, coronato di spine, crocifisso e
ferito al costato destro». In­fatti l’immagine impressa
sulla Sindone è «quella di un morto, ma il sangue
parla della sua vita. Ogni traccia di sangue parla
di amore e di vita. Specialmente quella macchia
abbondante vicina al costato, fatta di sangue ed
acqua usciti copiosamente da una grande ferita
procurata da un colpo di lancia romana, quel sangue
e quell’acqua parlano di vita. È come una sorgente
che mormora nel silenzio, e noi possiamo sentirla,
possiamo ascoltarla, nel silenzio del Sabato Santo».
Inaugurazione
Sabato 31 luglio alla ore 17.00
Mostra sul libro in Sala Colonne
dal 1 al 15 agosto
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ORA - Tin - forma
L’ORATORIO ESTIVO
vuole essere luogo di
Incontro - preghiera - catechesi - gioco
- formazione - condivisione
proponendo:
RAGAZZI (DALLA 2^MEDIA IN SU)
CAMPO GOV IN SEMINARIO 23—26
giugno
ADOLESCENTI (1^-4^ SUPERIORE)
CAMPO A BELPIANO (GE)
DAL 21 AL 26 GIUGNO
GREST 2010
MEDIE
dal 1 LUGLIO al 31 LUGLIO
ELEMENTARI
dal 5 LUGLIO al 31 LUGLIO
RAGAZZI MEDIE
CAMPO AD APRICA (SO)
dal 23 - 28 agosto
ACR estate
Campi a S. Elisabetta (Caspoggio):
5^elem – 1^media 10-17 luglio
2^-3^ media 17-24 luglio
- Ulteriori informazioni in oratorio GREST “Sottosopra”
Come in cielo così in terra
“Come in cielo, così in terra”: quante volte lo
ripetiamo recitando il Padre nostro, quante
volte ci siamo chiesti cosa significhi fare tutto
quello che c’è in cielo, qui in terra… La risposta
sta nel sogno di Dio, quel sogno forse ambizioso,
di donare agli uomini una terra che sia riflesso
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e specchio della bellezza del cielo, quel cielo
che illumina, che con le sue stelle ci guida, che
segna il passaggio del tempo. E di tutto questo
Dio vuole farcene dono.
Sotto il cielo, sopra la terra. È un po’ la nostra
condizione. Non solo fisica, però: la logica
del vangelo ci insegna a ribaltare ciò che più
spontaneamente viene alla mente degli uomini.
La legge del più forte non è la legge di Dio:
“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato
gli umili”. Ai piccoli appartiene il regno dei
cieli: come aiutare i nostri bambini e
ragazzi a scoprire che solo una certa
disponibilità del cuore permetterà
loro di trasformare la terra in
un’anticipazione del cielo? E come
aiutare i grandi a ritrovare il cuore
del bambino di fronte alla propria
vita su questa terra?
La terra è, soprattutto per i cristiani,
il luogo della manifestazione di Dio:
nella storia e sulla terra di Palestina
avviene l’incarnazione di Gesù, il più grande
evento dove Dio parla e si fa conoscere. Cosicché
noi non parliamo più soltanto della ricerca di
Dio da parte degli uomini (idea suggerita bene
dal tema del cielo), ma parliamo anche di un
intreccio dove la vita di Dio si incrocia con quella
degli uomini, la sua presenza percorre le strade
di questo mondo e le parole di Dio si esprimono
attraverso il linguaggio degli uomini. La terra è
il luogo dove poggiano i nostri piedi – e dunque
dove viviamo, ci muoviamo – ma è anche
l’estensione, le diverse regioni, paesi, territori
abitati. È il pianeta dove si svolge la vita e la
storia dell’umanità. Se il tema del cielo poteva
essere definito come immenso, la terra di per sé
non è una realtà “immensa”: al contrario ha dei
confini ben delimitati. Pur vasta, è uno spazio più
fissato. Eppure il tema rimane grande: perché la
terra è grande in quanto luogo della nostra vita,
luogo dove si svolge la nostra esistenza e dove
possiamo sperimentare l’immensità di Dio. La
storia degli uomini non ha altro per svolgersi.
Per realizzare sulla terra il sogno di Dio.
Ringraziamo sin da ora tutti i volontari che
donano un po’ del loro prezioso tempo
ai ragazzi e all’oratorio, ricordando
che qui c’è sempre posto per tutti!
Educatori
Animatori
Bormio in onda
Il cammino A.C.R. di quest’anno, intitolato “Siamo
in onda”, aveva come tema la comunicazione:
imparare ad essere comunicatori a partire dalla
relazione con Cristo, il più grande comunicatore,
che ha rivelato il Padre.
Giovani in servizio!
Maggio e giugno sono stati i tempi
favorevoli per la formazione degli animatori in
attesa dell’oratorio estivo. Si, proprio i giovani
(19-25 anni) si sono messi a servizio dei più
“piccoli” come testimoni della loro esperienza
di animazione. Possiamo proprio affermare
che il lavoro svolto in questi mesi sono stati
i frutti dello Spirito del Risorto che ha visto
questi Giovani volenterosi protagonisti del
“Pellegrinaggio Vocazionale” alla Madonna del
Soccorso il 25 aprile con il vescovo Diego.
Così gli adolescenti hanno potuto perfezionare
il metodo e ri-motivare la loro presenza
come animatori d’oratorio attraverso incontri
formativi, preghiera e condivisione. Allora che
manca?
Buona estate a tutti !!!!
L’appuntamento più atteso del percorso era la
Festa degli Incontri, conosciuta anche come
Convegno Diocesano. Quest’anno però il
Convegno era esteso a tutte le diocesi della
regione, così più di 3500 persone tra bambini,
educatori ed accompagnatori provenienti dalle
dieci diocesi lombarde, si sono incontrate a
Crema per una giornata di grande festa.
Gli acierrini di Bormio, insieme ai loro educatori,
si sono aggregati ai gruppi di Livigno e Grosio,
ed hanno avuto la fortuna di vivere non una, ma
due giornate di festa: sono infatti partiti sabato
15 maggio e sono stati ospitati in un oratorio nei
dintorni di Crema per la notte.
Nella giornata di domenica tutti i partecipanti
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al Convegno hanno potuto “Dare voce alla gioia”,
come recitava lo slogan della Festa. Il programma
prevedeva giochi di gruppo al mattino, pranzo
al sacco, pellegrinaggio a piedi verso il Duomo
di Crema e messa all’aperto, celebrata da
Monsignor Oscar Cantoni. Nell’omelia il Vescovo
ha ricordato a tutti l’importanza della relazione
con l’altro, per imparare ad essere comunicatori
della Gioia vera, quella che viene da Gesù Risorto.
Allo scambio della pace il Vescovo ha invitato i
presenti ad abbracciarsi anziché stringersi la
mano, per ricordare il gesto dei primi cristiani e
per aumentare il senso di unione e fratellanza.
Il Convegno si è concluso con la distribuzione
dei cartoncini su cui ognuno aveva scritto il
proprio indirizzo: gli acierrini si sono salutati
con la promessa di scrivere una cartolina alla
persona del cartoncino ricevuto e si sono dati
appuntamento all’Incontro Nazionale che si terrà
a Roma il 31 ottobre 2010.
La settimana successiva al Convegno c’è stato
l’ultimo incontro A.C.R.: i bambini hanno
trascorso un bel pomeriggio di giochi in
compagnia e hanno approfittato del passaggio
del Giro d’Italia per fare il tifo ai ciclisti.
La sera dell’1 giugno gli educatori hanno
invitato bambini e genitori per rivivere insieme,
attraverso alcune foto, i momenti più belli
dell’anno associativo, infine hanno consegnato a
tutti il libricino con la storia “Siamo in onda”.
Il cammino naturalmente non si ferma, ma
continua con le attività estive dell’oratorio: Grest
in primis, che ci vedrà tutti... “Sottosopra”! E poi
una bella novità: i campi diocesani dell’A .C.R.,
ai quali parteciperanno alcune delle nostre
acierrine più grandi!
Buona estate Amici...
A risentirci al prossimo aggiornamento!!
Cecilia
TORNEO PRIMAVERILE DI CALCIO
seconda edizione memorial Mauro Rezzoli
Con l’avvicinarsi della bella stagione le strutture
sportive dell’oratorio di Bormio incominciano a
popolarsi di bambini e ragazzi e dal gelo dell’inverno
i due campi, pallavolo e calcio, si accendono di
colori e di quel sano entusiasmo tipico dei giovani. Il
primo appuntamento, a cavallo tra il mese di maggio
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e giugno per quindici serate, è stato il secondo
memorial Mauro Rezzoli di calcio. Diciassette
formazioni di adulti suddivise in quattro gironi e
tre di bambini per un totale di 200 calciatori si sono
date battaglia sul campo per cercare di onorare
nel migliore dei modi la partecipazione al torneo
dedicato alla memoria di Mauro Rezzoli, grande
difensore della Bormiese cresciuto nell’oratorio e
che in tanti anni e tornei non ha mai giocato una
sola partita uscendo dal campo senza aver dato tutto
per onorare lo sport del calcio da lui tanto amato.
Il torneo ha avuto molto successo e si è potuto
notare soprattutto per l’entusiasmo dei calciatori e
per il nutrito pubblico presente in tutte le serate,
si sono disputate partite giocate sempre in modo
corretto, intenso senza infortuni gravi e per fortuna
non si sono visti quei brutti eccessi che non è raro
scorgere nei campi di calcio anche valtellinesi.
L’oratorio anche quest’anno si è presentato al torneo
con due formazioni la Busi Costruzioni, una delle
finaliste ha concluso il torneo in quarta posizione e
la simpaticissima ‘Codighel, uscita al primo turno.
Il nostro presente e futuro è collegato anche ai
ricordi e in questa seconda edizione del torneo
non è mancato un pensiero alla memoria di Mauro
calciatore e padre di Chiara e Giulia, due simpatiche
bambine che con la tipica spensieratezza che
contraddistingue l’infanzia, hanno distribuito i
premi a tutte le formazioni partecipanti.
Giorgio Bazzucchi
Piccola cronaca: le feste di aprile, maggio
I bambini bielorussi
nella nostra comunità
Domenica 25 aprile 2010
Giovedì 6 maggio 2010
Nella S. Messa della comunità celebrata il 25 aprile,
i venticinque bambini bielorussi con le insegnanti
Valentina e Dina, sono stati accolti dalla comunità
di Bormio e hanno testimoniato un momento di
fraternità ed unità. La sera del 6 maggio con la
Non è possibile contemplare i misteri della vita di
Gesù senza incontrare Maria. La madre è sempre
unita al figlio. Il rosario è stato nei secoli momento
privilegiato di contemplazione dei misteri della vita
di Gesù e di Maria, che diventano così luce sulla
vita e impegno a renderla sempre più conforme al
Vangelo”.
La festa degli anniversari di matrimonio
Domenica 2 maggio 2010
La comunità, come ogni anno in maggio, aspetta
un invito “particolare” per la festa dell’anniversario
di nozze: è un momento di gioia e commozione per
tutti, soprattutto per le coppie che vivono 50 e oltre
anni di matrimonio.
Ritiro delle famiglie dei bambini
della prima Comunione
“Serata dei saluti” tutti i partecipanti sono stati
coinvolti dal clima di famiglia creatosi tra famiglie
accoglienti, bambini ed invitati
Mandato missionario a don Alessandro
Sabato 22 maggio 2010
“Investito del segno della Croce sia guida e sostegno,
risuoni nelle sue parole la voce di Cristo e conduca al
Padre una moltitudine di figli”
dalle parole del Vescovo Diego dal Settimanale della
Diocesi di Como
Mese di maggio dedicato
a Maria Santissima
“Il rosario è preghiera evangelica. In esso la
contemplazione interiore degli eventi salvifici che
si sono compiuti in Cristo è svolta sulla trama della
ripetizione vocale dell’Ave Maria. In questo modo
pregano le labbra, la mente e il cuore e tutta la
persona entra in comunione con il mistero di Dio.
Domenica 9 maggio 2010
Le famiglie dei bambini della prima Comunione
hanno condiviso con i loro figli un pomeriggio
di incontro fatto di preghiera, di meditazione, di
confronto, di conoscenza.
La Santa Cresima
Domenica 16 Maggio 2010
Cari ragazzi e ragazze della Cresima…
Ha detto Giovanni Paolo II: “Voi giovani siete un
dono speciale dello Spirito Santo. Esprimete quei
valori autentici che hanno in Cristo la loro pienezza.
Gesù vi dice: Non abbiate paura! Io, vi mando”.
“Affidarsi allo Spirito significa riconoscere
che in tutti i settori arriva prima di noi,
lavora più di noi e meglio di noi;
a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo,
ma anzitutto riconoscerlo,
accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.
Anche nel buio del nostro tempo,
lo Spirito c’è e non si è mai perso d’animo:
al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge,
arriva là dove mai avremmo immaginato …”
Carlo Maria Martini
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per il dono della salvezza, e si impegna, con l’aiuto
dello Spirito Santo, a compiere la volontà del Padre.
L’Eucarestia ci fa Chiesa, perché esprime nel modo
più pieno la fede di tutti noi e ci impegna a vivere in
unione con Cristo e con tutti gli uomini”.
Ricordatevi che il sacramento della Cresima è come
un grande abbraccio di Dio Padre, di Gesù Figlio e
dello Spirito Santo Amore. Sentitevi amati e raccolti
nella braccia del Signore!
La Prima Comunione
Domenica 23 Maggio 2010
Cari bambini e bambine della prima Comunione…
“L’Eucarestia è il Sacramento centrale della vita di
ogni cristiano, infatti con essa ognuno di noi, insieme
a tutta la comunità, esprime nel modo più pieno la
sua fede, riconosce in Lui il Salvatore, ringrazia Dio
La nostra comunità parrocchiale ha
potuto gioire per voi che per la prima
volta vi siete accostati
al
Sacramento
dell’Eucaristia,
per
ricevere in dono il
Pane della vita. Con
amore e gratitudine al
Signore preghiamo ancora per voi perché con la
vostra innocenza ci potete far rivivere momenti di
gioia. Vi affidiamo con fiducia alla Vergine Maria
perché vi accompagni nel cammino della vita.
La festa dell’oratorio
Domenica 30 maggio 2010
L’oratorio nelle sue attività ordinarie si conclude per
aprirsi alle attività estive…
Insieme abbiamo partecipato alla chiusura del mese
di maggio.
La Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio
e i suoi arcipreti
(dopo il 1620)
di Marcello Canclini
L’arciprete Silvio Bertola (1945-1972)
(terza parte)
Nell’ottobre dell’anno 1952 fu solennemente benedetto sulla piazza del Santo Crocifisso di Combo e portato
processionalmente in parrocchia il nuovo crocifisso che l’artista spagnolo Jiame Mirò Perello, professore di belle
arti in Lerida (Catalogna), aveva scolpito durante l’estate con il legno di gembro di Bormio traendo spunto da
una sgualcita fotografia. Già da parecchio tempo infatti il clero di Bellpuig, rifacendosi all’antica tradizione di un
crocifisso riscattato nel 1621 dalla Duchessa di Feria (esattamente dalla sua dama di corte, Maria Isabella di Casanova
di Bellpuig) e portato in Spagna, domandava a Bormio un nuovo crocifisso perché il primo antico simulacro era stato
distrutto dai comunisti nella rivoluzione del 1936 e di quello si era salvata la sola corona. Fattosi intermediario nella
questione il sacerdote bormino don Camillo Valota, missionario tra gli emigranti in Francia a Montceau les Mines, si
venne alla decisione che Bormio donasse il legno e l’ospitalità all’artista, mentre la commissione spagnola pensasse
per l’onorario dell’artista stesso. L’arciprete don Silvio Bertola con tutto il clero bormino celebrò in quell’occasione
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un solenne triduo nei giorni 29-30 e 31 ottobre. La
nuova scultura rimase esposta nell’altare di S. Antonio
di Combo fino al maggio 1953, quando gli Spagnoli
sarebbero venuti a riprendersela. Infatti nella sera del
24 maggio, giorno di Pentecoste, giunse a Bormio la
commissione spagnola presieduta dall’Ecc.mo e Rev.mo
sacerdote don Josè Pont y Goli oriundo di Bellpuig e
vescovo di Segorbe. Fu accolto sulla piazza della chiesa
tutta illuminata e fu condotto verso il pulpito ove
l’arciprete don Silvio gli diede il benvenuto parlando
alla popolazione stipata nel tempio. Il giorno seguente
fu dedicato alla preghiera e alla profonda devozione
verso il crocifisso. La sera alle ore 21 venne consegnata
Don Silvio Bertola durante la celebrazione di un matrimonio
al vescovo spagnolo la chiave d’oro dell’urnetta ove era
contenuta la pergamena con le firme del clero, dei capi
famiglia, del popolo dell’antico Contado di Bormio. Si continuò il bacio del crocifisso fino alle 23 quando il simulacro
venne riposto nell’astuccio. Il mattino seguente l’arciprete don Bertola accompagnò fino a Como la delegazione
spagnola ove avvenne il saluto e l’arrivederci in Spagna. Infatti il 6 settembre partì da Bormio una deputazione
costituita da 18 persone che, dopo aver sostato a Lourdes, giunse a Bellpuig la sera del 13 settembre, accolta
trionfalmente dalla popolazione e dalle autorità. Fu subito eseguita la visita alla chiesa del villaggio e all’altare ove
era stato riposto il nuovo crocifisso. Quivi avvenne il saluto dell’arciprete di Bellpuig in lingua catalana e la risposta
dell’arciprete di Bormio in lingua spagnola. A sera vi fu il ricevimento ufficiale in municipio con brindisi d’onore.
Concerti, canti e danze si susseguirono fino alle ore 3 del giorno seguente. A ricordo di quel felice gemellaggio fra
i due paesi, il pittore Mazzucchelli affrescò la cappelletta a ovest del ponte di Combo ove in primo piano è possibile
scorgere la figura dell’arciprete don Silvio Bertola.
Tra le tristi note del mandato di don Silvio rimane purtroppo nel 1960 la cessione al comune della “vecchia e diroccata”
chiesa di San Gottardo (verrà poi demolita l’anno seguente). Nel 1961 venne eseguito il rifacimento del tetto della
chiesa parrocchiale con una spesa di £ 3.000.000. Nel 1968 fu lo stesso don Silvio a dare il suo appoggio all’apertura
del Liceo Scientifico privato dei padri beterramiti di Sant’Ignazio. Di don Bertola si ricordano certi aneddoti curiosi.
Affisse al di fuori della chiesa un grande cartello con scritto: «Le donne devono entrare in chiesa a capo coperto
[grandi veli neri a rettangolo] e decentemente vestite». Don Silvio era solito commentare: «Il primo dente che cade
è già segno di morte»... Era molto attento al comportamento dei suoi fedeli e non per nulla tra le sue carte, ho trovato
conservata una curiosa poesia dialettale sui “dormiglioni” in chiesa. La riporto prendendomi la licenza di portare le
dovute correzioni su certi termini e sulla scrittura dialettale (non me ne voglia l’anonimo poeta):
Mognulàda
Brontolata
I dìśgen che sóm nóma un brontulón
Dicono che sono solo un brontolone
e che gh’éi sémpre cè vergót de dir,
e che ho sempre qualcosa da ridire,
ma, Santo! Podréi dir la mìa raśgión,
ma, Santo! Posso dir la mia ragione,
a quì ch’i vàn in Géśa per dormìr!
su quelli che vanno in chiesa a dormire!
che per un pó i contràten la vedèla,
che per un po’ contrattano per la vitella,
e dòpo un pó i dòrmen de la bèla!
e poi si addormentano della bella!
A mi al me par che quì che i én divòt
A me pare che quelli che son devoti
i vàn in géśa perché l’é un dovér,
vanno in chiesa perché è un dovere,
ma miga tiràr cè béscia e magòt,
ma non devono argomentare pecore e montoni,
e mesc’ciàr int i pàter cul butér
e mischiare le preghiere con il burro
o dir che l’à féit sciòrte anche ‘l vedèl
o dire che il vitello è nato sano
e caregnàr se l’é crepà ‘l purcèl.
e piangere se è morto il maiale.
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Ghe l’éi chi su la léngua: ésa vöi dil,
Ce l’ho qua sulla lingua: ora lo voglio dire,
se pö i me dàn a mént; e siché dónca,
se poi mi si ascolta; dunque,
anche al nòs car Signór, cun al sc’tafìl
anche il nostro caro Signore, con lo staffile
l’à dit de miga fàn una sc’pelónca
aveva detto di non farne una spelonca
de ladri, de furfànti e de bindón,
di ladri, di furfanti e di fannulloni,
che ‘l Témpi l’é féit su per li orazión.
che il Tempio è fatto per pregare.
Cun quésc’to mi vorési miga dir,
Con questo io non vorrei dire,
che chi che fa ‘l contràt o che ‘l piśòca
che chi fa contratti o che dormicchia
al sìes un malfatór de śg’maledìr.
sia un malfattore da maledire.
Opùr che de coscénza al n’àbi pòca,
Oppure che di coscienza ne abbia poca,
e gnanche béscia néira int in del ròc’,
e neanche che sia una pecora nera nel gregge,
ma intànt i la fàn franca co l’alòc’!
ma intanto la fa franca con l’alloggio!
Ma s’à de dir che i én gran bón de visc’ta
Ma bisogna dire che hanno la vista lunga
e i öc’ i ghe se sèren ó de córsa
e gli occhi gli si chiudono in fretta
apéna che i figùren al sagrìsc’ta,
appena intravedono il sagrestano
che ‘l ciàpa ió de mèz cu cè la bórsa,
che s’incammina con la borsa dell’elemosina,
e i se indurménten pròpi al mumentìn,
e si addormentano proprio nel momentino,
de tiràr su de sàcula ‘l borsìn.
di togliere di tasca il borsellino.
Un’altra ròba amó, tegnì pö a mént...
Un’altra cosa ancora, ricordatevi...
lór i ghe fàn miga caśo, ma mi ‘l séi, loro non ci fanno a caso, ma io lo so,
i pénsen che per al risc’caldamént,
pensano che per il riscaldamento,
se ‘l végn a maca l’é cent’òlta méi,
se si ottiene gratuitamente è cento volte meglio,
i tìren miga cè la carta e ‘l làpis,
non si scomodano con carta e matita,
a far ió ‘l cunt e dir che al végn a gràtis.
a far di conto e a dire che è gratuito.
Al ghe vorés sigùr Bèpi Pedrón,
Ci vorrebbe Giuseppe Pedranzini,
inséma cu Crisc’tòfen di Déi Cas,
insieme con Cristoforo Dei Cas,
per dighi al Cosc’tànto Bernardón,
per dirgli a Costante Confortola,
de daghi bén la bórsa sóta ‘l nas
di mettergli per bene la borsa sotto il naso
che se và a Mésa, opùr se và a mortòri,
che si va a Messa, oppure si va a mortorio,
ma la Géśa l’é pö miga un dormitòri!
ma la Chiesa non è proprio un dormitorio!
Sc’ta brontulàda chi la ghe voléa,
Questa brontolata ci voleva,
e mi la dìśgi iscì cume som us,
e io la narro così come sono abituato,
anche se pö vergùn fórsi credéa
anche se poi qualcuno forse credeva
che sèrum scì e nò bón de dil sul mus
che ero sì e no capace di dirlo in faccia
e se quaidùn i se n’én risentì,
e se qualcuno si è offeso,
sc’cuśàdum tant, ma mi sóm féit iscì!
scusatemi tanto, ma io sono fatto così!
Il primo febbraio 1972 don Silvio Bertola celebrò l’ultima sua Santa Messa in parrocchia. Dopo essere stato ricoverato
per più tempo, tornò nella casa arcipretale di Bormio dove il 19 ottobre celebrò in stanza la sua ultima Santa Messa.
S’accorse di essere giunto alla fine della sua esistenza terrena e poco tempo dopo fece la confessione generale e
prese l’Olio degli Infermi con grande fede ed edificazione. Il giorno di Santa Lucia ricevette per l’ultima volta la
Santa Comunione e il 14 dicembre 1972 alle ore 4 di mattina, ancora in piena coscienza rese la sua anima a Dio. Fu
tumulato nel cimitero dell’Alute.
Così viene ricordato don Silvio Bertola in poche, ma concise righe, dal suo successore: «Dopo una lunga e dolorosa
malattia, sopportata con esemplare adesione alla volontà di Dio, il giorno 14 dicembre 1972 è morto Don Silvio
Bertola per 27 anni Arciprete di Bormio (1945-1972). I funerali si sono svolti nella mattinata del 16 dicembre con la
presenza di tantissima gente commossa e di tanti confratelli (tra i quali pure io, che l’ho avuto come Padre Spirituale
in Seminario minore per 6 anni e che ho sempre ricordato con affetto e, da prete, in grande amicizia quando ci si
incontrava). Bormio deve essere infinitamente grata a questo “Suo” Arciprete che ha speso gran parte della sua vita
sacerdotale servendo con amore e dedizione questa sua gente che il Signore gli ha affidato. Queste poche righe
vogliono anche essere espressione del mio ricordo affettuoso verso il mio predecessore, del quale ho sempre avuto
venerazione e affetto. Don Antonio Della Bella».
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Date - Appuntamenti
SETTEMBRE
AGOSTO
LUGLIO
Qui sono segnalati gli appuntamenti ordinari e straordinari della vita parrocchiale.
Ogni domenica, in chiesa, troviamo la preghiera ed il calendario settimanale.
Venerdì 2 luglio
Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA
personale dalle 18.30 e comunitaria dalle 20.30 con la possibilità di confessioni
Domenica 4 luglio
Prima S. Messa di fra Andrea e 50° anniversario di sacerdozio di Padre Romano ore 10.30
Venerdì 9 luglio
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 10 luglio
La mostra del libro, edizioni San Paolo
Domenica 11 luglio
La mostra del libro, edizioni San Paolo
Venerdì 16 luglio
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 17 luglio
Concerto d’organo ore 21.00
Venerdì 23 luglio
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 24 luglio
Banco vendita Gruppo missionario
Domenica 25 luglio
Banco vendita Gruppo missionario
Domenica 25 luglio
Celebrazione dei Battesimi
Venerdì 30 luglio
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 31 luglio
Inaugurazione biblioteca parrocchiale Sertorio
Domenica 1 agosto
Festa degli Alpini – 3° cantoniera
Martedì 3 agosto
Concerto strumentale al S. Crocifisso
Venerdì 6 agosto
Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA personale dalle 18.30 e comunitaria
dalle 20.30 con la possibilità di confessioni segue incontro Caritas parrocchiale
Domenica 8 agosto
Festa della Madonna della Neve allo Stelvio
Venerdì 13 agosto
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 14 agosto
Concerto d’organo per Ferragosto ore 21.15
Domenica 15 agosto
Solennità di Maria Assunta
Venerdì 20 agosto
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Sabato 21 agosto
Banco vendita OMG
Domenica 22 agosto
Banco vendita OMG
23-28 agosto
Campo estivo Ragazzi Medie ad Aprica S. Maria (SO)
Venerdì 27 agosto
I venerdì dello Spirito ore 20.45
Domenica 29 agosto
Celebrazione dei Battesimi
Venerdì 3 settembre
Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA personale dalle 18.30 e comunitaria
dalle 20.30 con la possibilità di confessioni segue incontro Caritas parrocchiale
Domenica 5 settembre
Pellegrinaggio parrocchiale alla Croce della Reit
Venerdì 10 settembre
Il Grest e le famiglie a Como per la restituzione della Visita Pastorale
Domenica 12 settembre
Solenne celebrazione al S. Crocifisso per tutte le comunità parrocchiali della zona
pastorale, con il Vescovo, per la restituzione della sua Visita pastorale nel pomeriggio
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ANAGRAFE PARROCCHIALE
(Aprile - Giugno 2010)
BATTESIMI
I NOSTRI MORTI
Toniatti Davide di Raffaele e Barincelli Giovanna
Bellagamba Alessandro di Giacomo e Lelorgne M. Cristina
Boscacci Stefano di Francesco e Mazzei Michela
Anzi Melide di Massimo e Zanoli Sara
Clementi Mattia di Stefano e Valzer Daniela
Moroni Federico di Andrea e Antonioli Katia
Paganoni Maria Andrea di Umberto e Pedranzini Laura
Pedranzini Nicolò di Germano e Giusiano Paola
Rainolter Alice di Paolo e Baruta Marika
Rainolter Viola di Matteo e Compagnoni Romina
Andreola Lorenzo di Nicola e Braconi Silvia
Landl Asia Francesca di Alessandra
Kaltembacher Costanza di Alberto e Muscas Amarante Katia
Pozzi Roberto di Massimo e Sosio Sara
Scilironi Azzurra Laura di Stefano e Andreola Laura
Pozzi Giacomo di Giorgio e Bertolina Stefania
Quintavalla Mia Giada di Mario e Tatti Annalisa
Giacomelli Giorgia di Dino e Compagnoni Clara
Spechenhauser Matteo di Ivan e Bracchi Tania
Confortola Erica di Michele e Gianotti Laura
Bonetti Manuel di Andrea e De Monti Antonia
Martinelli Dafne Laura di Fernando e Morganti Erica
Franchi Mariuccia di anni 94
Visini Gianna di anni 97
Castellazzi Lino di anni 81
Salvadori Giuseppina di anni 95
Compagnoni Ettore di anni 68
Giacomelli Anna di anni 87
Anzi Alfonsina Roma di anni 92
Rey Andrea di anni 78
Colturi Luigi di anni 43
Romani Fernanda di anni 88
Martinelli Lyde di anni 95
Rocca Renata di anni 80
Ferrari Enrico con Castellazzi Silvia
Ferrari Mauro con Gilardi Serena
Andreola Achille con Confortola Daniela
Giacomelli Guido con Cantoni Cecilia
Armanasco Andrea con Bruseghini Sara
Sertorelli Ciro con Bernardini Laura
Bedognè Tanis con Gurini Daniela
Compagnoni Federico con Lanfranchi Denise
Canclini Cristian con Pienzi Marcella
Meraldi Luca con Bonetta Anna
Schivalocchi Marco con Salvadori Katia
Trabucchi Daniele con Martinelli Antonella
Foto Pozzi
MATRIMONI in e fuori parrocchia