Pressbook - Lucky Red

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Pressbook - Lucky Red
ALAIN SARDE
presenta
un film scritto e diretto da
CLAUDE NURIDSANY e MARIE PÉRENNOU
GENESIS
www.genesis-lefilm.com
durata: 80 min.
uscita: 30 settembre 2005
distribuzione italiana
Ufficio Stampa
LUCKY RED
Via Chinotto,16 tel 06 37352296 fax 06 37352310
Georgette Ranucci (+39 335 5943393 [email protected])
Alessandra Tieri (+39 335 8480787 [email protected])
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CAST TECNICO
Un film scritto e diretto da
Claude NURIDSANY
Marie PÉRENNOU
Prodotto da
Alain SARDE
Produttore esecutivo
Christine GOZLAN
Colonna sonora
Bruno COULAIS
Direttori della fotografia
Claude NURIDSANY, Marie
PÉRENNOU, Patrice AUBERTEL,
William LUBTCHANKSY, Cyril TRICOT
Montaggio
Marie-Josèphe YOYOTTE, Pauline
CASALIS
Responsabile del suono
Laurent QUAGLIO
Suono
Bruno CHARIER, Gérard LAMPS
Direttore di produzione (2)
Daniel CHAMPAGNON
Assistente di produzione
Nicole SOUCHAL
Una produzione
Les Films Alain Sarde, Les Films de la
Véranda , R.T.I.
Franco-Italiana
Con la partecipazione di
Canal +
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SINOSSI
Mescolando humour e serietà, innocenza e saggezza, un poeta musicista africano utilizza
il linguaggio evocativo del mito e delle favole per raccontare la nascita dell’Universo e
delle stelle, l'inizio infuocato del nostro pianeta e l’apparizione della vita sulla terra… ma è
una storia vera, la storia di tutti noi.
Ci parla del tempo, della materia, della nascita, dell’amore e della morte. Gli animali sono i
protagonisti principali di questa Genesi fiammeggiante moderna e senza tempo. Dopo sei
anni passati sul film, ecco la seconda opera degli scrittori –registi di Microcosmos.
E in ordine di apparizione sullo schermo…
Crescita dei cristalli di vitamina C
Il fiume di vita degli spermatozoi
Il feto umano nella sua placenta
L’ameba
La medusa
Il perioftalmo, un pesce che cammina
La rana toro che esce dal fango
Le rane rosse del Madagascar
La testuggine gigante delle Galàpagos
La gara della lucertola dal collare
Il combattimento dei camaleonti pantera
La lotta delle iguane marine
La stretta dei rospi
I ragni dalle gambe lunghe (opilionidi)
La danza d’amore dei cavallucci marini
I granchi violinisti
Gli inseparabili
La nascita dello struzzo
La rana cornuta d’Argentina
Il serpente mangiatore di uova
Il pesce pescatore (antennaridi)
Ombre cinesi : Vic Neldo e Tara
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INTERVISTA CON CLAUDE NURIDSANY E MARIE PÉRENNOU
Il successo internazionale di Microcosmos deve avervi incoraggiati ad intraprendere
una nuova avventura…
Nei vari paesi in cui è stato presentato, siamo stati soddisfatti dalla reazione del pubblico.
Le loro domande non vertevano tanto sul nome di quest’insetto o di quell’altro ma
sull’andatura di un film che fa appello al mondo dell’infanzia e ci interroga sulla relatività
della nostra esistenza.
Il pubblico ha mostrato un interesse reale per questo mondo parallelo e sconosciuto che si
trova all’altezza dei suoi piedi, in un pezzetto di prato, un piccolo mondo che è una sorta di
riflesso dell’universo in miniatura.
Questo successo ci ha portato a viaggiare molto, così non avevamo molto tempo per
pensare ad un nuovo progetto. L’unica cosa di cui eravamo certi e che non ci sarebbe
stato un sequel di Microcosmos. Per un certo periodo abbiamo considerato l’idea di una
sorta di fantasticheria sulla vita che tentasse di rispondere a tutte le domande
sull’universo, la nostra esistenza ed il nostro rapporto con il mondo, domande poste in
alcuni casi in maniera infantile.
Il soggetto di Microcosmos era contenuto in un pezzetto di prato; qui il tema è
infinitamente più vasto.
Sì, abbiamo girato il binocolo nell’altro senso. Ma il principio, fondamentalmente, è lo
stesso. Abbiamo fatto in modo di cambiare il modo di guardare quelle cose
apparentemente banali per riscoprirne l’incanto.
Per esempio, cosa significa essere vivi?
E’ così che avete avuto l’idea di raccontare la più bella delle storie, la creazione
dell’Universo.
Ognuno di noi ripete la genesi nella sua vita. Siamo nati esattamente come un giorno è
nata la Vita. Cresciamo e moriamo in un modo del tutto simile all’evoluzione della specie
nei millenni. Nel nostro lavoro abbiamo sempre cercato di mettere in evidenza una sorta di
fratellanza o prossimità esistente tra il mondo animale e quello umano. Qui, utilizziamo di
nuovo gli animali come nostri intermediari, ma questa volta avevamo anche bisogno di una
presenza umana.
La storia dell’Universo è raccontata da un poeta musicista africano.
Volevamo incorporare i riferimenti ai miti fondamentali e alle leggende. Parafrasando Henri
Michaux “non viviamo in un’epoca di miracoli,” diciamo che il mondo occidentale moderno
non vive in un epoca di narratori. L’Africa, che è una terra di storie e leggende orali, la
culla dell’umanità, rappresentata da un poeta musicista, è diventata la scelta più ovvia.
Il linguaggio del narratore è pieno di immagini. È anche un po’ magico.
La metafora è il linguaggio per eccellenza della narrazione. Le nozioni complesse
dovevano essere tradotte in un linguaggio accessibile a tutti. Il linguaggio del narratore
non è scientifico, né pomposo; utilizza la metafora per spiegare delle nozioni scientifiche.
La cosa importane era non presentare il narratore come un “Signor So Tutto” o un
insegnante che impartisce una lezione, ma piuttosto come un saggio che racconta ciò che
sa sul Mondo, sull’Universo, sull’Uomo. Un uomo saggio che alle volte possiede
l’innocenza di un bambino.
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Parlando di fisica, Levi-Strauss ha scritto che “tra lo scienziato che, attraverso il calcolo,
raggiunge una realtà inimmaginabile, e un pubblico affamato di comprendere qualcosa di
questa realtà, le cui prove matematiche confutano tutti i campi dell’intuizione e dei
sentimenti, il pensiero mitico diventa un intermediario, l’unico mezzo con cui il fisico può
comunicare con i non fisici. Stranamente, è questo dialogo con la scienza a rendere
nuovamente attuale il pensiero mitico”.
Il narratore è un complice con il quale gli spettatori si possono identificare,
portandoli a pensare alla loro vita.
Sì, su ciò che rappresenta la loro venuta al mondo, la loro vita e il loro destino. Uno dei
maggiori obiettivi del film era integrare l’aspetto umano, l’uomo, il pubblico, in una sorta di
girotondo con gli animali ma anche con l’universo, gli atomi e la materia. Questo narratore
ci racconta una storia, come quando eravamo bambini. Ci illumina rispetto al posto che
occupiamo in relazione ai i nostri antenati, alle nostri origini, ai legami che abbiamo stretto
con il mondo.
Il narratore evoca il processo vitale quando dice “è una forma in lotta contro il
tempo; nonostante la legge universale che spinge tutte le cose organizzate verso il
caos, questo resta sempre uguale sebbene la materia di cui è fatto si rinnovi
costantemente”.
La vita possiede la particolarità di essere una specie di collezione di atomi che, invece di
deteriorarsi con il tempo, “va contro la natura del tempo”. Il tempo va verso il
deterioramento e il disordine mentre la vita va contro il tempo, nella direzione opposta.
Uno spermatozoo e un ovulo si uniscono e da questo piccolissimo evento nascerà, nel
corso delle settimane e degli anni a venire, una struttura straordinariamente complessa.
La vita cresce e si abbellisce mentre tutto il resto si muove verso il più grande disordine.
Ma non possiamo schivare all’infinito i colpi e le stoccate del tempo. Ad un certo punto la
vita inizia a cedere, si sottomette alla legge comune della materia, la seconda legge della
termodinamica. Crolla, si deteriora, e poi il grande ciclo continua. Cos’è che ci rende vivi?
La vita è un momento in cui cerchiamo di sfuggire la legge del grande caos.
Nel film cerchiamo di far sentire che la materia animata funziona in maniera
diametralmente opposta alla cosiddetta materia inanimata.
Sullo schermo avvengono delle trasformazioni stupefacenti. Quella specie di pesce
con le gambe per esempio, il primo animale acquatico ad uscire dall’acqua per
vivere sulla terra. È una specie di nostro antenato!
Filmare il perioftalmide è stato molto interessante. In effetti assomiglia a quella specie di
pesce che cammina che, in epoca preistorica, ha iniziato a sviluppare delle pinne più
strutturate per potersi issare fuori dalle lagune che si stavano asciugando. Per fortuna oggi
ci sono ancora degli animali il cui comportamento e il modo di muoversi ricordano in
maniera molto convincente i pionieri che hanno conquistato la terra ferma.
Con l’Uomo inizia la ricerca di un senso, inizia a porsi delle domande.
Esatto, ma questo non è un film didattico. Il poeta musicista inizia con una domanda:
“Sono nato il giorno in cui mia madre mi ha dato alla luce? O la notte in cui i miei genitori
hanno fatto l’amore? E prima di allora dove era dispersa questa galassia di miliardi di
miliardi di miliardi di atomi che sarebbe diventata me stesso? In quale pianta, quale roccia,
quale animale sono migrati prima di ritrovarsi in me?”
Abbiamo fatto affidamento su delle conoscenze scientifiche per trasformarle in una sorta di
mitologia moderna. Nella storia metaforica dell’universo, il suo potere sull’immaginario
dello spettatore può avere un ruolo simbolico, continuando sempre a mantenere il suo
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carattere realistico. Volevamo ridare incanto a una scienza che può alimentare
l’immaginario collettivo con delle immagini tanto potenti quanto quelle veicolate dai miti,
come la Terra vista dallo spazio o un feto umano nel grembo di una madre ecc.
La dimensione fantastica ci porta molto al di là del tradizionale documentario sulla
natura. Qui abbiamo a che fare con una saga straordinaria…
Gli animali intervengono con tutta la loro forza espressiva come personaggi pittoreschi e
fantastici di questo grande racconto sul mondo e sulle creature viventi. L’ameba
microscopica che racconta i primi balbettii della Vita appare come una creatura senza
forma capace di assumere qualsiasi aspetto. Una promessa per tutti gli esseri a venire.
Il serpente che mangia le uova dell’Africa del Sud, le cui mascelle riescono ad dilatarsi
smisuratamente per ingoiare un uovo – l’uovo che è, anch’esso, l’immagine mitologica del
mondo in miniatura – è una metafora della vita che si nutre di vita. Per rappresentare la
“predazione” volevamo evitare di ridurre l’animale alla sua pretesa bestialità. Il
combattimento cavalleresco delle iguana marine delle Galapagos fa rivivere l’era dei
draghi, quando i rettili governavano la terra.
“la Vita è cannibale”, afferma il poeta musicista.
Abbiamo fatto ricorso a un prestigiatore, un “modellatore di ombre”, per animare una
scena di ombre cinesi. Mimando gli animali con le mani, aggiunge un tocco di ironia nella
presentazione dei predatori. Allo stesso modo, la ranocchia grande che divora una
ranocchia piccola rappresenta l’orco delle favole. La musica sottolinea quest’idea.
Alcune immagini, come la danza lasciva dei cavallucci marini, ci danno
l’impressione di assistere al primo corteggiamento della storia del mondo.
All’inizio, la vita esisteva solo nella forma di organismi unicellulari che si dividevano. C’è
voluto del tempo per fare in modo che, prima le cellule si fondessero invece di dividersi, e
poi per far si che uno più uno facesse tre.
Eppure, anche nel periodo della monocellula esisteva l’amore, o la sessualità. Due esseri
si incontravano e mischiavano i loro geni. Invece di avere un individuo che produceva un
essere identico a se stesso, la vita ha fatto nascere un incredibile varietà di piante, animali
e uomini.
Tra le tante scene spettacolari, ci sono incredibili scene di ragni che si accoppiano,
rane in parata d’amore, granchi con la corazza da samurai che combattono per i
begli occhi della loro amata!
Tra gli animali, il combattimento certe volte fa parte della parata d’amore. Non ci sono
uccisioni, ma solo un po’ di spacconate per intimidire il rivale. Tra i ragni dalle gambe
lunghe, il romantico chassé-croisé tra il maschio e la femmina può durare ore. C’è una
grande attrazione reciproca e molta paura dell’altro soprattutto tra i maschi, perché la
femmina tesse la tela per cacciare e il maschio deve farsi riconoscere per non essere
scambiato per una preda. In questo caso specifico, possiamo osservare un’evoluzione
psicologica in un animale che non possiede più di qualche decina di milioni di neuroni.
Con questo tipo di immagini, il nostro intento era quello di incoraggiare il legame carnale
tra il mondo animale e quello umano, senza cadere nell’antropomorfismo. Non abbiamo
messo dei cuoricini che circondano i ragni quando si avvicinano l’uno all’altro. Per queste
scene di “gioco d’amore”, abbiamo preferito utilizzare ragni e rane. Proprio perché se ci
può essere empatia con animali ai quali non ci sentiamo molto vicini, allora quest’empatia
sarà la più sconcertante e profonda possibile, e non superficiale come sarebbe stato con
animali più “alla moda”. Con questa scelta speriamo di creare uno slancio fraterno nella
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mente degli spettatori, e forse penseranno: “Alla fine, non sono poi tanto diverso da queste
bestiole che ho sempre guardato storto.”
Perché ognuno di noi ha vissuto la storia delle Genesi in “fast motion”.
Sì, perché una volta siamo stati tutti una specie di ranocchia nell’acquario elastico e
rotondo della pancia di nostra madre.
Per un breve momento, all’inizio della nostra esistenza, abbiamo avuto delle branchie,
delle dita palmate come i pesci e diversi reni lungo tutto il corpo alla stessa stregua degli
animali segmentati, come se, nel liquido amniotico, l’intera storia dell’evoluzione venisse
ricapitolata velocemente. Parte della nostra eredità genetica è comune ad ogni altro
essere vivente. Esprimiamo questo concetto mostrando le immagini di un pulcino, un
piccolo coccodrillo e dei piccoli esseri umani, che il narratore descrive come “dei piccoli
fagioli”. Si assomigliano tutti incredibilmente.
Come avete fatto a filmare l’inizio dell’Universo? Non potevate mica fare una
spedizione indietro nel tempo!
Per le scene degli inizi della terra, ad esempio, abbiamo fatto una trasposizione con dei
frammenti di realtà fuori scala. Per esempio, filmando una sezione di un metro delle
cascate in Islanda ad una velocità molto elevata, le piccole increspature sembrano onde
enormi e la pioggia una tempesta terribile. Ci sembrava importante non usare mai
immagini digitali ma solo elementi naturali, mulinelli, sabbia, fumo, e bolle di sapone,
perché l’aspetto imprevedibile della materia è molto più sorprendente e gli conferisce un
tocco poetico. Per la scena dei titoli di testa, abbiamo semplicemente filmato della
vitamina C nell’acqua che quando evapora forma dei microcristalli. Questi cristalli che si
formano davanti ai nostri occhi, ripresi con un sistema di fermo immagini successive
attraverso un microscopio con una luce polarizzata su sfondo nero, ci ha permesso di dare
vita ed un vero effetto cosmico.
È impossibili parlare della vita senza evocare la morte.
Per illustrare la fine della vita, abbiamo scelto la metafora di una bolla di sapone piena di
fumo che, quando scoppia, si dissolve nell’aria come la materia di un essere vivente si
disperde nello spazio.
Abbiamo preso quest’idea dalle “vanità” dei dipinti di natura morta del XVII secolo in cui gli
oggetti venivano disposti in maniera da suggerire la transitorietà e l’incertezza della vita:
bolle di sapone, un pezzo di frutta, un fiore appassito, il fumo che sale da un esile candela.
Avete strutturato il vostro film usando diverse fonti di ispirazione, la scienza, la
natura, la pittura…
E anche i film. L’idea per il breve interludio con gli isolotti di schiuma tra le diverse
sequenze del “gioco dell’amore” ci è venuta da uno dei nostri film preferiti, La Ronde (La
Ronde, il piacere e l’amore) di Max Ophuls, dove un personaggio su una giostra ci
trasporta in ogni nuovo episodio.
Le meraviglie della natura, gli animali e le piante sono gli attori del vostro
spettacolo. Come avete fatto a dirigere un cast del genere?
Abbiamo passato più di due anni a preparare questo film, così abbiamo avuto molto tempo
per fare delle “audizioni” le reazioni degli animali sono spesso sconcertanti. Devi fare
molta attenzione. Alcuni non sopportano il calore delle luci, altri sono molto timidi.
Abbiamo dovuto aspettare due mesi prima di poter filmare una scena di seduzione tra due
cavallucci marini. Abbiamo dovuto viaggiare per riprenderne altri, come gli iguana marini
delle Galapagos, che sono mostri preistorici virtuali. Avvicinarci a questi animali ci ha
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affascinato. Un’ameba è tanto perfetta e straordinaria nella sua concezione quanto un
essere umano, che è considerato la specie più evoluta. Entrambi rappresentano un intero
universo e lungi da noi dire quale sia il più riuscito.
Genesis mostra lo stesso senso dell’umorismo che aveva aggiunto tanto fascino a
Microcosmos. La scena della pescatrice ad esempio.
Ci siamo sentiti come dei bambini mentre riprendevamo la pescatrice a Bali, con la sua
testa da clown. Nascosta tra i coralli, ha una lisca morbida sulla schiena con un pezzetto
di pelle che lancia fuori dal suo nascondiglio, come una canna da pesca con un esca. Un
pesce che pesca: i ruoli sono invertiti!
La colonna sonora del film prende parte alla narrazione. Genesis è una commedia
musicale, una commedia umana.
Ogni movimento possiede il proprio colore sonoro.
Abbiamo chiesto a Bruno Coulais e Laurent Quaglio, il compositore e il tecnico del suono
di creare una fusione tra suono strumentali – suoni culturali, per intenderci meglio – e
suoni naturali, in modo da aprire la visione del film su dei significati molteplici. Dovevamo
creare un universo di suoni partendo dal nulla. Abbiamo dovuto giocare con l’immaginario
del suono, ma in modo molto delicato, senza sottolineare alcun effetto. La sottigliezza
stimola l’immaginazione mentre gli effetti sono sempre direzionali. Il suono non è mai del
tutto realistico, offre un colore nuovo, un significato allusivo. Trasponendo suoni reali per
creare la sorpresa, Laurent ha fatto un lavoro fantastico che non è mai fuori posto o
aneddotico. Per esempio, volevamo intensificare diversi suoni per illustrare il progredire
delle specie sulla terra. – l’evoluzione dei millepiedi, delle rane, dei camaleonti, ecc. – e
per le immagini in cui il verde appare alla luce arrivando dal fogliame dei rami più alti. La
colonna sonora estremamente sofisticata si muove dalla pura semplicità alla grande
complessità, e raggiunge una grande apertura da un punto di vista spaziale.
Bruno Coulais possiede una straordinaria immaginazione sonora. Si trova ugualmente a
suo agio con un orchestra sinfonica, le percussioni, il suono di una macchina da scrivere,
o una fisarmonica cinese giocattolo che suona solo due note. Bruno si è fatto coinvolgere
molto nel progetto. Ci ha detto che ad ogni scena, immaginando come l’avremmo
affrontata durante le riprese, si sentiva come se stesse superando un rito di passaggio.
Abbiamo deciso di usare la fisarmonica (non la musette) quasi subito. È uno strumento
molte espressivo, non dissimile dal respiro umano. È commovente, quotidiano e familiare.
Offre un contrappunto di leggerezza al tema un po’ serio del film. Inoltre, Bruno lavora sul
software cosa essenziale per lo scambio di idee tra compositore e regista. Ci permette di
ascoltare una simulazione della musica molto prima che venga registrata dai musicisti e,
anche se il suono è un pallido riflesso di un’orchestra vera e propria, è un’opportunità per il
compositore e il regista di ascoltare le suggestioni musicali e, in caso di necessità, dargli
un diverso orientamento.
Tecnicamente, il film è sbalorditivo. Potete svelarci qualcuno dei vostri segreti?
Alcune scene sono state girate in studio, da noi nell’ Aveyron, in un piccolo teatro costruito
in proporzione alla taglia del nostro cast. In questo modo, potevamo controllare tutto: la
luce, il riflesso dell’acqua, i dettagli di una scenografia in cui avevamo piantato ogni
singolo filo d’erba. Abbiamo filmato utilizzando un sistema di Motion Control, progettato e
costruito specificatamente per questo progetto, in maniera tale da poter ottenere un senso
del movimento più fluido. Gli esterni sono stati più acrobatici, la telecamera alcune volta è
stata posizionata in una canoa o in un elicottero con una testa girostabilizzata, per
registrare immagini che sono alla base delle analogie formali tra l’infinitamente piccolo e la
vastità dei grandi fiumi, i delta del Madagascar o il fenomeno vulcanico in Islanda. Il
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narratore mette queste immagini in relazione con quelle dei vasi sanguigni di
arborescenze simili.
Allo stesso modo, nell’analogia tra l’embrione umano e l’embrione animale, abbiamo
descritto la nostra vita acquatica nell’utero. Il poeta musicista crea delle bolle di sapone
che diventano dei microbi, con il loro filo di fumo che si tramuta in una medusa. Volevamo
condividere la bellezza che ci circonda, una bellezza che per noi è una fonte inestinguibile
di ammirazione e meraviglia. Ci aiuta a vivere.
Come avete fatto a filmare il feto? E quella incredibile scena della nascita di un
pulcino vista da dentro l’uovo?
Per due anni e mezzo, il Dr. Jean-Marc Levaillant ha filmato dei “provini di feti” per noi.
Usando una macchina altamente sofisticata che permetteva di realizzare delle ecografie in
4D, il Dr. Levaillant era in grado di osservare dei comportamenti ancora sconosciuti. Per
esempio, ha scoperto che un feto di due mesi riesce a camminare a quattro zampe nel
liquido amniotico, mentre sua madre non riesce ancora a sentirlo muovere. Anche in
questo caso, c’è un intero continente inesplorato. Abbiamo ottenuto le immagini dei pulcini
grazie ai consigli dei ricercatori dell’ INRA e con delle telecamere equipaggiate di lenti e
luci speciali.
Il vostro film ci rende consapevoli che, facendo parte del mondo, lo stiamo creando
e che ne siamo conseguentemente responsabili. Il poeta musicista afferma “Un
giorno restituirò alla terra questa materia di cui sono fatto”…
Proprio come fanno le stelle quando muoiono. Preferiamo aiutare gli altri a scoprire la
bellezza del mondo, non ci consideriamo attivi nella protezione del pianeta e dei diritti degli
animali, sebbene consideriamo essenziale questa causa. Vogliamo creare un sentimento
di continuità tra l’uomo e gli animali, tra la vita e la cosiddetta materia inanimata. Una
materia già “pregna” di vita, anche quando non è viva, perché possiede la potenzialità di
far nascere una vita. C’è molto di noi negli animali, Lucrezio affermava che siamo tutti fatti
di atomi, come le piante e gli animali, e formiamo una grande catena. Abbiamo iniziato con
il concetto che la materia si trasforma dopo la morte. Le immagine del giaccio scolpito
dalla natura, che, quando si scioglie scompare nell’acqua, rappresentano la fusione della
forma individuale con il Tutto, l’Indistinto. Per il mondo vivente, abbiamo scelto le meduse
per il modo elegante in cui svaniscono, evaporando al sole. Per noi esseri umani, il nostro
corpo muore, ma la materia di cui siamo fatti si riunirà da qualche altra parte. Alla fine del
film, vediamo un gran turbinio di uccelli e di pesci che si mescolano.
La vita è rinata. Il sottotitolo riporta: “Essere vivi è tessere una storia da un inizio di cui non
abbiamo memoria una fine di cui non sappiamo nulla…” Volevamo restare puramente
materialisti. La materia è anche legata ai sogni, alla poesia, ai quesiti, e anche alla
metafisica, poiché in questo grande ciclo di ricombinazioni successive, gli atomi creati
subito dopo il Big Bang sono immortali e il loro numero resta invariato. Riciclandosi da
essere a essere, si muovono dalla sabbia alle nuvole, per finire poi in un viso, e ritrovarli
ancora in un fiume. Sembra una poesia sufita. In effetti siamo fatti della stessa pasta del
mondo, delle stelle, delle nuvole e delle montagne. Condividiamo la stessa dignità regale
del mondo.
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CLAUDE NURIDSANY E MARIE PÉRENNOU
Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU sono nati a Parigi e lavorano insieme sin dal
1969, anno in cui si sono laureati in biologia presso l’Università di Pierre e Marie Curie
(Paris VI).
Nel 1976, ottengono il premio NIÉPCE per un lavoro fotografico che ha avuto un ampio
riscontro in Francia e all’estero.
LIBRI
1975
1978
1980
1983
1988
1990
1996
1997
1999
2004:
PHOTOGRAPHIER LA NATURE (Hachette)
VOIR L'INVISIBLE (Hachette)
INSECTE, in collaborazione con Jacques VÉRY e i bambini di Les Ulis
(Éditions La Noria, nuova edizione 1990 di Éditions La Nacelle)
LA PLANÈTE DES INSECTES (Arthaud)
ÉLOGE DE L'HERBE (Adam Biro)
MASQUES ET SIMULACRES (Éditions Du May)
MICROCOSMOS (Éditions de La Martinière)
LA MÉTAMORPHOSE DES FLEURS (Éditions de La
Martinière)
LE PAYS DE L'HERBE (Éditions de La Martinière)
GENESIS (Éditions de La Martinière)
TELEVISIONE
1986
1987
LES HABITANTS DU MIROIR (Film 16 mm, 26 min)
LE JEU DE L'INSECTE ET DE LA FLEUR (Film 16 mm, 26 min)
VOYAGE AU PAYS DE L'INVISIBLE (Film 16 mm, 26 min.)
CINEMA
1996
MICROCOSMOS – MICROCOSMOS, IL POPOLO DELL’ERBA
(Produzione Galatée Films)
Selezione Ufficiale al Festival di Cannes 1996, Fuori Concorso.
Premio per la Tecnica.
5 César 1997.
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SOTIGUI KOUYATÉ
(BIOGRAFIA)
Sotigui KOUYATÉ è nato nel 1936 a Bamako (Mali) in una famiglia di poeti musicisti del
Burkina Faso.
I poeti musicisti, che sono la memoria del continente africano, utilizzano la tradizione orale
per tramandare la storia della tribù di generazione in generazione. Sono i consiglieri dei re
e dei capi tradizionali, maestri di cerimonie, mediatori e conciliatori tra le genti e le
famiglie. Sono anche artisti, musicisti, danzatori e narratori.
TEATRO
LES NÈGRES di Jean Genet
Claude RÉGY
LA VOIX DU GRIOT
Spettacolo - Sotigui KOUYATÉ
LE MAHABHARATA
Peter BROOK
RITEJ Sotigui KOUYATÉ
L’IVROGNE DANS LA BROUSSE di Amos Tutoila - Gilles ZAEPFFEL
LA TEMPÊTE di W. Shakespeare
Peter BROOK
MOHA LE FOU, MOHA LE SAGE
Tahar BEN JELLOUN
LE VOYAGE DE BOUGAINVILLE
Mad N’DIAYE
L’HOMME QUI…
Peter BROOK
LES FLAMMES
Peter BROOK
QUI EST LÀ ?
Peter BROOK
JE SUIS UN PHÉNOMÈNE
Peter BROOK
ANTIGONE di Sophocles
Sotigui KOUYATÉ
LE COSTUME
Peter BROOK
LA TRAGÉDIE D’HAMLET
Peter BROOK
CINEMA
F.V.V.A.
TOULA
LE COURAGE DES AUTRES
JOURS DE TOURMENTE
LE MÉDECIN DE GAFIRE
L’ÉMIGRANT
EDEN MISERIA
MÉCOMPTES D’AUTEURS
Y’A BON LES BLANCS
MAMI WATA
IL TE NEL DESERTO
BLACK MIC-MAC
DESCENTE AUX ENFERS
LE MAHABHARATA
L’AFRICANA
GOLEM, L’ESPRIT DE L’EXIL
PLACE DE LA RÉPUBLIQUE
IP5 L’ISOLA DEI PACHIDERMI
RUPTURES
TOMBÉS DU CIEL
WENDEMI
di Mustapha ALASSANE
di Mustapha ALASSANE
di Christian RICARD
di Paul OUMBARA
di Diop MUSTAPHA
di Sanou KOLLO
di Christine LAURENT
di Roger PIGAUT
di Marco FERRERI
di Moustapha DIOP
di Bernardo BERTOLUCCI
di Thomas GILOU
di Francis GIROD
di Peter BROOK
di Margarethe VON TROTTA
di Amos GITAI
di Arnaud PETIT
di Jean-Jacques BEINEIX
di Christine CITTI
di Philippe LIORET
di Pierre YAMEOGO
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À CRAN
di Solange MARTIN
LA PLANTE HUMAINE
di Pierre HEBERT
NINA
di Claude MOURIÉRAS
LE MAÎTRE DES ÉLÉPHANTS
di Patrick GRANDPERRET
RAINBOW POUR RIMBAUD
di Jean TEULE
LES NOMS N’HABITENT NULLE PART di Dominique LOREAU
SALE GOSSE
di Claude MOURIÉRAS
APRÈS UNE NUIT DE PLUIE
di Jacques DUBUISSON
SARAKA BO
di Denis AMAR
LA GENÈSE
di C. Oumar SISSOKO
CIVILISÉES (id)
di Randa CHAHAL
LITTLE SÉNÉGAL
di Rachid BOUCHAREB
JIM LA NUIT
di Bruno NUYTTEN
THE TRUTH ABOUT CHARLIE (id)
di Jonathan DEMME
DIRTY PRETTY THINGS
di Stephen FREARS
SIA LE RÊVE DU PYTHON
di Dani KOUYATÉ
GATE TO HEAVEN
di Veit HELMER
GENESIS
di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU
TRAVAUX
di Brigitte ROUAN
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BRUNO COULAIS
(compositore)
CINEMA
1986
1988
1990
1992
1993
1995
1996
1998
1999
2000
2001
2002
2004
(Selezione)
QUI TROP EMBRASSE di Jacques DAVILA
LA FEMME SECRÈTE di Sebastien GRALL
ZANZIBAR di Christine PASCAL
LA CAMPAGNE DE CICÉRON di Jacques DAVILA
LES ÉQUILIBRISTES di Nico PAPATAKIS
LE RETOUR DE CASANOVA ( IL RITORNO DI CASANOVA)
di Edouard NIERMANS
LE PETIT PRINCE A DIT di Christine PASCAL
VIEILLE CANAILLE di Gérard JOURD’HUI
SIMÉON di Euzhan PALCY
WAATI di Souleymane CISSÉ
ADULTÈRE (MODE D’EMPLOI) di Christine PASCAL
MICROCOSMOS (MICROCOSMOS, IL POPOLO DELL’ERBA)
di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU
DON JUAN di Jacques WEBER
SERIAL LOVER di James HUTH
BELLE MAMAN di Gabriel AGHION
HIMALAYA (HIMALAYA , L’INFANZIA DI UN CAPO) di Eric VALLI
LA DÉBANDADE di Claude BERRI
ÉPOUSE-MOI di Harriet MARIN
SCÈNES DE CRIMES di Frédéric SCHOENDOERFFER
LE LIBERTIN di Gabriel AGHION
HARRISON’S FLOWERS (id) di Elie CHOURAQUI
LES RIVIÈRES POURPRES (I FIOUMI DI PORPORA)di Mathieu
KASSOVITZ
UN ALLER SIMPLE di Laurent HEYNEMANN
BELPHÉGOR (BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE) di Jean-Paul
SALOMÉ
LE PEUPLE MIGRATEUR (IL POPOLO MIGRATORE) di Jacques
CLUZAUD, Michel DEBATS e Jacques PERRIN
VIDOCQ (VIDOCQ, LA MASCHERA SENZA VOLTO) di PITOF
LES CHORISTES di Christophe BARRATIER
AGENTS SECRETS di Frédéric SCHOENDOERFFER
GENESIS di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU
TELEVISIONE
“La Rivière Espérance”
“Pardaillan”
“Le Comte de Monte Cristo”
“Balzac”
“Les Parents terribles” as well as 14 titles di Laurent Heynemann since “Meurtres pour
mémoire”
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TITOLI DI TESTA
Prodotto da Alain Sarde
Con il Narratore: Sotigui Kouyaté
E con, in ordine di apparizione:
La nascita dei cristalli di Vitamina C
Il fiume di spermatozoi della vita
Il feto umano nelle sue bolle
L’ameba
La medusa
Il perioftalmide, un pesce che cammina
La rana toro che esce dal fango
Le rane rosse del Madagascar
Le tartarughe giganti delle Galapagos
La gara delle lucertole col colletto
La battaglia dei camaleonti - pantera
Il confronto tra iguana marini
I rospi che si accoppiano
I ragni dalle gambe lunghe
La danza d’amore dei cavallucci marini
I granchi violino
Gli inseparabili
La nascita di un’ostrica.
La rana cornuta argentina
Il serpente mangiatore di uova
La pescatrice
Ombre cinesi: Vic Neldo e Tara
FOTOGRAFIA
Claude Nuridsany e Marie Pérennou
William Lubtchansky: Il Narratore nella sua capanna
Patrice Aubertel: Foreste e paesaggi marini in Madagascar, Mare in Bretagna, Uccelli in
volo in Normandia
Cyril Tricot: Riprese sottomarine dei banchi di pesce in Polinesia (HD-Cam)
Desideriamo ringraziare il Dottor Jean-Marc Levaillant: Ginecologo – Ostetrico insegnate
di medicina presso l’Università di Parigi 12 per le immagini delle ecografie in 4D dei feti
umani.
Aiuto registi: Nicolas Bodin, Amiel Emdin, Martin Abitbol
Assistenti equipe operatori: Michel Monnaie, Samuel Delus
Assistente al montaggio: Anne-Marie de Bourgies
Location manager ad Aveyron: Jean-Marie Orlandini
Amministratori di produzione: Valérie Arroyo, Tanh Nguyen
RIPRESE PRESSO GLI STUDIOS ÉCLAIR A ÉPINAY-SUR-SEINE
Primo assistente operatore: Irina Lubtchansky
Assistente al suono: Benjamin Charier
Capo elettricista: Jim Howe
Elettricista: Pol Fourmois
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Capo macchinista: André Atellian
Macchinista: Christophe Surbier
Costumi: Esther Marty-Kouyaté
Scenografo: Jean-Baptiste Poirot
Assistenti scenografo: Coyotte, Philippe Dufraisse
Capo costruttore: Denis Gambs
Carpentiere: Pierre Pernois
Arredatore: Stéphane Le Lievre
Location manager: Frédéric Sevestre
Location manager d’interni: Sara Babin, Anne-Sophie Henry-Cavillon
RIPRESE IN ISLANDA
Guide: Bertrand Jouanne,
The Icelandic Travel Company,
Niels Vendelbjerg
I nostri ringraziamenti a Marc Maillet (Le Comptoir d’Islande).
Riprese aeree
Pilota: Jon K. Björnsson
Elicottero: Helicopter Service of Iceland
RIPRESE IN MADAGASCAR
Location manager: Armand Randrianarijoana, Tantely Randrianarijoana
Riprese aeree
Pilota: Yersin Racerlyn
Elicottero: Madagascar Helicopter, Thierry Ranarivelo
Pilota per la ricerca delle location: f Michel Louys
Operatore James Swanson, Aerial Camera Systems France
Desideriamo ringraziare per il loro aiuto:
Il Ministero dell’Informazione, della Cultura e della Comunicazione,
I Fonds de Soutien au Développement de la Création et de la Production
Cinématographiques Nationales “TIASARY",
Il Ministero degli Affari Esteri del Madagascar,
Il Ministero dell’Ambiente del Madagascar
come anche l’Ufficio Responsabile delle Acque e delle Foreste
L’Ufficio dell’Ambiente naturale del Madagascar,
con l’autorizzazione di ANGAP, Gestore delle Riserve e dei Parchi Nazionali del
Madagascar,
André Peyriéras, la sua famiglia e tutto il personale della Fattoria di Mandraka,
Jean-Jacques Petter (+) e Arlette Petter,
Jean de Heaulme, Claire de Heaulme e Philippe de Heaulme,
Società Turistica e Alberghiera del Madagascar,
Achille Lecacheur e Mr Thierry Dejardins,
Jean-Claude Izouard –Hotel Vakona a Andasibé,
Il Centro Culturale Albert Camus di Antananarivo,
L’Hôtel de France a Antananarivo,
Soa Cottarel al Résidence du Pain de Sucre a Antsiranana,
così come tutto lo staff dell’hotel“Congo" a Antsiranana,
La S.C.A.C. (transitario Madagascar),
Filminger (transitario Francia).
RIPRESE NELLE GALAPAGOS (ECUADOR)
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Guida: John Madunich
Desideriamo ringraziare per il loro aiuto:
La Presidenza della Repubblica dell’Ecuador,
il Parco Nazionale delle Galapagos,
Eliecer Cruz e Felipe Cruz,
Diego Bonilla Urbina, Fabian Oviedo,
Il Centro Ricerche Charles Darwin alla UNESCO,
Francesco Bandarin, Direttore del Patrimonio Mondiale,
Natarajan Ishwaran, Direttore aggiunto del Patrimonio Mondiale,
il Ministero di Economia e Finanza ecuadoriano,
Il consolato ecuadoriano a Parigi,
Felipe de La Torre (Quasar Nautica),
Martha Garcia (Advantage Travel),
Guy Dhuit,
il Dottor Guy Coppois, della Libera Università di Bruxelles ,
Jacqueline de Roy e Tui de Roy,
Monica Moreira,
Lorena Barba,
German Ortega,
Lo staff dell’ Hotel Silberstein a Puerto Ayora,
Sonetrans (transitario Francia),
Il consulente scientifico per le riprese in Madagascar e nelle Galapagos: Roland Albignac.
RIPRESE IN POLINESIA
Sommozzatore addetto alla sicurezza/ responsabile illuminazione sottomarina Yann
Hubert
Assistente sommozzatore Jean-Jacques Gandy
Preparazione materiale subacqueo:
Eau Sea Bleue,
Extrem’ Vision
Ideatori ottici subacquei:
Francois Laurent, Stéphane Gouverneur
Consulenti scientifici:
Laurent Ballesta, Pierre Descamp
I nostri ringraziamenti a:
Gie Tahiti Tourisme, Air Tahiti Nui, Fujinon, Bogard, Sony, Mares/Htm Sport, Nikon, Ulrich
Blattmann, Franck Bolle, Michel Chomyez, Cyril Vivien, Didier Bogard, Franck Chaudron,
Marco Tallia, Nello Zoppé, Sylvie Borrell, Cecile Calas.
Ideazione e realizzazione del Motion control
(Riprese nell’ Aveyron): Frédéric Costa (FJM)
Computer: Bernard Ricon
Post-sincronizazione: Marion Lorthioir
Rumorista: Laurent Levy
Assistente effetti sonori: Judith Guittier
Effetti sonori e post-sincronizzazione: Eric Ferret
Assistente al missaggio: Armelle Mahé
Registrazioni Auditorium: Yannick Boulot, Philippe Dongé
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Consulente DTS: Frédéric Cattoni
Consulente Dolby: Francis Perréard
Ufficio stampa: Etienne Lerbret,
Agence Personality,
MUSICA
Musica composta e orchestrata da Bruno Coulais
© 2004 Madoro Music – Sony /ATV Music publishing
Produzione: Paul Lavergne per Madoro Music
© 2004 Madoro Music – Sony /ATV Music publishing
con il supporto del “Fonds d’action SACEM”
registrazione e missaggio: Didier Lizé
Studios Claudia Sound, Studios Davout, Studios Guillaume Tell (Francia), Studio 1
Bulgarian
National Radio Sofia (Bulgaria)
Supervisore alle musiche: Slim Pezin
Protool: Maxime Lefevre, Stéphane Briand, Pierre Brien
Assistente: Michel Peneau
Percussioni e batterie: Marc Chantereau, Christophe Lavergne
Pianoforte e clavicembalo: Florent Boffard
Fisarmonica: Roland Romanelli
Voci: Marie Kobayashi, Chantal Eyenga-Ayissi.
Violoncello: Jean Philippe Audin
Quartetto d’archi: Christophe Guiot, Laurent Philipp, Françoise Gnéri,
Jean Philippe Audin
Orchestra sinfonica: Bulgarian Symphony Orchestra - SIF 309,
diretta da Deyan Pavlov
Fanfara: Band Big Band della Radio Nazionale Bulgara,
diretta da Yanko Miladinov
Coro infantile diretto da Liliana Botcheva
Colonna sonora disponibile su Virgin records.
Canzone “Nandi"composta e interpretata da Sotigui Kouyaté
RINGRAZIAMENTI:
Maître Jacques-Georges Bitoun,
Anne Caroff,
Leica Microsystèmes,
Jean-Pierre Lebahar,
Luc Fougeirol della Fattoria dei Coccodrilli a Pierrelatte,
Guy Brugerolle,
Laboratoire de Biologie des Protistes di Clermont-Ferrand,
Les usines de Saint-Gobain Pam a Pont-à-Mousson,
Jean Mortelmans,
Frank Matlak,
Jean-Pierre Brillard,
Florence Batellier dell’INRA Centro Ricerche di Tours,
Station de Recherche Avicole,
Devauchelle,
Limier,
Brosse,
INRA – CNRS a Saint-Christol-lès-Alès,
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François “Pancho” Gouygou (Reptiland) a Martel ,
Rafi Toumayan: Consulenza e assistenza per il serpente mangia-uova,
Daniel Huet (Acquario),
Dominique Faucher (Techni-Ciné-Phot),
Sophie e Daniel Frank (Fattoria delle Ostriche di Montegut),
Robert Jarry e il Club Ornitologico Rouergue,
Il Dottor Daniel Zarca,
Luc Gomel: Curatore del Museo di Storia Naturale di Nîmes,
Yves e Kathleen Paccalet,
Christian Bernard,
Henri e Marie-Thérèse Laurens,
Denis Poracchia,
Pascal e Dominique Arnaud,
Il professor Alain Dubois,
Il Museo Nazionale di Storia Naturale,
Christine e Jérome Détienne,
Yves Angoy,
Michel Fauré e Olivier Réchou,
Jean Costes a Paulhe.
Effetti visivi ottici: Denis Coq, Franck Ferrari.
Effetti digitali ottici:
produzione: Joyce Menger
Computer grafica: Ronald Boullet, Claire Cuinier, Thierry Flament.
Digitalizzazione e supervisione alla registrazione:Gérard Soirant
Coordinamento: Odile Beraud
Direttore di produzione: Olivier Chiavassa
Verificatori di pesi e misure: Frédéric Casnin, Alain Guarda
Effetti visivi digitali:
supervisore effetti visivi: François Vagnon
produzione effetti speciali: Luc Augereau, Christian Guillon
coordinatori effetti speciali: Alexandre Bon, Bérengère Dominguez
Grafici 2D: Christelle Doebele, Mathilde Germi
Gestione delle immagini: Basile Maffone, Julien Pacaud, Jean-Christophe Sanchez
Studios: Éclair Studios
Montaggio e Auditorium: Les Auditoriums de Joinville
Pellicola: Kodak
Telecamera e equipaggiamento: Panavision Alga, Techni Cinephot, Cinecam
Equipaggiamento sonoro: Société Dinosaures
Equipaggiamento elettrico: Transpalux
Materiale montaggio video: Duran Duboi Services
Ritocchi: DCA
Titoli di testa e di coda: Microfilms
Veicoli tecnici: Car Grip
Assicurazione: Marsh
Distribuzione evendite internazionali: STUDIOCANAL
© Les Films Alain Sarde
Les Films de la Véranda – R.T.I.
Visa d’exploitation n° 100884
Tutti i diritti riservati
Depositato 2004
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