Pressbook - Lucky Red
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ALAIN SARDE presenta un film scritto e diretto da CLAUDE NURIDSANY e MARIE PÉRENNOU GENESIS www.genesis-lefilm.com durata: 80 min. uscita: 30 settembre 2005 distribuzione italiana Ufficio Stampa LUCKY RED Via Chinotto,16 tel 06 37352296 fax 06 37352310 Georgette Ranucci (+39 335 5943393 [email protected]) Alessandra Tieri (+39 335 8480787 [email protected]) 1 CAST TECNICO Un film scritto e diretto da Claude NURIDSANY Marie PÉRENNOU Prodotto da Alain SARDE Produttore esecutivo Christine GOZLAN Colonna sonora Bruno COULAIS Direttori della fotografia Claude NURIDSANY, Marie PÉRENNOU, Patrice AUBERTEL, William LUBTCHANKSY, Cyril TRICOT Montaggio Marie-Josèphe YOYOTTE, Pauline CASALIS Responsabile del suono Laurent QUAGLIO Suono Bruno CHARIER, Gérard LAMPS Direttore di produzione (2) Daniel CHAMPAGNON Assistente di produzione Nicole SOUCHAL Una produzione Les Films Alain Sarde, Les Films de la Véranda , R.T.I. Franco-Italiana Con la partecipazione di Canal + 2 SINOSSI Mescolando humour e serietà, innocenza e saggezza, un poeta musicista africano utilizza il linguaggio evocativo del mito e delle favole per raccontare la nascita dell’Universo e delle stelle, l'inizio infuocato del nostro pianeta e l’apparizione della vita sulla terra… ma è una storia vera, la storia di tutti noi. Ci parla del tempo, della materia, della nascita, dell’amore e della morte. Gli animali sono i protagonisti principali di questa Genesi fiammeggiante moderna e senza tempo. Dopo sei anni passati sul film, ecco la seconda opera degli scrittori –registi di Microcosmos. E in ordine di apparizione sullo schermo… Crescita dei cristalli di vitamina C Il fiume di vita degli spermatozoi Il feto umano nella sua placenta L’ameba La medusa Il perioftalmo, un pesce che cammina La rana toro che esce dal fango Le rane rosse del Madagascar La testuggine gigante delle Galàpagos La gara della lucertola dal collare Il combattimento dei camaleonti pantera La lotta delle iguane marine La stretta dei rospi I ragni dalle gambe lunghe (opilionidi) La danza d’amore dei cavallucci marini I granchi violinisti Gli inseparabili La nascita dello struzzo La rana cornuta d’Argentina Il serpente mangiatore di uova Il pesce pescatore (antennaridi) Ombre cinesi : Vic Neldo e Tara 3 INTERVISTA CON CLAUDE NURIDSANY E MARIE PÉRENNOU Il successo internazionale di Microcosmos deve avervi incoraggiati ad intraprendere una nuova avventura… Nei vari paesi in cui è stato presentato, siamo stati soddisfatti dalla reazione del pubblico. Le loro domande non vertevano tanto sul nome di quest’insetto o di quell’altro ma sull’andatura di un film che fa appello al mondo dell’infanzia e ci interroga sulla relatività della nostra esistenza. Il pubblico ha mostrato un interesse reale per questo mondo parallelo e sconosciuto che si trova all’altezza dei suoi piedi, in un pezzetto di prato, un piccolo mondo che è una sorta di riflesso dell’universo in miniatura. Questo successo ci ha portato a viaggiare molto, così non avevamo molto tempo per pensare ad un nuovo progetto. L’unica cosa di cui eravamo certi e che non ci sarebbe stato un sequel di Microcosmos. Per un certo periodo abbiamo considerato l’idea di una sorta di fantasticheria sulla vita che tentasse di rispondere a tutte le domande sull’universo, la nostra esistenza ed il nostro rapporto con il mondo, domande poste in alcuni casi in maniera infantile. Il soggetto di Microcosmos era contenuto in un pezzetto di prato; qui il tema è infinitamente più vasto. Sì, abbiamo girato il binocolo nell’altro senso. Ma il principio, fondamentalmente, è lo stesso. Abbiamo fatto in modo di cambiare il modo di guardare quelle cose apparentemente banali per riscoprirne l’incanto. Per esempio, cosa significa essere vivi? E’ così che avete avuto l’idea di raccontare la più bella delle storie, la creazione dell’Universo. Ognuno di noi ripete la genesi nella sua vita. Siamo nati esattamente come un giorno è nata la Vita. Cresciamo e moriamo in un modo del tutto simile all’evoluzione della specie nei millenni. Nel nostro lavoro abbiamo sempre cercato di mettere in evidenza una sorta di fratellanza o prossimità esistente tra il mondo animale e quello umano. Qui, utilizziamo di nuovo gli animali come nostri intermediari, ma questa volta avevamo anche bisogno di una presenza umana. La storia dell’Universo è raccontata da un poeta musicista africano. Volevamo incorporare i riferimenti ai miti fondamentali e alle leggende. Parafrasando Henri Michaux “non viviamo in un’epoca di miracoli,” diciamo che il mondo occidentale moderno non vive in un epoca di narratori. L’Africa, che è una terra di storie e leggende orali, la culla dell’umanità, rappresentata da un poeta musicista, è diventata la scelta più ovvia. Il linguaggio del narratore è pieno di immagini. È anche un po’ magico. La metafora è il linguaggio per eccellenza della narrazione. Le nozioni complesse dovevano essere tradotte in un linguaggio accessibile a tutti. Il linguaggio del narratore non è scientifico, né pomposo; utilizza la metafora per spiegare delle nozioni scientifiche. La cosa importane era non presentare il narratore come un “Signor So Tutto” o un insegnante che impartisce una lezione, ma piuttosto come un saggio che racconta ciò che sa sul Mondo, sull’Universo, sull’Uomo. Un uomo saggio che alle volte possiede l’innocenza di un bambino. 4 Parlando di fisica, Levi-Strauss ha scritto che “tra lo scienziato che, attraverso il calcolo, raggiunge una realtà inimmaginabile, e un pubblico affamato di comprendere qualcosa di questa realtà, le cui prove matematiche confutano tutti i campi dell’intuizione e dei sentimenti, il pensiero mitico diventa un intermediario, l’unico mezzo con cui il fisico può comunicare con i non fisici. Stranamente, è questo dialogo con la scienza a rendere nuovamente attuale il pensiero mitico”. Il narratore è un complice con il quale gli spettatori si possono identificare, portandoli a pensare alla loro vita. Sì, su ciò che rappresenta la loro venuta al mondo, la loro vita e il loro destino. Uno dei maggiori obiettivi del film era integrare l’aspetto umano, l’uomo, il pubblico, in una sorta di girotondo con gli animali ma anche con l’universo, gli atomi e la materia. Questo narratore ci racconta una storia, come quando eravamo bambini. Ci illumina rispetto al posto che occupiamo in relazione ai i nostri antenati, alle nostri origini, ai legami che abbiamo stretto con il mondo. Il narratore evoca il processo vitale quando dice “è una forma in lotta contro il tempo; nonostante la legge universale che spinge tutte le cose organizzate verso il caos, questo resta sempre uguale sebbene la materia di cui è fatto si rinnovi costantemente”. La vita possiede la particolarità di essere una specie di collezione di atomi che, invece di deteriorarsi con il tempo, “va contro la natura del tempo”. Il tempo va verso il deterioramento e il disordine mentre la vita va contro il tempo, nella direzione opposta. Uno spermatozoo e un ovulo si uniscono e da questo piccolissimo evento nascerà, nel corso delle settimane e degli anni a venire, una struttura straordinariamente complessa. La vita cresce e si abbellisce mentre tutto il resto si muove verso il più grande disordine. Ma non possiamo schivare all’infinito i colpi e le stoccate del tempo. Ad un certo punto la vita inizia a cedere, si sottomette alla legge comune della materia, la seconda legge della termodinamica. Crolla, si deteriora, e poi il grande ciclo continua. Cos’è che ci rende vivi? La vita è un momento in cui cerchiamo di sfuggire la legge del grande caos. Nel film cerchiamo di far sentire che la materia animata funziona in maniera diametralmente opposta alla cosiddetta materia inanimata. Sullo schermo avvengono delle trasformazioni stupefacenti. Quella specie di pesce con le gambe per esempio, il primo animale acquatico ad uscire dall’acqua per vivere sulla terra. È una specie di nostro antenato! Filmare il perioftalmide è stato molto interessante. In effetti assomiglia a quella specie di pesce che cammina che, in epoca preistorica, ha iniziato a sviluppare delle pinne più strutturate per potersi issare fuori dalle lagune che si stavano asciugando. Per fortuna oggi ci sono ancora degli animali il cui comportamento e il modo di muoversi ricordano in maniera molto convincente i pionieri che hanno conquistato la terra ferma. Con l’Uomo inizia la ricerca di un senso, inizia a porsi delle domande. Esatto, ma questo non è un film didattico. Il poeta musicista inizia con una domanda: “Sono nato il giorno in cui mia madre mi ha dato alla luce? O la notte in cui i miei genitori hanno fatto l’amore? E prima di allora dove era dispersa questa galassia di miliardi di miliardi di miliardi di atomi che sarebbe diventata me stesso? In quale pianta, quale roccia, quale animale sono migrati prima di ritrovarsi in me?” Abbiamo fatto affidamento su delle conoscenze scientifiche per trasformarle in una sorta di mitologia moderna. Nella storia metaforica dell’universo, il suo potere sull’immaginario dello spettatore può avere un ruolo simbolico, continuando sempre a mantenere il suo 5 carattere realistico. Volevamo ridare incanto a una scienza che può alimentare l’immaginario collettivo con delle immagini tanto potenti quanto quelle veicolate dai miti, come la Terra vista dallo spazio o un feto umano nel grembo di una madre ecc. La dimensione fantastica ci porta molto al di là del tradizionale documentario sulla natura. Qui abbiamo a che fare con una saga straordinaria… Gli animali intervengono con tutta la loro forza espressiva come personaggi pittoreschi e fantastici di questo grande racconto sul mondo e sulle creature viventi. L’ameba microscopica che racconta i primi balbettii della Vita appare come una creatura senza forma capace di assumere qualsiasi aspetto. Una promessa per tutti gli esseri a venire. Il serpente che mangia le uova dell’Africa del Sud, le cui mascelle riescono ad dilatarsi smisuratamente per ingoiare un uovo – l’uovo che è, anch’esso, l’immagine mitologica del mondo in miniatura – è una metafora della vita che si nutre di vita. Per rappresentare la “predazione” volevamo evitare di ridurre l’animale alla sua pretesa bestialità. Il combattimento cavalleresco delle iguana marine delle Galapagos fa rivivere l’era dei draghi, quando i rettili governavano la terra. “la Vita è cannibale”, afferma il poeta musicista. Abbiamo fatto ricorso a un prestigiatore, un “modellatore di ombre”, per animare una scena di ombre cinesi. Mimando gli animali con le mani, aggiunge un tocco di ironia nella presentazione dei predatori. Allo stesso modo, la ranocchia grande che divora una ranocchia piccola rappresenta l’orco delle favole. La musica sottolinea quest’idea. Alcune immagini, come la danza lasciva dei cavallucci marini, ci danno l’impressione di assistere al primo corteggiamento della storia del mondo. All’inizio, la vita esisteva solo nella forma di organismi unicellulari che si dividevano. C’è voluto del tempo per fare in modo che, prima le cellule si fondessero invece di dividersi, e poi per far si che uno più uno facesse tre. Eppure, anche nel periodo della monocellula esisteva l’amore, o la sessualità. Due esseri si incontravano e mischiavano i loro geni. Invece di avere un individuo che produceva un essere identico a se stesso, la vita ha fatto nascere un incredibile varietà di piante, animali e uomini. Tra le tante scene spettacolari, ci sono incredibili scene di ragni che si accoppiano, rane in parata d’amore, granchi con la corazza da samurai che combattono per i begli occhi della loro amata! Tra gli animali, il combattimento certe volte fa parte della parata d’amore. Non ci sono uccisioni, ma solo un po’ di spacconate per intimidire il rivale. Tra i ragni dalle gambe lunghe, il romantico chassé-croisé tra il maschio e la femmina può durare ore. C’è una grande attrazione reciproca e molta paura dell’altro soprattutto tra i maschi, perché la femmina tesse la tela per cacciare e il maschio deve farsi riconoscere per non essere scambiato per una preda. In questo caso specifico, possiamo osservare un’evoluzione psicologica in un animale che non possiede più di qualche decina di milioni di neuroni. Con questo tipo di immagini, il nostro intento era quello di incoraggiare il legame carnale tra il mondo animale e quello umano, senza cadere nell’antropomorfismo. Non abbiamo messo dei cuoricini che circondano i ragni quando si avvicinano l’uno all’altro. Per queste scene di “gioco d’amore”, abbiamo preferito utilizzare ragni e rane. Proprio perché se ci può essere empatia con animali ai quali non ci sentiamo molto vicini, allora quest’empatia sarà la più sconcertante e profonda possibile, e non superficiale come sarebbe stato con animali più “alla moda”. Con questa scelta speriamo di creare uno slancio fraterno nella 6 mente degli spettatori, e forse penseranno: “Alla fine, non sono poi tanto diverso da queste bestiole che ho sempre guardato storto.” Perché ognuno di noi ha vissuto la storia delle Genesi in “fast motion”. Sì, perché una volta siamo stati tutti una specie di ranocchia nell’acquario elastico e rotondo della pancia di nostra madre. Per un breve momento, all’inizio della nostra esistenza, abbiamo avuto delle branchie, delle dita palmate come i pesci e diversi reni lungo tutto il corpo alla stessa stregua degli animali segmentati, come se, nel liquido amniotico, l’intera storia dell’evoluzione venisse ricapitolata velocemente. Parte della nostra eredità genetica è comune ad ogni altro essere vivente. Esprimiamo questo concetto mostrando le immagini di un pulcino, un piccolo coccodrillo e dei piccoli esseri umani, che il narratore descrive come “dei piccoli fagioli”. Si assomigliano tutti incredibilmente. Come avete fatto a filmare l’inizio dell’Universo? Non potevate mica fare una spedizione indietro nel tempo! Per le scene degli inizi della terra, ad esempio, abbiamo fatto una trasposizione con dei frammenti di realtà fuori scala. Per esempio, filmando una sezione di un metro delle cascate in Islanda ad una velocità molto elevata, le piccole increspature sembrano onde enormi e la pioggia una tempesta terribile. Ci sembrava importante non usare mai immagini digitali ma solo elementi naturali, mulinelli, sabbia, fumo, e bolle di sapone, perché l’aspetto imprevedibile della materia è molto più sorprendente e gli conferisce un tocco poetico. Per la scena dei titoli di testa, abbiamo semplicemente filmato della vitamina C nell’acqua che quando evapora forma dei microcristalli. Questi cristalli che si formano davanti ai nostri occhi, ripresi con un sistema di fermo immagini successive attraverso un microscopio con una luce polarizzata su sfondo nero, ci ha permesso di dare vita ed un vero effetto cosmico. È impossibili parlare della vita senza evocare la morte. Per illustrare la fine della vita, abbiamo scelto la metafora di una bolla di sapone piena di fumo che, quando scoppia, si dissolve nell’aria come la materia di un essere vivente si disperde nello spazio. Abbiamo preso quest’idea dalle “vanità” dei dipinti di natura morta del XVII secolo in cui gli oggetti venivano disposti in maniera da suggerire la transitorietà e l’incertezza della vita: bolle di sapone, un pezzo di frutta, un fiore appassito, il fumo che sale da un esile candela. Avete strutturato il vostro film usando diverse fonti di ispirazione, la scienza, la natura, la pittura… E anche i film. L’idea per il breve interludio con gli isolotti di schiuma tra le diverse sequenze del “gioco dell’amore” ci è venuta da uno dei nostri film preferiti, La Ronde (La Ronde, il piacere e l’amore) di Max Ophuls, dove un personaggio su una giostra ci trasporta in ogni nuovo episodio. Le meraviglie della natura, gli animali e le piante sono gli attori del vostro spettacolo. Come avete fatto a dirigere un cast del genere? Abbiamo passato più di due anni a preparare questo film, così abbiamo avuto molto tempo per fare delle “audizioni” le reazioni degli animali sono spesso sconcertanti. Devi fare molta attenzione. Alcuni non sopportano il calore delle luci, altri sono molto timidi. Abbiamo dovuto aspettare due mesi prima di poter filmare una scena di seduzione tra due cavallucci marini. Abbiamo dovuto viaggiare per riprenderne altri, come gli iguana marini delle Galapagos, che sono mostri preistorici virtuali. Avvicinarci a questi animali ci ha 7 affascinato. Un’ameba è tanto perfetta e straordinaria nella sua concezione quanto un essere umano, che è considerato la specie più evoluta. Entrambi rappresentano un intero universo e lungi da noi dire quale sia il più riuscito. Genesis mostra lo stesso senso dell’umorismo che aveva aggiunto tanto fascino a Microcosmos. La scena della pescatrice ad esempio. Ci siamo sentiti come dei bambini mentre riprendevamo la pescatrice a Bali, con la sua testa da clown. Nascosta tra i coralli, ha una lisca morbida sulla schiena con un pezzetto di pelle che lancia fuori dal suo nascondiglio, come una canna da pesca con un esca. Un pesce che pesca: i ruoli sono invertiti! La colonna sonora del film prende parte alla narrazione. Genesis è una commedia musicale, una commedia umana. Ogni movimento possiede il proprio colore sonoro. Abbiamo chiesto a Bruno Coulais e Laurent Quaglio, il compositore e il tecnico del suono di creare una fusione tra suono strumentali – suoni culturali, per intenderci meglio – e suoni naturali, in modo da aprire la visione del film su dei significati molteplici. Dovevamo creare un universo di suoni partendo dal nulla. Abbiamo dovuto giocare con l’immaginario del suono, ma in modo molto delicato, senza sottolineare alcun effetto. La sottigliezza stimola l’immaginazione mentre gli effetti sono sempre direzionali. Il suono non è mai del tutto realistico, offre un colore nuovo, un significato allusivo. Trasponendo suoni reali per creare la sorpresa, Laurent ha fatto un lavoro fantastico che non è mai fuori posto o aneddotico. Per esempio, volevamo intensificare diversi suoni per illustrare il progredire delle specie sulla terra. – l’evoluzione dei millepiedi, delle rane, dei camaleonti, ecc. – e per le immagini in cui il verde appare alla luce arrivando dal fogliame dei rami più alti. La colonna sonora estremamente sofisticata si muove dalla pura semplicità alla grande complessità, e raggiunge una grande apertura da un punto di vista spaziale. Bruno Coulais possiede una straordinaria immaginazione sonora. Si trova ugualmente a suo agio con un orchestra sinfonica, le percussioni, il suono di una macchina da scrivere, o una fisarmonica cinese giocattolo che suona solo due note. Bruno si è fatto coinvolgere molto nel progetto. Ci ha detto che ad ogni scena, immaginando come l’avremmo affrontata durante le riprese, si sentiva come se stesse superando un rito di passaggio. Abbiamo deciso di usare la fisarmonica (non la musette) quasi subito. È uno strumento molte espressivo, non dissimile dal respiro umano. È commovente, quotidiano e familiare. Offre un contrappunto di leggerezza al tema un po’ serio del film. Inoltre, Bruno lavora sul software cosa essenziale per lo scambio di idee tra compositore e regista. Ci permette di ascoltare una simulazione della musica molto prima che venga registrata dai musicisti e, anche se il suono è un pallido riflesso di un’orchestra vera e propria, è un’opportunità per il compositore e il regista di ascoltare le suggestioni musicali e, in caso di necessità, dargli un diverso orientamento. Tecnicamente, il film è sbalorditivo. Potete svelarci qualcuno dei vostri segreti? Alcune scene sono state girate in studio, da noi nell’ Aveyron, in un piccolo teatro costruito in proporzione alla taglia del nostro cast. In questo modo, potevamo controllare tutto: la luce, il riflesso dell’acqua, i dettagli di una scenografia in cui avevamo piantato ogni singolo filo d’erba. Abbiamo filmato utilizzando un sistema di Motion Control, progettato e costruito specificatamente per questo progetto, in maniera tale da poter ottenere un senso del movimento più fluido. Gli esterni sono stati più acrobatici, la telecamera alcune volta è stata posizionata in una canoa o in un elicottero con una testa girostabilizzata, per registrare immagini che sono alla base delle analogie formali tra l’infinitamente piccolo e la vastità dei grandi fiumi, i delta del Madagascar o il fenomeno vulcanico in Islanda. Il 8 narratore mette queste immagini in relazione con quelle dei vasi sanguigni di arborescenze simili. Allo stesso modo, nell’analogia tra l’embrione umano e l’embrione animale, abbiamo descritto la nostra vita acquatica nell’utero. Il poeta musicista crea delle bolle di sapone che diventano dei microbi, con il loro filo di fumo che si tramuta in una medusa. Volevamo condividere la bellezza che ci circonda, una bellezza che per noi è una fonte inestinguibile di ammirazione e meraviglia. Ci aiuta a vivere. Come avete fatto a filmare il feto? E quella incredibile scena della nascita di un pulcino vista da dentro l’uovo? Per due anni e mezzo, il Dr. Jean-Marc Levaillant ha filmato dei “provini di feti” per noi. Usando una macchina altamente sofisticata che permetteva di realizzare delle ecografie in 4D, il Dr. Levaillant era in grado di osservare dei comportamenti ancora sconosciuti. Per esempio, ha scoperto che un feto di due mesi riesce a camminare a quattro zampe nel liquido amniotico, mentre sua madre non riesce ancora a sentirlo muovere. Anche in questo caso, c’è un intero continente inesplorato. Abbiamo ottenuto le immagini dei pulcini grazie ai consigli dei ricercatori dell’ INRA e con delle telecamere equipaggiate di lenti e luci speciali. Il vostro film ci rende consapevoli che, facendo parte del mondo, lo stiamo creando e che ne siamo conseguentemente responsabili. Il poeta musicista afferma “Un giorno restituirò alla terra questa materia di cui sono fatto”… Proprio come fanno le stelle quando muoiono. Preferiamo aiutare gli altri a scoprire la bellezza del mondo, non ci consideriamo attivi nella protezione del pianeta e dei diritti degli animali, sebbene consideriamo essenziale questa causa. Vogliamo creare un sentimento di continuità tra l’uomo e gli animali, tra la vita e la cosiddetta materia inanimata. Una materia già “pregna” di vita, anche quando non è viva, perché possiede la potenzialità di far nascere una vita. C’è molto di noi negli animali, Lucrezio affermava che siamo tutti fatti di atomi, come le piante e gli animali, e formiamo una grande catena. Abbiamo iniziato con il concetto che la materia si trasforma dopo la morte. Le immagine del giaccio scolpito dalla natura, che, quando si scioglie scompare nell’acqua, rappresentano la fusione della forma individuale con il Tutto, l’Indistinto. Per il mondo vivente, abbiamo scelto le meduse per il modo elegante in cui svaniscono, evaporando al sole. Per noi esseri umani, il nostro corpo muore, ma la materia di cui siamo fatti si riunirà da qualche altra parte. Alla fine del film, vediamo un gran turbinio di uccelli e di pesci che si mescolano. La vita è rinata. Il sottotitolo riporta: “Essere vivi è tessere una storia da un inizio di cui non abbiamo memoria una fine di cui non sappiamo nulla…” Volevamo restare puramente materialisti. La materia è anche legata ai sogni, alla poesia, ai quesiti, e anche alla metafisica, poiché in questo grande ciclo di ricombinazioni successive, gli atomi creati subito dopo il Big Bang sono immortali e il loro numero resta invariato. Riciclandosi da essere a essere, si muovono dalla sabbia alle nuvole, per finire poi in un viso, e ritrovarli ancora in un fiume. Sembra una poesia sufita. In effetti siamo fatti della stessa pasta del mondo, delle stelle, delle nuvole e delle montagne. Condividiamo la stessa dignità regale del mondo. 9 CLAUDE NURIDSANY E MARIE PÉRENNOU Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU sono nati a Parigi e lavorano insieme sin dal 1969, anno in cui si sono laureati in biologia presso l’Università di Pierre e Marie Curie (Paris VI). Nel 1976, ottengono il premio NIÉPCE per un lavoro fotografico che ha avuto un ampio riscontro in Francia e all’estero. LIBRI 1975 1978 1980 1983 1988 1990 1996 1997 1999 2004: PHOTOGRAPHIER LA NATURE (Hachette) VOIR L'INVISIBLE (Hachette) INSECTE, in collaborazione con Jacques VÉRY e i bambini di Les Ulis (Éditions La Noria, nuova edizione 1990 di Éditions La Nacelle) LA PLANÈTE DES INSECTES (Arthaud) ÉLOGE DE L'HERBE (Adam Biro) MASQUES ET SIMULACRES (Éditions Du May) MICROCOSMOS (Éditions de La Martinière) LA MÉTAMORPHOSE DES FLEURS (Éditions de La Martinière) LE PAYS DE L'HERBE (Éditions de La Martinière) GENESIS (Éditions de La Martinière) TELEVISIONE 1986 1987 LES HABITANTS DU MIROIR (Film 16 mm, 26 min) LE JEU DE L'INSECTE ET DE LA FLEUR (Film 16 mm, 26 min) VOYAGE AU PAYS DE L'INVISIBLE (Film 16 mm, 26 min.) CINEMA 1996 MICROCOSMOS – MICROCOSMOS, IL POPOLO DELL’ERBA (Produzione Galatée Films) Selezione Ufficiale al Festival di Cannes 1996, Fuori Concorso. Premio per la Tecnica. 5 César 1997. 10 SOTIGUI KOUYATÉ (BIOGRAFIA) Sotigui KOUYATÉ è nato nel 1936 a Bamako (Mali) in una famiglia di poeti musicisti del Burkina Faso. I poeti musicisti, che sono la memoria del continente africano, utilizzano la tradizione orale per tramandare la storia della tribù di generazione in generazione. Sono i consiglieri dei re e dei capi tradizionali, maestri di cerimonie, mediatori e conciliatori tra le genti e le famiglie. Sono anche artisti, musicisti, danzatori e narratori. TEATRO LES NÈGRES di Jean Genet Claude RÉGY LA VOIX DU GRIOT Spettacolo - Sotigui KOUYATÉ LE MAHABHARATA Peter BROOK RITEJ Sotigui KOUYATÉ L’IVROGNE DANS LA BROUSSE di Amos Tutoila - Gilles ZAEPFFEL LA TEMPÊTE di W. Shakespeare Peter BROOK MOHA LE FOU, MOHA LE SAGE Tahar BEN JELLOUN LE VOYAGE DE BOUGAINVILLE Mad N’DIAYE L’HOMME QUI… Peter BROOK LES FLAMMES Peter BROOK QUI EST LÀ ? Peter BROOK JE SUIS UN PHÉNOMÈNE Peter BROOK ANTIGONE di Sophocles Sotigui KOUYATÉ LE COSTUME Peter BROOK LA TRAGÉDIE D’HAMLET Peter BROOK CINEMA F.V.V.A. TOULA LE COURAGE DES AUTRES JOURS DE TOURMENTE LE MÉDECIN DE GAFIRE L’ÉMIGRANT EDEN MISERIA MÉCOMPTES D’AUTEURS Y’A BON LES BLANCS MAMI WATA IL TE NEL DESERTO BLACK MIC-MAC DESCENTE AUX ENFERS LE MAHABHARATA L’AFRICANA GOLEM, L’ESPRIT DE L’EXIL PLACE DE LA RÉPUBLIQUE IP5 L’ISOLA DEI PACHIDERMI RUPTURES TOMBÉS DU CIEL WENDEMI di Mustapha ALASSANE di Mustapha ALASSANE di Christian RICARD di Paul OUMBARA di Diop MUSTAPHA di Sanou KOLLO di Christine LAURENT di Roger PIGAUT di Marco FERRERI di Moustapha DIOP di Bernardo BERTOLUCCI di Thomas GILOU di Francis GIROD di Peter BROOK di Margarethe VON TROTTA di Amos GITAI di Arnaud PETIT di Jean-Jacques BEINEIX di Christine CITTI di Philippe LIORET di Pierre YAMEOGO 11 À CRAN di Solange MARTIN LA PLANTE HUMAINE di Pierre HEBERT NINA di Claude MOURIÉRAS LE MAÎTRE DES ÉLÉPHANTS di Patrick GRANDPERRET RAINBOW POUR RIMBAUD di Jean TEULE LES NOMS N’HABITENT NULLE PART di Dominique LOREAU SALE GOSSE di Claude MOURIÉRAS APRÈS UNE NUIT DE PLUIE di Jacques DUBUISSON SARAKA BO di Denis AMAR LA GENÈSE di C. Oumar SISSOKO CIVILISÉES (id) di Randa CHAHAL LITTLE SÉNÉGAL di Rachid BOUCHAREB JIM LA NUIT di Bruno NUYTTEN THE TRUTH ABOUT CHARLIE (id) di Jonathan DEMME DIRTY PRETTY THINGS di Stephen FREARS SIA LE RÊVE DU PYTHON di Dani KOUYATÉ GATE TO HEAVEN di Veit HELMER GENESIS di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU TRAVAUX di Brigitte ROUAN 12 BRUNO COULAIS (compositore) CINEMA 1986 1988 1990 1992 1993 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2002 2004 (Selezione) QUI TROP EMBRASSE di Jacques DAVILA LA FEMME SECRÈTE di Sebastien GRALL ZANZIBAR di Christine PASCAL LA CAMPAGNE DE CICÉRON di Jacques DAVILA LES ÉQUILIBRISTES di Nico PAPATAKIS LE RETOUR DE CASANOVA ( IL RITORNO DI CASANOVA) di Edouard NIERMANS LE PETIT PRINCE A DIT di Christine PASCAL VIEILLE CANAILLE di Gérard JOURD’HUI SIMÉON di Euzhan PALCY WAATI di Souleymane CISSÉ ADULTÈRE (MODE D’EMPLOI) di Christine PASCAL MICROCOSMOS (MICROCOSMOS, IL POPOLO DELL’ERBA) di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU DON JUAN di Jacques WEBER SERIAL LOVER di James HUTH BELLE MAMAN di Gabriel AGHION HIMALAYA (HIMALAYA , L’INFANZIA DI UN CAPO) di Eric VALLI LA DÉBANDADE di Claude BERRI ÉPOUSE-MOI di Harriet MARIN SCÈNES DE CRIMES di Frédéric SCHOENDOERFFER LE LIBERTIN di Gabriel AGHION HARRISON’S FLOWERS (id) di Elie CHOURAQUI LES RIVIÈRES POURPRES (I FIOUMI DI PORPORA)di Mathieu KASSOVITZ UN ALLER SIMPLE di Laurent HEYNEMANN BELPHÉGOR (BELFAGOR, IL FANTASMA DEL LOUVRE) di Jean-Paul SALOMÉ LE PEUPLE MIGRATEUR (IL POPOLO MIGRATORE) di Jacques CLUZAUD, Michel DEBATS e Jacques PERRIN VIDOCQ (VIDOCQ, LA MASCHERA SENZA VOLTO) di PITOF LES CHORISTES di Christophe BARRATIER AGENTS SECRETS di Frédéric SCHOENDOERFFER GENESIS di Claude NURIDSANY e Marie PÉRENNOU TELEVISIONE “La Rivière Espérance” “Pardaillan” “Le Comte de Monte Cristo” “Balzac” “Les Parents terribles” as well as 14 titles di Laurent Heynemann since “Meurtres pour mémoire” 13 14 TITOLI DI TESTA Prodotto da Alain Sarde Con il Narratore: Sotigui Kouyaté E con, in ordine di apparizione: La nascita dei cristalli di Vitamina C Il fiume di spermatozoi della vita Il feto umano nelle sue bolle L’ameba La medusa Il perioftalmide, un pesce che cammina La rana toro che esce dal fango Le rane rosse del Madagascar Le tartarughe giganti delle Galapagos La gara delle lucertole col colletto La battaglia dei camaleonti - pantera Il confronto tra iguana marini I rospi che si accoppiano I ragni dalle gambe lunghe La danza d’amore dei cavallucci marini I granchi violino Gli inseparabili La nascita di un’ostrica. La rana cornuta argentina Il serpente mangiatore di uova La pescatrice Ombre cinesi: Vic Neldo e Tara FOTOGRAFIA Claude Nuridsany e Marie Pérennou William Lubtchansky: Il Narratore nella sua capanna Patrice Aubertel: Foreste e paesaggi marini in Madagascar, Mare in Bretagna, Uccelli in volo in Normandia Cyril Tricot: Riprese sottomarine dei banchi di pesce in Polinesia (HD-Cam) Desideriamo ringraziare il Dottor Jean-Marc Levaillant: Ginecologo – Ostetrico insegnate di medicina presso l’Università di Parigi 12 per le immagini delle ecografie in 4D dei feti umani. Aiuto registi: Nicolas Bodin, Amiel Emdin, Martin Abitbol Assistenti equipe operatori: Michel Monnaie, Samuel Delus Assistente al montaggio: Anne-Marie de Bourgies Location manager ad Aveyron: Jean-Marie Orlandini Amministratori di produzione: Valérie Arroyo, Tanh Nguyen RIPRESE PRESSO GLI STUDIOS ÉCLAIR A ÉPINAY-SUR-SEINE Primo assistente operatore: Irina Lubtchansky Assistente al suono: Benjamin Charier Capo elettricista: Jim Howe Elettricista: Pol Fourmois 15 Capo macchinista: André Atellian Macchinista: Christophe Surbier Costumi: Esther Marty-Kouyaté Scenografo: Jean-Baptiste Poirot Assistenti scenografo: Coyotte, Philippe Dufraisse Capo costruttore: Denis Gambs Carpentiere: Pierre Pernois Arredatore: Stéphane Le Lievre Location manager: Frédéric Sevestre Location manager d’interni: Sara Babin, Anne-Sophie Henry-Cavillon RIPRESE IN ISLANDA Guide: Bertrand Jouanne, The Icelandic Travel Company, Niels Vendelbjerg I nostri ringraziamenti a Marc Maillet (Le Comptoir d’Islande). Riprese aeree Pilota: Jon K. Björnsson Elicottero: Helicopter Service of Iceland RIPRESE IN MADAGASCAR Location manager: Armand Randrianarijoana, Tantely Randrianarijoana Riprese aeree Pilota: Yersin Racerlyn Elicottero: Madagascar Helicopter, Thierry Ranarivelo Pilota per la ricerca delle location: f Michel Louys Operatore James Swanson, Aerial Camera Systems France Desideriamo ringraziare per il loro aiuto: Il Ministero dell’Informazione, della Cultura e della Comunicazione, I Fonds de Soutien au Développement de la Création et de la Production Cinématographiques Nationales “TIASARY", Il Ministero degli Affari Esteri del Madagascar, Il Ministero dell’Ambiente del Madagascar come anche l’Ufficio Responsabile delle Acque e delle Foreste L’Ufficio dell’Ambiente naturale del Madagascar, con l’autorizzazione di ANGAP, Gestore delle Riserve e dei Parchi Nazionali del Madagascar, André Peyriéras, la sua famiglia e tutto il personale della Fattoria di Mandraka, Jean-Jacques Petter (+) e Arlette Petter, Jean de Heaulme, Claire de Heaulme e Philippe de Heaulme, Società Turistica e Alberghiera del Madagascar, Achille Lecacheur e Mr Thierry Dejardins, Jean-Claude Izouard –Hotel Vakona a Andasibé, Il Centro Culturale Albert Camus di Antananarivo, L’Hôtel de France a Antananarivo, Soa Cottarel al Résidence du Pain de Sucre a Antsiranana, così come tutto lo staff dell’hotel“Congo" a Antsiranana, La S.C.A.C. (transitario Madagascar), Filminger (transitario Francia). RIPRESE NELLE GALAPAGOS (ECUADOR) 16 Guida: John Madunich Desideriamo ringraziare per il loro aiuto: La Presidenza della Repubblica dell’Ecuador, il Parco Nazionale delle Galapagos, Eliecer Cruz e Felipe Cruz, Diego Bonilla Urbina, Fabian Oviedo, Il Centro Ricerche Charles Darwin alla UNESCO, Francesco Bandarin, Direttore del Patrimonio Mondiale, Natarajan Ishwaran, Direttore aggiunto del Patrimonio Mondiale, il Ministero di Economia e Finanza ecuadoriano, Il consolato ecuadoriano a Parigi, Felipe de La Torre (Quasar Nautica), Martha Garcia (Advantage Travel), Guy Dhuit, il Dottor Guy Coppois, della Libera Università di Bruxelles , Jacqueline de Roy e Tui de Roy, Monica Moreira, Lorena Barba, German Ortega, Lo staff dell’ Hotel Silberstein a Puerto Ayora, Sonetrans (transitario Francia), Il consulente scientifico per le riprese in Madagascar e nelle Galapagos: Roland Albignac. RIPRESE IN POLINESIA Sommozzatore addetto alla sicurezza/ responsabile illuminazione sottomarina Yann Hubert Assistente sommozzatore Jean-Jacques Gandy Preparazione materiale subacqueo: Eau Sea Bleue, Extrem’ Vision Ideatori ottici subacquei: Francois Laurent, Stéphane Gouverneur Consulenti scientifici: Laurent Ballesta, Pierre Descamp I nostri ringraziamenti a: Gie Tahiti Tourisme, Air Tahiti Nui, Fujinon, Bogard, Sony, Mares/Htm Sport, Nikon, Ulrich Blattmann, Franck Bolle, Michel Chomyez, Cyril Vivien, Didier Bogard, Franck Chaudron, Marco Tallia, Nello Zoppé, Sylvie Borrell, Cecile Calas. Ideazione e realizzazione del Motion control (Riprese nell’ Aveyron): Frédéric Costa (FJM) Computer: Bernard Ricon Post-sincronizazione: Marion Lorthioir Rumorista: Laurent Levy Assistente effetti sonori: Judith Guittier Effetti sonori e post-sincronizzazione: Eric Ferret Assistente al missaggio: Armelle Mahé Registrazioni Auditorium: Yannick Boulot, Philippe Dongé 17 Consulente DTS: Frédéric Cattoni Consulente Dolby: Francis Perréard Ufficio stampa: Etienne Lerbret, Agence Personality, MUSICA Musica composta e orchestrata da Bruno Coulais © 2004 Madoro Music – Sony /ATV Music publishing Produzione: Paul Lavergne per Madoro Music © 2004 Madoro Music – Sony /ATV Music publishing con il supporto del “Fonds d’action SACEM” registrazione e missaggio: Didier Lizé Studios Claudia Sound, Studios Davout, Studios Guillaume Tell (Francia), Studio 1 Bulgarian National Radio Sofia (Bulgaria) Supervisore alle musiche: Slim Pezin Protool: Maxime Lefevre, Stéphane Briand, Pierre Brien Assistente: Michel Peneau Percussioni e batterie: Marc Chantereau, Christophe Lavergne Pianoforte e clavicembalo: Florent Boffard Fisarmonica: Roland Romanelli Voci: Marie Kobayashi, Chantal Eyenga-Ayissi. Violoncello: Jean Philippe Audin Quartetto d’archi: Christophe Guiot, Laurent Philipp, Françoise Gnéri, Jean Philippe Audin Orchestra sinfonica: Bulgarian Symphony Orchestra - SIF 309, diretta da Deyan Pavlov Fanfara: Band Big Band della Radio Nazionale Bulgara, diretta da Yanko Miladinov Coro infantile diretto da Liliana Botcheva Colonna sonora disponibile su Virgin records. Canzone “Nandi"composta e interpretata da Sotigui Kouyaté RINGRAZIAMENTI: Maître Jacques-Georges Bitoun, Anne Caroff, Leica Microsystèmes, Jean-Pierre Lebahar, Luc Fougeirol della Fattoria dei Coccodrilli a Pierrelatte, Guy Brugerolle, Laboratoire de Biologie des Protistes di Clermont-Ferrand, Les usines de Saint-Gobain Pam a Pont-à-Mousson, Jean Mortelmans, Frank Matlak, Jean-Pierre Brillard, Florence Batellier dell’INRA Centro Ricerche di Tours, Station de Recherche Avicole, Devauchelle, Limier, Brosse, INRA – CNRS a Saint-Christol-lès-Alès, 18 François “Pancho” Gouygou (Reptiland) a Martel , Rafi Toumayan: Consulenza e assistenza per il serpente mangia-uova, Daniel Huet (Acquario), Dominique Faucher (Techni-Ciné-Phot), Sophie e Daniel Frank (Fattoria delle Ostriche di Montegut), Robert Jarry e il Club Ornitologico Rouergue, Il Dottor Daniel Zarca, Luc Gomel: Curatore del Museo di Storia Naturale di Nîmes, Yves e Kathleen Paccalet, Christian Bernard, Henri e Marie-Thérèse Laurens, Denis Poracchia, Pascal e Dominique Arnaud, Il professor Alain Dubois, Il Museo Nazionale di Storia Naturale, Christine e Jérome Détienne, Yves Angoy, Michel Fauré e Olivier Réchou, Jean Costes a Paulhe. Effetti visivi ottici: Denis Coq, Franck Ferrari. Effetti digitali ottici: produzione: Joyce Menger Computer grafica: Ronald Boullet, Claire Cuinier, Thierry Flament. Digitalizzazione e supervisione alla registrazione:Gérard Soirant Coordinamento: Odile Beraud Direttore di produzione: Olivier Chiavassa Verificatori di pesi e misure: Frédéric Casnin, Alain Guarda Effetti visivi digitali: supervisore effetti visivi: François Vagnon produzione effetti speciali: Luc Augereau, Christian Guillon coordinatori effetti speciali: Alexandre Bon, Bérengère Dominguez Grafici 2D: Christelle Doebele, Mathilde Germi Gestione delle immagini: Basile Maffone, Julien Pacaud, Jean-Christophe Sanchez Studios: Éclair Studios Montaggio e Auditorium: Les Auditoriums de Joinville Pellicola: Kodak Telecamera e equipaggiamento: Panavision Alga, Techni Cinephot, Cinecam Equipaggiamento sonoro: Société Dinosaures Equipaggiamento elettrico: Transpalux Materiale montaggio video: Duran Duboi Services Ritocchi: DCA Titoli di testa e di coda: Microfilms Veicoli tecnici: Car Grip Assicurazione: Marsh Distribuzione evendite internazionali: STUDIOCANAL © Les Films Alain Sarde Les Films de la Véranda – R.T.I. Visa d’exploitation n° 100884 Tutti i diritti riservati Depositato 2004 19 20