moxa, il fuoco che guarisce - Tui

Transcript

moxa, il fuoco che guarisce - Tui
MOXA, IL FUOCO CHE GUARISCE
Tratto da: http://www.chinalink.it
Tecniche di Medicina Tradizionale Cinese – Moxa
di Laura Ciminelli - Lumen, ottobre-novembre 2009
Il fuoco che guarisce, rigenera, allevia e ristora; il calore dolce e
penetrante sprigionato da un’erba umile e comune, l’Artemisia,
che si diffonde nel corpo riattivando e riequilibrando l’energia:
ecco la Moxa, uno strumento terapeutico prezioso e versatile,
spesso ingiustamente sottovalutato in favore dell’Agopuntura,
“punta di diamante” della medicina tradizionale cinese, alla quale
entrambi i metodi appartengono a pieno titolo: Agopuntura e
Moxa infatti vanno sempre insieme, persino nel nome, in cinese
non esiste la parola “Agopuntura” separata dalla parola “Moxa”.
I principi che informano le due metodiche sono gli stessi: si
ricerca il riequilibrio Yin-Yang dell’organismo attraverso l’azione
su particolari punti posti lungo il percorso dei Meridiani
energetici.
Ma mentre l’Agopuntura richiede speciali competenze ed abilità
manuali, semplici metodi di Moxa si possono apprendere anche
in tempi brevi ed applicare in casa, su se stessi e i propri cari per curare una lunghissima serie di piccoli e
grandi disturbi, tra i quali l’ipertensione, l’insonnia, i disturbi urinari, la stipsi, i dolori mestruali, i dolori
articolari… per i problemi di stomaco dei bambini, per rafforzare la difesa immunitaria, per tonificare e
idratare la pelle del viso ed eliminare piccole macchie cutanee, per trattare dermatomicosi e verruche e
persino per raddrizzare la posizione podalica del feto in gravidanza.
Allora vediamo un po’ più da vicino la storia e le caratteristiche di questa straordinaria risorsa della
medicina naturale.
Le origini della terapia di Moxa si perdono nel tempo e sembrano provenire dalla Cina del Nord.
La prima testimonianza scritta si trova nel “Chun Qiu Zuo Chuan” (Annali di Primavere ed Autunni, note su
Zuo- 581 a.C.). La parola “Moxa” ci viene dalla lingua giapponese, mentre in lingua cinese Moxa si dice “jiu”
e si scrive:
L’ideogramma “jiu” è formato da due componenti, superiore e inferiore:
la componente inferiore significa “calore, fuoco”.
Quindi il significato letterale è “calore di lunga durata”: infatti il tempo di applicazione è piuttosto lungo e
il materiale utilizzato consente una combustione lenta e prolungata; ma il significato implicito è anche
quello di malattia “lunga”, nel senso che la terapia si adatta specialmente alla cura di patologie croniche e
di vecchia data, e quello di effetto duraturo, persistente nel tempo.
La terapia di Moxa consiste nell’applicazione del calore prodotto dalla combustione dell’erba Artemisia a
contatto o in prossimità degli agopunti dei Meridiani. Secondo la medicina tradizionale cinese, i
meccanismi d’azione della Moxa si possono riassumere come segue:

Rscaldamento dei Meridiani e dispersione del freddo, regolazione del Qi e del Sangue: cura i
disturbi legati alla penetrazione del vento freddo, i dolori articolari causati dal freddo all’interno
dei Meridiani che ne blocca la circolazione energetica.

Riscaldamento degli organi interni, dispersione del freddo e azione analgesica: cura le “sindromi di
insufficienza Yang”, quando l’eccesso di freddo interno provoca stasi circolatoria e dolore.

Effetto antishock e rianimazione.

Forte tonificazione del Qi e dello Yang: per prolassi, ptosi, alcune forme di metrorragia.

Regolazione del “Qi ribelle”: per curare il vomito, la nausea, la tosse, corrispondenti a movimenti
contrari dell’energia del Polmone e dello Stomaco.

Azione antiedematosa, cicatrizzante e disinfettante: per varie forme di ascessi cutanei.

Azione preventiva e di rafforzamento della difesa immunitaria.
L’erba Artemisia (in cinese “Ai”) è utilizzata per la Moxa da millenni.
Raccolte a giugno, quando sviluppano la caratteristica lanuggine, le foglie vengono essiccate e lavorate per
confezionare piccoli coni o sigari; la combustione avviene senza fiamma e sviluppa un intenso calore da
500 a 600° a spettro infrarosso.
Tra i vantaggi dell’Artemisia c’è anche quello di essere un’erba molto diffusa e poco cara.
Esistono diverse forme di utilizzo dell’erba Artemisia, le più importanti sono il sigaro, il cono e l’ago
riscaldato.
Vediamo in questo post le tecniche di applicazioni più diffuse di questa antica pratica cinese per il
benessere.
1) Il sigaro di Moxa
Il sigaro di Moxa è lungo circa 20 cm, si compra in confezioni da 10 coni al costo di circa 5 euro.
Le tecniche di applicazione del sigaro sono diverse: quella più comune consiste nell’accendere il sigaro ad
una estremità ed avvicinarlo al punto da trattare, ad una distanza di 2-3 c..
Il paziente deve avvertire il calore e quando questo diventa troppo intenso, deve avvisare il terapista che
provvederà ad allontanare un po’ il sigaro dalla pelle, questa operazione si ripeterà per 3 – 5 minuti su ogni
punto. Una volta finito il trattamento, il sigaro si può spegnere bagnandolo leggermente in acqua oppure
inserendolo in appositi “porta-sigari” metallici di forma circolare, il sigaro si spegne per mancanza d’aria e
può essere riutilizzato.
2) il cono di Moxa
Il cono di Moxa si confeziona manualmente a partire dall’erba essiccata che si trova in commercio.
Può essere piccolo, medio o grande a seconda della parte del corpo sulla quale deve essere applicato.
In pratica il cono si posiziona a diretto contatto con la pelle, si accende ad una estremità e brucia finché il
calore avvertito dal paziente non è troppo forte, a questo punto il paziente avvertirà il terapista che
provvederà a togliere il cono ed a sostituirlo con un altro.
Di solito questa operazione si fa a mano, ma si possono anche usare delle pinzette. La terapia può
prevedere l’applicazione dai 5 coni in sù. Questo metodo è meno consigliabile del sigaro per
i principianti, perché una disattenzione può provocare piccole ustioni.
Per correre meno rischi si può interporre un supporto tra la pelle e il cono di Moxa: le sostanze utilizzate
come supporto sono moltissime, ma le principali sono zenzero, aglio e sale.
Le qualità dell’erba penetrano in profondità unite al calore del fuoco, che ne rafforza l’effetto terapeutico.
Lo zenzero fresco si trova abbastanza facilmente nei mercati alimentari; secondo la fitoterapia cinese
possiede una natura calda ed un sapore piccante, ha azione riscaldante, diaforetica, antiemetica e
antitossigena.
Per potenziare le sue azioni attraverso il calore sprigionato dalla Moxa, si taglia la radice fresca di zenzero a
fettine da 3 a 5 mm; si bucherella poi con uno stecchino; si pone sul punto da trattare e vi si appoggia
sopra il cono di Moxa.
Quando il paziente lamenta il bruciore, si solleva e si riabbassa il tutto, questa operazione si ripete da 18 a
36 volte. Di solito per ogni punto si utilizzano 5 coni. L’effetto riscaldante dello zenzero si aggiunge a
quello della Moxa ed è indicato per trattare tutte le patologie dovute al freddo.
La stessa procedura si segue per l’applicazione della Moxa con aglio.
L’aglio ha azione antiedematosa e antinfettiva, inoltre ammorbidisce e dissolve noduli e indurimenti; è
indicato in molti casi di irritazioni della pelle, purché non vi siano escoriazioni: punture di insetti, pustole,
ascessi, verruche; in generale tutti i gonfiori, come noduli mammari, cisti tendinee e lipomi, sempre in
assenza di escoriazioni.
Il sale fino si usa solo sull’ombelico: si riempie l’ombelico di sale e vi si appone sopra il cono.
Chiamato “la porta della vita”, l’ombelico si tratta per risvegliare da stati di shock e in generale per stati di
estrema debolezza, diarrea acuta, vomito acuto, forti dolori addominali da freddo.
Altre sostanze utilizzabili sono teoricamente tutte le erbe cinesi, quindi estremamente varie e numerose.
Alcuni esempi: la cipolla, utilizzata per stimolare la circolazione e disperdere il freddo; l’Aconitum Fuzi,
forte tonico dello Yang; e molte altre.
3) l’ago riscaldato
Si riscalda l’ago bruciando una piccola porzione di sigaro di artemisia posta nel manico dell’ago.
Esistono apposite confezioni di piccoli cilindri di artemisia atti a questo uso. Coloro che hanno avuto
l’opportunità di visitare i reparti ospedalieri di Agopuntura in Cina, avranno notato la forte presenza della
Moxa: questo metodo infatti è utilizzato ampiamente per trattare i dolori localizzati ed i reumatismi.
Come abbiamo visto da questo breve excursus la Moxa rappresenta una risorsa fondamentale della
medicina tradizionale cinese e trova applicazione in una vasta gamma di patologie.
E’ controindicata in caso di forti febbri e in generale nelle patologie dovute al Calore in eccesso.
La Moxa sprigiona un acre odore, questo può risultare fastidioso specialmente se lo studio è arredato con
ampi tendaggi, che possono facilmente assorbirlo. Tuttavia bisogna considerare che il fumo di Moxa non è
nocivo per le vie respiratorie ed ha l’effetto di purificare l’ambiente e scacciare zanzare e insetti, si tratta
quindi di un disagio minimo in paragone agli effetti benefici del trattamento ed in definitiva possiamo dire
che in questo caso… il fumo vale la candela!