L`albero dai fiori lillà

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L`albero dai fiori lillà
L'alberello dai fiori lillà
Tratto da: “il drago del vulcano” di Mario Lodi. Ed giunti junior
C'era una volta un paese in mezzo a un grande parco. Nel parco, nascosta tra gli alberi,
c'era la scuola. E in quella scuola c'era una maestra che fin da bambina, curiosa di tutto,
leggeva non solo i libri, ma anche le strade, i palazzi, gli alberi. Guardava le cose e capiva
le loro storie. E ora voleva insegnare ai suoi scolari a fare altrettanto.
Il primo giorno di scuola disse: «Oggi andiamo a leggere le storie delle cose».
Entrati nel parco invitò i bambini a osservare, ascoltare e leggere il libro della natura.
«Come si fa?» domandò un bambino.
E lei rispose: «Io ora sto leggendo i colori dei fiori di quell'aiuola e ognuno mi dice
qualcosa: le rose bianche mi dicono: ti ricordi la neve...?"
«I garofani rossi sembrano un fuoco» disse. Maria Chiara.
«E le margheritone gialle sono tanti soli» disse un altro.
Era come un gioco e subito i bambini vi parteciparono: scoprirono che il vento aveva una
voce e sussurrava tra le foglie, che 1'acqua della fontanella rideva e nel parco c'era
l'orchestra degli uccelli che cantavano danzando nel cielo.
Davanti a un alberello dai fiori lillà sentirono la sua voce che raccontava: «lo sono un
albero felice perchè sono amico delle farfalle e degli uccelli e ho tanto cielo intorno dove
posso allungare le mie braccia e giocare con la luce».
“è fantastico," disse Maria Chiara "un albero che parla! Portiamolo a scuola, nell' aula
grande che è vuota!»
«lo però ho bisogno di luce» disse 1'albero dai fiori lillà.
«Ti metteremo in un vaso grande, vicino alla vetrata dell' ingresso» proposero i bambini.
«Ho bisogno di acqua.»
«Ti innaffieremo noi, tutti i giorni! Vieni?» L'albero taceva.
«Se tace vuoI dire che accetta» disse Maria Chiara rivolta alla maestra.
E fu così che 1'alberello dai fiori lillà cambiò casa.
I bambini lo dissero al giardiniere, il giardiniere chiese il permesso al sindaco, poi scavò la
terra intorno alle radici e trapiantò l'alberello dai fiori lillà in un grande vaso pieno di terra,
nel salone della scuola.
Maria Chiara e i suoi compagni erano felici. Ogni giorno annaffiavano la terra del vaso e
parlavano all' alberello. E lui mostrava le sue belle foglie e poi i frutti, che lasciò cadere ai
suoi piedi. Maria Chiara voleva raccoglierli e buttarli nella pattumiera, ma l'alberello le
disse: «Cosa fai?».
«Pulisco la terra e butto via i tuoi rifiuti.»
Disse allora l'alberello: «I miei frutti non sono rifiuti, noi non buttiamo via nulla. Li
riutilizziamo come cibo, non facciamo come voi che lasciate montagne di immondizie
dappertutto».
I bambini ascoltarono in silenzio.
«Ci ha dato una bella lezione!» disse la maestra.
Venne l'estate e dopo le vacanze i bambini tornarono a scuola e trovarono l'alberello triste.
«Perchè sei triste?» gli chiesero.
Disse l'alberello: «Perchè mi mancano tante cose» .
«Se ci dici cosa vuoi, noi te le daremo» disse Maria Chiara.
«Ho bisogno ogni mattina di sentire il canto degli uccelli» disse l'alberello.
«Apriremo le finestra, così li sentirai!»
" E poi?"
"Di notte vorrei vedere la luce della luna e delle stelle... vorrei sentire il canto della pioggia
e la carezza del vento che mi fa danzare e porta via i baci dei miei fiori... se resto qui non
avrò mai dei figli..."
"e poi?"
«Ho bisogno del cielo del parco, che è il mio mondo, per crescere alto come gli altri alberi».
Sospirò e poi domandò: «Ma voi mi volete davvero bene?». «Sì, tanto» risposero i bambini.
«Sei il nostro amico più caro!»
«Allora portatemi via da questa prigione, ridatemi il mio mondo. Ci incontreremo là e
parlerete con me e con gli altri alberi miei amici.»
Maria Chiara a sentire quelle parole diventò triste, pensò un po' e poi disse: «L'alberello
dai fiori lillà qui sta male. Noi siamo egoisti. Riportiamolo nel suo giardino, dove è nato e
cresciuto e dove ha i suoi amici."
E così fecero. Chiamarono di nuovo il giardiniere e lo riportarono nel parco.
E là andavano spesso a trovarlo e a parlare con lui e con gli altri alberi. E capirono che
tutti gli alberi parlano alle persone che vogliono loro bene.
Era bello, quando soffiava il vento, sentire la sua musica e vedere gli alberi del giardino
ondeggiare insieme nella danza. Era felice la natura ed erano felici anche i bambini, ora.