Il turismo venatorio è affascinante E ci si diverte anche senza sparare

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Il turismo venatorio è affascinante E ci si diverte anche senza sparare
PRIMO PIANO MASSA CARRARA
SABATO 27 OTTOBRE 2012
300
I CACCIATORI APUANI
CHE FANNO ATTIVITÀ VENATORIA
NEL RESTO D’EUROPA
1.973
I CACCIATORI DI MASSA CARRARA
CHE HANNO UN’ETÀ FRA I 30
E I 60 ANNI: SONO OLTRE LA METÀ
«Il turismo venatorio è affascinante
E ci si diverte anche senza sparare»
Filippo Merlini (Atc13): «Io però resto nella mia Lunigiana»
— MASSA CARRARA —
«NON SONO mai andato a caccia all’estero». Filippo Merlini
(nella foto), presidente dell’Ambito territoriale di caccia (Atc)
Ms13, è uno di quei cacciatori “legati al territorio. «Ho sempre preferito spendere
energie per dare il
mio contributo nella gestione del territorio che utilizziamo per cacciare — precisa —.
Cerchiamo di farlo al meglio investendo ogni sforzo
per migliorarlo. Non
è un tipo di caccia che
mi attira. E’ sicuramente affascinante ma preferisco la mia
Lunigiana».
SECONDO l’Atc13Ms sono 300
i cacciatori apuani che abitualmente, una o più volte nel corso
dell’anno, si recano all’estero. Numeri ufficiosi perché è molto difficile fare una stima, ma certo un giro economico che si aggira attorno al milione di euro all’anno,
dirtti verso l’estero. I territori più
ambiti sono Est Europa, Inghilterra, Scandinavia e Africa con la
Namibia e il Sud Africa in testa,
dove si può diventare protagonisti di battute di caccia speciali, i
“safari di caccia”. A spingere i
cacciatori verso il “turismo
venatorio” è il desiderio
di confrontarsi con territori completamente
nuovi, poco antropizzati, dove l’uomo è
ancora un elemento
raro e l’istinto della
caccia è elemento di
sopravvivenza. Poi ci
sono le prede: starne, allodole, pernici bianche,
oche fino alla caccia grossa
sahariana. A dividere i cacciatori
lo spirito con cui si affronta questo viaggio. A volte non è quello
giusto.
«IL CACCIATORE ha prima di
tutto una missione: la gestione
faunistica del territorio — precisa
Merlini — quando diventa qualcos’altro ha perso la dignità di
chiamarsi cacciatore. Cacciare significa perdersi e confondersi
I cacciatori nella Provincia di Massa Carrara
Cacciatori toscani iscritti Atc 13
3.839
Cacciatori fuori regione iscritti Atc 13
1.646
Totale cacciatori iscritti Atc 13
5.485
I cacciatori per classi di età
Meno 29 anni
185
30-39 anni
331
40-49 anni
659
50-59 anni
983
60-69 anni
955
Più di 70 anni
726
IL PRINCIPIO
«Non siamo “uomini armati”:
amiamo la natura e odiamo
i bracconieri e le “stragi”»
con la natura e con gli animali
che la popolano, è sintonia. E’ secondario il risultato della battuta.
Si può tornare a casa felici anche
se non si è sparato un colpo». Una
caccia costosa, quella all’estero,
che può costare migliaia di euro a
5
seconda del territorio e delle prede.
BASTA fare un giro su internet
per capire l’imponenza di un turismo che rende cacciabili tutte le
specie pagando: «Le notizie di
bracconaggio all’estero fanno molto male a tutto il nostro mondo
perché il vero cacciatore non è così. Quelle sono stragi. L’immagine del cacciatore è quella di un uomo che si perde nella natura. E
non quella di un uomo armato».
F. S.
«I flussi migratori
non arrivano più
dalle nostre parti
e si va all’estero»
— AULLA —
A LIVELLO provinciale
l’attività venatoria attira numeri interessanti. E circa il
10% dei cacciatori va all’estero. Non fa eccezione la Lunigiana. Per esempio qua troviamo Irio Cimoli (nella foto): «Ogni anno vado a caccia ai tordi in Spagna e alle
allodole in Romania. Soprattuto in Spagna la caccia è
più interessante, con vaste
campagne. E’ chiaro: il cacciatore decide di andare
all’estero perché si diverte
di più rispetto all’Italia. Ormai anche come zona siamo
fuori dalle rotte migratorie
dei turdidi che partono dalla Svezia e nidificano in Polonia poi si dirigono verso
la penisola iberica. Con le allodole in Romania invece è
più questione di fortuna, bisogna trovare il periodo giusto». Insomma si parte per
divertirsi e stare in compagnia, e alla fine vale la pena
di spendere cifre più elevate: «In Italia rischi di spendere tanto e non divertirti».
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