Saluto alle Virtù

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Saluto alle Virtù
Saluto alle Virtù
Ave, regina sapienza, il Signore ti salvi con tua sorella,
la santa e pura semplicità.
Signora santa povertà, il Signore ti salvi con tua sorella,
la santa umiltà.
Signora santa carità,il Signore ti salvi con tua sorella,
la santa obbedienza.
Santissime virtù, voi tutte salvi il Signore,
dal quale venite e procedete.
Non c'è assolutamente uomo nel mondo intero,
che possa avere una sola di voi,
se prima non muore [a se stesso].
Chi ne ha una e le altre non offende,
tutte le possiede,
chi anche una sola ne offende,
non ne possiede nessuna
e le offende tutte e ognuna
confonde i vizi e i peccati.
La santa sapienza confonde Satana e tutte le sue insidie.
La pura santa semplicità confonde ogni sapienza di questo mondo
e la sapienza della carne.
La santa povertà confonde la cupidigia, l'avarizia
e le preoccupazioni del secolo presente.
La santa umiltà confonde la superbia,
tutti gli uomini che sono nel mondo,
similmente tutte le cose che sono nel mondo.
La santa carità confonde tutte le diaboliche
e carnali tentazioni e tutti i timori carnali.
La santa obbedienza confonde tutte le volontà corporali e carnali
e ogni volontà propria,
e tiene il suo corpo mortificato
per l'obbedienza allo spirito e per l'obbedienza al proprio fratello;
e allora l'uomo è suddito e sottomesso a tutti gli uomini che sono nel mondo,
e non soltanto ai soli uomini, ma anche a tutte le bestie e alle fiere,
così che possono fare di lui quello che vogliono,
per quanto sarà loro concesso dall'alto dal Signore.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli fedeli a Dio li rendiate.
I DESTINATARI DELLA CATECHESI
-
Lun. 4 Ottobre 2010
(Suor Lorella, direttrice Scuola Infanzia Sant’Onofrio)
‘La catechesi per i fanciulli è come imparare l’ABC della fede: una volta
imparato l’alfabeto, possiamo leggere qualsiasi libro’
Innanzitutto è necessaria una rivoluzione del linguaggio: arrivano in primis
i concetti del nostro dire, poi le parole.
‘Beato chi dona con cuore generoso o Beato chi è generoso’?
I destinatari della catechesi siamo anche noi catechisti: dobbiamo anche
noi tornare alla Parola essenziale, alla Parola di Dio. L’atteggiamento deve
essere quello dei discepoli.
Cercare sempre strategie e modi giusti per passare contenuti, per
raccontare quello che noi abbiamo trovato, incontrato.
La Chiesa considera i bambini come FIGLI DA EDUCARE (educare,
tirare fuori): le strategie da trovare sono quelle perché loro ‘tirino fuori’.
La crescita passa per fasi di sviluppo determinate.
Le ricerche sono iniziate a metà 800: si è cominciato a parlare di ‘crescita
per tappe’.
Erich Eriksonn (psicanalista, discepolo di Freud) è il principale esponente
della teoria appena descritta: una teoria nata con lo scopo di dare un senso
all’intero ciclo della vita guardando lo sviluppo come una ‘successione
armonica e integrata’.
Il conflitto per Eriksonn è un’OPPORTUNITA’.
Ciò che non si conquista a tempo debito, può essere comunque
conquistato. Arriverà il tempo.
Possiamo dividere la crescita in otto stadi.
INFANZIA (da 0 a 1 anno)
PRIMA INFANZIA (da 1 a 3 anni)
TERZO STADIO (da 3 a 6 anni)
ETA’ SCOLARE (da 6 a 12 anni)
ADOLESCENZA
GIOVINEZZA
ETA’ ADULTA
ETA’ SENILE
Il catechista entra nella fase dell’età scolare.
I bambini cominciano ad andare a scuola, ad avere una COMPETENZA.
Sono nell’INERZIA, quando hanno voglia di niente.
Sono nel FORMALISMO, quando eseguono le cose perché le devono
fare.
Si muovono verso l’INDUSTRIALITA’: a favorire l’industrialità sono le
RELAZIONI che si sviluppano dal VICINATO.
Le tappe sono determinate da fattori cognitivi, relazionali, affettivi.
Tutte le fasce sono da tenere in considerazione.
Nell’età scolare si pongono le basi dell’ESPERIENZA RELIGIOSA: a 4/5
anni eseguo perché me lo dicono.
Dai 6 anni l’esperienza diventa personale.
Nelle diverse tappe di sviluppo (parliamo della tappa scolare) esistono
BISOGNI, OSTACOLI, RISORSE.
Tra i bisogni ne esistono alcuni fondamentali:
1. essere accuditi (relazioni di accudimento)
2. protezione fisica e sicurezza (avere qualcuno da stringere)
3. alterità (esperienze che li aiutino a riconoscere la diversità, la
possibilità di distinguersi in qualche modo)
4. gradualità (esperienze legate al proprio grado di sviluppo)
5. bisogno di REGOLE (bisogno di regole: limiti, norme, aspettative)
6. bisogno di GRUPPO o di COMUNITA’
7. bisogno di SPERANZA (positività)
Tra gli ostacoli:
1. MESSAGGI CONTRADDITTORI
2. SOVRABBONDANZA DI STIMOLI
3. SINDROME DEL PRINCIPINO
E’ messaggio contraddittorio accompagnare il figlio a Messa per poi
andare a prenderlo.
E’ contradditorio chiedere il silenzio, urlando.
Siamo contraddittori quando verbalmente diciamo/insegnamo una cosa per
poi farne un’altra.
C’è sovrabbondanza di stimoli quando a scuola c’è il tempo pieno, faccio
tanto sport, studio diverse lingue, faccio uno strumento, faccio teatro, poi
c’è catechismo… se lo stimolo è eccessivo, diventa un ostacolo.
Le aspettative per i figli molto spesso sono troppe.
Parliamo di sindrome del principino quando il bambino diventa l’unico
centro delle cose e questo non aiuta. Volere tutto per sé sono spesso
ostacoli indotti dagli adulti, dai genitori.
Tra le risorse:
1. la capacità di meravigliarsi (se ben stimolati, sanno stupirsi)
2. apertura all’apprendimento (l’età scolare è davvero l’età
dell’apprendimento)
3. apertura al confronto (le relazioni di vicinato, di gruppo aiutano ad
arrivare all’industrialità)
La nostra attenzione va posta sul nostro modo di metterci accanto ai
bambini (accanto all’altro).
Il bambino deve avvertire la nostra FIDUCIA, deve avvertire che noi
crediamo in lui. Deve avvertire simpatia, vicinanza. Deve entrare in
EMPATIA. Dobbiamo pensare come pensa lui: diventare un po’ bambini
per rimanendo sempre adulti.
Mettersi al loro livello: tradurre senza tradire per far acquisire concetti
difficili. I catechisti sono i mediatori del messaggio.
Silvia Veggetti Finzi dice di ‘incentivarli senza umiliarli, essere presi in
considerazione per se stessi’.
Il linguaggio da usare è:
1. EMPATICO
2. RACCONTO
3. NARRAZIONE
4. SIMBOLICO
Il catechista getta un seme, poi la pianta crescerà.
Il catechista insegna che non sono soli. Ci sono genitori, fratelli,
compagni.
La passione è il primo elemento che aiuta a trovare la partecipazione dei
bambini.
Sono diversi i livelli da evangelizzare: le differenze comunque aiutano a
crescere. Le differenze facilitano il gruppo e l’apprendimento. Le
differenze sono risorse!
Importanti le sinergie anche coi genitori.
La responsabilità di fare una cosa, li aiuta. Come li aiuta essere affascinati
dalle cose.
Gli aspetti critici possono sollevare delle opportunità.
I bambini sono molto logici, senza sovrastrutture.
Molto spesso gli adulti sono loro stessi anche dei destinatari.