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CARO FACTUM EST / PATRIAE LIBERATIONEM.
Dall’abbazia di Santo Stefano di Malvisciolo, cui la
campana fu donata dalla popolazione lepina nel
1247, fu portata a Sant’Agostino, per poi essere
ricomprata dai canonici della Collegiata, alla fine del
Settecento. Intorno al 1825 vi fu una disputa tra
l’amministrazione comunale, che se ne era appropriata collocandola sulla torre civica, e i canonici.
Posta nuovamente nel campanile della Collegiata
fu danneggiata durante lo scampanio causato
da un forte temporale. Oggi è conservata nel
museo Reggia dei Volsci.
8
[P. C.]
the master bell maker Rainiero in 1246, this elegant,
streamlined bell was donated by the Lepini community to
the abbey of Santo Stefano di Malvisciolo in 1247. A double inscription in Gothic capital letters is engraved on the
opening: ET MENTEM SANCTAM SPONTANEAM /
HONOREM DEO / ET VERBUM CARO FACTUM
EST/PATRIAE LIBERATIONEM
From the abbey of Santo Stefano di Malvisciolo (to which the
bell had been donated by the Lepini community in 1247) it
was taken to Saint Augustine, only to be later purchased by
the canons of the Collegiate at the end of the eighteenth century. Around 1825, a controversy broke out between the
municipal council (which had taken possession of the bell and
put it on the civic tower) and the canons. Placed once again
in the belfry of the Collegiate, it was damaged during a violent storm. Today it is housed in the Torre dei Volsci Museum.
❸
itinerariculturali
REGIONE LAZIO
SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
COMUNE DI CARPINETO ROMANO
DIOCESI DI ANAGNI – ALATRI
REGIONE LAZIO
Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport - Assessore Giulia Rodano
Dipartimento Sociale – Direttore pro tempore Guido Magrini
Direzione Regionale Beni e Attività Culturali, Sport – Direttore Enzo Ciarravano
Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale – Dirigente Flaminia Santarelli
Sapienza Università di Roma - Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna
– Direttore Marina Righetti
Progetto: Itinerari culturali. Tirocini e valorizzazione del territorio. Sulle tracce di Fossanova. 6.
Carpineto
a cura di Anna Pasquetti – Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale
in collaborazione con la Sapienza Università di Roma – Scuola di Specializzazione in Storia
dell’Arte Medievale e Moderna
Tutor per la Regione Lazio: Anna Pasquetti
Tutor per la Sapienza Università di Roma: Marina Righetti
Si ringraziano:
Emilio Cacciotti – Sindaco del Comune di Carpineto Romano
S.E.R. Monsignor Lorenzo Loppa – Vescovo della Diocesi di Anagni – Alatri
Italo Campagna – Direttore del museo Reggia dei Volsci di Carpineto Romano
Marina Righetti – Direttore della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e
Moderna della Sapienza Università di Roma
Elisa Parziale – Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna della Sapienza
Università di Roma
Referenze fotografiche:
Regione Lazio – Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale
Gangemi Editore Spa
L e ge n d a
❶ Sa nt ’ Ag o s t ino
❷ Sa nta Mari a d el Popol o
Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio Culturale
00147 Roma, viale del Caravaggio 99
tel 06 51688406-fax 06 51688172
e-mail: [email protected]
❸ S. Nicola
Realizzazione grafica
❹ M u se o R e g gi a d e i V o l s c i
❶
6
Tracce cistercensi
Ricerche e testi:
CARPINETO ROMANO. Tracce cistercensi, Maria Concetta Augruso, Paola Costantini, Agnese
Morano – Sapienza Università di Roma
❷
Sulle tracce di Fossanova
ASSESSORATO CULTURA, SPETTACOLO E SPORT
Elaborazione e revisione delle schede OA di catalogo per la Regione Lazio: Francesca Barberini,
Irene Di Ruscio – Collaboratori della Regione Lazio
❹
Tirocini e valorizzazione del territorio
Spa
In copertina: Chiesa di Sant’Agostino, portale principale, particolare
Carpineto
Romano
The influence
of the Cistercians
Cenni storici
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Le tracce dei Cistercensi a Carpineto Romano si irradiano dalla vicina
abbazia di Santo Stefano di Malvisciolo, sui monti Lepini, presso la sorgente del fiume Fota, donata a Fossanova nel 1247 dal Miles Matteo, insieme a Marco di Norma ed Erasmo di Bassiano. La datazione rimane incerta, in base ad una diversa interpretazione dell’atto di donazione, ma la critica più accreditata propende per l’anno 1246. In questo territorio, denominato Valle Roscina, giungono i monaci da Fossanova. Il complesso, circondato da mura perimetrali a pianta rettangolare, aveva una chiesa a
navata unica, con portale scolpito. L’esperienza umana e religiosa si interseca a quella artistica, poiché da qui partirono due monaci per addottrinarsi nello Studium Artium, a Fossanova, imparare l’arte scalpellina e trasmetterla al popolo di Carpineto. L’asprezza del territorio e la mancanza di
autonomia contribuiscono all’abbandono del luogo da parte dei monaci.
Nel 1478, in un atto di cessione da parte dei Caetani di Maenza a quelli
di Sermoneta, l’abbazia di Malvisciolo viene citata come estinta da anni.
Secondo una clausola inclusa nell’atto di fondazione, molti dei beni ricevuti in dono dai monaci tornarono ai privati e alle comunità dei Lepini
che a loro li avevano devoluti, permettendo oggi di rintracciare diverse
testimonianze artistiche dell’epoca, quali la campana proveniente da Santo Stefano in Malvisciolo.
[P. C.]
La chiesa di Sant’Agostino
La chiesa di Sant’Agostino [1] è stata edificata nella seconda metà del
XIII secolo, come si desume dalla facies architettonica, di ascendenza
fossanoviana, e dall’epigrafe di facciata, in caratteri gotici, a memoria
del committente Gregorio Silvestri e della moglie Perna. L’impianto
mononave, con terminazione absidale, è munito di transetto e di copertura a capriate. Dedicata in origine a sant’Antonio Abate, fu retta inizialmente dall’ordine degli Eremitani Antoniani, ai quali subentrarono
nel XIV secolo gli Agostiniani. Essa subì, durante il pontificato di Leone
XIII (1878-1903), un esteso rimaneggiamento. È nei due portali principali che si rileva l’integrazione tra il nuovo linguaggio cistercense e la tradizione artistica locale. L’introduzione di elementi fito-zoomorfi sulle mensole e i capitelli del portale di
Historical notes
The influence of the
Cistercians in Carpineto
Romano came from the nearby
abbey of Santo Stefano di
Malvsisciolo on the Lepini
mountains near the source of
the river Fota. The abbey was
given to Fossanova in 1247 by
Miles Matteo, Marco di
Norma and Erasmo di Bassano.
The date of the donation remains
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unclear depending on different interpretations of the actual act, but most
critics tend to agree on the year 1246. It is in
this region, called Valle Roscina, that the Fossanova monks
arrived. The complex, surrounded by rectangular boundary
walls, had a church with a single nave and a sculptured doorway. Human and religious events mix with the arts, since it was
from here that two monks set off to study in the Studium
Artium in Fossanova, learnt the art of stonemasonry and then
taught it to the people of Carpineto. The ruggedness of the area
and its lack of independence contributed to the decision by the
monks to abandon this site. In 1478, the abbey of Malvisciolo,
facciata ne è l’esempio [2]. Il portale orientale [3] presenta una
cuspide timpanata e lo stemma
della famiglia dei Ceccano, molto
legato all’ordine cistercense e
all’abbazia di Fossanova, che testimoniano gli interventi decorativi
voluti dal cardinale Annibaldo alla
metà del Trecento.
4
[M. C. A.]
La chiesa di Santa Maria del Popolo
Sulla facciata della chiesa di Santa Maria del Popolo un’epigrafe ricorda come, nel 1483, la popolazione di Carpineto decise di costruire una chiesa quale ex voto per ringraziare la Beata Vergine
Maria di aver liberato il paese dalla pestilenza. La chiesa, di non vaste dimensioni, offre una felice
testimonianza del perdurare dell’influenza cistercense nella tradizione artistica carpinetana. Ciò si
evince in primo luogo dai pilastri del nartece di ingresso la cui modanatura lineare si sposa con
delle figurazioni animali tanto care ai lapicidi locali [4].
Il portale di accesso, decorato da un sobrio intreccio di fiori e frutti che nella trabeazione creano
eleganti ghirlande, è sovrastato da un frontone triangolare all’interno del quale è raffigurata la
Vergine con in braccio il Bambino. Tale portale sostituisce sicuramente l’ingresso originario di cui
rimangono, murati sul fianco destro della chiesa, l’arco a tutto sesto della lunetta e il gruppo scultoreo della Vergine con il Bambino [5].
All’interno la semplice architettura della chiesa ci presenta un’ulteriore esemplificazione del suddetto
influsso cistercense. La navata unica termina con una piccola abside semicircolare entro la quale è collocato l’altare realizzato in pietra locale. L’interno, illuminato da monofore a lancetta, è articolato in
tre campate scandite dalla presenza di archi diaframma che sembrano quasi dilatare uno spazio di non
vaste dimensioni [6].
dite da arconi e con copertura a
capriate. La facciata attuale,
segnata da una duplice rampa di
scale, è il risultato della sistemazione seguita al restauro dell’epoca di Leone XIII (1878-1903). La
lavorazione esterna mette in luce
le caratteristiche cistercensi della
chiesa, mediate dall’influsso di
Fossanova, nell’utilizzo della tecnica costruttiva dei blocchetti
sagomati di calcare, allineati in
filari, e nella lavorazione delle pietre angolari a ‘spigolo unghiato’. 6
All’esterno della costruzione, sul
lato sinistro, si apre un rosone
quadrilobo, non visibile dall’interno, il cui riempimento è ricavato dalla lavorazione di due lastre
di pietra; si tratta di un tipo di apertura diffuso in diversi cantieri della Marittima influenzati da
Fossanova [7]. All’interno, la presenza di una nicchia semicircolare nella parte sottostante il rosone permette di identificare in questa zona la collocazione originaria del coro; al restauro di Leone XIII si
deve l’attuale orientamento della facciata e della zona
presbiteriale. La chiesa è attualmente adibita a museo
dei ‘Cimeli’ di Leone XIII. Interessanti sono le tracce
di affreschi del XVI secolo nel presbiterio.
[P. C.]
Campana di Santo Stefano di
Malvisciolo
[A. M.]
È considerata un capolavoro dell’arte campanaria laziale [8]. Fusa nelle officine campanarie di Carpineto
Romano da maestro Rainerio nel 1246, fu donata dalla
popolazione lepina all’abbazia di Santo Stefano di
Malvisciolo nel 1247. Ha una forma slanciata ed elegante. Nella bocca si legge la duplice iscrizione, in
maiuscolo gotico-antico: ET MENTEM SANCTAM
SPONTANEAM / HONOREM DEO / ET VERBUM
La chiesa di S. Nicola
Situata nel rione dammonte del paese, è una
delle quattro chiese menzionate nelle
Rationes Decimarum Italiae fin dal 13281329. L’edificio di culto è suddiviso da pilastri massicci e squadrati in tre navate, scan-
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passed from the Caetani
of Maenza to the
Caetani of Sermoneta;
in the act the abbey is
cited as having been
abandoned for years.
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According to one
clause in the act of
foundation, many of the assets donated to the monks reverted to
private persons and the community of the Lepini who, in turn,
devolved them to others. This has made it possible to trace several artistic works executed during this period, for example, the
bell from Santo Stefano in Malvisciolo.
order of the Eremitani Antoniani and later taken over
in the fourteenth century by the Augustinians. The
church was extensively restored under Pope Leo XIII
(1878-1903). The two main doorways reveal the
combination of the new Cistercian style and that of
traditional local artists [2]. The introduction of
phyto-zoomorphic elements on the consoles and
capitals of the doorway of the façade is just one
example [3]. The east doorway with its gabled
cusp and the coat-of-arms of the Ceccano family (very
close to the Cistercian order and the abbey of Fossanova)
were part of the decorations requested by Cardinal
Annibaldo in the mid-fourteenth century.
[ P. C. ]
[M. C. A.]
The church of Saint Augustine
The church of Santa Maria del Popolo
The church of St. Augustine [1], built during the second half
of the thirteenth century, has all the trappings of a decidedly
Fossanova-style architectural facies as well as Gothic epigraphy
on the façade commemorating its promoter - Gregorio Silvestri
and his wife Perna. The single nave layout, with an apse at
one end, has a transept and a trussed roof. Originally dedicated to St. Antony Abbot, to begin with it was occupied by the
On the façade of the church of Santa Maria del Popolo
an epigraph recalls the events of 1483 when the population of Carpineto decided to build a church as a votive
offering to thank the Blessed Virgin Mary for having
freed the town from the pest. The medium-sized church
is a good example of the growing influence of the
Cistercians in the artistic traditions of Carpineto. In the
first place, for example, the linear moulding of the
pilasters of the entrance narthex combined with the animal figures so dear to local stonemasons [4].
The entrance doorway [5], decorated with a simple ribbon
of flowers and fruits which create elegant garlands in the
trabeation, is surmounted by a triangular pediment with
the Virgin and Child. This doorway is certainly the original entrance: other originals elements include the round
arch of the lunette and the sculpture of the Virgin and
Child [9] on the wall on the right side of the church. The
simple architecture inside is another example of the abovementioned influence of the Cistercians. The single nave
ends in a small semicircular apse with an altar made of
local stone. The interior is lit by single-lancet windows
and has three spans divided by arches that seem to dilate
this rather small space [6].
[A. M.]
The church of St. Nicholas
Located in the dammonte district of the town, St. Nicholas
is one of the four churches cited in the Rationes
Decimarum Italiae as far back as 1328-1329. Massive
square pilasters divided the church into three naves with big
arches and a trussed roof. The current façade, with its double flight of steps, was refashioned during restoration carried
out under Pope Leo XIII (1878-1903). The exterior highlights the Cistercian traits of the church, mediated by the
influence of Fossanova, especially the building technique
used to position the small, shaped, limestone ashlars, aligned
in rows, as well as the “clawed edge” corner stones. On the
exterior, to the left, there is a quatrefoil rose window, not visible from the interior, filled using two stone slabs. This type
of window was commonplace in several worksites of the
Marittima area influenced by Fossanova [7]. Inside, a semicircular niche under the rose window betrays the choir’s
original location. The façade and the presbytery area were
re-oriented during the restoration carried out under Pope
Leo XIII. The church is now a museum housing the “relics”
of Pope Leo XIII. Fascinating traces of a sixteenth century
fresco have been found in the presbytery.
[P. C.]
The Bell from the church of Santo Stefano
di Malvisciolo
This bell is considered a masterpiece of belfry art in the
Lazio region [8]. Cast in the foundry in Carpineto by
PER SAPERNE DI PIÙ
I. CAMPAGNA, Carpineto Romano, Roma 1979
I. CAMPAGNA, L’antica Abbazia di Valvisciolo nel territorio carpinetano occidentale, Roma 1988
I. CAMPAGNA, Karpineta: storia e arte. Guida turistica di Carpineto Romano,
Cori 1992
C. CIAMMARUCONI, Da Marmosolio a Valvisciolo. Storia di un insediamento cistercense nella Marittima medievale, Sermoneta 1998, 75-81
I. CAMPAGNA, Carpineto Romano: guida storico-artistica, Roma 2002
E. PARZIALE, L’Abbazia cistercense di Fossanova: le dipendenze in Marittima e
l’influenza sulla produzione artistica locale tra XII e XIV secolo, Roma 2007
ORARI DI APERTURA
Museo Reggia dei Volsci: sabato e domenica, 10:00-13:00; 15:00-18:00
Chiesa di S. Nicola: sabato: 15:00-18:00; domenica: 10:00-13:00; 15:0018:00
REFERENZE FOTOGRAFICHE
Veduta aerea: Immagine TerraItaly TM - © Compagnia Generale Riprese
Aeree – Parma
www.terraitaly.it