Miei mi hanno sempre parlato della loro terra con

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Miei mi hanno sempre parlato della loro terra con
Da Fazio il regista racconta il suo ritorno alle origini, oggi l'incontro al Dal Verme di Milano
Coppola e l'elogio di "Bernaldabella"
«Miei mi hanno sempreparlato della loro terra con amore, mai dellapoveiià che c'era»
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ITA
"BERNALDABELLA", la Basilicata, l'orgoglio delle origini. E' di
questo che Francis Ford Coppola
parla, a tratti senza riuscire a nascondere un pizzico di emozione,
nell'intervista con Fabio Fazio a
"Che tempo che fa", su Rai 3. Solo
un assaggio di quello che sarà l'appuntamento di oggi, alle 19.30, al
Teatro dal Verme di Milano, "Ritrovare le radici per incontrare il
futuro: lamiaBasilicata", nel corso
del quale il regista parlerà delle
sue radici, della famiglia e dell'amore per la Basilicata. Il cinema,
l'arte che gli ha regalato fama e
successo, mai come in questa occasione, sembra essere mar ghiaie, rispetto al racconto del ritorno alla
terra degli avi, più di 75 anni dopo
la partenza dei nonni da Bernalda
verso il sogno americano. E sfogliando l'album dei ricordi il regista non può fare a meno di associare alla terra lucana i suoi sapori,
che hanno consentito alla sua famiglia di sentirsi a casapur con un
oceano di mezzo. «I"lampascioni" racconta- si mangiavano anche a
New York. La cosa straordinaria è
che i miei non parlavano mai delle
difficoltà del sud o della povertà,
hanno sempre parlato della loro
terra con amore e quindi hanno insegnato anche a noi figli ad amar-
la. Tornare a "Bernaldabella", dopo
tanti anni è stato un fatto quasi naturale».
E per un figlio di migranti è altrettanto naturale mostrare attenzione ai migranti di oggi. Intenso il
racconto che il maestro fa del suo
incontro coni 130ospitidelCaradi
Matera. «E' stata un'esperienza
forte- dice mister Coppola- Ho appreso dalla televisione delle storie
di questi disperati, ho saputo che
alcuni di loro erano a Matera e ho
chiesto di poterli salutare e congratularmi con loro per il coraggio. Mi ha sorpreso che, quando gli
ho chiesto in che modo avrei potuto
aiutarli, mi abbiano risposto gli bastasse solo una scheda telefonica
da 10 euro per chiamare a casa.
Quando gliele ho consegnate mi
sono fatto promettere da ognuno
di loro di dire alle loro famiglie
"nonmolleròmai"». Poi, inevitabilmente si torna a parlare di Bernalda e di Palazzo Margherita, la dimora storica diventata il buen retiro lucano di Coppola. «E' un palazzo meraviglioso- dice, con orgoglio
il regista, l'unico di tutta la Basilicata che ha un giardino originale
interno. E poi se andate a Bernaldabella, a palazzo si possono vedere tutti i capolavori del cinema italiano e i film di Scorsese: il suo
viaggio in Italia è una spiegazione
mirabile del cinema italiano».
Con un po' di rammarico, Francis Ford Coppola, osserva che dopo
Rossellini che è stato un grande
maestro, c'è stato un momento di
povertà che ha determinato un
vuoto nel cinema di casa nostra. E
con ancora più amarezza rileva di
come oggi il cinema sia sempre meno arte e più intrattenimento. «I
grandi film - dice- sono fatti solo
per far soldi. Nessuno ha voglia di
investire sul cinema indipendente
di tanti giovani talenti. Oggi arrivare al cinema, come ho fatto io, è
diventato molto più difficile e questo mi intristisce molto. Il cinema è
un privilegio quando lo fai».
Il film sulla saga della sua famiglia italiana? Un'idea tutt'altro che
accantonata. «Il film l'ho scrittoconferma il regista- ma voglio farlo inmanieranuova, con inquadrature precise e attori che recitano
dal vivo: sarebbe divertentissimo».
Invece è a Cuba che ha fatto l'ultima scorpacciata di buon cinema.
«Ci sono stato di recente, ho cucinato per 600 persone e messo a disposizione 37 casse di vino. Ho visto tutti i loro film realizzati da studenti e ognuno mi ha regalato un
punto di vista diverso del mondo.
Lì trovo la bellezza».
E se si parla di vini (meglio i tuoi
vini californiani o l'Aglianico della
Basilicata, la domanda di Fazio),
viene fuori il cuore più autentico di
Francis Ford Coppola. «Da ragazzo-racconta-mamma mi diceva: tu
sei fortunato perchè sei americano, il paese più grande del mondo,
ricco di benessere e opportunità;
mio padre, invece, mi ricordava
che ero ancora più fortunato perche italiano, il paese di Dante, della
poesia, della bellezza. Io sono felice
perchè sono entrambe le cose».
il
Francis Ford Coppola oggi
testimonial della Basilicata
di Q.HMKNTH C A R U . C C I
MATERA- La "città dei
Sassi", meritsatamente,
ancora in primo piano ad
Expo Milano 2015 che ormai si appresta a vivere
le sue ultime ma entusiastiche battute prima di
chiudere i battenti. Stasera, nella capitale lombarda, al Teatro Dal Verme, il regista Francis
Ford Coppola di origini
notoriamente lucani. In
conseguenza del fatto
che i nonni paterni erano originari della nostra
regione, è l'atteso testimonial della Basilicata in
un incontro pubblico
dal titolo significativo
"Ritrovare le radici per
incontrare il futuro: la
mia Basilicata". L'orario di inizio dello stesso evento è fissato per
le 19,30. L'iniziativa è
significativamente promossa dalla Regione
Basilicata in partnership con l'organizzazione di "Matera 2019",
dalla "Lucana Film
Commision", e da Meet the Media Guru.
Preziosa anche la collaborazione dell'Apt
Basilicata e del gruppo
"Palazzo Margherita".
La stessa iniziativa
rientra nell'ambito delle manifestazioni "Expo in Città" ed all'evento partecipa il presidente del governo lucano
Marcello Pittella. Che
ha espressamente chiesto a Francis Ford Coppola di narrare la sua
storia personale e quella della sua famiglia
che affonda le sue radici a Bernalda, E qui
lo stesso regista è tor-
nato spesso, dando vita ad u n progetto imprenditoriale residenziale. Lo storico Palazzo Margherita è stato
trasformato in un albergo a cinque stelle. H
grande lancio da punto di vista mediatico è
stato il matrimonio
della figlia Sofia quattro anni fa. fi nonno di
Francis Ford, Agostino
Coppola, originario
proprio di Bernalda,
emigrò negli Stati Uniti all'inizio del secolo
scorso e in terra americana nacque il padre
del regista, Carmine,
musicista jazz, noto
per aver pure suonai
nell'Orchestra sinfonica di Detroit. Il governatore Pittella sottolinea il grande significato dell'evento che è
considerato un appuntamento a dir poco essenziale per accrescere
il livello di visibilità della regione.
Accade anche questo in un Comune "petrolifero" lucano. E a indicare l'amministratore è la stessa azienda (di cui è dipendente)
Cerchi lavoro nel settore petrolifero?
Rivolgiti al consigliere comunale
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Ai candidati viene
espressamente chiesto di far
riferimento proprio a lui per
curriculum e chiarimenti
Un pozzo di
petrolio in
Basilicata
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di FABRIZIO D I VITO
POTENZA- Un consigliere comunale incaricato di
valutare i c u r r i c u l u m
delle persone interessate ad u n bando per l'assunzione di manovratori di mezzi meccanici, autisti e operai specializzati predisposto dalla ditta
di cui egli stesso è u n dipendente. E' quanto avviene in u n comune "petrolifero" della Basilicata. Non h a importanza
quale esso sia. Ciò che va
messo in evidenza è u n a
scelta che, per ovvie ragioni, s e m b r a decisamente fuori luogo. Nulla di irregolare certo, m a
la scelta, seppur legittima, poteva cadere su u n
altro amministratore, libero da qualsiasi ipotetico condizionamento, sop r a t t u t t o in u n momento in cui il petrolio e le
possibili ricadute in termini di sviluppo e occu-
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pazione (mai concretizzatesi realmente in quasi
venti a n n i di attività
estrattive) sono quantomai all'ordine del giorno
e animano il dibattito politico e le preoccupazioni
dei lucani. Possibile che
n e s s u n altro amministratore potesse portare
a termine quel compito al
posto di u n a persona
che, fatta salva la sua onestà e serenità di giudizio,
presenta comunque u n
ipotetico conflitto di in-
teressi, capace in ogni caso di ingenerare dubbi e
sospetti? E, invece, il
rappresentante del consiglio comunale in questione, nella manifestazione di interesse della
ditta alla ricerca di nuove maestranze viene
espressamente indicato
come il "referente" per
tutte le persone interes-
sate al posto di lavoro nell'ambito delle attività che
gravitano intorno alla filiera petrolifera. Ai candidati, infatti, viene
espressamente chiesto
di far riferimento proprio
al consigliere comunale
sia per l'invio del curriculum che per ogni ulteriore chiarimento. Sulla
scrivania del membro
del consiglio comunale
saranno quindi arrivati
centinaia e centinaia di
curriculum, inviati alla
sua mail personale da tutti coloro che rispondevano ai profili lavorativi richiesti. Al consigliere
comunale il "difficile"
compito di valutare allo
stesso modo i requisiti di
ciascun candidato.
Un testimonial
d'eccezione
della Basilicata
li regista Francis Ford Coppola
parla delle sue origini all'Expo
"Ritrovare le radici per incontrare il futuro: la mia
Basilicata", in programma oggi a Milano, dalle 19.30,
al Teatro dal Verme, in via San Giovanni Sul Muro 2.
Promosso dalla Regione, in partnership con Matera
2019, Lucania Film Commission, Meet the Media
Guru e in collaborazione con Apt Basilicata e Palazzo
Margherita di Bernalda. L'iniziativa rientra nell'ambito delle manifestazioni "Expo in città" e vedrà la
partecipazione del governatore della Basilicata,
Marcello Pittella.
Coppola, cittadino onorario di Bernalda e testimonial della Basilicata nel mondo, sarà il narratore d'eccezione
per raccontare la sua storia, quella della famiglia e delle sue radici,
che affondano a Bernalda, dove è
tornato e ha dato vita ad un progetto imprenditoriale residenziale, animato dalla passione e
dall'appartenenza al territorio. Insieme a Coppola sarà la Basilicata
la co-protagonista dell'appuntamento. L'iniziativa si
avvale del patrocinio della Città metropolitana di
Milano e del sostegno di Comune di Matera.
Francis Ford Coppola
di ANGELO MOR1ZZI
ara trasmesso in diretta streaming, sul sito
della Regione, all'indirizzo www.regione.basilicata.it, l'incontro con il grande regista
italo americano Francis Ford Coppola,
Coppola è noto al grande pubblico per la brillante
figura di cineasta, ma anche come un genio di creatività, nonché uomo di cultura, che ha regalato al
cinema autentici capolavori, all'insegna dell'innovazione. Vincitore di sei Premi Oscar, è famoso per
aver diretto film già passati alla storia e divenuti
leggenda: dalla trilogia de "Il Padrino", ad 'Apocalypse now", da "La conversazione" al "Dracula di
Bram Stoker". Coppola ha inoltre avviato e alimentato la carriera di numerosi talenti, tra registi e
attori, quali George Lucas, Al Pacino, Robert De Niro,
Harrison Ford, Diane Keaton, Robert Duvall, Matt
Dillon, Diane Lane. Oltre che della figlia Sofia e del
nipote Nicolas Cage. Coppola ha anche fondato la
casa di produzione 'America Zoetrope", con la quale
ha ricevuto 70 nomination per gli Oscar e sedici
Premi Oscar. Ma Coppola è anche un personaggio
poliedrico, un autentico manager dell'imprenditoria.
Dalla produzione del vino nella sua tenuta nella Napa
Valley, alla gestione del "Francis Ford Coppola Winery" in California. Ha anche aperto 5 resort di lusso:
due nel Belize, nella foresta pluviale e sulla spiaggia
Turtle Inn; un terzo di fianco al lago Petén Itzà, in
Guatemala; il quarto a Buenos Aires, nel cuore del
quartiere di Palermo; l'ultimo nella sua Bernalda,
nell'ottocentesco Palazzo Margherita.
Il suo storytelling, della durata di 52 minuti, si
snoderà tra passato e futuro e avrà come sfondo
scenografico le immagini della Lucania. «Con questa
iniziativa - afferma il direttore dell'Apt, Gianpiero
Perri - si conclude il programma di promozione
turistica "Fuori Expo Milano 2015", della Regione
Basilicata. Siamo particolarmente grati a Francis
Ford Coppola per aver accettato l'invito e a Rossella
De Filippo, direttrice di Palazzo Margherita, per la
collaborazione. Daremo vita a un evento di grande
rilevanza, che porterà alla ribalta nazionale l'immagine della nostra regione».
L'incontro sarà trasmesso sul sito intgernet
www.regione.basilicata.it
Il responsabile di Area moderata parla della necessità
di allineare le alleanze regionali con quelle nazionali
Taddei: «Pinella deve farsi aiutare»
L'exparlamentare in avanscoperta pei" l'ingresso di Mollica e Pace nella maggioranz
costruzione di una forza moderata che
riempia di contenuti un'area politica».
POTENZA - «Sarebbe auspicabile che la
Il coordinatore regionale del Nuovo
maggioranza che tanto sta facendo be- centrodestra di Alfano quindi poi folane a Roma per il Paese venisse formata lizza le questioni più a livello locale:
anche in Basilicata». Lo dice senza gi«Anche qui da noi non è
rarci troppo intorno, il coordinatore repossibile far finta di
gionale di Ned, e responsabile di Area
nulla. Noi stiamo lavopopolare, Vincenzo Taddei.
rando con molto senso
In pratica Taddei sembra uscire in
di responsabilità. Si veavanscoperta per sondare il terreno rida la vicenda del 3 per
spetto a un ingresso dei
cento delle royalties e
moderati Pace e Mollica
anche altre questioni
nella maggioranza di
importanti nella quali
Pittella alla Regione.
noi stiamo proseguendo d'intesa con il presiOvviamente i ragiodente della Regione con
namenti di Taddei vanun grande senso di lealno oltre. L'ex parlamentà guardando al bene
tare e dirigente del pargenerale della nostra
tito di Alfano e ViceconRegione. Noi crediamo
te esordisce su questionon abbia più senso
ni strettamente politiche : « Sul piano naziona- questa collaborazione a tratti. Cioè che
le e anche a livello euro- vale da Pontecagnano fino a Roma e non
peo con la social demo- in Basilicata».
crazia c'è un discorso
E per essere ancora più chiaro, Vinavanzato su alleanze cenzo Taddei spiega: «Da coordinatore
forti come in Spagna e di Ned dico che noi siamo disponibili ad
Germania. Lo stesso vale anche con la avviare un percorso più significativo in
mutazione genetica del Pd che sta effet- Basilicata con la maggioranza regionatuando Matteo Renzi».
le che sia in sintonia con quanto accade
Taddei quindi aggiunge: «Credo che già a livello nazionale. Riteniano infatti,
se vogliamo rispondere in maniera se- che una nostra presenza nella maggioria - come sta accadendo in Europa e in ranza possa dare un contributo più inciparte a livello nazionale - al populismo e sivo per risolvere le questioni e rilanciaalla demagogia si rende necessaria la re lo sviluppo della nostra regione. Non
sarebbe oltretutto un caso isolato. Lo ripeto: è quello che già accade in Parlamento dove un'alleanza tra noi l'Area
popolare - perchè di questo si tratta - sta
portando frutti molto importanti per il
Paese. Per questo crediamo che il governo regionale e il presidente Pittella possano solo avere dei vantaggi dal nostro
ingresso nella maggioranza».
Taddei non è un politico agli esordi.
Le sue dichiarazioni ovviamente sono
state ponderate ragionate. Che da qui
poi si arrivi realmente a un allargamento della maggioranza regionale con l'ingresso di Franco Mollica (Udc) e Aurelio
Pace (Ppl) ne passa. Ma hi una situazione in cui il centrosinistra e il Pd regionale è in grande dinamismo anche per le
scelte di rimpasto di Giunta che attendono Pittella, le parole di Taddei assumono un significato particolarmente importante.
Ora va detto che il coordinatore regionale del Nuovo centrodestra non entra
nel merito delle "beghe" del Pd, ma va
avanti nei propri ragionamenti politici:
«L'idea è quella di poter dare il nostro
contributo di idee in perfetta sintonia
con la nostra rappresentanza parlamentare, con i nostri ministri e con i sottosegretari presenti nel governo Renzi.
L'obiettivo è quello di rafforzare la Basilicata e aiutarla a superare i suoi problemi».
Alla domanda specifica quindi su chi
siano le forze in consiglio su cui potrebbe contare Marcello Pittella, Taddei risponde spiegando: «Il primo step lo abbiamo fatto nelle provinciali del 2014
dove noi di Area popolare che siamo
Ned, Udc e Ppl abbiamo fatto una lista
unitaria prendendo il 10 per cento. E'
un'area quindi che parte da queste tre
forze politiche con l'intenzione di aggregare altri movimenti civici e altre personalità dell'area moderata per fare crescere una sensibilità politica che rischia
di rimanere orfana in questa regione».
E per essere ancora più chiaro Taddei
poi dichiara: «Credo che il presidente
Pittella in questa fase dovrebbe avere
più coraggio, perchè riteniamo che la
nostra partecipazione nella maggioranza potrebbe solo rafforzare lui e il governo regionale soprattutto in una fase in
cui con Mater a 2019 la Basilicata si gioca una partita fondamentale per il futuro».
• [email protected]
«Non è possibile
che certe
dinamiche
valgano
da Battipaglia
a Roma e non
qui in Regione»
«L'obiettivo
è quello
di rafforzare
la Basilicata
e aiutarla
a superare i suoi
problemi»
Italia più semplice: prossima
tappa, diminuire le Regioni
• Da 20 a 12: il governo (incassato l'ok del Parlamento) prepara il tavolo coi Governatori. Meno sprechi per almeno 2 miliardi
Federica Fantozzl
Federica Fantozzl
Ilsegnale dell'accelerazione da parte di Palazzo Chigi è arrivato all'improvviso, in modo apparentemente
casuale. L'8 ottobre l'aula del Senato
stava discutendo la riforma costituzionale, tra voti segreti, accordi interni con la minoranza del Pd, barricate
della Lega e aventini dell'opposizione. Quando il senatore dem Raffaele
Ranucci ha presentato un ordine del
giorno sull'accorpamento delle Regioni, immediatamente fatto proprio dal
governo e dunque non messo al voto.
Stupore generale, ma il fatto è stato
presto dimenticato nella discussione
al calor bianco sulla nuova architettura istituzionale.
In realtà, la sponda del ministro
delle Riforme Maria Elena Boschi è
stata tutt'altro che estemporanea. II
progetto c'è ed è organico, pronto ad
entrare in campo. Nasce della proposta di legge dello stesso Ranucci - che
ha ritirato un emendamento ad hoc in
modo che la materia possa essere affidata alla valutazione della commissione Affari Regionali, una "bicameralina" di rango costituzionale - e del
deputato Roberto Morassut. Punta
ad accorpare le venti Regioni esistenti in dodici macro-Regioni a seconda
di abitanti e spesa prò capite, con le
aggregazioni decise anche sulla base
degli studi storici della Fondazione
Agnelli. Dodici aree, omogenee per
«storia, area territoriale, tradizioni
linguistiche e struttura economica»
capaci di garantire risparmi, minore burocrazia, semplificazione amministrativa.
Il timing scatterà dopo l'tpptov*.zionefinaledella ru^rmi coktfeuztonak.<ii<^quettarx>trebt* costituire una costola. A breve però U governo potrebbe Incardinate un tavo*
lo con le Regioni. «È la vera grande
riforma del nostro Paese - commenta
Ranucci - Regioni più forti ci renderanno più competitivi in Europa. Del
resto, la Francia ha appena ridotto le
sue da 23 a 12». Parola d'ordine, evitare spaccature: «Rispetteremo le autonomie locali. Gli statuti speciali a volte diventeranno Province. Credo che
si troveranno convergenze sia in Forzaltaliache nellaLega. Calderoli non
è affatto contrarlo...».
Un piano che potrebbe incarnare
anche una seconda fase della spending review che al momento veleggia un paio di miliardi di euro sotto
i dieci sperati dai commissari Yoram
Gutgeld e Roberto Perotti. Si calcola che il costo complessivo dei consigli regionali ammonti a circa 1.160
milioni di euro mentre l'aggregazione
potrebbe farne risparmiare allo Stato
almeno 400 milioni. I promotori della proposta di legge calcolanofinoa
due miliardi in meno. Ma ci sono studi
che, partendo da risparmi sulla sanità che rappresenta l'80% della spesa
regionale, ipotizzano cifre come 14-16
millardldispese minori. Fattosalvo il
destinodei dipendenti, chehannoun
loro costo, e che come si è visto nell'abrogazione delle Province, non è facile spostare ad altri compiti.
I tempi per una riforma, però, sono
maturi. Partendo anche dal fallimento della riforma del Titolo V prima e
della devolution poi, le attuali Regioni barcollano sotto 11 peso dei debiti.
L'ultimo caso è il Piemonte. Non solo
non funzionano più, ma non riescono
nemmeno a rappresentare l'interezza
dei loro territori, il cui volto è profondamente cambiato con l'urbanizzazione sempre più intensa. E del resto,
Il sistema delle Regioni incarna, non
da oggi, anche agli occhi dei cittadini
un buco nero di sprechi, inefficienze e
scandali politici. Secondo un rapporto di luglio scorso di Confcommercio,
sarebbe possibile tagliare di 23 milf àr*
di di euro di sprechijajgegapubblica^
locale - che ammonta complessivamente a 176,4 miliardi - senza ridurre 1 servizi ai cittadini. Basterebbe
adeguare il livello di tutte le Regioni
a quello della Lombardia, che offre le
migliori prestazioni ai propri abitanti, eliminando le inefficienze diffuse.
Questo è solo un aspetto, ovvia-
mente, ma non c'è dubbio che si tratti di un impianto datato e non più corrispondente alla geopolitica del terzo
millennio. Al punto che l'esigenza di
rivederlo, sotto il profilo del bilancio
e della governabilità, è stata manifestata da diversi governatori, tra cui il
piemontese Sergio Chiamparino e il
laziale Nicola Zlngaretti. Quest'ultimo, già tempo fa aveva osservato: «Le
circoscrizioni regionali furono definite in un'altra era, quando la società
era ancora molto agricola e non esisteva il mercato unico europeo. I confini regionali non corrispondono più ad
ambiti ottimali per il buon governo:
quasi 70 anni dopo che sono stati disegnati e dopo 40 anni dì funzionamento, si può pensare arivedere lo stato di
cose». A protestare, sono soprattutto le piccole Regioni che perderebbero discrezionalità. Osserva ancora
Ranucci: «A muovere obiezioni sono
stati il Molise, che conta 300mila abitanti come Ostia, la Basilicata, UFriuli
Venezia Giulia e la Val d'Aosta».
E dunque, secondo la nuova mappa, addio Piemonte, Val d'Aosta e
Liguria, sostituite dalla Regione
Alpina. Solo la Lombardia, che conta 10 milioni di abitanti, nella geografia dell'Itallasettentrlonale resterebbe al suo posto. Nascerebbe infatti il Trlveneto dall'unione di Veneto,
Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto
Adige. Nel centro Italia, invece l'Emilia Romagna (conservando il nome)
ingloberebbe dalle Marche la provinciadi PesaromentreToscana, Umbria
e provincia di Viterbo si unirebbero
per formare la Regione Appenninica. Marche, Abruzzo e Molise formerebbero la Regione Adriatica. Il Lazio
scomparirebbe diventando un unico
grande Distretto di Roma Capitale già città metropolitana - e lasciando
le province di Latina e Frosinone alla
Regione Tirrenica che includerebbe
anche la Campania. Nel Mezzogiorno,
la Puglia guadagnerebbe dalla Basilicata trasformandosi nella Regione
Levante. Calabria e Potenza formerebbero la Regione di Ponente. Resterebbero come prima Sicilia e Sarde-
gna, mantenendo 11 privilegio dello
statuto speciale.
Ecco come cambierebbero
le regioni italiane
con ilddl Morassut- Ranucci
Altri studi
ipotizzano
risparmi
fino a 14
miliardi.
Fatti salvi
i posti di
lavoro
I numeri Sono 456 in più rispetto alio scorso anno nel Registro delle irnprese
Startup DI Sud corre veloce
secondo Unioncamere:
Napoli e Bari nella Top io
Il capoluogo campano quarto in Italia, quello pugliese è decimo
Un giovane da Lìverpooì a Caserta per imparare da 012Factory
DIWpWCACACE
L
* l niverso Startup è in co
stante cambiamento. A dirli» è ii Repori dì Infocamere
che sulla base dei dati rela
tivi al terzo trimestre 2015 fa notare il
grande fermento che gravila attorno
all'innovazione. Al 30 settembre 2015,
infatti, le startup iscritte alla sezione
speciale del Registro delle Imprese
ammontano a 4.704. in aumento di
45(ì unitàrispettoa giugno 2015. sono
quindi cresciute dell'11,8% nel giro di
pochi mesi.
11 72,3% delie startup innovative
fornisce servizi alle imprese (produ
zione software e consulenza informa
tica. 29,8%: attività di Ricerca e Svi
luppo, 15,4%; attività dei servizi d'in
formazione, 8,2%), il 18,8% opera nei
settori dell'industria in senso stretto
(su rutti: fabbricazione di computer e
prodotti elettronici e ottici, 3,9%; fabbricazione di macchinari, 3,4%; fab
brieazionc di apparecchiature elettri
che, 2.2%); e infine il 4,2°., delle star
tup opera nel commercio. Nel detta
glio il peso di queste nuove imprese
innovative sulle società di capitali del
comparto è più elevato della media.
In particolare, si evidenzia che il 21%
delle società di rapitali che operano
nelle attività di Ricerca e Sviluppo so
no startup innovative; rilevante è an
che la quota di startup innovative fra
le società dei servizi di produzione di
software (5.8%). Protagonisti di tutto
questo gli startupper. Secondo gii ultimi dati sono circa 23 mila le persone
che hanno un ruolo di qualche tipo in
una startup. Di queste sono oltre imprese, seguita dalla Sicilia con 221
18.677 i soci coinvolti, 1,816 in più ri- startup, dalia Puglia con 188, dalla
spetto a giugno: i dipendenti erano in- Calabria con 107, e dalla Basilicata che
vece 4.891 al 30 giugno 2015, in au- con solo 30 startup è il fanalino dì comento di .967 unità rispetto a fine da insieme al Molise e alla Valle D'Aomarzo ( i24.6%). Purtroppo solo il sta che hannorispettivamente19 e 12
13% delle imprese è una startup «ro- imprese innovative a testa.
«Dobbiamo però considerare che
sa», ossia ha una compagine societala
Basilicata
è molto più piccola delle
ria a prevalenza femminile (mentre
nel 44.6% c'è almeno una donna tra ì altre regioni e poi più che il numero
soci). Sono circa il 23,9% le startup,
complessivo l'importante è che ci sia
più o meno una su cinque, composte
un certo fermento e questo è innegaper la maggior parte da soci under 35
bile", spiega Michele Petrone di Bi
( il 40,2%> ne ha uno nella compagine
Cube l'incubatore di Basilicata Innosocietaria). Quelle con compagine
vazione che intercetta idee innovative
composta da stranieri sono ancora
per trasformarle in startup ad alto popiù rare, sono infatti poco più del 2%,
tenziale di crescita. "Quello che ci fa
ben sperare - continua - è il notare che
meglio però la presenza «minoritaman mano stanno nascendo contesti
ria». U 12,4% del totale delle imprese da esplorare per questi giovanissimi e
innovative ha, infatti, almeno uno
innovativi imprenditori. La chiave di
straniero tra i soci.
volta credo si potrà trovare anche nel
C'è da prendere poi in esame anche le opportunità date dalla candidatura
l'aspetto «geografico». È la Lombardi Matera a Capitale della Cultura,
dia la regione che ospita il numero
perché le piccole e medie imprese stomaggiore di startup innovative, ossìa
riche e più consolidate, per così dire,
1.018, il 21,6% del totale. Seguono
si stannorivolgendosempre di più a
l'Emilia-Romagna con 541 (11,5%), il startupper e affini per portare quel
Lazio 455 (9,7%), il Veneto 360 ( 7,6%) pìzzico di innovazione in grado di dae il Piemonte 326 (6,9%). 11 Trentino- re un nuovo slancio al loro settore".
Alto Adige è la regione con la più eie
Per quanto riguarda le province è
vata incidenza dì start up in rapporto
Milano la regina delle Startup con
alle società di capitali con 91 startup
ben 680 imprese (circa 14,5% del toogni 10 mila società di capitali. Seguono il Friuli Venezia Giulia con 56 e tale), seguita da Roma con 289
(8.3%) e Torino 246 (5,2%). Ai quarle Marche con 55. Al Mezzogiorno,
to
posto ce Napoli che con 143 startup
poi, è presente il 17.41% delle startup
ha effettuato un interessante sorpasinnovative italiane. Da notare che il
numero complessivo di tutte e 5 le re- so su Bologna che ne ha 142.
«E non è poco, è solo uno dei tanti
gioni del sud i numeri non riesce a susegnali che quando si paria di startup
perare il totale delie imprese lombare innovazione Napoli è più che com
de. Nel dettaglio la regione del Sud
con più startup è la Campania con 273 pentiva. Sta crescendo a discapito dì
tutte le difficoltà del caso», spiega
Antonio Prigiobbo, ìnnovation desi
gner e autore del Format NaStartUp
evento periodico che cura assieme ad
Antonio Savarese e che, circa una volta al mese, presenta a un pubblico dì
investitori e non una selezione di giovanissime imprese, accompagnate da
una serie di case hìstories di successo.
Un modo per fare network, «ecosistema», che mostra l'interesse per tutto
quello che è innovazione. «L'ultimo
evento si è tenuto il 21 ottobre - continua Prigiobbo - Da settembre abbiamo tra l'altro lanciato la sfida di costruire dal basso un network europeo
in grado di collegare le capitali europee più dinamiche sulla scena dell'innovazione. Spedendo, per cosi dira,
alcuni degli startupper nelle città europee dall'ecosistema più competitivo. Ad esempio a ottobre infatti il team di MeetUPro, app che permette di
inviarerichiestadi assistenza ai 5 arti
giani più vicini, ha vinto un viaggio a
Berlino. Mentre abbiamo avuto anche
uno startupper maltese a raccontare
la sua esperienza, perché è solo confrontandosi che si può crescere, lì
connubio perfetto? Innovazione e tradizione. Abbiamo visto startup fare la
pizza e venderla con l'app, o altre fare
la crema di bellezza dal latte di bufala.
È questa la forza del Sud saper rinnovare anche le vecchie tradizioni».
Napoli si fa notare anche per un
corso particolare, tenuto dall'Ordine
dei Commercialisti e che vuole aiuta
re i professionisti a guidare gli startupper con tutti gli strumenti a disposizione. «Il mondo delle startup- dice
Vincenzo Moretta, numero uno dell'Ordine dei commercialisti di Napoli
- è in continua evoluzione e al Sud ci
sono numerose aziende che stanno
nascendo o che sono già nate e hanno
saputo affermarsi. Per questo abbiamo organizzato il corso, articolato in
17 incontri con commercialisti, avvocati, broker assicurativi e analisti fi
nanziari, coordinato da Amedeo Giù
razza, presidente della Commissione
Finanza Straordinaria dell'Ordine napoletano». Nella top 10 poi ce anche
Bari con 95 imprese. «Quello che conta - dice Giusy Ottonelli dell'ìm
pactHub - è cogliere il capitale sociale,
oltre quello economico, dietro all'universo delle startup. Ossìa la capacità
professionale di collaborare e innovare, spesso inimmaginabile da chi non
fa parte di questo ecosistema e che, in
una dinamica tutta italiana, collaborando con il tessuto imprenditoriale
pre-esistente potrebbe portare una
crescita esponenziale».
«L'importante - dice Gianluca Abbruzzese di 012Factory, spazio di innovazione e co-working che vuole incentivare la creazione dì startup e che
sorge proprio di fronte alla Reggia di
Caserta - è sfatare i falsi miti, tipo
quello che le startup si occupano di
digitale e poco altro, o che magari i ra
gazzi sono tutti impegnati in questi
progetti perché sono in attesa di un
impiego. Non è così che funziona. Si
tratta di giovani imprenditori che
vanno supportati. Pensate che a
0l2Faclory abbiamo un ragazzi) che si
è trasferito da Liverpool per lavorare
con noi, e tantiragazzicon i quali lavoriamo sono vulcani di idee, che
vanno coltivate, alle quali va data una
possibilità».
«Da settembrespiega Prigiobbo - è
nato un network per
collegare le capitali
europee dell'impresa»
Giuzio (Fdl) fa l'avvocato difensore di De Luca. "Il Consiglio ha isolato facinorosi e salvatori della Patria"
Comune di Potenza, tutto fermo aspettando
il congresso Pd (e forse le larghe intese)
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A sinistra i consiglieri di
c e n t r o d e s t r a Vigilante,
GaleSIa e Giuzio
Chi invoca le
urne o cerca di
screditare lo fa
solo per un
tornaconto
personale"
POTENZA -1 nuovi ingressi in giunta sembrano aver
avuto un effetto «soporifero» sul Comune di Potenza.
Le polemiche, i tatticismi e
le accuse reciproche tra gli
opposti schieramenti sono
messi tra parentesi. Almeno fino all'8 novembre. Tra
due domeniche si terrà il
congresso cittadino del Pd.
Un appuntamento atteso e
che potrebbe aprire le porte alle tanto agognate larghe intese. Molto dipenderà - è ovvio - da quale corrente dem si aggiudicherà
la segreteria cittadina, con
l'ex sindaco Santarsiero
che ha già giocato d'anticipo candidando Carmine
Croce. A contendersi la lea-
dership del partito potrebbe esserci il candidato pittelliano-polesiano Rocco Catalano (con benedizione anche del senatore Margiotta).
Un braccio di ferro che potrebbe avere riverberi sulla
formazione della nuova
giunta De Luca ma anche
sugli assetti del partito democratico regionale e del-
l'esecutivo guidato dal presidente Pittella. Una cosa è
certa: tutto resterà in stand
by sino all'8 novembre anche se non mancano i mugugni. C'è chi accusa la
giunta di essere immobile
(nei giorni scorsi la lista civica per la città che gfa riferimento a Belmonte e al
consigliere Vigilante) o
semplicemente (i consiglieri santarsierani Carretta, Sileo e Lovallo) chiede l'immediato ritorno alle urne. Avvocato d'ufficio, anche perchè molto vicino al sindaco
De Luca, è il consigliere Giuseppe Giuzio di Fratelli
d'Italia. «L'attività dell'attuale consiliatura - spiega in
una nota - è stata incentrata per buona parte al risanamento del bilancio e le accuse di immobilismo sono
false, ingenerose e vanno rigettate al mittente. Consapevoli artefici, figli e/o complici del sistema, che ha pro-
dotto il disastro politico ed
economico in cui versa la città cercano, pur sapendo di
mentire, di screditare chi,
giorno dopo giorno, con correttezza, professionalità ed
equilibrio, tenta di traghettare il capoluogo di regione verso il tanto agognato
risanamento politico ed
economico. La cattiva politica fortunatamente - aggiunge - non ha inquinato
la maggioranza del consiglio comunale che ha da
tempo isolato dal dialogo politico i più "facinorosi" e i
"salvatori della patria" che
oggi reclamano spazio e visibilità che nessuno ha interesse loro concedere. Si invocano le urne nella consa; più tempo pascli verranno al
ontananza dal
linevitabilmenle precostituixnose filiere. Il
onsigliodiGiucon quella parmsigliocomuizione di bonied economica
hi non ha nese a che la città
•gi Potenza ha
necessità di cambiare e lo potrà fare solo passando attraverso un'azione amministrativa lontana dagli schemi
che in questi decenni hanno fatto gli interessi di pochi a discapito della maggioranza dei cittadini. Si tomi
a una politica fondata su
principi morali, a una politica innovativa nel rispetto
della città che vuole evolversi e abbia a mente gli interessi economici e del'immagine di Potenza. Chi oggi invoca le urne e si pone contro questa amministrazione lo fa esclusivamente per
un rendiconto personale e,
senza dubbio, contro l'interesse della città. (Ce.Be.)
Regioni, decreto per i 20 miliardi di buco
Il governo prepara la «sanatoria». Mailarella firma la legge di Stabilità, via all'iter in Senato
II governo prepara un decreto legge per tamponare i bilanci
delle Regioni, che dopo la sentenza
della Consulta sulla contabilizzazione dei prestitiricevutidallo Stato, rischiano di esporre un disavanzo fino a 20 miliardi di euro. La
«sanatoria», una sistemazione
contabile che non comporterebbe
esborsi per la finanza pubblica, ma
carica le Regioni di un debito da ripianare in trent'anni, doveva trovar
posto nel disegno di legge di Stabilità, che ieri è stato firmato dal capo dello Stato e trasmesso al Senato. Ma il rischio che potesse essere
cassata come norma ordinamentale, non ammessa nella legge di bilancio, e soprattutto l'urgenza dell'intervento, ha convinto il governo
ad adottare la strada del decreto.
La situazione è molto complicata, ed in parte è già scappata di mano all'esecutivo. Tutto nasce nel
2013, quando il governo presta 20
miliardi alle regioni per pagare i
debiti con i fornitori. Alcuni governatori, seguendo le indicazioni un
po' ambigue dell'Economia, finiscono però per usare quei soldi
per finanziare nuova spesa. Il bilancio del Piemonte cade sotto la
scure della Consulta, che a luglio
lo dichiara incostituzionale,
aprendo il varco alla bocciatura dei
bilanci di quasi tutte le altre Regioni. Il governo comincia a studiare
una soluzione, ma nel frattempo
arriva la Corte dei conti, che due
settimane fa ridetermina il deficit
2013 del Piemonte, da 300 milioni
a 5 miliardi, che nel 2014 salgono
fino a quasi 6 miliardi. Il danno ormai è fatto, tanto che il governatore piemontese Sergio Chiamparino, di fronte alla prospettiva di dover restituire 800 milioni l'anno al
governo, dà le dimissioni dalla
guida della Conferenza delle Regioni. E qui parte la corsa contro il
tempo per salvare le altre Regioni,
prima dei giudizi, imminenti, della Corte. E sono gli stessi magistrati contabili a sollecitare in qualche
modo l'esecutivo ad intervenire. La
Corte ha presentato il quadro aggiornato della situazione tre giorni
fa in Parlamento. Le somme riceROMA
vute dalle Regioni come anticipazioni dello Stato, tra il 2013 e il
2014, ammontano a 20,1 miliardi
di euro. Quella che ne ha avuti di
più è stata il Lazio, 8,7 miliardi, seguita dal Piemonte, con 3, dalla
Campania con 2,7 miliardi, dal Veneto con 1,5. Ognuna li ha contabilizzati in modo diverso, ma quasi
tutte sbagliando. «Solo in pochi
casi—dice la Corte — sembrerebbe si sia proceduto alla sterilizzazione delle somme ricevute». Il
buco a carico delle Regioni oscillerebbe tra 9 e 20 miliardi. C'è il rischio, avvisano i magistrati contabili, che «per i rendiconti in corso
di istruttoria ai fini del giudizio di
parificazione» possa evidenziarsi
lo stesso problema del Piemonte,
«n distorto uso delle anticipazioni
può provocare due effetti: da un lato quello di non pagare i debiti
pregressi, dall'altro quello di aumentare — dice la Corte — la spesa corrente senza copertura». In
ogni caso c'è un buco, che qualcuno dovrà coprire. Il governo cerca
una soluzione contabile che consenta di spalmare il debito, sperando che la Uè non si metta di traverso, senza oneri per lo Stato. A
pagare saranno i contribuenti delle Regioni in deficit, con tasse e il
taglio dei servizi.
Mario Semini
8,7
miliardi
di euro è la cifra
ricevuta
dalla Regione
Lazio come
anticipo dello
Stato tra il
2013 e il 2014:
è l'importo più
alto, seguono
Piemonte
(3 miliardi) e
Campania (2,7)