resoconto tour marocco
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resoconto tour marocco
TOUR MAROCCO 2014 AFRICA MAMA Dopo più di un anno passato a studiare i percorsi più belli, ho incontrato l’amico Paolo Ciappessoni esploratore del Marocco, al Salone del Motociclo di Milano dell’anno scorso che si è reso disponibile a far da guida al gruppo del Moto Club Saronno. A casa del comune amico Vito Pierri ci siamo trovati per pianificare il Tour, utilizzando Hotel conosciuti da Paolo nei suoi precedenti viaggi. Si è poi formato il gruppo di nove partecipanti con gli amici : Paolo, Vito, il sottoscritto Angelo, Giuseppe R., Giuseppe Z., Alessandro, Danilo, Gianpaolo, Luca. Lunedì pomeriggio 30 Aprile siamo partiti alla volta di Genova sotto la pioggia per imbarcarci con destinazione Tangeri. Dopo due giorni di navigazione arriviamo in terra marocchina alle 20 ora locale. Sbrigate le pratiche doganali partiamo alla volta di Fnideq dove pernotteremo in Hotel in riva al mare. Giovedi di buonora con una leggera foschia iniziamo il Tour scendendo verso l’Atlas percorrendo la statale costiera N13 che dopo Tetouan si snoda nella catena montuosa del Rif. La strada in breve tempo diventa molto bella con numerose curve. Giunti a Chefchaouen ci fermiamo per fare delle foto alla famosa città azzurra. Ci fermeremo per la notte al rientro dal Tour. Ripartiamo alla volta di Ouezzane su un percorso collinare con poco traffico percorrendo il Col de Rmel sulla R408. Sulla strada facciamo rifornimento di acqua e viveri in un negozietto. Passiamo da Souk el Arba imboccando la R413 fino a Sidi Kacem. Iniziamo a salire di quota percorrendo il Col du Zeggota con la N4 verso Fes. Ci fermiamo ad ammirare dall’alto il Barrage Sidi Chahad consumando le nostre vivande. Aumenta di intensità il traffico avvicinandoci a Fes la prima città imperiale che incontriamo. Aggiriamo la città senza fermarci proseguendo per Ifrane sulla N8, adagiata in una foresta di Cedri a 1700 mt di altezza. La temperatura è primaverile attorno ai 23 gradi. Arrivati in un Residence, ci cambiamo per andare a cenare in un ristorante conosciuto da Paolo. Assaggio per la prima volta il Tajine di pollo al limone verde con olive, patate, carote e pomodori. E’ la pietanza tipica del paese, una vera prelibatezza. La Valle di Ifrane è chiamata la Svizzera marocchina perché le costruzioni sono molto simili agli chalet di montagna che troviamo in Engadina. In inverno le nevicate sono abbondanti e l’attuale Re del Marocco Mohammed VI, trascorre le settimane invernali sciando in questi luoghi. Ci addentriamo nella Foresta dei cedri su strade sterrate che saranno d’ora in avanti presenti in molte tappe del Tour. Dopo aver ammirato le bellezze naturali e divertiti con sterrati relativamente facili ripartiamo alla volta del deserto di Merzouga; l’Erg Chebbi di Merzouga percorrendo la N13. Siamo nel Medio Atlas con altezze che si avvicinano ai 2000 mt. La strada è un turbinio di curve percorrendo il Col du Zad a 2200 mt. per scendere poi verso Midelt. Ora siamo nell’Alto Atlas e vediamo poco lontano il Jbel Ayachi con la cima innevata, con i suoi 3900 mt. è il monte più alto del Marocco. Percorriamo il Col du Tagalm ed iniziamo a scendere di quota nelle Gorges du Ziz con vegetazione lussureggiante nei pressi del fiume omonimo cheforma delle oasi, mentre il resto del territorio è arido e desertico a tratti lunare con molte tonalità di marrone e rosso stratificati sulle pareti rocciose. Dopo aver transitato nel Tunnel du Legionnaire arriviamo a Er Rachidia con un susseguirsi di Kasbe ( villaggi fortificati ) che si ergono in un paesaggio che si alterna tra il verde e il desertico. Passiamo dall’oasi Source bleu de Meski dirigendoci verso Erfoud sempre costeggiando lo Ziz entrando nella regione del Tafilalt. Ci separiamo dal corso dello Ziz e continuiamo sulla N13 per Rissani e Merzouga. Prima di arrivare a Merzouga, vediamo sulla sinistra una pista con l’indicazione per la Kasba Yasmina dove pernotteremo. La pista è lunga circa 15 Km. e così proviamo l’ebbrezza del primo contatto col deserto. All’inizio il fondo è abbastanza duro ma poi si alternano tratti con sabbia più soffice ed iniziano le prime difficoltà con qualche caduta, occorre far galleggiare la moto, riesco ad arrivare all’hotel un po’ trafelato ma indenne da cadute. Lo spettacolo è da mozzare il fiato con la duna a pochi metri da noi. Siamo a 1000 mt. slm. Al mattino mi sveglio presto per vedere il sorgere del sole dalla duna. La sabbia è fredda e si sta bene. Dopo colazione carichiamo i bagagli sulle moto e ripercorriamo la pista con maggior sicurezza. Arrivati a Mergouza la pista dei laghi non è percorribile per il fes-fes ( sabbia finissima portata dal vento )e quindi, dopo aver visto dromedari allo stato libero, ritorniamo verso Rissani - Erfoud. Imboccando la R702 percorriamo la Valle dei pozzi berberi fino a Mellaab caratterizzata da diverse oasi. Ci fermiamo a visitare un pozzo ed il proprietario ci offre l’immancabile tè alla menta. La strada diventa N10 fino a Tinerhir ritornando nell’Alto Atlas. Risaliamo le Gorges du Todra fino a Tamtattouchte su una bella strada ricca di curve, la R703. Salendo di quota arriviamo a Imilchil a 2200 mt. dove passiamo la notte in un Hotel Berbero. Al mattino visitiamo i Laghi di Tislit e di Isli posti tra irte montagne innevate. Rientrando da Agoudal ci fermiamo a bere il tè in casa di una famiglia berbera. Su una pista sterrata raggiungiamo il Tizi-n-Ouano a quota 2998 mt. Immersi in un paesaggio fantastico. Scendiamo a Msemrir con la R704 entrando nelle Gorges du Dades e percorriamo la mitica strada a tornanti tanto pubblicizzata dalle riviste turistiche. Ci fermiamo per la notte in un Auberge Berbero a Tamellalt sulla strada per Boulmalne Dades. Il giorno successivo ci attenderà una dura tappa nello spettacolare Jebel Saharo. Alle 8.00, dopo aver fatto la colazione, scendiamo a Boulmane Dades per prendere la pista che ci porterà all’interno del deserto vetrificato. Dopo un primo tratto asfaltato inizia la pista per Tagdilt. Vorremo salire sul Tizi-n-Tazazert ma la condizione della pista alquanto rovinata ci costringe ad aggirarlo per risalire il passo il giorno successivo senza bagagli. Imbocchiamo la pista del Tizi-n-Ouli verso Alnif, il paesaggio è lunare non c’è nemmeno una pianta, saliamo verso il passo da Iknioun scollinando a 2200 mt. La pista è impegnativa e non manca qualche piccola caduta. Scendiamo verso Oulili, Tazelaft, Imi-n-Ouzrou e raggiungiamo la N12 ritrovando l’asfalto dopo il lungo sterrato. Passiamo da Tazzarine, Mellal sulla R108 e prima di Nekob imbocchiamo un’altra pista che ci porterà all’Auberge Bassou a Tinehar dove pernotteremo dopo una faticosa tappa. Mi sento uno straccio ma sono soddisfatto. Il paesaggio assomiglia alle Mesas Texane. Al mattino di buonora e con le moto scarica arriviamo in cima al Tizi-n-Tazazert. Dopo una breve sosta il rientro all’Auberge dove, caricate le moto, ripartiamo alla volta di Zagorà percorrendo la valle del Dràa e arrivando al confine con l’Algeria. Nell’avvicinarci a Tansikht, nella valle du Dràa, rivediamo finalmente il verde delle oasi. La strada N9 che porta a Zagorà è chiamata anche la via delle Kasbe con villaggi a ridosso delle oasi create sul fiume.Dràa. Ai lati della strada c’è il nulla a vista d’occhio. Zagorà pur essendo l’ultimo avamposto prima del Sahara è una cittadina molto viva e per spostarci usiamo i famosi taxi Peugeot 7van. L’indomani ci avviciniamo al Sahara andando verso Mhamid sulla N9. Avvistate le prime dune ci fermiamo per provare la sabbia del Sahara, lo facciamo con i dromedari, perché con le nostre moto cariche sarebbe un insabbiamento unico. Continuiamo per Mhamid e giunti sul passo dell’Hamada du Dràa, la porta del Sahara, vediamo molta foschia in lontananza. Paolo ci spiega che sta per arrivare una tempesta di sabbia e di conseguenza rientriamo velocemente a Zagorà. Mentre pranziamo inizia a piovere e si alza un vento molto forte. Mi stupisco perché siamo a ridosso del deserto. Paolo che conosce bene il Marocco ci consiglia di partire perché, da guida esperta, capisce che è in arrivo furiosa la tempesta di sabbia. La foschia in un attimo si avvicina minacciosa colorando il cielo di rosa. Velocemente e senza esitare risaliamo in moto e ripercorriamo la Valle du Dràa allontanandoci velocemente. Giunti a Agdz abbandoniamo la N9 e andiamo verso Tazenakht sulla R108, strada molto bella e da non perdere in sella alla propria moto. Dopo Tasla riappare lo sterrato, ci sono lavori in corso per il rifacimento del manto, eil percorso torna ad essere impegnativo come sull’Atlas. Dobbiamo transitare su due Passi prima di arrivare a Tazenakht, il Tizi-n-Timlairne ed il Tizi-nTaguergoust a 1700 mt., con il percorso che è solo pista. Siamo arrivati al nono giorno in Marocco e, per il giorno successivo, sono previste due semitappe; al mattino un’escursione nel Jebel Siroua e nel pomeriggio il percorso per Ouarzazate su pista. Siamo nel Medio Atlas e quindi i Passi non superano i 2000 mt. ma il paesaggio è sempre montuoso alternando il desertico al verde. La pista è bella, sicuramente da percorrere. A mezzogiorno pranziamo in Hotel a Tazenakht. Io e Luca abbiamo qualche problema di stomaco, forse dovuto all’alimentazione. Ripartiamo per Ouarzazate, su una strada all’inizio asfaltata che a breve si trasforma in una pista. Decidiamo che per oggi di piste ne abbiamo fatte a sufficienza e quindi ritorniamo a Tazenakht per prendere la N10 che ci porterà a Ouarzazate. Transitiamo sul Tizi-n-Bachkoun, la strada è stupenda con belle curve in appoggio, ed arriviamo all’Hotel Fint di Ouarzazate pimpanti. Ouarzazate è definita la Hollywood marocchina per gli studios televisivi presenti in città. L’indomani visitiamo la Kasba dove compriamo olio di Argan e ambra. La meta di oggi è la mitica Marrakech, la raggiungiamo percorrendo l’antica strada del Passo di Tichka. I Berberi definiscono la strada del passo “ il grande serpente” per la sua somiglianza ad un grosso rettile che si snoda tra le montagne. A Tazentoute lasciamo la N9 per imboccare la vecchia P1506 che ci porterà sul Ticka. Passiamo dalla Kasba di Ait Benhaddou famosa perché hanno girato le scene del film “il Gladiatore”. La strada è ora tutta asfaltata ed è un grande divertimento per noi. Passata Telouet rientriamo sulla trafficata N9 fermandoci sul Tizi-n-Tichka a 2300 mt. per ammirare il “serpentone”facendo fotografie. Scendiamo dal Passo e arriviamo a Marrakech all’hotel Golden Tulipe Farah con tanto di piscina, siamo rientrati nel mondo contemporaneo dopo una bellissima full immersion in un altro mondo (Atlas e deserto). Alla sera andiamo tutti in piazza Jamal el F’na a cenare. E’ un vero caos con tantissime persone ed una frenetica vitalità. C’è di tutto dagli incantatori di serpenti ai venditori di vasi, agli stand che fungono da ristorante e bar in strada oltre al grandissimo Suk. Rimarrà nella memoria. Stiamo ritornando verso Tangeri ed oggi andremo a Azilal ritornando nell’Alto Atlas per le ultime tappe del Tour. pPer fortuna la tappa di oggi è semplice, tutta su asfalto con una strada spettacolare che ci concede diverse pause prima di arrivare a Azilal. Abbiamo comprato pane e scatolame per il pranzo che ci consentono di allietare le nostre pause lungo la strada. Riprendiamo la R210 passando da Demnate, Khemis-Majden arrivando a Azizal nel primo pomeriggio. L’Hotel è con piscina e ovviamente ci tuffiamo per rinfrescarci, nel frattempo ci informano che alla sera ci sarà un matrimonio berbero. Per la cena ritorniamo in moto verso il centro fermandoci in un bel ristorante. Al ritorno in Hotel fervono i preparativi del matrimonio con circa un centinaio di partecipanti. Vengono dalle montagne dell’Atlas scendendo in città per la cerimonia. Gentilmente ci invitano, ma la festa è troppo lunga e noi siamo troppo stanchi. I festeggiamenti proseguono fino al mattino con musica e balli tradizionali. Oggi ritorniamo nell’Alto Atlas sul massiccio del Jbel Azourki che con i suoi 3700 mt. che domina la vallata. Il percorso tipico di montagna si alterna tra asfalto e sterrato ed è alquanto spettacolare e ricco di vegetazione. Lasciata Azilal saliamo sul primo passo a 1900 mt. verso Ait-Mhammed aumentando di quota percorrendo la pista de La Chatedrale. Arriviamo in cima al Tizi-n-Ilissi a 2700 mt. Scendiamo poi verso Zaouia-Ahanesal in un paesaggio che assomiglia alle nostre Dolomiti avvicinandoci alla Chatedrale, una formazione rocciosa che assomiglia ad una chiesa. Proseguendo sulla pista arriviamo a Tilouguite dove ritroviamo l’asfalto che conduce al lago artificiale di Bin el Ouidane. La strada per scendere al lago è molto bella, lo costeggiamo ed andiamo alla ricerca dell’Hotel in Bin el Ouidane. Troviamo posto alla Maison D’Hote un alberghetto con piscina e vista lago. La mattina successiva lasceremo alle spalle l’Alto Atlas entrando nel Medio Atlas. Passiamo di fianco alla diga salendo sul passo che divide i monti dalla pianura verso Beni-Mellal. Dalla cima del passo vediamo una distesa immensa e piatta. Oggi in programma il rientro a Ifrane percorrendo una strada purtroppo noiosa la N8, ma giunti a Beni-Mellal la abbandoniamo per ritornare tra i monti percorrendo la R306 per arrivare a Khenifra. La strada è molto bella ma purtroppo un po’ sporca, la presenza di un pericoloso brecciolino sulle curve fa scivolare Gianpaolo che rimedia una botta alla caviglia. Transitiamo sul bellissimo Tizi-n-Ait Ouirra ritornando sulla N8. La strada è piacevole con saliscendi continui e belli da percorrere. Passata Khenifra lasciamo la N8, transitando su strade secondarie che ci portano al lago di Ouiane nel quale Giuseppe, “il germanico”, non esita nel fare il bagno. Ai lati della strada ci sono pecore, capre e asini perché è una zona di pastorizia, tipica delle popolazioni berbere. Riprendiamo le moto dopo la meritata pausa andando verso Azrou passando da Ain-Leuh ritornando sulla N8. E’ un po’ tardi ed arriviamo a Ifrane alle 21.00. Ci fermiamo a cenare in un ristorante sulla strada per poi andare in Hotel per riprenderci dalla lunga tappa. Il Tour è quasi agli sgoccioli, dopo aver fatto colazione e caricate le moto riprendiamo la N8 verso Fes ripercorrendola in senso opposto per arrivare a Chefchaouen, la città azzurra. Oggi fa caldo con temperature attorno ai 40 gradi ma molto ventilato e secco che non da fastidio. Oltrepassiamo Fes sulla circonvallazione per imboccare la N13 che ci porterà alla meta. Dopo Ouazzane la strada è uno spettacolo sia per la guida che per il paesaggio, e salendo sui monti del Rif arriviamo a Chefchaouen nel pomeriggio. L’Hotel è dipinto di azzurro, il tipico colore che caratterizza tutta la città, ed è molto bello e confortevole. Scaricate le moto e dopo una bella doccia andiamo a visitare la Medina. Alla mattina continuiamo la visita alla città prima di iniziare l’ultima tappa che ci porterà a Tangeri Med dove imbarcheremo per il rientro in Italia. Il percorso è sul mare attraversando la catena montuosa del Rif. Lasciamo la bellissima Chefchaouen in una giornata molto ventosa, facendo un pezzo di N2 per cambiare poi con la P4105 verso Oued-Laou entrando in un Canyon vagamente somigliante alle Gorges du Verdon, costeggiando il fiume Laou. Il tempo è nuvoloso con minaccia di acqua e la temperatura non supera i 18°C. Il vento forte sposta le moto e quindi procediamo con precauzione specialmente sui lunghi curvoni. E’ un peccato perché la strada è tipicamente motociclistica. Inizia la discesa al mare che scorgiamo in lontananza. Giunti sulla N16 una leggera piggia ci costringe ad aumentare l’attenzione alla guida, gli pneumatici tassellati e un po’ usurati non hanno una buona aderenza. La strada costiera è spettacolare e divertente, con i limiti che la pioggia ci impone. Arrivati a Tetouan Gianpaolo incorre in una foratura che ci costringe ad una sosta per la riparazione. Oggi per pranzo è prevista una grigliata di pesce in un ristorante a Martil, luogo conosciuto da Paolo. Nel frattempo la pioggia è cessata ma il vento è sempre intenso e fastidioso. Riprendiamo la marcia ma dopo pochi Km. e la Ktm di Alessandro si spegne e non vuole saperne di ripartire. E’ pomeriggio inoltrato e dovremmo arrivare a Tangeri Med per le 20. Alessandro inizia a smontare le carene ed il serbatoio per capire quale può essere la causa del guasto. Si è incrinato l’attacco rapido del serbatoio e quindi essendoci poca pressione nell’impianto d’iniezione la centralina taglia l’avviamento. Ripariamo il guasto inserendo il corpo di una penna come by-pass. Il motore si accende e ripartiamo. Dopo pochi Km. la moto perde benzina. Ci fermiamo per evitare danni. Sono le 18.30, non possiamo perdere altro tempo mancano ancora 70 Km al porto. Fermiamo un furgone e dopo una trattativa concordiamo il trasporto della moto a Tangeri Med per € 70,00. Arrivati all’ingresso del porto perdiamo di vista il furgone ed Alessandro. Non riusciamo a contattarlo telefonicamente, purtroppo sono le 20.30, dobbiamo ancora passare la dogana ed il controllo del passaporto, quindi decidiamo che io e Danilo andiamo all’imbarco per vedere se Alessandro con la complicità dell’autista del furgone ha preso qualche scorciatoia. Sbrigate le formalità arriviamo all’imbarco e troviamo Alessandro tutto trafelato perché non ha il biglietto. Aveva il telefonino scarico. Anche il resto del gruppo ci raggiunge mentre cominciano ad imbarcare le moto. Dopo una giornata da cardiopalma ci imbarchiamo finalmente tutti. L’avventura in Marocco è terminata, dobbiamo trascorrere due giorni in nave per arrivare a Genova. Allo scalo di Barcellona Alessandro ripara la perdita di benzina inserendo un tubetto di rame al posto della penna che si stava sciogliendo a contatto con la benzina. Arriviamo al porto di destinazione sabato 17 Maggio alle 8.00. Salutati Alessandro che ritorna a Siena e Luca in quel dell’Aquila, entriamo in Autostrada per Milano. A Tortona salutiamo anche Danilo che va a Piacenza e noi proseguiamo per Milano in Tangenziale. E’ stata un’avventura molto faticosa ma affascinante perché il sogno nel cassetto si è finalmente realizzato. Angelo Lovati Moto Club Saronno