download: 1.2 MB - Le Voci dell`Inchiesta

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download: 1.2 MB - Le Voci dell`Inchiesta
DM+B&Associati / Stampa SGS Meduno
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
Facoltà di Scienze della Formazione
Corso di laurea in
Scienze e Tecnologie Multimediali
Centro Polifunzionale di Pordenone
Laboratorio ReMoTe
LE VOCI DELL’
INCHIESTA
14 .15. 16.17. 18 APRILE 2010
PORDENONE > CINEMAZERO
FUORI DAL CORO
WWW.VOCI-INCHIESTA.IT
LE VOCI DELL’
SEZIONI 2010
INCHIESTA
Un’iniziativa di
Facoltà di Scienze della Formazione
Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali
Centro Polifunzionale di Pordenone
Laboratorio ReMoTe
SERATA D’APERTURA
MERCOLEDÌ 14 APRILE
> 20.45
GREEN DAYS
di Hana Makhmalbaf
Incontro con Mina Ahadi, Nasrin
Parvaz, Giovan Battista Brunori
con il sostegno di
Ministero per i Beni e le Attività culturali
Direzione Generale Cinema
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Comune di Pordenone
in collaborazione con
pordenonelegge.it
Direzione artistica
Marco Rossitti
Coordinamento
Riccardo Costantini
GIOVEDÌ 15 APRILE
> 11.00
CHERNOBIL:
L’EREDITÀ NASCOSTA
incontro con il fotoreporter
Pierpaolo Mittica
VENERDÌ 16 APRILE
> 21.00
DÉCHETS, LE CAUCHEMAR
DU NUCLEAIRE
di Laure Noualhat e Eric Guéret
SABATO 17 APRILE
> 14.30
LATINA. DALL’URANIO
ALL’ENERGIA ELETTRICA
di Enzo Trovatelli
VENERDÌ 16 APRILE
> 9.00 CLIP CULTURE
Presso l’Università di Udine,
Sede di Pordenone
Ingresso libero a tutti gli eventi
fino a esaurimento dei posti
Green Days è il titolo dell'ultimo film di Hana Makhmalbaf, la più giovane rappresentante della nota famiglia di registi iraniani. Giorni verdi,
come la speranza: con fazzoletti di questo colore nell'estate 2009 un
popolo intero ha manifestato in Iran per la democrazia, contro i brogli
elettorali che hanno riconfermato presidente Ahmadinejad al posto di
Moussavi. Mina Ahadi, Presidente del Comitato internazionale contro la
pena di morte, dopo l’uccisione di suo marito, è fuggita dall'Iran in
Germania: una fuga per sopravvivere e per lottare da dove è possibile
farlo. Come lei, anche Nasrin Parvaz è riuscita a fuggire, per far sentire
la sua voce e continuare a lottare: per essersi battuta nel suo paese per
i diritti umani e delle donne porta ancora sul corpo e nell'animo i segni
delle torture subite in otto anni di carcere.
Si apre una nuova era nucleare per l’Italia, con un ritorno rapido a una
forma di produzione dell’energia che un triplice referendum abrogativo
del 1987 (all’indomani dell’incidente di Chernobyl) aveva bandito dal
nostro paese. Pochi ricordano che la storia nucleare italiana è di lunga
data: l’impianto di Latina lavorava già a pieno regime nel 1963.
Ripensare alla storia dell’energia nella nostra nazione, riconsiderare gli
scenari futuri possibili appare necessario, in particolare di fronte a novità che rassicurano dal punto di vista tecnologico, ma che lasciano molte
perplessità sul piano ecologico e ambientale. I vantaggi energetici sono
davvero innegabili? E le scorie, da sempre “il tallone d’Achille del
nucleare”, rappresentano davvero il problema più complesso?
La Rete ha cambiato il nostro modo di pensare? Certamente ha modificato il rapporto delle giovani generazioni con il cinema e la televisione.
Sono passati solo cinque anni dalla nascita di YouTube (il primo video vi
fu caricato il 23 aprile 2005) e ogni mese più di venti milioni di nuovi filmati, di breve durata e per lo più autoprodotti, vengono caricati sul noto
sito di video sharing. Ma internet non è solo questo: è una fonte inesauribile di informazioni e di notizie giornalistiche, uno sconfinato territorio
da esplorare, un luogo di incontro e di scambio, un gigantesco archivio
audiovisuale che riduce progressivamente il rischio (qualcuno dice: la
libertà) di dimenticare.
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SEZIONI 2010
GIOVEDÌ 15 APRILE
> 16.00
MADRI di Barbara Cupisti
VENERDÌ 16 APRILE
> 14.30
VIETATO SOGNARE
di Barbara Cupisti
> 16.00
RADIO LA COLIFATA
a seguire
GIRLS ON THE AIR
di Valentina Monti
DOMENICA 18 APRILE
> 16.00
THE MOON INSIDE YOU
di Diana Fabiánová
GIOVEDÌ 15 APRILE
> 9.00
THE AGE OF STUPID
di Franny Armstrong
> 18.00
BANANAS!*
di Fredrik Gertten
ANTEPRIMA NAZIONALE
> ORE 21.00 THE COVE
di Louie Psihoyos,
Premio Oscar 2010
per il miglior documentario
SABATO 17 APRILE
> 18.00 THE END OF THE LINE
di Rupert Murray
EVENTI SPECIALI
LA
PAURA
SABATO 17 APRILE
> 21.00
LA PAURA
di Pippo Delbono
SEZIONI 2010
Una selezione internazionale di opere, per mettere in risalto il talento
femminile in campi - come quelli del reportage giornalistico e del documentario d'inchiesta - rimasti per molto tempo di esclusivo dominio
maschile. Racconti di storie in prima e in terza persona, esperienze vissute dalle autrici nella veste di giornaliste e cineaste, ma anche e
soprattutto nel ruolo di donne, lavoratrici, mogli, compagne, figlie e
madri. Sguardi partecipati e penetranti nel cuore delle cose del mondo,
ma anche emozioni e sentimenti legati a vicende e situazioni autobiografiche; perché, come anche la letteratura ci insegna, quando una
donna realizza un'opera parte quasi sempre da sé e dal proprio vissuto
personale.
Il riscaldamento globale è sembrato per anni il problema ambientale per
eccellenza. Di fronte a inverni rigidi, a nevicate abbondanti ed eventi climatici spesso catastrofici, per gli stessi scienziati è spesso difficile riuscire a trovare una valida causa comune. Se, non a torto, negli ultimi anni si
è riflettuto molto sul “sistema mondo”, oggi si ha maggiore consapevolezza che accomunare fenomeni troppo differenti può causare interpretazioni
(e informazioni) aberranti. Sempre più si avverte l’esigenza di tornare a
riflettere su problematiche su scala vasta, ma non omnicomprensiva. Molti
sono gli attivisti che in questi anni si sono spesi, anima e corpo, per battaglie che meritano di essere raccontate e conosciute, perchè hanno cercato
di ricostruire - seppur a fatica - un rapporto equilibrato fra uomo e mondo.
RADIOGRAFIE
ITALIANE
VENERDÌ 16 APRILE
> 18.00
L’ITALIA FERITA
presentazione del libro
di Corrado Stajano, con l’autore
e Oliviero Ponte di Pino
DOMENCA 18 APRILE
> 14.15
IL PAESE MANCATO
di Guido Crainz e Italo Moscati
> 18.30
AUTOBIOGRAFIA
DI UNA REPUBBLICA
incontro con Guido Crainz
SABATO 17 APRILE
> 9.00
IMMOTA MANET
di Gianfranco Pannone
a seguire
L’AQUILA BELLA MÉ
di Pietro Pelliccione e Mauro Rubeo
> 11.00
YES WE CAMP di Alberto Puliafito
> 18.00
SANGUE E CEMENTO
di Gruppo Zero
a seguire la tavola rotonda
L’AQUILA, UN ANNO DOPO
IALI
EVENTI SPEC
La Paura è girato interamente con un telefono cellulare: verità “colta sui
fatti”, con la sgranatura tipica delle immagini realizzate con queste
“cineprese in miniatura”, per dare vita a una graffiante poesia. Un diario visivo che contiene alcuni episodi divertenti, ma che è anche e
soprattutto una testimonianza dello stato generale in cui verte l’Italia e
la sua cultura politica, sempre pronta a stigmatizzare i Rom e gli extracomunitari. L’artista registra per non dimenticare: col suo cellulare
mette a nudo la società. La materia prima del film è la realtà pedinata
e catturata con uno strumento di uso comune.
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EI
E IENGL
L
INCONTRANO
YES MAN
DOMENICA 18 APRILE
> 21.00
LE IENE
a seguire
THE YES MEN FIX THE WORLD
di Andy Bichlbaum
e Mike Bonanno
L’Italia compirà centocinquant’anni nel 2011. La nostra democrazia è saggia come si confà a una persona in là con le primavere? Forse è stanca e
bisognosa di cure e attenzioni? Corrado Stajano non ha dubbi: il suo
sguardo sugli ultimi trent’anni del paese vede un’Italia Ferita, come dal
titolo del suo libro pubblicato proprio per questa edizione de Le voci dell'inchiesta. Il Paese mancato per lo storico Guido Crainz e per Italo
Moscati, che ripensano retrospettivamente all'Italia dal “miracolo economico” e degli anni Settanta, attraverso la contestazione, piazza Fontana,
il terrorismo, il sequestro e la morte di Moro, ma anche attraverso i film, le
canzoni, la cronaca...
Se nel 1906 ci volle una settimana affinché la notizia del devastante terremoto di Messina raggiungesse tutto il Paese, oggi internet e televisione
ci permettono di seguire un evento in tempo reale e di parteciparvi, seppur da lontano, in modo “corale”. Da più parti libertà e velocità di informazione vengono esaltate, facendoci però perdere di vista quello che più
conta: la qualità dell’informazione. Il terremoto d’Abruzzo - ma anche
quello più recente di Haiti - hanno riproposto il problema del rapporto tra
disastri e informazione e fornito un’ulteriore occasione per verificare lo
stato di salute del sistema informativo italiano. Da L’Aquila (e da Port-auPrince) sono giunti “fiumi” di immagini e parole. Eppure, come avviene
dopo ogni alluvione, ciò che è mancato è stata proprio “l’acqua potabile”:
notizie e verità. Il disastro de L’Aquila è stato (ed è) un caso esemplare di
quanto la ridondanza riduca, in realtà, l’informazione reale.
Una serata sopra le righe, con Le Iene, protagoniste delle (semi)serie
inchieste televisive che tutti conoscono. Un’occasione unica per scoprire, al di qua del piccolo schermo, i segreti del loro modo di lavorare. Sul
grande schermo, un ottimo contraltare internazionale: gli Yes Men, un
gruppo di attivisti politici che impersonano impiegati del World Trade
Organisation, riuscendo a infiltrarsi nei luoghi del potere e nei centri
vitali del capitalismo, facendosi beffe di compagnie come la Exxon e la
Halliburton. Fingendosi loro rappresentanti, mettono in ridicolo il sistema, mostrando come funzionano le lobby e denunciando la corruzione
imperante.
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MERCOLEDI 14 APRILE 2010
MERCOLEDI 14 APRILE 2010
ore 20.45
Green Days
Cinemazero
PROIEZIONI
L’IRAN DELLE DONNE
(Iran 2009, 87’) di Hana Makhmalbaf
A seguire, incontro con
Giovan Battista Brunori
Mina Ahadi
Nasrin Parvaz
Ava, giovane protagonista di Green Days di Hana Makhmalbaf, è una cronista iraniana impegnata a
raccogliere video-interviste tra la popolazione di Teheran, nel disperato tentativo di riunire i cocci del
sogno democratico del suo paese, infranto nel giugno 2009 dal cruento colpo di stato di Ahmadinejad.
In modo non dissimile l'autrice del film, Hana - precoce rappresentante della nota film house di famiglia (il padre Mohsen è l'autore di Close up e Viaggio a Kandahar) -, per poter portare a termine, con
inusuale tempestività, la sua inchiesta nei giorni caldi del “dopo Moussavi”, raccolse tra la folla dei
manifestanti centinaia di filmati realizzati con i telefoni cellulari.
“Non sono una sociologa, ma il mio è un film sociologico. La telecamera è uno specchio che mostra la
società iraniana alle prese con una rivoluzione, con le speranze e i dubbi da essa generati. Preferisco
non spiegare il film, poiché le persone che vi compaiono dipingono un quadro chiaro su se stessi e la
loro situazione”. (Hana Makhbalbaf)
Hana Makhmalbaf
Hana Makhmalbaf nasce nel 1988 a Teheran. All’età di sette anni partecipa al film del fratello
Mohsen Makhmalbaf A Moment of Innocence. A otto anni gira il suo primo cortometraggio The Day
my Aunt was ill che riceve attenzioni internazionali al Locarno Film Festival del 1997. Nel 2002 realizza in Afghanistan il documentario Joy of Madness, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia
nel 2003 e in vari festival internazionali. A diciotto anni realizza Buddha Collapsed out of Shame,
girato nella regione di Bamyan in Afghanistan, che le porta numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Green Days è la sua ultima opera. Hana ha pubblicato il suo primo libro di poesia, Visa
for one Moment, nel 2003. Inoltre ha sempre lavorato come fotografa di scena sul set dei film della
sua famiglia “cinematografica”.
Riconoscimenti
“Bisato d’Oro 2009” alla 66a Mostra del Cinema di Venezia 2009 "per il coraggio e la determinazione dimostrata nel fissare un momento storico e di svolta fondamentale nella vita del suo
paese, documentando il contributo che i suoi giovani coetanei hanno e stanno dando per affermare il loro diritto a una vita nella democrazia e nella dignità". Human Right Award al Terre des
Femmes Filmfest di Tubinga 2009 "per aver supportato con determinazione la difesa dei diritti delle
donne".
Giovan Battista Brunori
Nato a Livorno, archivista, giornalista professionista, è attualmente vaticanista e redattore esteri
del Tg2. È autore di varie pubblicazioni sul mondo giovanile e sul dialogo interreligioso. Vincitore
del “Premio Ilaria Alpi” 1998, ha lavorato a Persona Tv, a Telemontecarlo, al Tg Lazio RAI dove ha
ricoperto il ruolo di conduttore del telegiornale, di capo servizio e poi di vice caporedattore; ha condotto le rubriche del Tg3 sul Giubileo del 2000 e curato varie telecronache a diffusione nazionale e
regionale. Collabora con L’Osservatore Romano e con l’agenzia Sir.
Mina Ahadi
Nata nel 1956 ad Abhar, Iran, da una famiglia iraniano-azera, è un’attivista politica iraniana, presidente del Comitato Internazionale contro la pena di morte e del Comitato Internazionale contro la
lapidazione. Costretta ad abbandonare gli studi di medicina per aver manifestato contro il governo di Khomeyni, ha subito continue vessazioni nel suo paese per la sua attività politica. Suo marito, anche lui attivista, fu giustiziato nella ricorrenza del loro anniversario di matrimonio: questa
esecuzione è diventata il motivo scatenante della battaglia di Mina Ahadi. Dopo aver trascorso otto
mesi nascosta in uno scantinato a Teheran, è fuggita dapprima verso il Kurdistan nel 1981, poi in
Austria nel 1990. Al momento risiede e lavora in Germania, dove, a causa delle ripetute minacce di
morte, vive costantemente sotto scorta. Dal suo esilio ha recentemente contribuito a far ottenere in
Iran la libertà a Nazanin Fateh, giovane ragazza condannata alla pena di morte per aver ferito alla
mano uno dei tre stupratori che la aggredivano. Nel 2007 ha vinto il premio “Secularist of the Year”
della UK’s National Secular Society.
Nasrin Parvaz
Nata nel febbraio del 1958 a Teheran. Nel 1978 si reca in Inghilterra per la prima volta per motivi
di studio. L'anno seguente, quando la “rivoluzione” khomeinista sta per esplodere, Nasrin torna in
Iran per una breve visita alla famiglia, ma decide di fermarsi e dal 1980 si impegna attivamente
nella lotta per i diritti civili e delle donne. Nel 1982 viene arrestata e resta in carcere fino al 1990.
Subisce torture e viene condannata a morte. Con l'aiuto di suo padre riesce però a commutare la
pena capitale in dieci anni di detenzione. Dopo il suo rilascio continua a frequentare gli ambienti
politici e a credere nella lotta per la giustizia, ma nel 1993, a causa di nuovi arresti e di persecuzioni, si rende conto che restare nel proprio paese non ha più senso e riesce a raggiungere
l'Inghilterra. Dopo un anno le riconoscono la condizione di rifugiata politica. A Londra studia psicologia e poi segue un master in Relazioni Internazionali. Con l'incoraggiamento della scrittrice
inglese Sonia Linden, Nasrin decide di raccogliere le sue memorie in un libro, Sotto il cespuglio
della bella di notte, edito in pharsi nel 2002, in cui racconta gli otto anni di detenzione e analizza
anche quelli che sono stati gli errori compiuti nel processo di lotte dalle varie organizzazioni della
sinistra iraniana.
Info > www.makhmalbaf.com
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GIOVEDI 15 APRILE 2010
Manifesto della Liberazione delle Donne in Iran
L’esistenza stessa del regime islamico d’Iran è incompatibile con la libertà delle donne. La Repubblica Islamica
d'Iran è uno Stato misogino, costruttore dell'apartheid tra i sessi e responsabile da tre decenni delle più odiose
forme d'abuso, di discriminazione e di violenza contro le donne in Iran. Una società non può essere mai libera se
le donne non sono libere. Senza il rovesciamento del regime islamico misogino, le donne non otterranno i loro
diritti in Iran. La Repubblica Islamica deve cessare! Questo è il messaggio di Neda Agha Soltan, il simbolo della
rivoluzione tentata in Iran; questo è l'assunto delle coraggiose donne che, in prima linea nelle proteste popolari,
hanno affrontato il potere dello Stato Islamico negli ultimi sette mesi. Trent'anni fa in Iran, l’8 marzo 1979, noi,
donne amanti della libertà e uomini oppositori per la libertà, ci siamo sollevati contro i reazionari che venivano
a prendersi il potere, e abbiamo gridato “No al velo obbligatorio!”.
Oggi, avendo dietro di noi l'esperienza dolorosa e sanguinante di tre decenni d'apartheid tra i sessi, di schiavitù di genere e di repressione continuata delle donne, noi dichiariamo ancora più chiaramente e ancora più forte,
con la giovane generazione progressista d'oggi, che la Repubblica Islamica dev'esser rovesciata perché è uno
Stato misogino e perché è un regime di apartheid sessista. Noi diciamo che i dirigenti della Repubblica Islamica
devono essere arrestati e giudicati per i loro crimini sistematici contro milioni di donne, come crimini contro
l'umanità. Questo è il manifesto della rivoluzione in Iran. Con il rovesciamento della Repubblica Islamica, noi tenderemo una mano solidale a milioni di donne nei paesi sottomessi all'Islam, che sono prigioniere degli Stati e
delle bande islamiste, degli adoratori dell'onore e delle tradizioni maschiliste e scioviniste islamiche. Oggi il
sostegno alla rivoluzione in corso in Iran può e deve diventare un grande movimento internazionale.
[...] Noi chiamiamo le militanti e le organizzazioni per i diritti delle donne a proclamare la loro solidarietà con il
movimento delle donne in Iran, e a ricordarsi di Neda che è il simbolo del movimento rivoluzionario contro la
Repubblica Islamica. [...]
Noi pubblichiamo questo Manifesto della Liberazione delle Donne in Iran e chiamiamo tutte le militanti per i diritti delle donne e le forze laiche e progressiste a sostenere questo manifesto e a unirsi solidalmente con il popolo
d’Iran nella lotta per il rovesciamento del regime islamico di apartheid sessista:
1. Rinvio a giudizio dei dirigenti e dei responsabili della Repubblica Islamica per crimini contro l'umanità, compresi i trenta anni dei più vili abusi, discriminazioni e violenze contro le donne in Iran.
2. Abolizione di tutte le leggi islamiche misogine e discriminatorie contro le donne, uguaglianza totale tra donne
e uomini in tutti i campi, economici, politici, culturali, sociali e familiari.
3. Separazione totale della religione dallo Stato, dal sistema educativo e da tutte le leggi.
4. Abolizione della segregazione tra i sessi e dell’apartheid sessista.
5. Proibizione della sighe (“vendita delle donne” islamiche) e della poligamia; diritto incondizionato alla separazione (divorzio) per le donne e gli uomini, abolizione di tutte le leggi che rendono subordinati i diritti civili delle
donne (come il diritto di viaggiare, di intrattenere relazioni sociali, di partecipare ad attività sociali) al permesso del marito, del padre o di un altro uomo della famiglia; uguaglianza completa tra le donne e gli uomini per i
diritti e doveri riguardo alla tutela e al sostegno dei bambini dopo la separazione.
6. Abolizione del velo obbligatorio (hidjab); proibizione del hidjab per le bambine; libertà totale per quanto riguarda l’abbigliamento.
7. Abolizione di tutte le leggi barbare come lapidazione, pena di morte, frusta e altre punizioni islamiche.
8. Libertà incondizionata di espressione, di protesta, sciopero, assemblea, organizzazione e costituzione di partiti.
9. Liberazione immediata di tutte/tutti le prigioniere/i prigionieri politici e di coscienza.
10. Libertà.
ore 9.00
The Age of Stupid
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
IL MONDO È NOSTRO
Matinee in collaborazione con
WWF Friuli Venezia Giulia
Arpa/LaRea Friuli Venezia Giulia
Accessibile anche a scolaresche
previa prenotazione
(Regno Unito 2008, 85’) di Franny Armstrong
Introducono
Paolo Fedrigo LaREA / ARPA Friuli Venezia Giulia
Roberto Pizzuti WWF Friuli Venezia Giulia
Nel 2055 i disastrosi cambiamenti climatici hanno reso la
Terra un luogo inospitale. In questa situazione, il protagonista, l'attore Pete Postlethwaite (candidato all’Oscar per Il
nome del padre di Jim Sheridan), solitario fondatore del
Global Archive, dove sono custodite tutte le tracce video lasciate da un’umanità ormai prossima
all’estinzione, spinto dalle immagini e dalle testimonianze che scorrono davanti ai suoi occhi increduli, si interroga sul perché nessuno sia intervenuto per salvare il nostro pianeta. Alternando una fiction dal sapore fantascientifico a testimonianze reali dei nostri giorni, a sequenze di animazione con
materiale televisivo, Franny Armstrong affronta in modo nuovo e efficace, tanto rigoroso quanto avvincente, le cause e gli sviluppi di una delle nostre emergenze più gravi.
Franny Armstrong
Esordisce alla regia con il documentario McLibel (1997, co-diretto con Ken Loach), una dura accusa
verso il colosso McDonald's, trasformatosi in caso mediatico e legale dopo la causa intentatagli dalla
multinazionale, in grado di bloccarne perfino le proiezioni televisive. Successivamente dirige McLibel
Two (2005), sua ideale prosecuzione. Nel 2002 dirige Drowned Out, incentrato sull'emergenza della
diga del Narmada in India.
Riconoscimenti
Nomination come miglior documentario al British Independent Film Award 2009. Con sessantadue
proiezioni contemporanee del film, l’anteprima nel Regno Unito è entrata nel Guinness dei primati
come la più grande anteprima cinematografica in simultanea.
Info > www.ageofstupid.net
Dal sito dell’Unione per la democrazia in Iran, www.updi.org
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GIOVEDI 15 APRILE 2010
GIOVEDI 15 APRILE 2010
ore 11.00
Chernobyl: l’eredità nascosta
Cinemazero/SalaGrande
INCONTRO
FUTURO NUCLEARE
Accessibile anche a scolaresche
previa prenotazione
Incontro con
Pierpaolo Mittica fotoreporter
Era il 26 aprile del 1986. Quella notte esplose il reattore numero quattro della centrale nucleare di
Chernobyl. L’emissione di radioattività durò per dieci giorni e quasi tutta l’Europa ne fu investita. Lo
stato più colpito fu la Bielorussia, con il trenta per cento del territorio reso inutilizzabile per millenni. Il
costo sociale di questa catastrofe è incalcolabile e, in un trentennio, è stimato in migliaia di miliardi di dollari. L’ottanta per cento della popolazione della Bielorussia, della Russia occidentale e
dell’Ucraina del nord è colpita da varie patologie. L’incidenza di malformazioni dovute a mutazioni genetiche, di patologie cardio-vascolari, degli organi sensoriali, dei sistemi ossei, muscolari, dei tessuti connettivali, di malattie del sistema nervoso e turbe psichiche, è aumentata di sessanta volte. Il numero di
bambini nati prematuramente è aumentato di quaranta volte. E il peggio arriverà adesso, quando inizieranno a partorire le ragazze che all’epoca avevano meno di sei anni. Chernobyl in vent’anni ha causato, in una stima approssimativa fatta da numerosi scienziati indipendenti, più di un milione di morti.
ore 16.00
Madri
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
(Italia 2007, 90’) di Barbara Cupisti
Alla presenza dell’autrice
Attraverso le testimonianze delle madri che vivono nella
terra dilaniata dalla guerra infinita, con il terrore di non
veder rientrare a casa i propri figli, vengono mostrati i conflitti e i drammi privati che raccontano la Storia. Il dolore per la perdita di un figlio, che sia vittima o
carnefice, è il più profondo e straziante, ingiusto e incomprensibile. La sofferenza per la perdita di un
familiare è universale, non esistono differenze di razza né di credo. Attraverso il riconoscersi in questo dolore è possibile iniziare un nuovo cammino che porti alla comprensione. Madri israeliane e
palestinesi che hanno vissuto questo dramma ci aiuteranno a capire attraverso i loro
racconti questa terribile realtà. Il film raccoglie testimonianze di vita, momenti quotidiani, filmati di repertorio e materiale video privato; tutto girato e documentato in Israele e in Palestina. Sono tante
le storie che il documentario racconta, come quella della mamma di Malki (15 anni, vittima di un kamikaze alla pizzeria Sbarro a Gerusalemme nel 2002) e della madre di Izz, il ventunenne di Jenin autore
dell’attentato. Storie di dolore e di rabbia in una terra dove il sentimento del perdono ancora non esiste. I genitori di “Parents Circle” (organizzazione che riunisce genitori di vittime palestinesi ed israeliane) ci fanno capire come stanno tentando di migliorare il futuro delle nuove generazioni.
Pierpaolo Mittica
Odontoiatra e fotoreporter free-lance, nato a Pordenone nel 1971 e residente a Spilimbergo. Nel
1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia indetto dal CRAF. Ha
realizzato reportage sociali in Cina, Vietnam, Cuba, Bosnia-Herzegovina, Kosovo, Serbia,
Bielorussia, Ucraina, India, Indonesia. Dal 1997 al 1999 realizza un reportage sui Balcani con la
pubblicazione di un libro dal titolo Balcani, dalla Bosnia al Kosovo, con presentazione di CharlesHenri Favrod e introduzione di Predrag Matvejevic. Dal 2002 al 2007 si reca più volte in Bielorussia
e Ucraina per realizzare un progetto sull’eredità lasciata da Chernobyl. Da questo lavoro nascono
due volumi fotografici: nel 2006 viene pubblicato in Spagna il libro Chernobyl, la herencia oculta,
e nel 2007, in Inghilterra Chernobyl the Hidden Legacy, con la prefazione di Naomi Rosenblum e
testi di Rosalie Bertell e Wladimir Tchertkoff. Dal 2002 al 2008 ha viaggiato regolarmente in India
per realizzare progetti fotografici su diverse problematiche sociali. Nel 2009 realizza un lavoro
fotografico sui minatori dello zolfo in Indonesia. Nel 2006 riceve il premio Friuli Venezia Giulia
Fotografia. Nel 2009 vince l’EIUC Photography Competition. Dal 2007 le sue foto sono distribuite
a livello internazionale dalla Trolley di Londra.
Barbara Cupisti
Nata a Viareggio nel 1962. Attrice e documentarista, dopo l’esperienza di danzatrice nella compagnia di Louis Falco
con cui debutta nel 1980, si trasferisce a Roma per studiare recitazione e si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte
Drammatica “Silvio D’Amico” sotto la direzione di Aldo Trionfo. Inizia la carriera in teatro con Giuseppe Patroni
Griffi, mentre debutta al cinema con La Chiave (1983) di Tinto Brass. Vive da protagonista la stagione del noir italiano - periodo a cui resta particolarmente legata - recitando in film di Dario Argento (Opera, 1987), Michele Soavi
(Deliria, 1987), Lucio Fulci (Lo squartatore di New York, 1983), Umberto Lenzi (Le porte dell’inferno, 1988), Lamberto
Bava (Testimone oculare, 1990). In seguito si divide tra Italia, Francia e Stati Uniti lavorando, tra gli altri, con Paul
Planchon (Chateauvallon, 1985), Antonio Pedro Vasconcelos (Formule 1, 1990), John Lofve (Le salle de bain, 1989),
Norman Jewison (Only you, 1996), Gabriele Salvatores (Denti, 1998), Angelo Orlando (L’anno prossimo vado a letto
alle dieci, 1998), Carlo Verdone (Il bambino e il poliziotto, 1989), Franco Bernini (Le mani forti, 1997) e, nel 2002,
in Total Koeps di Alain Bévérini con Marie Trintignant e Richard Boheringer. Come documentarista realizza Madri
(2007), premiato nel 2008 con un David di Donatello come Miglior Documentario, e Vietato Sognare/Forbidden
Childhood (2008) ambientato tra Israele e i territori occupati.
Info > www.pierpaolomittica.com
Riconoscimenti
David di Donatello 2008 per il Migliore Film Documentario.
Info > www.ucca.it
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GIOVEDI 15 APRILE 2010
GIOVEDI 15 APRILE 2010
ore 18.00
Bananas!*
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
IL MONDO È NOSTRO
(Svezia 2009, 85’) di Fredrik Gertten
Introduce
Marco Bertozzi Università di Venezia IUAV
Alla presenza dell’autore
ANTEPRIMA NAZIONALE
Documentario d’inchiesta sulla lotta tra i raccoglitori di
babane nicaraguensi e la multinazionale Dole Food (la
dominatirce del mercato per quanto riguarda frutta e verdura) per un pesticida vietato. A nome dei raccoglitori di banane del Nicaragua, Juan Dominguez, un avvocato coinvolto direttamente nella questione, ha avviato una causa da un milione di dollari contro la Dole Food e Dow Chemicals. È il suo più
grande caso: oltre diecimila lavoratori delle banane del Nicaragua denunciano gravi patologie legate ad un pesticida chiamato Nemagon, un composto a base di DBCP vietato negli Stati Uniti nel 1977
perché ritenuto responsabile di provocare la sterilità maschile. Standard Fruit - ora Dole - ha continuato ad utilizzare il pesticida nelle sue piantagioni fuori dagli Stati Uniti fino al 1982.
Juan Dominguez riuscirà a battere il gigante, o sarà la multinazionale a farla franca? Il regista
Fredrik Gertten getta nuova luce sulla politica globale del cibo. In tutto il mondo i lavoratori delle piantagioni di banane muoiono per gli effetti dei pesticidi. L’intera regione di Chinandega è lo scenario di
un immenso disastro ecologico. Lo spruzzo di antiparassitari ha lasciato il segno ovunque. Il suolo,
l’acqua, gli animali, il cibo che mangia la popolazione, tutto è contaminato. Il livello di pesticidi nel
latte materno è settecento volte superiore al livello di guardia. Le stime dicono che ci vorranno circa
duecento anni perché la terra possa rigenerarsi nella sua purezza.
“Nel realizzare questo film sconcertante, si trasmette un messaggio all’umanità: ognuno di noi (tu
stesso!) è vittima e causa delle relazioni di potere nel nostro mondo globalizzato”. (Dichiarazione della
giuria del “Cinema For Peace Gala” di Berlino)
Carl Fredrik (von) Gertten
Nato nel 1956 a Malmö, Svezia. È filmmaker e giornalista. Tra il 1980 e il 1990 ha lavorato come
giornalista per diverse testate giornalistiche, programmi televisivi e radiofonici in Africa, America
Latina, Asia ed Europa. Nel 1995 ha pubblicato il libro Ung man söker världen (Young Man looking for the World). È produttore di documentari e programmi d’intrattenimento per la televisione
svedese. Nel 2009 ha realizzato Bananas!* che ha ricevuto attenzioni e numerosi riconoscimenti
a livello internazionale.
ore 21.00
The Cove
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
IL MONDO È NOSTRO
(Usa 2009, 92’) di Louie Psihoyos
Introduce
Marco Bertozzi Università di Venezia IUAV
intervengono
Marco Costantini
responsabile del Programma Mare di WWF Italia
e i rappresentanti della Marina Militare Italiana
Capitano di Fregata Alberto Maria Pietrocola
Capo sezione tecnica e difesa portuale
Capitaneria di Porto di Venezia
Sottotenente di Vascello Andrea Patalano
Ric O’Barry è divenuto celebre negli anni Sessanta come il miglior addestratore di delfini al mondo grazie
al suo lavoro per la serie tv Flipper, che ha improvvisamente portato alla ribalta i delfini come animali intelligenti e divertenti ovvero come animali da intrattenimento, destinati di lì a poco a essere rinchiusi nei delfinari per la gioia di grandi e piccini. Solo anni dopo, e in particolare dopo la morte suicida del delfino Kathy
tra le sue braccia, Ric O’Barry si è reso conto dell’impero di biglietti d’ingresso e prigionia che aveva in
parte contribuito a creare. Ha deciso di redimersi dedicando la sua vita alla liberazione dei delfini, dapprima puntando il dito contro i parchi acquatici e poi andando alla radice del problema, affrontando il nemico numero uno: il Covo, una piccola laguna inaccessibile a Taiji, in Giappone, dove per sei mesi all’anno i delfini vengono in parte illegalmente uccisi e venduti ai ristoranti giapponesi e in parte illegalmente catturati e venduti ai delfinari di tutto il mondo. Qui, il destino di metà di loro sarà quello di morire
entro due anni, stressati dall’impossibilità di movimento - in mare aperto nuotano anche quaranta chilometri al giorno - e soprattutto dall’eccessivo rumore che hanno continuamente intorno. Sotto la supervisione di O’Barry, per la creazione di The Cove il regista Louie Psihoyos ha messo insieme una squadra che ha
già raggiunto qualche obiettivo, come l’abolizione della carne di delfino dalle mense delle scuole - dannosa per la salute dell’uomo a causa dell’eccessiva quantità di mercurio che vi è contenuta -, e una maggiore mobilitazione dell’opinione pubblica contro il comportamento doloso e falso del governo giapponese.
Distribuito da G. Feltrinelli Editore, uscita prevista del Dvd: settembre 2010.
Louie Psihoyos
Nomination per l’International Green Film Award al Cinema For Peace Gala di Berlino.
Nato a Dubuque, Iowa, nel 1957. Fin da piccolo dimostra grande interesse per la fotografia. Nel 1980
si laurea in fotogiornalismo all’università del Missouri. Lo stesso anno lavora per il magazine del
National Geographic. Come fotografo ha ricevuto molti premi prestigiosi, quali il World Press Contest
e il Hearst Award. Collabora con numerose riviste come Smithsonian, Discover, GEO, Time, Newsweek,
New York Times Magazine, New York Magazine, Sports Illustrated, e Rock and Ice. Nel 1994 ha pubblicato, assieme al suo amico e collaboratore John Knoebber, il libro Hunting Dinosaurs.
Info> www.bananasthemovie.com
Riconoscimenti
Riconoscimenti
Vincitore del Premio Oscar 2010 come miglior documentario, The Cove ha collezionato nel 2009 una
ventina di riconoscimenti assegnatigli dai più importanti festival internazionali, tra cui il premio per
il miglior montaggio all’American Cinema Editors e quello per il miglior documentario
dell’International Documentary Film Festival di Amsterdam e della Boston Society of Film Critics.
Info> www.thecovemovie.com
In occasione delle proiezioni di The Cove e The End of the Line verrà distribuito al pubblico il pieghevole Sai che pesci
pigliare? curato da WWF Italia Onlus, che raccoglie in tre liste le specie più facilmente reperibili sul mercato, suddividendole secondo lo stato in cui versano gli stock ittici presenti in natura (ancora abbondanti, sotto stress, a forte
rischio di estinzione). Un originale e pratico strumento da conservare e consultare davanti al banco del pesce.
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VENERDI 16 APRILE 2010
Artigianale o industriale locale o globale?
ore 9.00/13.00
di Marco Costantini e Milena Tempesta
WWF/AMP Miramare, Trieste
Università degli Studi di Udine
Centro Polifunzionale di Pordenone
via Prasecco 3/a, Pordenone, Aula S4
La trasformazione in senso industriale delle attività di pesca risale agli anni Sessanta quando, seguendo
alcune teorie scientifiche successivamente screditate, si diffuse la convinzione che si potesse ricavare dal
mare, o meglio dai suoi prodotti (pesci, crostacei e molluschi principalmente), una parte significativa della
richiesta di proteine che una società in continua crescita richiedeva a gran forza. Si incoraggiò quindi lo
sfruttamento massimo della disponibilità (stock) di specie ittiche commerciali con l’idea che “uno ne nasce,
uno ne pesco”. Ovvero si pensò che anche riducendo di metà lo stock di una specie, gli individui rimanenti
fossero in grado di bilanciare lo sforzo di cattura con la propria potenzialità riproduttiva. Al contrario, però,
a livello globale alcune specie mostravano già i primi segni di sofferenza nei confronti di uno sforzo di pesca
che era passato da un prelievo artigianale, con quantitativi ridotti e attrezzi sostenibili, a uno industriale,
supportato da una tecnologia sempre più innovativa, soprattutto a partire dagli anni Settanta.
È in questo periodo, infatti, che la tecnologia comincia a impadronirsi del settore alieutico grazie al sussidio economico pubblico, ancorato all’idea che dal mare, a breve termine e a livello globale, si sarebbero potuti raggiungere i cento milioni di tonnellate di pescato senza infierire sulla sostenibilità delle specie sottoposte al prelievo. I pescherecci vennero equipaggiati come navi da ricerca oceanografiche con ecoscandagli,
sonar, fishfinder, GIS-mapper che davano la possibilità non solo di individuare i banchi ma anche di conoscerne in dettaglio la forma, la dimensione e il tipo di pesce che li costituisce. Nonostante ciò, gli auspicati
cento milioni di tonnellate di cattura globale non sono mai stati raggiunti e, anzi, dal massimo ottenuto nel
1989 con novanta milioni si è proseguito con una riduzione continua di quantitativi, nonostante il sostegno
economico e tecnologico non sia mai venuto meno, continuando a imperversare nelle politiche di gestione.
Grazie alle strumentazioni sempre più sofisticate e alle imbarcazioni sempre più potenti, si sono iniziate a
sfruttare aree di pesca sempre più profonde, oltre i mille metri, immettendo sul mercato specie che non erano
mai state catturate prima, come il pesce specchio, ad esempio. Si è andati sempre più al largo e quindi sempre più distanti dai luoghi effettivi di consumo. Si pensi ai merluzzi e alle spigole dell’Antartide, agli squali
di profondità, alle code di rospo pescate nelle acque “mai toccate prima” dell’Africa occidentale. Si sono utilizzate reti sempre meno selettive: mentre un tempo si teneva tutto ciò che si salpava, con il sopravvento
della “logica di mercato” si sono cominciate a trattenere a bordo solo le specie più vantaggiose dal punto di
vista economico, rigettando tutto il resto, creando così la “tragedia” del bycatch, ovvero il riversare in mare
tonnellate e tonnellate di pesce edule ma di scarso valore commerciale, a causa dei consumi omologati e
delle mode.
Si è poi - altrettanto inevitabilmente - passati alla pesca illegale, non rispettando i limiti di cattura, le aree
interdette, utilizzando attrezzi banditi ma estremamente efficaci. E tutto ciò in contemporanea alla riduzione delle catture.
Con il declino delle catture - dal 1994 al 2003 il quantitativo di pescato globale si è ridotto del tredici per
cento - la pesca, poi, si è “globalizzata” e certe specie hanno cominciato a migrare da pescate a distanze
maggiori che non da vive. Oggi sulle tavole dei consumatori arriva pesce da tutto il mondo, spesso trasformato o mimetizzato, tanto che il cliente finale non è più consapevole del prodotto che compra, essendo sempre più difficile rintracciarne la provenienza. Va sottolineato, comunque, che sforzi recenti hanno portato
all’obbligo della tracciabilità, con le indicazioni di provenienza dei prodotti sui banchi delle pescherie o sulle
confezioni dei prodotti surgelati, anche se non sempre è facile capire da dove viene ciò che si consuma.
Ma il consumatore ha dalla sua parte uno strumento potente: la possibilità di scegliere, con coscienza, come
nutrirsi, quali risorse consumare e se contribuire o meno alla tutela del mare. Ogni contributo che va in questa direzione, ogni “inchiesta” che porta nuova conoscenza e maggior trasparenza nelle logiche e nei meccanismi a volte perversi del mercato globale, ogni strumento di informazione che possa rendere il consumatore più critico nei confronti dei modelli di consumo dominanti e omologati, non può che esser sostenuto e
divulgato con la maggior forza possibile.
con la collaborazione del
Consorzio Universitario di Pordenone
Clip Culture
intrattenimento, informazione,
scoperta, memoria
(nel quinto compleanno di YouTube)
La Rete ha cambiato il nostro modo di pensare? Certamente ha modificato il rapporto delle giovani
generazioni con il cinema e la televisione. Sono passati solo cinque anni dalla nascita di YouTube (il
primo video vi fu caricato il 23 aprile 2005) e ogni mese più di venti milioni di nuovi filmati, di breve
durata e per lo più autoprodotti, vengono caricati sul noto sito di video sharing. Ma internet non è solo
questo: è una fonte inesauribile di informazioni e di notizie giornalistiche, uno sconfinato territorio da
esplorare, un luogo di incontro e di scambio, un gigantesco archivio audiovisuale che riduce progressivamente il rischio (qualcuno dice: la libertà) di dimenticare.
Programma
I parte ore 9.00/11.00
Memorie brevi: YouTube, post-cinema, archivi mediali digitali
Marco Rossitti Università di Udine/Le voci dell’inchiesta
Memoro. Ricordi che valgono un capitale
Lorenzo Fenoglio Banca della memoria, Torino
“Italiani di frontiera”. Dal West al Web. Storie di creatività
e innovazione dall’Italia a Silicon Valley (e ritorno)
Roberto Bonzio Agenzia Reuters, Milano
coffee break
II parte ore 11.15/13.00
Inchieste nella rete, inchieste dalla rete. L’esperienza dI Scenari
Roberto Reale vicedirettore di RaiNews24
Terremutati. Il videogiornalismo ai tempi del sisma
Francesco Paolucci filmmaker e giornalista, L’Aquila
conduce
Sergio Maistrello giornalista, direttore responsabile di Apogeonline
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VENERDI 16 APRILE 2010
VENERDI 16 APRILE 2010
Roberto Bonzio
ore 14.30
È giornalista dell’agenzia internazionale Reuters a Milano, dove si occupa di cronaca, cultura, innovazione e hi tech. Suoi articoli sono stati pubblicati su The Guardian, The Independent, The New York Times, The Washington Post. Ha iniziato la carriera
a Il Gazzettino di Venezia, lavorato per tre anni anche alla redazione di Pordenone, prima di arrivare a Il Giorno, nel 1986 a
Milano. Qui ha anche collaborato a diverse riviste tra cui D di Repubblica, Gente Viaggi, Gioia, Tuttoturismo e ad alcuni documentari pluripremiati del filmmaker Adriano Zecca. È laureato in Storia del Cinema con la tesi Una rivoluzione senza parole.
L’umorismo eversivo di Harpo Marx. Per realizzare il progetto Italiani di Frontiera (www.italianidifrontiera.com) ha trascorso sei
mesi in aspettativa con la famiglia a Palo Alto, California, riuscendo a organizzarsi la vita e il lavoro in assoluta autonomia
grazie al web e videointervistando decine di italiani operanti nella Silicon Valley.
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
Lorenzo Fenoglio
Nato ad Alba nel 1974, esperto videomaker, nel 2002 gira il cortometraggio Sirene che partecipa al Torino Film Festival nello
“Spazio Torino”. Dopo aver lavorato per molti anni nell’area marketing di una grande azienda italiana, dal gennaio 2010 si dedica completamente alla Banca della Memoria (www.memoro.org/it), progetto no-profit di cui è fondatore insieme a Luca
Novarino, Valentina Vaio e Franco Nicola e che nasce con lo scopo di raccogliere e diffondere testimonianze e racconti di vita di
persone nate prima del 1940, per la prima volta in formato video. All’interno di tale iniziativa, nata nel giugno 2008, si occupa
della gestione dei progetti e dello sviluppo del sito.
Sergio Maistrello
Giornalista professionista e freelance, specializzato in applicazioni sociali di internet. Dirige Apogeonline, la rivista online di culture digitali della casa editrice Apogeo. È docente a contratto di Giornalismo e nuovi media all’Università di Trieste. È autore dei
libri Giornalismo e nuovi media. L’informazione ai tempi del citizen journalism (2010), La parte abitata della rete (2007) e Come
si fa un blog (2004). È cofondatore della conferenza internazionale “State of the Net”, la cui prima edizione si è tenuta a Udine
nel 2008, ed è segretario dell’associazione culturale omonima con sede a Trieste. Tra il 2000 e il 2004 è stato redattore del mensile specializzato Internet News. Dal 1988 collabora con testate quotidiane e periodiche, in particolare nel campo delle nuove
tecnologie. Il suo sito personale è www.sergiomaistrello.it.
Francesco Paolucci
Nato a L’Aquila nel 1982, è giornalista e videoreporter. Si è laureato in Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo
all’Università di Teramo con una tesi in Arti visive della contemporaneità (David Lynch: “mondi oltre il mondo”. Incubi e visioni tra espressionismo e postmoderno). Gestisce il blog www.diceche.com. È tutor del Laboratorio televisivo del Master in
Giornalismo dell’Università di Teramo e collabora con diversi quotidiani online. Ha realizzato diversi documentari, tra cui
Riprendiamoci, presentato al Venice Film Meeting durante la 66a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e La brutta stagione, sullo scandalo della sanità abruzzese. Collabora inoltre con RadioRai e ha realizzato l’inchiesta radiofonica Terremoti per
“Il Cantiere” di Radio 3.
Vietato Sognare
(Forbidden Childhood)
(Italia 2008, 92’) di Barbara Cupisti
Alla presenza dell’autrice
La condizione dei bambini palestinesi alle prese con una
quotidianità di violenza e senza un futuro. Il film è stato
girato tra i Territori Occupati e gli Stati Uniti. Qui, l’ex combattente palestinese Ali Abu Awwad, già nella prima Intifada e ora uno dei leader del movimento pacifista “Al Tariq”, e l’ex soldato israeliano Elik Elhanan, un portavoce dell’associazione “Combatants for
Peace”, tentano di trovare una soluzione al conflitto attraverso il dialogo e la non-violenza. Dopo aver
abbandonato la via della vendetta, cercano di trovare una nuova strada nel reciproco ascolto delle
motivazioni del nemico, nonostante le rispettive opinioni pubbliche sembrino sorde a esse. Il film è uno
sguardo trasversale sugli scontri, le sofferenze e le speranze di giovani attivisti sia dello Stato
d’Israele che della Palestina, che lottano per un futuro migliore da consegnare alle giovani, ignare e
innocenti vittime di uno dei più tragici conflitti dell’epoca contemporanea.
Barbara Cupisti > Scheda a pagina 9
Riconoscimenti
Premio come miglior film alla II edizione del Bahrain Human Rights International
Film Festival
a
(2009); “Premio Amnesty Italia 2009 - Cinema e Diritti Umani” alla 45 Mostra Internazionale del
Nuovo Cinema di Pesaro (2009) con la seguente motivazione: “Il film dà voce agli israeliani e ai
palestinesi che parlano di pace e non di guerra, di confronto e non di scontro, di conoscenza e non
di separazione, di rispetto e non di sospetto, di dignità e non di umiliazione, dei diritti umani e
non della loro negazione. Vuol dire contribuire a rendere realtà sogni apparentemente impossibili
da realizzare. Le immagini riprese da Barbara Cupisti “sul campo” testimoniano la drammatica,
estrema urgenza di tutto questo”.
Info > www.ucca.it
Roberto Reale
Giornalista, vicedirettore di RaiNews24. È responsabile della rubrica Scenari/L’inchiesta web, settimanale (e relativo blog) di
tecnologia, società, ambiente di RaiNews24. Si occupa di analisi dei comportamenti dei media a livello globale, informazione
e nuove tecnologie, libertà di espressione nel mondo. Segretario generale di Information Safety and Freedom, insegna
all’Università di Padova nel Master in Giornalismo e in quello in Comunicazione delle Scienze. Tra i suo saggi: Non sparate ai
giornalisti. Iraq: la guerra che ha cambiato il modo di raccontare la guerra (2003), Ultime notizie. Indagine sulla crisi dell’informazione in Occidente. I rischi per la democrazia (2005), Finestre di libertà. I blog e la repressione nella Rete (2006), Doppi
giochi. Pechino 2008: le altre Olimpiadi. Contro la censura, per i diritti umani (2008).
Marco Rossitti
Docente di Linguaggi e tecniche del cinema e di Cinema elettronico e digitale all’Università di Udine. Ha pubblicato i saggi
L’immagine dell’uomo (2001); Lo sguardo discreto (2001); Il film a episodi in Italia tra gli anni Cinquanta e Settanta (2005);
Tragedia all’italiana. Il disastro del Vajont sullo schermo (2009). È responsabile del Laboratorio ReMoTe (Regia Mobile
Televisiva) dell’Università di Udine. Come regista-documentarista ha realizzato programmi sull’arte, il teatro, la musica, la fotografia, il cinema e l’animazione per RAI, RAI SAT, SKY, SAT 2000. Ha collaborato, tra gli altri, con il Centro televisivo del Teatro
Ateneo di Roma, la Biennale di Venezia, la radiotelevisione di stato austriaca (ORF). Già membro della Commissione Cinema
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è oggi presidente dell’Associazione “Veneto Film Festival” e direttore artistico del
festival “Le voci dell’inchiesta”.
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VENERDI 16 APRILE 2010
ore 16.00
Radio La Colifata
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
(Italia 2004, 33’) di Valentina Monti e Mirta Morrone
Radio “La Colifata” (in lunfardo, gergo dei bassifondi
argentini, colifata significa folle) trasmette dal cortile
dell’ospedale neuropsichiatrico Jose T. Borda di Buenos
Aires, ogni sabato pomeriggio, da oltre dodici anni. A Radio
“La Colifata” si parla di politica, musica, attualità… e le rubriche sono totalmente gestite dai colifatos. La voce dei colifatos raggiunge tutta l’Argentina e oggi, grazie a internet, ne supera i confini.
Nell’aprile del 2003, il giorno precedente alle elezioni presidenziali in Argentina, le prime dopo la tremenda recessione del 2001, Radio “La Colifata” organizza una elezione simbolica per permettere anche
a coloro che sono stati condannati e rinchiusi di esprimersi e di esercitare il diritto di voto. Il risultato
delle elezioni dentro e fuori è pressoché identico, ma ciò che è veramente straordinario in questo
documentario è l’atto di democrazia realizzato da questa radio all’interno di una istituzione chiusa come un ospedale psichiatrico. Il film si muove su quel labile confine che separa normalità e follia, fiction e non fiction, democrazia e coercizione ed intreccia due livelli di narrazione: la radio come
strumento dalla duplice valenza, terapeutica per i pazienti - attraverso la “terapia della parola” - e
ridimensionante il contrasto nel rapporto società-follia.
VENERDI 16 APRILE 2010
Lampi sull’acqua
Una serie di cortometraggi realizzati dagli studenti del corso di laurea in Scienze e Tecnologie
Multimediali dell’Università di Udine, sede di Pordenone, come saggio d’esame di “Progettazione
e Creatività dell’Audiovisivo”, prof. Marco Rossitti, anno accademico 2009-2010. Protagonista
“sorella” Acqua, patrimonio di tutti, bene essenziale per la vita, da conoscere e da difendere, e
ora al centro degli interessi economici di pochi, trasformato in oggetto di consumo, merce da
vendere a caro prezzo sul mercato globale.
Questo è mio
(Italia 2010, 2’ 30’’) di Giulia Rossi e Daniele Serio
Trailer di una video-inchiesta in corso di realizzazione sul tema della privatizzazione dell’acqua. Cosa significa privatizzare l’acqua? Perchè qualcuno vuol
mettere le mani nella gestione del servizio idrico? Quali saranno le conseguenze? E quali le possibili azioni da intraprendere? Il problema è complesso
e le conoscenze e la consapevolezza dei cittadini ancora troppo scarse.
E se...
A seguire
Girls on the Air
(Italia 2009, 59’) di Valentina Monti
Alla presenza dell’autrice
Conduce Maurizio Solidoro Cinemazero
Humaira è una giornalista di venticinque anni nata e cresciuta in Afghanistan. Nel 2003, alla caduta
del regime talebano, Humaira decide di fondare Radio Sahar, una radio FM comunitaria con l’obiettivo
di portare informazione in un paese schiacciato dall’analfabetismo e dalla povertà. Le giornaliste di
Radio Sahar, con i chador mossi dal vento, si avventurano nelle zone più rischiose di un paese in guerra - in bilico tra modernità e tradizione, aspirazione al cambiamento e paradosso, in cui la violenza
sulle donne e gli attacchi dei kamikaze sono all’ordine del giorno - “armate” di sole cuffie e microfoni. Lo sguardo di Humaira racconta i contrasti di un paese in cui è ancora possibile trovare nell’umorismo, nella poesia e nel sogno armi interiori di sopravvivenza.
Valentina Monti
Nata a Bologna nel 1973. Studia Lettere Moderne all’Università di Bologna dove si laurea nel 2000
in Storia dell’Arte Contemporanea con una tesi dal titolo Pensare per immagini. Arte e video in
Gran Bretagna 1980-2000, in parte pubblicata. Compie studi all’estero: Universitat Van
Amsterdam, Amsterdam (1995); Goldsmith College, Londra (1999). Nel 2000 frequenta un corso
finanziato dalla Comunità Europea: Produzioni Audiovisive (regia, riprese e montaggio). Collabora
successivamente come aiuto regista con Studio Azzurro (Milano) e Numidia (Milano). Nel 20012002 progetta e coordina laboratori audiovisivi nelle scuole medie e superiori di Bologna e Milano.
Nel 2004 segue il seminario Dalla scrittura alla regia tenuto da Denys Arcand. Attualmente lavora come autrice, regista e operatrice free-lance per alcune case di produzione di Bologna e Milano.
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(Italia 2010, 46”) di Benedetta Folena e Alessandra Perin
Una sorta di “pubblicità progresso” sul tema dell’acqua, o meglio, sui problemi che potrebbero derivarci dalla sua mancanza. “Niente a che vedere - dicono gli autori - con certi spot catastrofisti e colpevolisti. Piuttosto un piccolo
spunto di riflessione, condito da ironia, nella convinzione che non sia necessario shockare o deprimere gli spettatori per farli riflettere”.
Feel the Water
(Italia 2010, 2’ 05”) di Andrea Cinque e Francesco Sogaro
Una composizione musicale “realizzata” tra le mura domestiche, immersi in
un’atmosfera surreale. Una sorta di mosaico sonoro in cui rumori quotidiani
provocati dall’acqua - modificati, decontestualizzati, resi “altro” - vengono
rimontati e mixati per creare una nuova esperienza percettiva. Un omaggio
all’Intonarumori di Luigi Russolo servito in salsa digitale.
Pollution
(Italia 2010, 4’) di Matteo Battellino e Stefano Gasparini
Un comportamento irrispettoso nei confronti dell’acqua potrebbe riservarci
spiacevoli conseguenze. Tutti i danni che causiamo alla natura finiscono inevitabilmente per ripercuotersi su di noi e sulla nostra “salute”. Uno shortthriller per sensibilizzare il pubblico al rispetto dell’acqua quale fonte di vita
e di benessere.
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VENERDI 16 APRILE 2010
ore 18.00
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI
RADIOGRAFIE ITALIANE
L’Italia ferita
ore 21.00
Nucleare oggi
Presentazione del libro e incontro con Corrado Stajano
Interviene Oliviero Ponte di Pino
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI
FUTURO NUCLEARE
incontro con
Giovanni Ricco
Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
Università degli Studi di Genova
A seguire
“L’Italia ferita ricorda quel che è accaduto in un pezzetto del
Novecento (quasi trent’anni) così come l’ho vissuto scrivendone sui giornali, pubblicando libri, firmando documentari,
prendendo parte a dibattiti che in quel momento erano al centro della vita collettiva. Nel tentativo,
soltanto, di contribuire a far sì che il Paese cancellasse antichi bubboni e imboccasse sul serio la via
della democrazia inaugurata ufficialmente dopo la seconda guerra mondiale con la nascita della
Repubblica, ma rimasta incompiuta. Il libro racconta del Sud e della mafia, delle battaglie dei giudici
per l’applicazione della legge, della P2, degli attentati alla Repubblica e alla sua Costituzione costata
sangue e dolore, e di molti altri momenti cruciali della storia del nostro Paese. Sono pagine popolate di
personaggi, uomini che portano il peso della responsabilità della regressione politica e civile del Paese,
ma anche maestri dell’altra Italia degna di se stessa che non è riuscita a imporre a tutta la comunità il
proprio modello di moralità e di intelligenza: Piero Calamandrei, Padre David Maria Turoldo, Gianandrea
Gavazzeni, Cesare Segre, Ermanno Olmi, Raffaele Mattioli, Carlo Dionisotti, Giovanni Ferrara, Nuto
Revelli...” (Corrado Stajano, L’Italia ferita, Edizioni Cinemazero, Pordenone 2010).
A seguire
VENERDI 16 APRILE 2010
Le radici della libertà
(Italia 1972, 55’) di Ermanno Olmi e Corrado Stajano
Prodotto dalla RAI per il 27° anniversario della Liberazione, su iniziativa congiunta di Olmi e Stajano, il
film vuole ricostruire con equilibrio e correttezza i vari impulsi democratici che hanno portato alla genesi del moderno stato italiano, passando attraverso le vicende di molteplici protagonisti: Giovanni
Amendola, Lauro De Bosis, Camilla Ravera, Don Minzoni...
Corrado Stajano
Giornalista e scrittore, nato a Cremona nel 1930. È stato collaboratore, redattore, inviato de il Mondo di Mario
Pannunzio, Tempo illustrato, Panorama, Il Giorno, Il Messaggero, l’Unità. Scrive sul Corriere della Sera. Ha collaborato a Micromega, L’Indice, Linus, Belfagor. Ha lavorato a lungo per la RAI come autore di documentari televisivi di
argomento politico, sociale, culturale, firmati anche insieme a Ermanno Olmi, Gianfranco Campigotto e Marco Fini.
È stato consulente per la saggistica dell’editore Einaudi. Senatore della Repubblica per la Sinistra indipendente
nella XII legislatura, ha fatto parte della Commissione giustizia e della Commissione parlamentare antimafia. Ha
pubblicato Il sovversivo (1975), La pratica della libertà (1976), Africo (1979), Terremoto (con Giovanni Russo,
1981), L’Italia nichilista (1982, 1992), Un eroe borghese (1991), Il disordine, (1993). Poi, tutti pubblicati da
Garzanti, Promemoria (1997, Premio Viareggio), Ameni inganni (con Gherardo Colombo, 2000), Patrie smarrite
(2001); I cavalli di Caligola (2005), Maestri e Infedeli (2008), La città degli untori (2009, Premio Bagutta).
Oliviero Ponte Di Pino
Nato nel 1957, è direttore editoriale di Garzanti Libri. In oltre trent’anni di lavoro editoriale e di attività culturale,
come scrittore e giornalista ha ideato e realizzato eventi, manifestazioni e mostre nel campo della letteratura.
Grande appassionato di teatro, cura il miglior sito italiano specializzato (www.ateatro.it). Ha lavorato alla Ubulibri
come redattore. Dal 1988 al 1991 ha lavorato alla RCS Rizzoli Libri come junior editor. Collabora con vari giornali
tra cui il Manifesto e Diario. Tra i suoi libri: Il nuovo teatro in Italia (1988), Enciclopedia pratica del comico (1995),
Il racconto del Vajont (con Marco Paolini, 1999), Chi non legge questo libro è un imbecille (1999), I mestieri del
libro. Dall’autore al lettore (2008).
Déchets: Le cauchemar du nucléaire
(Francia 2009, 97’) di Laure Noualhat e Eric Guéret
Alla presenza dell’autore Eric Guérnet
Un documentario d’effetto, riguardante uno dei più grandi
tabù della nostra società: le scorie radioattive, la faccia nascosta del nucleare. Una verità scomoda. In
un periodo caratterizzato dalla presa di coscienza sulle minacce del riscaldamento globale, mentre le industrie e taluni politici descrivono l’energia nucleare come un’energia pulita, monitorata e priva di impatto
ambientale e sulla salute, gli autori partono alla volta di una verità scomoda. Le scorie sono il tallone
d’Achille del nucleare, il suo incubo peggiore. La popolazione le teme, gli scienziati non trovano alcuna soluzione accettabile, gli industriali cercano di rassicurarci e i politici evitano di affrontare il problema. Ma cosa
sappiamo esattamente? Com’è possibile avere una visione chiara riguardo a un tema da sempre coperto
da segreto? Chi decide? Che si tratti della Francia, della Germania, degli Stati Uniti o della Russia, questa
inchiesta scientifica e politica affronta il tema tabù del nucleare dal suo lato peggiore. Gli scienziati della
CRIIRAD (Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattività) ci accompagnano sui
siti nucleari. Grazie alle misurazioni e ai prelievi che essi effettuano sul terreno, alle analisi e agli incontri
con gli addetti al settore nucleare e con chi ad esso si oppone, tentiamo di rispondere agli interrogativi che
tutto il mondo si pone: le scorie sono pericolose? Come sono state gestite fin dalle origini del nucleare?
Esiste una soluzione al problema delle scorie? Incontreremo sia esponenti politici (Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente, Robert Alvarez, ex consigliere per l’energia nell’amministrazione Clinton) che industriali (Areva, EDF) per cercare di rispondere ad altri interrogativi: la popolazione è informata sui pericoli delle
scorie? Può il nucleare essere democratico? Chi detiene realmente il potere? Qual è la reale posta in gioco
per la politica e l’industria? Le scorie minacciano l’avvenire del nucleare? Il documentario ambisce a fornire a ogni spettatore gli strumenti per comprendere quali siano le scelte che pesano sul futuro dell’umanità.
Eric Guéret
Ha girato negli ultimi quindici anni un numero considerevole di documentari di taglio sociale in Francia e nel
mondo. Le condizioni di vita nelle fabbriche cinesi (Les Enfants du parti, 1992), i bambini di strada in Senegal
(Paroles d’enfants, 1999), i problemi delle scuole francesi (Ralentir Ecole, 2000), la lotta degli attivisti di
Greenpeace (Greenpeace, operation plutonium, 2006), le donne senza tetto di Parigi (Femme sans domicile, 2007)...
Il suo metodo di lavoro prevede un’immersione totale nell’opera: mesi se non anni di contatto con i protagonisti e
con la realtà da filmare. È autore anche di un serie di “ritratti” di personaggi dell’arte e della società francese:
France Gall, Renaud, Julien Clerc, Coluche, Veronique Sanson, Mitterand. Anche in questi documentari, molto conosciuti in Francia, Guèret ha messo in campo il suo modo di lavorare, trasformandoli in testimonianze preziose e di
grande impatto emotivo.
Giovanni Ricco
Professore di Fisica nucleare e subnucleare dell’Università di Genova, è stato vicepresidente dell’Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare dal 2001 al 2006 e responsabile di vari esperimenti di fisica nucleare in Italia e negli Stati Uniti,
al Jefferson Lab a Newport in Virginia. È attualmente coordinatore del progetto INFN-Energia.
Info > www.nea.fr > www.sif.it > www.infn.it
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SABATO 17 APRILE 2010
SABATO 17 APRILE 2010
ore 9.00
Immota manet
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
INFORMAZIONE DEI DISASTRI
DISASTRI DELL’INFORMAZIONE
UN ANNO DAL TERREMOTO IN ABRUZZO
Accessibile anche alle scolaresche
previa prenotazione
(Italia 2009, 10’) di Gianfranco Pannone
con gli allievi dell’Accademia dell’Immagine de L’Aquila
Alla presenza dell’autore
Immota manet è un documentario breve che Gianfranco Pannone ha realizzato con gli allievi del corso
di Regia del documentario dell’Accademia dell’Immagine de L’Aquila e prende spunto da un progetto
che l’anno scorso Pannone stesso e i suoi allievi avrebbero dovuto realizzare sulla complessa figura
dello scrittore Ignazio Silone, non portato a termine a causa del terremoto in Abruzzo, che ha distrutto
anche la scuola. Ecco perché la necessità di un documentario breve a un anno dal terremoto, Immota
manet, in cui l’attore Filippo Timi dà voce a un Ignazio Silone che, sulle immagini di oggi girate dagli
stessi allievi a L’Aquila e dintorni, racconta un altro terremoto, quello del 1915 ad Avezzano e nella
sua Pescìna. Una breve e amara riflessione su ciò che spesso in Italia le catastrofi naturali hanno
portato con sé: soprusi, egoismi, ingiustizie.
Gianfranco Pannone
Nato a Napoli nel 1963, vive e lavora a Roma. Tra il 1990 e il 1998 ha firmato la trilogia composta da Piccola America, Lettere dall’America, L’America a Roma e nel 2001 Latina/Littoria (miglior
film documentario al Torino Film Festival). Ha inoltre diretto Pomodori (1999); Sirena operaia
(2000); Viaggio intorno alla mia casa (2000); Pietre, miracoli e petrolio (2004); Io che amo solo te
(2005); Cronisti di strada (2006); Benvenue chez Giuseppe (2006); Il sol dell’avvenire (2008), presentato nelle ultime edizioni della Viennale, dei festival di Locarno e San Paolo del Brasile, Immota
manet (2009). I suoi film documentari gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani e internazionali. Insegna Cinematografia documentaria al Dams dell’Università Roma
III e Regia sia all’Accademia dell’Immagine de L’Aquila che alla Act-Multimedia di Roma, dove è
responsabile del corso di documentario. Cura la rubrica Docdoc sulla rivista online ildocumentario.it.
A seguire
L’Aquila bella mè
(Italia 2009, 70’) di Pietro Pelliccione, Mauro Rubeo
Alla presenza degli autori
La prima parte di un lungo diario filmato che si propone di raccontare la dura e complessa storia della
ricostruzione della città de L’Aquila, colpita nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 da un violentissimo
terremoto. Il gruppo di lavoro di questo progetto ha qualcosa di particolare: gli autori, i giovani filmmakers Pietro Pelliccione e Mauro Rubeo, la responsabile di produzione Francesca Tracanna, gli operatori
Michele Buo e Flavio Paolilli Treonze, a L’Aquila sono cresciuti e hanno vissuto... Hanno formato una piccola ma agguerrita troupe che vive nel tessuto sociale della città e come nessun altro cineasta, forse,
può raccontare il “fuoricampo” di quello che è successo e sta accadendo dopo la catastrofe. Questo work
in progress costituisce il racconto dei primi tre mesi (il giorno 1, il giorno 2, i funerali di stato, il dolore
e i dubbi sulla gestione dell’emergenza, i comitati per la ricostruzione, la vita nelle tendopoli, la città
militarizzata per l’approssimarsi del G8); sarà seguito da una breve preview di materiali relativi ai mesi
successivi, che troveranno posto negli altri episodi in cui si modulerà il progetto.
Pietro Pelliccione
Aquilano, ha frequentato l’Accademia dell’Immagine de L’Aquila; realizza filmati di fiction, video
musicali e documentari (scrittura, regia, montaggio). Ha lavorato sul set del film L’orizzonte degli
eventi di Daniele Vicari, e in RAI nella postproduzione della trasmissione Gaia - Il pianeta che vive;
è stato operatore e montatore presso la Struttura Speciale di Supporto Stampa della Regione
Abruzzo e ha realizzato vari spot per UnoSat. Ha pubblicato un libro di poesie e partecipato come
autore a diverse antologie.
Mauro Rubeo
Ha frequentato l’Accademia dell’Immagine de L’Aquila. Realizza cortometraggi, documentari e
videoclip, curando in particolare sceneggiatura, regia e montaggio. Ha lavorato come aiuto regista
e assistente alla regia sui set di lungometraggi, cortometraggi e videoclip (Giorgia, Nek, Planet
Funk, L’Aura). Dopo un periodo trascorso all’estero, soprattutto a Praga, è tornato in Italia, dove ha
firmato la regia di diversi documentari per RAI Educational. Nel 2008 è partito per il Sud America
come cineoperatore di terra e di bordo sulla barca “Adriatica” per la trasmissione Evoluti per caso.
Sulla rotta di Darwin con Susy Blady e Patrizio Roversi. Ha instaurato successivamente un rapporto di collaborazione con la casa di produzione Minollo Film.
Info > www.vivofilm.it
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VENERDI 16 APRILE 2010
SABATO 17 APRILE 2010
From Zero. Abruzzo, storie dalle tendopoli
Nel corso delle giornate verranno proiettati alcuni web-documentari di Stefano Strocchi
È la prima serie documentaria via web italiana. Dalle tendopoli d’Abruzzo è raccontata in
brevi documentari la vita quotidiana di dodici protagonisti: abitanti delle tendopoli, operatori dell’emergenza, medici, imprenditori che cercano di ricostruire e cittadini in attesa della
casa... Giorno dopo giorno il lento percorso per uscire dall’emergenza e arrivare ad una nuova
normalità. Sono storie di paura, di decisioni da prendere, di attese, di vita nelle tende, menù
della mensa da compilare e tonnellate di brande da scaricare e ricaricare. Sono le storie che
una volta ci avrebbero raccontato i nostri nonni, magari la domenica dopo pranzo, che adesso possiamo raccontare mentre accadono e condividere via internet.
Info > www.fromzero.tv
Stefano Strocchi Produttore e regista, classe 1975. Laureato alla Concordia
University (Canada) in Belle arti e Storia del cinema, ha lavorato come direttore di produzione e produttore in molte co-produzioni internazionali. Del 2007 è il suo documentario Overboooked. Nel 2007 ha fondato a Torino la MOVE Productions, per produrre
documentari di una nuova generazione di autori, rivolgendosi a un pubblico nazionale ed internazionale. Sta producendo il film documentario Building with Renzo Piano,
da lui co-diretto assieme a Giotto Barbieri e Men who swim together di Dylan Williams,
in co-produzione con AMP Films (Svezia) e MetFilms (GB) , ha prodotto il progetto di
web serie FromZero. Storie dalle tendopoli e sta sviluppando la una nuova piattaforma globale FromZero. People rebuilding Life after Emergency.
ore 11.00
Yes We Camp. Appunti dal cratere
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
INFORMAZIONE DEI DISASTRI
DISASTRI DELL’INFORMAZIONE
UN ANNO DAL TERREMOTO
IN ABRUZZO
Accessibile anche alle scolaresche
previa prenotazione
(Italia 2009, 92’) di Alberto Puliafito
Alla presenza dell’autore
Il documentario d’inchiesta racconta gli eventi - mai raccontati dai media nazionali - che riguardano L'Aquila e i paesi colpiti dal sisma del 6 aprile, nel periodo che va dal 16 giugno fino al 23 ottobre
2009. Vi trovano spazio le voci di aquilani, istituzioni, semplici cittadini, fra macerie e tendopoli, proteste
e rassegnazione, ma anche le nuove case che emergono in aree protette e che non sono per tutti, le limitazioni alla stampa e il controllo dell'informazione, i matti del campo del Globo e il villaggio autocostruito di Pescomaggiore, le paure di parlare davanti alla telecamera, la ricostruzione mediatica... “La realtà
è un’altra cosa”: con questa dichiarazione, pronunciata da una sfollata di fronte alla sua tenda blu,
comincia Yes We Camp: un percorso, un flusso, un diario che si chiude, idealmente, all'Aquila nel 2032:
cosa ne sarà, allora, della città?
Alberto Puliafito
Nato nel 1978 a Torino, giornalista pubblicista dal 2001, si è diplomato in Sceneggiatura presso
la Scuola d'Arte Cinematografica di Genova e successivamente in Regia presso la Scuola di
Televisione Mediaset-RTI. Dal 2000 a oggi ha lavorato per emittenti televisive come Canale 5, Rete
4, RaiUno, RaiTre e TeleGenova, in qualità di regista, assistente alla regia e operatore. Tra le produzioni a cui ha partecipato: Scherzi a parte, Cortesie per gli ospiti, Cuoco gentiluomo, L'ost,
Diglielo in faccia. Realizza per e con Simone Cristicchi i videoclip di Ombrelloni e Ti regalerò una
rosa (Premio Miglior Videoclip Italiano 2007) e il documentario Dall'altra parte del cancello. Nel
2007 ha fondato, insieme a Fulvio Nebbia, la società di produzione IK. Nel 2009 ha girato e diretto Harmattan. È del 2010 il docufilm Comando e Controllo, ideale continuazione di Yes We Camp.
Info > www.ikproduzioni.it
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SABATO 17 APRILE 2010
ore 14.30
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI
FUTURO NUCLEARE
SABATO 17 APRILE 2010
Latina. Dall’uranio
all’energia elettrica
(Italia 1964, 43’) di Enzo Trovatelli
Il documentario, prodotto dall’ENI, racconta in modo estremamente dettagliato tutte le fasi della costruzione della centrale nucleo-termo-elettrica di Latina, dalla posa della prima pietra nel novembre del 1958 al
discorso dell’allora presidente ENI Enrico Mattei, in occasione della cerimonia di inaugurazione, nel dicembre 1962. Ogni fase è documentata e in ragione di ciò il film appare a tutt'oggi un materiale preziosissimo sul nucleare italiano: tutto è mostrato con taglio scientifico, dalle fondamenta dell'edificio del reattore fino allo scoccare della reazione a catena, quattro anni dopo la posa della prima pietra.
ore 15.15
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
ANTEPRIMA NAZIONALE
In the Name of Democracy:
America’s Conscience,
A Soldier’s Sacrifice
(USA 2009, 60’) di Nina Rosenblum
Alla presenza dell’autrice
Il film racconta la vicenda del tenente Watada, entrato nella storia per essere stato il primo ufficiale
dell’esercito degli Stati Uniti a rifiutare la destinazione di guerra - l’Iraq - per ragioni morali. In
un’inchiesta densa di documenti e testimonianze avvincenti, si cercano di chiarire le complesse questioni che hanno spinto il tenente Watada a scegliere una strada così difficile, ora battaglia di libertà
per l’uomo, ora lotta contro l’immoralità e l’incostituzionalità.
ore 16.45
La bambina deve prendere aria
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
(Italia 2009, 55’) di Barbara Rossi Prudente
Alla presenza dell’autrice
Un documentario come atto d’amore verso la figlia neonata, verso la propria gente, verso la propria
città, Caserta. Nel descrivere l’emergenza rifiuti in Campania, la regista parte dal punto di vista di
una mamma preoccupata per la salute e la crescita dei propri figli. Ma la questione diviene più ampia,
coinvolge la popolazione locale. Si scoprono, ad esempio, la presenza di diossina nel latte materno o
palazzi costruiti con cemento mescolato a scorie radioattive da smaltire. Il film sviscera le cause, spesso volutamente nascoste, di una situazione insostenibile. Alternando interviste, sequenze d’animazione, immagini che ripercorrono le fasi dell’emergenza, La bambina deve prendere aria affronta uno dei
problemi più drammatici degli ultimi anni, con un approccio personale del tutto inedito.
“Mentre altrove l’intelligenza del Paese si arrovellava sui problemi massimi quali mutui, tasse, aumento dei prezzi, decrescita e disoccupazione, la nostra minaccia erano i sacchetti. Per lo sporco e la puzza,
la gente si barricava in casa. Una notte mentre sognavo il camion dell’immondizia arrivare, mi chiesi
se davvero ci facesse bene quell’aria. Fu così che sentii il bisogno di saperne di più...” .
(Barbara Rossi Prudente)
Barbara Rossi Prudente
Nata a Caserta, si è laureata in Lettere moderne presso l’Università di Napoli. Dopo una parentesi come assistente e aiuto regista su svariati set, nel 1999 ha vinto il Premio Solinas con la sceneggiatura del lungometraggio Esterno sera (1999), per poi frequentare, nel 2000, la Scuola di
fiction Mediatrade di Mediaset, dove ha anche insegnato nel 2003. Come sceneggiatrice ha collaborato a serie tv quali Carabinieri, Le stagioni del cuore, Elisa di Rivombrosa, Un posto al sole,
Commissario di bordo, Finché morte non vi separi e La squadra, mentre il cortometraggio da lei
diretto Non ti aspettavo (2006) ha partecipato al Tribeca Film Festival nel concorso corti.
Nina Rosenblum
Regista statunitense, nata nel 1956. Figlia del fotografo Walter Rosenblum e della storica della
fotografia Naomi Rosenblum. È stata candidata all'Oscar, ha vinto numerosi premi in tutto il
mondo, è produttrice internazionale di film documentari, oltre che educatrice e attivista per il
rispetto dei diritti umani. La sua casa di produzione Daedalus Productions Inc. è stata fondata a
New York nel 1980, e ha all’attivo moltissimi film sia nazionali che internazionali, realizzati anche
in sinergia con molte imprese televisive e pluripremiati ai più importanti festival di settore del
mondo. Nina Rosenblum ha tenuto corsi alla Columbia University di New York e in diversi college
americani. Tra i suoi ultimi lavori: Liberators: Fighting on Two Fronts in World War II (1992), The
Untold West/The Black West (1993, vincitore dell’Emmy Award), A History of Women Photographers
(1996), Walter Rosenblum: In Search of Pitt Street (1999), Yellow Code: Hospital at Ground Zero
(2002), Zahira’s Place (2004).
Info> www.daedalus.tv
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SABATO 17 APRILE 2010
SABATO 17 APRILE 2010
ore 18.00
Sangue e cemento
ore 21.00
La Paura
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
INFORMAZIONE DEI DISASTRI
DISASTRI DELL’INFORMAZIONE
UN ANNO DAL TERREMOTO IN ABRUZZO
(Italia 2009, 52’) di Gruppo Zero, regia di Thomas Torelli
Alla presenza del regista
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
EVENTO SPECIALE
(Italia 2009, 65’) di Pippo Delbono
introduce
Angela Felice Teatro Club Udine,
direttore Centro Studi Pasolini, Casarsa
A seguire, incontro con l’autore
Questo film ripercorre con precisione gli eventi che hanno contribuito a rendere così tragico il bilancio
del terremoto del 6 aprile in Abruzzo, documentando cause recenti e responsabilità remote di chi ha
costruito male per risparmiare sul materiale e sulle tecniche, di chi doveva controllare ma non lo ha
fatto e degli amministratori che hanno favorito la speculazione a discapito della sicurezza dei cittadini, causando la morte di 299 persone. Il percorso è semplice; si pongono delle domande. Razionali. Si
intervistano decine di testimoni, tra rappresentanti delle istituzioni, sismologi, geologi, tecnici del
territorio e delle costruzioni, avvocati e giudici. Sangue e cemento è il frutto di questa indagine.
Un’inchiesta che racchiude nel titolo il significato di questo dramma. Un terremoto in sé non è una tragedia. È l’uomo che lo rende tale.
Thomas Torelli
È co-produttore del film e proprietario della Xtend, società che si è occupata della post produzione di Sangue e cemento. È fondatore insieme a Franco Fracassi della TPF Telemaco, società di produzione nata a Roma nel 2003 con l’intento di produrre documentari indipendenti, privilegiando
argomenti di natura sociale, storica, politica, culturale e dando voce e spazio a nuovi e giovani
autori. Nel 2007 è stato fra gli autori di Zero. Inchiesta sull’11 settembre.
A seguire
Informazione dei disastri/disastri dell’informazione
L’Aquila, un anno dopo
Tavola rotonda
Conduce Gianpaolo Carbonetto Messaggero Veneto
Con le testimonianze di Gianfranco Pannone, Francesco Paolucci, Pietro Pelliccione, Alberto Puliafito,
Mauro Rubeo, Stefano Strocchi, Thomas Torelli.
Gianpaolo Carbonetto
Ha iniziato e vissuto la sua carriera all’interno del Messaggero Veneto, assumendo dal 2000 la
conduzione del reparto Cultura. Attualmente è responsabile del sito internet della testata. È stato
inviato speciale soprattutto nell’Europa orientale e nei Paesi arabi. Ha scritto diversi libri di saggistica. È consigliere nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Da alcuni anni
esplica un’intensa attività di conferenziere e moderatore di dibattiti. Ha tenuto dei seminari di
deontologia professionale alla Cattolica di Milano, a Bologna e a Perugia.
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Invitato nel 2008 dal Forum des Images di Parigi e dal Festival Pocket Films a “fare quello che voleva” con
un telefonino dotato di videocamera, Pippo Delbono prende alla lettera l’invito e realizza il suo terzo lungometraggio (dopo Guerra, 2003, e Grido, 2006): una sorta di diario (o di Blob) sull’attuale situazione italiana. Partendo da un dialogo tra la sua pancia e le immagini televisive in cui si vede un medico obeso parlare di obesità infantile come di una piaga contemporanea, si passa alla visita a un campo Rom, alle
immagini del funerale di Abdoul Guiebre - il ragazzo italiano ucciso da due baristi a Milano il 14 settembre 2008 per avere rubato un dolciume - in cui il regista si indigna per l’assenza di autorità alla funzione.
Parlando in modo personale di libertà (rappresentata dal suo compagno di lavoro sordomuto Bobo) e di
dittatura, Delbono utilizza il poco invasivo mezzo di ripresa per parlare della paura contemporanea più
forte, quella di cui soffrono i “diversi” in generale, realizzando un’opera personale, forte, ingenua e sincera. “Ho continuamente voglia di fare dei film. Qualsiasi cosa accada, sto sempre lavorando a un film.
Non avrei mai immaginato - ammette Delbono - che si potesse realizzare un'opera con uno strumento così
minuscolo. Mi sono insinuato nei miei sogni più oscuri e in quelli del mio Paese. La Paura è divenuto un
viaggio attraverso un presente deformato da questo sentimento. Il telefono filmante abbatte i muri tra me
e quanti si invitano nel film, aprendo così a momenti emotivi particolari che, senza questo strumento,
andrebbero persi”.
Pippo Delbono
Autore, attore, regista. Nato a Varazze (SV) nel 1959, Delbono inizia la sua formazione teatrale nel teatro di tradizione, ma poi si trasferisce in Danimarca dove inizia a dedicarsi all’approfondimento dei principi del teatro orientale attraverso un rigoroso lavoro dell’attore sul corpo e sulla voce. Nei primi anni Ottanta fonda la Compagnia
Pippo Delbono, con la quale realizza tutti i suoi spettacoli, da Il tempo degli assassini (1987) a La Menzogna
(2008). Le sue non sono messe in scena di testi teatrali, ma creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori destinato a crescere nel tempo. L’incontro con persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione determina una svolta nella sua ricerca poetica: nasce così Barboni (1997). Alcuni di questi attori - tra cui Bobò, sordomuto incontrato e fatto uscire dal manicomio di Aversa dopo un internamento durato quarantacinque anni - hanno
consolidato il loro lavoro all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale dell’esperienza.
Gli spettacoli - La rabbia, dedicato a Pasolini, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Questo Buio Feroce
- oltre a quelli citati in precedenza - sono stati presentati in più di cinquanta paesi del mondo, in teatri e festival,
tra cui il Festival di Avignone, che ha ospitato quasi tutti gli spettacoli della compagnia. Numerosi teatri, tra cui il
Théâtre du Rond-Point di Parigi, hanno dedicato retrospettive al lavoro di Pippo Delbono. Enrico V - la sua unica
creazione basata su un testo teatrale - è il solo allestimento italiano tratto da Shakespeare andato in scena alla
Royal Shakespeare Company. Da molti anni Pippo Delbono indaga sul linguaggio cinematografico. Nel 2003, in
seguito alla tournée in Israele/Palestina, gira il suo lungometraggio Guerra, presentato alla Mostra del Cinema di
Venezia e vincitore del David di Donatello come miglior documentario. Il suo secondo film, Grido (2006) è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. Per il Teatro Sperimentale di Spoleto ha realizzato nel 2007 l’opera lirica
Studio per Obra Maestra. Ha pubblicato con varie case editrici europee Barboni - Il teatro di Pippo Delbono; Mon
théâtre; Le corps de l’acteur; El teatro de la rabia; Récits de juin / Racconti di giugno; Ecrivains de plateau, di Bruno
Tackels; Teatrul Meu. Ha ottenuto, tra gli altri, il premio speciale Ubu per lo spettacolo Barboni, il premio della
Critica per Guerra, i premi Olimpici per l’Innovazione teatrale per gli spettacoli Gente di Plastica e Urlo e a Wroclaw,
in Polonia, il Premio Europa per le nuove realtà teatrali. È recentissima la sua partecipazione come attore al film
Io sono l’amore di Luca Guadagnino.
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SABATO 17 APRILE 2010
ore 22.30
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI
IL MONDO È NOSTRO
SABATO 17 APRILE 2010
The End of the Line
ore 22.30
(Gran Bretagna 2009, 85’) di Rupert Murray
PnBox Studios
Bastia del Castello di Torre
Frankie hi-nrg Dj Set
L’alto parlante gira dischi
Selezione di musica hip-hop ed elettronica
The End of the Line, significa sia “il capolinea”, che, per un
intelligente gioco di parole, “la fine della lenza”. The End of
the Line è un film indipendente, prodotto con il supporto tecnico (e in parte finanziario) del WWF, che
lancia l’allarme sulla crisi degli oceani dovuta alla pesca eccessiva. L’intento è quello di informare il
grande pubblico sugli aspetti più sconosciuti del consumo insostenibile delle risorse naturali. È
tratto dal libro The End of the Line di Charles Clover, Environment Editor del quotidiano inglese The
Daily Telegraph.
Il WWF ha fornito o suggerito esperti nella fase di realizzazione e ha anche indicato aree del mondo in
cui lo sfruttamento della pesca ha raggiunto livelli intollerabili per l’uomo e per la natura.
Il film racconta quanto sia importante operare in maniera congiunta nel settore della pesca e del consumo dei prodotti ittici. Il consumo sostenibile di pesce è il primo grande passo da fare per promuovere una sostenibilità nell’uso delle risorse ittiche non solo nei mari limitrofi al consumatore, ma anche
per operare secondo un approccio globale, dato che globali sono ormai la circolazione e il mercato del
pesce.
Rupert Murray
È nato a Londra nel 1961. Ha iniziato la sua carriera realizzando documentari per la televisione
inglese e cortometraggi. Nel 2005 ha diretto il film Unknown White Male, basato sulla storia vera
del suo caro amico Doug e della sua esperienza con la perdita della memoria, che ha ottenuto
numerose menzioni e premi a livello internazionale. Nel 2007 ha diretto Wild Art: Olly and Suzi per
il canale BBC Storyville. Il suo ultimo documentario, The End of The Line, sull’effetto dell’overfishing, ha riscosso un successo internazionale.
Riconoscimenti
Nominato come miglior documentario al British Independent Film Award 2009 e al Motion Picture
Sound Editors, USA.
Frankie hi-nrg mc si presenta in veste di dj, proponendo
una selezione dei dischi di hip-hop e musica elettronica che
lo hanno più influenzato.
Frankie hi-nrg mc
Nome d’arte di Francesco Di Gesù (Torino, 18 luglio 1969), rapper, autore, compositore, videomaker. È attivo nel movimento hip hop italiano fin dagli albori (primi anni Novanta), affrontando prevalentemente tematiche riguardanti la politica e la società. Nel 1991 esce il suo primo singolo
Fight da Faida, un brano contro la mafia, la camorra e la corruzione. Nel 1993 pubblica il primo
album Verba Manent e inizia un tour che gli fa girare l’Italia per un anno e mezzo. È del 1997 il
secondo album La morte dei miracoli. Nel 2002 realizza con la Banda Osiris la sigla della trasmissione Caterpillar di RAI Radio2. Nel 2003 pubblica il brano Passaporto per resistere e realizza il
videoclip di Pacifico Gli occhi al cielo. Pubblica il suo terzo album Ero un autarchico, che vede la
partecipazione di Franca Valeri, Arnoldo Foà, Paola Cortellesi, Antonio Rezza e Pacifico. Nel 2004
partecipa al brano Non mi chiedermi di Paola Cortellesi e Rocco Tanica e si esibisce con Paola
Cortellesi alla serata finale del Festival di Sanremo. Conduce per oltre due mesi la trasmissione
televisiva Brand:new su MTV. Nel 2008 partecipa come concorrente al Festival di Sanremo con il
brano Rivoluzione; esce il suo quinto album intitolato dePrimoMaggio, con la partecipazione di
Paola Cortellesi, Giorgia, Roy Paci, Samuele Bersani, Enrico Ruggeri, Ascanio Celestini e Gianluca
Nicoletti. Nello stesso periodo pubblica Falso d’autore, il suo primo brano da artista indipendente. Nel 2009 debutta con il nuovo tour, caratterizzato dalla multimedialità dello spettacolo: due
ore di musica ed immagini proiettate. Produce e distribuisce M’illumino di meno (Materie Prime
Circolari) inno della campagna sul risparmio energetico promossa da Caterpillar (Radio2).
Partecipa al progetto “Domani 21-04-2009” di solidarietà con i terremotati abruzzesi. Nel 2010
scrive per Simone Cristicchi la canzone Meno male, che partecipa al Festival di Sanremo. Il suo
ultimo album si intitola La matematica impossibile.
Info > www.frankie.tv
Info > www.endoftheline.com
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DOMENICA 18 APRILE 2010
DOMENICA 18 APRILE 2010
ore 14.15
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI
RADIOGRAFIE ITALIANE
Il Paese mancato
ore 17.15
(Italia 2005, 110’) di Guido Crainz e Italo Moscati
Alla presenza del regista Italo Moscati
Cinemazero/SalaGrande
INCONTRO
Incontro con
Fabrizio Barbieri, Francesco Tomei, Stefano Facchin
della AIE - Associazione Italiana Endometriosi
Diana Fabiánová autrice di The Moon Inside You
intervengono
Sonia Vanente presidente Associazione Endometriosi FVG
Patricia Springolo responsabile Progetto Endometriosi Nordest
Dall’Italia dal “miracolo economico” agli anni Settanta, attraverso la contestazione, piazza Fontana, il terrorismo, il sequestro e la morte di Moro, ma anche attraverso i film, le canzoni, la cronaca. Un ritratto delle generazioni uscite dal miracolo economico che si affacciavano a un Paese alla ricerca tormentata di una nuova identità.
Guido Crainz e Italo Moscati > Schede a pagina 33
ore 16.00
The Moon Inside You
Cinemazero/SalaGrande
PROIEZIONI/INCONTRI
DONNE CON LA MACCHINA DA PRESA
(Slovacchia-Spagna-Francia 2009, 75’) di Diana Fabiánová
Alla presenza dell’autrice
ANTEPRIMA NAZIONALE
Non tutti vedranno questo film con gli stessi occhi. Uomini e donne si accosteranno all’argomento in modo
radicalmente diverso. Il solo punto in comune che hanno rispetto a questo tema infatti è che ne parlano
il meno possibile, quantomeno in pubblico. The Moon Inside You affronta uno degli ultimi tabù del nostro
tempo: il ciclo mestruale. Il film rivela senza alcun pudore le infinite ipocrisie prodotte dalla norma
collettiva sull’argomento, che quando non è trattato con un linguaggio incomprensibile, appare avvolto
da un alone di mistero o addirittura di falsità. Ne risulta un quadro incredibilmente variegato: si indagano aspetti fisiologici e medici, i risvolti psicologici, culturali e spirituali, la dimensione religiosa e quella
antropologica. La trama del film si sviluppa anch’essa su più registri: dalla forma del reportage si passa
al giornale video, all’intervista, fino ad approdare a un registo provocatorio e addirittura comico. Ma anziché limitarsi a documentare la paura collettiva, quest’opera riesce, grazie a un tono leggero e giocoso, a
evidenziarne le ambiguità.
“Interrogando la cultura dell’occultamento che circonda questo argomento, mostrando ciò che accade alle
donne, dando ascolto anche agli uomini, The Moon Inside You - frutto di quattro anni di intense ricerche intorno al mondo - vuole demolire il fenomeno delle mestruazioni, fino a far apparire la sua doppia
natura: un’esperienza intima ed un costrutto sociale” (Diana Fabiánová).
Diana Fabiánová
È nata nel 1979 nell’allora Cecoslovacchia e si descrive come una persona piena di vita e con due
grandi passioni: l’arte e le mutazioni sociali. Nel 2005 ha concluso la propria formazione di regista di documentari presso la Escola Superior de Cinema i Audiovisuals de Catalunya a Barcellona
(ESCAC) e con l’operatore Jerónimo Molero ha deciso di riprendere il suo lavoro di diploma per
farne un lungometraggio.
Riconoscimenti
Una sconosciuta silenziosa.
Identikit di una malattia sociale
non riconosciuta: l’endometriosi
modera Michele Mirabella conduttore del programma Elisir
Michele Mirabella
Pugliese di nascita, classe 1943, vive da sempre a Roma. Inizia la sua carriera come regista e attore teatrale, firmando la
regia di oltre quaranta spettacoli, in tutta Europa e negli Stati Uniti e curando la regia di numerose opere liriche. Dal 1973
collabora con Radio Rai, spesso al fianco di Toni Garrani. Nel 1981 recita nel film di Troisi Ricomincio da tre, cui seguono
altre interpretazioni in Fantozzi subisce ancora, Non chiamarmi Omar, L’aldilà, La cattedra, Ladri di futuro, Topo Galileo,
Acqua e sapone, Demoni due e molti altri titoli. L’esperienza televisiva inizia nel 1987 grazie al programma L’Italia s’è desta
con Enzo Garinei, cui seguono Aperto per le ferie e, nel 1993, Ventieventi su RaiDue. Nel 1995 si fa conoscere dal grande pubblico grazie al programma estivo Tivvùcumprà, La testata e Elisir, tutti su RaiTre.
Fabrizio Barbieri
Dal 1998 al 2001 ha prestato servizio presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Modena come
Dirigente medico. Come professore a contratto ha insegnato nella Scuola di Specializzazione in Ostetricia e Ginecologia
dell’Università di Modena. Dal 2001 lavora presso l’Unita Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar (VR) in qualità di Responsabile di Struttura Semplice. Durante questi anni ha contribuito a sviluppare la chirurgia laparoscopica applicata alla patologia tumorale e all’endometriosi. Dal 2001 è docente e tutor presso la
Scuola Europea di Endoscopia Ginecologica (EGES). Dal 2003 collabora in qualità di esperto in chirurgia laparoscopica ginecologica con l’Università “Sacra Madre” di San Paolo (Brasile) e la III Università di Buenos Aires (Argentina). Dal 2004 è
docente all’European Institute of Telesurgery, Università di Strasburgo (Francia). È oggi primario del reparto di Ostetricia e
Ginecologia dell’Ospedale di Monselice e uno dei medici di riferimento in tema di endometriosi.
Francesco Tomei
Primario del Centro di Fisiopatologia della riproduzione umana dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria degli Angeli” di
Pordenone. Ha attivato il Centro di Procreazione Medico Assistita (PMA) dell’ULSS 9 di Treviso, Presidio ospedaliero di Motta
di Livenza. Successivamente ha attivato il Centro di PMA dell’Azienda Ospedaliera di Pordenone nel giugno 2000 e lo ha coordinato con la qualifica di Referente dell’attività di diagnosi e terapia della sterilità di coppia, nonchè per la procreazione
medico assistita e le diagnostiche dell’infertilità.
Stefano Facchin
Fa parte dell’equipe del Centro di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone.
AIE - Associazione Italiana Endometriosi
Organizzazione di volontariato regolamentata della Legge 266/91 con sede a Nerviano (MI), attiva in tutta Italia.
Selezione ufficiale al The World Film Festival di Montreal 2009, Selezione ufficiale al Locarno Film
Festival 2009, Selezione Ufficiale al 45° Chicago Film Festival, Selezione Ufficiale 11° Mombay
Film Festival, Selezione ufficiale IDFA di Amsterdam, Menzione speciale della giuria al Gotham
Screen Film festival di New York.
AE FVG - Associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia
Fondata da volontarie affette da endometriosi. Fornisce materiale informativo sulla malattia e organizza incontri dedicati.
Info > www.mooninsideyou.com
Info > www.endoassoc.it > [email protected]
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DOMENICA 18 APRILE 2010
Donne, malattia, dignità
di Veronica Prampolini
Noi donne possediamo un enorme potere collettivo, quando lottiamo per un’idea.
Dobbiamo ricordarcene di questo potere.
Il cumulo di energie delle donne unite
in una causa comune può essere terrificante... se solo ci si mettono, le donne
sono in grado di muovere le montagne, e di rendere il mondo un posto migliore.
Louisa Hay, Il valore delle donne, Armenia Editore, Roma 1998
Con queste parole inizia il mio libro CondividEndo. Lacrime e sorrisi nell’endometriosi.
Un secondo e ultimo libro che racconta di me, della mia personale esperienza con l’endometriosi, una
malattia cronica che ha bussato alla mia porta quando avevo ventinove anni e tanta voglia di diventare mamma.
Dal momento in cui il ginecologo pronunciò la parola “endometriosi” la mia vita prese un’altra direzione. Una strada in salita, faticosa, spesso percorsa in solitaria, perché, nonostante non fossi sola, mi
sono sentita angosciata, arrabbiata, disperata e questi stati d’animo non te li può alleviare nessuno.
Cominciò quindi il periodo della “battaglia alla malattia”. Un intervento, due interventi, tre interventi,
quattro interventi. A ogni risveglio seguiva l’inventario degli organi che mi erano rimasti. Il viso preoccupato e teso di mia mamma, la paura di dirmi che non avevo più un ovaio, che non avevo più la tuba
sinistra, la tuba destra. Una resezione vaginale, asportazione di fibromi, cisti, noduli.
Questa è l’endometriosi. A volte dolorosa ogni giorno, a volte, come nel mio caso, silenziosa e subdola, perché lavora nel buio e non sai cosa ti sta facendo. Mi ha tolto la possibilità di essere madre,
di essere spensierata, di poter fare l’amore con mio marito con piacere. A tante di noi ha tolto una
carriera sportiva, lavorativa, una vita affettiva e sociale.
Ne ho conosciute tante di donne come me. In comune, oltre alla malattia, abbiamo una forza interiore
e una dignità che raramente ho trovato in donne sane.
Combattiamo ogni giorno contro la disinformazione, perché, nonostante l’endometriosi sia una
malattia diffusa, non è molto conosciuta e non è facile parlare di dolori mestruali invalidanti con il
proprio datore di lavoro o con donne sane che paragonano inevitabilmente il nostro dolore mestruale
al loro; ne usciamo quindi come esagerate e isteriche.
Siamo tre milioni di donne in Italia ad essere affette da endometriosi. Una su otto. A oggi non c’è cura
e non si conoscono le cause, ma noi stringiamo i denti come solo noi sappiamo fare e lo facciamo con
il sorriso, perché come dice una mia amica: “La vita ci ha tolto in materia, ma ci ha regalato in essenza... L’endometriosi ha intaccato le ovaie, le tube, l’utero, l’intestino, i reni... ma al cuore non può arrivare... e chi soffre può amare meglio”.
Veronica Prampolini
Trentacinquenne di Reggio Emilia. In Canto XXXV Inferno. Donne affette da endometriosi ha raccontato la sua personale esperienza con la malattia, passando dagli interventi, ai tentativi di fecondazione assistita all’estero, alle
varie valutazioni tra adozione e ovodonazione.
Dopo il grande successo del libro, andato in ristampa in meno di tre mesi, Veronica ha scritto CondividEndo.
Lacrime e sorrisi nell’endometriosi. Collabora e sostiene l’A.P.E. Onlus (associazione che dal 2005 offre informazione e sostegno alle pazienti affette da endometriosi).
ore 18.30
Autobiografia di una Repubblica
Cinemazero/SalaGrande
INCONTRI
RADIOGRAFIE ITALIANE
Incontro con Guido Crainz e Italo Moscati
Conduce
Gianpaolo Carbonetto Messaggero Veneto
Dove affonda le sue radici l’Italia di oggi? Viviamo in una fase di transizione, o si è delineato sotto i
nostri occhi un approdo non effimero della vicenda repubblicana? E dove cercare le ragioni e le cause
di questo approdo: in un astorico “carattere nazionale” o nel lungo confliggere di modi diversi di “essere italiani”? E più ancora, il consolidarsi della leadership di Silvio Berlusconi è il frutto di una eccezionale congiuntura o l’esito di quel lungo confliggere? Va attribuito solo alla crisi di un sistema politico,
all’inadeguatezza delle altre proposte, alla potenza dei media, al fascino di un populismo di nuovo
conio, o esprime culture e comportamenti che si sono largamente affermati in un lungo e contrastato
processo? Guido Crainz cerca le risposte a queste e ad altre domande non in vizi plurisecolari del
Paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall’eredità del fascismo, dalla nascita
della “repubblica dei partiti” e dagli anni della guerra fredda, passando attraverso il “miracolo economico”, il Sessantotto, gli anni di piombo, Tangentopoli, la “Seconda Repubblica”. Comprendere appieno i processi che hanno interessato il Paese negli ultimi cinque decenni e le loro conseguenze è condizione necessaria - sostiene Crainz - per misurarsi con un’Italia che è destinata a durare.
Guido Crainz
Nato a Udine, è docente di Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze della comunicazione
dell’Università di Teramo. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: Padania. Il mondo dei braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle campagne (1994, 2007); Storia del miracolo italiano (1997,
2003); Il Paese mancato (2003); Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005);
L’ombra della guerra. Il 1945, l’Italia (2007); ha curato inoltre il volume di Enzo Forcella,
Millecinquecento lettori. Confessioni di un giornalista politico (2004) e, con Raoul Pupo e Silvia
Salvatici, Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d’Europa (2008).
Italo Moscati
Nato a Milano, scrittore, regista, sceneggiatore. Insegna Storia dei media all'Università di
Teramo. Premio St. Vincent 1996 come migliore autore televisivo, Premio Tuscania e Premio
Biella per la letteratura, Premio Leone di Pietra e Premio Salerno per il cinema. Ha collaborato a
lungo con Liliana Cavani (scrivendo, tra gli altri, il film Portiere di notte), e con Luigi Comencini,
Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo e altri registi italiani e stranieri tra cui Jean Luc Godard e
Glauber Rocha. Come autore di teatro ha scritto L’arcitaliano (su Raffaele Cutolo e la camorra),
L’aria del sorbetto (presentato in prima al Festival di Benevento), Politicanza (sugli scandali
finanziari degli anni Ottanta, per la regia di Luciano Salce e Vittorio Caprioli) e molti altri lavori.
È autore del film tv Gioco perverso (1991) su Osvaldo Valenti e Luisa Ferida; del serial Stelle in
fiamme (1992); e di numerosi documentari, fra cui: Il sogno del futuro (1986), Le mille e una
Venezia (1988), Passioni nere (2001), Occhi sgranati (2004), Viziati (tre serie, 2005-2009), Via
Veneto Set (2007), Donne & Donne (2008), Non solo voce: Maria Callas (2008), L’ultimo tenore:
Luciano Pavarotti (2008), Luci di Natale (2009), Gianburrasca & C, i primi giorni di scuola
(2009). Tra i suoi libri più recenti: Anna Magnani (2004), Pasolini passione (2005), Vittorio De
Sica (2006), Sergio Leone (2007), I piccoli Mozart: Wolfango e Nannerl (2008), Hitchcock (2009),
Fellini & Fellini (2010).
Gianpaolo Carbonetto > Schede a pagina 26
Info > www.apeonlus.info > www.donneaffettedaendometriosi.it
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DOMENICA 18 APRILE 2010
DOMENICA 18 APRILE 2010
ore 21.00
Le Iene incontrano gli Yes Men
Cinemazero/SalaGrande
Intervengono le “Iene” Pierfrancesco Diliberto (Pif),
Roberto Marcanti e Andrea Pellizzari
Proiezioni
EVENTO SPECIALE
Un incontro per conoscere il “dietro le quinte”, i metodi di lavoro delle conosciutissime “Iene”,
protagoniste delle (semi)serie inchieste che denunciano mali, malfunzionamenti, disservizi del nostro
paese. Versione italiana della trasmissione argentina Caiga quien caiga, Le Iene è un programma televisivo di intrattenimento di Italia 1 in onda dal 22 settembre 1997. Vero e proprio fenomeno mediatico
a cavallo fra giornalismo e provocazione satirica, le “Iene” attaccano con spirito corrosivo VIP di ogni
genere e provenienza, politici, malcapitati truffatori e dubbi personaggi. Il loro modo di fare, caratterizzato da uno stile irriverente e trasgressivo, è la chiave per accedere a una comunicazione diretta con
gli spettatori. Da anni ormai le denunce delle “Iene” hanno un valore importante, critico e partecipato
nella società italiana: le loro inchieste, inserite all’interno di un format efficace e longevo, si presentano come un approfondimento tutt’altro che superficiale - anche se improntato al registro comico e
scanzonato - dell’attualità italiana e internazionale.
Andrea Pellizzari
Nato a Udine nel 1967, comincia quindicenne a lavorare come dj in una radio locale e un anno
dopo approda a Radio Italia Network in veste di tecnico.
Dal 1987 comincia a formare le basi della sua carriera radiofonica che lo porterà successivamente al mezzo che più gli ha dato notorietà: la televisione. La sua prima performance televisiva risale al 1997: è l’anno in cui inizia la collaborazione a tempo pieno con Match Music, dove conduce
due programmi e partecipa alla realizzazione di servizi esterni. È proprio qui che nasce la collaborazione con Fabio Volo col quale condurrà due strisce quotidiane: Svegliati e Soci. Il 1998 è l’anno del suo debutto su Italia1: insieme a Simona Ventura e Fabio Volo, Andrea forma lo spietato trio
di conduttori della trasmissione Le Iene: un sodalizio che durerà fino al 2001. Nello stesso anno
si trasferisce negli studi di Radio 2.
Nel 2002, sempre a Le Iene, presenta un nuovo personaggio, che risponde al nome di Mr. Brown.
Il 2004 lo vede ancora impegnato, come inviato e come Mr. Brown, nei programmi Le Iene e Mai
dire Iene. Nello stesso anno si spinge in una nuova sfida: un libro dal titolo L’inglese con Mr.
Brown.
Pierfrancesco Diliberto (Pif)
Pif è nato a Palermo nel 1972. Il suo rapporto con la scuola è stato assolutamente pessimo. Ha
frequentato il liceo scientifico ma è stato bocciato al terzo anno. Da ragazzino, invece di andare
in discoteca, giocava con le attrezzature video professionali di suo padre regista. Non ha mai pensato di iscriversi all’università. La sua università è stato l’andare a vivere a Londra, dove, oltre a
cambiare la carta igienica negli ostelli, ha seguito dei corsi di Media Practice.
Nel 1998 ha lavorato come assistente alla regia di Franco Zeffirelli nel film Un tè con Mussolini e
l’anno dopo ne I cento passi di Marco Tullio Giordana.
Nel 2000 partecipa al corso per autori televisivi organizzato da Mediaset. A fine corso viene scelto per il programma Le Iene, prima come autore e poi come iena. È anche grazie all’esperienza
maturata a Le Iene che Pif ha potuto successivamente proporre a Mtv il programma Il Testimone.
A seguire
The Yes Men fix the World
(Regno Unito 2009, 87’) di Andy Bichlbaum, Mike Bonanno
Dopo venticinque anni dalla strage di Bophal, il più grande disastro chimico di tutti i tempi, le vittime
non hanno ancora ricevuto giustizia. Per riparare a questa ingiustizia, ci pensano gli Yes Men a rendere il mondo, almeno per un giorno, un posto migliore.
Gli Yes Men creano un sito internet, spacciandosi per la Dow Chemicals (che nel frattempo ha rilevato
la Union Carbide, responsabile del disastro di Bophal). Nella ricorrenza dei vent’anni dal disastro, la
BBC contatta il portavoce della Dow, attraverso il sito “fasullo” creato dai nostri autori. Scatta così il
geniale piano di presentarsi come il portavoce della Dow, in diretta davanti a trecento milioni di
persone, per dichiarare che finalmente la Dow ha deciso di donare 1.200 milioni di dollari alle vittime di Bophal. La notizia fa il giro del mondo e dei telegiornali. Alla sera la menzogna è stata già scoperta - con forte imbarazzo per la BBC che aveva abboccato all’amo - ma intanto la Dow Chemical in
una sola giornata finanziaria ha bruciato il 3-4% della sua capitalizzazione azionaria. Tutto ciò,
comunque, non impedisce agli autori di riandare in diretta nazionale la sera stessa per spiegare i motivi del loro gesto.
Andy Bichlbaum e Mike Bonanno, appassionati e senza paura, ripetono l’esperimento in altri due casi,
facendo divertire e appassionare il pubblico. Gli autori hanno il merito di apparire dal nulla e riuscire
a sollevare delle questioni sociali che i media tradizionali avrebbero certamente trascurato o trascinato nel dimenticatoio.
Andy Bichlbaum e Mike Bonanno
Andy Bichlbaum e Mike Bonanno (pseudonimi di Jacques Servin e Igor Vamos) sono gli impareggiabili leader degli
Yes Men, un gruppo di artisti-attivisti che ha preso di mira il mondo degli affari mettendo a segno scherzi memorabili e mostrando la folle avidità del capitalismo più sfrenato. La loro strategia si basa su un uso geniale e provocatorio dei mezzi d’informazione: da un annuncio fasullo sulla BBC a una falsa edizione del New York Times, ogni
espediente è valido per svegliare le coscienze e mostrare come si può “aggiustare il mondo”, salvandolo dagli
eccessi del genere umano.
Riconoscimenti
Docu Award all’International Documentary Film Festival di Amsterdam 2009, Panorama Audience Award al Berlin
International Film Festival 2010.
Info > www.theyesmenfixtheworld.com
Roberto Marcanti
Documentarista, autore televisivo de Le Iene show.
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LE VOCI DELL INCHIESTA 2010
Le voci dell’inchiesta IV edizione
Tutti gli eventi sono a ingresso libero
fino a esaurimento dei posti
Sedi
Cinemazero
Aula Magna Centro Studi
Piazza Maestri del Lavoro, 3
Pordenone
Università degli Studi di Udine
Centro Polifunzionale di Pordenone
via Prasecco 3/a
Pordenone
Ufficio stampa/Accrediti stampa
[email protected]
Direzione artistica
Marco Rossitti
Segreteria organizzativa
Cinemazero
Convento di San Francesco
Piazza della Motta 2,
Corte A. Zanussi
33170 Pordenone
Telefono 0434.520404
Telefax 0434.522603
Coordinamento
Riccardo Costantini
Mediateca Pordenone
Cinemazero
Telefono 0434.520945
Telefax 0434.520584
PnBoxStudios
Via Vittorio Veneto, 23
Bastia del Castello di Torre, Pordenone
www.voci-inchiesta.it
Comitato scientifico
Piero Colussi
Luciano De Giusti
Riccardo Costantini
Roberto Reale
Marco Rossitti
Maurizio Solidoro
Gianmario Villalta
Comitato organizzativo
Renato Cinelli
Andrea Crozzoli
Riccardo Costantini
Sandra Frizziero
Sabatino Landi
Tommaso Lessio
Silvia Moras
Ufficio stampa
Studio Volpe & Sain, Trieste
Sabrina Delle Fave
Si ringraziano
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Ospitalità
Elena D’Incà
Alessandra Bortolin
Amministrazione
Sandra Frizziero
Paola Salvadori
Bookshop
Maurizia Chersicla
Si ringraziano
Nino Criscenti
Taher Djafarizad
Sergio Fant
Angela Felice
Italo Moscati
Anastasia Plazzotta
Giulia Rossi
Daniele Serio
Valentina Vaio
Paola Varaschini
Sigla del festival
Tommaso Lessio
Fotografa del festival
Elisa Caldana
Movimentazione copie
Lucia Da Re
Proiezioni
Roberto Zago
Riccardo Burei
Sottotitoli elettronici
Underlight, Trieste
Il servizio di Regia mobile
televisiva dell'Università
di Udine, Sede di Pordenone,
realizzerà le riprese
televisive integrali di tutti
gli incontri del festival e
interviste mirate ai suoi ospiti.
Laboratorio ReMoTe
Regia mobile televisiva
dell'Università di Udine
Luca Bazan
Luigia Coppola
Sara Dabrilli
Andrea D'Altoè
Federico Delle Case
Paolo Di Marco
Alessandra Di Martino
Riccardo Fontanel
Daniela Giacobbe
Andrea Gobbato “Katsuya”
Alessandra Guglielmino
Marta Lotteri
Francesco Mele
Marina Ornella
Giulia Perin
Marco Privitera
Giulia Rossi
Salamon Tommaso
Chiara Santarossa
Fabio Tabacchi
Loris Tomasella
Alessandro Venier
Matteo Zanetti
Enrico Zonta
Technical partner