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press release
SICUREZZA STRADALE,
AL VIA PROGETTO
CON TELECAMERE
SUI MEZZI PESANTI
Rassegna Stampa
4 aprile 2014
1
Cronaca 23
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 21 Marzo 2014
L’ESPERIMENTO. Montataunamini-telecamerasu quasi 2.000camion
vademecum
Eadesso daiTir
giranoil video
degliincidenti
Alessandro Mognon
La prossima volta che nello
specchietto retrovisore vedrete arrivare un camion fate un
bel sorriso e salutate: non siete su candid camera ma su
una videocamera forse sì. Una
delle quasi 2000 montate da
un anno sui mezzi pesanti del
Gruppo Federtrasporti (ma
non solo) in accordo con la
Fondazione Ania che riunisce
le compagnie di assicurazione. Una sperimentazione che
sperano possa servire a ridurre incidenti, truffe e costi delle
polizze. E qualche volta ad aiutare polizia e vigili.
Le piccole telecamere Road-
scan prodotte dalla Octocam
dal 2103 sono montate anche
sui 170 camion della Trasporti
Romagna di Malo. Simone Romagna non fa parte di Federtrasporti ma è presidente provinciale Fai (Federazione autotrasportatori italiani): «Subito ero incerto se montarle o no
sui miei camion. Poi mi sono
convinto. È utile all’azienda
ma anche agli autisti. Perché
se una volta per ogni incidente
si dava sempre la colpa all’autista, adesso sapiamo che non è
così».
Il funzionamento è semplice: la mini telecamera sul parabrezza registra di continuo
quello che succede davanti al
camion e ogni 30 secondi can-
Servealle
aziendeper
ridurreicostima
ancheagarantire
gliautisti
SIMONEROMAGNA
TITOLARE DITTA TRASPORTI
cella le immagini. Ma se c’è
una decelerazione o un’accelerazione brusca, una frenata
secca o una sterzata improvvisa la minicamera tiene la registrazione per 20 secondi prima e 20 dopo. E la blocca su un
hard disk. Se c’era un incidente, si vede tutto e si può capire
di chi è la responsabilità.
«Abbiamo sempre paura per
gli incidenti - dice Romagna e che si faccia del male qualcuno. Poi ci sono le penali. E i microsinistri: costano, ora stanno più attenti». In teoria ci dovrebbero guadagnare tutti: l’azienda evita le bugie degli autisti, i tentativi di truffe all’assicurazione, chi guida i camion
può provare di non avere responsabilità. E la polizza può
ridursi anche del 15-20 per cento. «C’era già la scatola nera spiega Valerio Baldi del ramo
assicurativo di Federservice - ,
mancava l’occhio. Ora c’è. Dai
video si vede la dinamica, i
comportamenti, le eventuali
frodi. Dal 2005 usiamo le telecamere anche sui mezzi pubblici di alcune città». Dove pe-
Questo camionuscito distrada avevala videocamera:leimmaginihanno permessodi capire lacausa
Latecnologia
Videocamerasuun camion
GPS.Lamini-telecamera
congpsviene applicata sul
parabrezzae collegata al
vano motore. Un
accelerometrorileva gli
scostamenti divelocitàsui
treassi(quindi anche
sobbalzioscostamenti
laterali),Sefrenata o
sbandatasuperanouna
certasogliaregistraper
20secondiprima e 20
dopo.Eilfile protetto
finisceinmemoria. •
rò conta soprattutto la visione
all’interno, per evitare abusi e
azioni violente.
Donato Sgargetta, responsabile settore sinistri di Federservice parla di «una riduzione degli incidenti nei primi sei
mesi della sperimentazione di
circa il 20 per cento». Certo all’inizio ci sono stati problemi
di privacy con gli autisti. Come conferma Michele Ballardin, delegato Cisl della Trasporti Romagna: «Subito gli
autisti l’hanno presa come
un’intrusione. Poi però, una
volta garantita la privacy è stata vista come un bene per tutti». Anche perché il garante
ha messo il veto sulle registrazioni audio: quelle sono facoltative e non viene ripreso nulla all’interno dell’abitacolo.
Certo per ora sembra un sistema più adatto alle mediegrandi aziende: «Il problema
sono i padroncini - dice Luca
Riello, agente Unipol -, Non
tutti sono strutturati per questa gestione». Il costo di una
mini-videocamera?
«Circa
500 euro l’una, ma si può an-
che optare per il comodato d’uso - spiega Claudio Mungo della Octocam -. Comunque la
raccolta dati è importante, e
tra poco le compagnie assicurative riceveranno direttamente i video registrati nei loro server».
Suona un po’ da grande fratello, ma per ora la sperimentazione sembra funzionare. Sia
per smascherare i furbetti che
per scagionare l’autista accusato di un incidente. In un caso ad esempio il guidatore di
un camion di mangimi era finito fuori strada ribaltandosi:
«Mi ha toccato un tir che ho
incrociato» aveva detto. Ma il
video lo ha smentito: nessuno
lo tocca, è lui che sbanda e centra un albero. Ma la registrazione video (che può essere
azionata anche con un tasto
dall’autista) può anche aiutare in caso di incidenti di altri
mezzi: in un filmato ripreso
da un camion in un incrocio si
vede un’auto uscire da uno
stop, arriva uno scooter e la
centra. I vigili (e il guidatore
dello scooter) ringraziano. •
CENTROITALIANO
FEMMINILE
Oggialle 17,45 il Cif,nel
palazzodelle Opere
sociali,presenta un
incontrosu:“Il testamento
olografo”. RelatoriTiziana
Ghenoe Riccardo
Zampierin.
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Staseraalle 21nella sala
riunionidellaSocietà
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Trieste, 29 Rosannaed
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presenterannocon
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“Codicematerno e codice
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«Registratutto incasodifrenate esvolte brusche»
AccordoFedertrasportie Ania,evita frodied errori
Unaditta diMalolehaattivate su tutti i170 mezzi
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Sicurezza, ecco le telecamere sui
camion
Federtrasporti e Fondazione ANIA, sperimentano le
roadscan montate sui veicoli pesanti
Telecamere sui veicoli per prevenire incidenti,
contrastare le truffe assicurative e aumentare la
sicurezza generale. A promuovere l’iniziativa sono la
Fondazione ANIA e il Gruppo Federtrasporti, attraverso
25 marzo 2014
di Francesco Stazi
tag: C amion
Passa a
la società Federservice, attivando l’installazione su 2.000
mezzi, (il 40% del proprio parco veicolare di camion e
furgoni) di una Roadscan dotata di accelerometro e GPS: a
tutti gli effetti un testimone in grado di ricostruire un
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incidente in maniera oggettiva.
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LA PRIMA VOLTA IN EUROPA
Questo test è il primo a essere condotto, in Europa, nel
mondo del trasporto, con veicoli pesanti e mira,
soprattutto, a individuare quali sono le cause più
ricorrenti che provocano gli incidenti stradali in cui
sono coinvolti anche i mezzi pesanti. I roadscan,
consentono di ricostruire le dinamiche dei sinistri,
attribuendo le giuste responsabilità, Inoltre, i dati che si
ricavano, costituiscono un’ottima base per la formazione
degli autisti oltre a costituire un incentivo a tenere
sempre i giusti comportamenti al volante.
COME FUNZIONA ROADSCAN
Il modello di telecamera scelto da Federservice per la
sperimentazione si chiama Roadscan PRO . Viene
installata sul parabrezza e collegata al vano motore. È in
grado di ricostruire in maniera dettagliata le dinamiche
di un incidente attraverso la traccia video, la posizione
GPS e le variazioni di accelerazione lungo i tre assi. La
registrazione avviene automaticamente se il sistema
rileva una variazione di accelerazione superiore a uno dei
valori impostati. Roadscan PRO tiene in memoria il
periodo precedente e quello successivo a tale variazione,
conservando oltre 60 eventi, sovrascrivendo i più remoti,
ma salvando sempre quelli di grave entità. I dati
registrati sono trasmessi al PC tramite scheda SD o wifi.
Dalla Homepage
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vai
SICUREZZA
LE TELECAMERE DI OCTOCAM PER RICOSTRUIRE I SINISTRI
IL TESTIMONE
Il Gruppo Federtrasporti va avanti nella guerra ingaggiata contro
la sinistrosità. Stavolta al suo fianco schiera una pattuglia di 450
telecamere Roadscan, che registrano tutto ciò accade al di là del
parabrezza. Un testimone vigile che ricostruisce oggettivamente
gli incidenti e scongiura le truffe. Così, già oggi i premi RCA auto
possono scendere in maniera interessante. E domani si punta lo
sguardo al Sud
S
arà pure vero che se «occhio
non vede, cuore non duole».
Ma quando si va per strada, il
poter avere a disposizione un occhio attento che non soltanto vede,
ma registra pure ciò che vede, può
aiutare a non far dolere tante cose,
portafoglio in testa. L’occhio in questione si chiama Roadscan, una
piccola telecamera della Octocam,
integrata con accelerometro e localizzatore GPS, che si monta sul parabrezza del veicolo e diventa a tutti
gli effetti un testimone che l’autista
si porta sempre con sé e lo aiuta a
ricostruire un sinistro in maniera oggettiva. Il Gruppo Federtrasporti, e
in particolare Fedeservice, la società
che si occupa di servizi assicurativi
tramite un’agenzia Unipol, l’ha eletta come lo strumento con cui compiere l’ennesimo balzo in avanti nel
34 ottobre 2013
pluriennale percorso verso l’abbattimento degli incidenti che in un decennio ha dimezzato il numero dei
sinistri, portandone la frequenza dal
72,8% del 2002 al 33,8% del 2012.
E così dallo scorso aprile 450 veicoli
– poco meno del 10% del parco del
Gruppo – hanno installato altrettante telecamere per iniziare il primo
test di questo tipo in Europa condotto nel mondo del trasporto
pesante, che in futuro punterà a
coinvolgere l’intera flotta.
Un progetto innovativo che, anche
stavolta come in passato, ha trovato la partnership della Fondazione
Ania per la Sicurezza stradale, che
per allargare la sperimentazione
sui mezzi pesanti e renderla più
significativa, ha voluto mettere a
disposizione un ulteriore pacchetto
di telecamere. Una sperimentazione
che consentirà al settore assicurativo, all'agenzia di Federservice e alle
aziende di autotrasporto di valutare
l'efficacia dell'ampia gamma di funzionalità fornite da Roadscan.
I quattro vantaggi
della Roadscan
La prima è quella di ricostruire in
maniera oggettiva un sinistro,
fungendo da testimone non condizionato dalle circostanze. Cosa vuol
dire? Chiariamolo con un esempio.
Considerate un veicolo che marcia
a velocità ridotta parallelamente a
una bicicletta. All’improvviso, con
una manovra repentina e imprevedibile, la bici imbocca le strisce
pedonali tagliando la strada al veicolo che, pur frenando, non riesce
a evitare l’urto. La telecamera, re-
gistrando i 15 secondi precedenti e
successivi al sinistro (nel box spieghiamo come), mostra chiaramente
tutta la sequenza ed è così in grado
di imputare precise responsabilità
alla bicicletta. Senza la telecamera
ci si sarebbe dovuti affidare alla testimonianza di terzi. Per esempio, al
conducente di un’auto che sopraggiungeva sulla corsia opposta, magari un attimo dopo che la bici si era
buttata sulle strisce. Dal suo punto
di vista quindi la responsabilità, senza ombra di dubbio, sarebbe stata
da imputare al veicolo.
Il disporre di una ricostruzione oggettiva del sinistro apre le porte a
una seconda funzionalità pratica:
porre un argine alle truffe assicurative di ogni tipo. A partire da
quella inscenata dal pedone che
mentre attraversa sulle strisce davanti a un veicolo fermo, inciampa
da solo, cade, si fa male e quindi
presenta denuncia per ottenere
un risarcimento che non gli spetta,
fino a quella costruita da chi, dopo
aver appuntato – magari in un’area
di servizio sull’autostrada – la targa
di un camion parcheggiato, qualche
tempo dopo denuncia che mentre
la sua auto era parcheggiata in un
piazzale, un camion con quella targa, nel fare manovra, l’ha urtata.
Qui per dimostrare che il fatto non è
stato commesso si possono giocare
due carte: il video della giornata incriminata nel quale non c’è traccia
di sinistri e la localizzazione GPS del
veicolo da cui emerge che quel giorno, all’ora del presunto incidente, il
veicolo era da tutt’altra parte.
Una terza funzionalità ci viene suggerita da Valerio baldi, responsabile dell’ufficio assicurativo di Federservice, secondo il quale «disporre
di una ricostruzione oggettiva di un
sinistro, può diventare molto utile
in caso di sinistri particolarmente
gravi e invalidanti, rispetto ai quali la
giurisprudenza, nell’intento di tutelare la parte debole, propende per il
concorso di colpa distribuendo così
le responsabilità, anche quando
sono esclusivamente a carico di una
parte. Di fronte a un video, invece,
da cui emerge in maniera lampante come sono andate le cose, non
trovano spazio diverse interpretazioni». E rispetto a un incidente
mortale, tanto per capirci, vedersi
addossata anche una percentuale
della responsabilità comporta oneri
molto ingenti.
Una quarta funzionalità la possiamo
definire psicologica. La presenza in
Dentro la telecamera
COmE fUnzIOnA LA ROADSCAn
Il modello di telecamera scelto da
Federservice per la sperimentazione si chiama roadscan Pro.
Viene applicata sul parabrezza del
veicolo e collegata al vano motore
tramite una semplice installazione. a quel punto è in grado di
memorizzare immagini e dati di
guida verificatisi prima e dopo l’incidente, ricostruendone così l’intera
dinamica. Per la precisione la telecamera registra la traccia video, un
accelerometro rileva gli scostamenti di velocità lungo i tre assi (quindi
anche sobbalzi o scostamenti laterali), mentre un GPS localizza la posizione del veicolo, data e ora.
La registrazione avviene automaticamente quando il sistema rileva
una variazione di accelerazione
superiore a uno dei valori di soglia
impostati e tiene in memoria il periodo precedente e quello successivo a tale variazione, così che se
effettivamente questa coincide con
un sinistro potrà essere utilizzata.
cabina di una telecamera, posta lì
sul parabrezza, e quindi sempre visibile, incoraggia la concentrazione
dell’autista e produce quindi un
effetto deterrente, sicuramente
più forte rispetto alla scatola nera,
del tutto nascosta e di cui alla lunga ci si scorda della presenza. E che
questo effetto deterrente funzioni
lo dicono in parte già i primi mesi
della sperimentazione Federservice.
«Per carità, i dati sono ancora pochi
e il periodo di osservazione ridotto – ci spiega Donato Sgargetta,
responsabile dell’ufficio sinistri di
Federservice – ma di certo non può
essere un caso che, da aprile a settembre, nel periodo cioè trascorso
dall’installazione delle telecamere,
nessun veicolo tra quelli coinvolti
abbia denunciato un sinistro».
Sconti per chi monta
e uno sguardo al Sud
In Fedeservice hanno valutato queste funzionalità e attendono ora i
riscontri della sperimentazione, ma
già da subito per favorire la diffusione delle telecamere e sfruttarle
nella lotta alla riduzione dei sinistri,
hanno studiato alcune azioni di incoraggiamento. La prima, chiarisce
Baldi, si chiama «sconto»: chi mon-
Roadscan
PRO conserva in una
memoria interna oltre
60 eventi
con sovra-scrittura dei più
remoti, ma protezione di quelli di
più grave entità. Il trasferimento
delle informazioni dal sistema al PC
avviene tramite una semplice scheda SD, identica a quella in uso sulle
fotocamere, ma può essere effettuato anche tramite wi-fi.
ta la telecamera si vede tagliare il
premio della RCA auto in modo decisamente interessante. La seconda è una forma indiretta di sconto,
pensata per i «sinistrati». È chiaro
infatti che un’azienda che ha denunciato sinistri sarebbe soggetta
a un aumento di premio: se però accetta di installare le telecamere riesce a scongiurare tale eventualità.
Ma soprattutto le Roadscan potrebbero consentire di puntare lo sguardo anche verso mercati difficili, riuscendo cioè ad assicurare aziende
di quelle regioni meridionali che le
compagnie attualmente giudicano
ad alto rischio. Diciamolo ancora
più chiaramente: se fino a ieri molte
aziende incontravano difficoltà a
sottoscrivere una polizza RCA Auto
non particolarmente gravosa domani, attraverso il montaggio delle
telecamere, potrebbero avere maggiori chance. L’agenzia assicurativa
di Federservice per ora procede
cauta, sempre nell’attesa di avere
dati confortanti dalla sperimentazione. Però già da oggi ha iniziato a
dialogare con quelle aziende meridionali che, avendo alle spalle una
storia assicurativa equilibrata, sono
disponibili a equipaggiare la loro
flotta con le Roadscan. E se son
rose…
ottobre 2013
35
TELEMATICA E TRASPORTO
TRIVELLA TRASPORTI
Nel 2009 la coop pisana
subisce un doppio colpo
dalla crisi. Qualche anno
dopo, chiedendo aiuto a un geolocalizzatore
con cui tracciare i veicoli, è riuscita
a incrementare la produttività
e a migliorare i margini.
E la crisi è un po’
più lontana
FLOTTA CONTROLLATA
REDDITIVITÀ
À
RECUPERATA
L
a crisi è brutta. Ma dopo tanti
anni trascorsi in sua compagnia
può essere utile, magari usando
finalmente verbi al passato prossimo, ricordarla come una sorta di maestra severa. Che tanti ha fatto piangere, ma a cui in tanti, a posteriori,
sono quasi riconoscenti. Per carità,
tutti ne avrebbero fatto a meno, ma
per molte aziende in effetti la crisi
ha funzionato come la molla decisiva per aggiornare il proprio assetto
organizzativo e per renderlo più
competitivo.
A questa conclusione siamo giunti
dopo aver fatto visita, alle porte di
Pisa, alla Trivella Trasporti, una società cooperativa con 26 soci, che tra
fine 2008 e inizio 2009 ha rischiato
letteralmente di finire al tappeto. A
farle piegare le ginocchia era stato
un «uno-due» micidiale. Prima era
arrivato un diretto al volto, sotto forma di un cliente che assorbiva per
quasi il 50% il fatturato dell’azienda
e che, trovandosi in improvvisa diffi-
34 aprile 2014
coltà, interrompe i pagamenti.
Il secondo colpo è un montante dritto sul fegato: le due banche con cui
la coop aveva relazioni stabili si fondono e, come triste conseguenza, i
due fidi accesi diventano uno solo.
In pratica un Bignami della crisi che
in Trivella mettono sul tavolo e cominciano ad analizzare per definire
un piano di rilancio. Quello elaborato
è composto da tante piccole azioni
in grado, tutte insieme, di contenere
i costi e di redistruibire l’attività in
modo analogo a come si fa quando
si carica un rimorchio, evitando cioè
quell’errore di concentrare tutto su
un punto. Per legare il carico si ricorre poi a quella cinghia robusta costituita dalla telematica. Cerchiamo di
capire in che senso.
Dalla concentrazione sul
cliente a quella territoriale
«La prima necessità emersa era
quella di diversificare il portafoglio
clienti – spiega il presidente Marco
D’Anteo – soltanto che, spesso, un
buon committente, necessita magari di distribuire i propri prodotti su
scala nazionale. Noi con una flotta di
26 mezzi facciamo fatica. Né mi fido
di affidarli a terzi, perché il servizio
bisogna garantirlo in un certo modo,
fissando il carico a dovere e usando
particolari accortezze. Se trasporti
acque minerali, per esempio, soprattutto in estate quando c’è caldo, se
non fai così il calore rischia di far piegare le plastiche e di arrecare danni
alla merce».
La soluzione sembra una sorta di
uovo di Colombo. «Per assecondare
le dimensioni aziendali – la illustra il
presidente – siamo passati da una
pericolosa concentrazione sul committente, a una concentrazione – diciamo così – territoriale. Nel senso
che al momento attuale la Trivella
trasporta tante tipologie di prodotti
e con tanti committenti diversi, ma
su una direttrice di traffico consolidata, che è quella circoscritta tra
Toscana, Piemonte e Lombardia, con
qualche eccezione un po’ più a Est
verso il Veneto».
In questo modo le relazioni con la
clientela diventano stabili, i veicoli
percorrono sempre le stesse strade,
i teloni verde bottiglia della Trivella
si vedono transitare di continuo e,
almeno su quella direttrice, in tanti
cominciano a registrare il nome, a
considerarla un’azienda presente,
importante, a cui rivolgersi alla bisobiso
gna.
Le telecamere sicure
e taglia-premi
I tempi però sono di magra. Nuovi
clienti bussano alla porta della coco
operativa pisana, ma per far riparripar
tire l’attività c’è bisogno di margini
migliori. A questo scopo anche la
Trivella prepara il suo «uno-due»
tecnologico. Il primo colpo è un jab
frontale: il montaggio, su tutti i 26
veicoli della flotta, di una telecamera
Roadscan (di produzione Octocam)
per poter riprendere tutto quanto
avviene al di là del parabrezza, ma
che registra quel minuto a cavallo
è quello di costituire un testimone
oggettivo per ricostruire un sinistro,
ma anche di scoraggiare l’autista
da comportamenti poco sicuri. Ma
l’operazione, oltre che ridurre la sinistrosità, contiene di conseguenza
anche i costi: «fino allo scorso anno
– calcola Nicola Pratali, che cura
l’amministrazione della Trivella – pagavamo ogni quadrimestre premi assicurativi per circa 857 euro a veicolo.
Quest’anno siamo scesi a circa 772».
In pratica, un taglio del 10% di cui in
pochi oggi possono beneficiare.
Il geolocalizzatore
per chi va di fretta
Ma l’uppercut vincente della Trivella
è arrivato chiamando a dialogare
con il sistema che governa le telecamere, un geolocalizzatore, elaborato
da Masternaut, che svolge un doppio servizio: funziona da antifurto
e, tracciando costantemente sulla
carta i veicoli, aiuta a ottimizzarne
la gestione. Ed è proprio da qui, da
questo controllo in tempo reale della
flotta, che arriva il decisivo aiuto nel
recupero del margine.
potuto elaborare un programma di
carico-scarico ravvicinato in grado di
incrementare la produttività dei singoli veicoli e anche il fatturato che
portano a casa a fine mese.
Il secondo esempio arriva poco
dopo. Chiama un cliente che ha bisogno di portare a Milano un paio di
bancali di merce: il prezzo per questo servizio è, a spanne, di 150-200
euro. Considerando che per un PisaMilano a carico completo – ci spiega
D’Anteo – difficilmente si va sopra i
450-500 euro di tariffa, non è niente
male. Ma anche qui il problema è l’urgenza: il servizio è richiesto soltanto
se fatto in tempi ristretti. Per assecondare la richiesta non c’è che un
modo: individuare sul display il veicolo più vicino per andare a recuperare
il bancale, ma che sia diretto nella
stessa destinazione finale. L’operazione richiede pochi secondi. A quel
punto si verifica se il carico trasportato dal veicolo sia compatibile con
il doppio bancale da prelevare e il
gioco è fatto. Così, quel viaggio PisaMilano diventa improvvisamente più
redditizio: se fino a un attimo prima
«Senza poter verificare
l’esatta posizione del veicolo
non si sarebbe potuto
elaborare un programma
ravvicinato di carico-scarico,
in grado di incrementare
la produttività dei veicoli e
il fatturato che portano a
casa a fine mese»
di un incidente (reale o potenziale)
grazie a un accelerometro integrato.
Le variazioni di velocità - registrate in
altezza, lateralmente o in diagonale
- fanno partire cioè la memorizzazione che, tramite card SD, può essere
poi scaricata. L’impulso a questo
investimento è stato sollecitato da
Fedeservice, la società che all’interno del Gruppo Federtrasporti (di cui
Trivella fa parte) si occupa di servizi
assicurativi, la quale per incentivare
la sicurezza stradale sta portando
avanti un progetto insieme alla Fondazione Ania, che interesserà, in una
prima fase, almeno 2.000 veicoli. Il
vantaggio della telecamera, infatti,
Per comprendere in che modo bisogna mettersi lì, accanto al presidente, a guardare quelle iconcine
a forma di camion che si muovono
sulla cartina. «Ecco prendiamo per
esempio questo qui – indica D’Anteo – dovrebbe scaricare qui, in un
magazzino che però chiude alle
16. In base alla posizione attuale si
riesce a capire che riuscirà ad arrivare in tempo allo scarico e quindi
possiamo predisporre il ricarico già
per il tardo pomeriggio, in modo
che domani mattina può partire per
la consegna». In pratica, senza poter verificare l’esatta posizione del
veicolo non si sarebbe nemmeno
di essere intercettato sulla cartina
veniva pagato a malapena 500 euro,
subito dopo il compenso è cresciuto
di circa il 30%.
Così, riducendo i costi e incrementando la redditività, la Trivella sta
rialzando la testa. Lo dicono i bilanci: nel 2013 ha fatturato oltre 3,2
milioni, circa 250 mila euro in più
del 2012. E nel gennaio 2014, le cose
proseguono sulla stessa falsa riga,
con un incremento del 2,6%. «Peccato – scuote la testa Pratali – che
una parte del maggior margine se lo
mangiano gli aumenti dei pedaggi
autostradali». Ma questo – ahinoi - è
un altro discorso
aprile 2014
35