il lavoro - Associazione per l`Insegnamento della Fisica
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il lavoro - Associazione per l`Insegnamento della Fisica
a.s. 2008-2009 CONCORSO “CESARE BONACINI” “Il sole e la luna: ciò che succede in cielo produce effetti sulla terra. Modelli ed esperimenti sugli intrecci di luce, calore, ambiente e vita.” 1° Premio Scuola Secondaria di 1° grado “Francesco Baracca” Lugo (RA) Motivazione Nelle tre parti di questo lavoro gli studenti descrivono con semplice efficacia tre diverse attività sperimentali tra le molte organizzate nella scuola in occasione dell’Anno dell’Astronomia. Classe 3^B - Studenti partecipanti: Bejko Abele Celoro Francesco De Donno Fabio Filippi Ilaria Marconi Marina Mercanti Mattia Mazzotti Sofia Patuelli Cesare Taroni Matteo Taroni Nicolas Tellarini Silvia Docenti Giovanna Foschini - Matematica e Scienze Lilliana Sgalaberna - Lettere Ivano Cantoni - Tecnologia Rinaldo Carnevali - Collaborazione Informatica Relazione del Docente di Scienze Matematiche Nell'ambito del Progetto di cui si riporta qui sotto uno stralcio sono state svolte le attività che hanno portato alcuni studenti ad elaborare e documentare i percorsi descritti in seguito. IL SOLE IN UNA STANZA...EPPUR SI MUOVE.. 2008/2009 Attività extracurricolari Descrizione sintetica dell’attività Premessa dal sito www. Astronomy2009.it II 2009 è stato proclamato dall'ONU Anno Intemazionale dell'Astronomia. L'Anno Intemazionale dell'Astronomia rappresenta un'ottima opportunità per dare visibilità e ritorno di immagine all'Italia, che ha svolto un ruolo determinante in tutte le sedi intemazionali e che è inoltre, la patria di Galileo Galilei che nel 1609, giusto 400 anni fa, a Padova alzò per la prima volta al cielo il suo cannocchiale. Elenco dei contenuti 1. Dalle ombre alla posizione del Sole 2. Il moto di rivoluzione della Terra intomo al sole: il passaggio al modello geometrico e le stagioni 3. Osservare il numero e la posizione delle macchie solari sul disco solare allo scopo di determinare la durata della rotazione del sole e l'asse di rotazione 4. L'osservazione del sole con mezzi semplici: dal foro stenopeico al diametro angolare del Sole 5. Il telescopio e l'osservazione del Sole: funzionamento e storia del telescopio 6. La posizione del Sole e l'utilizzo di un orologio solare 7. L'osservazione del sole: itinerario storico-didattico e spunti per esperienza di ricerca 8. Misurare l'altezza diurna del sole in funzione della latitudine (eventuale collaborazione con altra scuola alla stessa longitudine a latitudini diverse) 9. Osservare la differenza tra tempo solare vero e il tempo civile 10. Determinare la differenza tra mezzogiorno solare (il sole al momento della culminazione) e le ore 12.00 11. Le forze: grandezze vettoriali 12. La composizione di forze 13. Il moto: gli elementi del moto e i sistemi di riferimento 14. Il moto: le leggi del moto rettilineo uniforme e uniformemente accelerato 15. La luce e i corpi 16. Il Sole energia rinnovabile: pannelli solari e celle fotovoltaiche 1. 2. 3. 4. Formazione docenti: conferenza e lezioni sperimentali con esperti Serate astronomiche Laboratori aperti a gruppi di studenti della scuola Uso del celostata 1. Lezioni sperimentali con esperti esterni sul moto e sulla relatività dei moti (la traiettoria in particolare relativa al sistema di riferimento) Conferenza-lezione sull'effetto fotovoltaico 2 Due serate di osservazione del cielo, dedicate sia agli studenti che ai docenti che ai genitori nel cortile della Scuola Baracca con gli astrofili dell'associazione Astrofili di Lugo 3. Cinque incontri pomeridiani per un gruppo di studenti delle classi terze in laboratorio per esperienze sul moto ed elaborazione dei dati col supporto del PC. 4. Su richiesta di altre scuole in orari da concordare si consente l'osservazione del Sole con il Celostata (con l'aiuto degli astrofili e di Cortesi Enzo) ► integrazione curriculum scolastico ► attività extracurriculare ► acquisizione nuove competenze • • Obiettivi / finalità • • • • • • potenziare la riflessione sul metodo scientifico che procede per modelli descrittivi della realtà, confrontati di volta in volta con l'esperienza e modificati man mano che la conoscenza e la strumentazione lo inducono. far crescere nello studente la consapevolezza che per descrivere il moto di un corpo è necessario individuare il sistema di riferimento e l'abilità nell'individuare il sistema di riferimento quando osserva l'immagine della traiettoria del Sole nel moto annuo rispetto alla stessa posizione geografica alla stessa ora e della terra nel moto annuo rispetto al sole far acquisire allo studente le conoscenze relative alle teorie cosmologiche attraverso la costruzione di modelli descrittivi ricomporre le conoscenze acquisite dopo aver svolto le unità di lavoro in una mappa riassuntiva o relazione finale, acquisendo capacità di sintesi e potenziando l'analisi interpretare i fenomeni osservati con l'aiuto della strumentazione e con simulazioni al computer; in particolare precisare l 'osservabilità e l'interpretazione di latitudine e longitudine, punti cardinali, sistemi di riferimento e movimenti della Terra, durata del dì e della notte, fasi della luna, eclissi, visibilità e moti osservati di pianeti e costellazioni intraprendere un lavoro sperimentale che possa essere condiviso e utilizzato dai ragazzi per comprendere il ruolo del sole nella vita di tutti i giorni e nell'uso dell'energia solare accrescere la consapevolezza dell'importanza del sole e delle problematiche connesse all'energia solare stimolare la consapevolezza del ruolo del sole nella nostra cultura. Modalità di svolgimento delle attività, difficoltà incontrate e collaborazioni: Le attività si sono svolte in classe nell'ora di Scienze e durante alcuni pomeriggi astronomici, nei quali i ragazzi hanno soprattutto costruito oggetti e assistito a proiezioni e filmati che proponevano modelli interpretativi e descrittivi delle teorie cosmologiche. Le difficoltà sono state solo dovute al tempo a disposizione, in quanto le molteplici attività a cui partecipava questa classe rendevano difficile la gestione di un calendario ad hoc per gli approfondimenti, mentre la notevole collaborazione dei colleghi e delle famiglie ha facilitato il lavoro. Si è puntato sulla realizzazione di modelli, di oggetti che fossero di semplice costruzione e di efficacia e si è lasciata interamente agli studenti la realizzazione del lavoro in power point. I gruppi hanno lavorato con impegno. Due gruppi, quello che ha presentato "L'ombra degli gnomoni" e "Quid est ergo tempus? " hanno elaborato il loro lavoro dopo aver prodotto un altro lavoro più vasto che descriveva tutta l'attività svolta. II gruppo che ha prodotto "Trafitti da un raggio di Sole" ha invece elaborato in modo autonomo le ricerche dopo aver costruito lo spettroscopio durante il lavoro curricolare. Le idee provengono da un progetto che preesisteva e che ho portato avanti, che si è avvalso della collaborazione di esperti. Noi facciamo riferimento nella bibliografia ad un CD che raccoglie tutta l'attività svolta che è stato elaborato da Enzo Cortesi nell'ambito del Progetto "II sole in una stanza." Giovanna Foschini 16 maggio 2009 LE ATTIVITÀ Marina Marconi e Mattia Mercanti - *Il termine gnomonoscopio è stato coniato da uno studente nel laboratorio di Astronomia. Ripetiamo l’esperienza facendo ruotare la torcia-Sole da Est a Ovest e tenendo ferma la Terra. Le osservazioni sono analoghe. Il nostro modello confrontato con le osservazioni non prova il moto di rotazione della Terra attorno al suo asse, semplicemente ci mostra che le osservazioni che abbiamo fatto nella realtà si possono spiegare bene ipotizzando che la Terra compia un moto di rotazione intorno all’asse. Spostiamo la Terra lungo l’orbita circolare in senso antiorario rispetto a noi osservatori. Con l’asse della Terra perpendicolare al tavolo l’illuminazione è costante e la “linea” che separa la luce dal buio, cioè il circolo d’illuminazione, passa per i Poli. Questo non spiegherebbe la lunga notte polare che dura sei mesi. parallelo denominato Tropico del Capricorno. Al solstizio d’estate la situazione è opposta. L’asse terrestre iclinato quindi determina la diversa illuminazione durante l’anno. Fabio De Donno, Sofia Mazzotti, Cesare Patuelli, Silvia Tellarini Con un paio di forbici robuste si taglia un pezzetto di CD, poi si prende una parte di cartoncino nero e si ricopre un’estremità del tubo, fissandolo attorno con un elastico o dello scotch. Al centro del cartoncino si fa un’apertura tonda avente il diametro di 1 cm (o quadrata di 1 cm di lato) poi con la colla si fissa il pezzo di CD sul cartoncino nero davanti al foro. La prima testimonianza della presenza di particolari fini in uno spettro è del chimico e mineralista inglese William Wollaston (1766-1828). Nel 1800, mentre osserva il Sole con un prisma munito di una fenditura sufficientemente stretta, Wollaston individua nello spettro continuo sette righe oscure che interpreta, in modo semplicistico, come dei “salti” o dei “buchi” indicanti la mancanza di un colore nello spettro. Centocinquant’anni dopo, nel 1914 fu un giovane ottico tedesco, J. Von Fraunhofer, a capire che le righe nere avevano una loro regolarità, e che in ogni porzione di colore proveniente dalla luce del Sole erano presenti sempre ben determinate righe scure, della medesima grandezza e nella medesima posizione. Fraunhofer, usando un prisma molto più avanzato e una stretta fessura, si accorse che lo spettro di Newton era interrotto, per tutta la sa lunghezza, da strane linee scure e un infinito numero di linee verticali di diverso spessore: alla fine riuscì a contarne più di cinquecento. Qual era l’origine delle linee scure osservate da Fraunhofer nel 1814? Avevano una qualsiasi relazione con le linee spettrali luminose prodotte dagli elementi esposti alla fiamma? Questi interrogativi si presentarono a molte menti dell’epoca, ma rimasero senza risposta fino al 1859, quando Gustav Kirchhoff, un giovane fisico tedesco, iniziò a collaborare con Robert Bunsen. Nel 1859, Kirchhoff eseguì un esperimento semplice e splendidamente pianificato, che dimostrò come gli spettri a linee luminose e quelli a linee scure - ovvero gli spettri di emissione e quelli di assorbimento - fossero la stessa cosa, gli opposti corrispondenti del medesimo fenomeno, ossia la capacità degli elementi di emettere luce di una lunghezza d’onda caratteristica quando venivano vaporizzati, oppure di assorbire luce esattamente della stessa lunghezza d’onda se venivano illuminati. La caratteristica riga del sodio, per esempio, poteva essere vista come una linea gialla brillante nel suo spettro di emissione, oppure una linea scura, situata nella stessa esatta posizione, nello spettro di assorbimento. Quindi per ottenere uno spettro occorreva una luce intensa, ma non doveva necessariamente trattarsi di luce solare. Poteva essere quella di una candela, oppure una «luce di calce», o le fiamme colorate dei metalli alcalini o alcalinoterrosi. Nel periodo compreso fra il 1830 e il 1850 furono esaminate anche queste, e si osservò un tipo di spettro completamente diverso. Mentre la luce del Sole produceva una banda luminosa comprendente tutti i colori dello spettro (grazie ai gas al suo interno), la luce del sodio vaporizzato generava un’unica riga molto stretta e gialla, estremamente luminosa, su uno sfondo nero. Qualcosa di simile accadeva con gli spettri di fiamma del litio e dello stronzio, anche se questi avevano una moltitudine di righe luminose. Bibliografia Abele Bejko, Francesco Celoro, Ilaria Filippi, Matteo Taroni, Nicolas Taroni VI PARLEREMO... DEL TEMPO MISURATO CON L’OROLOGIO SOLARE EQUATORIALE DELLA NOSTRA SCUOLA E DEL SOLE... Come si vede il basamento è sul piano orizzontale tangente al globo terrestre: si noti che lo gnomone e l’asse terrestre puntano nella stessa direzione Come si vede dalla figura di destra il bastoncino che prende il nome di gnomone inclinato forma con il basamento un angolo b’ congruente alla latitudine del luogo. Nota: Infatti b e b’ sono complementari degli angoli congruenti a e a’ corrispondenti di rette parallele tagliate dalla trasversale t. Lo stilo del nostro orologio è dunque parallelo all’asse della Terra, così l’ombra che esso proietta surante l’anno ha la stessa direzione dell’ombra che proietterebbe l’asse terrestre. Ma come avrete notato lo gnomone del nostro orologio è perpendicolare al piano su cui giace l’arco dell’orologio sul quale sono riportate le ore solari. Infatti tale arco è proprio come l’ombrellino del nostro modello. Rappresenta cioè un arco di circonferenza posta su un piano parallela all’equatore. Si vede, anche nel modellino, che il cerchio bianco è suddiviso in parti uguali, esattamente 24. Ognuna di esse rappresenta 1 ora. La Terra infatti nel suo moto di rotazione intorno all’asse compie 360° in 24 ore, secondo il giorno solare. Osservate questa immagine. Il meridiano di Catania è disegnato in nero grassetto, quello di Lugo in grigio chiaro. Il meridiano di Catania assegna l’ora civile al fuso orario; in alto sono riportate le differenze orarie dovute alla longitudine. Lugo arriva 10 minuti dopo “davanti” al Sole rispetto a Catania. 07 aprile 2009 Fattore di correzione (da tempo civile a tempo solare): +24min 25s. 12h 00min solare - 14min 28s = ora civile Naturalmente occorre sottrarre l’ora di correzione dovuta al fatto di essere in regime di ora legale (in questo caso sommare).