Elaborato finale

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Elaborato finale
Le opere
Sala 3 _LA PIEVE DI SANTO STEFANO
San Giovanni Battista (1375-1385 ca.) Marmo, cm.67x29x18
San Giovanni Battista è raffigurato in piedi, leggermente ruotato a sinistra, con la gamba sinistra estesa e
la destra leggermente flessa. La statua poggia su una base quadrangolare.
Il Battista regge nella mano
sinistra un medaglione al
cui interno è presentato
allegoricamente Gesù Cristo
sotto forma di agnello con
aureola e bandiera crociata;
con
l'indice della mano
destra il santo mette in luce
la
rappresentazione
del
medaglione. In tal modo, lo
scultore ha voluto tradurre
visivamente
la
frase
pronunciata
dal
Battista
nell'incontro
con
Gesù
presso il fiume Giordano
riportata nel vangelo di
Giovanni: “Ecco l'agnello di
Dio che toglie i peccati del
mondo”( cit.Gv 1,29).
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Il Battista raffigurato con il
medaglione è assai raro
nella Lombardia del XIV
secolo, dove è solitamente
rappresentato
con
un
cartiglio o una croce astile
(1).
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Particolare è la resa del
labbro inferiore che per
sembrare
maggiormente
realistico è dipinto di rosa.
Il santo indossa la veste di
crine di cammello di cui
tratta
l'evangelista Marco:
“Giovanni era vestito di peli di
cammello, con una cintura di
pelle attorno ai fianchi, si
cibava di locuste e miele
selvatico” (cit. Mc 1,6). La
veste di crine è descritta in
maniera
scrupolosa
evidenziando
le
singole
ciocche.
Il manto, appoggiato sulla
spalla
sinistra,
scende
sinuoso con un vistoso
panneggio che evidenzia la
gamba destra piegata.
La
scultura,
finemente
lavorata su tutti i lati, era
collocata fino a pochi anni fa
alla sommità
del fonte
battesimale settecentesco
(2) della chiesa di santo 12
Stefano.
In
origine
probabilmente ornava un fonte battesimale più
antico, forse quello ritrovato nel Santuario della
Beata Vergine durante i restauri del 1985 (3).
La statua venne spostata in santo Stefano nel 1634,
per ordine del cardinale Federico Borromeo,
durante alcuni interventi di restauro nel Santuario.
Approfondimento stilistico
Il nostro San Giovanni presenta numerose
somiglianze con un altro esemplare, purtroppo
mutilo di diverse parti, inserito nel gruppo
scultoreo di
Porta nuova a
Milano
databile al
1350 e
attribuibile al
Maestro della
Lunetta di
Viboldone.
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15
Identica è la rotazione del
corpo, la disposizione
delle gambe e l'idea di
reggere il tondo con la
mano sinistra. Simile
anche l'andamento del
manto, che si snoda
lungo il corpo lasciando
intravedere la tunica di
crine di cammello.
Le similitudini stilistiche maggiori si
riscontrano in alcune opere di Bonino da
Campione e degli artisti della sua cerchia.
Esemplari le somiglianze con alcune figure
scolpite sull'Arca di Bernabò Visconti , il
monumento funebre commissionato a
15a
Bonino e realizzato intorno al 1335: I
Dottori della Chiesa posti alla sommità dei
pilastri e L'Incoronazione della Vergine (5b)
scolpita su un lato breve della cassa. Qui, alcuni
caratteri del volto di Cristo (5c), tipicamente boniniani, sono
riscontrabili anche nel volto del
15c
nostro Battista: la chioma che
scende dolce e sinuosa ai lati del
viso, l'attenzione minuziosa alle
pieghe agli angoli del naso, la
15b
conformazione del setto nasale e
dell'arcata sopracciliare.
Bonino da Campione
(1357-1393 circa)
Bonino fu definito il massimo
esponente di quella folta schiera
di scultori e architetti, nati a
Campione d'Italia, perciò definiti
Campionesi, che tra il XII e il XV
secolo ebbero in tutta Italia, ma
in special modo in Lombardia, il
monopolio delle imprese
scultoree. Egli insieme al
maestro di Viboldone e a Matteo
da Campione portò nella
tradizionale arte campionese gli
influssi gotico-toscani appresi da
Giovanni di Balduccio da Pisa
attivo a Milano tra il 1335 e il
1349
Novità Stilistiche
Caratteristiche
totalmente
nuove del nostro autore si
riscontrano
nel
taglio
allungato degli occhi, con la
linea inferiore orizzontale, e
dalla nitidezza senza rughe
con cui vengono rese la
fronte e le guance, dando
quasi un'impressione di
rigidità.
Grazie alle considerazioni fin qui fatte si può attribuire il nostro
San Giovanni Battista a un collaboratore di Bonino da
Campione datando l'esecuzione dell'opera tra il 1375 e il 1385.