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Quaderni acp 2009; 16(3): 137 ragazzi La vergogna dell’analfabeta in The Reader - A voce alta Italo Spada Comitato cinematografico dei ragazzi, Roma Il film recensito in questo articolo ha un posto particolare nel cuore dei redattori di questa rivista, perché tratta dell’analfabetismo e di come possa rappresentare per un individuo la partecipazione consapevole e coerente agli atti della propria vita, e di come, se tali atti costituiscono un’onta sociale e civile, non si possa, per vergogna, farsene scudo per un riscatto sociale. E di come il riscatto dell’individuo possa invece avvenire grazie al contatto con i libri e alla lettura ad alta voce. Il progetto “Nati per Leggere”, che questa rivista propugna in tutti i modi in cui una rivista può farlo, è una potente arma di promozione sociale, ma anche e soprattutto un grande dono d’amore reciproco tra chi legge e chi ascolta. (MFS) Aver fatto parte dei kapò nei campi di sterminio e aver mandato ai forni crematori centinaia di vittime innocenti è più grave o meno grave di non saper leggere e scrivere? Evidentemente, la scala dei valori non è uguale per tutti se, nel film The Reader di Stephen Daldry, la protagonista Hanna, pur di non confessare pubblicamente il suo analfabetismo, sceglie di passare il resto della sua vita in carcere. Germania, primi anni Cinquanta. Il sedicenne liceale Michael Berg accusa un malore e si rifugia nell’androne di un condominio. Lo soccorre Hanna, una donna sulla trentina che lavora come bigliettaia di tram. È un incontro fatale. Quando Michael si riprende dalla scarlattina, cerca la sua soccorritrice per ringraziarla e, nonostante la differenza di età, ne resta affascinato. Inizia tra i due un rapporto di amore e sesso, in bilico tra il complesso di Edipo e la pedofilia. C’è dell’altro: Hanna ama farsi leggere a voce alta dal giovane amante interi libri, dall’Odissea di Omero a La signora col cagnolino di Cechov e a Le avventure di Huckleberry Finn di Twain. Ed è così che il loro rapporto diventa un insolito intrecciarsi di corpi e di capolavori letterari. Un giorno, però, l’idillio finisce bruscamente e Hanna scompare senza lasciare un solo bigliettino di spiegazione. Passano gli anni. Ritroviamo Michael Per corrispondenza: Italo Spada e-mail: [email protected] alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Berlino. Sta frequentando un seminario che prevede la partecipazione degli alunni in qualità di uditori a un processo contro alcune donne ex kapò ad Auschwitz, imputate della scelta dei detenuti più deboli e anziani da eliminare nei forni crematori. Tra esse, c’è anche Hanna, additata dalle altre come principale responsabile di quanto avveniva nel campo e autrice di ordini scritti. L’accusa non risponde al vero e per dimostrarne l’infondatezza basterebbe che Hanna confessasse il segreto che si porta dentro da sempre e che Michael, riandando indietro negli anni, riesce solo ora a scoprire: il suo analfabetismo. Ma la donna tace per vergogna e Michael trova giusto rispettarne la scelta. Tra i due sembra tutto finito, ma dopo diversi anni Michael riallaccia i rapporti spedendole in carcere un registratore e delle cassette sulle quali ha inciso a voce alta interi libri. È così che Hanna impara a leggere e a scrivere. Troppo tardi per acquistare la forza di ritornare nella società e per accettare che il suo amantebenefattore, ormai adulto, si prenda cura di lei. Tratto dal romanzo A voce alta di Bernhard Schlink, The Reader è qualcosa di più di una storia d’amore, o di un ennesimo film sull’Olocausto e sui turbamenti di un popolo dopo la fine della Seconda guerra mondiale. È una riflessione sull’importanza della lettura e, in tal senso, si riallaccia a The Hours che lo stesso regista diresse nel 2002. Anche in quel film, infatti, Stephen Daldry propose storie di persone che avevano in comune la passione per i libri. In questo The Reader, tuttavia, c’è una novità: a rimanere affascinata dalla lettura è una non-lettrice, una donna (una splendida Kate Winslet, premiata come migliore attrice agli Oscar 2009) che non sa leggere e che ritiene questa sua defaillance una colpa talmente grave da doverla tenere ostinatamente segreta. La scoperta del suo analfabetismo proietta – in Michael e nello spettatore – una luce diversa sull’intera vicenda. Hanna, che nella prima parte del film era apparsa come una virago assatanata di sesso, diventa, nella seconda parte, un’incolta che ha fame di sapere. Per un’analfabeta è angosciante vivere in una società fatta di menù, lettere, avvisi, segnali stradali. Si rischia, come la protagonista del bel romanzo di Ruth Rendell La morte non sa leggere (anch’esso portato sul grande schermo due volte, da Ousama Rawi nel 1986 e da Claude Chabrol nel 1995 con il titolo Il buio nella mente) di diventare assassini. L’analfabeta kapò ha ucciso perché l’ignoranza l’ha resa insensibile e inconsapevole; la detenuta istruita, sperimentando su di sé ciò che scrisse Kafka, e cioè che il libro diventa un’ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi, prende coscienza degli errori commessi e non riesce più a sopravvivere. “Cosa hai imparato da tutto questo?”, le viene chiesto un giorno in carcere. E lei: “Ho imparato a leggere”. Non è una risposta superficiale per chi riflette sulle conseguenze della lettura. Leggere, infatti, significa amare e vivere. La vicenda, che incastra i tempi dell’ieri e dell’oggi, si conclude con una promessa che Michael padre fa alla figlia ormai grande, dopo averla portata al cimitero dove riposa Hanna: Un giorno – le dice – ti racconterò. Probabilmente, dando ragione a Daniel Pennac, le racconterà che il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. u The Reader - A voce alta (Der Vorleser) Regia: Stephen Daldry Con: Kate Winslet, Ralph Fiennes, David Kross, Lena Olin, Bruno Ganz. USA, Germania, 2008 Durata: 123’ 137
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