Marmo botticino - Ferrovie Dismesse

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Marmo botticino - Ferrovie Dismesse
Marmo botticino
Marmo Botticino è la denominazione commerciale di
una qualità di calcare micritico compatto (puro) di colore beige, estratto nelle cave di Botticino, Nuvolento,
Nuvolera, Rezzato, Serle e in passato anche Mazzano, in
provincia di Brescia.
ne locali come “materiale ad uso artistico”, negli edifici
pubblici della città, insieme a marmi d'importazione.
All'inizio del XX secolo, a Botticino si estraeva il blocco
e a Rezzato si trasformava il marmo; le prime società di
estrazione volte a organizzare il lavoro, formare i giovani
e favorire la specializzazione, furono le cooperative.
Da qualche anno esiste un marchio registrato che identifica il materiale proveniente dalla zona classica, il comune
di Botticino, promosso dal “Consorzio produttori marmo
Il giacimento di pietra calcarea a est di Brescia, da cui Botticino Classico” di cui fanno parte tutti i coltivatori
si estrae il marmo Botticino Classico, si formò tra 190 della zona classica ed il Comune di Botticino.
e 60 milioni di anni fa dal lento e continuo processo di
Ad oggi il bacino di Brescia è il secondo bacino per imsedimentazione, cementazione e ricristallizzazione di fanportanza nell'escavazione di pietre ornamentali d'Italia,
ghi calcarei in un “mare lagunare” di età mesozoica. Il clidopo quello di Carrara. Le cave di marmo Botticino soma di tipo tropicale ospitava organismi che, fossilizzati,
no ad oggi circa un centinaio, tra di esse si distinguono la
costituiscono ora una delle peculiarità del marmo.
cava Paine e la cava Bolla.
La varietà cromatica del Botticino Classico è infatti originata dalla diversa concentrazione e andamento di inclusioni di origine organica e inorganica nella pasta omogenea di fondo composta da fango fine, carbonatico e
prevalentemente calcareo, che prende il nome di micrite.
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Origine geologica
4 Il Museo del marmo
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Dati tecnici
Il Museo del marmo di Botticino è una realtà sorta nel
1996, appoggiata dal comune e dalle cooperative di cavatori di marmo; la raccolta è nata grazie all'impegno dei
volontari del gruppo “La Pietra di Botticino” e del signor
Forti, anziano cavatore che, insieme al figlio, ha raccolto
un grande numero di attrezzi, foto e documenti relativi al
mondo delle cave del marmo di Botticino.[9]
L'estrema compattezza, con bassi valori di assorbimento
e porosità, rende il Marmo Botticino idoneo all'impiego
all'esterno e ne determina caratteristiche meccaniche
quali la resistenza alla compressione, alla flessione e
all'usura. Per l'indiscutibile bellezza e le grandi doti di
resistenza, è dunque considerato un marmo pregiato.
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Cenni storici
5 Utilizzi
Il bacino estrattivo del Botticino Classico viene sfruttato
da oltre duemila anni. In epoca romana l'abbondanza di
pietra e marmo nelle zona di Botticino, permise lo sviluppo di una cospicua tradizione epigrafica mentre le attività
di estrazione e lavorazione del marmo portarono un avanzamento del livello tecnologico delle officine, consentendo di giungere a una prima organizzazione del lavoro di
tipo “industriale”. Le cave furono aperte nel dorso orientale del promontorio della Trinità, vicino al quale, venivano depositati i blocchi di marmo estratti. Il marmo veniva
poi tagliato e trasportato alle botteghe o nei cantieri. Probabilmente intorno alle cave sorsero villaggi per gli operai e le loro famiglie. Il botticino fu utilizzato dalle offici-
Questo marmo venne utilizzato dai romani per costruzioni nell'antica Brixia (foro romano). Il più antico pezzo
bresciano in botticino è un capitello del I secolo a.C.; fu
in età imperiale che si diffuse l'utilizzo del marmo bianco, nei progetti di ristrutturazione ed edificazione, confermando la perizia della produzione locale e l'esistenza
di un mercato di esportazione del prodotto grezzo e finito.
In tempi più recenti il marmo di Botticino è stato usato
per la costruzione dell'Altare della Patria a Roma, della
Casa Bianca a Washington, della Statua della Libertà e
della stazione centrale di New York.[10] .
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Galleria
• Altare della Patria (Vittoriano), G. Sacconi, 18881911, Roma
• Chiesa del Santo Corpo di Cristo (Brescia), facciata
con zoccolatura in marmo di Botticino
• Chiesa di San Giuseppe (Brescia), cripta, paliotto
rococò in marmo di Botticino
• Chiesa di Santa Maria delle Grazie(Brescia), portale
in marmo di Botticino e marmo rosso di Verona
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Note
[1] Prove sperimentali eseguite presso il Laboratorio di Petrografia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra
dell'Università degli Studi di Parma
[2] UNI EN 14157, ottobre 2004, Resistenza all'abrasione:
20,0 mm
[3] UNI EN 1936, gennaio 2001
[4] UNI EN 13755, dicembre 2002
[5] UNI EN 1926, dicembre 2000, dopo cicli d'alternanza
gelo-disgelo
[6] UNI EN 1926, dicembre 2000
[7] UNI EN 12372, aprile 2001, dopo cicli d'alternanza gelodisgelo
[8] UNI EN 12372, aprile 2001
[9] Museo del Marmo Botticino Classico Sito internet
[10] Comune di Botticino
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Collegamenti esterni
• Museo del marmo di Botticino
• Il Botticino nella Storia
COLLEGAMENTI ESTERNI
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Fonti per testo e immagini; autori; licenze
9.1
Testo
• Marmo botticino Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Marmo%20botticino?oldid=67115250 Contributori: Moliva, Pil56, OrbiliusMagister, Rago, Triquetra, Bramfab, CommonsDelinker, Llodi, Castagna, Nafutesfera, Phantomas, Pracchia-78, No2, Lysippos, FrescoBot,
MapiVanPelt, Daniele Pugliesi, AushulzBot, Ciaurlec, Kodaly, Shivanarayana, DonauDanube, MatteoFil, Addbot e Anonimo: 16
9.2
Immagini
• File:Brescia_San_Cristo_rosone_By_Stefano_Bolognini.JPG Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/97/Brescia_
San_Cristo_rosone_By_Stefano_Bolognini.JPG Licenza: Attribution Contributori: Opera propria Artista originale: Bolo77
• File:Crystal_kcontrol.png Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/15/Crystal_kcontrol.png Licenza: LGPL Contributori: ? Artista originale: Everaldo Coelho
• File:Jordens_inre.svg Fonte: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/53/Jordens_inre.svg Licenza: CC-BY-SA-3.0 Contributori: File:Jordens inre.jpg Artista originale: Original Mats Halldin Vectorization: Chabacano
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Licenza dell'opera
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