and the award goes to

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and the award goes to
info e contatti
Telefono: 366.1738906
(tutti i giorni dalle 15.00 alle 20.00)
E-mail: [email protected]
Ingresso: 5 euro
L'apertura dell'arena e delle biglietterie avverrà alle 20.30.
Gli spettacoli avranno inizio alle 21.30 circa.
In caso di pioggia si invitano gli spettatori a conservare il biglietto per
l’eventuale recupero della proiezione.
Cinema in Fortezza" presenta al pubblico savonese le più importanti
uscite cinematografiche della stagione: 16 film in 3 contenitori tematici
offerti nel suggestivo contesto della Fortezza del Priamar, una
straordinaria occasione per passare insieme splendide serate in
compagnia del cinema di qualità.
Il primo contenitore è dedicato ai grandi Festival internazionali: "And the
award goes to...", nove produzioni di forte impatto visivo ed emotivo.
Si prosegue con "Ça va sans dire", tre serate dedicate alla leggerezza e al
divertimento della commedia francofona.
Terzo e ultimo contenitore “Italiani ai Festival”, una selezione delle
pellicole italiane che hanno partecipato ai concorsi cinematografici più
prestigiosi della stagione.
Giovedì 4 agosto
REVENANT - REDIVIVO
Nel 1823, il cacciatore di pelli Hugh Glass si unisce alla Rocky Mountain
Fur Co. per avventurarsi in una spedizione nelle vergini terre americane.
Dopo essere stato brutalmente aggredito da un grizzly, l'uomo viene
preso in custodia da due volontari della compagnia: il rude mercenario
John Fitzgerald e il giovane Jim Bridger. Ma Fitzgerald tradisce Glass,
abbandonandolo al suo destino dopo averlo derubato delle armi e degli
oggetti di sua proprietà. Isolato, privo di difese e furioso, Glass giura di
sopravvivere per vendicarsi...
Alejandro González Iñárritu, reduce dal successo di "Birdman", mette in
scena un film quasi essenziale rispetto all'arabesco formale e narrativo
che è spesso il suo cinema, con l'intenzione di affondare il coltello
nell'essenza della natura dell'uomo. L'universo di "Revenant - Redivivo"
è manicheo: c'è la neve che gela e c'è il fuoco che scalda; c'è il rispetto
della parola data e c'è il tradimento. E’ un film viscerale dove il
protagonista (un Leonardo DiCaprio finalmente da Oscar, senza
dimenticare, nella parte speculare, l'ottimo Tom Hardy) si muove tra
lande deserte e innevate di un magnifico set, allestito prima in Canada
e poi in Argentina, regalando momenti in cui ammirare ogni singolo
dettaglio, grazie alla splendida fotografia di Emmanuel Lubezki. Con
l'impiego pressoché esclusivo di luce naturale, utilizzando campi
lunghissimi di maestosa vastità e notturni dalle vibrazioni luministiche
cangianti, il film conquista pienamente la propria autonomia
cinematografica, benché i suoi riferimenti più stringenti siano facilmente
intuibili (Malick, Tarkovskij, Herzog, Arrabal). "Revenant - Redivivo",
dunque, è un’opera solidamente provvista di una sua estetica di rara
essenzialità, con cui Iñárritu si conferma cineasta degno dei grandi.
di Alejandro González Iñárritu
con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy,
Domhnall Gleeson
Usa 2015, 156'
Premio Oscar 2016 per la miglior regia, attore
protagonista (Leonardo DiCaprio), fotografia.
and the award goes to...
Venerdì 5 agosto
DIO ESISTE E VIVE A
BRUXELLES
di Jaco Van Dormael
con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde,
Yolande Moreau, Catherine Deneuve
Lussemburgo/Francia/Belgio 2015, 113'
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di
Cannes 2015.
Dio esiste davvero, nella forma di una persona come tante, e vive a
Bruxelles con una moglie timorosa e una figlia ribelle. Privato della sua
aura divina, è codardo e odioso con la sua famiglia. Un giorno sua figlia
Ea decide di vendicarsi, manomette il computer con cui il padre governa
il mondo e rivela agli uomini via sms la data del loro decesso,
provocando il caos più totale...
Dissacrante, onirico e con molti momenti di comicità irresistibile, "Dio
esiste e vive a Bruxelles" parte da un dio cattivissimo, tappato nel suo
appartamento come un tipo qualunque, per raccontare una storia
contemporanea, genuina e toccante. Il padreterno non assiste impotente
a tragedie, guerre e calamità varie, ma le provoca per potersi divertire.
Sua figlia non conosce il senso e il significato di tante cose, ma è capace
di vedere nel cuore delle persone ed effettuare una ribellione spirituale
sincera. Il film, nella sua apparente spensieratezza, ironizza
intelligentemente sulla religione, e lo fa senza retorica, senza timore di
offendere qualcuno, descrivendo un universo parallelo nel quale le
regole vengono rovesciate. Il regista belga Jaco Van Dormael ("Totò le
héros") è pieno di trovate e non c'è sequenza nella quale, insieme al suo
sceneggiatore, non si inventi qualcosa di stupefacente, sia visivamente
che narrativamente. Nel cast Catherine Deneuve, splendida e
autoironica, la piccola Pili Groyne, che dona uno sguardo incantato al
racconto, e la divina coppia Benoit Poelvoorde-Yolande Moreau. "Dio
esiste e vive a Bruxelles" è un viaggio esistenziale, una fiaba che parla
del nostro tempo, dei nostri desideri e dei nostri limiti.
ça va sans dire...
Domenica 7 agosto
LA PAZZA GIOIA
Beatrice Morandini Valdirana è una chiacchierona istrionica, sedicente
contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra. Donatella Morelli
è una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un
doloroso segreto. Sono tutte e due ospiti di una comunità terapeutica per
donne con disturbi mentali, entrambe classificate come socialmente
pericolose. La loro imprevedibile amicizia porterà a una fuga
strampalata e toccante, alla ricerca di un po' di felicità in quel
manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani...
Paolo Virzì torna nell'amata Toscana che gli consente di fondere, come
solo lui sa fare, ironia, buonumore e dramma, con una sensibilità che si
fa, film dopo film, sempre più acuta e partecipe delle sorti dei personaggi
che porta sullo schermo. Con "La pazza gioia", al suo personale capitale
di autore si è aggiunta una capacità di sguardo sul mondo femminile che
nel cinema italiano non è per nulla usuale. Sarà perché Virzì sa scegliere
le sue interpreti. Sarà perché nel film si percepisce l'autenticità grazie a
una lunga ricerca sul campo del disagio sociale e psichico. Sarà perché
anche l'ultima comparsa si è sentita parte di un progetto condiviso. Il
lato più evidente è la straordinaria alchimia tra le protagoniste Valeria
Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, l’abilità di entrambe a recitare
senza rete, dandosi completamente ai personaggi: Beatrice e Donatella
balzano in rilievo come creature reali, fragili, complesse, misteriose e
schiette. La loro è un'amicizia imprevedibile, una fuga che all'inizio
sembra poco più di una bravata. Due donne vicine ma molto diverse,
separate, condannate, giudicate dal mondo. Riuscire a raccontare la loro
condizione in un road movie in cui si ride, si sorride e ci si commuove non
era impresa facile. A Paolo Virzì è riuscita da maestro.
di Paolo Virzì
con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela
Ramazzotti
Italia 2016, 118'
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di
Cannes 2016.
italiani ai festival
Martedì 9 agosto
STAR WARS: EPISODIO VII
IL RISVEGLIO DELLA FORZA
di J.J. Abrams
con Daisy Ridley, Harrison Ford, Mark
Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver,
John Boyega, Oscar Isaac
Usa 2015, 136'
Luke Skywalker è scomparso. La leggenda narra che si sia ritirato in una
galassia nascosta. La mappa in cui è indicato quel luogo interessa a molti:
alla Resistenza della Principessa Leia Organa e al Primo Ordine, nato dalle
ceneri dell'ex Impero di Darth Vader e condotto da Kylo Ren, un cavaliere
jedi alla ricerca di conferme nel lato oscuro della forza. Nel frattempo Rey,
una giovane mercante di rottami, e Finn, disertore del Primo Ordine,
diventano accidentalmente custodi del droide che possiede la mappa...
Dopo 32 lunghi anni la saga di Star Wars ha un seguito. Transitata dalle
mani di George Lucas a quelle della Disney, la serie viene affidata a J.J.
Abrams, creatore di "Lost", già dimostratosi capace di rivitalizzare Star
Trek. Realizzato con i fan e le loro esigenze in mente, cercando di
allontanarsi il più possibile dalla deriva presa nella trilogia prequel, "Il
risveglio della forza" parte con straordinario impatto: passo svelto e sorriso
smagliante, spettacolo puro, una macchina gigantesca che si muove con
grazia invidiabile, coniugando il cervello degli sceneggiatori al cuore del
regista che ama far divertire. Poi necessariamente il film cambia passo e
introduce una storia più ampia, mantenendo la propria coerenza e una
valanga di dettagli della trilogia originale. "Il risveglio della forza" è il
trionfo di un cinema contemporaneo nella sostanza anziché nel solo
sviluppo tecnologico. Abrams, considerato un regista da blockbuster, è in
realtà autore con una concezione della settima arte precisa e utilizza una
narrazione per immagini che coniuga l'azione a tutto quel che di
“invisibile”, ma fondamentale, il montaggio sa fare. Insomma il cinema
d’avventura migliore. E se la vostra più grande preoccupazione dovesse
essere trovarvi di fronte a un’altra sciacquatura di piatti digitale, "Episodio
VII" vi commuoverà ponendosi come una sbirciata su un mondo che ancora
non conosciamo ma di cui ci è dato intercettare il funzionamento.
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Giovedì 11 agosto
THE DANISH GIRL
Copenaghen, 1926. Einar Wegener, sposato con Gerda Wegener, è un
apprezzato pittore paesaggista. Anche Gerda è un’artista, meno nota
ma comunque valida ritrattista di eminenti cittadini. Il loro è un
matrimonio sincero, ma tutto comincia a cambiare il giorno in cui, per
completare un ritratto, Gerda chiede a suo marito di posare con un abito
femminile. Einar si rende conto che in quegli abiti emerge in lui una
nuova consapevolezza, l’espressione del suo vero sé...
Tratto dal romanzo omonimo di David Ebershoff, "The danish girl",
ultimo lavoro di Tom Hooper (Oscar per "Il discorso del re"), è una storia
d’amore complicata da un inusuale e lungo cambiamento. La regia
impeccabile di Hooper, attento come sempre alla forma, e la fotografia
di Danny Cohen, che rivaleggia con l'arte pittorica del paesaggio,
garantiscono il modo più elegante per raccontare un argomento ancora
oggi tabù per molti. La storia è potente e la sceneggiatura si abbandona
ad essa contrapponendo la scoperta di sé al grande amore. Hooper
gestisce il racconto con la consueta minuziosità, cerca il bello in ogni
inquadratura, l’armonia nella composizione delle immagini e si avvale
di collaboratori eccellenti nella ricostruzione storica. L’andamento è
pacato, alla provocazione preferisce la comprensione, rendendo “The
danish girl” non solo e non tanto un film sulla transessualità, quanto
una storia sentimentale di grande forza emotiva. Ovviamente il castello
di carte cadrebbe senza un protagonista in grado di portare sulle spalle
il peso del ruolo, ed Eddie Redmayne riesce nell’impresa donando
verosimiglianza all’ambivalenza del suo personaggio. Ad affiancarlo
una sempre più brava Alicia Vikander, migliore attrice non protagonista
agli Oscar 2016, e la colonna sonora di Alexandre Desplat, capace di
accompagnare le immagini con incisività e potere evocativo.
di Tom Hooper
con Eddie Redmayne, Alicia Vikander
Gran Bretagna/Usa 2015, 120'
Premio Oscar 2016 per la migliore attrice non
protagonista (Alicia Vikander).
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Venerdì 12 agosto
JOY
di David O. Russell
con Jennifer Lawrence, Robert De Niro,
Bradley Cooper
Usa 2015, 124'
Golden Globe 2016 per la migliore attrice
(Jennifer Lawrence).
Nel 1989 Joy, trentatreenne newyorkese di origini italoamericane, con un
matrimonio fallito alle spalle e la necessità di provvedere a una vera e
propria famiglia allargata, prende le redini della sua vita, investendo
tutti i risparmi in un'idea vincente e portandola avanti con le unghie e
con i denti. Ma la strada è tutta in salita, costellata di tradimenti,
delusioni e umiliazioni, un po' come nelle soap opera che la madre,
malata immaginaria, guarda giorno e notte, confondendo il sonno di Joy
e annullando il confine tra fantasia e realtà...
Joy è una fiaba moderna che racconta di una ragazza qualunque della
provincia americana. La pellicola, infatti, ispirata alla vita di Joy
Mangano (l'inventrice del Miracle Pop, il magico mocio per pulire i
pavimenti), propone la storia di una giovane donna che, ritrovatasi a
vivere una realtà che mai avrebbe desiderato, rompe la sua opprimente
routine per inseguire i propri sogni e provare a cambiare radicalmente la
propria condizione. Affrontando mille difficoltà, in campo commerciale,
economico e familiare, scoprirà di avere qualità che nemmeno credeva di
possedere e una grinta tale da permettergli di fronteggiare anche il
peggiore dei nemici. Due ore di spettacolo che trasportano il verbo “yes
we can” dall'ambito politico a quello lavorativo e della realizzazione
personale. Il concetto del “self-made man” declinato al femminile e
addolcito da un processo narrativo che unisce fiaba, melodramma e
working class movie. Il nono film di David O. Russell, qui per la terza
volta in compagnia di Jennifer Lawrence, Robert De Niro e Bradley
Cooper, trasmette fiducia e sicurezza, entusiasmo e passione,
dimostrando come il mettere in campo una squadra ben affiatata e
rodata può portare a ottimi risultati.
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Domenica 14 agosto
PERFETTI SCONOSCIUTI
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Un
tempo quella segreta era ben protetta nell'archivio della nostra
memoria, oggi nelle nostre sim. Quante coppie si sfascerebbero se uno
dei due guardasse nel cellulare dell'altro? È questa la premessa
narrativa dietro la storia di un gruppo di amici di lunga data che si
incontrano per una cena destinata a trasformarsi in un gioco al
massacro. La parola gioco è forse la più importante di tutte, perché è
proprio l'utilizzo "ludico" degli smartphone a svelarne la natura più
pericolosa: la superficialità con cui si affidano i propri segreti a un
oggetto, pensando di non andare incontro a conseguenze, o flirtando
con le conseguenze per rendere tutto più eccitante. Paolo Genovese
affronta di petto il modo in cui l'allargarsi dei cerchi nell'acqua di
questi "giochi" finisca per rivelare la fragilità di tutti. La sceneggiatura
lavora bene sugli snodi narrativi che rimangono credibili, instilla verità
nei dialoghi e descrive tipi umani riconoscibili. Il cast fa onore al testo
e ognuno aggiunge al proprio ruolo una parte di sé. Il tono è comico al
punto giusto, con sfumature sarcastiche e iniezioni di dolore. "Perfetti
sconosciuti" è una commedia all'italiana nell'accezione migliore e più
classica del termine, non citata a sproposito solo perché battente
bandiera tricolore. Un film sull'amicizia e sull'ipocrisia della nostra
società, dove il politicamente corretto viene accantonato senza
proclami, lasciando spazio a un parlare sfacciato e leggero, volgare e
pudico, carico di livore, dolore e affetto. Tutti attorno a un tavolo con
spirito scoliano, con continui riferimenti a un presente in cui il lavoro è
precario, i legami instabili e i sogni impossibili.
di Paolo Genovese
con Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco
Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea,
Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak
Italia 2016, 97'
David di Donatello 2016 come miglior film e
sceneggiatura.
italiani ai festival
Martedì 16 agosto
MAD MAX: FURY ROAD
di George Miller
con Tom Hardy, Charlize Theron
Usa/Australia 2015, 120'
Oscar 2016 per il miglior montaggio,
montaggio e missaggio sonoro, scenografia,
costumi, trucco e acconciature.
In un futuro post-apocalittico, ai confini del pianeta, l'umanità lotta
disperatamente per la sopravvivenza. In questo mondo vive Mad Max, un
uomo ossessionato dal suo passato turbolento e convinto che il modo
migliore per andare avanti sia muoversi da solo. Max, però, si ritrova
coinvolto con un gruppo in fuga attraverso la Terra Desolata su un blindato
da combattimento, guidato dall'imperatrice Furiosa. Il gruppo è sfuggito
alla tirannide di Immortan Joe. Furibondo, l'uomo ha sguinzagliato tutti i
suoi uomini sulle tracce dei ribelli. Ha così inizio la Guerra di Strada...
Prendete un futuro distopico post apocalittico in cui benzina e acqua sono
le risorse più rare e preziose. Immaginate che in mezzo a questo inferno
chiamato “realtà” si muovano un antieroe solitario, sei donne in fuga e un
folle tiranno padrone di tutto. Metteteli alla guida di automezzi più che
elaborati e lanciateli a folle velocità nel deserto più arido e sconfinato che
potete immaginare. Ecco, questo è “Mad Max: fury road”, la chiave di volta
del film d'azione in quanto tale. La trama, scarna ed essenziale, è il
pretesto per mettere in scena uno degli inseguimenti più mozzafiato della
storia del cinema. Il regista, George Miller, lo stesso della trilogia (la quale
lanciò la carriera di Mel Gibson), si muove esattamente sul confine fra
capolavoro e film pacchiano. Tutto quello che viene proposto, pur
mantenendo una incredibile essenzialità, viene portato al limite e, non
travalicando mai la linea di demarcazione che suddivide qualità da
banalità, trova il suo posto naturale. Quello che era l'universo raccontato
trent'anni fa, viene rielaborato secondo quello che è il mondo di oggi. Ma
“Mad Max: fury road” è anche di più, rappresenta il riuscito tentativo di
trasformare il genere “d'azione” in un prodotto degno di ricevere consensi
e giudizi positivi anche al cospetto dell'occhio più critico.
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Giovedì 18 agosto
IL LIBRO DELLA GIUNGLA
Il cucciolo d'uomo Mowgli è cresciuto in una famiglia di lupi, nel
rispetto della legge della Giungla. Al termine della tregua dell'acqua,
però, la tigre Shere Khan torna a cercarlo: segnata dalle cicatrici degli
umani, giura di eliminarlo per evitare che diventi una minaccia. Mowgli
decide allora di lasciare il branco, per proteggerlo, e la pantera
Bagheera, che per prima lo portò ai lupi quando era piccolissimo,
s'impegna a condurlo là da dove è venuto...
Diretto da Jon Favreau e basato sui racconti di Rudyard Kipling, "Il
Libro della Giungla" è un’epica avventura live-action che torna sul
luogo del classico d’animazione Disney nel migliore dei modi, tenendo
la versione animata come riferimento costante, prevedendo piccole
variazioni che non stravolgono, ma guardando anche ai racconti
originali e, soprattutto, puntando sulla propria specificità, nell'ottica
di un realismo immaginario che è la vera proposta del film. In questo
senso, il precedente visivo di "Vita di Pi" anticipa ma non intacca
l'impatto dell'opera di Favreau: mescolando animazione fotorealistica,
live-action e motion-capture, i realizzatori hanno creato una giungla
lussureggiante nella quale animali realistici recitano come attori. Il
giovane Neel Sethi, protagonista di una lavorazione avventurosa e
fantasiosa tanto quanto l'oggetto del film, è il volto umano perfetto per
questo romanzo di formazione materiale e spirituale. Favreau non
rinuncia a una messa in scena d'impatto, ma si mantiene sempre al
servizio della storia che ha il pregio di raccontare il viaggio di Mowgli
in modo diretto, semplice ed essenziale. Questo "Libro della giungla"
non è mai una copia sterile, piuttosto un omaggio sentito e riuscito che
può portare qualsiasi generazione ad amare la sua storia senza tempo.
di Jon Favreau
con Neel Sethi
Usa 2016, 105'
PETA Innovation in Film Award.
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Venerdì 19 agosto
MARGUERITE
di Xavier Giannoli
con Catherine Frot, André Marcon,
Michel Fau
Francia 2015, 127'
1921. Inizio dell’epoca d’oro degli anni '20. Non lontano da Parigi, è
un giorno di festa nel castello di Marguerite Dumont e, come ogni
anno, qui si raccolgono gli amanti della musica. Nessuno sa tanto di
questa baronessa, se non della sua ricchezza e del fatto che la sua
vita ruoti attorno alla sua grande passione: l'opera lirica. Marguerite
canta con grande trasporto ma stonando totalmente, e il pubblico
accorre ipocritamente come se lei fosse la diva che crede di essere.
Fino a quando un giovane giornalista, provocatoriamente, decide di
scrivere un articolo sulla sua ultima performance...
Ispirato alla vera storia della stonatissima cantante lirica Florence
Foster Jenkins, la "Marguerite" di Xavier Giannoli, qua impersonata da
una dolcissima Catherine Frot, è l'incarnazione di uno spirito (suo
malgrado) ribelle e iconoclasta, lanciato contro le convenzioni morali
e culturali, che vince ogni inibizione e risveglia il desiderio e
l’immaginazione. Di Marguerite è facile innamorarsi: la sua passione
per la musica è cieca fino alla follia, sprezzante e creativa nella sua
completa illusione di appartenere a un mondo che la deride di
nascosto. La contrapposizione tra il sublime e il ridicolo nell’opera
barocca e romantica di Giannoli fa emergere ombre proprie della
società dello spettacolo, anche contemporaneo, nonché della critica
più reticente, che pone la bellezza su piedistalli inarrivabili, se non da
pochi eletti. Ma più in fondo giace l’ambiguità del valore della verità,
nell’arte prima, nei rapporti umani poi. "Marguerite" racconta con
garbo e delicatezza la storia di un sogno, solo apparentemente
spezzato o rimandato, impossibile da rinnegare.
ça va sans dire...
Domenica 21 agosto
LO CHIAMAVANO
JEEG ROBOT
Enzo Ceccotti non è nessuno, vive a Tor Bella Monaca e sbarca il lunario
con piccoli furti sperando di non essere preso. Un giorno, scappando dalla
polizia, si tuffa nel Tevere e cade in un barile di materiale radioattivo. Ne
esce mezzo morto, ma dotato di forza e resistenza sovraumane. Nel
mentre un pesce piccolo intenzionato a farsi strada minaccia la vicina di
casa di Enzo. La ragazza, rimasta sola, si aggrappa a lui ed è così fissata
con la serie animata Jeeg Robot da pensare che esista davvero...
Il film d'esordio di Gabriele Mainetti segna la nascita di un genere nuovo
per il panorama cinematografico nostrano. Il Jeeg Robot d'acciaio del
titolo, anime anni '70 ispirato all'omonimo manga di Gô Nagai, diventa il
pretesto per creare un mondo di supereroi dal sapore tricolore. Ed è qui la
forza del film: unendo elementi tipici del cinema di genere italiano ad altri
estranei alla nostra produzione, "Lo chiamavano Jeeg Robot" diventa una
creatura affascinante, che rielabora la cultura del fumetto americano e
giapponese per farla diventare specchio della società italiana. Girato
come un film d'azione e contaminato da moltissima ironia, il film si
muove tra Tor Bella Monaca e lo stadio Olimpico, felice di tradurre nella
nostra lingua la mitologia dell'uomo qualunque che riceve i superpoteri.
Il risultato è riuscito oltre ogni più rosea aspettativa, somiglia a tutto ma
non è uguale a niente e si fa bello di un cast in gran forma: Claudio
Santamaria è il protagonista disadattato; Luca Marinelli è la sua nemesi,
l'anello di congiunzione tra la borgata di Roma e il Joker. Intorno a loro un
trionfo di comprimari tra cui l'inedita e bravissima Ilenia Pastorelli.
Nonostante un budget inadeguato al tipo di storia, "Lo chiamavano Jeeg
Robot" è un tripudio di invenzioni visive, un tour de force di montaggio
creativo e fotografia ispirata, tutto ciò che serve per raccontare un mito
senza crederci troppo e divertendosi molto.
di Gabriele Mainetti
con Claudio Santamaria, Luca Marinelli,
Ilenia Pastorelli, Antonia Truppo
Italia 2015, 112'
David di Donatello 2016 come miglior regista
esordiente, produttore, attrice (Ilenia
Pastorelli) e attore (Claudio Santamaria)
protagonisti, attrice (Antonia Truppo) e attore
(Luca Marinelli) non protagonisti, montatore.
italiani ai festival
Martedì 23 agosto
IL PONTE DELLE SPIE
di Steven Spielberg
con Tom Hanks, Mark Rylance
Usa 2015, 142’
Premio Oscar 2016 per il miglior attore non
protagonista (Mark Rylance) e David di
Donatello 2016 come miglior film straniero.
Brooklyn, 1957. Rudolf Abel, pittore russo che vive a New York, viene
arrestato con l'accusa di essere una spia sovietica. La democrazia
impone che venga processato, ma dovrà essere una processo breve,
giusto per ribadire i principi costituzionali americani. L'avvocato
difensore James B. Donovan prende però sul serio la difesa di Abel,
attirandosi il disprezzo dell'opinione pubblica. Nel mentre, un aereo
spia americano viene abbattuto dai sovietici e si profila la possibilità
di uno scambio di prigionieri. La CIA incarica Donovan stesso di gestire
il delicatissimo negoziato...
Concentrandosi su uno degli eventi che più hanno teso i rapporti fra
Stati Uniti e Russia durante il periodo della Guerra Fredda, "Il ponte
delle spie" combina Storia, thriller e spionaggio per tenere lo spettatore
con il cervello acceso durante tutta la sua durata. Il film, infatti, si basa
sul fatto realmente accaduto del rapporto fra la spia sovietica Rudolf
Abel e l'avvocato James B. Donovan, e porta a riflettere, in maniera
profonda e non banale, sul clima di insicurezza, di sospetti quotidiani
e di costante violazione della privacy che ogni giorno ci troviamo a
vivere. Mark Rylance offre una straordinaria performance nei panni
della spia venuta dal freddo, mentre Tom Hanks, in una delle sue
migliori prove di sempre, raccoglie l'eredità dei personaggi
hitchcockiani interpretati da James Stewart e Cary Grant. La partenza
aggrovigliata lentamente si scioglie e assume un andamento più
lineare, acquistando una struttura solida, sostanziosa e coinvolgente.
Alla regia troviamo uno Steven Spielberg in ottima forma che, guidato
da una sceneggiatura realizzata da Matt Charman e dai fratelli Coen,
non delude le aspettative in nessuna occasione.
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Giovedì 25 agosto
SOPRAVVISSUTO
THE MARTIAN
Mark Watney è tra i primi astronauti a mettere piede su Marte: investito
da una tempesta e creduto morto, viene abbandonato dai compagni di
spedizione. Solo, senza alcuna possibilità di comunicare con la base e
con viveri insufficienti, l'astronauta decide comunque di provare a
sopravvivere, ma gli ostacoli inizieranno a farsi insormontabili...
Attraversa vari generi, "The Martian", durante le oltre due ore di
proiezione. Parte come un dramma, trasformandosi, poi, in riuscita
commedia. Eppure, non rimpiangerete un solo istante di visione, grazie
alla ritrovata vena ispiratrice di Ridley Scott capace di compiere, con
successo, un mezzo miracolo: dirigere con maestria e senza far mai
calare l'attenzione dello spettatore. Il film scorre che è un piacere,
grazie alla grande prova del protagonista Matt Damon e a una
fotografia meravigliosa. Quest'ultima, paradossalmente, spoglia il
pianeta rosso del fascino che lo ha accompagnato nel suo passato
cinematografico, per restituircelo nella sua essenza più cruda: ostile,
arido, indomabile. Elemento fondamentale per affermare lo spirito
inarrestabile con il quale Mark affronta le varie difficoltà, spesso,
apparentemente, impossibili, a cui va incontro. Un'epica che nelle
riprese in esterni della desolazione marziana, nelle passeggiate di Matt
Damon sul suolo del pianeta "nemico", a bordo del suo rover, sembrano
ricordare la grandezza delle cavalcate fordiane nella Monumental
Valley. In ultima analisi, "Sopravvissuto" appare come un atto di pura
speranza nei confronti dello spirito avventuroso, esplorativo e
ingegnoso del tanto bistrattato genere umano, riuscendo
brillantemente ad attivare al posto dei brividi apocalittici, quelli della
riflessione e della scoperta.
di Ridley Scott
con Matt Damon, Jessica Chastain
Usa 2015, 130’
Golden Globes 2016 per miglior film
commedia/musical e attore protagonista
(Matt Damon).
and the award goes to...
Venerdì 26 agosto
MICROBO & GASOLINA
di Michel Gondry
con Ange Dargent, Théophile Baquet,
Audrey Tautou
Francia 2015, 103’
Durante l'anno scolastico Microbo, un ragazzino timido che si perde
spesso nei suoi disegni, e Gasolina, un ragazzo brillante e pieno di
inventiva, diventano grandi amici. All'arrivo dell'estate, i due giovani
non hanno nessuna voglia di trascorrere due mesi con i propri genitori.
Così si impegnano a costruire una macchina speciale e, pronti per
l'avventura, decidono di fare un viaggio da soli in giro per la Francia…
Road movie e racconto di formazione allegramente anarchico, l'ultimo
film di Michel Gondry (“Se mi lasci ti cancello”, “Be kind rewind”) è un
piccolo, ma autentico gioiello che funziona all'opposto dei comuni film
adolescenziali. Mentre quelli, infatti, raccontano storie di integrazione
alle norme, in questo non si ha paura ad addentrarsi nella "violenza
simbolica". Le famiglie di Microbo e Gasolina sono, come la scuola,
agenzie di controllo sociale. Obbediscono alle stessa logica i compagni,
che li considerano degli emarginati; la polizia, che li ferma a causa del
loro strano veicolo; e, in altro modo, anche la vasta gamma delle
tecnologie omologanti. Un addentrarsi che arriva ad assumere la forza
di un inno delle origini contro la massificazione e l’esclusione del
diverso, contro lo schematismo di una società che rifiuta di nutrirsi
della fantasia e che ne è disorientata. Nondimeno, il nucleo della
commedia poggia sul misterioso, eccezionale incrocio di due età: un
momento magico, raramente compreso, quando la fantasia creativa
dell'infanzia preme sulla capacità e l'audacia di realizzarla nella prima
adolescenza. Perché, in fondo, per Michel Gondry è sempre questione di
sogni: crederci, viverli, perseguirli contro tutto e tutti, farne arte
(Microbo) e scienza (Gasolina). Un film tenero e personale dalla bellezza
commovente.
ça va sans dire...
Domenica 28 agosto
LA CORRISPONDENZA
Una giovane studentessa universitaria impiega il tempo libero facendo
la controfigura per la televisione e il cinema. La sua specialità sono le
scene d’azione, che si concludono fatalmente con la morte del suo
doppio. Le piace riaprire gli occhi dopo ogni morte. La rende invincibile,
o forse l’aiuta a esorcizzare un antico senso di colpa. Ma un giorno il
professore di astrofisica di cui è profondamente innamorata sembra
svanire nel nulla. È fuggito? Per quale ragione? E perché lui continua a
inviarle messaggi in ogni istante della giornata?
A tre anni da "La migliore offerta", Giuseppe Tornatore torna a
raccontare una storia d'amore a distanza tra un uomo maturo e una
donna più giovane. Il cinema del regista siculo è però sempre una
sorpresa, si esprime all'insegna della scommessa audace, senza mezze
misure, e il rompicapo del suo ultimo lavoro lo conferma. "La
corrispondenza" riflette sui rapporti sempre più pervasivi fra la
tecnologia e la nostra sfera più intima. Tornatore resta ben piantato
dentro il realismo, non ipotizza tecnologie avanzate, ma esplora il modo
con cui gli attuali mezzi di comunicazione consentono di prolungare
esperienze, spesso sostituendosi alla vita stessa. La sua maestria
registica, la cura con cui predispone, illumina e allestisce ogni scena,
la costruzione a matrioska di ogni inquadratura, incornicia i due
protagonisti, Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Irons trasuda carisma pur
recitando quasi tutto il tempo filtrato da schermi di computer.
Kurylenko è bellissima e costantemente sola, dubbiosa, disperata e
speranzosa insieme. "La corrispondenza" è tra i film più personali di
Tornatore: una storia piena di misteri, che si fa coraggiosa espressione
di un desiderio profondamente umano, l'amore romantico oltre la vita.
di Giuseppe Tornatore
con Jeremy Irons, Olga Kurylenko
Italia 2015, 116’
David Giovani 2016.
italiani ai festival
Martedì 30 agosto
AVE, CESARE!
di Ethan Coen, Joel Coen
con Josh Brolin, George Clooney,
Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes,
Scarlett Johansson, Tilda Swinton,
Channing Tatum, Frances McDormand
Usa 2016, 106’
Mentre sull'atollo di Bikini gli Stati Uniti sono impegnati con gli
esperimenti della bomba H, a Hollywood Eddie Mannix si deve occupare
di trovare una soluzione a un altro tipo di problemi. Eddie è un fixer, cioè
colui che deve coprire gli scandali in cui si vanno regolarmente a
ficcare le star che stanno lavorando ai film di un grande studio
cinematografico...
Per assurdo che possa sembrare, i fratelli Coen non avevano ancora
fatto un film su Hollywood. O meglio sì: "Barton Fink", ma lì Hollywood
era invisibile, la fabbrica dei sogni restava un oggetto mentale. In "Ave,
Cesare!" invece la Hollywood anni 50 appare in tutto il suo controverso
fulgore. Un luogo in cui nulla funziona, ma tutto scintilla. Un
manicomio creato per far sognare il mondo che rischia in ogni momento
di cadere in pezzi. Un universo parallelo in cui ogni cosa è al suo posto
ma nulla funzionerebbe se un Grande Orologiaio non registrasse ogni
giorno qualche ingranaggio. Questo deus ex machina e' Eddie Mannix,
carattere liberamente ispirato a uno storico executive della Mgm. Se il
vero Mannix però era poco meno di un gangster, quello di Eddie (uno
strepitoso Josh Brolin) è per l'appunto un dio nascosto che regna su
questo universo con meccanica efficienza. Detto questo, la verità
storica non interessa ai Coen, Hollywood stessa è un condensato del
mondo. Per loro ciò che conta davvero è la lotta tra ordine e caos, la
fame di affabulazioni che stanno dentro e fuori dallo schermo. Così i
due registi spingono il pubblico a considerare quanto siano cambiati i
costumi: oggi gli scandali delle star del mondo dello spettacolo non si
nascondono, si creano ad arte. Sanno però fare anche molto di più:
divertire tantissimo, senza mai far smettere di pensare.
and the award goes to...