Tsb 88_ok.pm6
Transcript
Tsb 88_ok.pm6
TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Editoriale Sommario Pillola del giorno dopo: dalle polemiche alle proposte € Editoriale • Pillola del giorno dopo: polemiche e pag. 1 proposte / P. Aquilino • Blog di TuttoSanità: il malessere dei precari / S. Lorusso pag.2 • Le interrogazioni dei Consiglieri Regionali pag. 4 • “Demolire e ricostruire è meglio che consolidare e ristrutturare” pag. 12 € La sanità dalla parte dei cittadini: il percorso della ASL BA L. Lovecchio pag. 16 • Progetto Interreg: 7 milioni di euro per far decollare la sanità albanese pag. 22 • Un corretto controllo di gestione... pag. 26 • Il governo clinico delle aziende sanitarie pubbliche V. Lorenzini, N. Rosato pag. 28 • Legge Regionale 39/06 ed inibitori di pompa / I.I. Angrisani ed altri pag. 32 • Un progetto per la prevenzione e la cura sul territorio della malattia renale cronica nella ASL TA pag. 38 • L’ospedale “Miulli” sempre più centro di eccellenza pag. 41 • Progettazione e realizzazione di protesi “custom made” per interventi di cranioplastica / P.Boffi ed altri pag. 42 • Il regolamento sui nuovi ambiti territoriali delle ASL pag. 48 • Legge regionale 16 Aprile 2007, n.10 pag. 54 • i criteri per il funzionamento della Conferenza permanente... pag. 58 Pasquale Aquilino* Da alcuni decenni si è sviluppato un impegno culturale e professionale per il funzionamento dei Consultori familiari e per l’applicazione della legge sull’Interruzione volontaria di gravidanza (IVG), sempre rimasta legata al filo debole dell’obiezione di coscienza. Pertanto, lungi dall’entrare nel merito di una polemica che appare per certi versi inopportuna, fuori luogo e misura, riteniamo un diritto, e dovere, esprimere un’opinione sulla questione della “pillola del giorno dopo” e offrire indicazioni propositive a chi ha il compito di amministrare la salute pubblica. Ben vengano le polemiche, se servono a discutere e risolvere problemi importanti! Preliminarmente, sarebbe interessante discutere sulle oscure motivazioni per cui l’Agenzia Italiana del Farmaco consideri, ad esempio, farmaci erogabili gratuitamente gli ormoni femminili di cui si fa uso e abuso in menopausa, ma non consideri alla stessa stregua farmaci simili se usati per tutelare la donna da gravidanze indesiderate e quindi da eventuali IVG, come la “pillola del giorno dopo”. L’aborto non è forse un trauma psichico e fisico, per la donna che lo subisce, abbastanza grave da meritare un intervento di prevenzione di cui deve farsi carico la pubblica assistenza? E perché sono erogabili a carico del SSN le pillole anticoncezionali più obsolete e con maggiori effetti collaterali, ma non quelle più “moderne”? Solo alle donne più agiate deve essere riservata una contraccezione migliore?Allora qual è il problema? Certo in Puglia, come in Emilia-Romagna, la legge n.194 è storicamente ben applicata: se in Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia l’incidenza di IVG è la metà o un terzo di quella che si registra nella nostra Regione, non lo si deve al fatto che le nostre coppie siano più irresponsabili e dissolute, ma solo alla carente applicazione della legge in quelle altre regioni, che rimangono ancora afflitte dalla piaga dell’aborto clandestino. Nello stesso tempo la nostra Regione, a differenza delle vicine del Meridione, registra un maggior ricorso alla contraccezione sicura. E’ su questa scia “virtuosa”, quindi, che dobbiamo continuare ad operare. Se siamo tutti d’accordo, e non potrebbe essere altrimenti, che la priorità assoluta è quella di prevenire l’IVG quale metodo di controllo delle nascite, perché mai i servizi pubblici dell’assistenza, e innanzitutto i Consultori familiari, non dovrebbero poter disporre e dispensare presidi sanitari (spirali, diaframmi, profilattici ecc.) e farmacologici, utili a raggiungere questo scopo? Non solo questo permetterebbe un rilancio della funzione istituzionale per cui i Consultori esistono, ma consentirebbe a questi centri di seguire e monitorare in modo efficace l’uso dei contraccettivi, ed essere sempre più un punto di riferimento per la popolazione. E chi meglio di centri sanitari che prevedono la presenza di specialisti ginecologi, può prescrivere, con competenza e in modo appropriato, una contraccezione post-coitale, allo stesso tempo “approfittando” dell’emergenza per avviare una corretta contraccezione di lungo termine, che protegga da gravidanze indesiderate e da rischi legati ai rapporti sessuali? Se per risolvere così rilevanti problemi è sufficiente che la Regione Puglia vi dedichi uno specifico capitolo di spesa, ben venga questa decisione! Tanto più che si tradurrà, quasi certamente, in un rilevante risparmio della spesa pubblica, oltre che di inutili sofferenze e disagi. Infatti, se vogliamo considerare l’aspetto meramente economico della questione, è bene che si sappia che un solo intervento di IVG costa, alla comunità, quanto duecento confezioni di pillola post-coitale, o quanto dieci (dico dieci) anni di contraccezione ormonale che, statistiche alla mano, prevengono cinque gravidanze indesiderate. Tali considerazioni trascurano, colpevolmente, il miglioramento della qualità di vita che si associa ad una contraccezione sicura. Rimettiamo queste semplici considerazioni al buon senso di tutti perché, in buona fede, ci si dedichi alla soluzione dei problemi della gente, che non comprende, come non comprendiamo noi, il senso delle accese polemiche cui si assiste. * Direttore medico di Ginecologia - Ostetricia Tholos Editrice s.r.l. -Via Ungaretti n.c. - Alberobello (Ba) tel.080.4323449 / fax 080.4327182 e-mail: [email protected] Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2000 - Certificato n° 7947 n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità Anno 115 5 ° n. 88 - Marzo - Aprile 200 7 2007 Reg. Trib. Bari n. 1062 del 23-9-1991 Direttore Editoriale Mino Grassi Direttore Responsabile Enzo Lorusso Direttore Scientifico Antonio Battista Copertina e Grafica: CREATTIVA Editore THOLOS EDITRICE srl Stampa TIPOLITOGRAFIA RADIO Direzione, redazione e pubblicità Via UngarettiAlberobello - Tel. 080.4323449 - Fax 080.4327182 Sitoweb:www.tuttosanita.it e-mail:[email protected] e-mail:[email protected] Abbonamento annuo TuttoSanità: € 30,00 C.C.P. 16809709 intestato a: “Tholos Editrice s.r.l.” - Via Ungaretti Alberobello (Ba) La Direzione non si assume la responsabilità delle inserzioni pubblicitarie. Dati e notizie riportati su TuttoSanità possono essere ripresi citando la fonte. Chiuso in Tipografia il 30 Aprile 2007 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana .......................................................................................................................................... 1 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Internet Blog di TuttoSanità: il malessere dei precari Un successo! Circa 5000 contatti in due mesi per il Forum multimediale su www.tuttosanita.it Stefania Lorusso Un dato che emerge fortemente, e va evidenziato, riguarda la cospicua presenza, negli interventi di partecipazione ai blogs, di lavoratori precari, con toccanti testimonianze delle sofferte condizioni in cui versano. Questo è un minimo comune denominatore che ha bypassato pressochè tutti i temi trattati, a conferma della situazione di grosso disagio che presenta la categoria. Almeno di coloro che non hanno gettato la spugna cogliendo le opportunità di lavoro organico offerte nelle regioni del Nord. Quella del precariato è una piaga che affligge tutta l’Italia ma purtroppo in Puglia assume connotazioni patologiche che partono da diversi anni addietro, con il blocco dei concorsi nelle aziende sanitarie a cui si è cercato di ovviare con le assunzioni di personale a tempo determinato e, comunque con il ricorso a forme fin troppo flessibili di rapporti di lavoro, a cui si è accompagnata inevitabilmente la istituzionalizzazione nel tempo di una cospicua fascia di precariato, che giustamente aspira a una condizione lavorativa stabile e dignitosa. In sostanza il risanamento delle finanze del Servizio sanitario regionale pugliese che ha avuto luogo negli scorsi anni è stato fatto anche sulla loro pelle. Molte sono giustamente le aspettative anche perché molte sono state le promesse. E’ chiaro, quindi, che con il passare del tempo la rabbia, il disappunto, l’amarezza, l’avvilimento, lo sconcerto, il malessere tendino ad inasprirsi progressivamente, rendendo sotto alcuni aspetti la situazione “esplosiva”. Ecco, se un messaggio ci sembra di poter cogliere da questa prima fase dell’avvio del Blog su TuttoSanita on line, è proprio questo: la condizione di grandissimo disagio che vivono questi lavoratori esasperati da anni di travagli, precarietà 2 Il blog partito recentemente sull’home page di TuttoSanità ha registrato da subito un notevole numero di accessi di navigatori, che hanno voluto rendersi conto dei sette temi lanciati sull’attualità sanitaria pugliese. Molti hanno aggiunto il loro contributo agganciandosi molto spesso ad interventi di altri utenti che li avevano preceduti e dando luogo ad un dibattito interessante e, soprattutto, assolutamente spontaneo. Ricordiamo i primi otto temi lanciati: Te la dò io... la Sanità! • Comunicazione Istituzionale, questa sconosciuta! • Sanità Puglia: come conciliare contenimento della spesa con investimenti? • Liste d’attesa e situazione in Puglia • La Governance e il diritto dei cittadini ai farmaci di fascia A • La pianificazione del nuovo Piano di Edilizia Sanitaria in Puglia • Una scelta giusta per una efficace politica di assistenza sanitaria territoriale? • Entro il 30 giugno prossimo saranno individuati i nuovi Distretti Socio-Sanitari. Aspettative e prospettive”. • Le nuove ASL provinciali. Un provvedimento di recente approvazione ne ha variato la denominazione. e promesse disattese. Ed è il messaggio che giriamo in primis agli amministratori regionali a cui va dato atto, comunque, dell’impegno espresso nell’affrontare la questione. Tuttavia, l’entità e la complessità della situazione in merito, partendo dalla via crucis pluriennale dei lavoratori ex CCR, richiederebbero, a nostro avviso, la costituzione di una task force che si occupi a tempo pieno della questione, valutando tutte le possibilità, dirette e indirette, esistenti a tutti i livelli, da quello comunitario e quello locale. Ovviamente è indispensabile il massimo coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali per cercare di arrivare a qualche risultato concreto. Confidiamo nella sensibilità e nell’attenzione degli amministratori regionali che devono essere attenti - al di là delle proteste e dimostrazioni che periodicamente hanno luogo a Bari in occasione dei lavori del Consiglio regionale - ai segnali provenienti anche dalle agorà telematiche, come il blog di TuttoSanità. Trascurarli o sottovalutarli potrebbe rivelarsi un grosso errore… . Per es. uno dei commenti all’ultimo tema del nostro Blog, così dice... Le ASL sono indicate con la denominazione ASL PUGLIA e poi 1, 2... etc con un ordine decrescente a seconda del numero degli abitanti.Ma dico, pur lasciando da parte il campanilismo provinciale e locale, qualcuno ha pensato alla confusione che creerà dal punto di vista dell’immaginario collettivo, amministrativo e burocratico questa denominazione? Così quando ci diranno che dobbiamo andare per es.nella ASL Puglia 3, dove dobbiamo andare? dobbiamo tenere un prontuario e un dizionario geografico e demografico? E non ne parliamo poi se qualcuno non ha familiarità con l’aritmetica! Prevedo medici, infermieri, pazienti..., che impazziscono tra i numeri! Addio! .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. AFORP n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 3 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Documentazione Le interrogazioni dei Consiglieri Regionali I testi integrali con le relative risposte Interrogazione urgente a firma dei consiglieri Francesco Damone e Ignazio Zullo: “Spesa farmaceutica” «– Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche della salute. – Premesso che: - da un’analisi dei dati di spesa farmaceutica pubblicati da Federfarma risulta che la spesa farmaceutica netta a carico del SSN a livello nazionale, nei primi due mesi del 2006, si è attestata a circa 2.154 milioni di euro con un aumento del +11,4% rispetto allo stesso periodo del 2005 e che per garantire l’assistenza farmaceutica convenzionata il SSN ha speso in media 37,21 euro per ciascun cittadino italiano; - l’aumento di spesa è stato più consistente a gennaio (+14,4% rispetto a gennaio 2005) che a febbraio (+8,3% rispetto a febbraio 2005) e che i primi dati relativi al mese di marzo 2006 indicano che l’aumento di spesa è in linea con quelli di gennaio 2006; - nell’ambito di questo dato la Regione Puglia è quella che in Italia ha registrato nei primi due mesi la più alta spesa farmaceutica con un + 20% rispetto allo stesso periodo del 2005; tali splafonamenti vanno ad aggiungersi alla maggiore spesa registrata nel 2005 rispetto al 2004. Considerato che: - le risorse del Fondo Sanitario Regionale sono per definizione risorse “finite”, cioè che hanno un limite e che devono essere utilizzate per assicurare ai pugliesi tutti i livelli essenziali di assistenza codificati dalle norme e dagli Accordi inerenti i LEA e che lo splafonamento che si va registrando, molto presumibilmente, ha interessato 4 anche il mese di aprile e interesserà, oltre al corrente mese di maggio, anche i mesi a venire, - tutto ciò premesso e considerato, - interroghiamo 1. per sapere se risultano rispondere a verità voci che accreditano l’ipotesi secondo cui la Giunta Regionale starebbe per adottare provvedimenti atti ad incidere più intensamente sull’addizionale Irpef per recuperare la maggiore spesa farmaceutica; 2. nel caso in cui tali voci risultino prive di fondamento, per far conoscere agli scriventi le soluzioni che la Giunta Regionale sta adottando per dare copertura agli splafonamenti che si vanno registrando; 3. per far conoscere agli scriventi i provvedimenti che la Giunta Regionale sta adottando per porre un freno agli splafonamenti che si vanno registrando. 4. per far conoscere agli scriventi se, con i provvedimenti di cui al punto precedente, la Giunta Regionale intende rivedere la politica delle esenzioni ticket, ad oggi non ancora assicurata a tutti i cittadini come da proclami elettorali». A. TEDESCO, assessore alle politiche della salute. Signor Presidente e colleghi del Consiglio, in riferimento all’interpellanza dei consiglieri regionali Francesco Damone e Ignazio Zullo si rappresenta quanto segue. In tutto il territorio nazionale la spesa farmaceutica è aumentata perché dal primo al 16 gennaio è venuto meno lo sconto a carico dell’industria, vi è stato un aumento delle prescrizioni e uno spostamento dei consumi verso farmaci più costosi. Altro aspetto da considerare è che in una regione meridionale, con una redditività inferiore alla media, ogni incre- mento della spesa sanitaria si scarica sul sistema pubblico, mentre in quelle più ricche la partecipazione del cittadino è superiore. In sostanza, l’incremento della spesa farmaceutica in Puglia nel primo trimestre 2006 è in linea con il trend nazionale dei consumi. Questa risposta, naturalmente, va aggiornata al 31 dicembre 2006 con i dati in nostro possesso che dimostrano come la spesa farmaceutica sia lievitata di due punti in più rispetto all’incremento medio registratosi in Italia in relazione ad una serie di fattori collegabili a specifiche peculiarità presenti nella nostra regione. Tuttavia, al fine del contenimento della spesa farmaceutica regionale, in data 24 febbraio 2006 è stata costituita un’apposita commissione per l’appropriatezza prescrittiva alla quale abbiamo dato mandato di promuovere programmi di educazione al corretto uso dei farmaci diretti ai cittadini e percorsi terapeutici condivisi in collaborazione con le società scientifiche, nonché la predisposizione di linee guida per la fissazione di criteri di appropriatezza prescrittiva. Inoltre, è stato stipulato un accordo regionale con la Federfarma sulla distribuzione dei farmaci inclusi nel PHT, articolo 8, lettera a), Legge 405 del 2001 che è entrato in vigore a far data dal 5 giugno dello scorso anno, allo scopo di razionalizzare la spesa farmaceutica territoriale e di portarla ai valori di cui all’accordo tra Governo e Regione. Al 31 dicembre del 2006, quindi soltanto per i sette mesi di vigenza, l’accordo tra Regione e Federfarma ha consentito un decremento della spesa farmaceutica stimabile attorno ai 20 milioni di euro. In più la Giunta regionale ha approvato il progetto attuativo di farmaco-vigilanza con il compito di fornire alle direzioni generali delle aziende sanitarie locali i dati sui consumi dei medicinali mediante pro- .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. grammi di monitoraggio sulla prescrizione. In sede di rinnovo dell’accordo integrativo con i medici generici e pediatri, abbiamo in corso una valutazione su alcune attività specifiche che possano consentire un’ulteriore contrazione di tale spesa. Da ultimo, ricordo al Consiglio, che proprio a fine 2006, all’interno delle norme di accompagnamento all’esercizio provvisorio del bilancio, sono stati introdotti ulteriori provvedimenti di contenimento della spesa che prevedono il prezzo di riferimento per alcune categorie di farmaci ed in particolare per gli inibitori di pompa, le statine ed i farmaci antidepressivi. Colgo l’occasione di questa interrogazione per precisare che non si tratta né di reintrodurre i ticket, nè, men che meno, di imporre l’utilizzo dei farmaci equivalenti, bensì di una norma applicata in altre parti del Paese che, peraltro, sta già dando importanti risultati. A parità di molecola e di farmaco griffato – non stiamo parlando di farmaci sotto brevetto o che hanno perso questa tutela – la Regione corrisponde al cittadino il farmaco con il prezzo di riferimento più basso, salvo che il medico, nell’esercizio della sua attività professionale, non rilevi l’esigenza di prescrivere il farmaco a prezzo più costoso. In questo caso il medico prescrittore deve annotare nella cartella clinica elettronica del paziente le motivazione che lo inducono a prescrivere un farmaco a prezzo più alto, riportando sulla ricetta l’annotazione che consente al farmacista di non pretendere dal cittadino la differenza di costo fra il farmaco a prezzo di riferimento più basso e quello a prezzo più alto. Noi riteniamo che queste norme elementari di regolamentazione nell’utilizzo dei farmaci, seguite da linee-guida in relazione all’appropriatezza prescrittiva ed a campagne di informazione nei confronti dei cittadini, ci consentiranno di riportare la spesa farmaceutica nella media nazionale e ci hanno già consentito, lo faccio presente ai colleghi, di evitare l’introduzione automatica dei ticket prevista dalla legge finanziaria dell’anno scorso – non quella riferita al 2007– nei casi di splafonamento da parte delle Regioni rispetto alla spesa media nazionale in materia di farmaceutica. Credo, quindi, che si possa parlare di n. 88 Marzo - Aprile 2007 politiche che si muovono nella direzione di non sottrarre ai nostri cittadini un’adeguata assistenza farmaceutica e per altro verso di garantirla in termini di compatibilità e di sostenibilità del relativo finanziamento. DAMONE. Signor Presidente, colleghi consiglieri, ringrazio l’assessore Tedesco per la risposta fornitaci, però le nostre perplessità in ordine alla spesa farmaceutica restano immutate. Purtroppo la spesa farmaceutica è cresciuta a dismisura con l’aumento della fascia dei cittadini esenti dal ticket sanitario. Ciò ha comportato quella forma di malcostume in materia sanitaria che si è registrato in passato, quando i farmaci erano distribuiti gratuitamente ed abbondavano nelle case dei cittadini. Credo che non vi sia una norma che possa mettere ordine nel sistema farmaceutico. È necessaria un’opera di educazione all’utilizzo del farmaco e, contestualmente, occorre combattere quella forma di corruzione insita nel cosiddetto “comparaggio” che molto spesso caratterizza il rapporto medicoutenza. Istituire Commissioni, signor assessore, è positivo, ma la realtà è ben diversa, tant’è che la Regione Puglia ha ricevuto 60 milioni in meno per quanto riguarda la spesa farmaceutica. Sono dell’avviso che alcuni farmaci, specie quelli necessari ai malati terminali o le protesi, dovrebbero essere forniti direttamente dalle farmacie dei presidi ospedalieri che ottengono sconti superiori e svolgono anche funzioni di controllo. Si tratta di farmaci costosissimi che richiedono spese enormi che potrebbero così essere ridotte per contribuire al contenimento della spesa farmaceutica. Assessore, apprezzo il suo sforzo, tuttavia, bisogna responsabilizzare e coinvolgere i medici generici, divenuti impiegati a disposizione dei pazienti ai quali prescrivono le medicine richieste. È un problema serio, perché dalla spesa farmaceutica dipende anche quella sanitaria. Sono dell’avviso che anche i cittadini esenti dal ticket dovrebbero comunque partecipare alla spesa sanitaria per evitare che incrementi ulteriormente. Pertanto, chiedo di rivedere la norma dell’allargamento delle fasce inserendo un ticket, anche soli 50 centesimi di euro, per ogni ricetta farmaceutica. TEDESCO. Signor Presidente, informo il Consiglio ed in particolare il collega Damone, che a partire dal prossimo 1° aprile, sarà avviata la distribuzione dei farmaci alla dimissione. I pazienti dimessi a seguito di ricovero o di visita specialistica, riceveranno dalla farmacia dell’ASL i farmaci necessari al primo ciclo terapeutico. In questa maniera otterremo uno sconto sull’acquisto dei farmaci che può arrivare fino al 50%. La problematica relativa alla distribuzione degli ausili protesici ci sta suggerendo di prevedere una differente organizzazione, suddividendo la Puglia in tre grandi aree – Bari Nord e Foggia, Bari città e Salento – all’interno delle quali individuare centri unici di acquisto e di gestione degli ausili protesici che vanno dalla consegna dei pannoloni e dell’ossigeno terapeutico sino a quelli assegnati a pazienti per le cure domiciliari e non più recuperati al patrimonio dell’azienda, cosa che comporta oneri che è possibile evitare con questo tipo di gestione che cercheremo di applicare entro il primo semestre di quest’anno. Interrogazione urgente a firma dei consiglieri Sergio Paolo Silvestris, Michele Saccomanno, Nicola Marmo: “Manifestazione elettorale nel Presidio ospedaliero di Bisceglie” «– Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche della salute. – Premesso che - l’assessore alle Politiche della Salute ha promosso nei mesi scorsi una serie di visite delle strutture ospedaliere pubbliche, denominato “tour dell’ascolto”, finalizzato a verificare la condizione delle strutture ospedaliere in vista dei futuri provvedimenti di programmazione; - il calendario di dette visite, così come convenuto durante una riunione della Commissione Sanità e Servizi Sociali, è stato sempre comunicato ai consiglieri regionali componenti la Commissione Sanità e a tutti i gruppi consiliari; - tale prassi era motivata, a detta dell’assessore, per favorire la presenza di tutti i consiglieri regionali interessati a .......................................................................................................................................... 5 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. tali incontri e per garantire la massima correttezza istituzionale nell’espletamento di tali iniziative da parte del Governo regionale; - nella giornata di ieri, martedì 16 maggio, un automezzo di propaganda elettorale che circolava nella città di Bisceglie diffondeva uno spot-audio con cui si comunicava che “domani, mercoledì 28 maggio, alle ore 10 (...) il segretario cittadino del partito socialista (…) il candidato Sindaco del centro-sinistra (...) e l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Alberto Tedesco, visiteranno l’Ospedale Civile e incontreranno presso l’Ospedale tutto il personale ospedaliero e i lavoratori della Casa della Divina Provvidenza” e successivamente invitava a “votare il candidato Sindaco del centro-sinistra (...)”; considerato che tale visita all’Ospedale di Bisceglie non è stata preannunciata – come avvenuto per tutte le altre iniziative promosse dall’assessore alla Salute – né ai gruppi consiliari, né alla Commissione tutto ciò premesso, si interroga per conoscere 1) se detta visita sia stata realmente programmata dall’assessore alla Salute, o se si tratti soltanto di una simpatica stravaganza elettorale organizzata dal Partito Socialista di Bisceglie e dal suo candidato Sindaco; 2) nel caso in cui l’iniziativa sia stata promossa dall’assessore, si chiede di conoscere a) se si tratta di una tappa del “tour dell’ascolto” e dunque per quale ragione questa non sia stata comunicata ai gruppi consiliari e alla Commissione Sanità; b) ovvero se si tratta di una manifestazione propagandistica ed elettorale organizzata presso una struttura pubblica ospedaliera. 3) in tal caso si chiede all’On. Presidente della Regione quali iniziative questi intenda assumere, ricordando anche l’attenzione da Egli profusa durante la campagna elettorale regionale nel censurare l’uso della sanità per fini elettorali e le strumentalizzazioni della salute dei cittadini a fin di voto». TEDESCO, assessore alle politiche della salute. Signor Presidente, colleghi consiglie- 6 ri, gli interroganti sostengono che nella giornata del 16 maggio 2005 un’autovettura ha diffuso dei messaggi di carattere propagandistico per la concomitante campagna elettorale tenutasi nel comune di Bisceglie per il rinnovo del Consiglio comunale, annunciando la mia presenza nell’ospedale per il giorno mercoledì 28 maggio alle ore 10 – così leggo dell’interrogazione –, invitando la popolazione ad essere presente. Nell’interrogazione mi si chiede di conoscere se detta visita sia stata realmente programmata dall’assessore alla salute o si sia trattato di una trovata elettorale del Partito Socialista di Bisceglie, anche se non capisco a quale dei partiti socialisti, che come è noto sono numerosi, si riferiscano gli interroganti. Si chiede ancora di conoscere, nel caso in cui l’iniziativa sia stata promossa dall’assessore come tappa del tour dell’ascolto, per quale ragione non sia stata comunicata ai Gruppi consiliari ed ai componenti della Commissione sanità, ovvero se si sia trattato di una visita propagandistica ed elettorale organizzata presso una struttura pubblica ospedaliera. In tal caso si chiede al Presidente della Regione quali iniziative egli intenda assumere, ricordando anche l’attenzione profusa durante la campagna elettorale regionale nel censurare l’uso della sanità per fini elettorali. Credo che i colleghi interroganti abbiano potuto appurare che in quella struttura il sottoscritto non vi è mai andato in assoluto, e devo dire che, purtroppo, questo è un limite, nel senso che mi propongo di visitare il prima possibile la struttura di Bisceglie, anche in relazione all’attività di programmazione alla quale stiamo mettendo mano. Ho ricevuto operatori dell’ospedale di Risceglie e più volte mi sono interessato di quell’ospedale per il quale saranno avanzate proposte di riqualificazione e di rilancio, però, devo dire con mio grande rammarico, che nell’ospedale di Bisceglie non ho mai messo piede. Si tratta, quindi, di una propaganda mai autorizzata dal sottoscritto e non so a quale Partito Socialista riconducibile, visto che milito nel Partito dei Socialisti Autonomisti. Indicare genericamente uno dei tanti partiti socialisti, non significa automaticamente riferirsi a me. Sono d’accordo con gli interroganti sull’opportunità di astenersi, per quanto possibile, da manifestazioni di propaganda nelle strutture sanitarie, a meno che non siano motivate dall’esigenza di prendere visione della situazione dei luoghi nei quali, peraltro, i pubblici amministratori hanno diritto ad accedere a differenza, invece, dei candidati a qualunque competizione elettorale. Credo che questa regola debba valere per tutte le forze politiche e debba essere osservata da tutti i partiti politici che partecipano alle competizioni elettorali. SILVESTRIS. Signor Presidente, colleghi consiglieri, anche se il clima è da scampagnata di pasquetta, intendo intervenire, sperando che almeno l’assessore mi ascolti. Prendo atto della sua risposta che nel merito era a noi già nota, avendo verificato che quella visita non si è tenuta. Prendo però atto di due cose: la prima è che il partito dei Socialisti Autonomisti – e preciso il contenuto dell’interrogazione –, sostenendo come a lei è noto un candidato sindaco nella mia città, diffondeva ed amplificava con strumenti di propaganda la notizia di una sua visita elettorale nell’ospedale di Risceglie invitando i cittadini a parteciparvi. Dalla sua risposta evinco che lei non era a conoscenza di questo appuntamento e dunque desumo che i suoi referenti di Bisceglie utilizzino la sua carica assessorile e la sanità a fini elettorali e come strumento di propaganda. Di questo prendo atto, la sua risposta lucida e precisa è agli atti di questa Assemblea e ne farò uso in un contesto diverso, così come i suoi inviti a quella sobrietà a cui lei stesso dice di ispirarsi ma che, invece, è lontana dai comportamenti assunti sul territorio. L’altro dato, e concludo, riguarda il tour dell’ascolto preannunciato in pompa magna all’indomani delle elezioni regionali di due anni fa: tutto si è risolto in una serie di visite in alcune strutture ospedaliere, mentre altre sono state assolutamente ignorate. Io stesso l’ho invitata, lo ricorderà assessore, a visitare anche la struttura ospedaliera della mia città dove vi sono problemi irrisolti da due anni, come l’avvio dell’UTIC. Mi sarai seccato molto se lei avesse scambiato il tour con una visita elettorale. Attendo con impazienza che ci comunichi la data in cui, nell’ambito del tour dell’ascolto o di quello che ne rimane, verrà nella .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. mia città, perché sarei lieto di incontrare con lei gli operatori e di farle rappresentare, oltre che rappresentarle io stesso, i gravi disagi che oggi vive la struttura ospedaliera alla luce della programmazione di ieri e comprendere quale sarà la programmazione per domani. TEDESCO Grazie Presidente, io non ho difficoltà a riconoscere che il consigliere Silvestris mi ha invitato a visitare l’ospedale di Bisceglie e che soltanto per ragioni legate ai reciproci impegni fino ad oggi non abbiamo potuto concordare una data utile, cosa che faremo anche nel corso di questa riunione ed in questo modo colmeremo una lacuna. Il tour dell’ascolto non ha potuto spingersi a visitare tutte le strutture sanitarie della Puglia, ma si prefigge l’obiettivo di realizzare la massima presenza per conoscerne da vicino i problemi più urgenti. Per quello che riguarda Bisceglie vi è già una serie di proposte avanzate al Governo regionale dall’attuale direttore generale dell’ASL della sesta provincia; alcune saranno recepite a breve, fermo restando che all’interno dello strumento di pianificazione generale sarà definitivamente risolta l’esigenza di un rafforzamento complessivo dell’organizzazione sanitaria di quel bacino d’utenza. Interrogazione urgente a firma del consigliere Nicola Tagliente: “ASL Ta/1 – Disservizi negli ospedali di Mottola e Massafra” «– Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche della salute. – Premesso che - Dal 12 Giugno l’attività chirurgica dell’Ospedale di Massafra è stata sospesa per la messa a norma delle sale operatorie. Ad oggi sono operanti solo i reparti di pediatria e medicina con il pronto soccorso. - Pare che nel mese di Agosto la presenza dell’anestesista a Mottola sarà di zero giorni all’apertura del nuovo Ospedale di Mottola avvenuta nel 2004, è stato previsto e successivamente realizzato il servizio di Anestesia per quattro giorni la settimana: (dal lunedì al giovedì), dal 15 di Giugno 2006 il servizio è stato diminuito a due giorni la settimana (comunicazione avvenuta all’inizio del mese n. 88 Marzo - Aprile 2007 di giugno). - È stato previsto e successivamente realizzato il servizio di Laboratorio Analisi attivo per dodici ore e dodici ore notturne e festivi garantiti con pronta disponibilità, dal mese di maggio 2006 viene garantito solo l’orario di ufficio “7,30-13,30”; le restanti ore notturne e festive garantite dagli Ospedali di Massafra e Castellaneta e non Mottola. - È stato previsto e successivamente realizzato il servizio di Radiologia di pronta disponibilità del Medico e del Tecnico assicurata tutti i giorni. Dal 1° Giugno 2006 la pronta disponibilità assicurata solo dal Tecnico. Eliminata la presenza del Medico Radiologo. - È stato previsto e successivamente assicurato il servizio di Pediatria per cinque giorni la settimana. Dal mese di marzo riduzione a tre giorni la settimana. - È stato previsto e successivamente assicurato il servizio di Ortopedia con interventi in Day Hospital tre volte la settimana. Oggi non si eseguono più interventi di Ortopedia. - Con riconoscimento Regionale è stato assicurato il servizio di riabilitazione Cardiologica, con inizio dei lavori per l’attivazione ed ordinazione di attrezzature. L’ordinazione delle attrezzature è stata bloccata e ci sono dei seri dubbi che la riabilitazione cardiologia venga attivata a Mottola. - Ai Poliambulatori già attivi di Oculistica, Dermatologia, Diabetologia, stanno per aggiungersi Otorino e Chirurgia Vascolare. si interrogano per sapere - perché in un Ospedale dove non si svolge nessuna attività chirurgica viene assicurata la presenza giornaliera nelle ore antimeridiane dell’anestesista e la pronta disponibilità nelle restanti ore feriali e festive; - perché non viene potenziato il servizio di anestesia dell’Ospedale di Mottola almeno nei mesi dei lavori di Massafra, visto che a Mottola oltre alla lungodegenza medica e riabilitativa è presente un pronto soccorso e vengono effettuati interventi in Day Hospital di gastroenterologia chirurgica, e ad oggi non viene effettuata la diagnostica radiologica con mezzo di contrasto perché per essa è prevista la presenza dell’anestesista; - perché da venerdì 7 Luglio u.s. è stata sospesa anche la reperibilità dell’ostetrica nelle ore notturne; - perché con la disponibilità pronta cassa di 2.300.000 Euro messi a disposizione dalla Giunta Fitto ad oggi non vengono ripresi i lavori di completamento della struttura; - quali iniziative la Giunta intende assumere anche al fine di smentire voci secondo le quali quanto avvenuto sarebbe il frutto di un’azione politica suggerita da qualche vecchio protagonista della sinistra mottolese e dipendente della ASL per agevolare un giudizio essenzialmente negativo sul governo locale che, si è incontrato con il Direttore Generale della ASL TA/1 dopo circa un mese dalla richiesta ma, ne ha tratto il convincimento di una deludente operazione di rinvio sine die delle decisioni rapide che andrebbero assunte». TEDESCO, Presidente, a proposito di questa interrogazione devo informare il Consiglio ed anche il consigliere Tagliente, di aver chiesto ai responsabili della ASL Ta/1 notizie che mi consentissero di rispondere. Devo formalmente informare il Consiglio che non solo queste notizie non mi sono state fornite, ma che mi è pervenuta una relazione che ho trovato assolutamente insufficiente e rispetto alla quale ho chiesto al direttore generale, in data 6 dicembre 2006, di fornirmi ulteriori informazioni per dare una puntuale risposta al collega Tagliente, perché credo che sia suo diritto chiedere e mio dovere rispondere. Informo il Consiglio che nel corso di questa settimana prevedo una visita ispettiva presso la ASL TA/1 per acquisire direttamente gli elementi di fatto per poter rispondere. Questo costituisce elemento di valutazione dell’attività che si svolge presso l’Asl in questione. TAGLIENTE. Grazie Presidente, colleghi consiglieri, credo che sia inutile sottolineare ciò che ha riferito l’assessore alla salute. Il comportamento da parte della direzione generale della ASL TA/1 è ovviamente da censurare, così come altri suoi comportamenti riportati dalle pagine della stampa locale rispetto ad una serie di problemi e provvedimenti adottati senza le concertazioni necessarie o in dispregio delle più ele- .......................................................................................................................................... 7 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. mentari norme di buon rapporto. Preannuncio all’assessore Tedesco che mi appresto a presentare un’ulteriore interrogazione, questa volta riguardante l’ospedale di Mottola perché da qualche settimana le cose si sono ulteriormente incancrenite rispetto ad esigenze ed a servizi che non vengono assicurati. Attendo, ovviamente, la risposta a questa interrogazione ed a quanto presenterò al riguardo nelle successive, ma credo che sia necessario sottolineare che certi comportamenti delle direzioni generali non sono certo encomiabili e debbano essere censurati non solo dall’opposizione, ma anche da tutta la maggioranza. Le difese d’ufficio da parte di colleghi della maggioranza e di cui veniamo a conoscenza attraverso la stampa, non sono più credibili e dimostrino che sia ormai scaduto il tempo riservato alle televendite della salute e della sanità in provincia di Taranto. Aspettiamo, invece, risposte concrete rispetto a quanto denunciamo con le interrogazioni che puntualmente proponiamo in quest’Aula. Interrogazione urgente a firma dei consiglieri Michele Saccomanno, Tommaso Attanasio, Saverio Congedo, Pietro Lospinuso, Nicola Marmo , Roberto Ruocco e Sergio Paolo Silvestris: “Nomina Direttore amministrativo – ASL FG /2” «– Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche della salute. – I sottoscritti consiglieri premesso - che l’art. 3, comma 7°, del D.Lgs 30 dicembre 1992, stabilisce quale necessario requisito per essere nominato Direttore Amministrativo dell’Unità Sanitaria quello di aver “svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione”; - che “la qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa” richiesta dalla legge è pacificamente intesa in quella di direzione di struttura complessa, nell’attuale ordinamento, ovvero di servizio amministrativo o tecnico nell’ordinamento previdente; - che con deliberazione n. 235/DG del 22 novembre 2005 il Direttore Gene- 8 rale dell’Azienda unità Sanitaria Locale FG/2 ha nominato il direttore amministrativo; - che il nominato direttore amministrativo, così come risulta dal curriculum allegato alla deliberazione, non sembra aver svolto, per almeno cinque anni. attività di direzione di struttura complessa o di servizio amministrativo o tecnico; - che, infatti, l’Unità di Controllo di Gestione è stata elevata a struttura complessa solo con la legge regionale n.1/04; - che, pertanto, la nomina in questione deve ritenersi illegittima e va, quindi, revocata; interrogano per conoscere se sono a conoscenza che il direttore amministrativo dell’Azienda Sanitaria Locale FG/2 è stato nominato in assenza dei requisiti di Legge e se non intendono intervenire sul Direttore Generale della stessa Azienda Sanitaria perché revochi l’illegittima deliberazione di nomina». TEDESCO, Signor Presidente, colleghi consiglieri, in relazione all’interrogazione del 14/07/06 relativa con la quale i consiglieri regionali Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Marmo N., Ruocco, Silvestris hanno richiesto notizie in merito al possesso dei requisiti da parte del direttore amministrativo dell’azienda sanitaria ASL Fg/2, dottoressa Maria Rosaria D’Aniello, si precisa che per la valutazione dei requisiti previsti dall’articolo 3, comma 7, del decreto legislativo numero 502/92 e successive modifiche ed integrazione, ai fini della nomina del direttore amministrativo sin dalla costituzione dell’azienda sanitaria e del servizio sanitario regionale, si è fatto riferimento ai criteri di cui alla DPR 484/97 che disciplina l’accesso alla dirigenza di struttura complessa e conseguentemente quindi è stata considerata l’utile la direzione di struttura semplice dotata di una certa autonomia ed elevata professionalità in un ente o azienda sanitaria di media o grande dimensione. Il riferimento alla struttura complessa è stato adottato dalla Giunta regionale con il provvedimento n. 120 del 17 febbraio 2004, quale criterio per la valutazione dei titoli necessari all’inserimento nell’elenco dei candidati idonei alla nomina di direttore generale. Si evidenzia, inoltre che l’unità opera- tiva di cui trattasi con l’art. 30 della Legge Regionale 4 agosto 2004 n. 14, da struttura semplice è stata modificata in una struttura complessa, attesa l’autonomia e l’alta professionalità necessaria per l’espletamento della materia ad essa assegnata. Nel caso specifico dal curriculum allegato al conferimento dell’incarico di direttore amministrativo dell’azienda ASL Fg/2 deliberato con atto del direttore generale n. 235 del 22 novembre 2005, si evince che la dottoressa Maria Rosaria D’aniello risulta aver svolto le funzioni di dirigente-coordinatore dell’unità operativa controllo di gestione, delibera n. 2446 del ’97, con decorrenza 04/12/97 fino alla data della sottoscrizione della dichiarazione stessa, appunto, novembre 2005, quindi, per un periodo di tempo notevolmente superiore ai cinque anni previsti dalla normativa richiamata. PRESIDENTE. Il Gruppo di AN comunica di ritenersi soddisfatto dalla risposta dell’assessore Tedesco. Interrogazione urgente a firma del consigliere Rocco Palese: “Accreditamento della Soc. Coop. ‘Fratello Sole’ s.r.l. sita in Cassano Murge” «– Al Presidente della Giunta regionale edall’assessore alle politiche della salute. – Premesso che - con determina dirigenziale del settore programmazione e gestione sanitaria dell’assessorato alle Politiche della Salute N. 60 del 23/03/2006, è stato conferito l’accreditamento istituzionale per 14 posti letto alla struttura residenziale psichiatrica “Fratello Sole” sita in Cassano delle Murge in provincia di Bari; - dalla determina risulta che il Settore con nota Prot. N. 24/24456/5 del 27/ 09/05 ha invitato il Dipartimento di Prevenzione dell’azienda USL FG/2 ad effettuare idoneo sopralluogo presso il Centro in oggetto, finalizzato alla verifica dei requisiti per l’accreditamento; - con nota del 19/12/05 il Capo Dipartimento di Prevenzione della Ausl FG/2 ha espresso parere favorevole all’accre-ditamento; - come risulta sempre dalla stessa de- .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. termina, l’Ausl territorialmente competente per esprimere parere sull’accreditamento di una struttura sita in Cassano delle Murge è la Ausl BA/3 con sede ad Altamura; - l’accreditamento delle strutture viene concesso dalla Regione Puglia sulla base di una preventiva individuazione del fabbisogno assistenziale riveniente nell’intero territorio della Ausl di appartenenza e territorialmente competente; - i posti letto da accreditare devono rientrare nel fabbisogno aziendale di posti residenziali di riabilitazione psichiatrica; - difficilmente la Ausl FG/2 avrà potuto certificare che l’accreditamento di una struttura sita in Cassano delle Murge poteva rientrare nel fabbisogno assistenziale del territorio di propria competenza; - la Ausl territorialmente competente, quindi la BA/3 è tenuta, comunque, alla verifica e alla valutazione della persistenza dei requisiti di accreditamento; si interroga per sapere - il motivo per cui il sopralluogo per la verifica dei requisiti di accreditamento è stato richiesto alla Ausl FG/2 e non alla Ausl BA/5 competente per territorio; - se analogo sopralluogo sia stato richiesto dal Settore alla Ausl territorialmente competente; - se la Giunta è a conoscenza che l’accreditamento delle strutture viene concesso dalla Regione Puglia sulla base di una preventiva individuazione del fabbisogno assistenziale riveniente nell’intero territorio della Ausl di appartenenza e territorialmente competente; - come si può pensare che la Ausl territorialmente competente, pur non avendo in alcun modo autorizzato l’accreditamento, sia successivamente chiamata dalla Regione Puglia a verificare la persistenza dei requisiti di accreditamento; - come abbia potuto la Ausl FG/2 certificare che i 14 posti letto della struttura di Cassano delle Murge rientrano nel fabbisogno assistenziale del proprio territorio; - se la Giunta sia a conoscenza di quanto denunciato; - se la Giunta non ritenga che tale n. 88 Marzo - Aprile 2007 procedura possa costituire un pericoloso precedente per altre richieste di accreditamento le cui autorizzazioni potrebbero essere rilasciate da Ausl diverse da quelle di appartenenza e, quindi, senza alcun riguardo al fabbisogno del territorio su cui ricadono le strutture e, soprattutto, senza alcun controllo da parte delle Ausl di appartenenza; - se non ritengano di riferire al Consiglio regionale sulla vicenda». TEDESCO, assessore alle politiche della salute. il Presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, ha interrogato il sottoscritto in ordine all’accreditamento istituzionale concesso alla società cooperativa “Fratello Sole” struttura riabilitativa psichiatrica sita in Cassano Murge con determina dirigenziale del settore programmazione e gestione sanitaria dell’assessorato alle politiche della salute n. 60 del 23 marzo 2006. Con la nota protocollo n. 231/FI del 18 luglio dello scorso anno che si deposita unitamente alla presente, l’interrogante muove una serie di rilievi circa l’atto dirigenziale citato, per cui si rende necessario esplicitare il procedimento amministrativo propedeutico all’adozione del provvedimento di accreditamento della società cooperativa “Fratello Sole”. Il settore ha concesso l’accredita-mento istituzionale nel pieno rispetto di quanto stabilito dagli articoli 24 commi 3 ed 8 e 29, comma 2 della Legge Regionale n. 8 del 28 maggio 2004 e successive modifiche e integrazioni che è opportuno di seguito riportare. All’articolo 24, “Procedure di accreditamento e di verifica dei requisiti”, il comma 3 afferma: “ai fini della concessione dell’accreditamento il dirigente del settore sanità, verificata la funzionalità della struttura in base agli indirizzi di programmazione regionale come individuati all’atto dell’autorizzazione in caso di esito positivo avvia la fase istruttoria e chiede il parere sugli aspetti tecnico-sanitari alle strutture competenti. In base alle risultanze delle valutazioni effettuate il dirigente del settore sanità, completata la fase istruttoria, predispone gli atti conseguenti”. Pertanto, nella continuità del procedimento amministrativo con la determina dirigenziale n. 60 del 23 marzo 2006, il settore programmazione e gestione sanitaria ha disposto l’accreditamento istituzionale della società cooperativa “Fratello Sole”, avuto riguardo, in primo luogo dell’istanza di accreditamento prodotta da detta società in data 20 maggio 2005, ai sensi della legge regionale n. 8 e successive modifiche ed integrazioni; in secondo luogo del possesso dei requisiti minimi e ulteriori da parte della citata struttura accertati da aziendaASL di altra provincia; in terzo luogo stabilendo contemporaneamente la verifica e la persistenza dei requisiti di accreditamento con periodicità triennale ed ogni qual volta dovessero presentarsi situazioni che ne rendano necessaria una verifica non programmata da parte dell’azienda territorialmente competente con la quale ogni struttura potrebbe stipulare il contratto ai sensi dell’articolo 8 quinquies del decreto legislativo n. 502/92. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’interrogante PALESE. Mi dichiaro soddisfatto della risposta. La Sanità Pugliese dal 2000 al 2006 è tutta QUI un o In nett D fa C co n 7 co Deliberazioni, Circolari, Determinazioni, News, Legislazione, BUR, Gazzette Ufficiali... www.tuttosanita.it - tel. 080/4323449 - [email protected] .......................................................................................................................................... 9 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. consanit 10 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. consanit n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 11 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Intervista “Demolire e ricostruire è meglio che consolidare e ristrutturare” A colloquio con il Direttore Generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Foggia, Tommaso Moretti Ora che è passata la filosofia vincente che, a parità di costi, “demolire e ricostruire è meglio che consolidare e ristrutturare”, si risolveranno finalmente i problemi di staticità del monoblocco degli “OO.RR.”, costati decenni di tempo perduto e molti miliardi in fumo? Quali sono i tempi previsti per il ripristino funzionale dei corpi abbattuti? Per le parti abbattute certamente è passato il criterio della demolizione che a parità di costi ha il vantaggio di poter disporre di edifici totalmente nuovi. Ma vi è molto ancora da fare per rinnovare le parti ancora “in piedi” del monoblocco esistente. Mi riferisco al corpo “A”, “B”, “G” ecc.. Per i corpi “A e B” si è in fase di progettazione esecutiva con l’utilizzo di fondi già assegnati. Per i corpi, “G e A2” si provvederà a breve a pubblicare un avviso per selezionare lo studio tecnico ingegneristico che dovrà predisporre un progetto preliminare che ne preveda la demolizione e la ricostruzione in funzione del trasferimento negli “OO.RR.” di tutte le attività sanitarie del Presidio D’Avanzo, del collegamento tra il monoblocco rinnovato e la “Maternità” e infine della creazione di una adeguata hall di ingresso al presidio. Per i due plessi già abbattuti “H” e “nuovo blocco – ala sx” la previsione per la riedificazione è di quindici mesi. La consegna delle aree alle imprese aggiudicatici è già avvenuta. Sono grato a tutti gli addetti dell’Area tecnica che in questa fase si stanno distinguendo per l’operosità, l’impegno e l’originalità delle scelte. 1. È riuscito a “spuntare” il finanziamento della Regione Puglia per il nuovo plesso di n. 250 posti letto con piastra tecnologica da realizzare accanto e collegato al plesso della “Maternità”? Che tempi è possibile prevedere? Il punto della situazione nell’Azienda ospedaliero-universitaria dauna per quel che riguarda la risoluzione dei problemi di staticità del monoblocco e la realizzazione, che avrà luogo nei prossimi tre anni, della piastra tecnologica da 250 p.l. decisa dalla Giunta regionale con lo stralcio 2007 del piano di edilizia sanitaria. Le risposta ai problemi derivanti dalle liste d’attesa. Il potenziamento in corso del pronto soccorso. La situazione estremamente seria degli organici del personale. Non meno di tre anni per l’impiego della cospicua somma di € 65.000.000,00. Infatti necessita preliminarmente che il Comune di Foggia riclassifichi le aree attigue ove sorgerà il nuovo complesso, che venga approvata la progettazione esecutiva, che si realizzino gli espropri e poi le fasi dell’appalto, dell’aggiudicazione e dell’esecuzione. In più si è ottenuto con il recente Piano di riparto deliberato dalla Giunta Regionale € 11.000.000,00 per l’adeguamento alle norme di accreditamento del complesso “Maternità”. 2. Lei ha fatto spesso appello alla collaborazione ed alla comprensione dei cittadini e dei media. Va bene per le difficoltà logistiche legate ai lavori in cantiere ma che risposte di dare, per esempio, sulle lunghe liste di attesa che sono ancora la dannazione dei cittadini (Mammografie, TAC, RMN,Anatomia Patologica)? Si sono rinnovate le due TAC dopo 15 anni. Di queste due acquisizioni una rappresenta il meglio esistente sul mercato: la 64 multistrato e l’altra una 16 multistrato. È stato di recente deliberato l’acquisto di un’altra TAC per il Presidio D’Avanzo la cui gara si è espletata nell’anno 2006. Sono stati rinnovati tutti i vecchi telecomandati. Per l’immediato si sta provvedendo ad indire apposita procedura di gara per dotare il Pronto Soccorso di TAC dedicata e di un nuovo telecomandato. Inoltre l’Area Tecnica dell’Azienda sta predisponendo un progetto esecutivo per l’allestimento della 2a Radiologia attesa l’esigenza di separare quella universitaria da quella ospedaliera. In questa 2a radiologia, che sarà ospe-daliera, è prevista anche una RMN che si aggiunge a quella esistente. Negli ultimi sei mesi inoltre sono stati assunti ben n. 6 radiologi in funzione, tra l’altro, dell’attivazione dell’impianto Angiogra-fico. Il forte potenziamento del sistema radiologico si impone perché il territorio è sguarnito di qualsiasi struttura pubblica o privata capace di erogare prestazioni qualificate. Per quanto attiene all’Anatomia patologica sono in via di espletamento procedure per il rinnovo dell’intera dotazione tecnologica della Unità operativa universitaria. Altresì sono stati assunti tre dirigenti medici distribuiti tra le due strutture a conduzione universitaria e ospedaliera determinando un rapido dimezzamento dei tempi di esecuzione delle prestazioni e quindi l’abbattimento delle liste di attesa. Il lavoro e la dedizioni dei Direttori amministrativo, Dott. Cordisco, e sanitario, Dott. Dattoli prima e Dott. Procaccini dopo sono risultati fondamentali per gli indirizzi e le scelte adottate volte al superamento delle criticità richiamate. 3. Una domanda sul Pronto Soccorso è d’obbligo? Ora è veramente precaria la sistemazione del Pronto Soccorso degli “OO.RR.”. Come conta di superare tale situazione e in quanto tempo? 12 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. La situazione Pronto Soccorso degli OO.RR. di Foggia è oltremodo precaria e preoccupante. Questa Direzione Generale già sta eseguendo lavori di ristrutturazione degli ambienti per renderli più adeguati alle incombenze. Tra questi, particolare importanza è stata data alla attivazione di posti letto per l’osservazione breve e alla localizzazione viciniora al Pronto Soccorso del Laboratorio di analisi di urgenza. Si è bandito concorso pubblico per la copertura di ulteriori n. 5 posti di dirigente medico mentre l’Area del Patrimonio è in procinto di provvedere alle procedure di gara per il potenziamento dell’alta tecnologia. In definiva si sta operando su tutte le componenti del sistema. Il Pronto Soccorso, comunque, troverà definitiva allocazione nella piastra tecnologica che sarà costruita con i fondi ex art. 20 Legge 66/88 di € 65.000.000.00 di cui prima. 4. Altra nota dolente il personale. Dopo la pianta organica approvata lei ha dovuto sostenere l’impatto dei precari, le assunzioni interinali, ora il concorso per i dirigenti, in corso, il riposizionamento delle responsabilità derivanti dal contratto. Ci sono ritardi? Sono superabili in tempi brevi, considerata la necessità di una classe dirigente rinnovata? La situazione degli organici del personale è cosa estremamente seria. Il 4% di incremento concessaci dalla Regione Puglia è risultato un dato modesto anche perché nel decennio trascorso si è sempre fatta una politica rigorosa che ha penalizzato sopratutto le dotazioni del personale dipendente. Il gap è considerevole mentre oggi necessita combinare le esigenze di implementazione con i rigori delle leggi finanziarie che rappresentano vincoli insuperabili. Importante risulta, a mio avviso, migliorare la produzione, cioè la quantità delle prestazioni sanitarie erogate, poiché ciò costituirà il volano e la motivazione per un incremento dell’assegnazione annua regionale con consequenziali ricadute sul giusto incremento della forza lavoro. Poi c’è la questione del miglioramento qualitativo delle prestazioni sanitarie con indici di migliore redditività (Trapianti, Cardiochirurgia, Chirurgia vascolare, Oncologia, Angiografia interventistica, Radioterapia ecc.) che una n. 88 Marzo - Aprile 2007 volta acquisito qualificherà ed indicherà la vera vocazione degli OO.RR. e della facoltà di Medicina e Chirurgia di Foggia. La vicenda dei precari comunque è in via di soluzione così come quella della dirigenza amministrativa. Questa Azienda non ha a tutt’oggi una struttura dirigenziale adeguata alle complesse competenze gestionali ed organizzative e, ciò, è frutto di tante circostanze. Si sta provvedendo a sanare tale anomalia e nel frattempo per le situazioni di emergenza ci si è rivolto a professionisti e ad altre Aziende sanitarie per stipulare convenzioni con qualificati dirigenti. Tre convenzioni sono state stipulate: con il Dott. Nicola Rosato, con il Dott. Gino Muci e con il Dott. Pasquale Minore. Hanno svolto un lavoro enorme per riportare ordine e legalità negli atti amministrativi. C’è chi critica tali scelte per ignoranza dei fatti e c’è chi critica perché non si rassegna al semplice ritorno dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione. 5. Infine, il Risk management. Sono sempre più numerose le proteste per la cosiddetta malasanità, che sempre più spesso sfociano in procedimenti giudiziari, civili e penali, a carico di medici e operatori delle strutture pubbliche. Qual è la situazione al Policlinico di Foggia? Credo, nella media. Il fenomeno, però, è in crescendo. Per una vera svolta necessitano strutture nuove, tecnologie avanzate, addetti maggiormente professionali ma anche spirito di servizio e “cultura dell’anima” da parte di tutti gli operaCASA DI CURA POLISPECIALISTICA tori medici e di assistenza. La buona organizzazione, la ingegnerizzazione dei processi di produzione e di gestione, la tecnologia più moderna, non conferiscono alcun valore aggiunto reale ad un servizio sanitario se manca il coinvolgimento emotivo del personale e se coloro che ne sono preposti, donne o uomini che siano, non lascino liberalmente fluttuare quella componente di “femminilità”, di disponibilità affettiva alla protezione e alla rassicurazione che crea fiducia, facilita la comunicazione interna ed esterna e rende soddisfacente il rapporto con chi ha bisogno. Cioè tutto ciò che comunemente si semplifica con l’espressione “umanizzazione”. Ma la sola umanizza-zione non può essere bastevole per migliorare significativamente la relazione tra operatori della sanità ed utenti. Occorrono anche linee guida, protocolli diagnosticoterapeutici, verifiche continue della qualità delle prestazioni, progettualità interna volta al perfezionamento organiz-zativo dei processi e costante monito-raggio degli stessi. In tal senso questa Azienda ospedaliero-universitaria, con delibera n. 1306 del 6.12.2006, si è attivata, in linea con il progetto regionale che vede come referente l’A.Re.S., alla realizzazione di un programma di Risk Management che coinvolge la Direzione sanitaria aziendale e di presidio, la Struttura legale e quella Medico-legale, in funzione dell’obiettivo della prevenzione stragiudiziale del contenzioso e della sicurezza del paziente attraverso il perfezionamento e la revisione delle procedure sanitarie unitamente alla formazione costante del personale medico e di assistenza. VILL A VERDE VILLA AUTORIZZAZIONE COMUNALE N° 06/2001 TAR ANTO aino - Medico Spec. in Igiene Direttore Sanitario: Dr Dr.. Alessandro F Faino CARDIOLOGIA - UTIC - RIAB. CARDIOLOGICA: MEDICINA - ONCOLOGIA - PNEUMOLOGIA RIABILITAZIONE RESPIRATORIA: GERIATRIA - RIABILITAZIONE MOTONEUROLESI: RESP.LI DR. V. POLINI - DR. C. LA ROSA - Spec. in Cardiologia RESP. DR. I. MONGELLI - Spec. in Gastroenterologia RESP. DR. F. SDANGANELLI - Spec. in Reumatologia e Geriatria LABORATORIO DI ANALISI CLINICHE: RESP. MEDICO DR.SSA F. LADDOMADA Spec. in Patologia G. RESP. BIOLOGO DR. M. CARONE AMBULATORIO DI RADIOLOGIA: AMBULATORIO DI FISIOKINESITERAPIA: RESP. DR. N. DANESE - Spec. in Radiologia Medica POLIAMBULATORIO E DAY HOSPITAL: RESP. DR. M. FORMOSO - Spec. in Medicina Fisica e Riabilita.ne RESP. DR. A. FAINO - Spec. in Igiene CENTRALINO 099.7727111 74100 TARANTO - Via Golfo di Taranto n. 22 (rione salinella) - Autobus di linea n. 8 - n. 8 barrato www.VILLAVERDETARANTO.it - e-mail:[email protected] .......................................................................................................................................... 13 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Quaderni di diagnostica per immagini/5 Radiologia tradizionale, quale futuro? Vito De Mitri* Wilhelm Conrad Roentgen, nel 1995, dimostrò le proprietà di attraversamento dei corpi da parte di radiazioni generate da un tubo di Crookes; erano stati scoperti i “Raggi X”, era nata la Radiologia. L’uso più intuitivo ed immediato fu quello per scopi diagnostici, a cui seguì, una volta resi evidenti i danni tissutali arrecati dalle radiazioni(in particolare sulle mani dei medici radiologi), l’utilizzo anche per procedure terapeutiche (e i primi sistemi furono, per l’appunto, dedicati al trattamento di patologie della pelle). Innumerevoli sono i vantaggi che la possibilità di diagnosi permesse dai raggi X ha apportato all’umanità, nonostante le radiazioni non fossero innocue per l’organismo. Basti ricordare come un semplice esame del torace, effettuato su vasta scala nel dopoguerra (la schermografia) abbia pressochè debellato, nei paesi occidentali, il flagello della tubercolosi e determinato, in Italia, la chiusura definitiva dei Centri Provinciali Antitubercolari. L’adozione per uso clinico di un sistema proveniente dalla tecnologia militare, e che non solo convertiva la radiazione x in luce visibile, ma ne amplificava la luminosità in maniera incredibile, cambiò negli anni ‘60 la Radiologia, consentendo l’ottenimento di due risultati notevolissimi: € riduzione drastica della dose ai pazienti, e azzeramento di quella assorbita dagli operatori; € possibilità (impiegando sistemi ottici e di documentazione delle immagini) di visualizzare scene prolungate, peraltro alla luce del giorno e non al buio come in precedenza; L’irrompere sul mercato di strumentari di diagnostica per immagini tecnologicamente innovativi (Ultrasuoni, TAC, RMN, PET), apre nuove frontiere per le Scienze Mediche; per la Radiologia, ormai definita “tradizionale”per distinguerla dai nuovi e più evoluti sistemi, viene pronosticata una rapida fuoriuscita dal mercato. Tutto ciò non si è dimostrato vero. In soccorso della diagnostica a raggi X interviene ancora una volta la tecnologia, nella veste dei nuovi detettori digitali (i cosiddetti “flat panel”). Per la verità i primi sistemi di detezione apparsi sul mercato (fine degli anni ‘90) erano di tipo statico, in grado cioè di visualizzare una sola immagine per volta, ciò che ha costretto gli utilizzatori all’adozione contemporanea, a volte sulla stessa attrezzatura, di due tecnologie diverse. Ove, infatti, era necessario visualizzare e documentare fenomeni dinamici, non si poteva fare a meno dell’ormai datato amplificatore di brillanza, col quale si ottenevano fluoroscopie chiamate sì digitali, ma solo per una conversione in digitale di immagini originariamente analogiche; quando si doveva operare in grafia, invece, si ricorreva ai detettori digitali (di tipo statico). La coesistenza delle due tecnologie creava complicazioni facilmente immaginabili. Ebbene, il processo evolutivo della tecnologia “flat panel” si è praticamente concluso, al punto che sono ormai disponibili (ampliamente “ingegnerizzati” e sperimentati con successo nelle sezioni angiografiche) i detettori dinamici in grado di visualizzare 30 immagini al secondo, ma con qualità enormemente superiore agli amplificatori di brillanza, ormai senza alcun futuro. In pratica non c’è più un sistema di detezione per la scopia e uno diverso per la grafia, ma lo stesso pannello effettua indifferentemente le due prestazioni. È evidente che la versatilità, la facilità d’uso, la velocità, la connettività propria dei sistemi digitali, fanno si che i nuovi apparecchi radiologici dotati di sistemi di questo tipo, decretando l’obsolescenza rapidissima degli apparati esistenti, siano destinati ad imporsi con grande rapidità. Ulteriori (e non trascurabili) vantaggi sono la drastica riduzione di dose di radiazioni assorbita dai pazienti e l’ottimale distribuzione di spazi nei reparti (basti pensare che 1 o 2 sale diagnostiche così configurate risolvono i problemi di produttività di Ospedali anche importanti). In conclusione,il futuro della radiologia cosiddetta “tradizionale” è già presente, e l’utilità della branca della Diagnostica strumentale che adopera i raggi X non si è ancora esaurita; un po’ frettolosamente e con troppa superficialità è stata ipotizzata vicina alla pensione. * Dirigente d’Azienda 14 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. SISMED LECCE n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 15 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Dalle Aziende La sanità dalla parte dei cittadini: il percorso della ASL BA Luciano Lovecchio * Un’Azienda Sanitaria, che si vuole adeguata ai livelli di complessità e alle richieste che le rivolge la popolazione di riferimento, nelle sue forme organizzate e istituzionali, fino ad arrivare alla definizione dell’assistenza individuale, deve essere in grado di leggere non soltanto le normative, i piani, le linee guida, ma anche il contesto sociale nel quale opera. In modo da individuare il contributo specifico che può dare al miglioramento dello stato di salute complessivo e quale parte può avere nel più generale contesto dei servizi della Regione. Il termine “azienda” può però indurre facilmente in errori operativi e far correre il rischio che sia sufficiente focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti organizzativi o utilizzare gli strumenti della gestione aziendale per ottenere la responsabilizzazione degli operatori ed un sistema più efficace ed efficiente. Porsi obiettivi prestazionali e quantificare l’uso delle risorse in un determinato periodo temporale è una cosa usuale nelle nostre organizzazioni sanitarie, anzi è proprio il sistema autorizzatorio dell’ente pubblico che richiede un processo esplicito di pianificazione degli obiettivi e di programmazione delle risorse. Va tenuto comunque in debito conto che non è più possibile fare affidamento unicamente su un aumento delle risorse per l’assistenza sanitaria, perché la richiesta di tali risorse sarà sempre maggiore delle risorse disponibili e che la relazione tra benefici e spesa sanitaria è descritta da una curva che mostra un andamento in cui, se si incrementasse l’impiego di risorse oltre un certo valore, i benefici generati sarebbero nulli: si ingenererebbe cioè uno spreco di risorse in cui ogni spesa addizionale sarebbe improduttiva in termini di benefici sanitari addizionali. Sono queste le ragioni che ci hanno indotto ad abbracciare le tesi e gli obiettivi esposti dal Ministro della Salute, On.le Livia Turco, che mirano a “….contrarre un nuovo Patto per la salute, un vero e proprio “New Deal” per la sanità italiana che sappia raggiungere e coinvolgere tutte le componenti del sistema finalizzandone l’operato verso un unico grande obiettivo: ridefinire modi e forme del sistema perché esso sia finalmente orientato verso i bisogni e le esigenze dei cittadini. Ma che sappia anche considerare la produzione del benessere e della salute come il principale baricentro delle nostre politiche. A bisogni di salute sempre più crescenti devono infatti corrispondere investimenti adeguati sull’insieme delle strategie comprese tra la prevenzione della malattia, la responsabilizzazione dei cittadini e il controllo complessivo dei diversi “determinanti della salute” (stili di vita, ambiente, lavoro, condizioni sociali ed economiche)”. In attuazione dell’art. 14 della legge regionale 3 agosto 2006, n. 25 (Principi e organizzazione del Servizio sanitario regionale), le Aziende sanitarie locali (ASL) della Regione Puglia sono state ridotte a una per ciascuna delle province di Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto. Si tratta di una nuova disposizione inserita nella legge regionale 28 dicembre 2006, n. 39 sull’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno finanziario 2007 e precisamente nel Titolo II – Norme per il contenimento della spesa sanitaria - all’ art. 5. Lo stesso articolo 5 della citata legge n. 39/06 prevede la nomina da parte della Giunta regionale, per ciascuna delle ASL provinciali di Bari, Foggia e Lecce, di un Commissario straordinario che provveda alla gestione transitoria ed agli adempimenti relativi alle operazioni di fusione. Per quanto riguarda il nostro territorio, la L.R. 39/06 ha sancito la fusione delle 4 AUSL (BA/2, BA/3, BA/4 e BA/5) in una unica Azienda Sanitaria della Provincia di Bari: la ASL BA. Questo nuovo soggetto conta: Personale Dipendente Comuni Distretti Popolazione Residente Pop. Straniera Residente Presidi Ospedalieri Posti Letto n. 12.0200 n. 41 n. 14 1.250.000 20.000 n. 15 n.1.800 La creazione di questo nuovo soggetto è stato effettuata nell’intento di: - inserire, nelle regole del suo funzionamento, precisi elementi di responsabilizzazione nell’erogazione dei servizi sanitari e di razionalizzazione dell’assistenza sanitaria;. - Avviare la distrettualizzazione, che dovrà partire nel 2007, in una regione “che ha vissuto un processo di desertificazione del territorio; il ricorso improprio al circuito ospedaliero è uno dei più importanti indici di appesantimento della spesa sanitaria” (rif. VENDOLA). - indurre vantaggi economici derivati da: - riduzione managers, - centralità negli acquisti (economie di scala); - razionalizzazione funzioni; - eliminazione duplicazioni attività; - pianificazione unica; - riduzione mobilità tra AUSL; - controllo della spesa farmaceutica; - ecc. 16 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. In questi termini, per le Direzioni delle ASL, il must non può che essere quello di identificare il Piano Strategico di fusione e riorganizzazione con un Piano di ri– qualificazione dei servizi e delle attività, rispettando canoni di estremo rigore. Non si ci si pone così obiettivi nuovi, di tipo economico, ma l’obiettivo è il miglioramento delle performance operative, nella consapevolezza che il tempo e il trend con cui viene realizzato costituisce la discriminante per avere successo o fallire. Solo in questo senso la dirigenza di questa azienda condivide le sfide del management di qualunque impresa privata o pubblica di altri settori. Ma è opportuno, per affrontare il problema con la responsabilità che il caso richiede, non trascurare evidenti elementi di criticità nella componente gestionale del sistema. 1. Un fattore critico nella strategia va individuato nella costante “incapacità” di stima delle risorse finanziarie necessarie e che oggi è giunta ad un punto tale da far emergere un rischio reale di “non governabilità” del sistema. Tutto ciò anche in considerazione sia della difficoltà di fare fronte alla debitoria proveniente dalla acquisizione delle situazioni patrimoniali delle vecchie AUSL confluite (il passivo di bilancio accertato è di 106 milioni di Euro), sia della difficoltà di determinare un piano di rientro che possa avere caratteristiche strutturali e non legato a provvedimenti estemporanei dagli effetti limitati nel tempo e dalle conseguenze non sempre prevedibili. 2. Altro elemento di criticità da affrontare in termini di risorse è quello delle diverse professionalità impiegate nel sistema, oggi attraversate da una profonda crisi in termini di ruolo, potenzialità di innovazione, assunzione di responsabilità e garanzia di autonomia nell’esercizio del proprio lavoro, nonché da conflittualità legate alla applicazione degli istituti contrattuali, che risulta differente in funzione della vecchia AUSL di provenienza. 3. Altra criticità è la cura delle priorità da assegnare allo sviluppo lo sviluppo del governo clinico e assistenziale inteso come “sistema” di governo partecipato dell’azienda sanitaria, prevedendo forme specifiche e garantite di governance, stan- n. 88 Marzo - Aprile 2007 te la ampiezza del territorio e la corrispondente varietà di situazioni dettate da fattori ambientali variegati. Il fine è quindi quello di valorizzare e responsabilizzare l’esperienza clinica e assistenziale, omogeneizzando le metodologie applicative, allo scopo di orientare il sistema verso l’obiettivo prioritario della soddisfazione dei bisogni del cittadino, attraverso modalità di intervento basate sulla qualità e l’appropriatezza nelle prestazioni. 4. Ulteriore ragione di criticità è espressa dalla garanzia di fornitura delle prestazioni e dalla gestione delle liste di attesa, in presenza di strutture assistenziali, in un territorio molto ampio, non sempre dotate di uguali capacità operative. La riduzione dei tempi di attesa si può ottenere solo attuando appieno quelle pratiche di buon governo che devono finalmente diventare patrimonio universale della cultura aziendale. Bisognerà lavorare intensamente per assicurare soluzioni stabili che incidano strutturalmente sul sistema e assicurino, anche grazie a questo approccio, risposte durature e non episodiche ai cittadini. Uno degli elementi di successo risiede nella già avviata opera di attivazione di un sistema informativo adeguato, che consenta di disporre in tempo reale del polso della situazione e di assumere decisioni basandole su elementi oggettivi. Ma non basta enunciare gli elementi di difficoltà. Il nostro impegno è stato rivolto alla soluzione di essi. Come? Abbiamo già attivato: - Investimenti immobiliari: presso quasi tutti gli ospedali sono stati cantierizzati interventi strutturali di adeguamento e/o ammodernamento strutturale; - Investimenti in attrezzature sanitarie e per l’aumento della produttività e delle tecnologie: sono state acquistate attrezzature e strumentazioni per sostituire quelle ormai obsolete ed per attivare nuovi servizi; - Investimenti per il miglioramento della sicurezza e applicazione della 626: è stata avviata un’attività di riorganizzazione complessiva che tenga conto della necessità di facilitare l’accesso alle strutture e tutelare la sicurezza degli operatori anche attraverso il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine. In considerazione della fusione delle 4 vecchie AUSL, abbiamo attivato procedure: - per la razionalizzazione dei processi di supporto: Gestione risorse umane Accentramento sedi amministrative; - per la riduzione dei costi dei beni e servizi: Sviluppo sistema informativo aziendale - Verifica e controllo prestazioni;. - più in generale, per la razionalizzazione della spesa, al fine di realizzare economie stimabili intorno ai 10 milioni di euro. Con questi interventi programmatori, si stima di portare il bilancio 2007 a segnare un passivo di 96 milioni di euro: chiusura migliorativa rispetto alla attuale situazione, sia se si considera che il passivo della sola AUSL BA/4 ammontava a 90 milioni di Euro, sia in considerazione dei trasferimenti del fondo, provenienti dal Ministero della Salute, e valutati in 75 milioni di Euro. La ASL BA è stata la prima in Puglia ad aver unificato i sistemi informatici aziendali, ricorrendo alla costituzione di una apposita ATI tra le società fornitrici già presenti nelle quattro AUSL e realizzando con prontezza un ripristino dei servizi inimmaginabile con il ricorso a soluzioni di altra natura. Per tutto il territorio della nuova ASL sono state unificate, messe in rete ed ampliate le fasce orarie di apertura degli sportelli CUP - Anagrafe Sanitaria e sono in fase di allestimento guide multilingue di accesso ai servizi. Per aumentare l’accessibiltà e ridurre i tempi di attesa, si sta estendendo a tutta la nuova AUSL la distrettualizzazione delle Commissioni di Invalidità. Per la ex AUSL BA/4 l’unica segreteria centrale è stata delocalizzata in segreterie autonome, una per ciascun distretto e sono state istituite altrettante Commissioni Invalidi Civili di prima istanza titolari, ciascuna in grado di lavorare autonomamente. Le Commissioni Provinciali Ciechi e Sordomuti sono state dotate anch’esse di autonoma segreteria ed è stata istituita e resa operante la Commissione per le cause di servizio dei dipendenti degli Enti non economici (INPS, INAIL, INPDAP,…): analogo provvedimento dovrà essere esteso a tutto il territorio della ASL BA. .......................................................................................................................................... 17 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. È stato avviato un programma di potenziamento delle cure domiciliari. È stato avviato un piano di redistribuzione territoriale delle strutture sanitarie che prevede un potenziamento delle aree periferiche dell’Azienda meno dotate, ed una modifica delle caratteristiche strutturali e organizzative delle medesime strutture sanitarie. È stato predisposto il coinvolgimento attivo dei medici di famiglia nella sensibilizzazione e nell’invito della popolazione da sottoporre alle pratiche di screening. L’adozione del Piano Regionale della Prevenzione ha comportato l’esigenza di elaborare le strategie di avvio e quindi di chiamata attiva della popolazione interessata e strutturare la rete di supporto degli screening oncologici con il coinvolgimento di tutte le figure professionali, compresi i MMG, e tutte le strutture interessate al processo di attivazione sia dello screening mammario sia del carcinoma del collo dell’utero. Su tutto il territorio della nuova ASL sarà attuata la distribuzione diretta dei farmaci inclusi nel PHT, da effettuarsi, da parte del Sistema distributivo territoriale, per conto del SSR, attivando così un unico centro d’acquisto; questo, unitamente all’accordo stipulato tra ARES e FEDERFARMA sulla scontistica applicata ai farmaci ed all’intesa raggiunta con le case di cura private, indurrà ulteriori economie e quindi contribuirà alla riduzione del deficit. Per aumentare l’efficacia e la trasparenza della gestione è stato: - esteso a tutto il territorio della nuova ASL il Protocollo Informatico; - proposto un nuovo regolamento, più snello, per gli acquisti in economia, che prevede una maggior delega alle strutture periferiche. Sono state redatte linee guida aziendali che regolamentano la liquidazione delle spese di trasporto degli emodializzati. Si sta procedendo alla estensione alla ASL BA della convenzione, già sottoscritta tra la AUSL BA/4 e l’Agenzia delle Entrate, per il controllo delle autocertificazioni finalizzate alla fruizione delle esenzioni ticket. Sono in avanzato stato di elaborazione i Documenti Programmatici della Sicurezza ( Privacy). Grande impulso ed ampio spazio, in sede concertativa, è stato dato alla relazione dell’Azienda con le Organizzazioni sindacali espressione del Comparto e delle due Dirigenze per il riequilibrio delle risorse. Sono all’attenzione delle OO.SS. per il tavolo tecnico: - Regolamento di istituzione del Servizio Infermieristico, Tecnico e della Riabilitazione; - Regolamento per il conferimento di incarichi di coordinamento delle Professioni sanitarie non mediche; - Regolamento per l’applicazione dell’istituto della mobilità interna. cina del territorio attraverso la promozione della Casa della salute, così come indicata dal Ministro della Salute, che troverà un prima realizzazione nella attivazione, in collaborazione con i Comuni del territorio della ASL, di uno Sportello Unico dei Servizi Socio Sanitari. La Casa della salute, per la attivazione della quale stiamo lavorando, deve diventare la struttura polivalente e funzionale in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie e di garantire la continuità assistenziale con l’ospedale e le attività di prevenzione. Consideriamo i cittadini come risorsa strutturale e non quali meri destinatari di servizi e prestazioni. Valorizziamo il tanto che essi fanno, ai diversi livelli, per la cura della sanità, come bene comune. L’introduzione crescente di modalità e metodologie di rendicontazione nei confronti dei cittadini deve diventare un vero e proprio asse strategico della nostra azione nel processo di riqualificazione delle attività e servizi della nuova ASL. Ed a queste risultanze è fortemente connessa la convinzione che l’integrazione socio-sanitaria richiede un forte sviluppo delle politiche sociali. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutti i soggetti della medicina del territorio, di conoscere, confrontare e valutare le esperienze che si sono realizzate, i successi ottenuti e le criticità emerse per definire un progetto di medicina del territorio che possa essere apprezzato dai cittadini perché reale, vicino ed anche visibile. Per far questo, siamo partiti dall’esperienza dei distretti, rilevando e tenendo a mente che la presenza dei Medici di Medicina Generale è elemento fondamentale e portante. Essi giocano un ruolo cruciale per promuovere la continuità assistenziale e offrire al cittadino un punto di riferimento che lo guidi nel suo percorso di formazione, cura e riabilitazione. La figura rinnovata del Medico di Medicina Generale e di quello ambulatoriale, il ruolo forte delle professioni sanitarie e sociali impegnate anche a garantire le cure domiciliari, possono portare alla definizione di un nuovo progetto di medi- La fiducia. Vale a dire, avere come inderogabile punto di riferimento il cittadino, la sua dignità, la sua concreta condizione di vita. Il cittadino come portatore di diritti e doveri, come protagonista del suo benessere, che ha il diritto alle prestazioni essenziali ma anche il “dovere” di partecipare attivamente ai programmi di prevenzione primaria e secondaria. Obiettivi e mission della ASL BA La qualità. Principio che non deve riguardare solo gli aspetti squisitamente clinici ma anche quelli connessi ad una organizzazione e ad una catena di governo efficienti e in linea con gli obiettivi di salute prefissati. L’umanizzazione. I luoghi di cura e le pratiche medico assistenziali si devono rendere “aperti, sicuri e senza dolore”, conciliando politiche di accoglienza, informazione e comfort con percorsi assistenziali il più possibile condivisi e partecipati con il cittadino. L’unitarietà del sistema. E’ indispensabile per promuovere diritti esigibili su tutto il territorio, superando le attuali disuguaglianze. La responsabilità. Riguarda tutti gli attori, una sorta di “dovere di non ammalarsi” ma anche appropriatezza e lotta agli sprechi. La legalità. Intesa come principio guida universale nei comportamenti individuali e collettivi. La cultura dei risultati. Con una robusta iniezione di strumenti di valutazione e misurazione di ciò che garantiamo ai cittadini in termini di esiti e di risultati di salute, introducendo un cambiamento di cultura, di pratica e l’adozione di adegua- 18 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. ti indicatori e standard per il monitoraggio, che possano dare informazioni in tempo reale sull’appropriatezza, la qualità e il rispetto di un corretto rapporto costi-beneficio. La politica delle alleanze. E’ indispensabile, per tutelare un bene prezioso, come la salute, costruire un nuovo assetto che coinvolga, insieme alla unitarietà del soggetto istituzionale, le strutture private, le professioni mediche e sanitarie, i cittadini attraverso le loro associazioni di tutela, gli attori economici e sociali. In altre parole, la nostra sanità deve essere considerata come un sistema organizzato e strutturato per rispondere ad un interesse universale di “tutti” i cittadini, senza alcuna distinzione di età, condizione sociale, sesso, residenza. Per questi motivi la Direzione dell’Azienda Sanitaria di Bari è responsabile dello stato di salute di una popolazione così numerosa, ma è conscia che le scelte che devono essere compiute, per quanto determinate nel loro profilo fondamentale da ragioni tecniche, possono essere adeguatamente modulate, e possono trovare le condizioni della realizzabilità, solo attraverso il concorso degli organi competenti di tutti i livelli istituzionali. L’obiettivo è quello di dotare la Sanità di strumenti in grado di governare i cambiamenti in atto, promuovendo un modello organizzativo diffuso sul territorio, ispirato all’efficienza e alla qualità delle prestazioni. “Ottimizzare e organizzare la rete sanitaria - ha chiarito il Presidente della Regione - significa specializzare il sistema e far crescere la capacità di risposta alle comunità. Una strada che va percorsa attingendo alle potenzialità offerte dalla tecnologia e dall’informatizzazione, incrementando la dotazione del nostro sistema e mettendo in rete le strutture sanitarie esistenti. L’impiego di queste tecnologie rappresenta, infatti, un elemento strategico per realizzare un modello di Sanità compatibile con le risorse economiche disponibili e di maggiore efficacia nelle risposte ai bisogni di salute della popolazione”. * Direttore Amministrativo ASL Bari n. 88 Marzo - Aprile 2007 Nuovo codice dei contratti: tavolo regionale Nel Sistema Sanitario Regionale avrà luogo la sperimentazione di un centro territoriale per l’aggregazione dei processi di acquisto. Il provvedimento della giunta dà attuazione in particolare all’articolo 20 della L.R. n. 26/06 che ha previsto la possibilità per le aziende sanitarie di promuovere o partecipare a unioni di acquisto per prodotti sanitari o economali per i quali sia possibile standardizzare comunemente le specifiche tecniche, ovvero servizi di comune utilizzazione. Il provvedimento, inoltre, mira ad articolare uno specifico piano in grado di individuare competenze e gerarchie operative al fine di supportare concretamente l’onerosa attività negoziale delle aziende e degli istituti del Sistema Sanitario Regionale connessa con l’applicazione del Codice dei Contratti e con la nuova modulazione dell’assetto territoriale delle AUSL. Il provvedimento risponde all’esigenza di realizzare un tavolo di confronto regionale che veda coinvolti i fornitori locali del Sistema Sanitario Regionale al fine di rilevare, a mezzo di un equidistante contraddittorio, le complessive criticità nei rapporti tra la parte pubblica e privata, legate in ogni caso, alla realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità nella gestione degli acquisti di beni e servizi, con particolare riferimento agli acquisti sul mercato elettronico ed a quelli su in economia previsti dall’articolo 125 del D.Lgs. 163/05. L’Associazione Fornitori Ospedalieri della Regione Puglia (A.F.O.R.P.), presieduta da Vittorio Carabellese, anche presidente della Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri (F.I.F.O.), ha rappresentato l’esigenza di porsi quale attiva controparte nel confronto sulle problematiche specificate. A tal fine l’esecutivo ha costituito un tavolo di confronto regionale del quale fanno parte Licia Buonamico, in rappresentanza della Regione Puglia, Gianni Molinari, per l’A.Re.S., Vittorio Nisio, dirigente Farmacia, e Felice De Pietro, dirigente dell’Area Gestione del Patrimonio. L’A.F.O.R.P., a sua volta, designerà un pari numero di rappresentanti. A. C. TuttoSanità L’informazione Sanitaria in Puglia TuttoSanità, periodico bimestrale TuttoSanitàNews, quindicinale TuttoSanità on line, la banca dati multimediale http://www.tuttosanita.it e-mail: [email protected] .......................................................................................................................................... 19 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. SISMED BA 20 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. tre Fiammelle n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 21 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Unione Europea Progetto Interreg: 7 milioni di euro per far decollare la sanità albanese Presentato a Roma presso la sede della Regione Puglia ed alla rassegna specializzata SANIT 2007 L’Albania si è candidata all’ingresso nella Comunità Europea e il 2014 è stato proposto quale termine ultimo per l’adeguamento dei modelli socio-economici del Paese agli standard minimi richiesti dalla U.E. per divenirne stato membro. In questa prospettiva si rende necessario, quindi, introdurre nella sanità albanese le condizioni indispensabili per cominciare ad allinearla alle realtà degli altri Paesi europei. Sono questi gli intendimenti del programma di iniziativa comunitaria Interreg III A Italia-Albania - Asse II - Ambiente e Sanità - Misura 2.2. - Sistema sanitario, che è stato presentato a Roma il 18 aprile scorso in una conferenza stampa presso la sede romana della Regione Puglia, alla presenza delle massime autorità politiche regionali e della Sanità albanese, oltre che di diversi operatori medici dell’A.O. Policlinico e dell’Università di Bari, dove si sta svolgendo un percorso di formazione del personale sanitario del paese delle aquile. Sempre il 18 aprile, ma nel pomeriggio, ha avuto luogo, presso la nuova Fiera di Roma, un convegno sul tema “Albania e Puglia: oltre la Sanità, percorsi di pace e di sviluppo del Balcani” che ha visto la partecipazione del Ministro della sanità albanese, Nard Ndoka, del Presidente della Regione Nicki Vendola e degli Assessori al Mediteraneo e alle politiche della salute, Silvia Godelli e Alberto Tedesco. L’Agenzia Regionale Sanitaria (Ares) è stata delegata dalla Regione Puglia per la definizione degli interventi e per la concreta attuazione del programma in un’ottica di stretta condivisione con la autorità albanesi. Ne è venuto fuori un progetto in fase di realizzazione che mira al potenziamento e alla qualificazione dell’offerta dei servizi sanitari attraverso un’articolazione su tre livelli: l’attivazio- ne di un Osservatorio Epidemiologico per il monitoraggio delle patologie maggiormente diffuse nella popolazione; un programma di diagnosi precoce dei tumori della sfera genitale femminile con particolare riferimento all’apparato genitale femminile e della mammella e l’avvio di un programma di trapianto di rene da donatore vivente. Infine lo sviluppo di relazioni organiche Puglia-Albania in materia di cooperazione scientifica, tecnica e manageriale nell’ambito socio sanitario. Per questi progetti, la Comunità Europea e la Regione Puglia (cofinanziamento) hanno stanziato 7 milioni di euro, (cui l’Albania di suo ha aggiunto 1 milione di euro) da investire totalmente per l’acquisto delle apparecchiature mediche, per la realizzazione degli screening delle malattie tumorali, per la realizzazione dell’infrastruttura tecnologica per l’Osservatorio Epidemiologico Nazionale e per lo sviluppo di capacità di gestione manageriale dei dati delle attività sanitarie albanesi. Entro i primi mesi del prossimo anno saranno disponibili le apparecchiature tecniche installate presso gli ospedali albanesi dove si realizzeranno gli screening, saranno completate le attività di formazione e si avvierà l’attività di implementazione del nuovo sistema informativo e dell’Osservatorio Epidemiologico Nazionale, unitamente ad un programma di formazione manageriale che possa contribuire alla creazione di team di professionalità multidisciplinari in grado di esercitare una vera e propria governance del Servizio Sanitario. In particolare il Progetto si articola in tre Azioni, coordinate per parte italiana da: € Ambrogio Aquilino (Azione 1: Programma di attivazione di un Osservatorio Epidemiologico peril monitoraggio delle affezioni maggiormente diffuse nella popolazione); € Vincenzo Pomo (Azione 2: Programma di Diagnosi Precoce del CA Cervicale; Programma di Diagnosi Precoce del CA Mammario; Programma di avvio del Trapianto di rene da vivente) € Leonardo Volpicella (Azione 3: Cooperazione scientifica, tecnica e manageriale in ambito socio sanitario). In Albania I coordinatori di progetto sono Gianfranco Liuzzi incaricato da Ares e Bardh Spahia e Mentor Petrela incaricati dal Ministero albanese. AZIONE 1 - Programma di attivazione di un Osservatorio Epidemiologico per il monitoraggio delle affezioni maggiormente diffuse nella popolazione Il progetto identificato come Azione 1 prevede l’istituzione di un Osservatorio Epidemiologico in Albania a partire dall’esperienza pregressa della Regione Puglia che dal 1998 ha realizzato una simile struttura. Essa rappresenterebbe anche per l’Albania uno strumento indispensabile per raccogliere informazioni preziose sulla domanda e l’offerta di salute, in quanto fornirebbe un sistema di sorveglianza e monitoraggio dei bisogni di salute collettiva attraverso meccanismi avanzati di gestione integrata dei flussi informativi. Referenti scientifici: - per parte italiana: Osservatorio Epidemiologico Regionale; responsabili: prof. Salvatore Barbuti, prof. Cinzia Germinario, prof. Pierluigi Lopalco, prof. Michele Quarto; - per parte albanese: Istituto di Sanità Pubblica; responsabile: dott. Eduard Kakarriqi Ambiti di intervento: Distretti di Tirana, Scutari, Valona Obiettivi € Conoscere l’andamento e la distribuzione dei determinanti dello stato di sa- 22 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. lute e degli eventi sanitari nella popolazione albanese, allo scopo di migliorare l’appropriatezza della programmazione sanitaria in relazione ai bisogni di salute della popolazione € Sviluppare le conoscenze cliniche e gli studi di valutazione dei servizi sanitari. Attività € Informatizzazione dei flussi relativi al sistema di sorveglianza delle malattie infettive € Informatizzazione dei flussi relativi alle attività vaccinali € Miglioramento del sistema di registrazione delle schede di morte € Monitoraggio delle malattie cronico degenerative, attraverso la rilevazione della prevalenza delle principali patologie € Avvio, nei principali ospedali albanesi, di una metodologia sistematica di registrazione dei ricoveri ospedalieri in grado di rilevare informazioni complete sulle motivazioni del ricovero, sulle principali procedure praticate durante la degenza, con particolare riferimento a quelle chirurgiche, e sulle diagnosi alla dimissione, secondo il sistema internazionale di codifica ICD-9 € Realizzazione di un Registro informatizzato delle malattie uremizzanti per la sorveglianza delle nefropatie croniche evolutive, al fine di garantire la selezione dei pazienti idonei al trapianto da donatore vivente consanguineo € Attivazione del monitoraggio dei consumi farmaceutici. Benefici € Introduzione di metodiche standardizzate per la rilevazione e la trasmissione dei flussi informativi, in particolare di quelli relativi alle attività di ricovero ospedaliero € Introduzione e addestramento all’uso di nuovi software per l’archiviazione, il controllo di qualità e la trasmissione di dati su supporto magnetico € Costituzione di banche dati centrali per la produzione di statistiche descrittive, studi analitici e di valutazione. AZIONE 2: Programma di diagnosi precoce del CA Cervicale; Programma di diagnosi precoce del CA Mammario; Programma di avvio del trapianto di rene da vivente n. 88 Marzo - Aprile 2007 Il Progetto identificato come Azione 2 punta a rafforzare la cooperazione italoalbanese nel settore della diagnosi precoce dei tumori, con particolare riferimento ai tumori della sfera genitale femminile (CA Cervicale e CA Mammario). Il target di riferimento è quello relativo alla fascia di età 40-69 anni. Dal confronto tra tecnici albanesi ed italiani è emersa anche la necessità di avviare un programma di trapianto di rene da donatore vivente, articolato in tre fasi: pre-trapianto (valutazione di compatibilità); trapianto: trapianto vero e proprio; post-trapianto (assistenza post operatoria e di follow-up). Referenti scientifici - per parte italiana: Coordinamento Trapianti Regione Puglia; Centro Trapianti del rene (Università di Bari); Clinica Ostetrica II Università di Bari; Unità operativa di Ginecologia e Ostetrica ASL BA; Istituto di Anatomia patologica Università di Bari; Servizio autonomo senologico regionale – Policlinico di Bari; responsabili: prof. Luigi Selvaggi, dott. Filippo Boscia, prof. Rosalia Ricco, prof. Enzo Lattanzio, prof. F.P Schena, prof. F.P Selvaggi, dott. Biagio Favoino - per parte albanese: Ospedale Ginecologia I di Tirana; Istituto Oncologico di Tirana; Ospedale Madre Teresa di Tirana; responsabili: dott. Gjoni Maksim, dott. Sallaku Agim, dott. Shahin Kadare, dott. Sulejman Kodra, dott. Nestor Thereska, dott. Mustafa Xhani, dott. Genc Sulcebe Ambiti di intervento: territori di Tirana, Scutari, Valona, Durazzo Dotazioni tecnologiche: mammografi, ecografi, colposcopi, microscopi, attrezzature di sala operatoria per trapianti di rene; attrezzature per laboratorio di tipizzazione. Programma di prevenzione oncologica Obiettivi: € Collegamento in rete dei servizi territoriali dedicati alla prevenzione € Standardizzazione delle tecniche di diagnostica radiologica e di diagnostica citologica nell’ambito della prevenzione del CA cervicale € Standardizzazione delle tecniche di diagnostica radiologica e di diagnostica citologica nell’ambito della prevenzione del CA mammario € Diffusione di pratiche condivise, che garantiscano efficienza ed efficacia agli interventi, attraverso la formazione degli operatori, l’adozione di linee guida e Protocolli assistenziali comuni. Attività € Individuazione di una rete di servizi territoriali per l’esecuzione del pap-test € Formazione degli operatori per la standardizzazione di tecniche di prelievo e di diagnostica citologica nell’ambito del CA cervicale e mammario € Formazione dei ginecologi sulla corretta esecuzione della colposcopia e trattamento delle lesioni € Collegamento in rete dei servizi territoriali di diagnostica senologica con il centro pugliese SARIS. € Site visits finalizzate a garantire la corretta esecuzione degli esami diagnostici. Benefici € Estendere a tutto il territorio albanese l’intervento di diagnosi precoce € Migliorare la capacità di intervento, sia in termini quantitativi che qualitativi, nell’ambito dei tumori della sfera genitale femminile € Definire un modello assistenziale di integrazione di servizi e di procedure operative. Programma di avvio del trapianto del rene Obiettivi € Trattamento dei pazienti in fase di uremia terminale con trapianto di rene in alternativa ai programmi di dialisi € Miglioramento delle condizioni organizzative ospedaliere. Attività € Attivazione di una lista di attesa per il trapianto di rene € Attività di formazione teorico pratica degli operatori, sia sulle tecniche operatorie che di tipizzazione tissutale preliminare. € Avvio dell’attività di trapianto da vivente con affiancamento, in fase iniziale, di operatori italiani. Benefici € Aumento del numero di pazienti trattati con metodiche sostitutive .......................................................................................................................................... 23 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. dell’uremia terminale € Riduzione del numero di pazienti che si recano all’estero per l’esecuzione del trapianto da donatore vivente. AZIONE 3: Cooperazione scientifica, tecnica e manageriale in ambito socio-sanitario Il Progetto identificato come Azione 3 intende sostenere progetti integrati, che vanno dallo sviluppo organizzativo, agli aspetti manageriali e gestionali, ai modelli e sistemi di contabilità della spesa pubblica destinati ai centri socio-sanitari, al trasferimento di know-how e all’affiancamento di personale locale. Referenti scientifici: - per parte italiana: A.Re.S. Agenzia Regionale Sanitaria; responsabile: dott. Leonardo Volpicella - per parte albanese: Ministero della Sanità; Centro Nazionale di Controllo farmaci, Tirana; responsabili: Dott. Bardh Spahia, Dott. Vladimir Margjeka. Ambito di intervento: tutto il territorio albanese. Obiettivi: € Sviluppare un efficace ed efficiente sistema di governance del Servizio Sanitario; € Definire una ipotesi di riorganizzazione delle strutture di erogazione sia in termini numerici che di riqualificazione degli strumenti di gestione; € Avviare un progetto sperimentale di controllo della spesa farmaceutica, informatizzando il processo di acquisto e consumo dei farmaci nel territorio di Tirana. Attività € Formulare una ipotesi di riorganizzazione della struttura degli enti erogatori € Informare/Formare il personale amministrativo sull’utilizzo di strumenti gestionali innovativi (contabilità economica e per centri di costo, controllo di gestione) € Definizione dei report periodici che le strutture devono produrre e relativa tempistica di consegna € Informatizzazione e gestione centralizzata degli acquisti e dei consumi di farmaci in territorio albanese € Avvio, nel territorio di Tirana, delle attività di controllo del farmaco dal loro ingresso in territorio albanese (Grandi Di- stributori) al loro consumo (Farmacie territoriali) € Progettazione e realizzazione di un vero e proprio Sistema Informativo Sanitario. Benefici € Definizione di un modello organizzativo contabile moderno ed adeguato alle necessità di analisi e di gestione dei fenomeni sanitari. ANTHEA HOSPITAL Autorizzata dalla Regione Puglia con Det. Dir. n.202 del 09/01/1996 Direttore Sanitario: Dott. Francesco Casulli 70124 Bari € Via Camillo Rosalba, 35-37 € tel. 080/5644111 € fax 080/5644678/5042487 e-mail: [email protected] € www.gruppovillamaria.it CITTA' DI LECCE HOSPITAL Autorizzata dalla Regione Puglia con Det. Dir. n. 6 del 01/02/99 Direttore Sanitario: Prof. Giuseppe Martines 73100 Lecce € Via Provinciale per Arnesano, Km 4 € tel. 0832/229111 € fax 0832/229819 € www.gruppovillamaria.it Sede Legale: Piazza Trisi, 16 € 48022 Lugo (RA) € Tel. 0545/909711 € fax 0545/27510 S. Raffaele Cittadella della Carità Fondazione eretta in Ente Morale Autorizzazione comunale n° 09/03 del 29/10/2003 Casa di Cura ad indirizzo Riabilitativo: Neuromotorio, Cardiologico, Respiratorio Direttore Sanitario: Dott.ssa Grazia Maria Sponselli Specialista in Igiene e Medicina Preventiva Resp. Cardio-respiratoria: Resp. Neuromotoria: Resp. RSA e Casa Protetta: Labor. di Analisi Cliniche: Ambulatorio di Radiologia: Ambulatorio di FKT: Poliambulatorio: Medicina del Lavoro Dott. M. Orlando, Dott. V.A. Mancini, Dott. R. Semeraro, Dott.ssa A. Coppola, Dott. G. D’Onghia, Dott. V.A. Mancini, Dott.ssa G.M. Sponselli, Dott. G. Saltalamacchia Specialista Specialista Specialista Biologa Radiologo Specialista Specialista in Cardiologia in Ortopedia in Geriatria in Ortopedia in Igiene Piazzale Cittadella della Carità, 1 - 74100Taranto -Tel. 099/4732111/214 - Fax 099/4732250 http:// www.cittadelladellacarita.it - e-mail [email protected] 24 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. SVED n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 25 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Pagina pubblicitaria Un corretto controllo di gestione per gestire al meglio le scarse risorse disponibili mantenendo elevata la qualità dei servizi erogati Un work shop di approfondimento presso il Policlinico di Bari Il nodo fondamentale della sanità italiana è quello della insufficienza delle risorse finanziarie rispetto all’evoluzione della situazione socio-sanitariademografica della popolazione: l’età media che tende costantemente ad allungarsi, nuove malattie che subentrano in un contesto sempre più globalizzato, nuove metodologie di cure e terapie sofisticate e costose. In un contesto di questo genere, destinato a consolidarsi progressivamente nei prossimi anni, assume un grande rilievo nelle Aziende sanitarie disporre delle informazioni giuste nei tempi e modi opportuni per migliorare l’appropriatezza delle cure e ottimizzare la gestione delle risorse economiche e finanziarie cercando di farsele bastare. È stata questa una delle finalità principali del workshop “Strumenti di governo clinico e management delle aziende sanitarie”, svoltosi il 16 marzo scorso presso l’Aula De Benedictis del Centro polifunzionale del “Consorziale-Policlinico” di Bari, su iniziativa della ENCO S.p.A., una società veronese che fornisce soluzioni informatiche e strumenti operativi di ausilio al governo clinico ed al management sanitario e che, oltre ad essere presente in gran parte d’Italia, opera in Puglia già da diversi anni. All’affollato workshop hanno dato il loro contributo, dopo il saluto dal Direttore generale del Policlinico, Antonio Castorani; Ferdinando Canaletti, docente dell’Università di Bari e Matteo Pizzini, presidente della ENCO, che hanno introdotto l’evento; Ugo De Marco, direttore PriceWaterhouseCoopersAdvisory, Luca Zanini e Andrea Temporin, consulenti ENCO (sanità elettronica: il ruolo della Information Technology quale strumento di informazione “sistemica” per avere disponibilità di informazioni essenziali per il governo del sistema sanità); Maria Pia Trisorio Liuzzi, dirigente medico U.O. gestione del rischio del Policlinico di Bari (risk management come opportunità di sviluppo); Duilia Martellucci, responsabile Settore economico-finanziario A.O. “V. Cervello” di Palermo (Le aziende sanitarie: dal bilancio di missione al bilancio sociale); Daniela Balconi Manager della Trak Health Italia, società in partnership con ENCO (governo clinico – insieme di strumenti e metodologie per la gestione dei processi sanitari); Carlo Fiorin e Laura Ottavini, responsabili produzione ENCO (Le nuove frontiere della gestione territoriale); Vincenzo Moschetta, responsabile Area farmaceutica ASL BA (l’esperienza della Regione Puglia nel progetto gestione farmaci PHT); Giovanni Andrighetti, consulente ENCO (la soluzione ENCO) e Vito Montanaro, dirigente responsabile Area gestione risorse finanziarie Policlinico Bari (controllo di gestione per un governo efficace). La ENCO S.p.A. – come ha detto il presidente Matteo Pizzini – è presente da parecchi anni in diverse realtà pugliesi (AA.SS.LL. BA e BR., IRCCS Oncologico di Bari, ARPA Puglia) e mira a consolidare ulteriormente la sua presenza, sia in termini di aumento delle risorse umane utilizzate che di incremento utenti, per offrire un servizio sempre migliore. In questa ottica è prevista l’apertura di una sede a Bari con l’utilizzo di risorse professionali locali; del resto già il 16 % delle risorse umane che lavorano presso la sede di Verona è di origine pugliese e da oltre un anno la società ha un proprio Area Manager per la Puglia nella persona di Flavio Maria Roseto, anch’egli pugliese. Nel corso del work shop sono state presentate le continua alla pag. seg. 26 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. seguenti soluzioni: “Teseo”, uno strumento di business intelligence e di supporto alle decisioni che il management delle Aziende sanitarie deve andare ad adottare. L’unicità dello strumento è data dal fatto che propone in modo nativo una struttura per tutti gli archivi di base e di aggregazione necessari per le elaborazioni, reports e viste predefinite standard. La specificità dello strumento sta altresì nelle sue funzioni innovative (ad esempio, gestione degli obiettivi, formulazione dei budget economici, finanziari, investimenti, indicatori, prestazioni) e nella sua adattabilità alle esigenze personalizzate delle Aziende sanitarie per le quali è stato progettato; la soluzione “SISTE” (sistema informativo sanitario territoriale – ADI, consultori ecc..) che permette di gestire la cartella unica territoriale ed ospedaliera con la completa visione dei progetti assegnati e con la gestione univoca dei soggetti coinvolti nel processo sanitario. Non dimenticando che “… bisogna adottare una visione che consideri i cittadini e le famiglie soggetti protagonisti della rete degli interventi e servizi sociali, non “casi” oggetto di prestazioni”. La soluzione è facilmente integrabile con altri base dati esistenti utilizzando protocolli di comunicazione standard internazionali (HL7); per ultima la soluzione ospedaliera “TrakCare” progettata con una visione olistica ed integrata, che riconcilia le diverse necessità dei singoli reparti e dell’organizzazione ospedaliera in generale per un miglioramento globale dell’efficienza, dell’efficacia e dell’affidabilità in un sistema informativo orientato al paziente. È in questa maniera, in sintesi, che con le soluzioni ENCO viene consentito alle Aziende sanitarie di arrivare concretamente all’applicazione di un corretto sistema di controllo di gestione che costituisce il presupposto indispensabile per assumere le giuste decisioni a tutti i livelli, permettendo di erogare le prestazioni gestendo il corretto rapporto costo – qualità. n. 88 Marzo - Aprile 2007 Associazioni professionali Una sentenza da 34 milioni di euro Il Tribunale di Roma condanna lo Stato al risarcimento in favore degli oltre 750 medici specializzati tra il 1983 e il 1991 in attesa di retribuzione Sono 15 su oltre 750 in tutta Italia i medici specializzati pugliesi interessati alla recente sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato lo Stato al risarcimento a favore degli stessi specializzati che tra il 1983 e il 1991 che non hanno percepito alcuna remunerazione per l’attività di formazione effettuata. Il giudizio contro lo Stato Italiano ed alcuni Ministeri è stato introdotto dai medici interessati rappresentati da Consulcesi, associazione attiva da anni per la tutela dei diritti dei medici, anche attraverso la promozione di azioni legali collettive e individuali, per il mancato adempimento delle direttive CEE 16.6.1975 n. 363 e 26.1.1982 n. 76, con le quali, già dal 1982, la Comunità Europea aveva disciplinato che il periodo di specializzazione dei medici, sia a tempo pieno che a tempo ridotto, dovesse essere “oggetto di adeguata remunerazione” in tutti gli stati membri. Nonostante i termini fissati dalla Comunità Europea per l’adeguamento alle proprie direttive, lo Stato Italiano è rimasto inerte fino al 1991, e solamente con il Decreto Legislativo n.257 ha istituito una borsa di studio annuale di 21,5 milioni di vecchie lire per ciascuno specializzando, ma esclusivamente in favore dei medici ammessi alle relative scuole a decorrere dall’anno accademico 1991-1992. Nessun provvedimento o rimborso quindi per gli specializzandi degli anni precedenti. Nel 1999 e nel 2000 la Corte di Giustizia Europea è intervenuta con due sentenze, riconoscendo nuovamente il diritto degli specializzandi delle classi 1983-1991 ad essere retribuiti adeguatamente per i periodi di formazione rispettivamente svolti, sollecitando lo Stato Italiano a intervenire, ma le istituzioni italiane non si sono mosse, nonostante i molteplici disegni di legge presentati dalle diverse parti politiche in questi decenni. Agli oltre 750 medici interessati è stata riconosciuta la borsa di studio in base alle direttive comunitarie per un valore complessivo di circa 34 milioni di euro, che equivalgono a circa 45.000 euro a testa. La cronistoria 1982 - La Comunità Europea ha stabilito che il periodo di specializzazione dei medici, sia a tempo pieno che a tempo ridotto, debba essere “oggetto di adeguata remunerazione” in tutti gli stati membri, con direttiva CEE 16.6.1975 n. 363 e 26.1.1982 n. 76. 1983-1991 - Nonostante i termini fissati dalla Comunità Europea per l’adeguamento alle proprie direttive, lo Stato Italiano rimane inerte. 1991 - Con il Decreto Legislativo n.257, lo Stato Italiano istituisce una borsa di studio annuale di 21,5 milioni di vecchie lire per ciascun specializzando, ma esclusivamente a favore dei medici ammessi alle relative scuole a decorrere dall’anno accademico 1991-1992. Nessun provvedimento o rimborso quindi per gli specializzandi degli anni precedenti. 1997 - Consulcesi Associazione inizia ad avviare più cause collettive che coinvolgono e raggruppano le voci di tutti gli specializzandi aventi diritti di rimborso per ottenere la retribuzione mancata. 2000 - La Corte di Giustizia Europea interviene nuovamente per sollecitare lo Stato Italiano a retribuire adeguatamente i periodi di formazione degli specializzanti delle classi 1983-1991, ma le istituzioni italiane rimangono ferme sulle loro resistenze. 2003 - Il Senatore Roberto Manzione (Margherita) presenta un disegno di legge che viene sostenuto da tutti gli schieramenti politici, compreso il Governo di allora, che riconosce in favore dei medici la somma di 7.000 euro, per ogni anno del corso, da corrispondersi in quattro anni. 2006 - Il Tribunale di Messina condanna le Amministrazioni a corrispondere ai medici aventi diritto la somma di 6.713,94 euro per ogni anno della durata del corso di specializzazione, oltre agli interessi legali. Anche il Tribunale di Roma, con più sentenze, condanna le Amministrazioni a corrispondere in favore dei medici la somma di circa 11.000 euro per ogni anno della durata del corso di specializzazione, oltre agli interessi legali. In una di tali sentenze la condanna a carico dello Stato ammonta ad oltre 34 milioni di euro. .......................................................................................................................................... 27 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Politica sanitaria Il governo clinico delle aziende sanitarie pubbliche Necessaria l’integrazione con la gestione economica e il controllo sociale Vincenzo Lorenzini * Nicola Rosato ** Alla ricerca delle regole Il dibattito italiano sulla necessità di correggere le tendenze economicistiche nella gestione delle aziende sanitarie pubbliche con una rivalutazione del governo clinico, si è riacceso nel 2003/2004 ed il termine clinical governance è stato usato per cercare di sovvertire la riforma che dieci anni prima aveva dato regole di gestione aziendale alle unità sanitarie locali, agli ospedali maggiori, agli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico. L’economicismo, ossia quella dottrina che assegna all’economia un posto preponderante nell’insieme delle attività umane, in realtà era nella maggior parte dei casi, viste le tante aziende dai conti disastrati, un pretesto, sbandierato dai medici che, fin dal principio della riforma, sentivano minacciata la loro autonomia professionale anche dalle semplici ordinarie regole di pianificazione strategica, programmazione operativa e controllo direzionale. Nacquero così diverse proposte, alcune anche stravaganti, di acuto sentore corporativo, per arginare – questo era l’obiettivo dichiarato - il potere monocratico del direttore generale. Una prima proposta suggeriva l’istituzione di un ufficio del Coordinatore clinico, designato dai suoi stessi colleghi direttori delle principali unità operative (strutture complesse, si dice in linguaggio burocratico) dell’ospedale o dell’unità sanitaria locale. Non era chiaro, nei disegni di legge, verso chi sarebbe stato responsabile il coordinatore clinico; se verso il direttore generale che rimaneva il capo dell’amministrazione, o verso i colleghi che lo avevano designato. Nulla inoltre si disponeva per dirimere eventuali conflitti sugli indirizzi di gestione aziendale che fossero insorti tra il direttore generale e il coordinatore clinico, né per chiarire come quest’ultimo potesse presiedere con serena imparzialità gli organismi o collegi tecnici di valutazione periodica dei direttori che lo avevano designato e che avevano il potere di confermarlo in futuro. Una seconda proposta esautorava il direttore generale dalla scelta dei dirigenti apicali, facendo strame di un principio fondamentale di management: chi risponde dei risultati della gestione aziendale ed ha la responsabilità di renderne conto alla Giunta regionale, ha il diritto di scegliere, solo lui, con le procedure di evidenza pubblica che la legge prescrive, i dirigenti che saranno i suoi principali collaboratori nell’attuazione dei programmi. A sostegno di quest’elementare principio ci soccorre l’aforisma di Bob Briner nel suo bellissimo libretto “Gesù come manager” (Mondatori). Gesù, dice Briner, per perseguire i suoi obiettivi scelse lui, e non altri, i suoi discepoli “ed è vero che uno lo tradì, ma vorrei essere riuscito io (soggiunge Briner) a scegliere i giusti collaboratori 11 volte su 12”. Morale, per un manager le persone che devono lavorare per lui sono i “suoi” strumenti più importanti. Per fortuna del servizio sanitario nazionale quelle proposte estemporanee sono state accantonate a favore di una maggiore ponderazione sul da farsi, non per scardinare, bensì per rafforzare il sistema aziendale che, vale la pena ricordarlo, è il prerequisito (così dice il piano sanitario nazionale 1998-2000) per realizzare un’attività clinica e d’assistenza efficiente, efficace, ed economica: ovvero, un’attività di qualità. D’altronde, alla base del nostro sistema di qualità vi è l’accreditamento istituzionale di tutte le organizzazioni che erogano prestazioni sanitarie, ispirato dalla medesima filosofia. L’accreditamento è basato su un principio tanto semplice quanto efficace: se le strutture fisiche sono costruite secondo standard predefiniti, se queste strutture sono dotate di tecnologie d’avanguardia, se il loro uso supporta le competenze di operatori formati professionalmente in modo adeguato, se le procedure operative garantiscono un’attività efficiente, è verosimile che le prestazioni erogate siano di qualità, e ciò vale sia per livello di aderenza alle prove scientifiche che di sicurezza, di specializzazione e di economicità del servizio. Il prerequisito dell’azienda sanitaria pubblica che funziona, implica che la gestione si avvalga di competenze manageriali di alto profilo, che non derivano soltanto dalla formazione accademica, giuridica, economica o medica di chi è chiamato a gestirla. Esse derivano, in presenza della necessaria formazione di base e specialistica, da una particolare attitudine dei soggetti chiamati in causa che si caratterizza per la capacità di integrare saperi diversi e di gestire la complessità. Meglio se quest’attitudine, almeno nelle aziende sanitarie, l’hanno i medici; ma l’essere medici (come essere giuristi o economisti) non è garanzia di possederla. A tal proposito val la pena di aggiungere che non è stata una bella pagina di governo clinico neppure quella, scritta e repentinamente cancellata dal Parlamento per resipiscenza, che aprendo le porte delle direzioni generali di Asl e ospedali agli ex parlamentari o consiglieri regionali, li qualificava assiomaticamente come persone esperte di gestione e organizzazione aziendale pronte per essere impiegata nel governo della sanità. 28 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Il new deal della salute Nelle linee del programma di Governo illustrate dal Ministro alla Commissione affari sociali della Camera dei Deputati il 27 giugno 2006, la questione è riportata su binari più sicuri. Le linee programmatiche ministeriali, premesso che il “rispetto di un corretto rapporto costi benefici” è parte integrante della gestione e della valutazione e misurazione della performance delle aziende del servizio sanitario nazionale, considerano fondamentale lo “sviluppo del governo clinico e assistenziale quale sistema di governo partecipato dell’azienda sanitaria locale, ospedaliera e territoriale, prevedendo forme specifiche e garantite di governance che si articolino nelle diverse strutture del Ssn. Il fine è quello di valorizzare e responsabilizzare l’esperienza clinica e assistenziale allo scopo di orientare il sistema verso l’obiettivo prioritario della soddisfazione dei bisogni del cittadino, attraverso modalità di intervento basate sulla qualità e l’appropriatezza nelle prestazioni e nei percorsi terapeutici assistenziali”. Le finalità, dunque, sono meglio definite; si torna alle definizioni di governo clinico elaborata nel 1983 dalla World Health Organization (metodologia per il miglioramento della qualità delle cure, per lo sviluppo delle capacità complessive dei capitali del servizio sanitario, per il miglioramento della performance professionale del personale) e nel 1998 dal London Dept of Health (il contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e mantengono elevati i livelli di prestazioni, creando un ambiente che favorisce l’espressione dell’eccellenza clinica). In tal modo il governo clinico è, allo stesso tempo, parte sostanziale della missione aziendale ed argine per ogni possibile deviazione economicistica della direzione generale. Nel programma del Governo, la parola chiave per lo sviluppo del governo clinico è appropriatezza, termine dalla doppia accezione che, a contrario, desumiamo dalla risoluzione n. 2 del 6 luglio 1993 del Consiglio sanitario nazionale sulla ospedalizzazione degli anziani che classifica come improprie quelle prestazioni di n. 88 Marzo - Aprile 2007 degenza ospedaliera che sono determinate da una patologia che avrebbe potuto essere gestita anche in ambito ambulatoriale o domiciliare, e come incongrue, le prestazioni non giustificate da esigenze di approfondimento diagnostico o da particolari necessità assistenziali, ma determinate esclusivamente da fattori socioeconomici non sanitari. L’appropriatezza così definita non è responsabilità di qualcuno soltanto, esclusiva di un coordinatore, ma di tutti i medici e degli altri operatori coinvolti nel processo d’assistenza ed ha un significato economico rilevante. Se una prestazione è erogata con modalità inefficienti, o addirittura in assenza di una reale necessità sanitaria, le risorse sono sprecate e uno spreco non può mai essere un fattore di qualità. Il Codice deontologico dei medici, infatti, all’art. 6 intitolato alla qualità professionale e gestionale (sottolineato: gestionale), afferma che “il medico agisce secondo il principio di efficacia delle cure… tenendo conto dell’uso appropriato delle risorse”. L’analisi economica strumento dei processi decisionali clinici Non si può che essere d’accordo col Codice deontologico dei medici, che è strumento di governo clinico per antonomasia. L’analisi economica, infatti, è uno strumento ausiliario dei processi decisionali clinici e ricerca l’efficienza identificando le soluzioni operative che minimizzano i costi associati al perseguimento di un determinato obiettivo, o, al contrario, massimizzano i risultati, fissata una certa disponibilità di risorse, come accade col fondo sanitario italiano. Così intesa, l’analisi economica, fatta sia a livello nazionale che regionale o aziendale, non si sostituisce ma si sovrappone all’attività di programmazione, in genere assai complessa, che mira ad individuare il bisogno da soddisfare in un determinato territorio e a predisporre i mezzi ritenuti efficaci per poterlo soddisfare. L’analisi clinica e tecnica, che permettono di indicare le diverse tipologie di trattamento terapeutico e, in modo complementare, le modalità organizzative attraverso le quali le prestazioni sono rese di- sponibili, costituiscono, quindi, un presupposto imprescindibile dell’analisi economica, la quale, altrimenti, sarebbe priva di supporto e di contenuto. La clinica e la tecnica sanitaria, perciò, sono il cuore che fa muovere in modo armonico il corpo del sistema, ossia i mezzi organizzati per conseguire il fine prestabilito del Servizio sanitario nazionale. È intuitivo,però il fatto che, nelle sue concrete manifestazioni operative, l’attività clinica si traduce, sotto l’aspetto economico, in produzione di benefici ed in consumo di risorse. Ciò vuol dire che in ogni decisione clinica è implicita la valutazione che il beneficio associato ad una cura è stato stimato da chi l’ha prescritta di valore almeno equivalente al costo sostenuto dal singolo o dalla collettività. L’analisi economica, quindi, è lo strumento attraverso il quale si rende esplicito ciò che è implicito nelle decisioni cliniche e tecniche, compresi i giudizi di valore connessi alla valutazione dei servizi sociali assicurati nel contesto locale sotto esame. Siccome un trattamento efficace richiede il sacrificio di risorse normalmente scarse, il valore di una cura dipende, in parte, dal valore dei possibili impieghi alternativi delle risorse da consumare. Gli impieghi alternativi possono riguardare differenti gruppi di pazienti (priorità), la presa in carico con diverse modalità organizzative (ospedale, day hospital, ambulatorio, domicilio, residenze assistenziali), ovvero la convenienza ad intervenire in altri settori dell’economia (ambiente, innovazioni di prodotto, di procedure tecnologiche, educazione) che abbiano un più efficace impatto diretto o indiretto sullo stato di salute. In sostanza, va sfatato l’assunto che spesso le situazioni sono senza alternativa. In ogni situazione, invece, esiste sempre un’alternativa: al limite, anche quando vi è un solo modo per intervenire, l’alternativa più corretta potrebbe essere non intervenire, se le risorse possono dare risultati socialmente migliori in un altro campo dell’azione pubblica. Mettere in comunicazione clinica ed economia La buona governace delle aziende sanitarie dipende dalla capacità di mettere .......................................................................................................................................... 29 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. in comunicazione la competenza clinica e la competenza economica, che talora sono viste come elementi separati da un burrone insormontabile. Occorre un ponte per integrare la buona pratica medica e l’efficacia clinica, i diritti dei pazienti e l’equilibrio economico aziendale. Governance, infatti, è il complesso di regole, di strumenti, di capacità che permettono di orientare gli operatori verso gli obiettivi di un’azienda e verso i fini dell’istituzione che sottostà all’azienda. Un insieme di processi, quindi, che garantisce un comportamento dell’azienda che, attraverso la realizzazione dei suoi programmi e la professionalità delle donne e degli uomini che vi lavorano, è capace di dimostrarsi coerente con le aspettative dei portatori di interesse circa il raggiungimento dei risultati, la trasparenza dell’attività di cui gli operatori devono rendere conto, la salvaguardia e l’incremento nel tempo del valore che l’azienda è chiamata a generare in termini di salvaguardia dello stato di salute della popolazione assistita. Adattando questa definizione alle aziende sanitarie pubbliche possiamo definire la clinical governance come il complesso di regole, di strumenti, di capacità d’intervento tramite cui si riconoscono, si rispettano, si valorizzano le conoscenze e la professionalità dei medici e di tutti coloro che hanno la responsabilità dei processi assistenziali tipici dell’azienda (prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione) e si esercita l’autonomia professionale nel rispetto di condizioni interne ed esterne che garantiscano la continuità dell’azienda e del sistema generale di tutela della salute. ne interna e verso i pazienti, con attenta gestione dei reclami; gestione e sviluppo dell’organizzazione per adattarla alla dinamica dei cambiamenti scientifici e tecnici; programmazione e budgeting; audit e valutazione degli esiti. Che cosa occorra per creare la necessaria coerenza tra conoscenze scientifiche, leggi, disponibilità di risorse economiche, diritti e valori di chi esprime i bisogni di salute, lo dice il Piano sanitario nazionale 2006-2008, secondo cui la politica di attuazione del governo clinico richiede un approccio di sistema che integri: medicina basata sulle prove, linee guida e percorsi assistenziali; ricerca e sviluppo; gestione del rischio clinico; formazione continua specialistica, organizzativa e per la qualità; collaborazione multidisciplinare, a cominciare dal funzionamento effettivo dei dipartimenti; gestione valorizzante le potenzialità del personale; comunicazio- La gestione dei presidi ospedalieri è ugualmente improntata ad una larga partecipazione dei professionisti, perché il direttore dell’ospedale è affiancato dai Comitati di dipartimento con i quali decide i programmi operativi (budget, formazione e sviluppo professionale del personale, innovazione di prodotti e procedure). Un altro tassello al governo clinico è stato apportato dal decreto legislativo 229 del 1999, che ha disegnato quello che possiamo definire il distretto forte. Fino ad allora, l’enfasi sull’importanza dei servizi territoriali, almeno equivalente agli ospedalieri, permaneva, infatti, l’anomalia di una programmazione zoppa, sempre Gli organismi deputati alla clinical governance Si è sempre ragionato come se la normativa per strutturare nelle aziende la funzione di governo clinico fosse assente. Anche questo argomento è viziato di un pregiudizio in tutto simile a quello sul presunto dilagante economicismo. Invece la legge di riforma ha delineato una struttura organica ed equilibrata che gli atti aziendali possono migliorare o adattare alle specifiche esigenze locali. A creare l’equivoco è stata, per una parte, la qualificazione del legale rappresentante dell’azienda come direttore generale, mentre le sue funzioni sono piuttosto quelle che il codice civile attribuisce all’amministratore unico. Se correggiamo le accezioni, è il direttore sanitario dell’azienda ad essere responsabile della direzione generale, perché tocca a lui il coordinamento della produzione. Comunque sia, sorvolando sulle questioni nominalistiche, il vertice aziendale è affiancato da un Comitato di direzione composto prevalentemente da medici, che partecipa alla formulazione del piano strategico aziendale e imposta la programmazione operativa, e dal Consiglio dei sanitari, per l’organizzazione delle attività sotto il profilo tecnico sanitario e per pianificare gli investimenti attinenti alle attività. e soltanto concentrata sull’offerta di prestazioni e servizi (quanti posti letto, quanti ospedali, e così via), sottovalutando la funzione di programmazione e governo della domanda sanitaria. Il decreto del 1999 demanda al distretto il compito di programmare e governare la domanda. Il direttore del distretto, quindi, assume così un ruolo di responsabile finale rispetto all’utenza, attraverso il programma delle attività territoriali nel quale vi è, sì, il supporto organizzato all’assistenza sanitaria primaria, (specialistica ambulatoriale, nursing e riabilitazione domiciliare, integrazione socio sanitaria, ospedale di comunità, altre forme di assistenza residenziale o semiresidenziale, servizi di prevenzione), ma vi è in primo luogo, sulla base della rilevazione dei bisogni, la programmazione e il coordinamento delle attività distrettuali con quelle degli altri servizi dell’azienda, anche ospedalieri, e - addirittura - la localizzazione dei servizi per facilitarne l’accesso e la fruibilità da parte degli utenti. In quest’attività il direttore del distretto è coadiuvato da un Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali composto da vari operatori e da un medico di famiglia e un pediatra di libera scelta. Il ruolo, il coinvolgimento profondo del medico di famiglia è essenziale per determinare i programmi d’assistenza, per monitorare i percorsi di cura e per l’equilibrio di domanda e offerta, la cui compromissione porta ad un raziona-mento implicito delle prestazioni e all’abbassamento dei livelli di qualità. Per comprendere questa centralità del medico di famiglia nel governo delle organizzazioni sanitarie soccorre la definizione di primary health care secondo la Sezione europea dell’associazione mondiale dei medici di famiglia (Wonca Europa 2002): il medico di famiglia è il tutor degli interessi del paziente, educa alla salute, individua i bisogni, prende in carico, sceglie i percorsi di cura, assicura la continuità assistenziale, valuta i risultati dei processi diagnostico terapeutici, usa in modo efficiente ed appropriato le risorse sanitarie, instaura un rapporto duraturo col cliente fondato sulla comunicazione. La norma sul distretto forte riprende e pone l’accento sul ruolo dei Comuni che partecipano alla programmazione e alla localizzazione dei servizi e procedono alla verifica dei risultati. 30 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Il controllo sociale dei portatori d’interesse Con i Comuni ci accostiamo al terzo pilastro, insieme al governo clinico e all’equilibrio economico, del governo del servizio sanitario e delle sue aziende: il controllo sociale. Nella gestione del servizio sanitario, che è potente elemento di coesione di una comunità, non si può prescindere dalla partecipazione dei corpi sociali, che nell’ordinamento italiano è imperniata su quattro istituti: la Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria, la Conferenza dei sindaci per ciascuna unità sanitaria locale, che il sensore più prossimo ai bisogni diffusi dei cittadini, la Contrattazione collettiva, con cui gli operatori hanno possibilità di incidere su alcuni aspetti dell’organizzazione dell’azienda e, quindi, sulla sua capacità di rispondere alla domanda di prestazioni, la Conferenza annuale dei servizi, nella quale hanno voce principalmente le associazioni di tutela dei diritti di cittadinanza, ma anche ciascun operatore e singoli cittadini. In tre di questi quattro istituti è rilevante la rappresentanza di operatori sanitari, che può ulteriormente concorre a mettere a punto il governo clinico. degli strumenti di misurazione delle attività e delle professionalità; in seconda luogo la scarsa comunicazione, una catena che oggi si interrompe alle posizioni apicali di direzione delle strutture aziendali; a seguire, le condizioni organizzative, sotto il profilo strutturale, tecnologico, procedurale, delle aziende, che quando sono precarie condizionano il rendimento del lavoro; la scarsa collaborazione tra medici ospedalieri e medici di famiglia; la persistente pressione dell’offerta sulla domanda. Per ultimo, creano difficoltà alcune tipologie di rapporti di lavoro che non appaiono in sintonia con la logica di gestione aziendale, come il cumulo d’incarichi di direttore di dipartimento e d’unità operativa e la facoltà di scelta da parte del medico del rapporto esclusivo/ non esclusivo non negoziabile dall’azienda. La clinical governance è, in conclu- sione, una componente della funzione manageriale e non un elemento ad essa antagonistico. Si tratta di una modalità di gestione in cui ognuno degli attori chiamati in causa svolge un ruolo proattivo nel delineare gli obiettivi aziendali ed assume una precisa responsabilità per realizzarli. I vincoli economici fanno parte della clinical governance, la cui struttura, già delineata dalla vigente legislazione, può essere emendata per renderne più efficiente, non per stravolgere, il modello che con tanta fatica siamo riusciti a sviluppare in oltre dieci anni di duro abbrivio. Il sistema di governo delle aziende sanitarie non può infine prescindere dal controllo sociale, secondo le regole ordinamentali. * Direttore scientifico Istituto di Studi Sociali e Sanitari ** Consulente di direzione aziendale CASE DI CURA RIUNITE VILLA SERENA E NUOVA SAN FRANCESCO SRL Sede operativa Villa Serena Il movente e gli ostacoli Direttore Sanitario dott. Michele Rampino La partecipazione dei professionisti alla programmazione delle attività, largamente prevista dalle norme vigenti, riduce le incertezze e facilita l’adattamento ai cambiamenti, valorizza e non riduce gli spazi di autonomia, migliora la qualità della risposta ai bisogni. Il vero problema è di coniugare la partecipazione con la responsabilizzazione sull’uso delle risorse e sui risultati; fondere, cioè, responsabilità del management e specializzazione professionale. Sono di ostacolo al buon funzionamento del modello di governance fin qui evocato , fatto di autonomia clinica, coordinamento organizzativo, distribuzione delle responsabilità, controllo professionale e sociale della qualità dei programmi di attività e delle prestazioni, in prima battuta l’autoreferenzialità dei medici, che li porta a non accettare pacificamente l’uso n. 88 Marzo - Aprile 2007 (Aut. n. 261 del 13.12.96) Viale Europa, 12 - 71100 Foggia Tel. 0881.309911 - Fax 0881.309957 www.clinicheriunite.it - [email protected] Sistema qualità certificato UNI EN ISO 9001:2000 Certiquality - Certificato n. 3762/1 Sede operativa Nuova San Francesco Direttore Sanitario dott. Gerardo Di Miscio (Aut. n. 170bis del 9.11.95) Viale degli Aviatori, 128 - 71100 Foggia Tel. 0881.659211 - Fax 0881.659206 www.clinicheriunite.it - [email protected] Sistema qualità certificato UNI EN ISO 9001:2000 Certiquality - Certificato n. 5519 .......................................................................................................................................... 31 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Assistenza farmaceutica Legge Regionale 39/06 ed inibitori di pompa. Tagli di spesa o opportunità per i cittadini? I.I. Angrisani , R.A.Sardaro , M. Dell’Aera , M. Lattarulo * La spesa farmaceutica dovrebbe essere proporzionale ai bisogni di salute della popolazione. Nella realtà non è sempre così in quanto esistono variabili come il mercato, i mass media o l’informazione medico scientifica che riescono quasi sempre a influenzare l’utilizzo del farmaco. La Dose Definita Die (DDD) è un indicatore farmaco-economico internazionale: esprime la dose teorica media di un farmaco assunta giornalmente da un paziente adulto con riferimento alla sua indicazione terapeutica principale [1]. Le Regioni hanno l’obbligo di contenere la spesa per la quota a loro carico (Legge n. 405/01). In particolare nel 2005 la spesa farmaceutica della Regione Puglia è stata di 890 milioni di euro, con un superamento del tetto del 13% del Fondo attribuito al SSR e nei primi 9 mesi del 2006 la spesa farmaceutica ha subito un aumento netto del 18% rispetto al 10.8% della media nazionale. Dai dati di consumo della Regione Puglia, in particolare dall’analisi dell’effetto mix, è emerso che si prescrivono più farmaci e di più costosi rispetto all’andamento nazionale [3]. Dal rapporto dell’OSMED [2] nei primi 9 mesi del 2006 risulta un aumento molto elevato corrispondente a +23 % in termini di DDD per la categoria terapeutica dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo. Gli inibitori della pompa protonica (PPI) costituiscono i farmaci più prescritti nella malattia da reflusso gastro-esofageo con o senza esofagite, nell’ulcera gastrica o duodenale associata o meno ad infezione da Helicobacter Pylori , nella sindrome di Zollinger-Ellisonin in base alla nota AIFA 48 e, recentemente, con la nota 1 nella prevenzione delle complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore durante il trattamento cronico con FANS (eccetto i coxib) o con ASA a basse dosi. I benzimidazoli sostituiti, classe chimica dei PPI, sono inibitori irreversibili dell’ATPasi H+/ K+, la pompa protonica della membrana apicale delle cellule parietali e mediatore finale della secrezione acida. Nell’ambiente acido dello stomaco si genera un intermedio cationico La prescrivibilità dei PPI è regolata dalle due note AIFA (1 e 48) su citate. Per la nota 1 forse è il caso di evidenziare quanto sottolineato nel commento della stessa da parte dell’AIFA e più precisamente i limiti metodologici rilevati negli studi L’uso dei farmaci in Italia Principio attivo DDD/1000 ab.die Omeprazolo 9,6 Esomeprazolo 8,7 Lansoprazolo 6,7 Tab.I - Rapporto OSMED Settembre 2006 [2] Primi 8 sottogruppi a maggior spesa Inibitori di pompa Statine Calcio antagonisti (diidro) ACE inibitori Angio II antagonisti + diuretici Angiotensina II antagonisti ACE inibitori + diuretico Antidepressivi SSRI Spesa Lorda (milioni di euro) Tutto il Primi nove 2005 mesi 2006 1.053 850 986 833 586 440 584 335 477 417 475 400 461 335 377 235 Tab.II - Rapporti OSMED 2005 e Gennaio-settembre 2006 [2] che a sua volta subisce un riarrangiamento per formare un acido solfenico o una solfenammide che reagisce con i residui di cisteina dell’enzima cui si lega in modo irreversibile [4] per omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo e reversibile (in vitro) per rabeprazolo con conseguente inibizione dose-dipendente della secrezione acida dello stomaco[5-7] che hanno dimostrato la superiorità dei PPI rispetto a ranitidina e misoprostolo tra cui quelli relativi agli end-point: quest’ultimi sono stati la riduzione del numero di ulcere rilevate con endoscopia e dei sintomi dispeptici e non la riduzione delle complicanze gravi che sono il parametro clinico più rilevante cui deve tendere la profilassi farmacologia. 32 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Nonostante nel 2006 sia scaduto il brevetto del lansoprazolo, questo risulta meno prescritto dell’omeprazolo ed esomeprazolo (tab. I). I farmaci con nota registrano un aumento del 4% in termini di spesa e del 10,7% per le DDD. La spesa relativa a questi farmaci rappresenta circa un terzo della spesa totale. Il peso maggiore, come atteso, è stato registrato proprio per i farmaci regolati dalle note 01 e 48, seguiti da quelli per le dislipedemie, regolati dalla nota 13 (Tab.II[3]). L’incremento della spesa è risultato dipendere prevalentemente dall’aumento delle prescrizioni piuttosto che dall’aumento dei prezzi. Il consumo ingente di risorse sanitarie, legato a tali farmaci ha determinato per la nostra Regione la necessità di effettuare scelte di contenimento della spesa farmaceutica. Tra i vari interventi (meccanismi di distribuzione dei farmaci, quote di compartecipazione dei cittadini alla spesa etc.), ultimo è stato quello di stabilire il prezzo minimo di rimborsabilità di 0.90 euro, espresso per DDD per la classe di farmaci ATC A02BC, ponendo l’eventuale differenza a carico del paziente salvo eccezione motivata da parte del medico. Questo provvedimento è stato inserito nella Legge Regionale n. 39 del 28.12.2006 che ha previsto altresì alcune limitate eccezioni per le quali sarà redatto un piano terapeutico da parte del medico specialista e l’annotazione sulla scheda paziente da parte del medico curante. In tali casi, il medico curante segnalerà, con una particolare codifica sulla ricetta medica, il diritto da parte del paziente all’esonero del pagamento della differenza rispetto al prezzo di riferimento. Ciò ha comportato ovvie reazioni da parte delle aziende farmaceutiche alle quali si sono aggiunte quelle dei medici prescrittori generando varie correnti di opinione pro e contro il provvedimento, peraltro in linea con quanto già avvenuto in altre Regioni. Obiettivi Con questo lavoro, nell’ambito di un percorso formativo per specializzandi in Farmacia Ospedaliera, si è voluto valutare l’ appropriatezza dell’intervento regionale attraverso una rilettura critica delle attuali conoscenze disponibili in letteratura sull’efficacia clinica, la sicurezza e il rapporto costo-beneficio dei vari PPI. n. 88 Marzo - Aprile 2007 PARAMETRI FARMACOCINETICI OMEPRAZOLO LANSOPRAZOLO PANTOPRAZOLO RABEPRAZOLO ESOMEPRAZOLO Biodisponibilità Emivita Durata effetto Legame proteico Escrezione urinaria dose orale 30 – 40% 0.7 h 24 – 72 h 95% 77% 80% 2h >24 h 97% 35% 77% 1h 24 – 72 h 98% 71% 52% 1h 24 h 95% 90% 64% 1,3 h 24 – 72 h 97% 80% Tab. III - Dialogo sui Farmaci 5/2006 [10] Guarigione GERD all’8a settimana percentuale Esomeprazolo 40 mg 93.7 Omeprazolo 20 mg 84.2 Tab. IV - Richter et al. Percentuale di Successi a 8 settimane a 4 settimane nell’esofagite da reflusso Esomeprazolo 40 mg 94.1 risultati equivalenti Esomeprazolo 20 mg 89.8 „ Omeprazolo 20 mg 86.9 „ Tab. V - Kahrilas et al. [12] Materiali e metodi La strategia di ricerca si è basata sull’utilizzo di MicromedexÒ e banche dati su Internet (Pubmed, Cochrane Library) e sulla selezione e lettura critica delle evidenze di più alto livello quali le revisioni sistematiche ed i trials clinici randomizzati e controllati. Si è provveduto, quindi, a consultare i principali bollettini indipendenti sui farmaci aderenti al’ISDB quali: Bollettino di Informazione sui Farmaci, Dialogo sui Farmaci, Pacchetti Informativi CeVEAS, Drug and Therapeutics Bullettin, BIF, Therapeutics Letter e Medical Letter oltre che il periodico Farmeconomia e Percorsi Farmaceutici ed altri periodici d’opinione. Sono stati valutati i costi in base agli schemi terapeutici con i vari PPI, in riferimento al provvedimento regionale. Risultati Dai risultati della ricerca bibliografica effettuata sono state estrapolate tre metanalisi (16, 21 e 22) e sei RCT (8, 11, 12, 13, 18, 19) perché ritenuti pertinenti e più appropriati agli obiettivi proposti. Nelle tabelle IV, V, VII e VIII vengono riportati i principali risultati della ricerca. Dai dati OSMED sono state estrapolate le tabelle I e II e dal compendio Farmaceutico Telematico la tabella VI sulla base della quale è stato elaborato il relativo grafico. Dalla ricerca sui bollettini indipendenti sono state ricavate le tabelle III e IX. Infine dalla review di cui alla referenza n.23 è stata ottenuta la tabella X. Dall’analisi di tutta questa documentazione sono emerse alcune considerazioni di fondo. Il lansoprazolo ha una biodisponibilità pari all’ 81-91%, si lega reversibilmente alle proteine plasmatiche per il 97%. Soltanto il 35% del farmaco somministrato viene eliminato con le urine ed il resto viene metabolizzato nel fegato a sulfide, solfone e 5-OH solfone eliminati con la bile e con le urine [9]. Nella tab. III sono riportati i parametri farmacocinetici dei vari PPI [10]. L’esomeprazolo, autorizzato all’immissione in commercio in Svezia all’inizio del 2000, è il primo PPI sviluppato come singolo isomero ottico. Dato che gli organismi biologici producono solitamente la forma levogira delle molecole è certamente importante che, in caso di farmaci costituiti da miscela racemica, l’industria valuti l’efficacia dei singoli enantiomeri. La farmacodinamica dei due enantiomeri può risultare completamente diversa, in quanto l’interazione tra la molecola e le proteine che ne mediano gli effetti terapeutici e/ o avversi è stereospecifica. Secondo l’azienda produttrice l’esomeprazolo (Someprazolo) ha dimostrato una più elevata biodisponibilità, una maggiore Area Sotto la Curva (AUC) ed una minore va- .......................................................................................................................................... 33 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. pantoprazolo pantoprazolo lansoprazolo lansoprazolo lansoprazolo lansoprazolo rabeprazolo rabeprazolo omeprazolo 40 20 30 15 30 30 20 10 20 mg mg mg mg mg mg mg mg mg vs. vs. vs. vs. vs. vs. vs. vs. vs. omeprazolo 20 omeprazolo 20 omeprazolo 20 omeprazolo 20 omeprazolo 40 pantoprazolo 40 omeprazolo 20 omeprazolo 20 esomeprazolo20 mg mg mg mg mg mg mg mg mg siderando il trial riportato in TAB. VII (tra quelli di buona qualità metodologica), per guarire da GERD con esomeprazolo un paziente in più rispetto al n° di pazienti che Tab. VI - Costi Terapeutici degli IPP 2,5 2 Valori in Euro riabilità nel profilo farmacocinetico individuale rispetto ad omeprazolo ed una migliore efficacia nel mantenere il pH intragastrico > 4 rispetto ad altri PPI. Tali dati sono riportati nelle tabelle IV, V e VII. [11-14] Va considerato che entrambi gli isomeri di qualsiasi PPI sono attivati, in modo pH dipendente, attraverso la trasformazione in un’identica forma ciclica sulfenammidica che non è più otticamente attiva. Il minore metabolismo della forma (S) garantisce però a monte livelli plasmatici di farmaco più elevati con conseguente maggiore formazione di sulfenamide ciclica. Usualmente ciò porterebbe ad una diminuzione delle dosi; in questo studio[11] al contrario è stato attuato un aumento delle dosi atto a dimostrare una maggiore efficacia terapeutica dell’esomeprazolo. La stessa differenza nella percentuale di guarigione è stata riscontrata quando sono stati confrontati l’omeprazolo 40 e 20 mg [15]. Pertanto, possiamo affermare che sono stati confrontati dosaggi farmacodinamicamente non equivalenti. A sostegno della considerazione di equiefficacia vi sono anche i dati di una metanalisi condotta nel 2003 da 4 ricercatori dell’Università di Groningen [16]. In quest’ultima sono stati selezionati gli RCT in doppio cieco in cui un PPI è stato confrontato con un altro PPI nel trattamento della malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD). L’end-point usato negli studi per definire il successo del trattamento era la guarigione endoscopica. La revisione ha analizzato 19 studi per un totale di oltre 9.000 pazienti. Nessuna differenza si è notata per i seguenti confronti: Analizzando l’aspetto farmaco-economico (in tab. VI sono riportati i costi attuali per DDD e per dose galenica) e con- 1,5 1 0,5 0 Omepraz Omepraz Pantopra Pantopra Lanzopr Lansopr Rabepra Rabepra Esomepr Esomepr olo 10 olo 20 zolo 20 zolo 40 azolo 15 azolo 30 zolo 10 zolo 20 azolo 20 azolo 40 mg mg mg mg mg mg mg mg mg mg Costo per compressa 0,81 1,71 0,75 1,52 0,41 0,76 0,72 1,32 1,32 1,71 Costo per DDD 1,61 1,71 1,5 1,52 0,82 0,76 1,43 1,32 1,28 1,97 esofagite erosiva Guarigione a 8 settimane end point primario P<0.01 Esomeprazolo 40 mg Lansoprazolo 30mg 92.6 88.8 NNT = 19-46 Tab.VII - Castell et al. [13] trattamento GERD settimane Lansoprazolo 30 mg Lansoprazolo 15 mg Omeprazolo 20 mg placebo II 65.3 56.3 60.9 23.9 % guarigione IV VI 83.3 89.4 74.6 80.3 82.0 89.7 32.8 36.6 VIII 90.0 78.8 90.7 40.0 Tab. VIII - Castell et al. [18] Costi medi per sei mesi di trattamento Euro Esomeprazolo 20 mg - terapia on demand 74.8 Lansoprazolo 15 mg - dose fissa 62.7 TAB. IX - Studio COMMAND [26] Patologia Target pH durata > o = a 16 h Ulcera peptica > o = a 3 GERD >o=a4 “ TAB. X - Klotz [23] si guarirebbero con il lansoprazolo, è necessario trattare per 8 settimane un numero di pazienti non noto, ma variabile da 19 a 46 (NNT). Questo costa una cifra non nota, ma compresa tra euro 500 e 1210 [10]. Nello studio riportato in tab. VIII il lansoprazolo 30 mg paragonato a omeprazolo 20 mg è risultato equiefficace procurando un sollievo dei sintomi superiore nelle fasi più precoci del trattamento[18]. Negli studi relativi all’ulcera associa- 34 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. ta ad infezione daHP i PPI sono considerati equiefficaci [19-21]. L’ipotetica superiorità dell’esomeprazolo nel risolvere l’ulcera duodenale unitamente all’eradicazione dell’HP in soli 7 giorni senza la necessità di ulteriori 2-3 settimane di trattamento riportate nelle indicazioni degli altri PPI, non è confermata dalla Consensus Conference Maastricht 2 del 2000. Infatti, nella stessa è stato affermato che tale prolungamento del trattamento, indipendentemente dal PPI impiegato, non influisce sulla percentuale di guarigione dell’ulcera duodenale. Nei pazienti con NERD (reflusso gastroesofageo senza lesioni) per il trattamento “on demand” (in scheda tecnica solo per esomeprazolo, pantoprazolo e rabeprazolo) vanno attentamente valutati i pazienti idonei dato il minor controllo dei sintomi dimostrato in alcuni studi [14]. Nello studio COMMAND[26], riportato in Tab.IX, sono stati confrontati il costo farmacologico di esomeprazolo assunto al bisogno (dose media: 0,3 cpr/die) e il costo farmacologico di lansoprazolo in dose fissa, sia in base al reale consumo medio di farmaco (0,8 cpr/die) che in base a quanto indicato in scheda tecnica (1 cpr/ die); attualizzando tali costi in base ai prezzi vigenti in Italia a partire dal 15 luglio 2006, il costo associato alla terapia farmacologica “on –demand” è risultato di 74,8 euro e quello associato alla terapia con lansoprazolo a dosi fisse (in base al prezzo di riferimento) è risultato di 62,7 euro, considerando il reale consumo del farmaco (il bruciore retro-sternale è stato riportato più frequentemente fra i pazienti trattati con il farmaco “on demand”[14]). Sono necessari ulteriori studi per indagare su questa tipologia di trattamento. Va evidenziato, peraltro, che il trattamento on demand non è ricompreso nelle note 1 e 48 e, pertanto, non è erogabile da parte del SSN. Per quanto attiene alle eccezioni previste dalla Legge Regionale 39/06 della Regione Puglia, che possono giustificare la prescrizione di PPI ad un costo maggiore di 0,90 €, le stesse possono essere riferibili a problematiche metaboliche. I PPI sono metabolizzati da 2 enzimi del sistema citocromo P450: mefentoina idrossilasi (CYP2C19) e nifedipina idrossilasi (CYP3A4). Il pantoprazolo è metabolizzato anche n. 88 Marzo - Aprile 2007 da una solfotransferasi citosolica e questo spiegherebbe una minore interazione con farmaci che utilizzano il CYP per la metabolizzazione. Sono stati identificati 3 fenotipi : homEM (metabolizzatori estensivi), PM (metabolizzatori lenti) e hetEM (individui che portano una mutazione su un allele). Circa l’1 – 2% della popolazione (13% per quella asiatica) è composta da “lenti metabolizzatori”, carenti dell’enzima CYP2C19 e particolarmente predisposti alle interazioni farmacologiche. Questa variabilità porta a differenze nelle AUC (es.le AUC dell’omeprazolo, lansoprazolo e rabeprazolo sono circa 7.5, 4.5 e 4 volte relativamente più ampie nei PM rispetto agli homEM). Dato che la risposta farmacodinamica è direttamente proporzionale all’AUC: anche il pH intragastrico sarà più elevato nei PM (6) e hetEM (4-5) rispetto agli homEM(3-4). Ciò potrebbe avere rilevanza sulle conseguenze cliniche, in quanto le % di guarigione dipendono dal pH e dal tempo di inibizione della secrezione acida (TAB. X).[23] L’esomeprazolo (meno suscettibile alla metabolizzazione epatica rispetto alla forma R [17]) è metabolizzato principalmente dal CYP2C19 (metabolita = 5OHesomeprazolo), l’omeprazolo dal CYP3A4 (metabolita = omeprazolo solfone) [23]. L’uso dell’esomeprazolo dovrebbe in teoria comportare una minore variabilità interindividuale nell’efficacia [17], ma ciò allo stato attuale non risulta confermato a livello clinico da studi clinici controllati Le interazioni farmacologiche dipendono: dall’aumento stesso del pH intragastrico (e quindi indipendentemente dal tipo di PPI) che può influire sul rilascio a livello gastrico di alcuni farmaci come il ketoconazolo; dall’inibizione competitiva a livello del citocromo P450 (es. diminuisce il metabolismo della simvastatina); dall’interazione con la glicoproteina-P ATP dipendente. Alcuni studi hanno mostrato che l’omeprazolo comporta un potenziale maggiore di interazioni farmacologiche data l’alta affinità per il CYP2C19 e minore affinità per CYP3A4. Lansoprazolo e rabeprazolo sembrano avere una minore interazione potenziale rispetto ad omeprazolo (sebbene siano riportati ad ora solo pochi casi di interazione rilevanti dal punto di vista clinico). L’esomeprazolo ha un profilo potenzialmente simile all’omeprazolo [17]. L’inibizione del CYP2C19 da parte di esomeprazolo e omeprazolo d’altra parte genera una riduzione della variabilità individuale del farmaco. La possibilità di interazione va presa in considerazione soprattutto nei pazienti più anziani per i quali è comune la politerapia o per coloro che utilizzano in concomitanza farmaci con indice terapeutico ristretto [24]. Per es. l’omeprazolo aumenta l’assorbimento della digossina (10%), della nifedipina (1020%) e del bismuto. L’uso contemporaneo di esomeprazolo ed omeprazolo con fenitoina determina un aumento della concentrazione plasmatica di quest’ultima (necessario il monitoraggio in pazienti epilettici). La contemporanea somministra-zione di esomeprazolo con diazepam determina una diminuzione della clearance di quest’ultimo pari al 45% dei livelli plasmatici di diazepam (non rilevanti dal punto di vista clinico sulla base delle attuali conoscenze)[25]. Sono necessari ulteriori studi di confronto dell’efficacia farmacodinamica dei differenti PPI nel controllare l’acidità intragastrica in pazienti trattati con FANS; nella profilassi del sanguinamento in corso di terapia con FANS esistono dati solo nelle prime 24 h [8] Conclusioni Le molecole hanno tra loro differenze farmacocinetiche, farmacodinamiche e metaboliche: ciò determina una variazione nel tempo di insorgenza dell’effetto, ma non della potenza e dell’efficacia che risultano sovrapponibili per i vari PPI quando usati a dosaggi equivalenti. Nonostante le lievi differenze su riportate, per le indicazioni cliniche previste dalle note 1 e 48, non ci sono differenze di efficacia clinica tra le varie molecole poiché sugli outcome clinici non è stata dimostrata in modo significativo dal punto di vista statistico e con studi di elevata qualità metodologica la superiorità di una molecola vs un’altra. Mentre si sono riscontrate minime differenze del profilo farmacologico dei vari PPI, è oggettiva ed evidente la differenza .......................................................................................................................................... 35 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. di prezzo di tali farmaci. Pertanto, a parità di efficacia la prescrizione dovrebbe orientarsi verso il PPI più vantaggioso dal punto di vista economico ad eccezione dei casi di intolleranza, insufficiente risposta clinica o possibili interazioni farmacologiche. Tali situazioni, che giustificano il ricorso a farmaci con prezzo superiore al minimo di riferimento pari a 0.90 euro, sono già previste nella citata legge della Regione Puglia con opportuno piano terapeutico/scheda individuale. Esistono, quindi, elementi concreti per affermare che il generico lansoprazolo, a dosi appropriate, è un farmaco di prima scelta con il miglior rapporto costo-beneficio. Pertanto, si ritiene di poter concordare con le disposizioni regionali alla luce anche delle eccezioni previste e nella considerazione che, in base al concetto di costo-opportunità, le conseguenze in termini di spesa rappresenteranno non solo un risparmio, ma soprattutto quello che dovrebbe stare maggiormente a cuore ai cittadini e cioè un recupero di risorse economiche da reinvestire più appropriatamente in altri interventi sanitari. Bibliografia [1] G.L. Colombo, G. Beccagutti. S.A.V.E. Studi di valutazione economica. Milano [2] Rapporti dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) - L’uso dei Farmaci in Italia - Rapporti 2005 e GennaioSettembre 2006 - www.agenziafarmaco.it [3] Progetto ministeriale SFERA IMS Health [4] Foye, Lemke, Williams Principi di chimica farmaceutica. Piccin Editore Padova 2005 [5] Richardson P, Hawkey CJ, Stack WA. Proton pump inhibitors: pharmacology and rationale for use in gastrointestinal disorders. Drugs 1998; 56:307–35. [6] Feret B, Quercia RA, Cappa J. Rabeprazole: a proton pump inhibitor for the treatment of acid-related disorders. Formulary 1999; 34: 313–23. [7] Goodman & Gilmann. Le Basi Farmacologiche della terapia. McGraw-Hill 10 ed.,.New York 2003. [8] Goldstein JL et al. Intragastric acid control in non steroidal anti-infiammatory drug users: comparison of esomeprazole, lansoprazole and pantoprazole. Aliment Pharmacol Therapy 2006: 23, 1189-1196 [9] Langtry HD, Wilde MI. Lansoprazole.An update of its pharmacological properties and clinical effi cacy in the management of acid-related disorders. Drugs 1997; 54: 473–500. [10] Il trattamento del reflusso gastroesofageo: tra evidenze e leggende. Dialogo sui farmaci 2006; 6: 218-22 [11] Richter, J.E.1 ; Kahrilas, P.J.; Johanson, J.; Maton, P.; Breiter, J.R.; Hwang, C.; Marino, V.; Hamelin,B.; Levine, J.G.; Esomeprazole Efficacy and safety of esomeprazole compared with omeprazole in GERD patients with erosive esophagitis: a randomized controlled trial The American Journal of Gastroenterology, Volume 96, Number 3, 1 March 2001, pp. 656-665(10) [12] Kahrilas PJ, et al. Esomeprazole improves healing and symptom resolution as compared with omeprazole in reflux oesophagitis patients: a randomized controlled trial. The Esomeprazole Study Aliment Pharmacol Ther. 2000 Oct;14(10):1249-58 [13] Castell DO, Kahrilas, Richter et al . Esomeprazole (40 mg) compared with lansoprazole (30 mg) in the treatment of erosive esophagitis. A. J Gastroenterol. 2002 Mar; 97 (3): 575 – 83. [14] Zaniolo O. Profilo clinico e farmacoeconomico di esomeprazolo nelle patologie acido – correlate) Farmeconomia e percorsi farmaceutici 2006; 7(3):155-167 [15] Kromer W. Relative efficacies of gastric proton-pump inhibitors on a milligram basis: desired and undesired SH reactions. Impact of chirality. Scand J Gastroenterol Suppl. 2001;(234):3-9 [16] Klok, R M. Postma, M J. van Hout, B A. Brouwers, J R B Meta-analysis: comparing the efficacy of proton pump inhibitors in shortterm use Comparing the efficacy of proton pump inhibitors in short-term use .Alimentary Pharmacology & Therapeutics. 17(10):123745, 2003 May 15. [17] Gli stereoisomeri tra novità e marketing. Riflessioni sul farmaco. 2005 N°4 Commissione Terapeutica Regionale Toscana [18] Castell DO,Richter JE Efficacy and safety of lansoprazole in the treatment of erosive reflux esophagitis. The Lansoprazole Group .Am J Gastroenterol. 1996 Sep;91(9):1749-57 [19] Uygun A,et al. Recent success of pantoprazole -or lansoprazole- based clarithromycin plus amoxicillin treatment in the eradication of Helicobacter pylori Turk J Gastroenterol. 2004 Dec;15(4):219-24 [20] Kadayifci A Eradication of Helicobacter pylori with triple therapy: an epidemiologic analysis of trends in Turkey over 10 years .Clin Ther. 2006 Nov;28(11):1960-6 [21] Vergara M et al: Meta – analysis: comparative efficacy of different proton-pump inhibithors in triple therapy for HP eradication. Aliment Pharmacol Therapy 2003: 15, 647645 [22] Padol S, Yuan Y,Thabane M, Padol IT, Hunt RH The effect of CYP2C19 polymorphisms on H. pylori eradication rate in dual and triple first-line PPI therapies: a meta-analysis. Am J Gastroenterol. 2006 Jul;101(7):1476-8 [23] Klotz U. Clinical impact of CYP2C19 polymorphism on the action of proton pump inhibitors: a review of a special problem Int J Clin Pharmacol Ther. 2006 Jul;44(7):297-302 [24] Blume H, Donath F, Warnke A,Schug BS Pharmacokinetic drug interaction profiles of proton pump inhibitorsDrug Saf. 2006;29(9):769-84 [25] www.airge.it - Sito ufficiale dell’Associazione Italiana Reflusso Gastroesofageo [26] Tsai HH et Al Esomeprazole 20 mg on-demand is more acceptable to patients than continuous lansoprazole 15 mg in the longterm maintenance of endoscopy-negative gastro-oesophageal reflux patients: the COMMAND Study. Aliment Pharmacol Ther. 2004 Sep 15;20(6):657-65. [27] Micromedex Vol 131 - Thomson Healthcare, Inc 2007 [28] Farmaci Racemici ed Enantiomeri. Pacchetti Informativi sui Farmaci CeVEAS 2006 (n° 3) [29] Nuovi Farmaci da vecchi farmaci. Drug and Therapeutics Bullettin. 2006 Ottobre; 44: 73-7 [30] Omeprazolo, Esomeprazolo e Stereoisomeri. The Medical Letter 2003; XXXII, 16: 63-64 [31]Esomeprazolo www.informazionesuifarmaci.it - La Bussola 06/02 [32] Ubaldi E, Tosetti C. Gli inibitori di pompa protonica. Rivista SIMG 2004; Vol I; 23-9 [33] Cosa Accade quando entra in commercio un me-too? (Farmacoutilizzazione) BIF 2005; 5-6 (XII): 229-31 [34] Do Single Stereoisomer Drugs Provide Value? Therapeutics Letter 2002; 45 Annotazioni: - Alla stesura iniziale hanno collaborato anche i Dott.ri M.Antuofermo, G.Cannarile e P.Pastore Nessuno degli autori presenta un conflitto di interessi con gli argomenti trattati. * Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera - Università degli Studi di Bari Corso di Farmacia Clinica Centro di Informazione sul Farmaco dell’U.O.s di Farmacia Clinica - U.O.c. di Farmacia del Policlinico di Bari Centro Bio-Medico di Analisi Cliniche Direttore Sanitario: Dott. Marco Papagni Autorizzazione pubblicitaria: n.87 del 21/06/1995 Via De Cuneo , 54 - 70059 TRANI (BA) tel. 0883-588.960 0883-507.511 - fax 0883-588.713 E-mail: [email protected] 36 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. FASE n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 37 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Assistenza territoriale Un progetto per la prevenzione e la cura sul territorio della malattia renale cronica nella ASL TA I soggetti di questo studio saranno identificati fra coloro che in condizioni di routine nel corso di sei mesi si rivolgeranno al laboratorio di analisi del Presidio Ospedaliero Valle d’Itria (Martina Franca, Crispiano, Locorotondo e Cisternino) G.. Colucci *, F. Pavone* , P. Iacovazzo *, V. Contursi *, G. Tognoni °, V. Lepore °, A. Nicolucci°, G. Strippoli °, G. Loreto **, E. Colucci**, L. Sperti ^ , M. Mariella ^, A. Aquaro ^, M. Pupino + L’insufficienza renale cronica e un problema di salute pubblica, la cui prevalenza è in continuo incremento (1,2). La presenza di insufficienza renale cronica si associa ad un significativo incremento del rischio cardio-cerebrovascolare, e gli eventi cardio cerebrovascolari sono la principale causa di morte in soggetti affetti da nefropatie croniche (3). Inoltre, le anomalie della funzionalità renale si associano spesso alla presenza di altri importanti fattori di rischio cardio-vascolare (ipertensione, diabete, obesità, dislipidemia) che rientrano nel quadro della sindrome metabolica (4). L’insufficienza renale cronica e una condizione inesorabilmente progressiva e può determinare, in un arco di tempo di 20-40 anni dalla data di esordio, la progressione verso l’insufficienza renale terminale che necessita di terapia sostitutiva (emodialisi, dialisi peritoneale, trapianto). La principale causa di decesso in questi soggetti sono gli eventi cardiocerebrovascolari. In molti casi, questi eventi si verificano prima che la malattia renale progredisca a livelli avanzati, mascherandone la diagnosi. La diagnosi precoce di anomalie della funzionalità renale si basa sulla valutazione della creatininemia sierica (insufficienza renale definita come creatininemia > 1.1- 1.3 mg/dL), del filtrato glomerulare (insufficienza renale lieve definita come filtrato glomerulare (GFR) < 90 mLmin/1.73 m2 secondo la classificazione K/DOQI (5) dell’insufficienza renale in stadi da 1 a 5, riportata in tabella e dell’escrezione urinaria di albumina (microalbuminuria definita come rapporto albumina/ creatinina (ACR) pari a 30/299 mg/g su STADIO GFR (mL/min/1.73 m2) DESCRIZIONE 1 Danno renale con GFR normale o aumentato ≥90 2 Danno renale con lieve diminuzione del GFR 60-89 3 Riduzione moderata del GFR 30-59 4 Grave riduzione del GFR 5 Uremia spot urinario del mattino). Queste alterazioni possono essere presenti in concomitanza o isolatamente, ed è dibattuto se e quale sia la metodologia ottimale per l’individuazione precoce dei soggetti a rischio cardio-renale. Strategie di screening di massa per l’individuazione di queste anomali potrebbero rappresentare un efficace strumento di prevenzione del rischio cardio-renale poiché i soggetti a rischio sarebbero prontamente trattati con farmaci che agiscono sul sistema renina- angiotensiana rallentando la progressione del danno renale e riducendo il rischio cardio-vascolare. L’importanza della diagnosi precoce dell’insufficienza renale è stata pertanto oggetto di numerosi studi, ma è dibattuto se si debba procedere allo screening di massa o allo screening di popolazioni selezionate sulla base del profilo di rischio, e se debbano essere misurati tutti o solo alcuni di questi parametri. Un recente studio condotto in Norvegia ( m=65604 soggetti) ha dimostrato che lo screening selettivo con il ricorso alla valutazione del GFR nei soli soggetti affetti da diabete, ipertensione arteriosa o di età > 55 anni e più efficace nell’individuazione di soggetti con insufficienza renale cronica rispetto allo screening di massa (6). Anche la misurazione isolata della 15-29 <15 o dialisi microalbuminuria è stata oggetto di numerosi studi di screening di popolazione, finalizzati ad individuare soggetti a rischio di sviluppare insufficienza renale cronica, molti dei quali non presentano ancora nelle fasi precoci anomalie del GFR. La microalbuminuria rientra tra i fattori predittivi di malattia cardio-cerebrovascolare e di rischio di progressione del danno renale, e ciò è dimostrato non solo in soggetti diabetici e ipertesi, in cui le linee giuda esplicitamente raccomandano il monitoraggio di entrambi i parametri GFR e ACR, ma anche nella popolazione generale. Studi recenti documentano lo stato di microalbuminuria rispetto alla presenza di normoalbuminuria si associa in maniera indipendente rispetto ad altri fattori di rischio cardio-vascolare (fumo, diabete, ipertensione, età, obesità, dislipidemia), ad un incremento di circa il 40% del rischio di sviluppare una cardiopatia coronarica (7). Sulla base di queste osservazioni, il monitoraggio della funzione renale con il ricorso alla valutazione combinata del GFR e dell’albuminuria rappresenta una strategia potenzialmente superiore rispetto alla sola valutazione del GFR nell’ambito di programmi di screening in medicina generale per l’individuazione dei soggetti a rischio cardio-renale. 38 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. In linea con queste osservazioni, le linee guida americane della Kidney Disease Outcome Quality Initiative (K/ DOQI) (5) suggeriscono che in soggetti a rischio insufficienza renale cronica (presenza di diabete, ipertensione, età > 60 anni) si proceda a valutare non solo il GFR mediante la formula di Cockroft-Gault e la formula del MDRD modificata (riportate qui di seguito), ma anche alla rilevazione dell’eventuale presenza di micro/macro albuminuria mediante la misurazione dell’albumin:creatinine ratio (ACR) in uno spot urinario del mattino, indagine di facile esecuzione in ambienti ambulatoriali. Formula di Cockroft-Gault = (140 - età) x (peso in Kg) x 0,85 (se donna) / 72 x creatininemia Formula MDRD modificata = 186 x (SCr)-1,154 x (età)-0,203 x (0,742 se donna) x (1,212 se nero) Obiettivi Questo studio si propone i seguenti obiettivi: 1. Valutare la prevalenza di malattia renale cronica in fase iniziale (insufficienza renale cronica lieve/moderata stadio K/ DOQI 2-3) e di microalbuminuria (ACR = 30-299 mg/g) o macroalbuminuria (ACR = 300 mg/g) in una popolazione a rischio cardio-renale, afferente alla medicina generale; 2. Valutare i fattori di rischio associati alle fasi iniziali di compromissione della funzionalità renale, con particolare riguardo alle componenti della sindrome metabolica; 3. Valutare la strategia di screening, attraverso l’individuazione sistematica di soggetti di rischio cardio-renale determina un aumento sostenibile del livello di attenzione e trattamento dei fattori di rischio cardio-renale; 4. Nei soggetti con microalbuminuria, valutare l’efficacia comparativa (in riferimento alla prevenzione della progressione dell’albuminuria stessa ed al rischio di eventi cardio-cerebrovascolari) di strategie terapeutiche basate sull’uso di ACEinibitori e Sartani da soli o in associazione; 5. Valutare longitudinalmente il tasso di progressione del danno renale e l’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori in relazione al livello di rischio cardiorenale all’ingresso nello studio. n. 88 Marzo - Aprile 2007 Disegno dello studio Lo studio, che combina un approccio osservazionale ed uno sperimentale, prevede una prima fase di rilevazione trasversale, seguita da una fase valutativa longitudinale. Durante la prima fase, verrà identificata una coorte di soggetti che presentino una riduzione del GFR (GFR<90 ml/min/ 1.73 m2) e/o microalbuminuria. I soggetti di questo studio saranno identificati fra coloro che in condizioni di routine afferiscono nel corso di sei mesi al laboratorio di analisi del Presidio Ospedaliero Valle d’Itria (Martina Franca, Crispiano, Locorotondo e Cisternino) per la misurazione della creatinina sierica e della microalbuminuria, sulla base dei seguenti criteri di inclusione: presenza di fattori di rischio per malattie renali e cardiovascolari (ipertensione, diabete mellito, fumo di sigarette) in soggetti di = 50 anni. La prescrizione dei suddetti esami non deve essere intesa come finalizzata allo studio, ma come parte integrante di una buona pratica clinica rivolta alla prevenzione cardio-renale nei soggetti a rischio, così come indicato dalle esistenti linee guida in materia (5). Per tutti questi soggetti verrà raccolto un set minimo di dati clinici, che consentiranno una prima valutazione trasversale. Tale valutazione permetterà di stabilire quali siano i sottogruppi di soggetti a rischio più elevato di iniziale compromissione della funzionalità renale, intesa come riduzione del GFR o presenza di micro/macro albuminuria. Tale fase sarà particolarmente importante per indirizzare le successive strategie di prevenzione, da attivare in ambito di medicina generale, alle popolazioni che presentino un più elevato profilo di rischio. Alla identificazione dei soggetti a rischio seguirà una fase di intervento da parte della medicina generale, rivolta sia alla ricerca attiva degli altri fattori di rischio cardiovascolare spesso misconosciuti (ipertensione, diabete, fumo, dislipidemia), sia al loro controllo attraverso sugli stili di vita e/o di tipo farmacologico, in base alle linee guida esistenti ed in linea con la normale pratica clinica. A questo proposito, per i soggetti con micro/macro albuminuria sarà possibile l’inserimento in una sperimentazione clinica controllata finanziata dall’ Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e coordinata dal Consorzio Mario Negri Sud (Studio LIRICO), che testa l’efficacia comparativa di ACE-inibitori e Sartani, singolarmente o in associazione. Infatti, entrambe queste classi di farmaci sono raccomandate per la prevenzione cardiovascolare e per ridurre il rischio di progressione del danno renale, ma a tutto oggi non è ancora chiaro il beneficio ottenibile dalla combinazione delle due classi rispetto ad ognuna di esse singolarmente. Per tutti i soggetti inviati al laboratorio di analisi del Presidio Ospedaliero Valle d’Itria nel periodo dello studio, a prescindere dalla loro eventuale inclusione nella sperimentazione clinica LIRICO, e inoltre previsto un follow-up annuale per rivalutare la funzionalità renale, il profilo di rischio cardiovascolare, e l’eventuale incidenza di eventi cardiovascolare maggiore. Sarà quindi possibile stimare il rischio di progressione del danno renale e il rischio di malattie cardiovascolare in relazione alle caratteristiche dei soggetti all’ingresso nello studio (ad esempio livelli di GFR, livelli di albumina urinaria, presenza e severità delle diverse componenti della sindrome metabolica). Raccolta dei dati All’ingresso nello studio, i Medici di Medicina Generale raccoglieranno le informazioni necessarie per l’inquadramento del profilo di rischio del soggetto (età, sesso, presenza di ipertensione, diabete, fumo di sigaretta, dislipidemia, pregressi eventi cardiovascolari, terapie croniche in corso). Verranno inoltre registrati il peso, l’altezza, la pressione arteriosa e i risultati dei test di laboratorio più recentemente eseguiti (profilo lipidico, glicemia, emoglobina glicosilata in caso di diabete). Dai dati del laboratorio di analisi del Presidio Ospedaliero sarà inoltre possibile ottenere i dati relativi alla funzione renale (creatinina sierica, GFR stimato con la formula di Cockroft and Gault e quella del MDRD modificata, e l’ACR sullo spot urinario del mattino). Le stesse informazioni verranno raccolte a cadenza annuale al fine di valutare in maniera longitudinale l’andamento della funzionalità renale. Per i soggetti che saranno arruolati .......................................................................................................................................... 39 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. nello studio LIRICO è prevista la compilazione di apposite schede, in base a quanto definito nel protocollo dello studio. Questo progetto che si propone di prevenire e curare al meglio le malattie renali per ritardarne la progressione e ridurre l’aggravio di spesa per la ASL/TA/ 1, non comporta impegno finanziario ed è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Farmacologia Clinica ed Epidemiologia del Consorzio Mario Negri Sud e con il patrocinio delle Società Scientifiche AIMEF (Associazione Italiana Medici di Famiglia) e SIN ( Società Italiana di Nefrologia). * Medici di Famiglia – AIMEF, ° Istituto M. Negri Sud Dip. Farmacologia Clinica ed Epidemiologica, ** Università degli Studi di Foggia- Cattedra di Nefrologia, ^ Laboratorio di Patologia Clinica Presidio Ospedaliero di Martina Franca, + Direttore Distretto 5 ASL/TA1 Bibliografia 1. The Renal Association: UK Renal Registry: the eighth annual report, 2005. Available from http://www.renalreg.com/ Report%202005/Cover_Frame2.htm. 2. United States Renal Data System: Annual datareport, 2005. Available from http:// www.usrds.org/adr_2005.htm. 3. Sarnak MJ, Levey AS, Schoolwerth AC, Coresh J, Culleton B, Hamm LL, McCullough PA, Kasiske BL, Kelepouris E, Klag MJ, Parfrey P, Pfeffer M, Raij L, Spinosa DJ, Wilson PW; American Heart Association Councils on Kidney in Cardiovascular Disease, High Blood Pressure Research, Clinical Cardiology, and Epidemiology and Prevention. Kidney disease as a risk factor for development of cardiovascular disease: a statement from the American Heart Association Councils on Kidney in Cardiovascular Disease, High Blood Pressure Research, Clinical Cardiology, and Epidemiology and Prevention. Circulation. 2003;108:2154-69. Review. 4. Ching-Ha Kwan B, Beddhu S. Metabolic syndrome and chronic kidney disease. Minerva Urol Nefrol. 2006;58:1-12. Review. 5. National Kidney Foundation. K/DOQI clinical practice guidelines for chronic kidney disease: evaluation, classification, and stratification. Am J Kidney Dis. 2002;39(2 Suppl 1):S1-266. 6. Hallan SI, Dahl K, Oien CM, Grootendorst DC, Aasberg A, Holmen J, Dekker FW. Screening strategies for chronic kidney disease in the general population: follow-up of cross sectional health survey. BMJ. 2006;333:1047 7. Yuyun MF, Khaw KT, Luben R, Welch A, Bingham S, Day NE, Wareham NJ. A prospective study of microalbuminuria and incident coronary heart disease and its prognostic significance in a British population: the EPIC-Norfolk study. Am J Epidemiol. 2004;159:284-93. Documentazione Come individuare l’alunno disabile ai fini dell’integrazione scolastica Regolamento Regionale 8 marzo 2007, n.6 “Modalità e criteri per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap ai fini dell’integrazione scolastica” (BUR n. 37 del 14 marzo 2007) Il Presidente della Giunta Regionale - Visto l’art. 121 della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce al Presidente della Giunta Regionale l’ emanazione dei regolamenti regionali. - Visto l’art. 42, comma 2°, lett. c) della L.R. 12/05/2004,n.7 “ Statuto della Regione Puglia”. - Visto l’art. 44, comma 3°, della L.R. del 12/05/2004, n.7 “Statuto della Regione Puglia”. - Visto il DPCM del 23 febbraio 2006, n.185 che prevede l’adozione di un regolamento attuativo della legge. - Vista la Delibera di Giunta Regionale n.175 del 26/02/2007 di adozione del Regolamento attuativo della succitata legge. Emana Il seguente Regolamento: Art. 1 (declaratoria) - Il presente regolamento disciplina, in attuazione del DPCM 23 febbraio 2006, n. 185, l’attività di accertamento, da parte delle Aziende Sanitarie Locali per l’individuazione dell’alunno come soggetto portatore di handicap ai fini dell’integrazione scolastica. Art. 2 (costituzione collegio) - Le Aziende Sanitarie Locali, per l’individuazione dell’alunno come soggetto in situazione di handicap, istituiscono un collegio o più collegi; - Il numero dei collegi è determinato dalle singoleAziende Sanitarie Locali sulla base di valutazioni demografiche e territoriali con un rapporto di un collegio ogni 250/300 mila abitanti. - Il collegio è composto da componenti, effettivi e supplenti, con le seguenti figure professionali: - 1 dirigente di neuropsichiatria infantile, in servizio presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza Ospedaliera o Territoriale; - 1 dirigente psicologo, in servizio presso l’Azienda Sanitaria Locale; - 1 Assistente sociale, in servizio presso l’Azienda Sanitaria Locale. - Il collegio può avvalersi, nell’interesse del minore, della consulenza di altre figure professionali senza diritto di voto. - I componenti dei collegi effettuano l’accertamento nell’ambito delle proprie attività di istituto e pertanto non possono avere con l’Azienda Sanitaria Locale di appartenenza un rapporto di lavoro libero professionale o a progetto. Art. 3 (costituzione organismo di riesame) - Le Aziende Sanitarie Locali nominano, al fine di evitare ricorsi alla Magistratura Ordinaria, un organismo unico di riesame composto dalle medesime professionalità previste per il collegio con personale dipendente da altra Azienda Sanitaria Locale della Regione. 40 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. - Il genitore/ tutore dovrà essere portato a conoscenza dell’esistenza di tale organismo con una informativa da consegnare contestualmente al verbale di accertamento. Art. 4 (compiti del collegio) - Il collegio ha titolarità per l’accertamento dei residenti nel territorio dell’Azienda Sanitaria Locale di riferimento. - In caso di trasferimento di residenza da altre ASL del territorio regionale, ovvero, da altre Regioni sono ritenuti validi gli accertamenti già effettuati. - In caso di ospiti ricoverati in strutture extra territorio di residenza, può essere attivata la procedura di “visita domiciliare/ visita su delega” analogamente a quanto previsto dalla normativa della invalidità civile. - Il collegio per gli accertamenti di cui al presente regolamento adotta, quale strumento di classificazione diagnostica, il sistema ICD-10 multiassiale o in subordine il sistema ICD9- CM con l’indicazione di patologia stabilizzata o progressiva. Art. 5 (domanda di accertamento) - La domanda di accertamento, redatta come da fac simile, allegato A) al presente regolamento, deve essere presentata dal genitore o da chi esercita la potestà parentale al collegio, per il tramite della ASL di residenza, per l’anno scolastico successivo, nel periodo tra il 1° ottobre ed il 31 marzo. - La domanda deve essere corredata da: a) certificazione con definizione della patologia, classificata con il sistema ICD10 multiassiale o in subordine con il sistema ICD9-CM, con l’indicazione di patologia stabilizzata o progressiva, rilasciata da un medico , in servizio presso Struttura pubblica, specialista nella branca di pertinenza della patologia rilevata. b) relazione clinica, rilasciata da Medico , in servizio presso Struttura pubblica, specialista nella branca di pertinenza della patologia rilevata, contenente i seguenti dati: n. 88 Marzo - Aprile 2007 - lo stato di gravità della disabilità - il quadro funzionale sintetico del minore con indicazione dei test utilizzati e dei risultati ottenuti, che descriva le maggiori problematiche nelle aree: cognitiva e neuropsicologica, sensoriale, motorioprassica, affettivo-relazionale e comporta-mentale, comunicativa e linguistica, delle autonomie personali e sociali. Il richiedente l’accertamento può, inoltre, presentare altra documentazione ritenuta utile ad un maggior approfondimento. Art. 6 (attività di accertamento) - L’accertamento ha valenza medicolegale ed è quindi soggetto a possibile ricorso; - per l’accertamento è necessaria la presenza della persona da valutare e del genitore / tutore stesso. In presenza di particolari situazioni, e nell’esclusivo interesse del minore, l’accertamento può essere integrato da visita diretta, anche domiciliare, del collegio; - il collegio deve concludere il procedimento entro trenta giorni dalla ricezione della domanda e comunque in tempo utile alla formazione delle classi e l’inizio dell’anno scolastico. Il verbale di accertamento, redatto dal collegio, come da fac simile allegato B) al presente regolamento, deve essere sottoscritto da tutti i componenti presenti e consegnato al richiedente al termine della valutazione collegiale. Art. 7 (norma transitoria) Per l’anno scolastico 2007/2008 le Aziende Sanitarie Locali costituiscono entro il 31 marzo 2007 i collegi di cui all’art. 2 e comunicano agli Uffici Scolastici Provinciali il numero dei collegi attivati, le relative sedi ed i componenti nominati. Per l’anno scolastico 2007/2008 l’attività di accertamento si applica ai bambini disabili di nuova individuazione, tra i quali, in particolare, gli alunni iscrivibili al primo anno della scuola dell’infanzia o della scuola primaria. La suddetta attività di accertamento deve concludersi entro il 31 maggio 2007. L’ospedale “Miulli” sempre più centro di eccellenza Lusinghiero riscontro del sopralluogo dei NAS Un lusinghiero riscontro per l’ospedale “F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti dopo l’ispezione effettuata dai Carabinieri del Nucleo Antisosfisticazioni e sanità di Bari nei giorni scorsi. “Nessuna eccezione - si legge nel verbale redatto dai NAS, che sono stati assistiti nel sopralluogo dal Direttore sanitario, Dott. Alessio Nitti - può oggettivamente muoversi, risultando l’intera struttura caratterizzata da elevati standards strutturali contemplati in materia”. In particolare sono stati visionate a campione le Unità operative complesse di Otorinolaringoiatria, Chirurgia I e Cardiologia ed i relativi servizi. “Da un esame degli ambienti - rileva il verbale - si sono colte positive impressioni relativamente alle condizioni igienico-sanitarie, all’assistenza ai pazienti ed al rispetto della normativa vigente in materia del divieto di fumo”. “Tali conclusioni, peraltro - prosegue il verbale - tengono conto di un’intervista a campione condotta tra degenti e loro familiari. Tra le specialità farmaceutiche rinvenute non si sono registrate confezioni con la data di scadenza superata”. Grossa soddisfazione è stata espressa dal Delegato del Vescovo, Rev. Domenico Laddaga “L’esito positivo del controllo - ha detto - sta a dimostrare la bontà del lavoro svolto, sin da quando si decise a suo tempo con lungimiranza di accorpare tutte le sedi distribuite in vari plessi in un monoblocco concepito e realizzato secondo i più moderni e sofisticati standard. L’obiettivo è quello di consolidare ulteriormente il ruolo di centro di eccellenza che ha sempre contraddistinto il nostro ospedale”. .......................................................................................................................................... 41 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Assistenza ospedaliera Progettazione e realizzazione di protesi “custom made” per interventi di cranioplastica P. Boffi *, S. Campanelli **, E. Pierangeli ***, C. Pizzoni ***, P. Solaro * Introduzione La “cranioplastica” è un intervento chirurgico finalizzato alla riparazione di un difetto strutturale o morfologico del cranio. All’origine dei difetti cranici possono esservi molteplici cause: traumi con fratture esposte o comminute, ferite perforanti da arma da fuoco o di altra natura, incidenti d’auto o sul lavoro, infezioni con osteomieliti, craniectomie decompressive, resezioni di tumori ossei o di tumori a carico di tessuti circostanti infiltranti l’osso, riassorbimenti di osso autologo, patologie degenerative, malformazioni congenite. La cranioplastica può essere intesa come: a) riposizionamento del tassello osseo asportato durante un precedente intervento neurochirurgico (autoinnesto) e conservato in differenti modi (nel sottocute addominale del paziente, presso una banca dell’osso, ecc.), o di tessuto osseo autologo (cioè del paziente stesso) prelevato in altra sede (ad esempio, dalle costole o mediante la divisione dei tavolati esterno ed interno di un altro tassello osseo di dimensioni almeno pari al difetto, tramite un taglio lungo la diploe): va da sé che il miglior materiale impiantabile è l’osso stesso del paziente; b) alloinnesto (innesto di materiale osseo o cartilagineo prelevato da un individuo della stessa specie): questi tipi di impianti sono stati praticati intensamente durante la Prima Guerra Mondiale, con alta percentuale di infezioni e di riassorbimento; c) xenoinnesto (trapianto di tessuto osseo prelevato da animali, come la scapola di pecora): nel 1668 l’olandese J. J. Van Meckeren descrisse il primo impianto xenoplastico, dove si utilizzò un osso di cane su un nobile russo, che però fu scomunicato per essere stato operato con un osso di canide; d) ricostruzione di un deficit di sostanza ossea, tramite l’impianto di una protesi ad hoc in materiale artificiale biocompatibile. Le indicazioni a favore della cranioplastica sono essenzialmente dettate da ragioni estetiche, dalla necessità di proteggere il cervello, nonché come terapia della cosiddetta “sindrome da craniolacunia” (cefalea, difficoltà di concentrazione, ecc.), legata verosimilmente a variazioni pressorie endocraniche. Il materiale sintetico ideale per la cranioplastica deve essere: 1) disponibile ed economico; 2) biocompatibile, con minimo potenziale infettivo; 3) non riassorbibile e facilmente modellabile (in modo da riprodurre fedelmente il contorno cranico); 4) resistente, rigido, non conduttore; 5) in grado di stimolare l’osteogenesi e la rivascolarizzazione; 6) radiotrasparente ed RMN compatibile. La prassi chirurgica tradizionale prevede che la protesi sia realizzata direttamente in sala operatoria, una volta definite la natura e l’estensione della lesione: in altri termini, è il chirurgo stesso che provvede a modellare, seduta stante, il materiale eteroplastico adatto allo scopo (polietilene, polimetilmetacrilato, idrossiapatite, reti metalliche). In particolare, il metilmetacrilato è attualmente il materiale più usato: nel giro di pochi minuti s’indurisce e viene a costituire la protesi, pronta per essere impiantata. È evidente, tuttavia, come il buon esito di una tale procedura dipenda fortemente dall’abilità manuale del chirurgo, con risultati estetici non sempre confortanti, data l’enorme difficoltà nel conferi- re alla protesi la dovuta curvatura (anche per mani esperte). Inoltre, al termine del processo d’indurimento le protesi così realizzate presentano sovente numerose bolle d’aria, rimaste intrappolate durante la fase di miscelazione dei vari componenti (matrice di partenza, catalizzatore, additivi) che concorrono alla formazione dell’impasto finale (‘cemento osseo’). Tali microporosità sono di per sé causa di fragilità meccanica, nonché un ricettacolo di infezioni batteriche: se la protesi si infetta, va incontro a rigetto e, pertanto, deve essere rimossa e sostituita ex novo (si stima che la percentuale di fallimenti di impianti con protesi eteroplastiche per rigetto sia pari al 15% circa dei casi trattati). Un ulteriore svantaggio della preparazione del dispositivo medicale in sede di intervento chirurgico è rappresentato dal fatto che la polimerizzazione del materiale protesico avviene tramite reazione esotermica, ovvero con produzione di calore: per minimizzare il rischio di necrosi cellulare conseguente ad un brusco aumento della temperatura all’interfaccia osso-cemento, le protesi approntate al momento devono essere allontanate dal sito chirurgico prima dell’indurimento finale, con il pericolo di deformazioni accidentali a danno della stabilità meccanica della protesi stessa. A ciò si aggiunga l’eventualità di infiammazioni locali acute originate dal rilascio di monomeri tossici, a causa del protrarsi del processo di polimerizzazione ancora per alcune ore dopo l’impianto della protesi. Un altro fattore di rischio è costituito dalla contaminazione del campo operatorio dai residui della lavorazione manuale della protesi, che può provocare al paziente dermatiti e reazioni allergiche. Infine, bisogna mettere in conto la dilatazione dei tempi chirurgici (e, quindi, della 42 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. durata dell’anestesia), dal momento che l’intervento dovrà prevedere anche la realizzazione della protesi in concomitanza con l’intervento stesso. Alla luce delle suddette considerazioni, si comprende come la cranioplastica tradizionale possa essere utilmente adoperata solo per la correzione di piccoli difetti di discontinuità ossea. Allo stato attuale dell’arte, il materiale più indicato per la cranioplastica è l’idrossiapatite porosa preconfezionata, modellata con metodica CAD-CAM (Computer Aided Design - Computer Aided Manufacturing), che però ha ancora costi troppo elevati . Vogliamo, qui, richiamare l’attenzione su una metodologia alternativa, solo di recente introdotta nel campo della chirurgia cranio-maxillo-facciale, che si avvale dell’impiego combinato della Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) con sofisticate tecniche di elaborazione digitale 3D e di Prototipazione Rapida (Stereolitografia), per la progettazione e la realizzazione in tempi ridotti di un dispositivo protesico su misura, a beneficio di pazienti affetti da gravi ed estese craniolacunie. Materiali e metodi Fig. 1 – Diagramma a blocchi del processo di progettazione e fabbricazione di una protesi cranica custom made. 2. Acquisizione ed elaborazione TAC mediante software dedicato 3. Ricostruzione digitale 3D del tassello osseo mancante 4. Realizzazione di una replica stereolitografica del tassello osseo 5. Realizzazione dello stampo per il confezionamento della protesi PARAMETRO Tipo di scan scout Angolo di scout Orientazione Lunghezza dello scout Dimensioni della matrice di risoluzione Field of view Algoritmo di ricostruzione Gantry tilt Passo dello slicing Scan mA Scan kV Formato di esportazione su CD-ROM Il punto di partenza della procedura consiste nel sottoporre il paziente ad una scansione TAC completa del cranio, provvedendo preliminarmente a rimuovere ove possibile - ogni oggetto che possa in qualche modo alterare la qualità dell’immagine tomografica (orecchini, piercing, capsule dentali). Le immagini TAC devono essere acquisite secondo un ben preciso protocollo (cfr. tab. 1), onde evitare di compromettere la successiva progettazione della protesi. In particolare, le immagini TAC devono coprire l’intera lacuna cranica e parte del cranio intatto (ad esempio, se la lacuna ossea è in posizione laterale, la scansione deve partire 1 cm circa sopra il difetto e terminare 1 cm circa sotto il difetto). Inoltre, per essere sicuri che la scansione copra l’intera lacuna cranica, è necessario effettuare VALORE laterale e completo 0° testa/supina tale da coprire l’intera testa 512 × 512 pixel il cranio deve riempire lo schermo (30 cm circa per adulto) standard 0° 0,5 – 2 mm 175 (non vincolante) 130 (non vincolante) DICOM 3 Tab. 1 – Protocollo di acquisizione TAC per cranioplastica. un’immagine scout laterale della teca cranica. Nel diagramma di fig. 1 è riportata la sequenza di operazioni in cui si articola il processo di fabbricazione di una protesi cranica custom made per un intervento chirurgico ottimale. n. 88 Marzo - Aprile 2007 1. Scansione TAC del cranio La scansione TAC così acquisita viene importata all’interno di MIMICS (acronimo di Materialise’s Interactive Medical Image Control System), un pacchetto software commerciale specifico per la visualizzazione e l’interpolazione tridimensionale di immagini monoplanari ottenute mediante scanner TAC, sviluppato dall’azienda belga Materialiste N. V. (Leuven) nel 1991, con l’intento di favorire le applicazioni in campo biomedicale delle moderne tecniche di Prototipazione Rapida. In fig. 2 è riportata la caratteristica schermata dei fotogrammi TAC, quali risultano previa assegnazione di un opportuno thresholding (tutti i pixel caratterizzati da un valore di grigio superiore al valore di soglia impostato sono assunti come parti ossee e, come tali, identificati da una stessa ‘maschera’ colorata), nel caso di una paziente affetta da una vistosa craniolacunia (nella parete laterale sinistra della scatola cranica), conseguente all’asportazione di un tumore osseo. In fig. 3, invece, è possibile vedere il modello 3D del cranio ricostruito a partire dal set di immagini TAC acquisite (region growing). A questo punto, il modello digitale del cranio viene esportato, mediante un apposito tool (CT-Modeller System), in un conveniente formato leggibile in ambiente CAD: per i nostri scopi, il formato “.stl” (solid to layer), indicato per applicazioni stereolitografiche. Il passo successivo consiste nel creare digitalmente la copia speculare (mirrored copy) del cranio: a tal fine ci si può utilmente servire di un altro software messo a punto dalla Materialise, denominato MAGICS, ovvero di un qualunque altro software di modellazione solida, purché supporti il formato “.stl” (fig. 4). La ‘specchiatura’ servirà come guida di riferimento per ricostruire digitalmente la parte mancante di teca cranica: basterà, infatti, importare nel software MIMICS la copia speculare del cranio e sovrapporre opportunamente il contorno di quest’ultima sulla ‘maschera’ del cranio originale (fig. 5). Apportate le dovute correzioni di posizionamento per assicurarsi che il profilo della copia speculare combaci il più .......................................................................................................................................... 43 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. possibile con quello del cranio di partenza, si può procedere ad ‘editare’ la parte ossea mancante, andando a congiungere - fotogramma per fotogramma - i lembi che delimitano la lacuna ossea, attraverso una vera e propria assegnazione di pixel all’interno dello spazio vuoto compreso tra le linee perimetrali del cranio ‘specchiato’ (fig. 6). Tale procedura necessita di una particolare attenzione, in quanto la ‘maschera’ così ottenuta andrà a costituire lo scheletro su cui costruire il modello solido virtuale del dispositivo protesico, mediante una successiva operazione di region growing (fig. 7). Inoltre, il tipo di ricostruzione da effettuarsi dovrà tener conto necessariamente, oltre che della fisionomia del paziente, anche del metodo che sarà impiegato in sede d’intervento per la fissazione della protesi alla teca cranica (filo di seta, miniplates in titanio, clip in NiTinol a memoria di forma, craniofix clamps, ecc.), nonché di ogni altra indicazione fornita a riguardo dal chirurgo (ad esempio, nel caso in cui la lacuna ossea interessi la regione temporo-basale, può essere utile una riduzione locale della protesi di qualche millimetro, al fine di facilitarne il posizionamento). Una volta completata la ricostruzione virtuale, segue uno step finale di verifica in cui il modello 3D del tassello osseo mancante (eventualmente ridimensionato ed opportunamente smussato in superficie) viene assemblato graficamente con il modello 3D della teca cranica: in questo modo è possibile controllare il corretto accoppiamento del tassello con il resto del cranio, nonché il suo impatto estetico (fig. 8). Terminata la fase di progettazione e modellazione solida, si provvede alla realizzazione di una replica stereolitografica del tassello in materiale povero (resina epossidica o similplastica): tale modello costituirà la base di partenza (master) per la successiva fabbricazione dello stampo in silicone, necessario per il confezionamento della protesi nel materiale finale da impianto. La Stereolitografia si configura, ad oggi, come la tecnica di Prototipazione Rapida più diffusa e matura: essa consente di costruire oggetti di qualsivoglia complessità geometrica, a partire dal loro modello CAD (in formato “.stl”), attraverso 44 .......................................................................................................................................... Fig. 2 – Visualizzazione multiplanare della TAC cranica mediante software MIMICS (a sinistra: vista transaxiale; in alto a destra: vista coronale; in basso a destra: vista sagittale). La ‘maschera’ di colore giallo identifica l’involucro osseo. Fig. 3 – Ricostruzione 3D della teca cranica ottenuta per interpolazione delle immagini TAC. Fig. 4 – Modelli digitali della teca cranica ricostruita a partire dalla TAC (in giallo) e della sua copia speculare (in marrone). n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. un processo di addizione di materiale per strati successivi (layer by layer manufacturing). Il principio fisico, sinteticamente descritto in fig. 9, si basa sulla reazione di fotopolimerizzazione di una resina liquida, innescata da una radiazione laser di opportuna lunghezza d’onda. Più precisamente, un fascio laser viene focalizzato, mediante un sistema ottico di scansione, sulla superficie di una vasca contenente il monomero allo stato liquido: la radiazione induce una reazione a catena di polimerizzazione, che porta alla solidificazione della zona colpita dal fascio, dando vita così al primo strato del prototipo che si intende realizzare. Una piattaforma motorizzata (elevatore) si abbassa di una quantità pari allo spessore di fotopolimero solidificato ed un sistema di ricopertura deposita altra resina liquida sulla sezione appena costruita. Il processo riprende con la solidificazione dello strato successivo, che aderisce stabilmente alla sezione sottostante, e prosegue fino alla completa realizzazione del prototipo, che verrà infine estratto dalla vasca sollevando completamente l’elevatore. Con questa tecnica è possibile riprodurre modelli 3D di qualsivoglia forma (anche in presenza di cavità, pareti sottili e sottosquadri), con elevata precisione dimensionale (la risoluzione verticale, in termini di spessore del singolo layer, può spingersi fino a 0,05 mm) e buona finitura superficiale. In fig. 11 è mostrata la copia stereolitografica del tassello osseo riprodotto in fig. 8, realizzata mediante l’apparato in dotazione presso il Laboratorio di Prototipazione Rapida del Centro Laser (fig. 10). In casi particolarmente delicati, può essere utile realizzare - con la stessa tecnologia - anche una replica anatomica della porzione di cranio contenente la lacuna ossea, al fine di consentire al chirurgo di simulare le fasi operatorie di innesto della protesi ritenute più a rischio, ottenendo così una maggiore confidenza sulla prevedibilità del risultato atteso. Da ultimo si provvede a ricalcare, sulla copia stereolitografica, lo stampo in silicone all’interno del quale verrà iniettato, preferibilmente in ‘camera bianca’ (per evitare la formazione di bolle d’aria), il materiale alloplastico che – una volta polimerizzato e rifinito asportando even- n. 88 Marzo - Aprile 2007 Fig. 5 – Sovrapposizione del profilo della copia speculare della teca cranica (curve bianche) sulla ‘maschera’ originale (in giallo). Fig. 6 – Editing del tassello osseo mancante (‘maschera’ verde), con l’aiuto della copia speculare del cranio (curve bianche). Fig. 7 – Modello 3D del tassello osseo mancante, ottenuto per interpolazione spaziale dei pixel tracciati secondo la procedura spiegata nel testo. .......................................................................................................................................... 45 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. tuali bave in eccesso – andrà a riprodurre fedelmente la protesi cranica da impiantare (fig. 12). A tutt’oggi il materiale d’elezione per questi scopi, dato il basso costo, le sue eccellenti caratteristiche meccaniche e l’ottima tolleranza biologica, è una particolare resina acrilica, il polimetilmetacrilato (PMMA). L’operazione di colata del materiale protesico all’interno dello stampo può essere effettuata, all’occorrenza, direttamente in sala operatoria, previa sterilizzazione dello stampo stesso (a mezzo autoclave o gas plasma). Fig. 8 – Incastro virtuale del tassello osseo ricostruito con la teca cranica. Le dimensioni d’ingombro del tassello mostrato in figura ammontano a circa 80 mm × 120 mm × 100 mm (X × Y × Z). Vista laterale Conclusioni A conclusione di questa presentazione, ci preme evidenziare i punti di forza di un approccio del tipo custom made, rispetto alla prassi usuale di modellazione manuale della protesi in concomitanza con l’intervento chirurgico: - il processo assicura una ricostruzione anatomicamente molto precisa, grazie al processamento tridimensionale delle immagini tomografiche, consentendo così un ripristino dell’integrità ossea alquanto soddisfacente, non solo dal punto di vista morfologico, ma anche sotto il profilo estetico, aspetto quest’ultimo tutt’altro che trascurabile nella riparazione dei difetti di discontinuità ossea a carico del cranio; - si riducono drasticamente i tempi chirurgici (e, conseguentemente, l’eventualità di infezioni da esposizione prolungata), in quanto l’intervento si limita all’impianto di una protesi confezionata prima dell’intervento stesso: si può ragionevolmente prevedere che la durata dell’intervento possa essere portata ad una media di 30 minuti, contro gli attuali 120150 minuti necessari per la cranioplastica tradizionale; - dal punto di vista delle prestazioni meccaniche, si ottiene una protesi più performante, priva di asimmetrie di spessore o deformazioni, e senza bolle d’aria, il che elimina di conserva il rischio di reazioni infiammatorie dovute a colonizzazioni batteriche. A ciò si aggiunga che i tempi di esecuzione dell’intero ciclo produttivo, dall’acquisizione della scansione TAC alla realizzazione dello stampo in silicone, sono relativamente contenuti (in media Vista posteriore Vista frontale Fig. 9 – Rappresentazione schematica del processo stereolitografico. occorrono tra le 48 e le 72 ore), grazie all’ausilio delle moderne tecniche di Prototipazione Rapida. Fatte salve le suddette considerazioni, è opportuno ricordare che l’approccio custom made trova adeguata giustificazione nelle situazioni, come quella esposta in questa sede, in cui la lacuna ossea sia particolarmente estesa (superiore a 2025 cm2) o presenti un contorno geometricamente molto frastagliato. Sequestri ossei poco visibili alla TAC o interventi pregressi di cranioplastica rendono assai problematica la progettazione di una protesi su misura. Presso la Struttura Complessa di Neurochirurgia dell’Ospedale “Ss. Annunziata” di Taranto si eseguono numerose craniectomie decompressive salvavita (si rimuove una parte della scatola cranica per diminuire la pressione intracranica, permettendo al tessuto cerebrale sano di non essere danneggiato dagli eventi lesivi che incorrono dopo un trauma grave; fra l’altro, Taranto è uno dei centri neurochirurgici italiani che partecipano allo studio Rescue ICP sulla validazione delle craniectomie decompressive, sotto l’egida dell’Università di Cambridge), ma poche cranioplastiche, per due motivi fondamentali: a) grazie alle tecniche mini-invasive ivi utilizzate, che si avvalgono di un piccolo accesso osseo e del microscopio, con 46 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. ovvi vantaggi estetici e funzionali, non ci sono praticamente mai osteomieliti, per cui l’esigenza di cranioplastica post-chirurgica è praticamente scomparsa; b) recentemente si è instaurata una collaborazione con la banca dei tessuti muscolo-scheletrici degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, per cui gli opercoli ossei che non si riescono a conservare nel sottocute addominale del paziente, come normalmente avviene per le craniectomie decompressive, vengono conservati in congelatore per almeno cinque anni in attesa del riposizionamento. Fig. 10 – Apparato sterolitografico Viper si2 (3D System Inc.) in dotazione presso il Laboratorio di prototipazione Rapida del Centro Laser di Valenzano (Bari). (*) Centro Laser S.c.r.l. – Valenzano (Bari) (**) Politecnico di Bari – Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale (***) Presidio Ospedaliero “Ss. Annunziata” di Taranto – Struttura Complessa di Neurochirurgia Bibliografia - G. Ponti, F. Vitello, C. Rapani, C. Macro, P. Serafini, Cranioplastica: riparazione chirurgica dei difetti cranici, «Ippocrateios», vol. III, n. 6, 1992; - J. K. Th. Haex, H. W. C. Bijvoet, A. H. G. Dallenga, The Use of Stereolithographic Models in Patients with Large Cranial Defects, «Phidias Newsletter», n. 1, December 1998; C. Kermer, Preoperative Stereolithographic Model Planning in Craniomaxillofacial Surgery, «Phidias Newsletter», n. 2, June 1999; - J. S. Bill, Rapid Prototyping in Reconstruction of Large Calvarial Defects, «Phidias Newsletter», n. 3, December 1999; - J. Lailaw, Cranioplasty, in: A. H. Kaye, P. M. Black (editors), Operative Neurosurgery, Churchill Livingstone/Harcourt Publishers, London 2000; - F. Taha, B. Lengele, D. Boscherini, S. Testelin, Modeling and Design of a Custom Made Cranium Implant for Large Skull Reconstruction Before a Tumor Removal, «Phidias Newsletter», n. 6, June 2001; - V. Dallolio, L. Monolo, La cranioplastica, Atti del Convegno Nazionale sulle Ricostruzioni Craniofacciali, Lecco, 15 - 16 giugno 2001; - V. Dallolio, S. Puricelli, F. Davolio, E. De Micheli, M. Orsi, L. Monolo, Custom Cranioplasty with PMMA using Rapid Prototyping and 3D CAD, Annual Meeting of the American Association of Neurological Surgeons (AANS), Chicago, April 6 - 11, 2002; - V. Dallolio, P. Ferraresi, L. Monolo, Progetto Cranioplastica (Ovvero come ridurre la durata dell’intervento a 30 minuti), 51° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurochirurgia (SINCh), Bolzano, 18 - 21 settembre 2002. n. 88 Marzo - Aprile 2007 Fig. 11 – Replica sterolitografica del tassello osseo mostrato in fig. 8, in resina bianca tipo ABS (DSM Somos 14120). Fig. 12 – Stampo in silicone per il confezionamento della protesi cranica in PMMA. .......................................................................................................................................... 47 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Documentazione Il regolamento sui nuovi ambiti territoriali delle ASL Regolamento Regionale 30 marzo 2007, n. 9 “Disposizioni regolamentari ed attuative per l’applicazione dell’Art. 5 (Modifica ambiti territoriali delle AUSL) del Titolo II della Legge regionale 28 dicembre 2006, n. 39" (BUR n. 52 del 6 aprile 2007) Il Presidente della Giunta Regionale - Visto l’art. 121 della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce al Presidente della Giunta Regionale l’ emanazione dei regolamenti regionali. - Visto l’art. 42, comma 2°, lett. c) della L.R. 12/05/2004,n.7 “ Statuto della Regione Puglia”. - Visto l’art. 44, comma 3°, della L.R. del 12/05/2004, n.7 “Statuto della Regione Puglia”. - Vista la L.R. 28 dicembre 2006, n. 39 che all’art. 5 prevede l’adozione di un regolamento attuativo della legge. - Vista la Delibera di Giunta Regionale n.393 del 27/03/2007 di adozione del Regolamento attuativo della succitata legge. Emana Il seguente Regolamento: Art. 1 ASL provinciali: denominazione, sede, effetti 1. L’art. 5 della L.R. n. 39/06, dal 1 Gennaio 2007, ha istituito 3 nuove ASL provinciali , in cui sono confluite per fusione le pre-esistenti Aziende USL operanti in ciascuno degli ambiti amministrativi delle province di Foggia, Bari e Lecce, come di seguito riportato: a) Nella “ASL FG”, con sede in Foggia, sono confluite le A. USL FG/1, FG/2, FG/3; b) Nella “ASL BA”, con sede in Bari, sono confluite leA. USL BA/2, BA/3, BA/ 4 e BA/5; c) Nella “ASL LE”, con sede a Lecce, sono confluite le A. USL LE/1, LE/2. 2. Le altre Aziende sanitarie locali, che al momento della pubblicazione della legge, già operavano a livello provinciale, modificano la loro denominazione, rispettivamente da “BAT/1” a “BAT”, da “BR/ 1” a “BR” e da “TA/1” a “TA”. 3. La denominazione estesa di ciascuna delle sei Amministrazioni sanitarie locali è “Azienda Sanitaria Locale di”, seguita dal nome della città capoluogo di provincia. 4. Con decorrenza dalla stessa data dell’ 1 Gennaio 2007, sono conseguentemente decaduti gli Organi delle accorpate Aziende USL. 5. A decorrere dal 1 Gennaio 2007 le ASL provinciali “ASL BA”, “ASL FG”, “ASL LE”, così come istituite, subentrano di pieno diritto in tutto il patrimonio attivo e passivo ed in ogni rapporto, anche processuale, delle fuse ASL BA/ 2,BA/3, BA/4, BA/5, LE/1, LE/2, FG/1,FG/ 2, FG/3, ed in tutte le loro ragioni, azioni e diritti come in tutti gli obblighi, impegni e passività di qualsiasi natura anteriori al 1 Gennaio 2007. 6. Ai direttori generali subentrano i commissari straordinari, quali legali rappresentanti delle persone giuridiche di nuova istituzione, incaricati della gestione transitoria nonché di ogni attività finalizzata alle operazioni di fusione. Art. 2 Commissari Straordinari e Direttori Generali delle nuove ASL provinciali ed Atto Aziendale. 1. Per l’esecuzione del proprio mandato, il Commissario Straordinario di cui all’art. 5 c. 2 della l.r. 39/06 dispone di tutti i poteri del Direttore Generale nonché quelli di straordinaria amministrazione per l’efficace perseguimento degli obiettivi prioritari di organizzazione della nuova ASL e di tempestivo consolidamento degli assetti operativi di regime. 2. Il Commissario Straordinario può deliberare, tra l’altro, sulle trascrizioni ed annotazioni di ogni specie, sulle azioni giudiziarie, transazioni, sentita la Conferenza dei Sindaci e, previa informazione preventiva alle OO.SS., costituire e sciogliere organismi , cui assegnare specifici incarichi e progetti. 3. Il Commissario Straordinario, in esecuzione dell’art. 5 L.R. n. 39/06, nomina il direttore amministrativo e sanitario, può nominare i sub commissari, che, salvo revoca o sostituzione, restano in carica fino alla nomina del Direttore Generale della nuova ASL, uno per ciascuna delle Aziende USL accorpate, definendone, modificando o integrando l’atto di nomina, le funzioni da esercitarsi, nel rispetto delle indicazioni di cui ai commi e articoli successivi. 4. Il Commissario Straordinario dispone circa specifici rapporti, sia provvisori, sia di durata pluriennale, per ciò che attiene i servizi di tesoreria e cassa, i sistemi informativi, di contabilità analitica ed altri al fine di realizzare il consolidamento, a livello di nuova ASL, dei dati delle diverse aziende fuse. 5. Gli Atti Aziendali di cui all’art. 3 comma 1bis della L.502/92 delle pre -esi- 48 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. stenti Aziende USL , a seguito della fusione, perdono di efficacia a far data dal 1 gennaio 2007 per la parte non compatibile con il rinnovato ambito gestionale e col presente regolamento. Il Commissario Straordinario della nuova ASL provinciale provvede alla definizione del relativo Atto Aziendale, da predisporsi, in ogni caso, non oltre il 31 dicembre 2007, sentita la Conferenza dei Sindaci e previa concertazione con le OO.SS. 6. Al Commissario Straordinario, per l’opera prestata, è riconosciuto il compenso previsto per i Direttori Generali delle ASL. Art. 3 Gestioni liquidatorie al 31.12.1994 1. Il Commissario Straordinario della nuova ASL, a far data dal 1 Gennaio 2007, subentra nella funzione di Commissario liquidatore delle gestioni liquidatorie degli esercizi anteriori al 1995 delle USL facenti capo agli ambiti territoriali di quelle accorpate. Il compenso previsto per l’espletamento della funzione di Commissario Straordinario è omnicomprensivo per cui non è prevedibile compenso aggiuntivo per le funzioni di cui al presente comma. 2. Per quanto riguarda le ex USL BA/1 e BA/2, la funzione liquidatoria degli esercizi al 31/12/2005 fa capo al Commissario Straordinario della ASL provinciale Bari. Art. 4 Il Sub Commissario 1. Il Sub Commissario è nominato, su base fiduciaria, dal Commissario straordinario, al quale riferisce, correntemente, sull’attività svolta ed in tutti i casi in cui quest’ultimo lo richieda o lo ritenga opportuno. 2. Al Sub Commissario spettano, nell’ambito dell’attività di fusione e riorganizzazione della nuova ASL, i compiti della analisi organizzativa e della ordinaria amministrazione riguardanti l’ambito di attività allo stesso attribuite dal Commissario straordinario. Il Sub Commissario: a) può inoltre formulare proposte di provvedimenti ed esprimere pareri al Commissario straordinario; n. 88 Marzo - Aprile 2007 b) su delega del commissario straordinario, collabora con i Direttori Amministrativo e sanitario sull’attuazione dei piani, dei programmi e delle direttive generali emanate dallo stesso. 3. Il Commissario straordinario può acquisire pareri del Sub Commissario sulle proposte di deliberazione del governo aziendale. 4. Il rapporto del Sub Commissario è rapporto di diritto privato di tipo esclusivo ed il compenso spettante, omnicomprensivo di imposte e contributi, è pari all’80% di quello del Commissario straordinario. 5. Il Commissario straordinario, i sub Commissari ed i Direttori amministrativo e sanitario sono tenuti a presentare un’autodichiarazione in merito all’insussistenza delle incompatibilità previste dalla normativa vigente in materia. Art. 5 Effetti delle operazioni di fusione 1. Ai sensi dell’art. 5, c.1 della L.R. 22 Dicembre 2006, n. 39 la fusione ha efficacia dal 1 Gennaio 2007, data a partire dalla quale le nuove ASL provinciali subentrano in tutti i rapporti delle pre - esistenti ASL accorpate. La pubblicazione della legge regionale n. 39/06 assolve l’obbligo di informativa rispetto ai Terzi, dell’art. 2558 Cod. civ, e titolo per la trascrizione in capo a ciascuna nuova ASL provinciale della proprietà e dei diritti reali sui beni rientranti nelle attività comprese nel patrimonio delle pre - esistenti ASL accorpate. 2. I Commissari Straordinari delle nuove ASL provinciali per i beni immobili o mobili registrati, in precedenza iscritti nello stato patrimoniale delle pre - esistenti Aziende USL, provvedono alla trascrizione presso i competenti Uffici pubblici entro 90 giorni dalla data di pubblicazione del presente regolamento. 3. I Commissari Straordinari comunque sono autorizzati ad assicurare qualsiasi atto o formalità, perché la nuova ASL provinciale subentri nella proprietà e titolarità di ogni cespite ed attività patrimoniale dei complessi aziendali delle pre -esistenti Aziende USL interessate. 4. Tutte le spese e gli oneri connessi all’esecuzione del presente regolamento, e degli atti inerenti o conseguenti alla loro esecuzione, compresi i trasferimenti e le volture, vanno imputati alla voce ed al conto patrimoniale per “oneri straordinari di fusione”. Art. 6 Gestione transitoria, finalità e indirizzi 1. Le nuove ASL provinciali, devono procedere alle operazioni di accorpamento e riorganizzazione delle attività originariamente presenti nelle Aziende USL fuse, anche al fine di creare, durante il periodo di gestione transitoria, previsto dal comma 2 dell’art. 5 L.R. n. 39/06, le condizioni strutturali di equilibrio economico delle stesse, previsto dalla vigente normativa. 2. Le operazioni di fusione devono essere orientate alla rivisitazione degli assetti organizzativi, funzionali ed economici delle articolazioni delle pre - esistenti aziende in modo da perseguire, nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità, una più appropriata integrazione di dette articolazioni ed una riorganizzazione idonea a garantire, nelle nuove ASL, più adeguati ed uniformi livelli di assistenza. 3. Al fine di garantire la continuità del servizio sanitario pubblico, fino all’adeguamento delle procedure, dei sistemi informatici e della modulistica e, in ogni caso, fino a diverse determinazioni, nella gestione dei flussi e delle operazioni, dal punto di vista operativo e funzionale, nulla deve intendersi modificato rispetto alla situazione pre esistente all’1 Gennaio 2007, data quest’ultima, a partire dalla quale, le attività curate dalle pre esistenti ASL interessate dalle operazioni di fusione, sono da intendersi compiute, a tutti gli effetti di legge, della nuova persona giuridica, fatti salvi i coordinamenti disposti da parte della direzione generale. 4. Per le attività di tesoreria e cassa delle nuove ASL i Commissari Straordinari sono autorizzati a concordare con gli Istituti Bancari che curavano la gestione per le pre esistenti Aziende USL, l’assicurazione di detti servizi, per il periodo transitorio necessario. 5. I competenti Uffici Regionali provvederanno a disporre le previste assegnazioni mensili, e qualsiasi ulteriore somma, nelle misure definite dalla Giunta Regionale, senza soluzione di continuità, .......................................................................................................................................... 49 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. agli Istituti Bancari individuati delle A.SL provinciali. I servizi di cassa interessanti i rami d’azienda costituiti dalla A.USL accorpate possono essere assicurati dagli istituti che svolgevano il servizio di tesoreria delle stesse, secondo le intese realizzate dai Commissari Straordinari. 6. I Commissari Straordinari, nella qualità di legali rappresentanti delle nuove ASL provinciali assicurano, inoltre, i seguenti adempimenti: a) Comunicazione all’Agenzia delle Entrate, all’Agenzia del Territorio, all’INPDAP, all’INAIL, all’INPS ed agli altri Enti ed Istituti interessati, della costituzione della nuova persona giuridica di diritto pubblico, anche ai fini dell’inserimento della stessa nelle relative rispettive anagrafi, definendo con le stesse le modalità di assicurazione dei previsti adempimenti periodici. Art. 7 Adempimenti regionali di prima attuazione 1. Il competente settore dell’Assessorato alle Politiche della Salute in conseguenza della costituzione delle nuoveASL provvede: a. Alle dovute comunicazioni, ai Ministeri competenti ed agli altri soggetti rispetto ai quali è competente la Regione, definendo con dette Istituzioni, le modalità di relazione ai fini dei previsti adempimenti periodici, durante il periodo iniziale della fase transitoria anche al fine di consentire gli adempimenti previsti da parte delle nuove ASL provinciali nonché la cessazione, a far data dal 1 Gennaio 2007, degli adempimenti in materia di flussi informativi da parte delle pre-esistenti Aziende USL. b. a richiedere al Ministero della Salute ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze, la designazione dei componenti dei Collegi Sindacali delle nuove ASL. c. a predisporre entro il 30 aprile 2007 schema di provvedimento da proporre alla Giunta Regionale, per l’individuazione dei componenti di emanazione regionale, chiamati a costituire i Collegi Sindacali delle nuove ASL. d. ad assicurare l’adeguamento dei flussi informativi e del Sistema Informativo Regionale (SISR) al modificato asset- to organizzativo del Servizio Sanitario Regionale, anche per quanto attiene la modificazione e l’integrazione dell’infrastruttura di rete e delle stazioni di lavoro. e. A corrispondere, dall’ 1.1.07, fino all’approvazione da parte della Giunta Regionale del nuovo documento di indirizzo economico funzionale in campo sanitario (per il 2007), relativamente alle Aziende USL interessate dalle operazioni di fusione, le assegnazioni mensili previste per le pre-esistenti Aziende USL dalla DGR n. 1621/06 (DIEF 2006), a favore della corrispondente nuova ASL provinciale, disponendo il versamento dei relativi importi, senza soluzione di continuità, agli Istituti Bancari individuati dalle nuove ASL provinciali. Art. 8 Organizzazione - Dotazioni organiche Reclutamento personale 1. Il Commissario straordinario procede all’organizzazione della nuova ASL sulla base della salvaguardia dei bisogni dell’utenza e nel rispetto dei principi dell’efficienza, efficacia ed economicità. 2. Il Commissario straordinario, in applicazione della normativa vigente dispone, previa concertazione con le OO.SS., l’accorpamento dei dipartimenti territoriali, delle aree, delle strutture e degli uffici a staff della direzione generale, aventi competenze omogenee e per i quali è necessario individuare un’unica responsabilità. 3. La dotazione organica delle nuove aziende è determinata dalla sommatoria delle dotazioni organiche delle cessate ASL, approvate dalla Giunta regionale alla data del 31/12/2006, tenendo conto degli accorpamenti di cui al comma 2. 4. Il Commissario straordinario nell’approvare la nuova dotazione organica può apportare modifiche al fine di ottimizzare le risorse umane ed economiche, per ottemperare all’art. 1 comma 565 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 nonché per garantire la corretta attuazione dei LEA. 5. Il personale che a seguito dell’accorpamento risulti in esubero deve essere ricollocato con le procedure rispettivamente previste dai regolamenti regionali nn.9, 10 e 12 del 2003. 6. Il Commissario straordinario proce- de, altresì, alla ricognizione delle procedure in atto per il reclutamento del personale presso le cessate ASL e valuta il prosieguo delle stesse sulla base del preminente interesse aziendale, avendo riguardo alla ricollocazione del personale risultato in esubero in una delle strutture dell’azienda. 7. Le procedure per la copertura, a tempo indeterminato, di posti soppressi, a seguito degli accorpamenti di cui al comma 2, devono essere revocate. 8. Le procedure per il reclutamento del personale di uguale profilo professionale devono essere unificate. Sono fatte salve le procedure per il reclutamento del personale, a tempo indeterminato, per le quali sia stata già espletata la 1° prova. 9. Sino alla stipula dei contratti Integrativi Aziendali, da siglare entro e non oltre il 31/12/2007, al fine di garantire la continuità amministrativa, organizzativa e funzionale, continueranno ad essere validi gli accordi già siglati, per le aree di competenza, nelle varie ASL preesistenti. 10. In ogni ASL le OO.SS. e le RSU con il Commissario Straordinario devono procedere alla stipula di apposito accordo che disciplini le relazioni sindacali in coerenza con i protocolli d’intesa sottoscritti dalle OO.SS. e la Regione. Art. 9 Collegio Sindacale Dall’1 gennaio 2007 sono decaduti i Collegi Sindacali delle ASL accorpate. Il Commissario Straordinario nomina ed insedia con effetto dall’1.1.2007 il Collegio Sindacale provvisoriamente designato dalla L.R. n°39/2006 determinandone il compenso ai sensi dell’ art. 3 comma 13 della L. 502/92. Il Collegio Sindacale oltre alle attività istituzionali di cui all’art. 12 della legge regionale n.° 36/1994 ed alla L. 502/1992: - deve provvedere alla prosecuzione delle attività sospese dai Collegi Sindacali delle ASL fuse; - deve redigere la relazione sul bilancio al 31/12/2006 delle ASL fuse, anche in relazione ai rilievi posti in essere nel corso dell’anno dai rispettivi Collegi Sindacali; - deve, dopo aver verificato la conformità ai criteri e principi dettati dal regola- 50 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. mento di fusione, formulare il proprio parere sul bilancio di fusione iniziale delle ASL provinciali. Art. 10 Nuclei di Valutazione 1. Al fine di garantire la continuità della gestione, i Nuclei di Valutazione delle soppresse ASL, continuano a svolgere le loro funzioni fino al completamento delle operazioni finalizzate alla valutazione e all’attribuzione della quota variabile di remunerazione prevista dalla contrattazione decentrata di ciascuna ASL accorpate a tutto il 31 Dicembre 2006 e, comunque, non oltre il 30.06.07. 2. Ai componenti dei nuclei di valutazione delle soppresse AUSL, per l’espletamento del relativo incarico, è mantenuto il diritto al compenso in godimento commisurato alla durata del loro incarico. 3. Il Commissario Straordinario provvede alla costituzione del Nucleo di Valutazione della nuova ASL entro il termine del 30 Giugno 2007, fissandone la decorrenza del funzionamento all’1.7.07. Art. 11 Altre commissioni e organismi 1. Al fine di garantire la continuità della gestione, il collegio di direzione e gli altri organismi collegiali, presenti nelle AUSL accorpate, fino a soppressione, decadenza o modificazione disposta dal Commissario Straordinario, sono costituiti, senza soluzione di continuità, in specifici Organismi e Commissioni Divisionali della nuova AUSL, in numero e composizione corrispondenti a quelli presenti nelle ASL accorpate e con le stesse funzioni e compiti. 2. Il Commissario Straordinario provvede alla verifica di detti Organismi e Commissioni ed entro il 30 Giugno 2007 assume, anche gradualmente, le proprie determinazioni con riferimento al definitivo assetto organizzativo e funzionale della nuova ASL. Art. 12 Conferenza dei Sindaci 1. Con la soppressione delle rispetti- n. 88 Marzo - Aprile 2007 ve Aziende USL di riferimento, decadono dalle loro funzioni le relative Conferenze e Rappresentanze dei Sindaci. 2. Il Sindaco del comune capoluogo in cui ha sede ciascuna nuova ASL provinciale, entro trenta giorni dalla pubblicazione del presente regolamento, provvede a convocare la riunione di insediamento della rinnovata Conferenza dei Sindaci. 3. Nella riunione di insediamento o in ogni caso nel termine di 60 giorni dalla pubblicazione del presente regolamento, la Conferenza dei Sindaci provvede all’individuazione del Comitato operativo deputato a collaborare e supportare, con funzioni propositive e consultive il Commissario Straordinario o suoi delegati, nel processo di organizzazione della nuova ASL, negli ambiti funzionali dallo stesso indicati. 4. Sino all’emanazione del regolamento di cui alla Legge Regionale n.25/2006, la Conferenza dei Sindaci, individua la propria Rappresentanza, composta da componenti, eletti tra i Sindaci stessi, in numero non superiore a cinque. 5. Alle riunioni della Rappresentanza, partecipano, per le materie di rispettiva competenza, i Sindaci che presiedono gli altri sottogruppi operativi, qualora costituiti. 6. La Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci nomina il componente del Collegio Sindacale. Art. 13 Contratti e appalti 1. Le costituite Aziende Sanitarie subentrano alle preesistenti AUSL accorpate, ai sensi di quanto disposto dall’art. 5, comma 3 della L.R. 39/2006, nei contratti posti in essere dalle medesime sino alla loro scadenza. 2. Le costituite Aziende Sanitarie pongono in essere ogni necessario adempimento inteso all’avviamento di nuove procedure d’acquisto finalizzate ad unificare, entro il più breve termine, i contratti per l’acquisizione di beni e servizi. 3. Nell’ipotesi in cui tutte le presistenti AUSL confluite nell’Azienda Sanitaria Provinciale, alla data del 31 dicembre 2006, abbiano proceduto all’acquisizione di beni o servizi in regime di proroga, non previ- sta nel contratto originariamente stipulato, la costituita Azienda dovrà, in conformità a quanto previsto dal precedente comma 2, avviare apposita procedura unificata con ogni sollecitudine. In tale fattispecie, nelle more dell’espletamento della nuova procedura contrattuale e nella misura strettamente necessaria, le costituite Aziende dovranno: - procedere all’approvvigionamento di beni a fecondità semplice in favore della impresa che, per identici prodotti, abbia praticato, in occasione delle procedure scadute, il prezzo più basso; - affidare l’esecuzione dei servizi appaltati alle imprese che in regime di proroga svolgevano le prestazioni presso le strutture delle cessate AUSL al 31 dicembre 2006 provvedendo, qualora possibile in base alla specifica tipologia delle prestazioni originariamente contrattate, ad uniformare i corrispettivi da applicare. 4. Fermo restando che i contratti validamente posti in essere, diversi da quelli scaturenti da accordi commerciali in regime di proroga di procedure contrattuali scadute, dovranno essere onorati sino alla loro naturale scadenza, le necessità di approvigionamento di beni e servizi, assicurate precedentemente in regime di proroga, vengono soddisfatte utilizzando i contratti validi in relazione alle scadenze temporali espressamente previste nelle connesse procedure di gara, previa verifica della onerosità. In tale fattispecie, nelle more dell’espletamento delle nuove procedure contrattuali, per far fronte alle necessità delle strutture aziendali che si avvalevano di contratti rivenienti da procedure scadute, le costituite Aziende dovranno provvedere, nella misura strettamente necessaria e comunque non oltre i limiti previsti dall’art. 27 del DM 28/1985, con le seguenti modalità: - Per l’approvvigionamento di beni a fecondità semplice applicando, per identici prodotti, il prezzo più basso tra quelli oggetto dei contratti validi, cosi come definiti dal primo capoverso del presente comma. - Per l’esecuzione dei servizi appaltati affidando i medesimi alle imprese che già in regime di proroga svolgevano le prestazioni presso le strutture delle cessate .......................................................................................................................................... 51 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. AUSL al 31 dicembre 2006 provvedendo, qualora possibile in base alla specifica tipologia delle prestazioni originariamente contrattate, ad uniformare i corrispettivi da applicare. Le costituiteAziende Provinciali, ai fini dell’unificazione dei contratti di fornitura di beni e servizi, nelle procedure di gara prevedono, se del caso, l’avvio di parte delle prestazioni anche in termini differiti. 5. Nei contratti di fornitura di beni a fecondità semplice non rientrano i contratti c.d. di “service” per i quali, in caso di procedure di gare scadute, si dovrà procedere, nelle more dell’avviamento delle nuove procedure d’acquisto, all’acquisto ai patti ed alle condizioni precedenti in vigore presso le cessate AUSL. 6. I Commissari Straordinari in relazione alle procedure d’appalto avviate dalle AUSL confluite nell’Azienda Sanitaria Provinciale, con provvedimento motivato, deliberano la revoca o la conferma delle stesse alla luce del nuovo assetto organizzativo e di quanto previsto nel presente articolo. 7. Per l’affidamento dei servizi di Tesoreria e Cassa valgono le disposizioni contenute nei commi 4 e 5 dell’art. 6 del presente regolamento. 8. Gli affidamenti in regime di proroga, configurandosi come acquisti a trattativa privata senza pubblicazione di un preliminare bando, vengono effettuati ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art. 57, comma 2, lett. c) del D.Lgs 163/05. 9. Per i contratti di appalto in essere relativi alla realizzazione di nuove strutture che a seguito della fusione, della riorganizzazione e accorpamento di alcuni uffici, perdono la progettata originaria destinazione, devono essere sospesi al fine di una eventuale riconversione. Art. 14 Procedimento di fusione 1. Ai fini del completamento delle operazioni conseguenti alla fusione, i Commissari Straordinari provvedono alla redazione dei seguenti atti a supporto e specificazione delle voci del bilancio di fusione: a) elenco analitico del personale confluito nella nuova ASL provinciale, alla data dell’1.1.07 con evidenziazione delle singole posizioni giuridiche, economiche e funzionali e relativi fondi ed accantonamenti specifici; b) elenco di tutti i contratti di appalto, di somministrazione, di servizio ivi comprese tutte le forme di personale precario, di locazione, di utenza e quant’altro relativi a ciascuno dei complessi aziendali di cui è stata trasferita la relativa titolarità alla nuova ASL provinciale, dalla data del 1 gennaio 2007, con l’indicazione della durata residua e del terzo contraente; c) elenco dei progetti degli interventi di ammodernamento strutturale tecnologico ed organizzativo e relativi finanziamenti per investimenti, con evidenza dell’ammontare del progetto, degli estremi del provvedimento regionale, dell’ammontare delle relative somme stanziate, delle quote parte eventualmente già introitate e dello stato di avanzamento al 31 dicembre 2006; d) elenco del patrimonio immobiliare distinto per “disponibile” ed “indisponibile” esposto ai valori risultanti dall’inventario al 31 dicembre 2006 comprensivi degli interventi di manutenzioni straordinarie; e) elenco del patrimonio mobiliare analiticamente specificato secondo le voci d’inventario ed al valore risultante dallo stesso al 31 dicembre 2006; f) elenco analitico dei lavori in corso esclusi quelli relativi alla lettera (c); g) elenco analitico delle immobilizzazioni finanziarie; h) elenco delle rimanenze distinte in sanitarie e non sanitarie per quantità e valori al 31 dicembre 2006; i) elenco dei crediti distinto per soggetto debitore, data di formazione, valore cartolare, pagamento parziale, residuo, data di estinzione; l) elenco analitico dei risconti attivi e passivi per soggetto,valore e periodo riscontato m) elenco analitico dei ratei attivi e passivi; n) elenco dei conti d’ordine distinti per: 1 - canoni leasing per valore originario al netto degli interessi; 2 - canoni leasing ancora da pagare (nei canoni vanno ricomprese anche le rate di locazioni per contratti pluriennali vincolanti ); o) elenco analitico dei debiti verso fornitori così come risulta dalla circolarizzazione degli stessi; p) elenco analitico di tutti gli altri debiti distinti per creditore , importo e data di scadenza. 2. La situazione patrimoniale delle Aziende Sanitarie accorpate è assunta, come stato e netto patrimoniale al 1 gennaio 2007, quale consolidamento di quella delle pre - esistenti Aziende USL di cui al bilancio di esercizio al 31.12.2006 e corrisponderà all’inventario iniziale, da iscrivere nel libro degli inventari ai sensi dell’art. 50 della L.R.38/94. La predetta situazione patrimoniale dovrà essere corredata di una “nota esplicativa” che chiarisca ed illustri i criteri di valutazione delle attività e passività, le rettifiche ed eliminazioni di consolidamento. 3. I Commissari Straordinari provvedono a redigere ed approvare, con riferimento al 1 Gennaio 2007 il bilancio di fusione, anche con successivo provvedimento, da deliberarsi, in ogni caso, non oltre 15 giorni dal termine del 30 giugno 2007. 4. I bilanci di esercizio al 31 dicembre 2006 delle pre - esistenti Aziende USL sono adottati entro il 30 giugno 2007. Al conto economico ed allo stato patrimoniale al 31 dicembre 2006 delle stesse, sono annessi i relativi Mod CE e SP, redatti in conformità ai nuovi modelli ministeriali. Indipendentemente dal termine del 30 giugno 2007 previsto per l’approvazione dei bilanci d’esercizio al 31.12.06, devono essere garantiti, entro i termini previsti, i flussi ministeriali sia riguardanti le AUSL soppresse, sia riguardanti le nuove ASL. Il presente Regolamento è dichiarato urgente ai sensi e per gli effetti dell’art. 44 comma 3 e dell’art. 53 dello Statuto ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. 52 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Tumori alle vertebre: il prof. Enrico Pierangeli, direttore della neurochirurgia dell’ospedale “S.S.Annunziata” di Taranto, ha messo a punto un’innovativa tecnica chirurgica La neurochirurgia dell’ospedale “S.S.Annunziata” di Taranto, diretta dal prof. Enrico Pierangeli, ha messo a punto una nuova tecnica per intervenire sulle metastasi alle vertebre: la emilaminectomia a cui viene associata la cifoplastica con palloncino. Durante il convegno dal titolo “La radioterapia nel trattamento multimodale delle metastasi ossee e cerebrali” organizzato dal dottor Giovanni Silvano, dirigente della radioterapia oncologica dell’ospedale “Moscati” di Taranto, il professor Pierangeli e la sua equipe hanno presentato lo studio medico-chirurgico su tali innovative tecniche operatorie. Il prof. Pierangeli ha esposto, insieme al suo staff medico, due relazioni: la prima sulle metastasi della colonna vertebrale, presentata dal dottor Nicola Gigante, la seconda dedicata alle metastasi del cervello presentata dal prof. Pierangeli e dal dott. Carlo Pazzoni che si è oltretutto soffermato ad illustrare un caso clinico. Il prof. Pierangeli ha spiegato al nostro giornale in cosa consiste questa particolare tecnica e quando può essere utilizzata:«L’emilaminectomia è impiegata quando la metastasi è cresciuta nel corpo vertebrale fino all’invasione del canale dove passano le vie nervose, con la conseguenza per il paziente di forti dolori e anche paresi. Per poter intervenire con questo nuovo sistema – ha spiegato il primario – bisogna necessariamente ricorrere alla decompressione con la tecnica della cifoplastica con palloncino. Una pratica chirurgica quest’ultima utilizzata per ristabilire la posizione originale delle vertebre in seguito a fratture da osteoporosi, traumi o tumori: si utilizza, infatti, anche nelle metastasi se c’è un danno solo all’osso del corpo vertebrale. È una procedura miniinvasiva che consiste nella riespansione delle vertebre crollate: il medico farà una piccola incisione di circa un centimetro nella schiena del paziente per creare un passaggio nell’osso fratturato. Attraverso il passaggio viene poi collocato un piccolo palloncino ortopedico nella vertebra fratturata. Il palloncino sarà poi gonfiato con cura dal medico, sollevando la vertebra che ha subito il crollo e cercando di ripristinare l’anatomia vertebrale. Questa è una fase cruciale nel processo di correzione della colonna vertebrale. Il palloncino viene successivamente rimosso, lasciando uno spazio vuoto all’interno della vertebra. Lo spazio viene quindi riempito con un materiale specifico, il polimetilmetalcrilato (PMMA), utilizzato per sostenere l’osso e prevenire altri cedimenti. Questo processo crea una sorta di ingessatura interna che tiene in posizione l’osso riparato. Tale resina – ha sottolineato il prof. Pierangeli – ha oltretutto un effetto oncolitico in quanto quando va in solidificazione sviluppa una temperatura tra i 60° ed i 75° tale da bruciare le cellule intorno e da eliminare completamente il dolore provocato dalle terminazioni nervose all’interno dell’osso, permettendo al paziente di alzarsi dopo poche ore e di tornare a casa nelle quarantotto ore successive all’intervento. Se, invece, si tratta di metastasi più estese, si interviene con la emilaminectomia: dopo aver risollevato e ristabilizzato la vertebra con la cifoplastica, si pratica un taglietto per scollare il muscolo dalla vertebra e con l’aiuto di un microscopio si rimuove un pezzetto di lamina vertebrale (emilamina) per chiudere il canale vertebrale che in tal modo viene decompresso. Successivamente, sempre con il microscopio si procede alla rimozione dei frammenti di metastasi che sono nel canale». Abbiamo chiesto al prof. Pierangeli quale fosse la novità di questa procedura rispetto alla chirurgia tradizionale:«Rimuoviamo solo mezza lamina e liberiamo così il canale dall’interno con l’ausilio del microscopio lasciando la spina che rimane collegata alle altre vertebre senza dover impiegare ausili artificiali, senza togliere l’apofisi spinosa e le due lamine per decomprimere i canali e senza l’obbligo di applicare barre e viti per stabilizzare tra loro le vertebre come invece richiede l’approccio classico». Tale tecnica non è stata ancora pubblicata su alcuna rivista medico-scientifica ed è stata sviluppata dopo studi precedenti sulle stenosi vertebrali e dopo una vasta esperienza: ad oggi, sono stati trattati quarantatre pazienti e sessantanove vertebre. A sottolineare l’importanza di una diagnostica precoce, il dottor Nicola Gigante:«Grazie alla nuova tecnologia, oggi, è possibile diagnosticare un numero maggiore di casi: si stima, infatti, che ci sia un 5% in più di casi diagnosticati, ma è sicuramente un numero inferiore rispetto alla realtà, sia perché la patologia fa il suo decorso per cui il paziente ha un iter molto veloce, sia perché non viene riconosciuta e viene confusa con altre patologie ed altri sintomi». La emilaminectomia è preferibilmente impiegata quando il paziente non presenta metastasi multiorgano ed ha una buona aspettativa di vita, anche se è preferibile intervenire chirurgicamente dove vi è la possibilità di farlo, perché comunque si migliora la qualità di vita delle persone. «Nel contesto sociale e culturale in cui ci troviamo ad operare – ha concluso il professore – c’è purtroppo ancora l’idea per la quale quando ci si trova di fronte a metastasi non ci siano soluzioni o che comunque possano essere ricercate fuori regione, o piuttosto, si preferisce prendere medicine per lunghi periodi rovinando stomaco ed altri organi, piuttosto che sottoporsi ad un intervento chirurgico, nonostante esso sia del tutto mini-invasivo e si effettui con un semplice ago come nel caso della cifoplastica». A. C. n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 53 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Documentazione Legge regionale 16Aprile 2007, n.10 “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2007 e bilancio pluriennale 2007-2009 della Regione Puglia” Pubblichiamo il testo integrale degli articoli in materia sanitaria (BUR n. 56 del 17 Aprile 2007) Omissis Art. 18 (Finanziamento ARPA) 1. L’assegnazione a carico del bilancio regionale per il finanziamento delle attività a rilievo sanitario dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Puglia (ARPA) è prevista all’interno del documento annuale di indirizzo economico funzionale del servizio sanitario regionale. Art. 21 (Modifica alla legge regionale 13 agosto 2001, n. 24) 1. Il comma 2 dell’articolo 8 della legge regionale 13 agosto 2001, n. 24 (Istituzione dell’Agenzia regionale sanitaria pugliese - A.Re.S.), già abrogato dall’articolo 35 della l.r. 26/2006, è sostituito dal seguente: “2. Le aree di direzione sono individuate con riferimento a: a) programmazione sanitaria; b) assistenza territoriale; c) accreditamento qualità, formazione e ricerca, d) emergenza sanitaria, fenomeni sanitari di particolare rilievo e collaborazione alla promozione del governo clinico.”. 2. All’interno del documento di indirizzo economico funzionale alle aziende sanitarie è adeguato il finanziamento dell’Agenzia ai fini dell’attuazione del comma 1. Art. 22 (Modalità di attuazione dell’articolo 9 della l.r. 24/2001) 1. L’autorizzazione al reclutamento di personale dirigenziale da parte dell’ARES, prevista in deroga alle percentuali di cui all’articolo 15 septies del decreto legislativo 30 dicembre 2002, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421) e successive modificazioni, di cui all’articolo 9 della l.r. 24/2001 e successive modificazioni e integrazioni, deve intendersi, comunque, entro i limiti della dotazione organica e dell’equilibrio di bilancio dell’Agenzia. Art. 23 (Modifica all’articolo 24 della legge regionale 12 gennaio 2005, n. 1) 1. L’articolo 24 della legge regionale 12 gennaio 2005, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2005 e bilancio pluriennale 2005 – 2007 della Regione Puglia), è sostituito dal seguente: alla droga e in materia di personale dei Servizi per le tossicodipendenze), ai fini giuridici, economici e previdenziali viene riconosciuta l’anzianità del servizio prestato in regime convenzionale con riferimento all’orario settimanale svolto, secondo i criteri stabiliti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2001 (Criteri per la valutazione, ai fini dell’inquadramento nei ruoli della dirigenza sanitaria, del servizio prestato dagli specialisti ambulatoriali, medici e delle altre professionalità sanitarie, dai medici della guardia medica, dell’emergenza territoriale e della medicina dei servizi in regime convenzionale) e con effetti retroattivi.”. Art. 25 (Articolo 3 della l.r. 26/2006 – Estensione destinatari) 1. Il personale con la qualifica di educatore professionale in servizio presso le ASL in possesso del diploma di laurea è equiparato alla figura professionale di collaboratore professionale esperto.”. 1. Le disposizioni di cui al comma 8 dell’articolo 3 della l.r. 26/2006 si applicano anche al personale medico che abbia svolto, per almeno tre anni nel periodo tra il 1° gennaio 2001 e la data di entrata in vigore della presente legge, servizi a tempo determinato, nella dirigenza medica e in regime di convenzione nelle strutture di pronto soccorso o medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza. Art. 24 (Modifica all’articolo 6 della l.r. 26/2006) Art. 26 (Modifica al comma 1 bis dell’articolo 36 della l.r. 1/2005) 1. Il quinto comma dell’articolo 6 della l.r. 26/2006 è sostituito dal seguente: 1. Al comma 1 bis dell’articolo 36 della legge regionale 1/2005, come aggiunto dall’articolo 32 della l.r. 26/2006, le parole: “31 ottobre 2006” sono sostituite dalle seguenti: “30 aprile 2007”. Art. 24 (Educatori professionali) 5. Per il conseguimento di omogeneità di trattamento tra le varie figure professionali, al personale dipendente inquadrato nei ruoli del SSN ai sensi della legge 18 febbraio 1999, n. 45 (Disposizioni per il Fondo nazionale di intervento per la lotta Art. 27 (Articolo 33 della l.r. 26/2006 Estensione destinatari) 54 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. 1. Le disposizioni di cui all’articolo 33 della l.r. 26/2006, come sostituito dall’articolo 5 della legge regionale 12 dicembre 2006, n. 34 (Modifiche e integrazioni alle leggi regionali 9 agosto 2006, n. 26 - Interventi in materia sanitaria - e 3 aprile 1995, n. 12 - Interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo), si applicano anche agli educatori che sono in servizio a far data dal 1° gennaio 1996 ai sensi della legge regionale 9 giugno 1987, n. 16 (Norme organiche per l’integrazione scolastica degli handicappati). Art. 28 (Integrazioni all’articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2006, n. 39) 1. All’articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2006, n. 39 (Norme relative all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2007), sono apportate le seguenti integrazioni: a) dopo il comma 2 è inserito il seguente: “2 bis. I Commissari straordinari di cui al comma 2 subentrano nelle funzioni di Commissario liquidatore delle liquidazioni coatte amministrative, riguardanti le gestioni degli esercizi 1994 e precedenti, delle USL soppresse dal 1995 e rientranti negli ambiti territoriali delle rispettive province.”; b) dopo il comma 4 è inserito il seguente: “4 bis. Al Commissario straordinario e al sub Commissario sono applicabili le disposizioni di cui all’articolo 3 bis, comma 11, del d.lgs. 502/ 1992 e successive modificazioni. La posizione di aspettativa senza assegni con la stessa ASL provinciale non è motivo di incompatibilità con la carica di commissario straordinario e sub commissario”. 2. Le norme regionali in materia di denominazione delle ASL della regione sono abrogate e sostituite dal seguente comma: “Le ASL della regione Puglia sono indicate numericamente, precedute dalla denominazione ‘ASL Puglia’, secondo una numerazione progressiva dal n. 88 Marzo - Aprile 2007 numero 1, a partire dalla ASL con popolazione superiore sino a quella con popolazione inferiore.”. Art. 29 (Modifica all’articolo 12 della l.r. 39/2006) 1. All’articolo 12 (Interventi in materia di assistenza farmaceutica), comma 1, lettera e), della l.r. 39/2006 la data del “1° aprile 2007” è sostituita dalla seguente “1° giugno 2007”. Art. 30 (Piano di stabilizzazione del personale) 1. In attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge finanziaria 2007), la Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delibera un piano per la stabilizzazione del personale in possesso dei requisiti previsti dalla legge sopra indicata. Art. 31 (Proroga dei contratti dei precari del servizio sanitario nazionale) 1. Al fine di dare esecuzione all’articolo 1, comma 565, della l. 296/2006, sono prorogati al 31 dicembre 2007 i contratti di lavoro del personale del servizio sanitario nazionale in servizio alla data del 31 dicembre 2006 con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile o con convenzioni, fermo restando il rispetto del vincolo della spesa. Art. 32 (Interventi socio-assistenziali collegati all’assistenza psichiatrica - Norma transitoria) 1. Per il corrente esercizio finanziario e nelle more dell’approvazione del piano regionale delle politiche sociali 2008-2010, le ASL della regione assicurano la continuità delle prestazioni socio-assistenziali in favore delle persone affette da disturbi psichici, di cui alla legge regionale 7 set- tembre 1987, n. 26 (Assegnazioni finanziarie alle USL per interventi socio-assistenziali collegati all’ assistenza psichiatrica), abrogata per effetto delle disposizioni di cui alla lettera c) del comma 5 dell’articolo 70 della legge regionale 10 luglio 2006, n. 19 (Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia). 2. A tal fine la Regione assegna alle ASL i fondi necessari a erogare il sussidio terapeutico-riabilitativo ai pazienti in trattamento, con i criteri e le modalità di cui alla deliberazione di Giunta regionale 8 marzo 1988, n. 1500, così come integrata e modificata con successiva deliberazione 24 maggio 1993, n. 1431. 3. La richiesta relativa al fabbisogno di ciascuna ASL deve pervenire entro il termine di mesi uno dalla data di entrata in vigore della presente legge. 4. Per l’anno 2007 alla spesa riveniente dall’applicazione della presente disposizione si fa fronte mediante risorse autonome allocate sul capitolo di bilancio 783035 – UPB 07.02.01, la cui declaratoria, varia come segue: “Capitolo 783035 “Trasferimenti alle ASL per l’assistenza economica ai pazienti psichiatrici” • 3.000.000,00 “. Art. 33 (Tariffe relative alle prestazioni di laboratorio) 1. Il documento di indirizzo economico e funzionale (DIEF), che definisce l’utilizzazione del fondo sanitario attribuito alla Regione per l’anno 2007, determina le tariffe relative alle prestazioni di laboratorio da applicare a far data dalla sua approvazione. 2. Per il periodo compreso tra il 1° gennaio e la data di approvazione del DIEF di cui al comma 1 le tariffe relative alle suddette prestazioni sono quelle contenute nel nomenclatore tariffario della Regione adottato con delibera di Giunta regionale 27 maggio 1997, n. 3006 (DM 22 luglio 1996. Nomenclatore tariffario delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili .......................................................................................................................................... 55 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. dal servizio sanitario nazionale. Presa d’atto) e successive modificazioni e integra-zioni, ridotte del 20 per cento. 3. Il maggiore onere riveniente dall’attuazione del comma 2 è posto a carico del bilancio autonomo della Regione. Art. 34 (Norme per la prevenzione della diffusione di malattie infettive) 1. Al fine di prevenire la diffusione di malattie infettive in soggetti umani, le strutture sanitarie pubbliche e private di cui all’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, nonché le strutture penitenziarie, hanno l’obbligo di provvedere: a) almeno una volta ogni anno e ogni qualvolta sia necessario, a proprie spese, all’ispezione e al controllo igienico-sanitario dei sistemi di condizionamento dell’area e di ventilazione, dei sistemi di distribuzione e raccolta idrica e degli ambienti in generale, ponendo particolare attenzione all’individuazione di agenti biologici già classificati dall’allegato XI al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626; ogni due anni e ogni qualvolta se ne ravvisi l’opportunità; di tali ispezioni deve essere tenuta apposita registrazione. 4. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente articolo, fatta salva, nei casi di gravi inadempienze comportanti situazioni di pericolo per la salute umana, la trasmissione di informativa di reato all’autorità giudiziaria, la Regione può ordinare, previa diffida, la chiusura temporanea o la sospensione dell’attività. Art. 35 (Tariffe degli enti ecclesiastici, degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, delle aziende ospedaliere e delle case di cura) 1. Le disposizioni di cui agli articoli 14, commi 4 e 5, 15 e 16 della l.r. 26/2006 sono confermate per l’anno 2007 in deroga a quanto previsto dal decreto del Ministro della salute del 12 settembre 2006 (Ricognizione e primo aggiornamento delle tariffe massime per le remunerazioni delle prestazioni sanitarie. Art. 36 (Attuazione dell’ articolo 1, comma 796, lettera s), della l. 296/2006) 2. Tali operazioni devono essere certificate dagli enti preposti, registrate su apposito registro e controfirmate dal responsabile della struttura o suo preposto. 1. In attuazione dell’articolo 1, comma 796, lettera s), della l. 296/2006 e a modifica della legge regionale 28 maggio 2004, n. 8 (Disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private) e successive modificazioni, il termine previsto per la cessazione del transitorio accreditamento è fissato al 31 dicembre 2007, mentre quello per la cessazione del provvisorio accreditamento è fissato al 31 dicembre 2009. 3. I dipartimenti di prevenzione delle ASL, nell’ambito delle proprie competenze in materia di vigilanza e ispezione, esercitano le funzioni di vigilanza sulle istituzioni di cui al comma 1, assicurando che vengano ispezionate almeno una volta 2. Il termine del 31 dicembre 2004 di cui al comma 4 dell’articolo 29 (Disposizioni diverse in materia di sanità) della legge regionale 7 gennaio 2004, n. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2004 e bilancio plutiennale b) almeno una volta ogni tre mesi e ogni qualvolta sia necessario, a proprie spese, alla generale pulizia e alla sanificazione, di certificata efficacia, dell’aria ambientale e degli arredi nonché, se necessaria, alla sanificazione degli impianti idrici e aeraulici. 2004-2006 della Regione Puglia), è prorogato in relazione all’attuazione delle procedure di accreditamento e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2007 limitatamente ai posti letto autorizzati al 31 dicembre 2006. Per ciascuna struttura sanitaria il regime di assistenza indiretta regredisce gradualmente in relazione agli accreditamenti concessi. 3. Le strutture che alla data del 31 dicembre 2007 siano operanti in regime di transitorio accreditamento ai sensi del comma 6 dell’articolo 6 della legge 23 dicembre 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica), accedono a una fase di provvisorio accreditamento a far data dal 1° gennaio 2008, purché in possesso dei requisiti ulteriori di carattere organizzativo di cui al regolamento regionale 14 gennaio 2005, n. 3 (Requisiti per autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie). 4. Tali strutture, comprese quelle per le quali le intese, di cui al regolamento regionale 16 ottobre 2006, n. 15 (Modifica dell’articolo 5 (rimodulazione e qualificazione ai fini dell’accreditamento del fabbisogno di posti letto delle case di cura private) del regolamento regionale 6 aprile 2005, n. 16 “Legge regionale 28 maggio 2004, n. 8 art. 3: fabbisogno di posti letto delle strutture private eroganti prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o diurno), hanno confermato posti letto già in transitorio accreditamento, devono, comunque, garantire l’adeguamento ai requisiti di carattere strutturale e tecnologico entro la data del 31 dicembre 2009. 5. Le strutture che, nelle intese di cui al r.r. 15/2006 abbiano avuto conferma di posti letto già operanti in regime di autorizzazione all’esercizio, ovvero abbiano avuto una trasformazione di posti letto, possono fare richiesta di accreditamento definitivo, ai sensi del comma 4 dell’articolo 21 della l.r. 8/2004, entro la data del 31 dicembre 2009, purché in possesso di tutti i requisiti di cui al r.r. 3/2005. 56 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. TEA n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 57 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Documentazione I criteri per il funzionamento della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria Regolamento regionale 26 febbraio 2007, n. 5 “Modalità di costituzione e funzionamento della conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, istituita con la legge regionale 3 agosto 2006, n. 25 - artt. 3 e 7” (BUR n. 32 del 2 marzo 2007) Il Presidente della Giunta Regionale - Visto l’art. 121 della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale 22 novembre 1999 n. 1, nella parte in cui attribuisce al Presidente della Giunta Regionale l’ emanazione dei regolamenti regionali. -Visto l’art. 42, comma 2°, lett. c) della L.R. 12/05/2004,n.7 “ Statuto della Regione Puglia”. - Visto l’art. 44, comma 2°, della L.R. del 12/05/2004, n.7 “Statuto della Regione Puglia”. - Vista la L.R. 3/8/2006 , n. 25 che, all’art.3, comma 2 prevede l’adozione di un regolamento attuativo della legge. - Vista la Delibera di Giunta Regionale n.115 del 15/02/2007 di adozione del Regolamento attuativo della succitata legge. emana Il seguente Regolamento: Art.1 Composizione 1. È istituita la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale ex art. 2, comma 2bis, del D.L.gs n. 502/92 e successive modificazioni. La Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria regionale, di seguito Conferenza, è composta da: a) L’Assessore alle Politiche della Salute b) L’Assessore alle Politiche Sociali c) L’Assessore alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva d) L’Assessore all’Ambiente e) L’Assessore al Bilancio f) L’Assessore alle Politiche Agroalimentari g) I Presidenti delle Conferenze dei Sindaci h) I Sindaci delle città sedi di Aziende Ospedaliero-Universitarie i) Un rappresentate dell’ANCI j) Un rappresentante dell’UPI k) Un rappresentante dell’UNCEM l) Tre Consiglieri regionali di cui due in rappresentanza della maggioranza e uno della minoranza. 2. Alle sedute della Conferenza possono essere invitati a partecipare, senza diritto di voto, i Direttori Generali delle ASL e delle Aziende Ospedaliere e IRCCS del SSR quando all’ordine del giorno sono previsti argomenti di loro interesse. Art. 2 Modalità di costituzione e durata 1. La Conferenza è costituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale all’inizio di ciascuna legislatura regionale, entro sessanta giorni dall’insediamento del Consiglio Regionale e dura in carica per l’intera legislatura. 2. La seduta d’insediamento della Conferenza è convocata dal Presidente della Giunta Regionale entro dieci giorni dalla data della sua costituzione ed è presieduta, sino all’elezione del Presidente, dall’Assessore alle Politiche della Salute. Art. 3 Elezione del Presidente e del Vice Presidente 1. Il Presidente della Conferenza, scelto tra i componenti, è eletto a maggioranza assoluta dei componenti nella seduta di insediamento. La votazione si svolge a scrutinio segreto; qualora non sia raggiunta la maggioranza assoluta nella prima votazione, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Risulta eletto chi ha conseguito il maggior numero di voti. In caso di parità di voti risulta eletto il più anziano di età. 2. la Conferenza elegge con le stesse modalità e con la medesima votazione il Vice Presidente che sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento. 3. Le nomine di cui ai commi 1 e 2 sono riferite alle persone fisiche che fanno parte della Conferenza; nel caso in cui i componenti eletti Presidente e Vice-Presidente della Conferenza cessino di ricoprire la carica indicata all’art.1, comma 1, lett. a), b), c), d), e), f),g), h), i), j), k) e l), si procede a nuove elezioni. 4. A metà legislatura si procede al rinnovo delle cariche di Presidente e VicePresidente. Il Presidente e il Vice-Presidente in carica possono essere confermati. Al rinnovo si procede, altresì, qualora lo richieda la maggioranza dei componenti la Conferenza. Art. 4 Attribuzioni della Conferenza 1. La Conferenza, sulla base dell’istruttoria assicurata dal Comitato tecnico, verifica il rispetto delle priorità e la conformità al PRS degli obiettivi e dell’allocazione delle risorse nel rispetto della compatibilità finanziaria e propone alla Regione l’approvazione del PAL presentato da ciascuna Azienda e IRCCS del Servizio Sanitario regionale e ne propone l’approvazione o la non approvazione alla Giunta Regionale; inoltre la Conferenza esamina il documento annuale contenente lo stato di salute della popolazione. 2. Per l’espletamento delle proprie fun- 58 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. zioni, la Conferenza si avvale di un Comitato tecnico composto da - Un rappresentante dell’Agenzia Regionale Sanitaria - Un rappresentante dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale - Un rappresentante dell’Osservatorio Epidemiologico regionale - Il Dirigente del competente Settore degli Assessorati alle Politiche della Salute e delle Politiche Sociali - Due tecnici nominati dalla Giunta Regionale - Un rappresentante della Commissione regionale per l’integrazione socio-sanitaria. Art. 5 Modalità di esercizio delle attribuzioni 1. La Conferenza esercita le proprie attribuzioni con le seguenti modalità: a) la proposta per l’approvazione o la non approvazione dei Piani Attuativi Locali, avviene con votazione a maggioranza dei presenti entro trenta giorni dal ricevimento della istruttoria da parte del Comitato tecnico. Qualora la Conferenza rappresenti, motivandole, particolari esigenze istruttorie, il termine è interrotto per una sola volta e la proposta deve essere resa definitivamente entro trenta giorni dall’acquisizione degli ulteriori elementi istruttori. Gli atti dalla Conferenza relativi ai Piani attuativi Locali, devono essere trasmessi all’Assessorato alle Politiche della Salute - Settore Assistenza Ospedaliera e Specialistica - Ufficio 3 - per il successivo inoltro del relativo provvedimento alla Giunta Regionale. b) esame del documento annuale contenente lo stato di salute della popolazione. Art. 6 Convocazione 1. La Conferenza ha sede presso la Presidenza della Giunta Regionale ed è convocata, salvo quanto previsto dal comma 2 dell’art.3, dal proprio Presidente ogni qualvolta ne ravvisi l’opportunità. La Conferenza è convocata almeno una volta l’anno e in ogni caso nelle date necessarie per l’espressione delle osservazioni e pareri previsti dall’art. 5 e quando ne faccia richiesta almeno un terzo dei n. 88 Marzo - Aprile 2007 componenti. In quest’ultimo caso la riunione della Conferenza deve aver luogo entro quindici giorni dalla richiesta. 2. La convocazione è effettuata tramite avviso scritto contenente il luogo, la data e l’ora della riunione, nonché l’ordine del giorno degli argomenti da porsi in discussione. La convocazione deve pervenire ai componenti almeno quarantotto ore prima della riunione, anche a mezzo fax o posta elettronica. La data e l’ora della riunione devono essere comunicate, anche telefonicamente, almeno cinque giorni prima di quello fissato. 3. Al Presidente competono la formazione dell’ordine del giorno e la direzione della seduta. Art. 7 Validità delle sedute 1. La Conferenza è validamente riunita quando è presente la metà più uno dei componenti. Qualora non si raggiunga, in prima convocazione, il quorum previsto, si intende convocata per il primo giorno successivo non festivo, una seconda riunione che è ritenuta valida con la presenza di almeno un terzo dei componenti della Conferenza. 2. I componenti che si astengono dal voto sono computati nel numero necessario a rendere valida l’adunanza ma non nel numero dei votanti. Non sono computati nel numero richiesto per la validità della seduta i componenti che si allontanino dall’aula prima delle votazioni. 3. I casi di astensione obbligatoria dalle deliberazioni sono disciplinati dalle leggi vigenti. 4. Qualora nel corso della discussione venga a mancare il numero legale, il Presidente può sospendere la seduta per consentire il rientro dei componenti momentaneamente assenti. Nel caso persista la mancanza del numero legale, la seduta è sciolta. Art. 8 Svolgimento delle sedute - Votazioni 1. Le sedute non sono pubbliche. 2. La Conferenza può discutere solo su argomenti iscritti all’ordine del giorno, salvo diversa decisione assunta all’unanimità dei presenti. 3. Su richiesta motivata del Presiden- te o di un componente, la Conferenza può decidere di invertire l’ordine della trattazione degli argomenti in discussione. 4. Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei componenti presenti. In caso di parità, prevale il voto del Presidente. 5. Non è ammesso il voto per delega. 6. il Presidente, in relazione alla particolare natura degli argomenti trattati, con specifico riferimento alle decisioni concernenti persone e, altresì quando ne faccia richiesta la metà più uno dei presenti, può disporre la votazione a scrutinio segreto. 7. la votazione a scrutinio segreto si effettua a mezzo di schede al cui spoglio provvedono, sotto la Direzione del Presidente, due scrutatori designati nella stessa seduta tra i componenti la cui identità viene riportata a verbale. Terminata la votazione, il Presidente ne proclama l’esito. Art. 9 Funzioni di segreteria 1. La Presidenza della Giunta Regionale organizza le necessarie funzioni di supporto e di segreteria ivi compresa la verbalizzazione delle sedute. Art. 10 Organizzazione dei lavori 1. La Conferenza può invitare a discutere gli argomenti all’esame, qualsiasi dirigente, funzionario o personale dipendente delle ASL, della Regione, della Provincia, del Comune, in relazione a professionalità specifiche ferma restando la loro esclusione durante la fase di decisione. Art. 11 Disposizioni di prima attuazione 1. In sede di prima attuazione, la Conferenza è costituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente regolamento. Per la convocazione si osservano le disposizioni di cui all’art.2. Il presente Regolamento sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ai sensi e per gli effetti dell’art. 53 comma 1della L.R. 12/05/2004,n. 7 “ Statuto della Regione Puglia”. .......................................................................................................................................... 59 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. Politica sanitaria “Riflessioni su: il federalismo in materia sanitaria e la dirigenza” In occasione del Convegno su “Il ruolo della dirigenza nella sanità in evoluzione” Lecce, 25 novembre 2006 – Sala convegni Museo “Sigismondo Castromediano” Daniele Montinaro* Il nuovo assetto della competenza legislativa statale e regionale, introdotto con la riforma del Titolo V della Costituzione, attuata con la legge costituzionale n. 3 del 2001, presenta non pochi problemi per ciò che concerne la materia sanità ed in particolare per quanto riguarda l’organizzazione sanitaria. Il testo normativo di riferimento in materia sanitaria è ancora il D.Lgs. n. 502/92, così come modificato dal D.Lgs. n. 229/ 99, “Riordino della disciplina in materia sanitaria”. La c.d. “riforma Bindi”, dal nome del Ministro della Sanità protempore, attuata appunto con il D.Lgs. n. 229/99, era destinata ad incidere notevolmente sul sistema sanitario così come delineato nel 1992, dettando norme che, seppur formalmente qualificate come norme di principio, si rilevavano poi di estremo dettaglio. L’intera riforma fu impugnata da più Regioni, e dopo circa due anni di discussioni, nel corso dei quali le Regioni avevano nel frattempo costruito svariati modelli sanitari, comunque diversi da quello del testo Bindi, la Corte Costituzionale, dichiarava inammissibili i ricorsi presentati1 . La particolarità della situazione in cui oggi ci si trova, è data dalla circostanza per la quale il D.Lgs. n. 229/99 è rimasto sostanzialmente inattuato ed è evidentemente in gran parte ormai inattuabile. Venuta sostanzialmente meno la riforma Bindi, a seguito dell’entrata in vigore della riforma del Titolo V della Costituzione, le Regioni potranno costituire propri modelli organizzativi; dovranno tuttavia evidentemente tener conto, oltre che dei limiti derivanti dalle competenze legislative statali in materie c.d. trasversali e dei principi fondamentali, anche dell’autonomia professionale degli operatori sanitari, medici innanzitutto, e del rispetto della libertà di scelta dei pazienti. Tali limiti derivanti da numerose pronunce della Corte Costituzionale2 hanno avuto il pregio di delimitare la strada da seguire, ma lasciando aperti, come vedremo in seguito, numerosi varchi laterali che rendono la disciplina spesso poco chiara. Il quadro delle competenze Stato-Regioni alla luce della riforma del Titolo V e delle successive essenziali pronunce della Corte Costituzionale risulta così completamente rinnovato. Le Regioni riassumono così una serie di poteri organizzatori rispetto ai quali la potestà legislativa e regolamentare diventa piena ed autonoma. In riferimento all’organizzazione del Servizio Sanitario il passaggio viene significativamente descritto dalla dottrina figurando il cambiamento dal binomio “uguaglianza dei diritti/uniformità organizzativa” al binomio “uniformità dei diritti essenziali/ differenziazione organizzativa”3 . Il riconoscimento in capo allo Stato della competenza esclusiva in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni svolge la necessaria funzione di collante tra le discipline regionali che possono differenziarsi rispetto alle modalità di erogazione di quelle medesime prestazioni. Tale competenza attribuisce infatti al legislatore statale “un fondamentale strumento per garantire il mantenimento di un’adeguata uniformità di trattamento sul piano dei diritti di tutti i soggetti, pur in un sistema caratterizzato da un livello di autonomia regionale e locale decisamente accresciuto”4 . Federalismo, regionalizzazione e sussidiarietà. Come già accennato, l’art. 117 della Costituzione, così come riformulato dalla L. Cost. n. 3 del 2001, ridistribuisce le competenze legislative e regolamentari tra Stato e Regioni con un criterio diverso rispetto al passato, introducendo la c.d. competenza residuale delle Regioni, principio di evidente matrice federalista. Vengono individuate analiticamente le materie di competenza esclusiva dello Stato, mentre alle Regioni viene affidata, accanto alla competenza concorrente nelle materie ivi specificamente indicate, la com- petenza residuale nelle materie non riservate alla competenza esclusiva dello Stato5. Ciò detto, sarebbe affrettato ritenere che lo schema disegnato dalla riforma del Titolo V, delinei dei rigidi ambiti di competenza. Così non è. In materia sanitaria il comma 2, lett. m), dell’art. 117 Cost., riserva alla legislazione esclusiva dello Stato la “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”; il comma 3, prevede che la “tutela della salute” sia materia di legislazione concorrente, rispetto alla quale lo Stato non può adottare una normativa di dettaglio, anche se cedevole, spettando alle Regioni le leggi di dettaglio e la potestà regolamentare, mentre rimane di competenza esclusiva dello Stato la determinazione dei principi fondamentali; il comma 4, riconosce alle Regioni anche una competenza legislativa propria. Una volta definito quindi ciò che rientra nella competenza statale, le Regioni dovranno adottare i provvedimenti normativi necessari per adeguare i loro sistemi sanitari alle loro realtà socio territoriali6 . L’art. 118 Cost., costituzionalizza il principio di sussidiarietà7 -8 . Il comma 1 di tale articolo riguarda il principio di “sussidiarietà verticale”, secondo cui le funzioni amministrative devono essere il più possibile verticalizzate, fino ad arrivare alle autorità territorialmente e funzionalmente più vicine ai cittadini. Il comma 4 introduce nella Costituzione il principio di “sussidiarietà orizzontale”, che prevede la partecipazione allo svolgimento di attività di interesse generale sia di soggetti pubblici che di soggetti privati singoli od associati, interessati all’erogazione di servizi tradizionalmente assicurati dal sistema pubblico. Appare importante osservare come, in riferimento all’art. 118 ed alla sussidiarietà verticale, il ruolo dei Comuni nella gestio- 60 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. ne delle funzioni attinenti alla salute dovrebbe probabilmente essere molto più significativo. In realtà ai Comuni sono attribuite effettivamente poche e secondarie funzioni, spesso ispirate dalla c.d. tutela dell’ambiente e legate a fattispecie dal carattere di necessità ed urgenza, ma certamente lontane dal complessivo quadro delle funzioni e dell’organizzazione della sanità. Gli Enti locali, cui è insita la funzione di esprimere il c.d. “bisogno sanitario” delle popolazioni locali, devono necessariamente intervenire non solo sulla valutazione del perseguimento qualitativo e quantitativo dei livelli essenziali, ma devono intervenire anche sui provvedimenti regionali di riordino della rete dei presidi. Si ricordi la “rinomata” conferenza dei sindaci; spiazzata ormai definitivamente dall’attivazione di forme di coordinamento interaziendale che, seppur utili, hanno il loro risvolto negativo, non di poco momento, nello scaricare sul livello aziendale tensioni politiche improprie per il loro ruolo, non avendo al loro interno alcun interlocutore politico. Ed allora si potrebbero percorrere due strade parallele, e cioè da un lato rinforzare e rinnovare il ruolo delle conferenze di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, e dall’altro sperimentare nuove forme di coinvolgimento degli Enti locali nelle scelte sui servizi territoriali, sanitari e socio-sanitari; un accentramento in capo alla Regione ed alle strutture di programmazione delle scelte sulla rete dei presidi, ed un decentramento a livello locale delle scelte di strutturazione dei servizi territoriali. Due appaiono le prospettive sulle quali le ASL devono ricercare un punto di equilibrio per ritrovare le modalità organizzative idonee a governarsi, e cioè: il bilanciamento tra la funzione di tutelacommittenza e quella di produzioneerogazione e la fondamentale scelta in tema di comando e di accentramentodecentramento delle funzioni amministrative9 . Per il primo aspetto, la soluzione del potenziale contrasto richiede chiarezza sulle modalità di esercizio delle due funzioni che risultano vicendevolmente condizionate: la funzione di tutela richiede la chiara definizione degli obiettivi di produzione-erogazione di tutti i soggetti erogatori, interni ed esterni; la funzione di produzione-erogazione, svolta direttamente dalle ASL, richiede la chiara valutazione della compatibilità degli obiettivi di attività assegnati con i costi di gestione. n. 88 Marzo - Aprile 2007 Per il secondo aspetto, l’evoluzione normativa, invece di produrre uno snellimento delle strutture organizzative, ha determinato un aumento dei livelli di gestione (presidi, distretti, dipartimenti, strutture complesse, strutture semplici). Senza timore d’essere smentiti, può dirsi che ad oggi l’allungamento della catena di comando non è stato accompagnato dall’adeguamento della strumentazione necessaria per gestire tale catena, che richiede necessariamente l’attivazione del decentramento dei processi di gestione. Sugli Organi di vertice e sulla Dirigenza I riflessi sugli organi di vertice e sulla dirigenza medico-sanitaria del c.d. federalismo sanitario, e quindi della riforma del Titolo V della Costituzione, non sono di poco conto. Come la Corte Costituzionale ha avuto modo di affermare (sentenza n. 282/ 2002), per individuare la competenza legislativa regionale non si deve andare alla ricerca di norme attributive, dovendosi, semmai, individuare delle norme espresse che limitino o neghino quella competenza. Sicchè, volendo applicare il principio all’ambito della dirigenza, intesa in senso ampio, deve ritenersi che i rapporti tra organi di vertice e dirigenza medico-sanitaria all’interno del Servizio Sanitario rientrino nella competenza esclusiva delle Regioni, posto che nessuna norma attribuisce ad un altro livello legislativo questa competenza. Alla luce di tale quadro costituzionale di competenze, il problema sorto per la dirigenza ed i suoi rapporti con gli organi di vertice, seppure con qualche differenza, è sostanzialmente la riproposizione della problematica che è stata sollevata in generale per l’amministrazione pubblica, ove il principio che reggeva l’organizzazione amministrativa era il principio della responsabilità ministeriale, giustificato in base al rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento e che imponeva al Ministro di governare in modo puntuale e specifico, così giustificando l’assunzione di responsabilità. Due sono le contestazioni che ha subìto detto criterio, l’una per la quale l’organizzazione rigidamente gerarchica conduce di per sé ad una amministrazione inefficiente e deresponsabilizzata; e l’altra che sottolinea il carattere negativo di un modello che impone il predominio dell’elemento politico in tutte le scelte dell’amministrazione, contrastando così con il principio dell’imparzialità. Si è risposto facendo proprie le due osservazioni ed affermando, in funzione della prima, che il decentramento delle competenze veniva effettivamente ad essere una esigenza di efficienza dell’amministrazione, ed alla luce della seconda, tendendo a separare la politica dall’amministrazione, attribuendo ai funzionari ed ai dirigenti una competenza propria sia in ordine alle scelte organizzative che in ordine all’adozione dei puntuali provvedimenti. All’organo politico è rimasto quindi solo il compito di indirizzare e coordinare la struttura amministrativa; ed a garanzia di tale potere è stato introdotto il sistema del controllo da parte del politico sul dirigente, con l’attribuzione al politico medesimo della possibilità di revoca dell’incarico10 . Venendo al sistema sanità, con le riforme degli anni novanta (D.Lgs. n. 229/ 99) la responsabilità di gestione dell’Azienda Sanitaria Locale è stata attribuita ad un soggetto, non istituzionalmente tecnico, e cioè il direttore generale, qualificato come manager, che risponde alla Regione, alla quale è legato da un rapporto fiduciario. Nel quadro di questa “nuova” organizzazione, il ruolo della dirigenza medico-sanitaria non è chiara; si avverte infatti una notevole difficoltà nella ridefinizione dei rapporti tra la competenza gestionale attribuita al Direttore generale e le possibilità operative attribuite ai dirigenti. Se il Direttore generale è considerato un manager, e perciò un dirigente, il rapporto sarebbe tra dirigenti; se il Direttore generale è considerato un imprenditore, il rapporto con i dirigenti sarebbe invece molto diverso, assimilabile a quello che vi è tra un politico ed un dirigente, pur con l’evidenza che in questo caso l’imprenditore-politico dovrebbe essere qualificato dal punto di vista tecnico-gestionale e non legittimato dal popolo. Probabilmente la corretta lettura del sistema vorrebbe che i rapporti fra Direttore generale e dirigenti debbano essere ispirati alle regole di carattere generale (D.Lgs. n. 29/1993); al Direttore generale spetta la responsabilità della gestione complessivamente intesa, ai dirigenti spetta invece l’adozione dei singoli atti e l’assunzione della relativa responsabilità. In materia sanitaria il problema appare particolarmente delicato proprio per le caratteristiche della dirigenza; da un lato una dirigenza amministrativa abituata ad assumere provvedimenti, ma poco idonea a valutare le caratteristiche tecniche della prestazione che il servizio sanitario deve .......................................................................................................................................... 61 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. fornire, dall’altro lato, la dirigenza medico-sanitaria atta ad affrontare i problemi tecnici, ma certamente meno abituata a valutare aspetti pubblico-normativi e comunque di carattere amministrativo. L’elemento risolutorio del sistema è individuabile nel c.d. atto aziendale. Rimandando ad altra sede l’approfondimento di detto istituto, basti qui dire che è l’atto aziendale che ha il compito di individuare il riparto di competenza, le regole organizzative, le finalità dell’azienda, così dimensionando l’attribuzione delle responsabilità alle caratteristiche di ciascuna struttura e alle capacità di ciascun dirigente. La centralità dell’atto aziendale, che potrebbe essere effettivamente l’elemento cerniera del sistema, nei fatti viene spesso ridotto ad essere una sterile riproduzione di legislazione e/o regolamenti perdendo la sua principale caratteristica di flessibilità, essenziale per l’adeguamento di un sistema organizzativo intrinsecamente dinamico. Conclusioni I tentativi di risoluzione della questione sanità in accostamento al c.d. federalismo, seppur apprezzabili, non rimangono esenti da dubbi. Dubbi fondati su una imprescindibile considerazione in materia di sanità, e cioè la pericolosità di una netta separazione della tutela dei diritti dai profili organizzativi. La questione ancora irrisolta, e probabilmente irrisolvibile in astratto, riguarda dunque l’individuazione di un giusto equilibrio tra esigenze di uniformità di tutela del diritto alla salute, costituzionalmente protetto, e modelli di organizzazione oramai differenziati rispetto ai quali è riconosciuta un’ampia autonomia regionale11 . Se si parte dalla considerazione che gli intrecci tra potestà legislativa statale e regionale sono ineliminabili e che ciò è conseguenza del fatto che gli interessi perseguiti sono tra loro correlati, la soluzione andrebbe ricercata nel principio della leale collaborazione rimettendo la definizione in concreto di tale equilibrio alle previste sedi di raccordo12 , prestando però attenzione nel non affidarsi completamente ad esse considerandole l’unica sede ove ritrovare risposte. Ed allora sarà necessario riaprire una discussione collettiva, che partendo dall’idea dell’organizzazione decentrata della sanità, riesca ad unire tutti gli aspetti connessi alla salute nella definizione di un nuovo modello. L’alternativa è proseguire a proclamare a gran voce le gravi difficoltà finanziarie del pianeta sanità che non potranno mai essere in qualche modo ridotte se non si inizia a pensare seriamente a nuovi modelli organizzativi. Sembra potersi affermare che la c.d. svolta in senso federale dello Stato abbia salvaguardato i valori di uguaglianza e solidarietà, con il loro prezioso punto di riferimento nei livelli minimi delle prestazioni. Lo Stato determina, in concertazione con i Governi territoriali, i livelli minimi di prestazione, investendo tutte le materie sia di competenza statale che di competenza regionale; è previsto (art. 120 Cost.) l’intervento sostitutivo dello Stato in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni dei livelli minimi; i territori meno abbienti sono aiutati nell’erogazione dei servizi con il fondo perequativo e gli interventi straordinari (art. 119 Cost.). Ma se la solida ed intangibile base dei livelli minimi può essere considerata l’ago della bilancia nel rapporto federalismouguaglianza, sarà proprio l’intervento del legislatore regionale a giocare il ruolo decisivo nella formulazione delle strutture organizzative che avranno, da ultimo, il compito di gestire l’offerta di salute ai cittadini utenti del sistema sanitario. Occorrerebbe probabilmente avere più coraggio nell’individuare e sperimentare, non solo delle nuove forme e strutture organizzativo-gestionali sia interne che esterne alle Aziende sanitarie in funzione del principio di sussidiarietà, ma soprattutto ridefinire con chiarezza le funzioni che tali strutture e figure professionali saranno chiamate a svolgere. *Avvocato amministrativista ed Assegnista di ricerca in Diritto Amministrativo nell’Università di Lecce 1 E considerava che “…in definitiva nella vicenda in esame, risulta evidente la sopravvenuta carenza di interesse dei ricorrenti, poiché, da un lato, fino alla data di entrata in vigore della legge di modifica del Titolo V della Costituzione, le norme statali impugnate non hanno prodotto alcun effetto invasivo della sfera di attribuzioni regionali, mentre, dall’altro lato, proprio a partire da tale data le medesime norme possono essere sostituite, nei limiti ovviamente delle rispettive competenze, da un’apposita legislazione regionale” ( Corte Cost. n. 510/02). 2 Si segnalano le più significative: sentenze n. 282 del 2002 e n. 338 del 2003. Per una approfondita trattazione dell’insieme delle pronunce della Corte Costituzionale in tema di sanità e competenze: Claudia Tubertini, La giurisprudenza costituzionale in materia di tutela della salute di fronte alla nuova delimitazione delle competenze statali e regionali, in www.grupposanmartino.it. 3 Enrico Menichetti, La tutela della salute tra competenze divise e interessi concordati. Riflessioni sul destino del servizio sanitario nazio- nale nel nuovo titolo V della Costituzione, in www.amministrazioneincammino.it, n. 3/2003; Ettore Iorio, Diritto Sanitario, Giuffrè, 2005. 4 Corte Cost. n. 88/2003, in Giust. Cost., 2003,700. 5 E’ necessario fare un breve cenno al tentativo di riforma costituzionale, che non ha avuto poi seguito alla luce del referendum. Nel disegno di legge costituzionale (atto Camera n. 4862/ atto Senato n. 2544) approvato dalla Camera dei Deputati il 15 ottobre 2004, la tutela della salute non appare più come materia di legislazione concorrente come previsto nell’attuale art. 117 Cost., comma 3, in quanto la materia viene articolata diversamente in un sistema che vede assegnata alla competenza esclusiva statale “le norme generali sulla tutela della salute”, mentre “l’assistenza o l’organizzazione sanitaria” viene devoluta alla legislazione esclusiva regionale. Pertanto la dicotomia non intercorre più tra leggi cornice statale e nome di dettaglio regionali, ma tra norme generali in materia di tutela della salute e norme regionali esclusive in materia di assistenza e organizzazione sanitaria. Ciò detto, come molti autori sostengono (tra gli altri: Bruno Calvetta, Sanità e devolution nel nuovo progetto di riforma al titolo V della costituzione, in Ragiusan, n. 249/250, 2005), non pare davvero che la riforma possa dare più spazio alle Regioni di quanto già ne abbiano; anzi sembrerebbe rafforzata la dimensione nazionale della sanità, ove da un lato la materia della salute passerebbe dalla potestà concorrente a quella statale esclusiva, dall’altro alla legge dello Stato sarebbe consentito dettare le norme generali della materia e non più i soli principi fondamentali. 6 Maria Daniela Cogo, La regionalizzazione della sanità, in Ragiusan, n. 243/244, 2004. 7 Principio introdotto dalla L. n 59 del 1997 e che è alla base dell’organizzazione dello Stato finalizzato ad avvicinare la gestione dei servizi il più possibile ai cittadini, contrapposto ad un modello centralizzato. Lo Stato deve mantenere tutte quelle funzioni che implicano una dimensione unitaria a garanzia dei principi costituzionali di eguaglianza e giustizia sociale. La sussidiarietà consiste nel riconoscere a ciascun livello di governo e a ogni soggetto della società civile la capacità e la responsabilità di provvedere autonomamente alla gestione dei servizi essenziali per tutti. 8 Marco Dugato, Sussidiarietà e salute, in Sanità Pubblica e Privata, n. 2, 2006. 9 Renato Balma, Il governo dei servizi sanitari regionali: attori, regole, strumenti, in Ragiusan, n. 227/228, 2003. 10 In realtà, sembra che questo meccanismo abbia portato, nei fatti, nuovamente a un prevalere del politico, posto che il dirigente è sì competente per l’adozione degli atti amministrativi, ma è estremamente debole nei confronti del politico per ciò che concerne il mantenimento dell’incarico. 11 Sul punto Marika Miglioranza, Sanità e principi fondamentali: la programmazione regionale, in Foro Amm. CDS, n. 9/2005. 12 Renato Balduzzi, La creazione di nuovi modelli sanitari regionali e il ruolo della conferenza Stato-regioni (con una digressione sull’attuazione concreta del principio di sussidiarietà “orizzontale”), in Quad. Reg., 2004, 1. 62 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. P.Medical n. 88 Marzo - Aprile 2007 .......................................................................................................................................... 63 TuttoSanità ............................................................................................................................................................................................................................................................. 64 .......................................................................................................................................... n. 88 Marzo - Aprile 2007