vasculite - Medicina Unict
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MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA VASCULITI Sotto la denominazione di “vasculite” vengono comprese molte sindromi che in comune presentano flogosi segmentaria dei vasi (spesso polidistrettuale e diffusa). Alcune di queste si colpiscono in maniera prevalente le arteriole di piccolo e medio calibro o le arterie di grosso calibro, altre preferenzialmente il distretto venulare, altre ancora l’unità microvascolare al completo : arteriola, meta arteriola, ansa capillare, venula, anastomosi artero-venosa, linfatico e connettivo perivasale, terminazione nervosa. La flogosi vasale comporta quasi costantemente il restringimento del lume con conseguente ischemia del territorio irrorato. Possono essere primitive o secondarie ad altre patologie. Quando la patogenesi è di tipo immunomediato il danno è rappresentato dal deposito di immunocomplessi sulla parete vasale. Con questo meccanismo si possono costituire granulomi nella parete vasale e nelle aree perivasali ma il danno può derivare dall’azione diretta di autoanticorpi anti cellule endoteliali, o da anticorpi diretti verso il citoplasma dei neutrofili (ANCA). Quando il meccanismo non è immuno mediato il danno di parete può derivare dall’infiltrazione di agenti infettivi o tumorali. Molte patologie che non possono definirsi vasculite presentano positività agli c-ANCA (diretti contro il citoplasma dei neutrofili) o agli p-ANCA ( antigeni perinucleari ). Queste patologie sono fondamentalmente rappresentate da alcune infezioni (da stafilococco, da Haemofilus, da endocardite batterica) da alcuni tumori (ca esofago, polmone, ecc.) dalla tiroidite di Hashimoto, dalla colite ulcerosa e dal m. di Crohn. Altre patologie non vasculitiche positive agli ANCA sono le connettiviti (LES, AR, Sjogren, fibrosi retroperitoneale) alcune epatiti autoimmuni, alcune malattie ematologiche come il linfoma H e Non H, ecc.. Una trattazione più completa delle vasculiti nel corso di immunologia – reumatologia. Qui di seguito le vasculiti di più comune riscontro e di interesse angiologico. Seguendo un criterio clinico e patogenetico le vasculiti vengono differenziate in : • • • INFIAMMATORIE OCCLUSIVE EMORRAGICHE 132 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA Vasculiti infiammatorie La classificazione di Papi, redatta nel 2002, differenzia le principali vasculiti infiammatorie ad interessamento cutaneo a seconda che colpiscano i medi e grandi vasi oppure i piccoli vasi. VASCULITI DEI MEDI E GRANDI VASI • • • • • Panarterite nodosa Malattia di Wegener Malattia di Churg Strass Malattia di Takayasu (a cellule giganti) Arterite Horton(a cellule giganti) VASCULITI DEI PICCOLI VASI ASSOCIATE AD ANTICORPI ANTI NEUTROFILI • Poliangite microscopica • Malattia di Wegener • Malattia di Churg Strass • Vasculite da farmaco (propiltiouracile, idralazina, minociclina) DA IMMUNOCOMPLESSI • Vasculite cutanea isolata • Porpora di Schonlein- Henoch • Crioglobulinemia • Vasculite in corso di Lupus, Artrite reumatoide, S. di Sjogren) • Sindrome Orticaria / Vasculite con ipocomplementemia • Malattia da siero • Da Farmaco • Vasculite settica (meningococco, setticemia) • Eritema elevatum e diutinum • Porpora iperglobulinemica di Waldestrom • Sindrome di Schnitzler PARANEOPLASTICHE • Linfoproliferative • Mieloproliferative • Da tumori solidi I principali fattori etiopatogenetici nelle vasculiti cutanee sono rappresentati dalle malattie infettive, dalle connettivopatie, dai tumori e dai farmaci. Comunque una gran parte delle vasculiti cutanee restano a meccanismo etiopatogenetico sconosciuto. Nelle vasculiti ad impegno prevalentemente cutaneo (il contemporaneo impegno sistemico è comunque frequente) ad essere prevalentemente interessate sono le venule di 1° e 2° ordine, post capillari. I quadri istologici che caratterizzano le vasculiti cutanee sono quello della vasculite leucocitoclastica (con infiltrato perivasale di granulociti neutrofili a nucleo frammentato), che è quello prevalente e quello della vasculite linfocitaria in cui l’infiltrato è di tipo linfomonocitario. La necrosi fibrinoide della parete vasale è sempre presente, qualunque sia il tipo di infiltrato. 133 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA Clinicamente l’elemento base è rappresentato dalla porpora palpabile. I gradi di gravità sono molto diversi e vanno dalla manifestazione orticarioide con danno molto modesto, alla porpora palpabile e fino ai noduli confluenti necrotizzanti ed ulceranti da severa ischemizzazione cutanea. L’esame istologico deve sempre confermare il sospetto clinico. Sul tessuto, l’immunofluorescenza diretta fa rilevare Ig, complemento e fibrina. I protocolli d’indagine non devono tralasciare la ricerca di foci infettivi con esami PAN : impegno cutaneo batteriologici e virologici se si sospetta l’associazione infettiva. Se il sospetto è quello di una manifestazione paraneoplastica devono essere ricercati i marcatori specifici. I valori di VES, PCR, fibrinogeno e mucoproteine sono sempre elevati; particolarmente in caso di vasculite con interessamento anche sistemico. La terapia si avvale di antistaminici, cortisonici, azatioprina, colchicina. PANARTERITE NODOSA Vasculite necrotizzante sistemica che interessa le arterie di piccolo e medio calibro. Peculiare l’interessamento flogistico delle tre tuniche dell’arteria con la presenza di aneurismi . La tumefazione nodulare dell’intima è responsabile dell’occlusione trombotica vasale. Ne conseguono infarti ischemici negli organi interessati (più spesso fegato, milza, rene, polmone e pancreas). A livello cutaneo si manifesta con tumefazioni nodulari di consistenza duro elastica che lasciano spesso un esito pigmentato. Dalle forme più gravi e diffuse si passa a forme molto distrettuali più frequentemente localizzate agli arti inferiori. Quasi costantemente presenti eosinofilia con leucocitosi ed incremento della VES. Utile l’esame bioptico. POLIARTERI pan arterite nodosa 134 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA MALATTIA DI TAKAYASU-ONISHI Arteriopatia dei grossi tronchi arteriosi a patogenesi autoimmune. Si localizza all’arco aortico ed alle principali diramazioni. Più colpite le donne in età fertile. Istologicamente si osserva ispessimento fibroso dell’avventizia, tessuto granulomatoso nella media e proliferazione fibrosa dell’intima. La sola proliferazione intimale, anche se non associata a trombosi, può produrre steno occlusione del vaso interessato. Il riscontro di alcuni casi di familiarità non autorizza ad enfatizzare questo aspetto. Il rilievo di incremento del complemento (CD4), come pure la presenza di cellule infiltrati linfocellulari nella parete aortica (Linfociti T Killer) e citotossici ( fattore citolitico, perforina, sulla parete arteriosa), rappresentano elementi costanti. Costante l’elevato tasso di Ab anticellule endoteliali . L’antigene bersaglio specifico nel tessuto aortico non è ancora noto. Molto frequenti, anche se non costanti le alterazioni dell’emostasi, per la presenza di uno stato di ipercoagulabilità; si rileva anche un aumento del trombossano A2 e di anticorpi anticardiolipina. La malattia si trova spesso in associazione con la malattia di Crohn, con diverse spondiloartropatie, con la sarcoidosi e la malattia di Wegener. L’associazione con il Lupus eritematoso è incerta. Nel periodo di esordio sono presenti MALATTIA DI TAKAYASU stenosi arteriose non Criteri diagnostici dell’American College of Rheumatology significative o comunque non ¾ Età all’esordio < 40 occlusive. La paziente riferisce malessere ¾ Claudicatio vascolare specie dell’arto superiore generale, febbricola, sudori notturni, dolori ¾ Riduzione dell’ampiezza del polso radiale articolari e muscolari, ¾ Asimmetria della P.A ( > 10 mmHg) stanchezza della parte superiore del corpo. ¾ Soffio in sottoclaveare o in addome Nel periodo di stato è conosciuta anche con ¾ Anomalie angiografiche: stenosi o occlusione il nome di “malattia dell’aorta o dei suoi rami, o delle arterie delle giovani donne senza polso” e sono prossimali delle estremità; anomalie focali o presenti febbre, segmentarie non legate ad ATS o a displasie. artralgie, mialgie, dimagrimento. L’interessamento arterioso è causa, in varia associazione e frequenza, di manifestazioni vascolari periferiche e/o manifestazioni neurologiche. I sintomi oculari sono quasi costanti La presenza di ipertensione arteriosa (di tipo nefro vascolare) è di difficile rilievo. Frequenti anche le manifestazioni di sofferenza cardiopolmonare e renale. Caratteristico del periodo di stato, tutto il corteo sintomatologico tipico dell’ insufficienza circolatoria degli arti superiori, del capo e degli occhi E’ presente astenia e facile affaticabilità degli arti superiori allo sforzo, le parestesie e l’acrorigosi, il fenomeno di Raynaud e la caratteristica claudicatione dei muscoli masticatori. La riduzione della capacità visiva, la presenza di dolori all’orbita o al globo oculare sono testimoni dell’interessamento oculare. Possono anche essere presenti segni di interessamento cerebrovascolare come la cefalea, le lipotimie e le vertigini. 135 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA Criteri diagnostici della M. di Takayasu in presenza di una lesione macroscopica dell’aorta o dei suoi tronchi La presenza di 3 criteri autorizza la diagnosi: ¾ Sesso femminile ¾ Stenosi o occlusione della succlavia post-vertebrale ¾ Età inferiore ai 40 anni all’insorgenza dei sintomi vascolari ¾ VES superiore a 20 mm (prima ora) ¾ Ectasia dell’aorta ascendente ¾ Assenza di fattori di rischio vascolare Le manifestazioni cardiache possono consistere nella presenza di lesioni coronariche ( 7-10% dei casi), di lesioni valvolari come l’insufficienza aortica (10%) e lesioni miocardiche (miocardite a cellule giganti). Le lesioni suddette conducono infine ad insufficienza cardiaca che è sovente causa di morte. Le manifestazioni cliniche dell’interessamento delle arterie polmonari non sono frequenti (circa 7%). Manifestazioni renali: sono frequenti alterazioni tipo l’amiloidosi e le glomerulonefriti . Le manifestazioni cutanee più tipiche sono rappresentate dall’eritema nodoso e da eritema indurato di Bazin. La presenza di stenosi dell’arteria succlavia post vertebrale produce la marcata attenuazione, sino all’assenza, del polso radiale. La pressione arteriosa omerale è quindi imprendibile ed inattendibile come indicatore sistemico, specie quando l’interessamento delle arterie succlavie è simmetrico . In caso di asimmetria si rileverà una notevole differenza pressoria tra i due arti (in genere > 20 mmHg). In caso di stenosi succlaveare è presente soffio sistolico rude alla fossetta sovraclaveare. La diagnostica strumentale si avvale, a compendio della clinica, dell’eco color doppler, dell’arteriografia (anche selettiva) e dell’angio tac. La storia naturale della malattia prevede una mortalità a cinque anni fino al 35% dei pazienti . La più frequente causa di morte è l’insufficienza cardiaca. La terapia medica della m. di T. si avvale dell’impiego di corticosteroidi ed immunosoppressori (azatioprina, ciclofosfamide, metotrexate). La radiologia interventistica e la chirurgia vascolare saranno utili per limitare le complicanze • Arteria carotide comune in vascolari carotidee , vertebro succlaveari e periferiche degli arti. arterite di Takayasu 136 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA ARTERITE TEMPORALE DI HORTON Sintomatologia: cefalea temporale, disturbi visivi (amaurosi fugace, cecità mono o binoculare, difeti del campo visivo, diplopia transitoria). Presenta naturalmente sintomatologia legata all’ischemia dei territori dipendenti dalle arterie interessate (ictus, IMA, infarto intestinale, claudicazione degli arti, ecc.). Obiettività: l’arteria temporale o anche la frontale si presentano indurite, dolenti e nel periodo di flogosi anche arrossate, con riduzione o addirittura scomparsa della pulsatilità. Laboratorio: aumento degli indici aspecifici di flogosi (VES, PCR, globuline a-1 e a-2, fibrinogeno), anemia ipocromica, ipoalbuminemia, leucocitosi, piastrinosi, aumento delle transaminasi. La diagnosi di certezza è affidata alla biopsia. La diagnosi differenziale più importante è con la Takayasu. • Arterite di Horton: arteria La terapia si basa fondamentalmente sull’impiego di steroidi temporale (e frontale) come un cordone duro, tortuoso e dolente. Riduzione o scomparsa della pulsatilità. ARTERIOLITE DIGITALE DI KRAMER E’ una arteriolite obliterante proliferativa localizzata alle dita delle mani, a volte dei piedi. Resta sempre localizzata in tali distretti . Molto spesso comporta necrosi cutanea del dito, più raramente interessa in toto l’ultima falange. Si manifesta spesso nelle sindromi serotoninergiche. Le arterie di grosso e medio calibro sono assolutamente rispettate. Segnalata la presenza di un incremento del tasso ematico di serotonina e di 5 H triptamina nelle urine. In questi casi è evidente il miglioramento della clinica con farmaci anti serotoninergici. Acrocianosi in vasculite digitale In altri casi, non legati ad iperserotoninemia, l’impiego di eparina ed Iloprost aiuta a superare i periodi di acuzie che si alternano a periodi, anche molto prolungati, di quiescenza. 137 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA VENULITI (NECROTIZZANTI) ASPECIFICHE microtrombosi aree avascolari quadro microcircolatorio di vasculite cutanea in corso di IVC Sono frequenti come complicanza o epifenomeno di insufficienza venosa cronica. In ogni caso rispondono discretamente bene al trattamento steroideo sistemico e locale. Vasculite necrotizzante cutanea livaedoide Vasculite emorragica angiopsatirosica vasculite occlusiva necrotizzante associata a Raynaud 138 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA TROMBOANGIOITE OBLITERANTE (M. DI BUERGER) - sesso maschile giovane età fumatori colpisce le arterie distali ed i segmenti venosi prossimali evoluzione a poussè La prima manifestazione è spesso quella dell’ischemia critica distrettuale (dolore, sub cianosi od eritrosi, ipotermia) localizzata ad una o più dita. Preceduta spesso da tromboflebite superficiale migrante. Non sempre i sintomi di ischemia critica sono preceduti dalla classica claudicazione con dolore alla pianta del piede. I vasi colpiti sono soprattutto le arteriole ma non è infrequente una associazione tardiva con la macroangiopatia aterosclerotica. L’angiografia è abbastanza tipica con stenosi a coda di topo nel contesto di albero spoglio. Le obliterazioni oltre che distali sono multiple. Nessun miglioramento se non si sospende il fumo. A parte i risultati controversi ottenibili con la malarioterapia, sono da più parti segnalate buone remissioni con Iloprost (PGI2). Recenti studi segnalano ottimi risultati con Alprostadil (PGE1) che rispetto all’Iloprost mostra una maggiore tollerabilità, minori effetti collaterali indesiderati e soprattutto una migliore maneggevolezza. Nei periodi di quiescenza si attua terapia classica con eparina, defibrotide e pentossifillina. Arteriografia di un raro caso di malattia di Buerger in giovane donna. Tipico aspetto ad “albero spoglio” 139 MANUALE DI ANGIOLOGIA PER LO STUDENTE DI MEDICINA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Browse NL, Burnard KG, Thomas ML. Malattie delle vene: patologia, diagnosi e trattamento. Ed Momento medico 1993; Bergan JJ, Yao JST. Malattie delle vene: Attualità e orientamenti. Ed Mediche Scientifiche Internazionali 1983; Andreozzi GM, Cacciaguerra G, Di Pino L, Martini R, Monaco S, Signorelli S. Flebologia per il medico pratico. Ed Minerva Medica 1994; Bernstein EF. Non invasive diagnostic techniques in vascular diseases. 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