Senza titolo-1 - ITIS "Luigi di Savoia"

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Senza titolo-1 - ITIS "Luigi di Savoia"
Sotto il Monte Giovanni XXIII 12. III. 2007 A. D.
Lunedì della terza settimana di Quaresima
Vincenzina, Matteo e Marta Castronuovo
Cari Amici!
Il transito di Walter dagli orizzonti incantevoli, tuttavia limitati, dell’Abruzzo ai Cieli altissimi per l’incontro
col Padre, mi tocca nel profondo dove risuona l’ammonizione di san Paolo: «Prendete parte alla gioia di chi
gioisce, al pianto di chi piange» (Rm 12, 15).
Nell’appressarmi al focolare che Walter consacrò con la sua fede e il suo amore, la sua inventiva e le sue
sofferenze mi sono allietato ed edificato; ora piango con voi al conchiudersi di una consuetudine di vita, che
è stata anelito al bene e al meglio. Di fatto, voi, anche per merito suo, potete attribuirvi la laurea in «sapienza
del cuore» (Salmo 90, 12).
La Pasqua 2007 è, più di prima, preannuncio di approdo alle spiagge dell’Eterno per il finale ricongiungimento
con Walter, «uomo integro e retto, timorato di Dio e alieno dal male» (Giobbe 1, 1).
Rileggo, come in filigrana, il prodigioso segreto della sua esistenza, trascorsa nella luce e nella bontà, e mi
lascio riscaldare dalla monizione di Fra’ Cristoforo a Lucia e Renzo, declamata con evangelica schiettezza al
Lazzaretto, in un contesto di dolore e di purificazione: «Ricordati, figliolo, che se la Chiesa ti rende questa
compagna, non lo fa per procurarti una consolazione temporale, la quale, anche se potesse essere intera, e
senza mistura di alcun dispiacere, dovrebbe finire in un gran dolore, al momento di lasciarvi; ma lo fa per
avviarvi tutt’e due sulla strada della consolazione che non avrà fine. Amatevi come compagni di viaggio, con
questo pensiero d’avere a lasciarvi, e con la speranza di ritrovarvi per sempre» (A. Manzoni, I Promessi Sposi,
cap. 36).
Nella Chiesa primitiva, il cristiano veniva chiamato aphoberos thanatou, colui che non ha paura della morte, il
sovranamente libero perché la morte non è davanti a lui, ma dietro di lui, che ha combattuto ed ha vinto. L’ha
detto Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se morisse, vivrà, e chiunque vive e crede
in me, non morirà in etemo» (Gv 11, 25-26).
Che altro dirvi? Mi contento di accostarmi a voi con riverenza e fiducia, per incoraggiarvi a impreziosire il
lutto col proposito di onorare Walter, emulandone le virtù.
Suffragata l’Anima benedetta, sigillata la Bara con un estremo bacio, accesa in cuore lampada inestinguibile,
sentitevi invitati da lui a riprendere il vostro posto nella comunità ecclesiale e civile per testimoniare verità e
giustizia, amore e libertà.Nei prossimi giorni, riflettete su due brani di Emmanuel Mounier che vi trascrivo:
Non si deve parlare di futuro nero, drammatico forse, doloroso anche. Noi cristiani abbiamo solo il
diritto di creare la gioia. In tempi di miseria, non possiamo cancellare le nostre miserie. L’opera che
dobbiamo compiere è far passare nella nostra vita, nei nostri occhi, questa trasfigurazione
sorprendente che ci farà, se lo vogliamo, a mano a mano che la felicità si allontanerà da noi, entrare
nella gioia intramontabile, propria dell’infanzia - (Alla moglie Paulette, 23. IX. 1939}.
Tu comincerai fin da oggi a tessere una tela che non si romperà mai. Vorrei che tu fossi convinta (e
forse lo sei) che Jacques esiste ancora e che ha incominciato una nuova vita, e che adesso tutto ciò che
vi univa vi unisce ancora di più e meglio di quanto vi separava, perché tutto ciò che separa si
trasforma nella verità. Non sappiamo bene come progredisca questa nuova vita con Jacques, ma ciò
non ha importanza. La impareremo giorno per giorno, e vedrai che non sarai sola. Se un atomo di
ferro, una molecola d’acqua rimangono, non può avere un senso che un amore, un’esistenza (di
pensiero), tormentata, ardente, che un semplice sguardo dolce cessino un giorno di esistere per non so
quale assurda eccezione. C’è da augurarsi soltanto che ci sia questa presenza invisibile - (A Claire
Lecquercq, 7. X. i949, in morte del marito Jacques).
Questa la fonte dei due testi: Emmanuel Mounier, Lettere e Diari, Città Armoniosa Ed., 1981, pp. 288 e 486.
Vincenzina, Matteo e Marta, grazie dell’ascolto e della comunione di pensieri e di affetti.
Con mestizia e speranza benedico e saluto voi, i vostri Congiunti ed Amici, tutti - lo so - costernati e al tempo
stesso sereni e solidali.
Affezionatissimo
+Loris Francesco Capovilla arcivescovo di Mesembria
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