Kaos: Il Ritorno
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Kaos: Il Ritorno
Anno III - Numero I Direttore Riccardo Cama Miriam Liscio Revisione e correzione Vittorio Cama Riccardo Cama Graphic Designer Riccardo Cama Vittorio Cama Alessandra De Matteo Giusy Carleo Sommario: In Convitto 2 Out Convitto 4 Under Pressure 6 Chi li ha visti? 10 Shakespeare & Company 14 Leave your hat on 16 Quark 18 Hakuna Matata 20 Poesie 21 Storie 22 Top of the Profs 26 Intervista doppia 27 Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II - Napoli Kaos: Il Ritorno Pensavate fosse morto? Be', non è così! Kaos, il nostro fascicolo studentesco (altrimenti detto "giornalino"), continuerà ad annoiarvi, appassionarvi, ma soprattutto divertirvi! Dall'ultima pubblicazione nel remoto giugno del 2012, sono cambiate diverse cose; il rettore, la scuola, la redazione, ma il giornalino è ancora qui, pronto ad affiancarvi nel vostro percorso scolastico. Ciò che ci proponiamo di offrirvi è un diversivo dalle lunghe ed estenuanti ore di di studio, da leggere durante le ramanzine degli educatori, o sdraiati al sole durante la ricreazione, o ancora durante i piccoli spacchi tra un'ora e l'altra. Per carenza di personale, abbiamo dovuto dire addio alla cara rubrica di videogames; tuttavia le nuove rubriche di scienze, moda e poesia sono assolutamente da non pedere. Gli articoli di in ed out convitto sono stati scritti con il preciso obiettivo di sensibilizzare il nostro pubblico (spero non troppo esiguo) alle più calde questioni di attualità, trattate o meno durante le ore di assemblea. Vorrei segnalarvi in particolare l'articolo scritto dalla coppia Giglio-Cennamo nella rubrica di moda, nella speranza che possiate coglierne l'ironia, e la fantastica storia, firmata Vittorio Cama, oltre, ovviamente, all'intervista doppia ed alle nostre “top of the profs”. Colgo infine l'occasione per rivolgere i miei complimenti a tutta la redazione che ha reso possibile, in poco più di un mese, la pubblicazione del primo numero ( mai accaduto nella storia del Convitto). Godetevi questo numero di Kaos. Resistete: il Natale si sta avvicinando! Riccardo Cama Pagina 2 kaos Cahier de doléances Nelle prime settimane di scuola un senso di dovere civile e ribellione aveva iniziato ad impossessarsi degli studenti, su Facebook spuntavano stati sul convitto come se fossero funghi ed erano state fatte le proposte di protesta più disparate. Sebbene con l’assemblea straordinaria di giovedì 3 ottobre sembriamo esserci calmati, il problema non è ancora stato risolto. In questi giorni alcuni ragazzi hanno dovuto lasciare questa scuola o rischiato di farlo a causa della poca flessibilità dei permessi di uscita. A differenza degli anni precedenti, adesso è necessaria la presenza di un maggiorenne per ritirare lo studente da scuola e il numero di giorni di uscita anticipata si è limitato a due, massimo tre alla settimana. Quello che mi chiedo è “se la mia famiglia ha firmato un contratto sul fatto che in un determinato giorno ad una determinata ora la scuola non ha più responsabilità su di me, perché allora ho biso“Per ogni individuo lo sport è una fonte di miglioramento interiore” -Pierre de Coubertin gno di essere prelevato sempre da qualcuno?”. Non conosco la burocrazia; so che la questione è in realtà più complessa di quel che sembra ma credo anche che si potrebbe trovare qualche escamotage per aggirare i problemi legati alla responsabilità. Poi c’è da precisare che tutti i ragazzi, che quest’anno si sono iscritti o riscritti al convitto, non sapevano del cambiamento nel regolamento d’istituto, e non sapevano che ormai questa non è più una scuola per ragazzi che fanno attività di tipo agonistico. La scuola non ci permette di fare al suo interno tutte le attività extrascolastiche che vorremmo e perciò dovrebbe almeno metterci nelle condizioni di poterle fare al di fuori di essa dato che molti ragazzi, ma soprattutto molti genitori, sono del parere che fare sport o musica sia qualcosa di molto importante. Una soluzione sarebbe quella di non praticare sport a livello agonistico così da non avere la necessità di uscire troppe volte in anticipoda scuola , ma anche in questo caso la cosa sarebbe più complicata di ciò che sembra, dato che la maggior parte dei genitori è impegnata e non potrebbe quindi prelevarci nelle ore in cui siamo a scuola. Non riuscendo io a trovare una soluzione che metta tutti d’accordo, ne approfitto per chiedere alla Preside di mettere tutta se stessa nel tentativo di trovare un modo per permetterci di continuare a svolgere tutte le attività degli anni precedenti. Credo che il mondo dello sport e del convitto siano due delle cose che un giovane dovrebbe poter provare e, se si riuscisse ad arrivare a questo compromesso, sarebbe sicuramente meglio. Dario Silvestri Anno III - Numero I Pagina 3 Le quattro giornate di Napoli Cosa significano per i napoletani di oggi questi incredibili quattro giorni? Quale insegnamento ci hanno lasciato? Cicerone diceva: “Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis”. E viene dunque da chiedersi di quali tempi quella storia è testimonianza, quale verità illumina ed a quale memoria ridà la vita di cui dovrebbe appunto essere “maestra”, invece di limitarsi ad essere “messaggera del passato”? La risposta a tali domande la diamo Noi, studenti dell'ultimo anno del Convitto Nazionale V. Emanuele II che ci siamo fatti sentire tra le strade dei quartieri della stanca e vittoriosa Napoli,simboleggiata dai suoi Eroi: Gennarino Capuozzo,Filippo Illuminato,Pasquale Formisano,Mario Menechini e Maddalena Cerasuolo. Questi sono stati vittime, insieme alla città, dei bombardamenti per ben quattro giorni, hanno perso i propri cari, si sono sentiti smarriti e nonostante ciò, pur avendo la nostra stessa età, hanno combattuto; hanno partecipato alla formulazione di strategie per liberarsi dal nemico, creando così una forza antica composta da fucili e bombe. Il popolo non fu più disposto a ''obbedir tacendo e tacendo morir''. Il desiderio di liberare il proprio territorio dal nemico era paragonabile solo all'impegno profuso nel cercare di far riemergere una città dalle proprie macerie grazie a canti quali: ''Il canto degli scugnizzi'' di Eugenio Bennato, ''Bella Ciao'' di Francesco De Gregori, striscioni e storie raccontate sia da Gianluca De Vincentiis, consigliere della II Municipalità di Napoli, ia da Gennaro Morgese, figlio di Maddalena Cerasuolo, alla quale è stata assegnata la medaglia di bronzo al valore militare, per aver salvato dai bombardamenti il ponte della Sanità. Tutto ciò è stato possibile grazie ai nostri docenti di italiano, storia e filosofia. ''Siamo il futuro’' ci è stato detto. Scugnizzi siamo noi, di una città sempre più smarrita, ora è arrivato il turno nostro di riprenderla in nostro possesso e renderla più vittoriosa che mai. Non mancate al prossimo appuntamento del 7 Novembre nel teatro del Convitto, con ulteriori testimonianze e approfondimenti a riguardo. Giusy Carleo “Un proverbio italiano dice: – Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: – Vedi Napoli e vivi – perché c'è molto qui degno di essere vissuto.” -Arthur John Strutt Pagina 4 kaos La legge, uguale per tutti? “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali dinanzi alla legge" così recita il terzo articolo della Costituzione Italiana. Esso, insieme ad altri 11 articoli, fa parte di una sezione detta "dei principi fondamentali". Da cosa deriva questo nome? Come probabilmente saprete, la Costituzione fu scritta nel 1947 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo la caduta del fascismo in Italia. Lo scopo primo di questo articolo era quello di impedire che la neonata repubblica potesse ricadere nella dittatura. La Costituzione, dunque, delinea il nostro assetto democratico e per questo i suoi principi sono, o meglio dovrebbero essere, sacri. Perché usare il condizionale? Be’, ultimamente leggendo i giornali si potrebbe pensare che tali principi abbiano perso d’importanza; si potrebbe diffondere l'idea che alcuni cittadini siano "più uguali degli altri" dinanzi alla legge ed, in particolare, le persone al potere. Pensate forse che un normale cittadino, una volta condannato, arrivi ad accusare la magistratura di essere complice in un complotto contro di lui? La presunzione d'innocenza ė sicuramente un principio basilare della democrazia, in base al quale nessuno ė colpevole fino a condanna definitiva in cassazione, tuttavia essa presuppone che una volta emessa la sentenza il condannato si arrenda e riconosca la sua colpa e invece no! In Italia la condanna sembra essere più il parere di un paio di giudici che l'applicazione di una legge; in base a questo principio, il condannato ha il diritto, anzi no, il dovere di trovare mille scuse per evitare la condanna. In Italia una persona del genere può arrivare a ricattare un governo (e dunque un intero paese) pur di non ammettere di aver commesso un reato. In un qualsiasi stato di diritto questa persona sarebbe subito divenuta "incandidabile”. Anno III - Numero I Tale termine deriva dal latino. Al tempo dei romani, infatti, tutti i candidati dovevano indossare una veste bianca (chiamata candida, da cui il loro nome) per simboleggiare la loro assenza di colpe, in quanto solo una persona del tutto onesta poteva ambire a rappresentare un popolo. Nell'Italia di oggi sembra vigere il principio opposto, leggendo le statistiche sembra che gli italiani possano essere rappresentati solo da criminali. Ė tanto chiedere che i nostri rappresentanti siano persone oneste? Ė tanto chiedere che i nostri parlamenta- Pagina 5 “Giustizia non esiste là ove non vi è libertà.” - Luigi Einaudi ri curino gli interessi della nazione prima dei loro? Ė tanto chiedere che la legge sia realmente uguale per tutti? Io, al contrario di molti, nutro ancora fiducia nelle nostre istituzioni, nutro ancora fiducia nel fatto per il quale, nel momento in cui ogni de- putato e senatore si troverà a dover scegliere tra la giustizia e la sua poltrona, sceglierà la prima, per onorare il popolo che rappresenta, per onorare la repubblica italiana e coloro che hanno donato la vita per ottenerla, coloro che prima di noi hanno combattuto per avere un'Italia democratica, un'Italia dove la giustizia fosse una realtà e non una parola priva di senso. Fabrizio Gentile Pagina 6 kaos Under Pressure Perché “Under Pressure” ? A noi di Kaos è venuto in mente questo nome pensando alla celebre canzone omonima, cantata dai Queen insieme con David Bowie, pubblicata nell’ album “Hot Space” del 1982. “Under Pressure” è però anche un termine inglese, che significa “sotto pressione” e richiama quindi alla mente la pressione applicata sulla carta nel processo di stampa: “press” infatti in italiano significa “stampa”. Tra gli altri significati vi potrebbe essere anche la pressione continua a cui siamo sottoposti noi studenti. tà, consigli e quant’altro. Auguro a tutti una piacevole fruizione della rubrica “Under Pressure”,che possa essere un modo per ridurre la “pressione”. Riccardo Cama Mattia Orlando Ciò che la rubrica si propone è di spaziare attraverso i generi, con recensioni, curiosi- Lose yourself to dance "Random Access Memories", l'ultimo lavoro del duo francese Daft Punk, è un album ricco di pezzi interessanti e degni del loro grande ritorno. Analizziamolo traccia per traccia: "Give Life Back to Music"; la prima traccia dell'album è perfetta come introduzione a questo disco che punta a fondere elettronico e acustico, perché, fondamentalmente, garantisce un ingresso di forte impatto, nonostante sia di livello inferiore al resto del disco. "The Game of Love" è, invece, una canzone più efficace, per- “La musica è la connessione tra la tua anima e l’infinito” -Anonimo ché cantata dagli stessi Daft Punk, sebbene il suono sia distorto con i sintetizzatori. In ogni caso, la voce risulta ricca di espressività, pur essendo robotica. La traccia che ha un ritmo più lento e, perciò è diversa da quelle a cui siamo abituati, tratta di intelligenza artificiale. "Giorgio By Moroder" ha un inizio ed uno sviluppo particolari, perché si tratta di una narrazione della vita e del percorso di Moroder fino alla sua fondamentale innovazione nel mondo della musica elettronica: Il click. Quest'ode ad una figura così importante della musica elettronica è una delle tracce migliori dell'album, grazie alla base che si fonde perfettamente con la voce del "Protagonista". "Within" è la definizione di raffinatezza nel genere elettronico. La traccia tende ad Anno III - Numero I invertire l'utilizzo della voce e della musica, come tipico di questo campo: La voce è completamente elettronica, mentre la base è acustica. Un genere simile si riscontra anche in un altro successo dei Daft Punk: "Around The World", nel quale le parole sono ripetitive e danno solo il ritmo, mentre la base è complessa e articolata. Questa traccia, in ogni caso, è una delle più belle dell'album. "Instant Crush" è una delle nostre canzoni preferite dell'album. Voce e base hanno una fusione cosi perfetta che per amanti del genere non è semplicemente fantastica, ma qualcosa che ti fa venire voglia di ballare e contemporaneamente di piangere per il testo che tratta di un'amore perduto. Assolutamente da ascoltare. "Lose Yourself to Dance" è un'altra perla del disco. Traccia dal genere misto tra il disco ed il funk, è nata appositamente per il desiderio del gruppo di creare musica dance con batteristi "dal vivo". Il duo voleva creare, con questa canzone, una sorta di connessione tra la pista da Pagina 7 ballo e le persone che si trovano in vicinanza. Obbiettivo certamente centrato in pieno, sentire per credere. "Touch" è una traccia dal gusto colorato e quasi psichedelico. Testo ricco e base articolata, un vero trionfo musicale. Il genio di questi artisti viene messo in risalto soprattutto nell'eseguire le canzoni, magari, meno "Innovative". "Get Lucky", il singolo dell'album, sicuramente lo avrete ascoltato, dato che MTV lo inseriva ovunque, quasi come Miley Cyrus e la sua lingua. Si tratta di una traccia orecchiabile, anche se ce ne sono sicuramente di migliori. "Beyond" punta molto sul testo che ricorda a tutti di vivere la vita guardando al futuro, coscienti del passato. Base lenta, ma molto piacevole. "Motherboard" rappresenta un po' un ritorno alle origini. Niente testo, traccia pulita e dalla firma a caratteri cubitali. "Fragments of Time", a differenza della traccia di prima, ha un bel testo ed è ritmata e molto più acustica; perfetta per questo progetto di fusione musicale. "Doin' It Right" è soprattutto elettronica; definita da molti come la migliore dell'album, anche se non è confrontabile con gli altri successi del duo. "Contact" è una ottima chiusura; ti lascia la voglia di sentire il prossimo disco, anche se non proprio in tema con la musicalità acustica presente nel resto dell'album. Questa è la mia opinione su ogni traccia del disco; vi consiglio, però, di farvene una vostra opinione, ascoltando di persona l'ultimo album di questo fantastico duo ! Alessandra Iacovelli Pagina 8 kaos A volte Il tanto atteso album di sir Paul McCartney “New” è finalmente in vendita il 14 Ottobre. E’ stato lo stesso baronetto ad annunciarlo in occasione della presentazione del suo omonimo singolo prodotto da Mark Ronson. Dunque, dopo sei anni di attesa, questo brano fornisce un chiaro indizio su come sia il nuovo album di McCartney. Questo album contiene esclusivamente materiale inedito; infatti, si tratta di 12 brani elaborati da Paul insieme ad un nuovo team di collaboratori: vi è, oltretutto, la collaborazione con nomi importanti, come Ethan Johns, Paul Epworth e Giles Martin, figlio dello storico produttore dei Beatles, George Martin. Ulti- ritornano mamente è stata diffusa la tracklist di “New”; si tratta di tutte tracce inedite - eccezion fatta per il cover album con due soli inediti “Kisses on the bottom”, dello scorso anno, e “Memory almost full” del 2007. Le modalità di pubblicazione dell’album sono: oltre a quella in formato digitale, ci sarà sia quella in CD che quella in vinile. Le tracce di “New”: 1.“Save us” 2.“Alligator” 3."On my way” 4.“Queenie eye” 5.“Early days” 6.“New” 7.“Appreciate” 8.“Everybody out there” 9. “Hosanna” 10.“I can bet” 11.“Looking at her” 12.“Road” 13. “Scared” 14.“Secret life of a party girl” “If I were dead, I'd be the last to know.” - Sir Paul McCartney Carlotta Pietrafesa Anno III - Numero I Pagina 9 Una foto per ricordare Il Convitto dice stop al biocidio, Francesco Palmese Pagina 10 kaos Chi li ha visti? Questa è la rubrica dei film, dedicata agli appassionati del cinema e delle serie televisive o semplicemente a chi vuole una dritta su cosa vedere la sera. Ovviamente il titolo fa eco al famoso programma televisivo. Skins: sometimes l pretend to be normal Skins: il fenomeno di massa, di cui tutti i giovani parlano. Ma che cos’è in realtà, skins? Ideata dagli scrittori padre e figlio Jamie Brittain e Bryan Elsley, Skins è una serie TV britannica uscita nel 2007,trasmessa da ‘E4’ in Inghilterra e, nel nostro paese, da MTV Italia e Jimmy . Tratta delle vicende di un gruppo di giovani dai 16 ai 18 anni che vivono gli ultimi due anni delle scuole superiori, tra problemi familiari, mentali, patologici, droghe, sesso, fumo e spesso anche morte. I fatti sono sempre narrati in modo crudo e realistico, quasi cruento in alcuni punti. Il cast di attori, quasi sempre esordienti o, comunque, giovanissimi, viene rinnovato ogni due stagioni, per questo motivo nelle sei sta- gioni di skins (con la ‘s’ minuscola, come ci suggerisce il logo) sono presenti 3 generazioni di attori. C’è, però, una settima stagione di skins (Pure, Fire, Rise) che tratta le vicende di tre personaggi in particolare: Effy, Cassie e Cook. Il nome della serie è un riferimento all’espressione gergale britannica per la carta sottile utilizzata per fumare. Dall’organizzatissimo Tony (Nicholas Hoult), alla fragile e dolcissima Cassie (Hannah Murray),passando per l’irrequieto Cook fino alla confusa Frankie (Dakota Blue Richards), in ogni puntata skins ci trasporterà per quarantacinque minuti in un mondo così reale e vicino a noi da riuscire a trattenerci attaccati allo schermo fino alla fine della stagione. In quale dei personaggi ritrovate voi stessi? Quante volte vi troverete a dire ‘Woah, questo è capitato anche a me! Insomma, skins è davvero un dilemma per chi non può capirci, parliamoci chiaro. E cosa c’è di meglio di un qualcosa in cui possiamo rispecchiarci? Cosa dire, allora, di questa ‘pelli’? Correte a casa e aprite subito Youtube, non perdetevi questo meraviglioso groviglio di emozioni che è skins, e vedrete che non ve ne pentirete! Rainer Monaco Anno III - Numero I Pagina 11 The fire is catching Catching Fire è il sequel del successo cinematografico Hunger Games. Il primo film non è stato all'altezza delle nostre aspettative (avendo letto il libro), ma siamo lo stesso ansiosi di vedere il secondo. Basandosi sul romanzo, la prima parte non dovrebbe ricca di colpi di scena, ma si sente il disagio di Katniss nella sua nuova vita da vincitrice; ciò priva il suo migliore amico, Gale, ed il suo "finto fidanzato" Peeta delle sue attenzioni e del suo affetto. Il tempo scorre e, come ogni anno, anche Katniss e Peeta, in quanto vincitori dell'ultima edizione dei giochi, devono affrontare, come mentori, il crudele "tour della vittoria", un giro per tutti i distretti di Panem in cui vincitori degli Hunger Games devono sfilare davanti alle persone che in quei giochi hanno perso un figlio, un fratello o un amico caro. Verso la metà del romanzo, c'è il primo VERO colpo di scena: Arena differente, Giochi differenti e tutti i vincitori ancora in vita a competere. Nel corso della competizione piena di colpi di scena, prove da superare e la speranza di sopravvivere, scoppia una rivolta nei distretti e gli Hunger Games saranno destinati a non essere mai più gli stessi. Secondo noi, questo è il più bello tra i tre romanzi della Collins, e la nostra speranza è che il film sia all'altezza del libro a cui è ispirato. Notevole è il fantastico cast che ha lavorato ininterrottamente per realizzare questo film, nel quale spiccano il premio Oscar Jennifer Lawrence nel ruolo di Kat- “And if we burn, you burn with us!” niss, Josh Hutcherson nel ruolo di Peeta, Liam Hemsworth nel ruolo di Gale, e molti nuovi attori come Sam Claflin nel ruolo di Finnick. Nella colonna sonore sono presenti brani, come "Atlas" dei Coldplay e "We Remain" di Christina Aguilera. Tra gli altri artisti troviamo anche Lorde, The Lumineers, gli Imagine Dragons e gli Of Monsters and Men. Non c'è più niente da dire per il momento, anzi sì: BUONA VISIONE! Renata Blasotti Anna Bellingrath Pagina 12 kaos The Big Bang Theory Chuck Lorre e Bill Prady hanno sicuramente realizzato il loro sogno: ideare una sit tutta nuova trovando il giusto equilibrio fra originalità e divertimento. The big bang theory ha fatto dello humor intelligente la sua cifra stilistica. Tra citazioni trasversali e battute sagaci i 22 minuti ad episodio scivolano via veloci. Una comicità fresca, irriverente, mai volgare che si è saputa rinnovare sempre, fino alla settima edizione e promette di non deluderci neanche in futuro. Quattro simpatici cervelloni, Leonard, Sheldon, Raj e Howard ci accompagnano alla scoperta dell’universo nerd. Fisici e ricercatori all’università di Pasadena (California), la loro vita si svolge noiosamente tra giochi di ruolo e collezioni di fumetti, fino a quando Penny (Kaley Cuoco), una bellissima e capricciosa vicina non irrompe nelle loro esistenze. La diversa caratterizzazione dei personaggi e la contrapposizione dei loro mondi sfocia sempre in situazioni esilaranti. Vero protagonista di questa sit è Shel- don Cooper, interpretato da uno straordinario Jim Parsons. Nerd senza vergognarsene, logorroico, arrogante, sociopatico, fiero di quello che è e che rappresenta , orgogliosamente antipatico. Più tranquillo invece è Leonard Hofstadter (Johnny Galecki) timido e insicuro fisico sperimentale, che nel tentativo di conquistare Penny ci darà spesso esilaranti lezioni sul come dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Howard e Raj sono invece i migliori amici dei protagonisti: un ebreo convinto latin lover e un indiano che detesta la cucina indiana, talmente timido da non riuscire a parlare ad una donna se non dopo il rassicurante apporto di una sostanziosa dose di alcool. I caratteri marcati dei personaggi tuttavia non li rendono mai né finti, né grotteschi, anzi li sdoganano e li trasformano sapientemente da sfigati in simpatici cervelloni. Complici di questa operazione sono di certo le interpretazioni ineccepibili dei cinque attori. Neanche la location quasi unica e la mancanza di esterni riescono a levare smalto e ritmo a questa sit. The big bang theory appassiona, diverte ma soprattutto stravolge il punto di vista dello spettatore riconsiderando con occhi bonariamente ironici, una figura che da sempre è stata “snobbata”: il nerd. I due autori hanno conquistato il pubblico mondiale con un divertimento pulito, una comicità ricercata, fatta spesso di citazioni colte. Non ci vuole un genio della fisica per capire l’entusiasmo della Warner Bros che si dice prontissima a girare ancora per garantire un divertimento al quale non si può rinunciare. Simone Illiano Anno III - Numero I Pagina 13 I nostri artisti Nicoletta Risi Continua nella rubrica di scienze (Coglietene l’ironia) Alessandra De Matteo Pagina 14 kaos Shakespeare & Company "Shakespeare & Company". Quale miglior titolo, per una rubrica di libri, del nome di uno dei più grandi autori della storia? Nessuno! Ed è per questo che lo abbiamo scelto. Un tributo ad un grandissimo autore e ad una delle più belle librerie di Parigi, la "cité de l'amour", che tra i suoi musei e le sue cattedrali trova lo spazio per un umile negozio, piccolo e allo stesso tempo incantevole. E proprio come lì sono raccolti libri di tutti i generi, così in questa rubrica troverete recensioni di libri che vanno dal classico al fantasy, dal romanzo d'amore al thriller mozzafiato e molti altri ancora. Dopo questa premessa, non posso che augurarvi una piacevole lettura. Renata Blasotti Il seggio vacante “Un affresco impietoso, amaramente divertente, della società contemporanea dominata dal classicismo... una commedia morale dei nostri tempi”. semplici famiglie inglesi con tutte le loro problematiche. Si tratta del primo libro della scrittrice non collegato alla saga di Harry Potter, dalla quale si differenza per il registro, tipico di un romanzo per Così definisce il Daily Express l'ultimo libro di J.K adulti. Il romanzo tratta le vicende di una piccola cittaRowling: "il seggio vacante" dina inglese Pagford, dove il uscito il 27 settembre 2012 consigliere comunale Barry nel Regno Unito. E' un libro al quale non si può rimanere Fairbrother viene a mancare, indifferenti e grazie al quale lasciando il suo seggio vacante. Vengono aperte le eleziotutte le emozioni, dalla più profonda alla più superficia- ni; in corsa al posto, ci sono le, vengono esplorate. Questo tre candidati molto diversi tra loro che, attraverso le lolibro rappresenta la società di oggi attraverso le storie di ro vicende e attraverso quelle delle loro famiglie, danno la realizzazione a quello che è il vero obbiettivo dell'autrice: descrivere attraverso i personaggi la società di oggi e tutte le difficoltà odierne. Infine, si può dire che si tratta di un libro molto piacevole adatto a tutti i tipi di età. Caterina Di Capua “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.” - Daniel Pennac Anno III - Numero I Pagina 15 Il palazzo della mezzanotte Ben è un orfano del St Patrick's, sta per compiere sedici anni ed il giorno in cui dovrà abbandonare l'orfanotrofio si avvicina. Come lui, infatti, tutti i membri della Chowbar Society dovranno lasciare l'istituto perché ormai diventati adulti. I sette membri di questa società segreta, nata all'interno di un vecchio palazzo abbandonato di Calcutta (il Palazzo della Mezzanotte) e cresciuta tra le mura del St Patrick's, si riuniscono nel loro "quartier generale" per festeggiare l'ultima notte. Ma un'ultima avventura li aspetta. Tutti insieme dovranno scoprire il mistero dell'oscuro passato di Ben. Sono in corso i festeggiamenti dell'ultima notte quando i sette ragazzi incontrano Sheere, una bellissima ragazza con la quale decidono di condividere il segreto del loro gruppo. Ma nessuno dei ragazzi sa che Sheere è la sorella gemella di Ben, e che, da quel momento una serie di strani e pericolosi eventi, travolgerà il loro destino. Qualcuno o qualcosa è sulle tracce dei due gemelli, ma per sape- re contro cosa stanno lottando, i ragazzi dovranno scoprire cosa è accaduto a Calcutta la notte di sedici anni prima. Scritto prima de “L’Ombra del Vento”, il romanzo che ha reso Carlos Ruiz Zafòn famoso in tutto il mondo, “Il Palazzo della Mezzanotte” fa parte della “Trilogia della Nebbia”, una collana che comprende i primi tre libri scritti da questo: “Il Principe della Nebbia”, “Il Palazzo della Mezzanotte” e “Las Luces de Septiembre” che non è ancora stato pubblicato in Italia. Questo romanzo, inizialmente classificato “per ragazzi”, è stato scritto nel 1994, e vanta già le caratteristiche che hanno reso lo scrittore famoso in tutto il mondo: un’ambientazione affascinante e misteriosa, una trama che si traccia poco a poco e una buona dose di colpi di scena che alimentano la storia e la conducono verso finali inaspettati. Il romanzo è avvincente e ricco di quella magia che ha reso famoso lo scrittore spagnolo negli anni a venire. Ne consiglio la lettura perché è un libro affascinante e semplice da leggere, che trasporta il lettore in una realtà distante dalla nostra, raccontando episodi che si alternano tra il reale e l’immaginario. Renata Blasotti Pagina 16 kaos You can leave your hat on Teen Idle Svegliatevi. Preparatevi. Scendete di casa e guardatevi intorno. No, non state ancora dormendo e non ci vedete doppio, né triplo, né quadruplo: è tutto vero. I "teenager" che vedete sono vestiti tutti allo stesso, identico modo, e per giunta, con un pessimo gusto. Sempre più ragazze si svegliano la mattina con l'obbiettivo di sembrare evidenziatori fin troppo cresciuti, e sempre più ragazzi, invece di bere birra, ne fanno uso come prodotto per capelli, convinti di fare tendenza. Ed è di questo che parleremo nei prossimi articoli: nel seguente, in particolar modo, ci occuperemo delle ragazze. "Animalier" e "camouflage" sono le fantasie che fanno più tendenza; applicate su scarpe, borse, abiti, sciarpe, cinture... spesso usate tutte insieme, creando outfit buffi e originali… se vivi nella foresta. Frequente è l'episodio di nostalgiche vecchiette che, allarmate, si chiedono se la guerra non sia già finita da un pezzo. Anche il "fluo" è una tonalità di tendenza,e, come se non fosse già un allegrissimo e coloratissimo pugno nell'occhio usato singolarmente, viene spesso accostato alle fantasie sopracitate. Per mantenere un look sobrio e discreto, ovviamente, al tutto si uniscono "egocentriche" scarpe: abbandonato totalmente lo stiletto di Manolo, le suole delle scarpe prendono dimensioni da record, stracopiate dal celebre Jeffrey Campbell, spesso arricchite con dettagli come borchie, glitter colorati o qualsiasi cosa che luccichi. Tuttavia, niente di tutto questo è lontanamente comparabile all'ormai patologica moda dello "chatouche". No, non si scrive "sciatusc", "scatusc", "shatush". Si scrive "chatouche". È come scoprire che Titti è maschio, vero? Prima di rovinarvi i capelli, abbiate almeno la decenza di sapere come si scrive. Partendo dalle fashion blogger più celebri (CHIARA NASTI TVB), questa mania è arrivata fino alla nostra città, diffondendosi a macchia di decolorante a basso costo, letteralmente. Sia chiaro: non abbiamo ASSOLUTAMENTE nulla contro le ragazze che decidono di schiarirsi i capelli, anzi, alcune di loro stanno anche bene! Però, suvvia, è evitabilissimo farlo quando si ha un colore di base talmente scuro da sembrare un Goleador alla Coca Cola che cammina. Insomma: tra perse testimonial della pubblicità delle Gocciole, mazze chiodate ambulanti e caramelle gommose viventi, ce n'è per tutti i gusti. Cioè, "per tutti i gusti" se per "tutti" intendiamo quelle -diciamocelo, leggermente squallide- mode che ormai tutti, o meglio tutte, seguono. Noi, personalmente vi consigliamo di fare quello che volete, continuando ad essere voi stesse! Ci sentiamo nel prossimo articolo, in cui parleremo dei ragazzi. Insomma, noi siamo persone dalla mentalità aperta: pari opportunità per tutti! Quindi, ci saranno commenti sui ragazzi come ci sono stati sulle ragazze. Avete voluto la parità dei diritti? Conviveteci. Con amore, Giuseppe Giglio Andrea Cennamo Anno III - Numero I Pagina 17 Cosa c’è di nuovo? La moda? Per qualcuno significa semplicemente abbinare colori che stanno bene insieme, per altri è indossare la prima cosa che si trova la mattina nell’armadio, insomma la situazione è sempre più confusa. Moda significa essere consapevoli di ciò che si sta indossando; la moda è uno stile di vita. Dal 18 al 23 settembre si è svolta la Milano Fashion Week, dove hanno sfilato in passerella accanto ai grandi nomi che hanno reso famoso il Made in Italy come Gucci, Prada, Roberto Cavalli, Dolce & Gabbana, “La moda passa, lo stile resta.” - Coco Chanel Versace, Giorgio Armani, anche le collezioni di giovani stilisti. La moda dell'Autunno/Inverno 20132014 è fondata su otto tendenze: dal bianco candido, al metallizzato, passando per i mix di stampe e volumi. Puntiamo un attimo la nostra attenzione sui revival, infatti, questa stagione vede, come protagonista, gli anni '60: focus sui pattern che richiamano la carta da parati usata in quegli anni, indossati per creare un patch-work di cromie; si rivive il cappotto color cammello e ritorna il bijoux americano, chiaro accenno alla filosofia della Pop Art; ritorna anche la pelle, non solo per gli accessori, ma anche per vestire la donna, in stile goth, con pelle nera. I must saranno il rosso fuoco ed il noir rapiti dagli anni ’40; altro colore protagonista sarà il blu elettrico per abiti sensuali, ma geometrici ed essenziali. Ancora in voga il look total white minimale e compatto, in contrapposizione con la silhouette bon ton nei toni del nero. I dettagli cult sono colorati con sfumature prugna, lilla e viola ametista. Le applicazioni sono ricche e barocche e tra le tendenze più affascinanti troviamo lo stile dandy che richiede un'attenta ricerca dell'eleganza e della perfezione, attraverso la scelta del dettaglio. Capo cult per il dandy della stagione Autunno/ Inverno 2012-13 è il trench in lana lavorata di Céline. Quello che farà la differenza sarà, però, il gusto del “grottesco” nel suo più intimo significato: accessori ricchi di applicazioni e gli stravaganti accostamenti di colori o texture tattili differenti determineranno con libertà il gusto e lo stile della prossima stagione. Per il maquillage, sono i due i filoni di tendenza: sopracciglia protagoniste che incorniciano il viso e pelle rigorosamente opaca. Le labbra sono o nude o scure, principalmente sui toni del viola e del bordeaux. Il makeup occhi invece torna sui metallizzati anni '90 e anche sui finish lucidi che erano di tendenza qualche anno fa. Torna anche lo smokey, così come la semplicità di eyeliner neri che creano occhi da gatta seducente e labbra rosso fuoco da vera e propria conquistatrice. E se non amate il trucco "strong", potete optare per il nude, con una buona dose di mascara, meglio se volumizzante. Antonio Izzo Pagina 18 kaos quark Sogni: quando la mente inganna se stessa… Sogni; un argomento occulto, per il quale l’uomo vorrebbe trovare una spiegazione razionale da ormai molti secoli. Sogni come previsione del futuro, interpretati in base ad un codice di segni e ad antiche credenze popolari. Ma come definire esattamente questa sorta di fenomeni paranormali e inspiegabili entro i confini delle neuroscienze? Il sogno può essere considerato talvolta come illusione, talvolta come allucinazione ad occhi chiusi. Si presenta sotto forma di illusione nel momento in cui, nello stato di sonno, si è soggetti a stimoli esterni, perlopiù casuali, che nel sogno vengono rielaborati e percepiti dal cervello in maniera errata. Ogni rumore, sensazione tattile, olfattiva o semplicemente una variazione luminosa proveniente dall'esterno, può dare vita ad un rappresentazione onirica differente. E così ci capiterà di sognare di precipitare da un burrone a causa di un cambiamento di posizione, il cigolio della porta diventerà un'irruzione di rapinatori, un temporale l'inizio di una battaglia e così via. Si tratta in- vece di allucinazione nel momento in cui la rappresentazione onirica è determinata da stimoli interni, ovvero senza che i nostri sensi interagiscano con la realtà, con il “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.” - William Shakespeare mondo esterno. Insomma il sogno è il prosieguo dell'attività psichica effettuata durante la veglia, ovvero continuiamo ad immaginare e fantasticare proprio come quando siamo svegli, con l'unica differenza che, durante il sonno, il nostro cervello riesce ad “autoingannarsi” facendo passare tale attività psichica per esperienza reale. Dunque per quale motivo il sogno riesce ad “ingannarci” mentre, durante la veglia – a meno che, ovviamente, non siamo affetti da schizofrenia o disturbi psicotici vari- la nostra psiche si accorge di star semplicemente fantasticando? Partiamo dal presupposto che, durante il sogno immaginiamo tramite immagini e forti stimoli sensoriali, mentre, durante la veglia, tendiamo ad immaginare tramite concetti e siamo quasi totalmente incapaci di figurarci immagini nitide o addirittura provare sensazioni. Inoltre, durante la veglia abbiamo il continuo confronto e contatto con la realtà, mentre, nel sogno, non possiamo confrontare il mondo onirico con quello reale, per cui crederemo unicamente alla nostra allucinazione o illusione. Un altro motivo per cui abbiamo “fede” nel mondo onirico è proprio poiché esso può fornirci delle “prove sensoriali”. Potremo infatti toccare il fiore che ci siamo figurati nel sogno, o addirittura apprezzarne il profumo. E magari, stando a tali conclusioni, potremmo un giorno scoprire che per assurdo tutto ciò che noi definiamo realtà, vita, non è altro che il frutto di un lunghissimo, realistico sogno. Chiara Nappi Anno III - Numero I Pagina 19 “Ma poi, chissà la gente che ne sa…” “Ma poi, chissà la gente che ne sa, dei suoi pensieri sul cuscino che ne sa, della sua luna in fondo al pozzo che ne sa, dei suoi pensieri e del suo mondo.” Questo il ritornello di una vecchia canzone di Francesco de Gregori, risalente al 1973, ma ancora attuale. “Il ragazzo” è un pezzo riguardante appunto un ragazzo autistico, che, agli occhi degli altri, viene visto unicamente, come una persona chiusa; ad un certo punto viene usato addirittura il termine cattiveria, ma, in realtà, questo ragazzo vive semplicemente in un mondo un po’ diverso e distante da quello che tutti vedono. Questo è effettivamente il concetto di autismo, chiamato originariamente sindrome di Kanner, che vede l’indebolimento delle capacità di integrazione sociale e di comunicazione. Tuttavia, questo disturbo porta paradossalmente anche benefici, come ad esempio una grande capacità di utilizzo della memoria. Ma quali sono, effettivamente, le cause di queste caratteristiche comportamentali così particolari? Neurologicamente parlando, è possibile associare particolari caratteristiche a dei com- portamenti notando differenze, tra soggetti autistici e non, nelle connessioni tra neuroni in specifiche aree cerebrali come la corteccia uditiva, variazioni nella grandezza e nella simmetria dei due emisferi cerebrali, nel sistema dei neuroni a specchio. Non a caso, le persone affette da autismo hanno spesso un super udito e un diverso modo di organizzazione dei pensieri, caratteristiche le cui cause sono le prime due delle anormalità sopra elencate. Ma di cosa sono responsabili invece i neuroni a specchio? Il sistema dei neuroni a specchio è appunto un sistema di neuroni che si occupa della capacità dell’individuo di imitare un movimento o un atteggiamento, e quindi, in seguito, di riconoscerlo e reagire come dovuto. Il diverso funzionamento delle connessioni tra neuroni in questo sistema provoca quello che è il disagio principale di un soggetto autistico, la quasi totale mancanza di empatia e quindi una serie di disagi sociali e talvolta anche una limitata capacità di apprensione, che provoca a sua volta deficit comunicativo. Gli stessi sin- tomi generali, anche non così evidenti, li possiamo trovare anche nella sindrome di Asperger, comunemente considerata una forma dello spettro autistico, l’unica tra le sindromi imparentate con l’autismo a non essere considerata una vera e propria patologia. Essa, infatti, come l’autismo ha i suoi lati negativi e quelli positivi, tra i più evidenti c’è quello dell’avere particolari interessi, inusuali e soprattutto ristretti, non utilizzati in campo didattico. Dato da prendere in considerazione è la quantità di personaggi famosi a cui sono stati diagnosticati diversi sintomi dell’autismo - tra i più rilevanti Ludwig van Beethoven, Albert Einstein, Wolfgang Amadeus Mozart, Isaac Newton, Vincent Van Gogh, Andy Warhol, Woody Allen, Bob Dylan, Michael Jackson - tutti passati alla storia per aver portato innovazioni straordinarie, ognuno nei rispettivi ambienti. Solo da questo si può dunque dedurre che l’autismo non sia l’incapacità di capire ciò che ci circonda, bensì la capacità di interpretarlo in maniera diversa. Nicoletta Risi Pagina 20 kaos Anno III - Numero I Pagina 21 L’angolo della poesia TRAMONTO Calato è il sol seguendo un sempre più TRAMONTO insistente arrossar Osservando io sto Oh! Che tristezza il sol che cala lo bel passar d’un dì… seguendo un sempre più Queste e misur altre insistente arrossar del suo mantello anni e secol furon che sarà riempito di dolci diamanti ciò mi strabilia ah, che malinconia! intanto è tutto corso …e ancor più pesto fè. Il mite scorrere di giorni ed anni… Ma mentre sto parlando il sole già è calato. Andrea La Veglia Pagina 22 kaos La Fenice Piove... La solita strada; da anni ormai la percorro; lurida e poco luminosa: da sempre sovrastata e oscurata da palazzoni troppo alti, perché uno spiraglio di luce possa arrivare a infondere calore alla gente che vi passa. tata dal canto degli usignoli. Piove, fa freddo... All'improvviso dalla coperta di fitte nuvole si apre uno spiraglio e un esile raggio di luce va a infrangersi contro un corpo diafano; ne esce frammentato in un'esplosione di luce e colori; talmente luminosa che non riesco a capire di cosa si tratta, in realtà, quella bellissima stella. Mi ricordo improvvisamente che sono in ritardo per il lavoro: il capo è spaventosamente rigido. Incomincio a correre; un percorso infinito; il sole comincia stranamente a scomparire, cedendo alle tenebre, pian piano, questo angolo dimenticato dal mondo; corro sempre più veloce nella speranza di arrivare prima al grigio ed imponente palazzo dove lavoro; più mi affretto, però, più mi sembra che l'edificio dalle finestre opache e sporche sia lontano; più mi affretto, più sono stanco; non ce la faccio più; mi fermo. Piove, fa freddo, il vento è sottile e tagliente... Una volta che i miei occhi si sono abituati a quel bagliore, riesco finalmente a distinguere una gelida figura, è una fenice! Una bellissima scultura di ghiaccio; degli uomini la stanno portando dentro un lugubre magazzino; è il magazzino dove vengono depositate le opere d'arte che devono essere messe in mostra nell'edificio, unito a questo, che si affaccia dall'altra parte della strada, quella luminosa, con palazzi color pastello e continuamente allie- Piove... L'oscurità mi ha travolto e non riesco più a vedere nulla: sarò diventato cieco o, magari, lo sono sempre stato. Incomincio a pensare a tutte le persone che non potrò più rivedere: la prima, stranamente, è il mio capo; come farò senza lavoro? La seconda è la mia fidanzata, dov'è? Cosa starà facendo? Con chi sarà? non avendo più un lavoro, è difficile che mi accetti ancora; probabilmente ritornerà dal suo migliore amico, con il quale passa più tempo che con me; la terza è quello che, credo, sia il mio unico e migliore amico: lavoriamo spesso insieme e spesso va a finire che devo fare tutto il lavoro da solo, perché non sta bene o ha problemi; a me sta bene, se non ci si aiuta tra migliori amici... senza di loro, sono poco più che cenere. Piove, fa freddo... Il buio si è fatto ancora più intenso; sento degli strani versi in lontananza: devo essere in quel luogo dove si nascondono gli animali feroci prima di un agguato, dove i vampiri aggrediscono le loro prede, dove le peggiori paure diventano realtà brutte e violenti; sento gli occhi di mille esseri su di me: mi guardano corrodere lentamente. Il silenzio è assordante: posso sentire il sano che progressivamente mi abbandona. Piove, fa freddo, il vento è sottile e tagliente... All'improvviso si accende una luce gelida; questa evidenzia opacamente la spessa foschia pallida nella quale mi trovo; è talmente spessa che non riesco a vedere né dove vado, né su cosa cammino; forse l'inferno è fatto così; infestato dai sibili continui e agghiaccianti di serpenti e di lingue di demoni, tetre svioli- Anno III - Numero I Pagina 23 nate... Comincio a camminare senza meta, l'importante è allontanarsi da questi versi languidi e orribili. Continuo a camminare, quando scorgo un cartello arrugginito, uno di quelli con sopra scritto "senso unico"; decido di seguire quella direzione... Tutto comincia a prendere forma, fuori dalla finestra posso vedere la strada della mostra, quella luminosa, con la pasticceria, tanti alberi, cespugli, fiori e bambini con i genitori entusiasti. Provo una piacevole sensazione ora, deve essere la consapevolezza; la consapevolezza di dover demolire tutti Dopo un po' scorgo un barlu- quei palazzoni che oscuravano il vicolo, di dire basta alla me di luce; più vado avanti, più le paure si fanno lontane: sudditanza, agli amori di convenienza ed alle amicizie è arrivato il momento di ricon scopi ben diversi da quelsorgere! lo della solidarietà reciproca; finalmente il sole può illumi- nare la mia di strada... Penso di andare a vedere la mostra per poter di nuovo ammirare quella stupenda fenice di ghiaccio; per vedere, se era reale, ma all'improvviso, non ne sento più il bisogno; mi guardo in giro... C'è il sole, fa caldo e la brezza è piacevole. Vittorio Cama Come Rondini a Primavera "Muoviti idiota!" Henry si destò e solo dopo un po' riuscí a identificare la figura che, con un ruggito, l'aveva riportato alla realtà. Era già la quarta volta che veniva richiamato quella settimana; non era una settimana qualsiasi... Lui non doveva essere lì quella settimana, non doveva essere in nessun luogo che non fosse illuminato dal suo sorriso. Doveva essere con lei. Eppure Henry a malincuore si alzò dal letto, si vestì e seguì il colonnello. Si trattava di sir James Cohen, uno stretto collaboratore del Duca di Wellington e di Gebhard von Blücher, a capo della coalizione, il cui unico scopo era quello di distruggere l'egemonia di Napoleone. Eppure, fino a due anni pri- ma, Henry non avrebbe mai pensato di dover andare in guerra, soprattutto dopo aver passato quella settimana... Si ritrovò, all'improvviso, ad essere uno dei 50000 soldati armati di baionetta della coalizione; non era pronto a sparare, a fare la guerra, non era pronto a morire soprattutto perché di lei non sapeva quasi niente... non vale la pena morire senza prima aver toccato con le mani, gli occhi ed il cuore tutto ciò che la vita ti può dare. Ci sarebbe andato vicino, se non fosse arrivata a casa sua una missiva, due anni prima, dove gli si ordinava l'immediato arruolamento nell'esercito inglese: già da tempo si preparava quella campagna per spodestare Napoleone; ma dopo tutto quel tempo, ben poco si era mosso ai piani alti. Era un limpido giorno di marzo e Henry, mentre preparava la colazione, aveva visto uno stormo di rondini provenienti da luoghi più caldi ritornare verso il Mediterraneo: stava arrivando la primavera... ma quella mattina fuori dalla sua tenda non aveva visto un semplice stormo, ne era sicuro: era uguale a quello che aveva visto anni prima all'inizio di quella settimana che avrebbe cambiato la sua vita per sempre... Vittorio Cama Sophia Caso To be continued... Pagina 24 kaos La vera storia di J.K. Rowling Cosa ispirò la Rowling nella stesura della mitica trama? Attenendoci alle interviste sappiamo che tutto cominciò su un treno da Manchester a Londra. Ma cosa successe veramente quel giorno del 1990? Proviamo a immaginare le pagine di due diari: I diario Napoli,5/04/2020 Caro diario di bordo,questo è il mio primo viaggio nel tempo. Dopo 5 anni di studi, ho inventato la “time machine”. Un grande traguardo per la Scienza! In questi anni di studio, inoltre, ho inventato la fibra dell’invisibilità. Cos’è? È una fibra il cui tessuto rende invisibili. Partendo da questa fibra, ho creato un mantello per non farmi vedere nei miei viaggi nel tempo. Per testare la macchina del tempo e il mantello sono tornato indietro di circa 30 anni alla stazione di King Cross a Londra e mi sono recato al treno proveniente da Manchester dove ho trovato la signora Joanne Rowling, l’autrice di Harry Potter, mentre scendeva dal treno. È da quando ero ragazzo che sognavo di farlo: osservare il momento che ha ispirato la famosa saga. Cosa la ispirò? Grazie al mio mantello l’ho pedinata e l’ho vista sedere su una panchina, mentre prendeva un block notes e ci scriveva degli appunti. Non ricordo bene che c’era scritto, ricordo solo che c’erano parole come: a little orphan…identity cri- sis…tournament … three schools …wicked men… Mi stavo avvicinando per vedere meglio che c’era scritto, quando è accaduto l’imprevisto: sono inciampato, il mantello mi è scivolato di dosso e lei mi ha visto: aaaaah Chi sei? Ttttttu sei apparso dadadada .. da … dal nulla!-esclamò terrorizzata, poi sopraggiunse: -Da dove vieni? Cosa vuoi?- “Vengo dal futuro”- gli risposi d’istinto. Riprese fiato, poi rispose: “Non prendermi in giro… come saresti venuto qui, nel passato?” “Con questo!”-gli ho detto indicando il telecomando della macchina del tempo che avevo appeso al collo “Certo, certo… e quel coso argentato cos’è?”(si riferiva al mantello dell’invisibilità che luccicava). “Un mantello che rende invisibili” -risposi. Rimase sorpresa. “Non è un granché… è una gran scocciatura … innanzitutto non ti vedi, poi devi stare attento a non pestare i piedi agli altri e a non urtarli…” “Forse, se rendesse, oltre che invisibili, anche immateriali…”- fantasticò lei “E se rendesse invisibili anche alla morte?”- dissi con ironia –“umpf! Con tutto quello che ci ho messo a fare SOLO questo!” “Però… gran bella invenzione se non usata per scopi loschi…” “Ma.. non ci siamo ancora presentati!”- disse. “Andrew Lloyd”-dissi“ma mi faccio chiamare Andric Marloy che è l’unione delle prime tre lettere iniziali del mio nome” (Andrew, Richard Marius Loyd) “Bella trovata…”. In quel momento afferrai il mantello, premetti il tasto sul telecomando e sparii (non volevo complicare le cose..). Adesso sono qui a scriverti… continuo a pensare di aver modificato qualcosa nel tempo ma… la saga di Harry Potter è scritta tale e quale a prima…boh! Al prossimo viaggio. Andrew Lloyd II diario Londra,**/ **/1990 Caro diario, nel mio viaggio da Manchester a qui ho avuto un idea per 7 romanzi. All’inizio avevo pensato alla storia di un ragazzo orfano in cerca della sua identità (i genitori erano stati uccisi da un uomo malvagio, come avrebbe scoperto più in là); questo doveva vivere in una famiglia che non gli stava proprio a genio; doveva odiare la sua scuola che doveva essere in competizione costante con altre due; chi vinceva nella competizione, diventava un eroe. Il ragazzo si chiamava Harry Potter, come i miei vecchi vicini. Prima di oggi ero troppo pessimista, forse per le difficoltà che ho dovuto affrontare … avevo smesso di Anno III - Numero I esistere … oggi, però, ho incontrato un buffo signore che sosteneva di viaggiare nel tempo. Non saprò mai chi fosse, ma non mi importa: mi ha fatto ricredere sull’esistenza della magia. Così, ho pensato che cambierò registro e darò vita al sogno che avevo da bambina: scriverò un romanzo fantasy. Harry Potter sarà un maghetto. Sarà ugualmente orfano e in una famiglia che lo tratta male, ma troverà rifugio nel mondo magico. Questo signore mi ha dato lo spunto per molte idee: la prima è quella di aggiungere alla trama un mantello dell’invisibilità… un mantello che rende invisibili, magari, anche alla morte; la seconda è quella del nome dello stregone malvagio: creerò uno pseudonimo, giocando con le lettere del nome, cosa che potrei fare anche io un giorno…L’ultima idea che ho avuto è quella di inserire nella trama una specie di collana (come quella che aveva questo signore) che fa viaggiare nel tempo. Vorrei tanto ringraziare quel signore, ma so soltanto il suo nome… credimi, dopo aver detto il suo nome, si è smaterializzato. Non so e non mi interessa come abbia fatto.Spero che l’idea abbia almeno un briciolo di successo. Saluti dalla tua scrittrice Joanne Rowling P.S. ora mi viene in mente un ultimo ricordo di quell’uomo: una cicatrice a forma di saetta… Ovviamen- Pagina 25 te non sapremo mai cosa successe veramente quel giorno del 1990… Questa è solo un’ipotesi fantastica. Ma niente ci vieta di farla esistere nella nostra mente… Ah, l’immaginazione! Quel grande dono che abbiamo tutti, chi più chi meno e i suoi frutti a volte danno fama e ricchezza. Non è così Joanne? Anonimo Attualità Le due più alte cariche dello Stato chiamate a testimoniare Il 24 Ottobre, a Palermo, ricominceranno le udienze del processo riguardante la trattativa Stato-Mafia. A sorpresa è stato chiamato sul banco dei testimoni il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, che sarà interrogato a Roma. I magistrati hanno motivato questa decisione, esprimendo la necessità di chiedere al Presidente chiarimenti su una lettera a lui indirizzata dall’allora Consigliere Giuridico del Quirinale Loris D’ Ambrosio, morto recentemente per infarto. Il Ministro di Grazia e Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha espresso la sua sorpresa, dichiarando che tale convocazione è alquanto inusuale. Intanto il Colle si dice pronto ad esaminare i documenti che “tirano in ballo” il presidente; è stato convocato anche il Presidente del Senato Pietro Grasso, ex procuratore antimafia , chiamato a testimoniare sull’andamento delle indagini sulla trattativa e sul coordinamento investigativo delle procure. Il processo è in corso da parecchio tempo ed è basato sulle dichiarazioni di alcuni mafiosi che affermano che, in seguito alle stragi del 1992-93, lo Stato abbia cercato di raggiungere un accordo per far cessare gli attentati, in cambio dell’attenuazione delle misure preventive che prevedevano il carcere per i mafiosi ( cosiddetta legge 41 bis ). Ciro Savarese Pagina 26 kaos Top of the Profs Benoffi: -Non possiamo certo ricostruire il tempio greco su S.Aniello! Buttiamo giù il '600 e poi? Costruiamo Disneyland? Cocci: - Mia madre definì il Classico Europeo un autentico mostro pedagogico. Mi piacque, quella definizione. -In fondo, morire è tra le cose che gli uomini fanno più spesso. Eheh, prima o poi…È inutile che cercate il passivo del verbo θνεσχω, la morte non ha il passivo. - I Romani non avevano la sensibilità per capire Dioniso… A Roma Bacco ha il ventre gonfio della cirrosi epatica! - Insomma ragazzi, se nell'antica Roma un debitore non pagava i dovuti soldi, il creditore gli andava vicino e gli diceva: “ti scuommo di sangue!”, come si dice a Napoli. - Dovete passare sul mio cadavere per arrivare in terza con queste difficoltà. - Lo sapete che succede agli alunni che mi sbagliano ancora le cognizioni di base dell'analisi logica? Mi trasformo in un orco cattivo, vi porto a casa mia e vi metto nel pentolone. - Dobbiamo rimettere in circolo il sangue della cultura. - Quelli che sbagliano ancora la regola... si passa alle punizioni corporali… frusta… bastone. Quando ero bambina la maestra mi dava uno spillone sulla mano. - (Alunno X) la professoressa ha detto che è stata anche molto contenta di rivederla!> Vabbe’ quello è certo! Iervolino: (Alunno X) Prof, è nuova l’equazione? > No, è lavata con Perlana. - Ecco, guardatemi, guardatemi, sono il cretino che ha ricevuto un’eredità ed è rimasto sempre povero. Voi così fate, avete un uovo pieno di diamanti e oro e non li spendete perché invece di stare sopra al tavolo stanno sotto, e voi non li vedete proprio. (Alunno X) Prof, lei ci manda alla deriva! > Ij ve mann’ a n’ata parte… Laurent: - Mamm'ro carmn'... come si dice a Parigi. - Come si dice ospitalità?> (Alunno X) “Ospitalité”> Eh si! Il francese, a lingu' ri sciem'… Merone: - Te ne accorgi quando l’aria è elettrizzata. È piena di elettroni, sai? Mingo: - Allora, qualcuno? Ah, giusto, non ve ne frega niente. Bene, andiamo avanti. -“Les bas” sono i calzini! Non vi inventate che sono i baci, è ‘na cazett’! - Ragazzi, è stato un piacere, anche se voi non ve ne siete accorti. - Una valanga di compiti? Facevate l’alberghiero! Bastavano un po’ di tatuaggi, la camicia un po’ sbottonata, la croce sul petto con tutti i peli… - A te rivolgo il mio sguardo d’olio! Hai presente le oleografie, quei quadri che raffigurano persone così sporche da far sembrare unta la tela stessa? - La parola “borne” nel francese ottocentesco indicava la pietra miliare, adesso può indicare un qualunque coso che serva a qualcosa. Paoli: - I pesci, non essendo umani, non possono trasumanare, al limite possono traspesciare… Anno III - Numero I Alessandra Iacovelli e Serena Federico Pagina 27 Prof. Renzetti Prof.ssa Piccione 1-Cosa l’ha spinta ad insegna- Il piacere di stare con le persore? ne,almeno all’inizio era così. Beh,mi piaceva e poi anche il mio corso di studi era finalizzato all’insegnamento. 2-Ha uno studente modello? No,no,assolutamente no,non lo avevo prima di incontrare te. No,non mi piacciono i secchioni,mi sono antipatici,mi è antipatico il falso. 3-Le piace la cioccolata? Sì,fondente,quella al latte non la posso mangiare. Si,non si vede? Lo puoi vedere ad occhio nudo,un po’ sì. 4-a che età la prima ragazza/ o? No comment Eh,parliamo di secoli,15/16 anni. Ricordo che mi piaceva una ragazza in 5 elementare, ma non ci siamo messi insieme. 5-Cosa ne pensa degli omoses- Cosa ne penso degli omosessuali? Non penso a loro, a me non interessa. suali? Non mi capita di pensarci,sono come L’importante è che non dia fastidio, etero o tutti gli altri, ne conosco alcuni feli- omosessuale che sia . ci. 6-Se fosse uno studente,si iscriverebbe al convitto? Sì. Non ti posso rispondere,direi di sì, mi sarebbe piaciuto. 7-Ha mai vissuto fuori da Napoli? Ehm,no,non per tempi così lunghi, Scozia,boh,no in Scozia. Beh,sono cresciuta in Italia, Piemonte, Sicilia, Lazio. Non ho studiato proprio a Napoli. 8-Tre libri preferiti? ’Il nome della Rosa, L’eternità di Non libri ,Pirandello,Allende,Hosseini. Kouder, ma non l’ho letto ed Il Principe di Machiavelli. 9-Cosa porterebbe su un’isola deserta? Una Divina Commedia,un martello ehm,una sedia,sì, una sedia. 10-Qual è stata la vacanza più Tutte le vacanze adolescenziali e bella ? Perché? post adolescenziali,dove impari a conoscere persone e se stessi. La vacanza più bella è quella che deve venire. Una compagnia,un cane,un gatto o entrambi e del sapone sicuramente. A Lampedusa 22/23 anni. 11-Cosa pensa di lei come insegnante? Mi arrangio,forse vengo un po’ troppo incontro alle esigenze dei ragazzi,non credo che l’insegnamento sia distaccato dalla vita. Io so di non essere pesante ,come nella vita,mi piace scherzare, ma mi dà fastidio quando la lezione la si prende come un gioco. Dovete chiedere ai miei studenti. 12-Cosa la affascina della sua materia? Mi affascino quando i ragazzi si affascinano . Quando si affascinano i ragazzi? I ragazzi sono fondamentalmente affascinati da se stessi. Tutto. 13-Ha raggiunto i suoi obietti- No,c’è ancora tempo per raggiunger- Non si raggiungono mai quelli finali,ma vi nella vita? li,ma mi volete morto?. Ho capisolo gli intermedi. to,tra un paio di anni mi volete morto. 14-Cosa sognava di fare da giovane? Da piccolo piccolo il falegname,lo sportivo o il calciatore,poi più in là volevo fare lo scrittore e poi son diventato Professore Forse, non l’insegnante ma l’archeologa, ma non mi dispiace. Kaos “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.” ( Dante, Inferno, canto XXVI, vv. 112-120)