Kaos: Il Ritorno

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Kaos: Il Ritorno
Anno III - Numero I
Direttore
Riccardo Cama
Miriam Liscio
Revisione e correzione
Vittorio Cama
Riccardo Cama
Graphic Designer
Riccardo Cama
Vittorio Cama
Alessandra De Matteo
Giusy Carleo
Sommario:
In Convitto
2
Out Convitto
4
Under Pressure
6
Chi li ha visti?
10
Shakespeare &
Company
14
Leave your hat on 16
Quark
18
Hakuna Matata
20
Poesie
21
Storie
22
Top of the Profs
26
Intervista doppia
27
Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II - Napoli
Kaos: Il Ritorno
Pensavate fosse morto? Be', non è così!
Kaos, il nostro fascicolo studentesco
(altrimenti detto
"giornalino"), continuerà ad annoiarvi,
appassionarvi, ma
soprattutto divertirvi!
Dall'ultima pubblicazione nel remoto giugno del 2012, sono
cambiate diverse cose; il rettore, la scuola, la redazione, ma
il giornalino è ancora
qui, pronto ad affiancarvi nel vostro percorso scolastico.
Ciò che ci proponiamo di offrirvi è un
diversivo dalle lunghe ed estenuanti
ore di di studio, da
leggere durante le
ramanzine degli educatori, o sdraiati al
sole durante la ricreazione, o ancora durante i piccoli spacchi tra un'ora e l'altra.
Per carenza di personale, abbiamo dovuto dire addio alla cara rubrica di videogames; tuttavia le
nuove rubriche di
scienze, moda e poesia sono assolutamente da non pedere.
Gli articoli di in ed
out convitto sono stati scritti con il preciso obiettivo di sensibilizzare il nostro
pubblico (spero non
troppo esiguo) alle
più calde questioni
di attualità, trattate
o meno durante le
ore di assemblea.
Vorrei segnalarvi in
particolare l'articolo
scritto dalla coppia
Giglio-Cennamo nella rubrica di moda,
nella speranza che
possiate coglierne
l'ironia, e la fantastica storia, firmata
Vittorio Cama,
oltre, ovviamente,
all'intervista doppia
ed alle nostre “top of
the profs”.
Colgo infine l'occasione per rivolgere i
miei complimenti a
tutta la redazione
che ha reso possibile,
in poco più di un mese, la pubblicazione
del primo numero
( mai accaduto nella
storia del Convitto).
Godetevi questo numero di Kaos.
Resistete: il Natale
si sta avvicinando!
Riccardo Cama
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Cahier de doléances
Nelle prime settimane di
scuola un senso di dovere civile e ribellione aveva iniziato ad impossessarsi degli studenti, su Facebook spuntavano stati sul convitto come se
fossero funghi ed erano state
fatte le proposte di protesta
più disparate. Sebbene con
l’assemblea straordinaria di
giovedì 3 ottobre sembriamo
esserci calmati, il problema
non è ancora stato risolto.
In questi giorni alcuni ragazzi hanno dovuto lasciare questa scuola o rischiato di farlo
a causa della poca flessibilità
dei permessi di uscita. A differenza degli anni precedenti, adesso è necessaria la presenza di un maggiorenne per
ritirare lo studente da scuola
e il numero di giorni di uscita
anticipata si è limitato a due,
massimo tre alla settimana.
Quello che mi chiedo è “se la
mia famiglia ha firmato un
contratto sul fatto che in un
determinato giorno ad una
determinata ora la scuola
non ha più responsabilità su
di me, perché allora ho biso“Per ogni individuo lo sport
è una fonte di
miglioramento interiore”
-Pierre de Coubertin
gno di essere prelevato sempre da qualcuno?”.
Non conosco la burocrazia; so
che la questione è in realtà
più complessa di quel che
sembra ma credo anche che
si potrebbe trovare qualche
escamotage per aggirare i
problemi legati alla responsabilità.
Poi c’è da precisare che tutti i
ragazzi, che quest’anno si sono iscritti o riscritti al convitto, non sapevano del cambiamento nel regolamento
d’istituto, e non sapevano che
ormai questa non è più una
scuola per ragazzi che fanno
attività di tipo agonistico.
La scuola non ci permette di
fare al suo interno tutte le
attività extrascolastiche che
vorremmo e perciò dovrebbe
almeno metterci nelle condizioni di poterle fare al di fuori di essa dato che molti ragazzi, ma soprattutto molti
genitori, sono del parere che
fare sport o musica sia qualcosa di molto importante. Una soluzione sarebbe quella
di non praticare sport a livello agonistico così da non avere la necessità di uscire troppe volte in anticipoda scuola ,
ma anche in questo caso la
cosa sarebbe più complicata
di ciò che sembra, dato che la
maggior parte dei genitori è
impegnata e non potrebbe
quindi prelevarci nelle ore in
cui siamo a scuola.
Non riuscendo io a trovare
una soluzione che metta tutti
d’accordo, ne approfitto per
chiedere alla Preside di mettere tutta se stessa nel tentativo di trovare un modo per
permetterci di continuare a
svolgere tutte le attività degli anni precedenti.
Credo che il mondo dello
sport e del convitto siano
due delle cose che un giovane
dovrebbe poter provare e, se
si riuscisse ad arrivare a
questo compromesso, sarebbe sicuramente meglio.
Dario Silvestri
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Le quattro giornate di Napoli
Cosa significano per i napoletani di oggi questi incredibili
quattro giorni? Quale insegnamento ci hanno lasciato? Cicerone diceva: “Historia vero testis
temporum, lux veritatis, vita
memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis”. E viene dunque
da chiedersi di quali tempi quella storia è testimonianza, quale
verità illumina ed a quale memoria ridà la vita di cui dovrebbe appunto essere “maestra”,
invece di limitarsi ad essere
“messaggera del passato”?
La risposta a tali domande la
diamo Noi, studenti dell'ultimo
anno del Convitto Nazionale V.
Emanuele II che ci siamo fatti
sentire tra le strade dei quartieri della stanca e vittoriosa Napoli,simboleggiata dai suoi Eroi:
Gennarino Capuozzo,Filippo
Illuminato,Pasquale Formisano,Mario Menechini e Maddalena Cerasuolo.
Questi sono stati vittime, insieme alla città, dei bombardamenti per ben quattro giorni,
hanno perso i propri cari, si sono sentiti smarriti e nonostante
ciò, pur avendo la nostra stessa
età, hanno combattuto; hanno
partecipato alla formulazione di
strategie per liberarsi dal nemico, creando così una forza antica composta da fucili e bombe.
Il popolo non fu più disposto a
''obbedir tacendo e tacendo
morir''. Il desiderio di liberare il
proprio territorio dal nemico era
paragonabile solo all'impegno
profuso nel cercare di far riemergere una città dalle proprie
macerie grazie a canti quali: ''Il
canto degli scugnizzi'' di Eugenio Bennato, ''Bella Ciao'' di
Francesco De Gregori, striscioni e storie raccontate sia da
Gianluca De Vincentiis, consigliere della II Municipalità di
Napoli, ia da Gennaro Morgese, figlio di Maddalena Cerasuolo, alla quale è stata assegnata la medaglia di bronzo al
valore militare, per aver salvato dai bombardamenti il ponte
della Sanità. Tutto ciò è stato
possibile grazie ai nostri docenti di italiano, storia e filosofia.
''Siamo il futuro’' ci è stato detto. Scugnizzi siamo noi, di una
città sempre più smarrita, ora è
arrivato il turno nostro di riprenderla in nostro possesso e
renderla più vittoriosa che mai.
Non mancate al prossimo appuntamento del 7 Novembre nel
teatro del Convitto, con ulteriori
testimonianze e approfondimenti a riguardo.
Giusy Carleo
“Un proverbio italiano
dice: – Vedi Napoli e poi
muori!, ma io dico: – Vedi
Napoli e vivi – perché c'è
molto qui degno di essere
vissuto.”
-Arthur John Strutt
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La legge, uguale per tutti?
“Tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono eguali
dinanzi alla legge" così recita
il terzo articolo della Costituzione Italiana. Esso, insieme
ad altri 11 articoli, fa parte
di una sezione detta "dei
principi fondamentali". Da
cosa deriva questo nome? Come probabilmente saprete, la
Costituzione fu scritta nel
1947 alla fine della Seconda
Guerra Mondiale, dopo la caduta del fascismo in Italia.
Lo scopo primo di questo articolo era quello di impedire
che la neonata repubblica potesse ricadere nella dittatura. La Costituzione, dunque,
delinea il nostro assetto democratico e per questo i suoi
principi sono, o meglio dovrebbero essere, sacri. Perché usare il condizionale?
Be’, ultimamente leggendo i
giornali si potrebbe pensare
che tali principi abbiano perso d’importanza; si potrebbe
diffondere l'idea che alcuni
cittadini siano "più uguali
degli altri" dinanzi alla legge
ed, in particolare, le persone
al potere. Pensate forse che
un normale cittadino, una
volta condannato, arrivi ad
accusare la magistratura di
essere complice in un complotto contro di lui? La presunzione d'innocenza ė sicuramente un principio basilare della democrazia, in base
al quale nessuno ė colpevole
fino a condanna definitiva in
cassazione, tuttavia essa presuppone che una volta emessa la sentenza il condannato
si arrenda e riconosca la sua
colpa e invece no! In Italia la
condanna sembra essere più
il parere di un paio di giudici
che l'applicazione di una legge; in base a questo principio, il condannato ha il diritto, anzi no, il dovere di trovare mille scuse per evitare la
condanna. In Italia una persona del genere può arrivare
a ricattare un governo (e
dunque un intero paese) pur
di non ammettere di aver
commesso un reato. In un
qualsiasi stato di diritto questa persona sarebbe subito
divenuta "incandidabile”.
Anno III - Numero I
Tale termine deriva dal latino. Al tempo dei romani, infatti, tutti i candidati dovevano indossare una veste bianca (chiamata candida, da cui
il loro nome) per simboleggiare la loro assenza di colpe, in
quanto solo una persona del
tutto onesta poteva ambire a
rappresentare un popolo.
Nell'Italia di oggi sembra vigere il principio opposto, leggendo le statistiche sembra
che gli italiani possano essere rappresentati solo da criminali. Ė tanto chiedere che i
nostri rappresentanti siano
persone oneste? Ė tanto chiedere che i nostri parlamenta-
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“Giustizia non esiste là
ove non vi è libertà.”
- Luigi Einaudi
ri curino gli interessi della
nazione prima dei loro? Ė
tanto chiedere che la legge
sia realmente uguale per tutti? Io, al contrario di molti,
nutro ancora fiducia nelle nostre istituzioni, nutro ancora
fiducia nel fatto per il quale,
nel momento in cui ogni de-
putato e senatore si troverà a
dover scegliere tra la giustizia e la sua poltrona, sceglierà la prima, per onorare il
popolo che rappresenta, per
onorare la repubblica italiana e coloro che hanno donato
la vita per ottenerla, coloro
che prima di noi hanno combattuto per avere un'Italia
democratica, un'Italia dove
la giustizia fosse una realtà e
non una parola priva di senso.
Fabrizio Gentile
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Under Pressure
Perché “Under Pressure” ?
A noi di Kaos è venuto in
mente questo nome pensando
alla celebre canzone omonima, cantata dai Queen insieme con David Bowie, pubblicata nell’ album “Hot Space”
del 1982.
“Under Pressure” è però anche un termine inglese, che
significa “sotto pressione” e
richiama quindi alla mente
la pressione applicata sulla
carta nel processo di stampa:
“press” infatti in italiano significa “stampa”. Tra gli altri
significati vi potrebbe essere
anche la pressione continua a
cui siamo sottoposti noi studenti.
tà, consigli e quant’altro.
Auguro a tutti una piacevole
fruizione della rubrica
“Under Pressure”,che possa
essere un modo per ridurre la
“pressione”.
Riccardo Cama
Mattia Orlando
Ciò che la rubrica si propone
è di spaziare attraverso i generi, con recensioni, curiosi-
Lose yourself to dance
"Random Access Memories",
l'ultimo lavoro del duo francese Daft Punk, è un album
ricco di pezzi interessanti e
degni del loro grande ritorno.
Analizziamolo traccia per
traccia:
"Give Life Back to Music"; la
prima traccia dell'album è
perfetta come introduzione a
questo disco che punta a fondere elettronico e acustico,
perché, fondamentalmente,
garantisce un ingresso di forte impatto, nonostante sia di
livello inferiore al resto del
disco.
"The Game of Love" è, invece,
una canzone più efficace, per-
“La musica è la
connessione tra la tua
anima e l’infinito”
-Anonimo
ché cantata dagli stessi Daft
Punk, sebbene il suono sia
distorto con i sintetizzatori.
In ogni caso, la voce risulta
ricca di espressività, pur essendo robotica. La traccia che
ha un ritmo più lento e, perciò è diversa da quelle a cui
siamo abituati, tratta di intelligenza artificiale.
"Giorgio By Moroder" ha un
inizio ed uno sviluppo particolari, perché si tratta di una
narrazione della vita e del
percorso di Moroder fino alla
sua fondamentale innovazione nel mondo della musica
elettronica: Il click. Quest'ode ad una figura così importante della musica elettronica è una delle tracce migliori
dell'album, grazie alla base
che si fonde perfettamente
con la voce del
"Protagonista".
"Within" è la definizione di
raffinatezza nel genere elettronico. La traccia tende ad
Anno III - Numero I
invertire l'utilizzo della voce
e della musica, come tipico di
questo campo: La voce è completamente elettronica, mentre la base è acustica.
Un genere simile si riscontra
anche in un altro successo
dei Daft Punk: "Around The
World", nel quale le parole
sono ripetitive e danno solo il
ritmo, mentre la base è complessa e articolata. Questa
traccia, in ogni caso, è una
delle più belle dell'album.
"Instant Crush" è una delle
nostre canzoni preferite
dell'album. Voce e base hanno una fusione cosi perfetta
che per amanti del genere
non è semplicemente fantastica, ma qualcosa che ti fa
venire voglia di ballare e contemporaneamente di piangere per il testo che tratta di
un'amore perduto. Assolutamente da ascoltare.
"Lose Yourself to Dance" è
un'altra perla del disco. Traccia dal genere misto tra il disco ed il funk, è nata appositamente per il desiderio del
gruppo di creare musica
dance con batteristi "dal vivo". Il duo voleva creare, con
questa canzone, una sorta di
connessione tra la pista da
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ballo e le persone che si trovano in vicinanza. Obbiettivo
certamente centrato in pieno,
sentire per credere.
"Touch" è una traccia dal gusto colorato e quasi psichedelico. Testo ricco e base articolata, un vero trionfo musicale. Il genio di questi artisti
viene messo in risalto soprattutto nell'eseguire le canzoni,
magari, meno "Innovative".
"Get Lucky", il singolo dell'album, sicuramente lo avrete
ascoltato, dato che MTV lo
inseriva ovunque, quasi come
Miley Cyrus e la sua lingua.
Si tratta di una traccia orecchiabile, anche se ce ne sono
sicuramente di migliori.
"Beyond" punta molto sul testo che ricorda a tutti di vivere la vita guardando al futuro, coscienti del passato. Base lenta, ma molto piacevole.
"Motherboard" rappresenta
un po' un ritorno alle origini.
Niente testo, traccia pulita e
dalla firma a caratteri cubitali.
"Fragments of Time", a differenza della traccia di prima,
ha un bel testo ed è ritmata e
molto più acustica; perfetta
per questo progetto di fusione musicale.
"Doin' It Right" è soprattutto
elettronica; definita da molti
come la migliore dell'album,
anche se non è confrontabile
con gli altri successi del duo.
"Contact" è una ottima chiusura; ti lascia la voglia di
sentire il prossimo disco, anche se non proprio in tema
con la musicalità acustica
presente nel resto dell'album.
Questa è la mia opinione su
ogni traccia del disco; vi consiglio, però, di farvene una
vostra opinione, ascoltando
di persona l'ultimo album di
questo fantastico duo !
Alessandra Iacovelli
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A volte
Il tanto atteso album di sir
Paul McCartney “New” è finalmente in vendita il 14 Ottobre. E’ stato lo stesso baronetto ad annunciarlo in occasione della presentazione del
suo omonimo singolo prodotto da Mark Ronson. Dunque,
dopo sei anni di attesa, questo brano fornisce un chiaro
indizio su come sia il nuovo
album di McCartney. Questo
album contiene esclusivamente materiale inedito; infatti, si tratta di 12 brani elaborati da Paul insieme ad un
nuovo team di collaboratori:
vi è, oltretutto, la collaborazione con nomi importanti,
come Ethan Johns, Paul Epworth e Giles Martin, figlio
dello storico produttore dei
Beatles, George Martin. Ulti-
ritornano
mamente è stata diffusa la
tracklist di “New”; si tratta
di tutte tracce inedite - eccezion fatta per il cover album
con due soli inediti “Kisses
on the bottom”, dello scorso
anno, e “Memory almost full”
del 2007. Le modalità di pubblicazione dell’album sono:
oltre a quella in formato digitale, ci sarà sia quella in CD
che quella in vinile.
Le tracce di “New”:
1.“Save us”
2.“Alligator”
3."On my way”
4.“Queenie eye”
5.“Early days”
6.“New”
7.“Appreciate”
8.“Everybody out there”
9. “Hosanna”
10.“I can bet”
11.“Looking at her”
12.“Road”
13. “Scared”
14.“Secret life of a party girl”
“If I were dead, I'd be the
last to know.”
- Sir Paul McCartney
Carlotta Pietrafesa
Anno III - Numero I
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Una foto per ricordare
Il Convitto dice stop al biocidio, Francesco Palmese
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Chi li ha visti?
Questa è la rubrica dei film, dedicata agli appassionati del cinema e delle serie televisive o
semplicemente a chi vuole una dritta su cosa vedere la sera. Ovviamente il titolo fa eco al famoso programma televisivo.
Skins:
sometimes l pretend to be normal
Skins: il fenomeno di massa,
di cui tutti i giovani parlano.
Ma che cos’è in realtà, skins?
Ideata dagli scrittori padre e
figlio Jamie Brittain e Bryan
Elsley, Skins è una serie TV
britannica uscita nel
2007,trasmessa da ‘E4’ in Inghilterra e, nel nostro paese,
da MTV Italia e Jimmy .
Tratta delle vicende di un
gruppo di giovani dai 16 ai
18 anni che vivono gli ultimi
due anni delle scuole superiori, tra problemi familiari,
mentali, patologici, droghe,
sesso, fumo e spesso anche
morte. I fatti sono sempre
narrati in modo crudo e realistico, quasi cruento in alcuni
punti. Il cast di attori, quasi
sempre esordienti o, comunque, giovanissimi, viene rinnovato ogni due stagioni, per
questo motivo nelle sei sta-
gioni di skins (con la ‘s’ minuscola, come ci suggerisce il
logo) sono presenti 3 generazioni di attori. C’è, però, una
settima stagione di skins
(Pure, Fire, Rise) che tratta
le vicende di tre personaggi
in particolare: Effy, Cassie e
Cook. Il nome della serie è
un riferimento
all’espressione gergale britannica per la carta sottile
utilizzata per fumare.
Dall’organizzatissimo Tony
(Nicholas Hoult), alla fragile
e dolcissima Cassie (Hannah
Murray),passando per
l’irrequieto Cook fino alla
confusa Frankie (Dakota
Blue Richards), in ogni puntata skins ci trasporterà per
quarantacinque minuti in un
mondo così reale e vicino a
noi da riuscire a trattenerci
attaccati allo schermo fino
alla fine della stagione. In
quale dei personaggi ritrovate voi stessi? Quante volte vi
troverete a dire ‘Woah, questo è capitato anche a me!
Insomma, skins è davvero un
dilemma per chi non può capirci, parliamoci chiaro. E
cosa c’è di meglio di un qualcosa in cui possiamo rispecchiarci? Cosa dire, allora, di
questa ‘pelli’? Correte a casa
e aprite subito Youtube, non
perdetevi questo meraviglioso groviglio di emozioni che è
skins, e vedrete che non ve
ne pentirete!
Rainer Monaco
Anno III - Numero I
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The fire is catching
Catching Fire è il sequel del
successo cinematografico
Hunger Games. Il primo film
non è stato all'altezza delle
nostre aspettative (avendo
letto il libro), ma siamo lo
stesso ansiosi di vedere il secondo. Basandosi sul romanzo, la prima parte non dovrebbe ricca di colpi di scena,
ma si sente il disagio di Katniss nella sua nuova vita da
vincitrice; ciò priva il suo migliore amico, Gale, ed il suo
"finto fidanzato" Peeta delle
sue attenzioni e del suo affetto. Il tempo scorre e, come
ogni anno, anche Katniss e
Peeta, in quanto vincitori
dell'ultima edizione dei giochi, devono affrontare, come
mentori, il crudele "tour della
vittoria", un giro per tutti i
distretti di Panem in cui vincitori degli Hunger Games
devono sfilare davanti alle
persone che in quei giochi
hanno perso un figlio, un fratello o un amico caro. Verso
la metà del romanzo, c'è il
primo VERO colpo di scena:
Arena differente, Giochi differenti e tutti i vincitori ancora in vita a competere. Nel
corso della competizione piena di colpi di scena, prove da
superare e la speranza di sopravvivere, scoppia una rivolta nei distretti e gli Hunger Games saranno destinati
a non essere mai più gli stessi. Secondo noi, questo è il
più bello tra i tre romanzi
della Collins, e la nostra speranza è che il film sia all'altezza del libro a cui è ispirato. Notevole è il fantastico
cast che ha lavorato ininterrottamente per realizzare
questo film, nel quale spiccano il premio Oscar Jennifer
Lawrence nel ruolo di Kat-
“And if we burn, you
burn with us!”
niss, Josh Hutcherson nel
ruolo di Peeta, Liam Hemsworth nel ruolo di Gale, e
molti nuovi attori come Sam
Claflin nel ruolo di Finnick.
Nella colonna sonore sono
presenti brani, come "Atlas"
dei Coldplay e "We Remain"
di Christina Aguilera. Tra gli
altri artisti troviamo anche
Lorde, The Lumineers, gli
Imagine Dragons e gli Of
Monsters and Men. Non c'è
più niente da dire per il momento, anzi sì: BUONA VISIONE!
Renata Blasotti
Anna Bellingrath
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The Big Bang Theory
Chuck Lorre e Bill Prady
hanno sicuramente realizzato il loro sogno: ideare una sit
tutta nuova trovando il giusto equilibrio fra originalità e
divertimento. The big bang
theory ha fatto dello humor
intelligente la sua cifra stilistica. Tra citazioni trasversali e battute sagaci i 22 minuti
ad episodio scivolano via veloci. Una comicità fresca, irriverente, mai volgare che si è
saputa rinnovare sempre, fino alla settima edizione e
promette di non deluderci
neanche in futuro. Quattro
simpatici cervelloni, Leonard, Sheldon, Raj e Howard
ci accompagnano alla scoperta dell’universo nerd. Fisici e
ricercatori all’università di
Pasadena (California), la loro
vita si svolge noiosamente
tra giochi di ruolo e collezioni
di fumetti, fino a quando
Penny (Kaley Cuoco), una
bellissima e capricciosa vicina non irrompe nelle loro esistenze. La diversa caratterizzazione dei personaggi e la
contrapposizione dei loro
mondi sfocia sempre in situazioni esilaranti. Vero protagonista di questa sit è Shel-
don Cooper, interpretato da
uno straordinario Jim Parsons. Nerd senza vergognarsene, logorroico, arrogante,
sociopatico, fiero di quello
che è e che rappresenta , orgogliosamente antipatico.
Più tranquillo invece è Leonard Hofstadter (Johnny Galecki) timido e insicuro fisico
sperimentale, che nel tentativo di conquistare Penny ci
darà spesso esilaranti lezioni
sul come dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato.
Howard e Raj sono invece i
migliori amici dei protagonisti: un ebreo convinto latin
lover e un indiano che detesta la cucina indiana, talmente timido da non riuscire
a parlare ad una donna se
non dopo il rassicurante apporto di una sostanziosa dose
di alcool. I caratteri marcati
dei personaggi tuttavia non li
rendono mai né finti, né grotteschi, anzi li sdoganano e li
trasformano sapientemente
da sfigati in simpatici cervelloni. Complici di questa operazione sono di certo le interpretazioni ineccepibili dei
cinque attori.
Neanche la location quasi unica e la mancanza di esterni
riescono a levare smalto e
ritmo a questa sit. The big
bang theory appassiona, diverte ma soprattutto stravolge il punto di vista dello spettatore riconsiderando con occhi bonariamente ironici, una
figura che da sempre è stata
“snobbata”: il nerd. I due autori hanno conquistato il
pubblico mondiale con un divertimento pulito, una comicità ricercata, fatta spesso di
citazioni colte. Non ci vuole
un genio della fisica per capire l’entusiasmo della Warner
Bros che si dice prontissima
a girare ancora per garantire
un divertimento al quale non
si può rinunciare.
Simone Illiano
Anno III - Numero I
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I nostri artisti
Nicoletta Risi
Continua nella rubrica di scienze
(Coglietene l’ironia) Alessandra De Matteo
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Shakespeare & Company
"Shakespeare & Company".
Quale miglior titolo, per una
rubrica di libri, del nome di
uno dei più grandi autori della storia? Nessuno! Ed è per
questo che lo abbiamo scelto.
Un tributo ad un grandissimo autore e ad una delle più
belle librerie di Parigi, la
"cité de l'amour", che tra i
suoi musei e le sue cattedrali
trova lo spazio per un umile
negozio, piccolo e allo stesso
tempo incantevole. E proprio
come lì sono raccolti libri di
tutti i generi, così in questa
rubrica troverete recensioni
di libri che vanno dal classico
al fantasy, dal romanzo d'amore al thriller mozzafiato e molti altri ancora.
Dopo questa premessa, non
posso che augurarvi una piacevole lettura.
Renata Blasotti
Il seggio vacante
“Un affresco impietoso, amaramente divertente, della società contemporanea dominata dal classicismo... una commedia morale dei nostri tempi”.
semplici famiglie inglesi con
tutte le loro problematiche.
Si tratta del primo libro della
scrittrice non collegato alla
saga di Harry Potter, dalla
quale si differenza per il registro, tipico di un romanzo per
Così definisce il Daily
Express l'ultimo libro di J.K adulti. Il romanzo tratta le
vicende di una piccola cittaRowling: "il seggio vacante"
dina inglese Pagford, dove il
uscito il 27 settembre 2012
consigliere comunale Barry
nel Regno Unito. E' un libro
al quale non si può rimanere Fairbrother viene a mancare,
indifferenti e grazie al quale lasciando il suo seggio vacante. Vengono aperte le eleziotutte le emozioni, dalla più
profonda alla più superficia- ni; in corsa al posto, ci sono
le, vengono esplorate. Questo tre candidati molto diversi
tra loro che, attraverso le lolibro rappresenta la società
di oggi attraverso le storie di ro vicende e attraverso quelle
delle loro famiglie, danno la
realizzazione a quello che è il
vero obbiettivo dell'autrice:
descrivere attraverso i personaggi la società di oggi e tutte le difficoltà odierne. Infine, si può dire che si tratta di
un libro molto piacevole adatto a tutti i tipi di età.
Caterina Di Capua
“Il tempo per leggere, come
il tempo per amare, dilata il
tempo per vivere.”
- Daniel Pennac
Anno III - Numero I
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Il palazzo della mezzanotte
Ben è un orfano del St Patrick's, sta per compiere sedici anni ed il giorno in cui dovrà abbandonare l'orfanotrofio si avvicina. Come lui, infatti, tutti i membri della
Chowbar Society dovranno
lasciare l'istituto perché ormai diventati adulti. I sette
membri di questa società segreta, nata all'interno di un
vecchio palazzo abbandonato
di Calcutta (il Palazzo della
Mezzanotte) e cresciuta tra le
mura del St Patrick's, si riuniscono nel loro "quartier generale" per festeggiare l'ultima notte. Ma un'ultima avventura li aspetta. Tutti insieme dovranno scoprire il
mistero dell'oscuro passato di
Ben. Sono in corso i festeggiamenti dell'ultima notte
quando i sette ragazzi incontrano Sheere, una bellissima
ragazza con la quale decidono di condividere il segreto
del loro gruppo. Ma nessuno
dei ragazzi sa che Sheere è la
sorella gemella di Ben, e che,
da quel momento una serie di
strani e pericolosi eventi, travolgerà il loro destino. Qualcuno o qualcosa è sulle tracce
dei due gemelli, ma per sape-
re contro cosa stanno lottando, i ragazzi dovranno scoprire cosa è accaduto a Calcutta
la notte di sedici anni prima.
Scritto prima de “L’Ombra
del Vento”, il romanzo che ha
reso Carlos Ruiz Zafòn famoso in tutto il mondo, “Il Palazzo della Mezzanotte” fa
parte della “Trilogia della
Nebbia”, una collana che
comprende i primi tre libri
scritti da questo: “Il Principe
della Nebbia”, “Il Palazzo
della Mezzanotte” e “Las Luces de Septiembre” che non è
ancora stato pubblicato in
Italia. Questo romanzo, inizialmente classificato “per
ragazzi”, è stato scritto nel
1994, e vanta già le caratteristiche che hanno reso lo scrittore famoso in tutto il mondo:
un’ambientazione affascinante e misteriosa, una trama
che si traccia poco a poco e
una buona dose di colpi di
scena che alimentano la storia e la conducono verso finali inaspettati. Il romanzo è
avvincente e ricco di quella
magia che ha reso famoso lo
scrittore spagnolo negli anni
a venire. Ne consiglio la lettura perché è un libro affascinante e semplice da leggere, che trasporta il lettore in
una realtà distante dalla nostra, raccontando episodi che
si alternano tra il reale e
l’immaginario.
Renata Blasotti
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You can leave your hat on
Teen Idle
Svegliatevi. Preparatevi.
Scendete di casa e guardatevi intorno. No, non state ancora dormendo e non ci vedete doppio, né triplo, né quadruplo: è tutto
vero. I
"teenager" che
vedete sono vestiti tutti allo
stesso, identico
modo, e per
giunta, con un
pessimo gusto.
Sempre più ragazze si svegliano la mattina
con l'obbiettivo di sembrare
evidenziatori fin troppo cresciuti, e sempre più ragazzi,
invece di bere birra, ne fanno
uso come prodotto per capelli, convinti di fare tendenza.
Ed è di questo che parleremo
nei prossimi articoli: nel seguente, in particolar modo, ci
occuperemo delle ragazze.
"Animalier" e "camouflage"
sono le fantasie che fanno più
tendenza; applicate su scarpe, borse, abiti, sciarpe, cinture... spesso usate tutte insieme, creando outfit buffi e
originali… se vivi nella foresta. Frequente è l'episodio di
nostalgiche vecchiette che,
allarmate, si chiedono se la
guerra non sia già finita da
un pezzo. Anche il "fluo" è
una tonalità di tendenza,e,
come se non fosse già un allegrissimo e coloratissimo pugno nell'occhio usato singolarmente, viene spesso accostato alle fantasie sopracitate. Per mantenere un
look sobrio e discreto, ovviamente, al
tutto si uniscono
"egocentriche" scarpe: abbandonato totalmente lo stiletto
di Manolo, le suole
delle scarpe prendono dimensioni da record, stracopiate dal celebre
Jeffrey Campbell, spesso arricchite con dettagli come
borchie, glitter colorati o
qualsiasi cosa che luccichi.
Tuttavia, niente di tutto questo è lontanamente comparabile all'ormai patologica moda dello "chatouche". No, non
si scrive "sciatusc", "scatusc",
"shatush". Si scrive
"chatouche". È come scoprire
che Titti è maschio, vero?
Prima di rovinarvi i capelli,
abbiate almeno la decenza di
sapere come si scrive. Partendo dalle fashion blogger
più celebri (CHIARA NASTI
TVB), questa mania è arrivata fino alla nostra città, diffondendosi a macchia di decolorante a basso costo, letteralmente. Sia chiaro: non abbiamo ASSOLUTAMENTE
nulla contro le ragazze che
decidono di schiarirsi i capelli, anzi, alcune di loro stanno
anche bene! Però, suvvia, è
evitabilissimo farlo quando si
ha un colore di base talmente
scuro da sembrare un Goleador alla Coca Cola che cammina. Insomma: tra perse
testimonial della pubblicità
delle Gocciole, mazze chiodate ambulanti e caramelle
gommose viventi, ce n'è per
tutti i gusti. Cioè, "per tutti i
gusti" se per "tutti" intendiamo quelle -diciamocelo, leggermente squallide- mode
che ormai tutti, o meglio tutte, seguono. Noi, personalmente vi consigliamo di fare
quello che volete, continuando ad essere voi stesse! Ci
sentiamo nel prossimo articolo, in cui parleremo dei ragazzi. Insomma, noi siamo
persone dalla mentalità aperta: pari opportunità per
tutti! Quindi, ci saranno
commenti sui ragazzi come ci
sono stati sulle ragazze. Avete voluto la parità dei diritti?
Conviveteci.
Con amore,
Giuseppe Giglio
Andrea Cennamo
Anno III - Numero I
Pagina 17
Cosa c’è di nuovo?
La moda? Per qualcuno significa semplicemente abbinare colori che stanno bene
insieme, per altri è indossare
la prima cosa che si trova la
mattina nell’armadio, insomma la situazione è sempre
più confusa. Moda significa
essere consapevoli di ciò che
si sta indossando; la moda è
uno stile di vita. Dal 18 al 23
settembre si è svolta la Milano Fashion Week, dove hanno sfilato in passerella accanto ai grandi nomi che hanno
reso famoso il Made in Italy
come Gucci, Prada, Roberto
Cavalli, Dolce & Gabbana,
“La moda passa, lo stile
resta.”
- Coco Chanel
Versace, Giorgio Armani, anche le collezioni di giovani
stilisti. La moda
dell'Autunno/Inverno 20132014 è fondata su otto tendenze: dal bianco candido, al
metallizzato, passando per i
mix di stampe e volumi. Puntiamo un attimo la nostra attenzione sui revival, infatti,
questa stagione vede, come
protagonista, gli anni '60: focus sui pattern che richiamano la carta da parati usata in
quegli anni, indossati per
creare un patch-work di cromie; si rivive il cappotto color
cammello e ritorna il bijoux
americano, chiaro accenno
alla filosofia della Pop Art;
ritorna anche la pelle, non
solo per gli accessori, ma anche per vestire la donna, in
stile goth, con pelle nera. I
must saranno il rosso fuoco
ed il noir rapiti dagli anni
’40; altro colore protagonista
sarà il blu elettrico per abiti
sensuali, ma geometrici ed
essenziali. Ancora in voga il
look total white minimale e
compatto, in contrapposizione con la silhouette bon ton
nei toni del nero. I dettagli
cult sono colorati con sfumature prugna, lilla e viola ametista. Le applicazioni sono
ricche e barocche e tra le tendenze più affascinanti troviamo lo stile dandy che richiede un'attenta ricerca dell'eleganza e della perfezione, attraverso la scelta del dettaglio. Capo cult per il dandy
della stagione Autunno/
Inverno 2012-13 è il trench
in lana lavorata di Céline.
Quello che farà la differenza
sarà, però, il gusto del
“grottesco” nel suo più intimo
significato: accessori ricchi di
applicazioni e gli stravaganti
accostamenti di colori o texture tattili differenti determineranno con libertà il gusto e lo stile della prossima
stagione. Per il maquillage,
sono i due i filoni di tendenza: sopracciglia protagoniste
che incorniciano il viso e pelle rigorosamente opaca. Le
labbra sono o nude o scure,
principalmente sui toni del
viola e del bordeaux. Il
makeup occhi invece torna
sui metallizzati anni '90 e
anche sui finish lucidi che
erano di tendenza qualche
anno fa. Torna anche lo smokey, così come la semplicità
di eyeliner neri che creano
occhi da gatta seducente e
labbra rosso fuoco da vera e
propria conquistatrice. E se
non amate il trucco "strong",
potete optare per il nude, con
una buona dose di mascara,
meglio se volumizzante.
Antonio Izzo
Pagina 18
kaos
quark
Sogni: quando la mente inganna se stessa…
Sogni; un argomento occulto,
per il quale l’uomo vorrebbe
trovare una spiegazione razionale da ormai molti secoli.
Sogni come previsione del
futuro, interpretati in base
ad un codice di segni e ad antiche credenze popolari. Ma
come definire esattamente
questa sorta di fenomeni paranormali e inspiegabili entro i confini delle neuroscienze? Il sogno può essere considerato talvolta come illusione, talvolta come allucinazione ad occhi chiusi. Si presenta sotto forma di illusione nel
momento in cui, nello stato di
sonno, si è soggetti a stimoli
esterni, perlopiù casuali, che
nel sogno vengono rielaborati
e percepiti dal cervello in maniera errata. Ogni rumore,
sensazione tattile, olfattiva o
semplicemente una variazione luminosa proveniente
dall'esterno, può dare vita ad
un rappresentazione onirica
differente. E così ci capiterà
di sognare di precipitare da
un burrone a causa di un
cambiamento di posizione, il
cigolio della porta diventerà
un'irruzione di rapinatori, un
temporale l'inizio di una battaglia e così via. Si tratta in-
vece di allucinazione nel momento in cui la rappresentazione onirica è determinata
da stimoli interni, ovvero
senza che i nostri sensi interagiscano con la realtà, con il
“Siamo fatti della stessa
sostanza dei sogni.”
- William Shakespeare
mondo esterno. Insomma il
sogno è il prosieguo dell'attività psichica effettuata durante la veglia, ovvero continuiamo ad immaginare e fantasticare proprio come quando siamo svegli, con l'unica
differenza che, durante il
sonno, il nostro cervello riesce ad “autoingannarsi” facendo passare tale attività
psichica per esperienza reale.
Dunque per quale motivo il
sogno riesce ad “ingannarci”
mentre, durante la veglia – a
meno che, ovviamente, non
siamo affetti da schizofrenia
o disturbi psicotici vari- la
nostra psiche si accorge di
star semplicemente fantasticando? Partiamo dal presupposto che, durante il sogno
immaginiamo tramite immagini e forti stimoli sensoriali,
mentre, durante la veglia,
tendiamo ad immaginare tramite concetti e siamo quasi
totalmente incapaci di figurarci immagini nitide o addirittura provare sensazioni.
Inoltre, durante la veglia abbiamo il continuo confronto e
contatto con la realtà, mentre, nel sogno, non possiamo
confrontare il mondo onirico
con quello reale, per cui crederemo unicamente alla nostra allucinazione o illusione.
Un altro motivo per cui abbiamo “fede” nel mondo onirico è proprio poiché esso può
fornirci delle “prove sensoriali”. Potremo infatti toccare il
fiore che ci siamo figurati nel
sogno, o addirittura apprezzarne il profumo. E magari,
stando a tali conclusioni, potremmo un giorno scoprire
che per assurdo tutto ciò che
noi definiamo realtà, vita,
non è altro che il frutto di un
lunghissimo, realistico sogno.
Chiara Nappi
Anno III - Numero I
Pagina 19
“Ma poi, chissà la gente che ne sa…”
“Ma poi, chissà la gente che
ne sa, dei suoi pensieri sul
cuscino che ne sa, della sua
luna in fondo al pozzo che ne
sa, dei suoi pensieri e del suo
mondo.” Questo il ritornello
di una vecchia canzone di
Francesco de Gregori, risalente al 1973, ma ancora attuale. “Il ragazzo” è un pezzo
riguardante appunto un ragazzo autistico, che, agli occhi degli altri, viene visto unicamente, come una persona chiusa; ad un certo punto
viene usato addirittura il termine cattiveria, ma, in realtà, questo ragazzo vive semplicemente in un mondo un
po’ diverso e distante da
quello che tutti vedono. Questo è effettivamente il concetto di autismo, chiamato originariamente sindrome di Kanner, che vede l’indebolimento
delle capacità di integrazione
sociale e di comunicazione.
Tuttavia, questo disturbo
porta paradossalmente anche
benefici, come ad esempio una grande capacità di utilizzo
della memoria. Ma quali sono, effettivamente, le cause
di queste caratteristiche comportamentali così particolari?
Neurologicamente parlando,
è possibile associare particolari caratteristiche a dei com-
portamenti notando differenze, tra soggetti autistici e
non, nelle connessioni tra
neuroni in specifiche aree cerebrali come la corteccia uditiva, variazioni nella grandezza e nella simmetria dei
due emisferi cerebrali, nel
sistema dei neuroni a specchio. Non a caso, le persone
affette da autismo hanno
spesso un super udito e un
diverso modo di organizzazione dei pensieri, caratteristiche le cui cause sono le prime
due delle anormalità sopra
elencate. Ma di cosa sono responsabili invece i neuroni a
specchio? Il sistema dei neuroni a specchio è appunto un
sistema di neuroni che si occupa della capacità
dell’individuo di imitare un
movimento o un atteggiamento, e quindi, in seguito,
di riconoscerlo e reagire come
dovuto. Il diverso funzionamento delle connessioni tra
neuroni in questo sistema
provoca quello che è il disagio principale di un soggetto
autistico, la quasi totale
mancanza di empatia e quindi una serie di disagi sociali e
talvolta anche una limitata
capacità di apprensione, che
provoca a sua volta deficit
comunicativo. Gli stessi sin-
tomi generali, anche non così
evidenti, li possiamo trovare
anche nella sindrome di Asperger, comunemente considerata una forma dello spettro autistico, l’unica tra le
sindromi imparentate con
l’autismo a non essere considerata una vera e propria patologia. Essa, infatti, come
l’autismo ha i suoi lati negativi e quelli positivi, tra i più
evidenti c’è quello dell’avere
particolari interessi, inusuali
e soprattutto ristretti, non
utilizzati in campo didattico.
Dato da prendere in considerazione è la quantità di personaggi famosi a cui sono
stati diagnosticati diversi
sintomi dell’autismo - tra i
più rilevanti Ludwig van Beethoven, Albert Einstein,
Wolfgang Amadeus Mozart,
Isaac Newton, Vincent Van
Gogh, Andy Warhol, Woody
Allen, Bob Dylan, Michael
Jackson - tutti passati alla
storia per aver portato innovazioni straordinarie, ognuno
nei rispettivi ambienti. Solo
da questo si può dunque dedurre che l’autismo non sia
l’incapacità di capire ciò che
ci circonda, bensì la capacità
di interpretarlo in maniera
diversa.
Nicoletta Risi
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Anno III - Numero I
Pagina 21
L’angolo della poesia
TRAMONTO
Calato è il sol
seguendo un sempre più
TRAMONTO
insistente arrossar
Osservando io sto
Oh! Che tristezza
il sol che cala
lo bel passar d’un dì…
seguendo un sempre più
Queste e misur altre
insistente arrossar
del suo mantello
anni e secol furon
che sarà riempito di dolci diamanti
ciò mi strabilia
ah, che malinconia!
intanto è tutto corso
…e ancor più pesto fè.
Il mite scorrere di giorni ed anni…
Ma mentre sto parlando
il sole già è calato.
Andrea La Veglia
Pagina 22
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La Fenice
Piove...
La solita strada; da anni ormai la percorro; lurida e poco
luminosa: da sempre sovrastata e oscurata da palazzoni
troppo alti, perché uno spiraglio di luce possa arrivare a
infondere calore alla gente
che vi passa.
tata dal canto degli usignoli.
Piove, fa freddo...
All'improvviso dalla coperta
di fitte nuvole si apre uno
spiraglio e un esile raggio di
luce va a infrangersi contro
un corpo diafano; ne esce
frammentato in un'esplosione di luce e colori; talmente
luminosa che non riesco a capire di cosa si tratta, in realtà, quella bellissima stella.
Mi ricordo improvvisamente
che sono in ritardo per il lavoro: il capo è spaventosamente rigido.
Incomincio a correre; un percorso infinito; il sole comincia
stranamente a scomparire,
cedendo alle tenebre, pian
piano, questo angolo dimenticato dal mondo; corro sempre
più veloce nella speranza di
arrivare prima al grigio ed
imponente palazzo dove lavoro; più mi affretto, però, più
mi sembra che l'edificio dalle
finestre opache e sporche sia
lontano; più mi affretto, più
sono stanco; non ce la faccio
più; mi fermo.
Piove, fa freddo, il vento è
sottile e tagliente...
Una volta che i miei occhi si
sono abituati a quel bagliore,
riesco finalmente a distinguere una gelida figura, è una fenice! Una bellissima
scultura di ghiaccio; degli uomini la stanno portando dentro un lugubre magazzino; è
il magazzino dove vengono
depositate le opere d'arte che
devono essere messe in mostra nell'edificio, unito a questo, che si affaccia dall'altra
parte della strada, quella luminosa, con palazzi color pastello e continuamente allie-
Piove...
L'oscurità mi ha travolto e
non riesco più a vedere nulla:
sarò diventato cieco o, magari, lo sono sempre stato.
Incomincio a pensare a tutte
le persone che non potrò più
rivedere: la prima, stranamente, è il mio capo; come
farò senza lavoro? La seconda è la mia fidanzata, dov'è?
Cosa starà facendo? Con chi
sarà? non avendo più un lavoro, è difficile che mi accetti
ancora; probabilmente ritornerà dal suo migliore amico,
con il quale passa più tempo
che con me; la terza è quello
che, credo, sia il mio unico e
migliore amico: lavoriamo
spesso insieme e spesso va a
finire che devo fare tutto il
lavoro da solo, perché non sta
bene o ha problemi; a me sta
bene, se non ci si aiuta tra
migliori amici... senza di loro,
sono poco più che cenere.
Piove, fa freddo...
Il buio si è fatto ancora più
intenso; sento degli strani
versi in lontananza: devo essere in quel luogo dove si nascondono gli animali feroci
prima di un agguato, dove i
vampiri aggrediscono le loro
prede, dove le peggiori paure
diventano realtà brutte e violenti; sento gli occhi di mille
esseri su di me: mi guardano
corrodere lentamente. Il silenzio è assordante: posso
sentire il sano che progressivamente mi abbandona.
Piove, fa freddo, il vento è
sottile e tagliente...
All'improvviso si accende una luce gelida; questa evidenzia opacamente la spessa
foschia pallida nella quale mi
trovo; è talmente spessa che
non riesco a vedere né dove
vado, né su cosa cammino;
forse l'inferno è fatto così; infestato dai sibili continui e
agghiaccianti di serpenti e di
lingue di demoni, tetre svioli-
Anno III - Numero I
Pagina 23
nate...
Comincio a camminare senza
meta, l'importante è allontanarsi da questi versi languidi
e orribili.
Continuo a camminare,
quando scorgo un cartello arrugginito, uno di quelli con
sopra scritto "senso unico";
decido di seguire quella direzione...
Tutto comincia a prendere
forma, fuori dalla finestra
posso vedere la strada della
mostra, quella luminosa, con
la pasticceria, tanti alberi,
cespugli, fiori e bambini con i
genitori entusiasti.
Provo una piacevole sensazione ora, deve essere la consapevolezza; la consapevolezza di dover demolire tutti
Dopo un po' scorgo un barlu- quei palazzoni che oscuravano il vicolo, di dire basta alla
me di luce; più vado avanti,
più le paure si fanno lontane: sudditanza, agli amori di
convenienza ed alle amicizie
è arrivato il momento di ricon scopi ben diversi da quelsorgere!
lo della solidarietà reciproca;
finalmente il sole può illumi-
nare la mia di strada...
Penso di andare a vedere la
mostra per poter di nuovo
ammirare quella stupenda
fenice di ghiaccio; per vedere,
se era reale, ma all'improvviso, non ne sento più il bisogno; mi guardo in giro...
C'è il sole, fa caldo e la brezza è piacevole.
Vittorio Cama
Come Rondini a Primavera
"Muoviti idiota!" Henry si
destò e solo dopo un po' riuscí
a identificare la figura che,
con un ruggito, l'aveva riportato alla realtà. Era già la
quarta volta che veniva richiamato quella settimana;
non era una settimana qualsiasi... Lui non doveva essere
lì quella settimana, non doveva essere in nessun luogo
che non fosse illuminato dal
suo sorriso. Doveva essere
con lei. Eppure Henry a malincuore si alzò dal letto, si
vestì e seguì il colonnello. Si
trattava di sir James Cohen,
uno stretto collaboratore del
Duca di Wellington e di Gebhard von Blücher, a capo
della coalizione, il cui unico
scopo era quello di distruggere l'egemonia di Napoleone.
Eppure, fino a due anni pri-
ma, Henry non avrebbe mai
pensato di dover andare in
guerra, soprattutto dopo aver
passato quella settimana... Si
ritrovò, all'improvviso, ad essere uno dei 50000 soldati
armati di baionetta della coalizione; non era pronto a sparare, a fare la guerra, non
era pronto a morire soprattutto perché di lei non sapeva quasi niente... non vale la
pena morire senza prima aver toccato con le mani, gli
occhi ed il cuore tutto ciò che
la vita ti può dare. Ci sarebbe andato vicino, se non fosse
arrivata a casa sua una missiva, due anni prima, dove
gli si ordinava l'immediato
arruolamento nell'esercito
inglese: già da tempo si preparava quella campagna per
spodestare Napoleone; ma
dopo tutto quel tempo, ben
poco si era mosso ai piani alti. Era un limpido giorno di
marzo e Henry, mentre preparava la colazione, aveva
visto uno stormo di rondini
provenienti da luoghi più caldi ritornare verso il Mediterraneo: stava arrivando la primavera... ma quella mattina
fuori dalla sua tenda non aveva visto un semplice stormo, ne era sicuro: era uguale
a quello che aveva visto anni
prima all'inizio di quella settimana che avrebbe cambiato
la sua vita per sempre...
Vittorio Cama
Sophia Caso
To be continued...
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La vera storia di J.K. Rowling
Cosa ispirò la Rowling nella
stesura della mitica trama?
Attenendoci alle interviste
sappiamo che tutto cominciò
su un treno da Manchester a
Londra. Ma cosa successe veramente quel giorno del
1990? Proviamo a immaginare le pagine di due diari:
I diario Napoli,5/04/2020
Caro diario di bordo,questo è
il mio primo viaggio nel tempo. Dopo 5 anni di studi, ho
inventato la “time machine”.
Un grande traguardo per la
Scienza! In questi anni di
studio, inoltre, ho inventato
la fibra dell’invisibilità.
Cos’è? È una fibra il cui tessuto rende invisibili. Partendo da questa fibra, ho creato
un mantello per non farmi
vedere nei miei viaggi nel
tempo. Per testare la macchina del tempo e il mantello
sono tornato indietro di circa
30 anni alla stazione di King
Cross a Londra e mi sono recato al treno proveniente da
Manchester dove ho trovato
la signora Joanne Rowling,
l’autrice di Harry Potter,
mentre scendeva dal treno. È
da quando ero ragazzo che
sognavo di farlo: osservare il
momento che ha ispirato la
famosa saga. Cosa la ispirò?
Grazie al mio mantello l’ho
pedinata e l’ho vista sedere
su una panchina, mentre
prendeva un block notes e ci
scriveva degli appunti. Non
ricordo bene che c’era scritto,
ricordo solo che c’erano parole come: a little orphan…identity cri-
sis…tournament … three
schools …wicked men… Mi
stavo avvicinando per vedere
meglio che c’era scritto,
quando è accaduto
l’imprevisto: sono inciampato, il mantello mi è scivolato
di dosso e lei mi ha visto: aaaaah Chi sei? Ttttttu sei
apparso dadadada .. da …
dal nulla!-esclamò terrorizzata, poi sopraggiunse: -Da dove vieni? Cosa vuoi?- “Vengo
dal futuro”- gli risposi
d’istinto. Riprese fiato, poi
rispose: “Non prendermi in
giro… come saresti venuto
qui, nel passato?” “Con questo!”-gli ho detto indicando il
telecomando della macchina
del tempo che avevo appeso
al collo “Certo, certo… e quel
coso argentato cos’è?”(si riferiva al mantello
dell’invisibilità che luccicava). “Un mantello che rende
invisibili” -risposi. Rimase
sorpresa.
“Non è un granché… è una
gran scocciatura … innanzitutto non ti vedi, poi devi stare attento a non pestare i
piedi agli altri e a non urtarli…” “Forse, se rendesse, oltre che invisibili, anche immateriali…”- fantasticò lei “E
se rendesse invisibili anche
alla morte?”- dissi con ironia
–“umpf! Con tutto quello che
ci ho messo a fare SOLO questo!” “Però… gran bella invenzione se non usata per
scopi loschi…” “Ma.. non ci
siamo ancora presentati!”-
disse. “Andrew Lloyd”-dissi“ma mi faccio chiamare Andric Marloy che è l’unione
delle prime tre lettere iniziali
del mio nome” (Andrew, Richard Marius Loyd) “Bella
trovata…”. In quel momento
afferrai il mantello, premetti
il tasto sul telecomando e
sparii (non volevo complicare
le cose..). Adesso sono qui a
scriverti… continuo a pensare di aver modificato qualcosa nel tempo ma… la saga di
Harry Potter è scritta tale e
quale a prima…boh! Al prossimo viaggio.
Andrew Lloyd
II diario Londra,**/ **/1990
Caro diario, nel mio viaggio
da Manchester a qui ho avuto un idea per 7 romanzi.
All’inizio avevo pensato alla
storia di un ragazzo orfano in
cerca della sua identità (i genitori erano stati uccisi da un
uomo malvagio, come avrebbe scoperto più in là); questo
doveva vivere in una famiglia che non gli stava proprio
a genio; doveva odiare la sua
scuola che doveva essere in
competizione costante con
altre due; chi vinceva nella
competizione, diventava un
eroe. Il ragazzo si chiamava
Harry Potter, come i miei
vecchi vicini. Prima di oggi
ero troppo pessimista, forse
per le difficoltà che ho dovuto
affrontare … avevo smesso di
Anno III - Numero I
esistere … oggi, però, ho incontrato un buffo signore che
sosteneva di viaggiare nel
tempo. Non saprò mai chi
fosse, ma non mi importa: mi
ha fatto ricredere
sull’esistenza della magia.
Così, ho pensato che cambierò registro e darò vita al sogno che avevo da bambina:
scriverò un romanzo fantasy.
Harry Potter sarà un maghetto. Sarà ugualmente orfano e in una famiglia che lo
tratta male, ma troverà rifugio nel mondo magico. Questo signore mi ha dato lo
spunto per molte idee: la prima è quella di aggiungere
alla trama un mantello
dell’invisibilità… un mantello che rende invisibili, magari, anche alla morte; la seconda è quella del nome dello
stregone malvagio: creerò uno pseudonimo, giocando con
le lettere del nome, cosa che
potrei fare anche io un giorno…L’ultima idea che ho avuto è quella di inserire nella
trama una specie di collana
(come quella che aveva questo signore) che fa viaggiare
nel tempo. Vorrei tanto ringraziare quel signore, ma so
soltanto il suo nome… credimi, dopo aver detto il suo nome, si è smaterializzato. Non
so e non mi interessa come
abbia fatto.Spero che l’idea
abbia almeno un briciolo di
successo. Saluti dalla tua
scrittrice Joanne Rowling
P.S. ora mi viene in mente
un ultimo ricordo di
quell’uomo: una cicatrice a
forma di saetta… Ovviamen-
Pagina 25
te non sapremo mai cosa successe veramente quel giorno
del 1990… Questa è solo
un’ipotesi fantastica. Ma
niente ci vieta di farla esistere nella nostra mente… Ah,
l’immaginazione! Quel grande dono che abbiamo tutti,
chi più chi meno e i suoi frutti a volte danno fama e ricchezza. Non è così Joanne?
Anonimo
Attualità
Le due più alte cariche dello Stato chiamate a testimoniare
Il 24 Ottobre, a Palermo, ricominceranno le udienze
del processo riguardante la trattativa Stato-Mafia. A
sorpresa è stato chiamato sul banco dei testimoni il
Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, che sarà interrogato a Roma. I magistrati hanno
motivato questa decisione, esprimendo la necessità di
chiedere al Presidente chiarimenti su una lettera a
lui indirizzata dall’allora Consigliere Giuridico del
Quirinale Loris D’ Ambrosio, morto recentemente per
infarto. Il Ministro di Grazia e Giustizia, Anna Maria
Cancellieri, ha espresso la sua sorpresa, dichiarando
che tale convocazione è alquanto inusuale. Intanto il
Colle si dice pronto ad esaminare i documenti che
“tirano in ballo” il presidente; è stato convocato anche
il Presidente del Senato Pietro Grasso, ex procuratore
antimafia , chiamato a testimoniare sull’andamento
delle indagini sulla trattativa e sul coordinamento investigativo delle procure. Il processo è in corso da parecchio tempo ed è basato sulle dichiarazioni di alcuni
mafiosi che affermano che, in seguito alle stragi del
1992-93, lo Stato abbia cercato di raggiungere un accordo per far cessare gli attentati, in cambio
dell’attenuazione delle misure preventive che prevedevano il carcere per i mafiosi ( cosiddetta legge 41
bis ).
Ciro Savarese
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Top of the Profs
Benoffi:
-Non possiamo certo ricostruire il tempio greco su
S.Aniello! Buttiamo giù il
'600 e poi? Costruiamo Disneyland?
Cocci:
- Mia madre definì il Classico
Europeo un autentico mostro
pedagogico. Mi piacque, quella definizione.
-In fondo, morire è tra le cose
che gli uomini fanno più
spesso. Eheh, prima o poi…È inutile che cercate il passivo del verbo θνεσχω, la morte
non ha il passivo.
- I Romani non avevano la
sensibilità per capire Dioniso… A Roma Bacco ha il ventre gonfio della cirrosi epatica!
- Insomma ragazzi, se
nell'antica Roma un debitore
non pagava i dovuti soldi, il
creditore gli andava vicino e
gli diceva: “ti scuommo di
sangue!”, come si dice a Napoli.
- Dovete passare sul mio cadavere per arrivare in terza
con queste difficoltà.
- Lo sapete che succede agli
alunni che mi sbagliano ancora le cognizioni di base
dell'analisi logica? Mi trasformo in un orco cattivo, vi
porto a casa mia e vi metto
nel pentolone.
- Dobbiamo rimettere in circolo il sangue della cultura.
- Quelli che sbagliano ancora
la regola... si passa alle punizioni corporali… frusta… bastone. Quando ero bambina
la maestra mi dava uno spillone sulla mano.
- (Alunno X) la professoressa
ha detto che è stata anche
molto contenta di rivederla!>
Vabbe’ quello è certo!
Iervolino:
(Alunno X) Prof, è nuova
l’equazione?
> No, è lavata con Perlana.
- Ecco, guardatemi, guardatemi, sono il cretino che ha
ricevuto un’eredità ed è rimasto sempre povero. Voi
così fate, avete un uovo pieno
di diamanti e oro e non li
spendete perché invece di
stare sopra al tavolo stanno
sotto, e voi non li vedete proprio.
(Alunno X) Prof, lei ci manda
alla deriva!
> Ij ve mann’ a n’ata parte…
Laurent:
- Mamm'ro carmn'... come si
dice a Parigi.
- Come si dice ospitalità?>
(Alunno X) “Ospitalité”> Eh
si! Il francese, a lingu' ri
sciem'…
Merone:
- Te ne accorgi quando l’aria
è elettrizzata. È piena di elettroni, sai?
Mingo:
- Allora, qualcuno? Ah, giusto, non ve ne frega niente.
Bene, andiamo avanti.
-“Les bas” sono i calzini! Non
vi inventate che sono i baci, è
‘na cazett’!
- Ragazzi, è stato un piacere,
anche se voi non ve ne siete
accorti.
- Una valanga di compiti?
Facevate l’alberghiero! Bastavano un po’ di tatuaggi, la
camicia un po’ sbottonata, la
croce sul petto con tutti i peli…
- A te rivolgo il mio sguardo
d’olio! Hai presente le oleografie, quei quadri che raffigurano persone così sporche
da far sembrare unta la tela
stessa?
- La parola “borne” nel francese ottocentesco indicava la
pietra miliare, adesso può
indicare un qualunque coso
che serva a qualcosa.
Paoli:
- I pesci, non essendo umani,
non possono trasumanare, al
limite possono traspesciare…
Anno III - Numero I
Alessandra Iacovelli e
Serena Federico
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Prof. Renzetti
Prof.ssa Piccione
1-Cosa l’ha spinta ad insegna- Il piacere di stare con le persore?
ne,almeno all’inizio era così.
Beh,mi piaceva e poi anche il mio corso di
studi era finalizzato all’insegnamento.
2-Ha uno studente modello?
No,no,assolutamente no,non lo avevo prima di incontrare te.
No,non mi piacciono i secchioni,mi sono
antipatici,mi è antipatico il falso.
3-Le piace la cioccolata?
Sì,fondente,quella al latte non la
posso mangiare.
Si,non si vede? Lo puoi vedere ad occhio
nudo,un po’ sì.
4-a che età la prima ragazza/
o?
No comment
Eh,parliamo di secoli,15/16 anni.
Ricordo che mi piaceva una ragazza
in 5 elementare, ma non ci siamo
messi insieme.
5-Cosa ne pensa degli omoses- Cosa ne penso degli omosessuali?
Non penso a loro, a me non interessa.
suali?
Non mi capita di pensarci,sono come L’importante è che non dia fastidio, etero o
tutti gli altri, ne conosco alcuni feli- omosessuale che sia .
ci.
6-Se fosse uno studente,si iscriverebbe al convitto?
Sì.
Non ti posso rispondere,direi di sì, mi sarebbe piaciuto.
7-Ha mai vissuto fuori da Napoli?
Ehm,no,non per tempi così lunghi,
Scozia,boh,no in Scozia.
Beh,sono cresciuta in Italia, Piemonte,
Sicilia, Lazio. Non ho studiato proprio a
Napoli.
8-Tre libri preferiti?
’Il nome della Rosa, L’eternità di
Non libri ,Pirandello,Allende,Hosseini.
Kouder, ma non l’ho letto ed Il Principe di Machiavelli.
9-Cosa porterebbe su un’isola
deserta?
Una Divina Commedia,un martello
ehm,una sedia,sì, una sedia.
10-Qual è stata la vacanza più Tutte le vacanze adolescenziali e
bella ? Perché?
post adolescenziali,dove impari a
conoscere persone e se stessi. La
vacanza più bella è quella che deve
venire.
Una compagnia,un cane,un gatto o entrambi e del sapone sicuramente.
A Lampedusa 22/23 anni.
11-Cosa pensa di lei come insegnante?
Mi arrangio,forse vengo un po’ troppo incontro alle esigenze dei ragazzi,non credo che l’insegnamento sia
distaccato dalla vita.
Io so di non essere pesante ,come nella
vita,mi piace scherzare, ma mi dà fastidio
quando la lezione la si prende come un
gioco. Dovete chiedere ai miei studenti.
12-Cosa la affascina della sua
materia?
Mi affascino quando i ragazzi si affascinano . Quando si affascinano i
ragazzi? I ragazzi sono fondamentalmente affascinati da se stessi.
Tutto.
13-Ha raggiunto i suoi obietti- No,c’è ancora tempo per raggiunger- Non si raggiungono mai quelli finali,ma
vi nella vita?
li,ma mi volete morto?. Ho capisolo gli intermedi.
to,tra un paio di anni mi volete morto.
14-Cosa sognava di fare da
giovane?
Da piccolo piccolo il falegname,lo
sportivo o il calciatore,poi più in là
volevo fare lo scrittore e poi son diventato Professore
Forse, non l’insegnante ma l’archeologa,
ma non mi dispiace.
Kaos
“Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.”
( Dante, Inferno, canto XXVI, vv. 112-120)