Seminario: La partecipazione dei cittadini problema o risorsa?

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Seminario: La partecipazione dei cittadini problema o risorsa?
Commissione Partecipazione
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Commissione
Partecipazione
Seminario: “La partecipazione dei cittadini problema o risorsa?”
Ordine degli Architetti PPC di Firenze - Venerdì 31 maggio 2013
Ordine degli Architetti PPC di Firenze, piazza Stazione 1
Venerdì 31 maggio 2013
Seminario:
La partecipazione dei cittadini problema o risorsa?
Commissione Partecipazione INU
Seminario: “La partecipazione dei cittadini problema o risorsa?”
Ordine degli Architetti PPC di Firenze - Venerdì 31 maggio 2013
Interventi:
Chiara Pignaris, Vicepresidente Commissione Partecipazione
Antonio Floridia, Responsabile Settore politiche per la partecipazione Regione Toscana
Massimo Morisi, Garante regionale della comunicazione Lr. 1
Rodolfo Lewanski, ex Autorità regionale per la partecipazione e Università Bologna
Silvia Viviani, Vicepresidente INU Nazionale
Antonio Bugatti, Consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Firenze
Maria Cristina Bianchi e Scilla Cuccaro, Osservatorio dell’Urbanistica Ordine Architetti PPC di Firenze
Manlio Marchetta, AIP2 Italia e Università di Firenze
Valeria Lingua, Garante della comunicazione Comune di Buonconvento
Anna Giani e Adalgisa Rubino, Ricercatrice LaPEI-LaRIST Università di Firenze
Monica Luperi e Francesca Banchetti, Comune di san Giuliano Terme
Valentina Spagli, Comune di Montelupo Fiorentino
Riccardo Nocentini, Sindaco di Figline Valdarno
Gabriele Coveri, Assessore alla Partecipazione del Comune di Scandicci
Cristian Pardossi, Assessore alla Partecipazione del Comune di Castelfranco di Sotto
Paola Rossetti, Sindaco di Montaione
Biagio A. Del Matto, Ordine degli Architetti PPC di Firenze
Giuseppe De Luca, Segretario Nazionale INU e Università di Firenze
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Ordine degli Architetti PPC di Firenze - Venerdì 31 maggio 2013
Presentazione Dossier “La partecipazione in Toscana”
(Chiara Pignaris)
L’INU è da molto tempo impegnato a diffondere una cultura sociale sui temi della città, del territorio,
dell’ambiente che preveda il coinvolgimento degli abitanti come “terzo attore” nelle scelte di trasformazione e
riqualificazione delle città. La Commissione Partecipazione da quasi vent’anni lavora assiduamente in questo
senso organizzando seminari, corsi di aggiornamento, viaggi di studio, ricerche e pubblicazioni, e il dossier
sulla partecipazione in Toscana rientra in questa attività di volontariato culturale.
Il dossier vuole aggiungere un piccolo “tassello in più” alla discussione in corso sulla valutazione della Lr.
69/2007 (legge regionale sulla partecipazione), raccogliendo alcune voci di attori che hanno vissuto questi
processi con ruoli diversi: promotori, garanti, studiosi, dipendenti pubblici, professionisti, amministratori.
Gli autori dei contributi hanno risposto alla call lanciata da INU Toscana raccontando, dal loro punto di vista,
esperienze che fanno capire come anche un piccolo processo locale possa diventare occasione per una
comunità per ripensare il proprio futuro. Il dossier raccoglie anche alcune esperienze non legate alla Lr.
69/2007, che aiutano a capire quanto “le vie della partecipazione” siano varie e infinite.
L’ospitalità e l’interessamento da parte dell’Ordine degli Architetti, e la presenza al workshop di molti
amministratori, funzionari, professionisti, fa sperare che nella prossima fase di riedizione della legge si
possano promuovere forme di partecipazione sempre meno burocratiche e procedurali e più continuative,
basate sul “fare”, sull’’apertura di luoghi aperti e trasparenti dedicati alla comunicazione e all’incontro con i
cittadini.
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Il percorso di revisione della Lr. 69/2007
(Antonio Floridia)
Il 19 dicembre 2012 il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione n. 168 che prevede la riconferma del
dispositivo legislativo e l’istituzione di un gruppo tecnico misto per l’elaborazione del nuovo testo di
legge. Il nuovo sta per essere inviato alla Commissione consigliare competente, che dovrebbe approvare la
nuova legge entro il mese di luglio 2013.
NOVITÁ PREVISTE
•  Modifica della struttura dell’Autorità regionale per la partecipazione che, da organo monocratico,
diventerà un organo collegiale composto da tre membri, uno nominato dalla giunta e due dal consiglio.
•  La parte relativa ai processi partecipativi locali rimane pressoché invariata, ad eccezione di alcuni piccoli
accorgimenti tesi a snellire la burocrazia e non costringere i promotori dei processi a dover attivare
consulenze per la redazione della domanda di ammissibilità al finanziamento.
•  Verranno adottati criteri di valutazione più attenti al rapporto tra il costo del processo partecipativo e il costo
dell’oggetto del processo e al reale impegno dei promotori nei confronti della realizzazione.
•  Il Dibattito pubblico verrà reso obbligatorio per una certa categorie di interventi rientranti in una
determinata soglia economica, inoltre nel nuovo testo si farà riferimento al dibattito pubblico come ad un
“confronto su opere e progetti di rilevanza regionale in materia ambientale, territoriale, paesaggistica, sociale,
culturale ed economica”, da svolgersi non oltre l’avvio della progettazione definitiva e non solo a monte della
progettazione preliminare, come era nella precedente legge.
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Il percorso di revisione della Lr. 69/2007
(Antonio Floridia)
•  Obbligatorietà del dibattito pubblico: Sarà obbligatorio per le opere pubbliche che superano la soglia dei
20 milioni di euro. Per le opere private invece potrà essere attivato previa valutazione del Consiglio
Regionale e con la volontà del soggetto privato. Per i progetti il cui valore economico non supera la soglia
prestabilita, sarà la regione a valutare la necessità di attivare un dibattito pubblico caso per caso. Il dibattito
pubblico sarà infine obbligatorio per alcune tipologie di opere nazionali per le quali la Regione è chiamata ad
esprimere un parere (es. infrastrutture stradali e ferroviarie, porti e aeroporti, elettrodotti, ecc.). Nella nuova
legge, inoltre, il dibattito pubblico sarà coordinato meglio con la procedura di VIA (valutazione d’impatto
ambientale).
La filosofia della legge 69 è stata oggettivamente di grande interesse sia in Italia che all’estero. In quattro
anni sono stati finanziati 116 processi partecipativi, la maggior parte dei quali riguardano trasformazioni
territoriali. Questo meccanismo secondo cui la partecipazione rappresenta un momento della decisione,
e non il luogo della decisione, comincia a farsi strada. I casi di successo e quelli di insuccesso dimostrano
che questo è il dilemma della partecipazione. Bisogna, dunque, assolutamente fare in modo che essa venga
riconosciuta per quello che è e cioè un momento discorsivo in cui le opinioni si confrontano per la costruzione
di un giudizio pubblico di orientamento alle decisioni politiche.
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Il percorso di revisione della Lr. 69/2007 e della L. 1/2005
(Massimo Morisi)
I processi di revisione della legge 69 e della legge 1 sono stati due laboratori molto circonclusi che si sono
mossi su binari paralleli, avrebbero inoltre dovuto prevedere un maggiore coinvolgimento della popolazione,
dal momento che si tratta di due leggi che racchiudono una forte esigenza di un bilancio accurato.
Sotto il profilo del coinvolgimento dei cittadini, il disegno istituzionale della nuova legge 1 è coerente con
quello della vecchia, ma si sta cercando di far uscire dall’adolescenza il dispositivo legislativo, che non
stabiliva “la cassetta degli attrezzi” dei processi partecipativi al fine di garantirne la qualità, e di collocare la
partecipazione all’interno dei procedimenti amministrativi.
Il valore aggiunto delle due leggi è rappresentato dal raccordo virtuoso tra responsabilità politicoamministrative e responsabilità civiche, fondamentale per il miglioramento sia delle politiche pubbliche
che dei comportamenti dei destinatari di tali politiche.
Nella nuova legge 1 si valorizzerà il ruolo dei garanti, prevedendo di affidare ad essi strumenti strumenti
metodologici più certi e fornendo anche, se necessario, supporto da parte del Garante regionale. Inoltre, le
conclusioni dei processi partecipativi costituiranno parte saliente delle decisioni delle Amministrazioni,
anche quando non verranno accolte.
Per ciò che concerne le risorse, le due leggi dovranno trovare un incrocio, nel senso che, mentre la l. 69 è
legata all’episodicità, la l. 1 sarà obbligatoriamente applicata per tutti i processi che riguardano il governo del
territorio. Bisognerà quindi lavorare molto sull’efficace applicazione delle due leggi e sugli standard da usare
perché è fondamentale che la partecipazione diventi reale pratica partecipativa.
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Il workshop: appunti degli interventi
Amministratori e funzionari comunali
(Riccardo Nocentini)
In questo particolare periodo in cui sono in corso importanti riforme istituzionali, la partecipazione può essere
molto efficace come metodo di riforma delle istituzioni dal basso (es. per accompagnare le fusioni dei
comuni). La partecipazione può essere inoltre un importante strumento per ripensare la governance. Dal
momento che la società è cambiata e tutto quello che c’era prima non c’è più, dovrà necessariamente
cambiare anche il modo di governare. Servono nuovi strumenti perché la partecipazione non sia più un
“esperimento” e ogni comune dovrebbe dotarsi di un addetto alla partecipazione.
(Gabriele Coveri)
Il compito di un Assessore alla partecipazione non è facile perché molto spesso è senza bilancio e privo di
una struttura. Bisognerebbe creare un ufficio alla partecipazione e verificare che ci sia un interesse reale
da parte degli amministratori al coinvolgimento dei cittadini nelle scelte inerenti il governo del territorio.
È bene che la partecipazione venga strutturata all’interno del procedimento amministrativo ma bisognerà fare
attenzione che in questo modo essa rimanga davvero “tangibile” per i cittadini.
(Cristian Pardossi)
Oggi negli amministratori c’è la paura che affidarsi a processi di partecipazione costituisca un elemento di
complicazione. Spesso infatti si ricorre a questi strumenti in ambiti in cui non possono sorgere particolari
dissensi. È necessario colmare questa lacuna politica facendo capire che questi strumenti sono funzionali
al “mestiere del decisore pubblico”. Bisogna assolutamente fare in modo che la legge 1 e la legge 69 lavorino
insieme.
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Il workshop: appunti degli interventi
Amministratori e funzionari comunali
(Valentina Spagli)
Anche il Comune di Montelupo ha un Assessorato alla partecipazione ma questo non è sufficiente se non si
riesce a potenziare la formazione del personale amministrativo dei comuni. I processi partecipativi avviati
non finiscono mai… è necessario che la partecipazione sia continuativa, diventi” prassi quotidiana”.
(Monica Luperi)
Bisogna mettere in rete le varie esperienze di partecipazione ed avere la capacità di proporre agli
amministratori dei processi su temi rilevanti. Non bisogna aver paura di sperimentare, perché già con le leggi
che abbiamo si possono fare moltissime cose con un po’ di passione e di creatività.
(Paola Rossetti)
Le procedure sono importanti ma è necessario stare attenti a non perdere di vista i contenuti e distinguere sempre tra obiettivi, azioni e opinioni. Il Comune di Montaione ha voluto dare anche ai cittadini “non
addetti ai lavori” la possibilità di partecipare al futuro del proprio territorio, ma non bisogna codificare troppo.
Autori del dossier
(Rodolfo Lewanski)
Nel processo di revisione della normativa è mancato un processo partecipativo equivalente a quello che è
stato fatto per la sua elaborazione. In questi anni l’Autorità per la partecipazione ha vissuto in solitudine,
essendo stata ignorata dalle stesse istituzioni regionali che l’avevano creata (Giunta e Consiglio)i; le risorse
economiche ed umane inoltre sono state insufficienti.
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Il workshop: appunti degli interventi
Autori del dossier
(Valeria Lingua)
Il garante della comunicazione viene visto dai piccoli comuni come un semplice adempimento amministrativo,
anche se in realtà il suo ruolo è complesso e non finisce alla fine del processo. In un comune di 3.000
abitanti come quello di Buonconvento non esiste personale esperto di comunicazione e le risorse per la
formazione sono inesistenti. Dal momento che il processo di Piano (Lr.1/2005) si interconnette con quello di
VAS (Lr. 10/2010 e ss mod.), bisognerebbe pensare ad un’integrazione delle procedure previste nei due
percorsi, collegandole anche a quelle eventualmente promosse ai sensi della ex- lr. 69.
(Adalgisa Rubino e Anna Giani)
È importante avere un ufficio della partecipazione dentro le amministrazioni, perché i processi partecipativi
intrecciano molte tematiche e coinvolgono più uffici. Inoltre necessitano di un grande supporto dal punto di
vista della comunicazione. È anche necessario dare più garanzia di realizzazione alle proposte dei cittadini.
Architetti
(Maria Cristina Bianchi)
È importante che gli architetti conoscano le metodologie partecipative; spesso i progetti non vengono
compresi anche perché non si è capaci di comunicare, di parlare con i cittadini.
(Biagio A. Del Matto)
Per creare una partecipazione realmente operativa e funzionale bisogna attivare una “macchina” e ogni
comune dovrà costituirne un pezzo fondamentale.
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Conclusioni
Consigliere Ordine Architetti
(Antonio Bugatti)
Il ruolo degli architetti nei processi partecipativi è molto importante e l’Ordine sente il bisogno di un corso di
aggiornamento per gli iscritti da inserire nella formazione obbligatoria. È fondamentale che i processi non
siano segmenti staccati da tutto ma facciano sempre capo a soggetti che hanno un ruolo di responsabilità.
Segretario nazionale INU
(Giuseppe De Luca)
L’INU ha sempre promosso le pratiche partecipative, mediante corsi, seminari e un’apposita Commissione, e
recentemente ha firmato un accordo con il CNA per la formazione. Nessuna decisione pubblica è
possibile se non c’è un ascolto dei cittadini, quindi tale attività di ascolto deve entrare a far parte dei
procedimenti amministrativi e istituzionali senza però appesantirli.
Vicepresidente nazionale INU
(Silvia Viviani)
Nella professionalità c’è il dovere di saper comunicare il proprio sapere esperto e la capacità di saper
svolgere il proprio dovere di esperti. La sperimentazione quindi non si ferma mai. Bisogna contrastare la
separatezza tra normalità ed eccezionalità. La partecipazione è uno strumento per ricostruire senso
civico e cultura sociale, per condividere idee per il futuro, per la città. Bisogna investire molto sulla
politica, sulle istituzioni e sulla professionalità, bisogna fare in modo che funzioni la filiera pubblicoistituzionale. Il processo di revisione della legge 69 e quello di formazione della nuova legge 1 non sono un
esempio di inclusività, tuttavia l’NU è disponibile per approfondimenti sugli aspetti operativi o iniziative di
formazione.