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19 dicembre 2013 Lei ha un’idea un po’ romantica dell’editoria, si renderà presto conto che saranno sangue e lacrime amare... Una stretta di mano, saluti di rito, colloquio finito. Da gennaio inizio finalmente a frequentare le lezioni di MasterBook, master nei mestieri dell’editoria, ma le parole di Luciana Bianciardi, la coordinatrice, mi frullano in testa solo per pochi minuti. Probabilmente è la solita frase pronunciata per mitigare l’animo di chi pensa che realizzare un libro sia più un passatempo che un lavoro. Primo (quasi) mese di permanenza 27 gennaio 2014 È fine mese, il master è iniziato con due settimane di ritardo rispetto alla data stabilita. Conosco i miei compagni d’avventura, credo di essere il più giovane. Questo mi spaventa, forse ho bruciato le tappe, forse avrei dovuto attendere ancora un po’ di tempo. Molti hanno già avuto qualche esperienza in campo editoriale, chi più chi meno. Intanto le lezioni sono cominciate, Luciana Bianciardi, anzi The Boss, ha finito le presentazioni, illustrato il programma e promessoci molto, moltissimo lavoro da fare. Sempre gennaio, un altro giorno The Boss continua le sue lezioni di editing, sono più ripassi di grammatica italiana, mi sento preso in giro. Quella ce l’hanno insegnata alle scuole elementari e medie, noi facciamo editoria: quando arrivano i libri, gli autori, le copertine? Intanto faccio conoscenza con alcuni miei compagni, attenti allo svolgimento della lezione. Uan è seduta di fianco a me, ogni tanto sorride a una battuta del professore, la stessa per la quale sorrido anche io, così come gli altri dieci. Mi rendo conto in un istante che non sono fuori luogo, sono insieme a persone, i miei futuri colleghi, con le quali condivido una passione. Quasi febbraio Tra soggetto e verbo la virgola non ci va... Sai che novità. L’accento su perché è acuto, non grave... Vero, magari non tutti lo sanno. Poi l’accento circonflesso... Il cosa? ...i verbi incoativi si utilizzano quando... Non che me li ricordi molto in effetti... Scordatevi gli apici, si scrive ’64... Ah! Un buon libro dev’essere curato nel migliore dei modi, dev’essere coerente, ogni casa editrice ha le sue norme redazionali. Forse, e dico forse, è il caso che mi metta a ripassare con attenzione le regole della lingua italiana. Vi assicuro che, una volta finito il master, non leggerete più un libro per il semplice piacere di farlo. È una minaccia? 3 febbraio Iloveyou non parla molto, ma quando lo fa dice spesso qualcosa di molto sensato e interessante; risponde sempre correttamente con la calma di chi è sicuro di sé. Sembra che The Boss gli penda dalle labbra, sembra quasi innamorata, per questo lo chiama Iloveyou. Sarà il suo cocco? La mia non è invidia però sarebbe poco carino scoprire che esistono ancora professori che fanno preferenze. Intanto le lezioni si alternano: Gabriella D’Ina insegna storia dell’editoria italiana. Pare che abbia avuto la fortuna di lavorare con i più grandi del mestiere. Ha lavorato per e con Valentino Bompiani e ha scoperto Erri De Luca (mica Fabio Volo!). Quando racconta sembra ricordare teneramente gli anni d’oro di un’editoria che forse non avremo mai modo di rivivere. Mi piace ascoltarla, risveglia in me una nostalgia antica per un passato che non mi appartiene. Questa è invidia... Metà febbraio Smentisco quanto detto su Iloveyou: The Boss non fa preferenze, sembra una donna tutta d’un pezzo, ma alquanto particolare. Le piace scherzare, chiedere pareri e opinioni, ma soprattutto trovarci soprannomi strambi. Oggi è toccato a Magic e a Light. Spero che non arrivi mai il mio turno, non amo i nomignoli. Nel frattempo ho letto La vita agra di Luciano Bianciardi, il padre di The Boss. Comincio a capire cosa significhi lavorare nel mondo editoriale, ma per il momento di lacrime amare non ne ho ancora versate. Staremo a vedere. Qualche giorno dopo The Tutor ci invia quotidianamente e-mail contenenti comunicazioni inerenti il master ed esercitazioni da completare a casa successivamente corrette in classe. È diventato un incubo. Stanotte mi sono svegliato di soprassalto convinto di aver sentito il suono di notifica di una e-mail con altri compiti da svolgere. A lezione procede tutto regolarmente. D’Ina ci sta facendo esercitare sulle quarte di copertina, in particolare su un testo che è stato poco apprezzato: La lucina di Antonio Moresco. A me non è dispiaciuto, forse il finale si chiude un po’ troppo bruscamente senza lasciare intendere che fine ha fatto il protagonista. L’ora successiva un omone col naso rosso e la faccia simpatica ci spiega la redazione per la Tv. Dobbiamo dimenticarci della bella scrittura e fare notizia. Ma come?! L’esatto opposto di quello spiegatoci fino a ora. Fisso annoiato la porta che cinque minuti dopo si apre per far entrare una United Kingdom trafelata. Poverina, lavora tutto il giorno e appena finito corre subito a lezione. La stimo molto per questo. Verso la fine di febbraio Vedo Magic agitarsi sulla sedia alla notizia di uno dei libri che pubblicheremo come esame finale di MasterBook. The Boss è eccitata all’idea di farci lavorare sui diari di Saverio Tutino. Purtroppo non lo conosco, ma anche gli altri non mi sembrano particolarmente sorpresi. O forse sono così calmi proprio perché tutti sanno chi è questo Tutino? Ho ancora molto da imparare evidentemente. The Boss ci racconta che è stato corrispondente a Cuba durante gli anni immediatamente successivi alla rivoluzione. Vengono nominati Fidel Castro e Che Guevara e mi sembra di notare un certo luccichio negli occhi di Magic. Non sarà mica uno di quelli che fanno casino? Non sembrerebbe, è sempre così calmo... Fine febbraio The Boss ci ripete la fortuna che abbiamo ad avere tra le mani i diari di Tutino e che ora è il momento di mettersi a lavorare. Il testo, essendo datato tra il ’64 e il ’68, è piuttosto complicato. Bisogna trascriverlo tutto quanto facendo molta attenzione a eventuali errori ortografici e a decifrare correttamente la calligrafia dell’autore poiché il diario presenta molte parti scritte a mano. In testa al manoscritto campeggia la frase “Abbiamo fatto una rivoluzione più grande di noi” di Fidel Castro; The Boss propone ironicamente come motto del master “Stiamo facendo un libro più grande di noi”. Speriamo che tutto proceda per il meglio. Primi di marzo Pare che Tutino non sia proprio il primo scemo che passa. Giornalista per l’Unità e la Repubblica, fondatore della Libera università dell’autobiografia di Anghiari e, soprattutto, dell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Il lavoro di trascrizione è concluso ma c’è ancora molto da fare. Ora ci siamo divisi in gruppi per annotare il testo che The Boss ci ha diligentemente consegnato. Sono quasi seicento note, mi è venuto un coccolone. Per fortuna siamo in dodici, come i lettori del Manzoni (così ci ha soprannominato divertita Gabriella D’Ina), e dovremmo sbrigarcela abbastanza in fretta. Sono in gruppo con Magic e Uan; sono contento di lavorare con loro, sono entrambi molto preparati e ci intendiamo quasi alla perfezione. The Boss intanto si diverte ad aggiungere soprannomi agli studenti: io sono Like. Un improbabile 10 marzo Law&Order sembra avere qualche difficoltà con il programma di impaginazione, ma ci pensa Helper ad aiutarlo, sa sempre come risolvere problemi informatici. Helper chiacchiera spesso con Law&Order ma almeno non possiede la voce tonante di Rebelde, un uragano di idee e un fiume di parole. Un esempio: Francesco ci ha chiesto di proporre una copertina per il libro di un esordiente da pubblicare prossimamente e Rebelde ne ha realizzate circa venti... Il giorno dopo Continua il lavoro sul libro più grande di noi. The Boss esté encabronada, tanto per citare l’amico Tutino. Le note che abbiamo prodotto non erano affatto come si aspettava. Ci ha sgridato, ci ha spiegato come avremmo dovuto svolgere il lavoro di ricerca e di scrittura e ha ripreso la lezione. Si è addolcita quasi immediatamente, ma sospetto che, purtroppo, non ci porterà più le caramelle... Un pomeriggio di pioggia Diana ce la sta mettendo tutta per insegnarci a usare il programma di impaginazione ma è davvero complicato. Continua a correre come una forsennata da una postazione all’altra per risolvere i problemi che incontriamo, ma sono davvero tanti e quando ritorna al suo posto ha il fiatone. Credo che presto avrà una crisi di nervi e ci manderà tutti al diavolo, io al suo posto lo avrei già fatto. Ogni tanto l’attenzione mi cade su Future che è talmente concentrata che non si accorge di parlare con il computer. Quando non risponde ai comandi si arrabbia e lo insulta, quando invece funziona al primo tentativo le si illumina il viso e gli dice: «Bravo!» Si impegna moltissimo, le auguro un futuro in questo campo. 17 marzo Oggi è il compleanno di The Tutor. Angel è arrivata a lezione in ritardo recando con sé un mazzo di fiori da parte di tutti noi come regalo. The Tutor si è emozionata, ha retto bene il colpo e ha fatto il giro di baci sulle guance. Poi la lezione è continuata, il tempo stringe. Seconda metà di marzo The Boss ci vuole fare una foto di gruppo a tutti i costi da mandare alla figlia di Saverio Tutino, Barbara. Non siamo molto convinti, ma fortunatamente Light ci salva dicendo che non può essere immortalata senza prima aver fatto la messa in piega. The Boss rimane interdetta per un attimo e poi scoppia a ridere. Pericolo scampato, per il momento... Sempre lo stesso giorno Viene annunciato il secondo libro su cui lavorare e che presenteremo al Salone del Libro di Torino a maggio, insieme a quello di Saverio Tutino. Un romanzo di un autore esordiente che abbiamo incontrato durante una lezione con Gabriella D’Ina. Le ragazze del corso, più che al libro, sembravano interessate allo scrittore. Niente di che, ma se gallina vecchia fa buon brodo, evidentemente l’uomo maturo è sempre piaciuto. Law&Order fa un’altra delle sue battute salaci e in classe scoppia l’ilarità generale. Il carico di lavoro, rispetto ai diari di Tutino, sembra meno consistente ma altrettanto impegnativo. A ognuno di noi vengono consegnate un numero di pagine su cui fare interventi di editing che saranno proposti all’autore. Ora si comincia a fare sul serio. Ancora un giorno di pioggia Alvaro ha terminato un’altra lezione di contabilità pregna del concetto incontestabile del “dare e avere”. Durante la pausa Iloveyou ci comunica con una punta di orgoglio che da oggi il suo romanzo è disponibile in formato e-book. Sono molto contento per lui, soprattutto perché è stato in grado di terminare un libro, cosa che io invece mi ostino a non fare, forse per paura di essere giudicato. Gli chiedo il titolo del libro per poterlo acquistare ma ha un nome incomprensibile, faccio finta di avere capito e conto di cercarlo a casa. Dopo la pausa Terminato di fumare, noi tabagisti raggiungiamo i compagni rimasti in aula dove ci aspetta The Boss per una lezione sulle figure retoriche. Prima di cominciare ci chiede come procede il lavoro di editing, sembra ottimista. Le leggo negli occhi la convinzione di avere di fronte dodici colleghi e non dodici studenti. Questo mi strappa un sorriso, fortunatamente la speranza di investire nei giovani non è ancora morta. Per rendere la lezione più animata, The Boss scarta una scatola di cioccolatini spiegandoci che chi saprà indovinare e spiegare il tipo di figura retorica riceverà una dolce ricompensa. Per i successivi sessanta minuti è una pioggia di cioccolatini lanciati dalla scrivania. Almeno sulla poesia siamo ferrati, anche se ora con un po’ di diabete. 20 marzo Facciamo la conoscenza di Gerardo, che ci spiegherà correzione di bozze, tipografia ed e-book. Il testo su cui dovremo lavorare è, naturalmente, il diario di Saverio Tutino. Veniamo divisi nuovamente in gruppi, questa volta a coppie, e mi ritrovo con Future. Ci vengono spiegati i simboli da utilizzare per segnalare eventuali modifiche da apportare al testo e le regole da seguire. Da qui inizia un inferno che non avrà più fine perché “un ministro dell’Industria a capo del Ministero dell’industria che abita in un paese di Cuba, Paese rivoluzionario” non può essere “un Ministro dell’industria a capo del ministero dell’Industria che abita in un Paese di Cuba, paese rivoluzionario”. Un’ora dopo Roberta Marchetti, simpaticamente rinominata Effebì, fa la sua comparsa in classe annunciandoci che ci insegnerà come si promuove un libro. Sembra elettrizzata all’idea di lavorare con noi, ci chiede chi siamo, da dove veniamo, come ci chiamiamo. Si scusa in anticipo perché non si ricorderà mai il nostro nome, ci consiglia di scriverlo su un foglio e posizionarlo sopra al banco. È tutto lavoro inutile: dopo venti minuti si ricorda anche cosa abbiamo mangiato a colazione. Ogni tanto il computer fa cilecca ma per fortuna Helper sistema subito il problema. La lezione è quasi finita ed Effebì decide che è giunto il momento di farci una foto di gruppo. Non vuole sentire scuse, ci fa disporre in fondo all’aula e dopo neanche un minuto il click della fotocamera ci allerta dell’avvenuto scatto. Se lo sapesse The Boss... Due giorni dopo The Boss entra in classe senza salutare, si siede e ci guarda serissima. Cos’altro potremmo avere combinato? Faccio un rapido ripasso dei compiti assegnatici e svolti male, ma non mi viene in mente nulla. Le note forse, ma il cazziatone ce lo siamo già sorbito. Finalmente decide di parlare: indispettita ci informa che ha visto sul profilo Facebook di Effebì la nostra foto. Con lei sì e con me no! Questa me la lego al dito. La bolla di tensione iniziale scoppia in una risata. The Boss ci sorride, ci aggiorna sui preparativi in vista del Salone del Libro. Sono sempre più convinto di avere fatto la scelta giusta, questo mondo mi appartiene. 1 aprile È mattina, sono a casa e sto per accendermi una sigaretta. Il telefono emette un suono strozzato: è arrivata un’e-mail. The Tutor ci ha scritto: ancora compiti? Anzi, lavoro? L’oggetto recita un “Urgentissimo” tutto in maiuscolo. Apro, leggo e scoppio in una fragorosa risata. The Boss ci informa emozionata che Giorgio Napolitano ha accettato di riceverci a Montecitorio il Primo maggio per la presentazione del diario di Tutino seguita da una cena di gala. Un buon pesce d’aprile, ma poco credibile. Non la pensano allo stesso modo alcuni altri miei compagni. Silver è impazzita, vuole andare a comprarsi un abito da sera mentre Helper chiede se sia il caso di prenotare il biglietto del treno per Roma. Il folle pensiero che il pesce d’aprile non sia affatto uno scherzo mi attraversa per un momento. Faccio mente locale cercando di ricordare se in classe avessimo parlato dell’eventualità di un incontro con il presidente della Repubblica. In effetti qualcosa era stato accennato. The Tutor non risponde a nessuna domanda. Cerco di essere il più realista possibile e mi convinco che sia tutta una bufala. Due ore dopo, The Tutor, in classe, si sta prendendo gioco di noi. 15 aprile Le vacanze pasquali sono vicinissime. Mi sento più leggero, l’idea di staccare un poco da tutto lo stress per i preparativi del Salone mi accarezza. Ho già pensato di chiedere ai miei amici di andare in gita sul lago. Il sole finalmente ha deciso di palesarsi e l’occasione di una pallida abbronzatura pre-estiva non mi dispiace. Poco dopo a lezione L’idea di una gita sul lago è saltata... The Boss e The Tutor ci avvisano che servono volontari per impaginare il libro e inserire le correzioni fatte durante le lezioni. Rimaniamo in pochi, la maggior parte dei miei compagni abita fuori Milano e deve fare ritorno alla propria magione. Poco importa, è comunque un’esperienza. Quanto ci metteremo a terminare il libro? Un paio di giorni, suppongo. Due giorni dopo Sono a La Vita Felice, la casa editrice di Gerardo, in compagnia di Angel, Magic, Future e Light. Abbiamo deciso di dividerci il lavoro a coppie alternandoci la mattina e il pomeriggio per inserire le correzioni. Ogni tanto il citofono emette un trillo fortissimo che ci fa saltare sulla sedia. Apriamo il portoncino e ci rimettiamo a lavoro. Tutto sembra procedere per il verso giusto. 18 aprile Siamo stati piuttosto bravi e veloci, me ne compiaccio. Abbiamo terminato di inserire le correzioni e il testo è stato inviato a The Boss per un controllo puramente formale. Dato che davanti abbiamo tutto il pomeriggio, io e Light pensiamo di inserire anche le note al testo. Un semplice copia e incolla, poi rimane solo l’indice dei nomi, ma tanto il programma lo fa in automatico. Verso sera Il telefono di Gerardo sta squillando: è The Boss che chiama. Nonostante non ci sia il vivavoce io e Light riusciamo a distinguere il tono infastidito del Grande Capo. Ha guardato il testo ed è pieno di refusi e di incoerenze. Il lavoro non è stato fatto al meglio. Bisogna rifare tutto daccapo. Dopo un breve scambio di battute con The Boss, chiudo la telefonata e avviso Light della situazione. Questo libro sta diventando un incubo... Quando tutti gli altri dormono Sono quasi le due di notte e ho terminato adesso di inserire tutte le note al testo. Continuo a sbadigliare, questo lavoro mi sta prosciugando le energie, ma mi piace e non riesco a smettere. E poi è diventata una questione di principio, i diari di Saverio Tutino dovranno essere perfetti. La mattina dopo La sveglia che suona. Avrei voluto lanciarla contro il muro e continuare a dormire, ma il lavoro mi aspetta. Bevo un caffè doppio e mi preparo per uscire. Guardo il telefono: un messaggio di The Tutor che ora è a New York. Mi ha inviato la foto della statua di José Martí. Un sorriso amaro e mi domando se la revolución fosse proprio necessaria. Mi rendo conto di avere pensato quello che qualsiasi liceale in vista di un carico di studio “eccessivo” pensa solitamente: invece di fare la guerra non potevano fare l’amore? Così a quest’ora non dovrei studiarla... Un’ora dopo sono nuovamente a La Vita Felice, questa volta in compagnia di Magic che ha deciso di rileggersi da solo tutti i diari ed effettuare una seconda correzione di bozze. Io, nel frattempo, curo gli aspetti di impaginazione e inserisco poco alla volta le correzioni che mi passa Magic. Siamo a buon punto quando il mio stomaco decide di fare i capricci e brontolare. Mi accorgo solo allora che sono quasi le due del pomeriggio. Gerardo decide che è il momento di fare una pausa e ci invita a mangiare qualcosa in un ristorantino dietro l’angolo. Per circa mezz’ora ci dimentichiamo di Saverio Tutino e, tra una portata e l’altra, intavoliamo un’interessante conversazione sul lavoro di redazione. Non posso fare a meno di assorbire ogni parola di Gerardo che ha una profonda conoscenza del settore. Purtroppo il caffè è già arrivato... Ore 18 Magic è stato molto bravo. Gli mancano solo trenta pagine e poi avrà terminato la correzione ma decidiamo di rimandare a domani. Siamo troppo stanchi e vorremmo evitare altri errori. The Boss ogni tanto ci chiama per sapere come procede, ci ha avvisato che anche in ExCogita stanno lavorando molto e che quando avranno terminato con il libro dell’esordiente ci daranno man forte per quello di Tutino. Le dico di non preoccuparsi, tanto ormai siamo in dirittura d’arrivo. The Boss ironizza dicendo che è “un bagno di sangue” e mi tornano in mente le parole del colloquio: sangue e lacrime amare. Aveva ragione. Il filippino sta facendo le pulizie, sposta libri, sedie, passa la scopa in ogni angolo. Cerchiamo di non farci distrarre: stiamo inserendo a computer le correzioni. Ogni tanto do un salvataggio per sicurezza. Sono diventato particolarmente ansioso, se perdessi il documento non penso che me la sentirei di ricominciare daccapo. Neanche a farlo apposta l’uomo delle pulizie passa il mocio vicino alla presa della corrente che si stacca. Tutti i computer si spengono improvvisamente. A me e a Magic manca il respiro, non abbiamo neanche la forza per arrabbiarci. Gerardo che riesce a mantenere la calma in qualunque circostanza ci guarda e inizia a ridere: non capisco però se il motivo siano le nostre espressioni attonite o l’isteria di avere perso anche lui il file a cui stava lavorando. Il filippino si scusa mille e più volte, ma sono troppo impegnato a controllare che il lavoro non sia andato perso per mandarlo a cagare. Fortunatamente nessun danno. Ore 20.30 Alessandro, un mio amico, mi manda un messaggio per sapere se stasera usciamo a bere qualcosa. È il quarto in una settimana, ma, ancora una volta, sono costretto a declinare l’invito. Devo iniziare a fare l’indice dei nomi. Mi aspetta un’altra notte in bianco. Pasqua Nostro Signore è risorto e io con lui. Oggi è giorno di festa e mi aspetta un lungo pranzo in compagnia dei parenti. The Boss mi ha mandato un messaggio di auguri raccomandandomi di non mangiare capretti e agnellini innocenti: è vegetariana. La penso mentre addento una coscia di coniglio. Chissà cosa direbbe se lo sapesse... 22 aprile Qualche giorno fa è stata creata la pagina Facebook del diario di Saverio Tutino. Ogni giorno Helper pubblica un piccolo estratto in anteprima. È molto efficiente ma non ho voglia di leggere i post. Ormai conosco il libro a memoria e meno lo vedo più son contento. Un paio d’ore dopo il telefono sta squillando: è The Boss che mi informa che sta effettuando un terzo giro bozze e mi chiede se posso inserire le correzioni al testo. Accetto, speranzoso che sia l’ultima fatica. 28 aprile Le lezioni sono ricominciate. The Boss fa il suo ingresso in aula, ci saluta, chiede se abbiamo passato delle buone vacanze e a me scappa una risata isterica che viene subito colta. The Boss aggiorna gli altri compagni sul lavoro e ringrazia pubblicamente me, Magic, Light, Future e Angel. Nel frattempo sono stati scelti i relatori fra gli studenti che parleranno alla presentazione del libro al Salone: Uan per il mondo femminile e Iloveyou per quello maschile. Un’ora prima del termine della lezione The Boss mi si avvicina con l’espressione di chi vuole chiedere qualcosa. Mi concedo di guardarla e mi accorgo che ha il viso stravolto e grandi occhiaie. Io sarò stato alzato un paio di notti per lavorare, ma lei sembra non dorma da un mese. Mi informa che mancano poche pagine da correggere. Ci ritroviamo in un’altra aula, insieme ad Alvaro, The Tutor e Light, a ultimare le correzioni che ho intenzione di inserire la sera stessa. Al momento dei saluti mi viene chiesto se la mattina seguente posso andare a ExCogita per completare le ultime quisquilie di impaginazione. Accetto. La mattina dopo Mi sveglio di buona lena, anche se assonnato. Non sono abituato ad alzarmi dal letto così presto e avrei preferito di gran lunga rimanere un altro poco a fare compagnia al mio cuscino. In treno mi concedo di ascoltare un po’ di musica. Durante il viaggio mi appisolo ma fortunatamente la voce d’aquila di una ragazza riesce a superare i decibel della canzone e a destarmi giusto una fermata prima della mia. Arrivo al portone di ExCogita dopo un breve screzio con una portinaia inacidita dalla vita (son sempre più convinto che sia prerogativa delle portinaie dare l’impressione che la corretta amministrazione del condominio sia solo merito loro). Entro e, prima di riuscire a scorgere The Boss e Alvaro, devo evitare di sbattere contro un pianoforte a coda e non lasciarmi distrarre da un manichino transessuale. Mi guardo intorno e la prima impressione è quella di essere capitato in una grande stanza dei giochi, mi chiedo però dove siano i bambini. The Boss mi saluta da dietro il grande schermo del suo computer, mi invita ad accomodarmi e mi prepara un caffè: la giornata si prospetta molto lunga e faticosa, ma non voglio perdermi d’animo. Dopo circa un quarto d’ora arriva The Tutor che sventola contenta un sacchetto ricco di brioche alla crema e al cioccolato. Ad Alvaro si illuminano gli occhi: facciamo colazione. Ore 11.30 Io e Alvaro abbiamo quasi terminato di sistemare l’impaginazione dei diari. Mi spiega che in un buon libro anche l’occhio vuole la sua parte. Mi indica le parti dove convenga restringere lo spazio tra i caratteri in modo tale che non si formino le cosiddette “orfane’ e “vedove”. Divertito, mi immagino intere famiglie di Garamond e Arial rimaste prive del capofamiglia andato a combattere una guerra da cui non tornerà mai più. Questa editoria è strana, ma mi piace sempre di più. Alvaro ogni tanto sbatte la mano sul tavolo quando l’impaginazione sistemata in un punto si sposta più avanti. Mi ripete, ancora una volta, il concetto fondamentale del “dare e avere”, principio universale che sembra sottendere ogni azione della sua vita. Ore 13 Il lavoro è finalmente terminato e ho l’impressione che Alvaro sia alquanto soddisfatto. Mi lascia da solo per tornare alla sua postazione chiedendomi di salvare il documento. Dopo potremo finalmente generare l’indice dei nomi. Sollevato per la prospettiva del lavoro quasi ultimato, controllo un’ultima volta il testo e seleziono il comando di salvataggio. Il programma si arresta in maniera anomala. Sbuffo, lo riapro e ci riprovo. Si spegne ancora una volta. Inizio a sudare freddo, possibile che si sia verificato qualche problema? Continuo la procedura di salvataggio ancora una dozzina di volte ma il programma non ne vuole sapere. Sconvolto all’idea che il file si sia improvvisamente corrotto, informo preoccupato la redazione di ExCogita. Leggo negli occhi di The Boss un misto di sentimenti contrastanti: rabbia, delusione, determinazione di concludere a tutti i costi il lavoro. Un giro di telefonate ad amici grafici, editori, esperti ma nessuno sa come risolvere il problema. Ore 19 Siamo ancora alle prese con il problema che nel frattempo non è stato risolto. A nulla sono serviti gli escamotage trovati in rete, a nulla gli spergiuri, a nulla le richieste di un miracolo a un Dio in cui non crede ormai più nessuno. Ho l’impressione di vivere uno strano gioco del rovescio (e qui cito Antonio Tabucchi) in cui più energie impegni, meno profitto trai. The Tutor alza gli occhi al cielo e commenta «È la legge di Murphy, la maledetta legge di Murphy!» 30 aprile È mattina molto presto e sono ancora a ExCogita. Il clima si è raffreddato. Ci sono sempre le brioche, il caffè, le battute di spirito, ma il sorriso di noi tutti è amaro. Inoltre, piove. A malincuore The Boss ci comunica di avere accettato un suggerimento di Alvaro: pubblicare poche copie, senza indice dei nomi, così da poter presentare il libro al Salone. Un’ora dopo abbiamo inserito il colophon e aggiunto la dicitura “Finito di stampare nel maggio 2014”. Un ulteriore controllo per scaramanzia e il Pdf di stampa viene finalmente creato e inviato a Gerardo che si occuperà delle successive fasi riguardanti la stampa. Ci guardiamo, ma di soddisfazione neppure l’ombra. Quello che desideravamo fosse la conseguenza naturale di un master ben riuscito si è trasformato in un crudele scherzo del destino. Evidentemente lassù qualcuno si diverte a complicarci la vita. Evito di rendere pubblica una parolaccia. Nel pomeriggio sono a lezione, durante la quale avviso i miei compagni della tragedia. Sono tutti dispiaciuti. Uan mi dà una pacca sulla spalla per sollevarmi il morale. Gli ultimi sessanta minuti sono riservati a una riunione con i professori per tirare le somme del master. È l’ultima occasione di stare insieme prima del Salone. Ringraziamenti, baci e abbracci e infine ci salutiamo. The Tutor propone di andare a bere una birra per dimenticare la delusione di un libro che forse era veramente “più grande di noi”. Neanche a farlo apposta il nome del locale è Murphy’s Law. The Tutor ride e questo mi induce a pensare che non è il caso di arrendersi, voglio fare un ultimo tentativo. Ma ci penserò domani, ora ho voglia di bere e divertirmi insieme agli altri. 1 maggio È la festa dei lavoratori, ma io ho intenzione di non concedermi una pausa fino a quando non avrò trovato una soluzione. Accendo il computer e con calma certosina esamino ogni periodo del diario al fine di rintracciare il colpevole. Alla data del 14 maggio il programma si arresta. Ironia della sorte, penso. Il giorno del mio compleanno è incriminato. Divido in tre parti il paragrafo. Alla seconda, si spegne ancora. Infine individuo il nome di Dorticós. Lo isolo, lo copio... buio. Gongolo in maniera macabra come un becchino che ha ricevuto del lavoro da sbrigare. Mi accorgo di uno strano simbolo che precede il termine. Che sia quello? Una rapida ricerca mi avvisa che ne esistono altri sessanta disseminati per tutto il testo. Li elimino tutti, incrocio le dita e salvo. Il programma porta correttamente a termine la procedura. Urlo come un bambino felice. Compongo il numero di The Boss per avvisarla, forse siamo ancora in tempo. Il tipografo va fermato.