Bulimia e anoressia

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Bulimia e anoressia
3 Esperienze di vita – Storie di adolescenti
Marcello Bernardi
Bulimia e anoressia
Perché certi adolescenti «si buttano in ogni momento su ogni vivanda o bevanda con voracità irrefrenabile»? Perché, invece, certi altri manifestano un «rifiuto categorico di ogni alimento»? Quali sono le cause della bulimia e dell’anoressia, vere e proprie malattie, che colpiscono alcuni adolescenti?
Ce le spiega, in queste sue pagine, il professor Marcello Bernardi, che è stato specialista in Clinica Pediatrica e autore di numerose pubblicazioni relative ai problemi adolescenziali.
1. iperalimentazione
parossistica: supera-
limentazione intensissima, esasperata.
Certi adolescenti sembra che vivano solamente in funzione di un costante riempimento dello stomaco. Si buttano in ogni momento su
ogni vivanda o bevanda con voracità irrefrenabile. Sono i cosiddetti
bulimici. La bulimia sarebbe appunto caratterizzata da episodi di
iperalimentazione parossistica1. È una forma che riguarda soprattutto le ragazze e che insorge più spesso nella tarda adolescenza. Un disturbo non sempre agevolmente individuabile perché la persona che
ne soffre cerca di appagare i propri impulsi divoratori in segreto, nascostamente; e dopo aver «fatto il pieno» si dedica spesso «all’espiazione» vomitando e riducendo la propria dieta a livelli infimi. Inoltre
le esagerazioni alimentari, anche in seguito alle contromisure adottate dalla ragazza, non arrivano di solito a produrre l’ingrassamento.
Solo raramente la bulimia porta all’obesità. Esistono però altri sintomi che possono attirare l’attenzione dei genitori e far nascere in loro
qualche sospetto. La ragazza, o eventualmente il ragazzo, presenta alle volte mani e piedi più o meno gonfi, si stanca facilmente, accusa un
senso generale di spossatezza, soffre di mal di testa, dice di avere «la
pancia gonfia» e di essere perseguitato dalla nausea. In presenza di
questi segnali non è fuori luogo qualche tentativo di appurare come
va l’alimentazione e di ricercarne le possibili irregolarità.
L’interrogativo fondamentale rimane naturalmente quello del perché. Quali sono i motivi che spingono l’adolescente verso le crisi di
voracità? Per essere sinceri dobbiamo ammettere che in questa materia abbiamo più ipotesi che certezze.
La causa principale della bulimia è probabilmente quella di attenuare le ansie e di compensare la depressione. Certi ragazzi «ingordi» denunciano esplicitamente il loro senso di solitudine e di vuoto.
Uno di loro, citato da uno psicanalista, ha dichiarato: «Mangio, e mi
faccio compagnia, mi consolo. È come avere accanto qualcuno che
mi dia affetto e calore». Ecco pertanto l’importanza determinante
degli affetti, quindi dei genitori, per l’adolescente. Uno studioso si è
espresso con questa frase: «L’abbondanza del cibo maschera la povertà degli affetti».
Rosetta Zordan, Il quadrato magico, Fabbri Editori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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2. ingestione: intro-
duzione.
3. oltranzista: protratto con volontà ostinata fino alle estreme
conseguenze.
4. pervenute… conclamato: giunte a una
fase di malattia evidente.
5. esecrabili: detesta-
bili.
Si può credere che sia proprio così. L’ingestione2 forsennata di alimenti, che talvolta raggiunge livelli sbalorditivi, non sarebbe altro
che una fuga, una ricerca di rifugio, una specie di ubriacatura per dimenticare.
C’è chi mangia troppo e in qualunque momento, e c’è chi non vuol
mangiare nulla, mai. Specialmente fra le ragazze. In effetti quel rifiuto categorico, indomabile, oltranzista3, di ogni alimento che viene
chiamato anoressia mentale riguarda quasi esclusivamente le adolescenti femmine. È un comportamento che si manifesta e si consolida in un periodo di tempo che va dai tre ai sei mesi circa e che finisce con l’assumere delle caratteristiche davvero sconcertanti.
Le ragazze anoressiche, pervenute a uno stadio conclamato4, presentano un aspetto inconfondibile. Sono ovviamente magre, o magrissime, talora addirittura scheletriche. Hanno infatti perduto molto del loro peso originario, talora fino a un terzo, e possono arrivare
al disotto dei trenta chili. Spesso presentano inoltre una peluria lanuginosa che si estende al torace, all’addome e alla schiena.
Non solo l’aspetto, ma anche il funzionamento dell’organismo delle
anoressiche presenta alterazioni evidenti. La temperatura del corpo
si mantiene su livelli molto bassi, persino sui trentatré o trentaquattro gradi in certe ragazze. Il cuore presenta un ritmo molto rallentato delle pulsazioni, inferiore ai sessanta battiti al minuto.
Ciò che potrà sbalordire è l’atteggiamento generale della ragazza
anoressica. Per esempio la negazione assoluta delle sensazioni e dei
bisogni fisici. La ragazza non ammette mai, in alcun caso, di star male, e neppure di avvertire un qualsiasi stimolo. A cominciare, s’intende, dallo stimolo dell’appetito. Mangiare? E perché mai? Per vivere a lungo, felicemente e in buona salute, sostiene la fanciulla, l’essenziale è non mangiare. E comunque non mangiare carne, grassi,
zuccheri, e ogni cosa che possa fornire le esecrabili5 calorie. Il corpo
deve mantenersi sottile, su questo non ci può essere discussione. Allora sì che è sano, e inaccessibile a qualsiasi malattia. Perciò finiamola con questa storia del riposo, delle cure, degli esami. Basta non
ingrassare e tutto è risolto.
Poi, inaspettata e furibonda, sopravviene talvolta la reazione. La giovinetta si tuffa in un’orgia di cibarie, divora con accanimento qualunque cosa, come se la fame, negata e cancellata per mesi e mesi,
sfociasse in un’esplosione dirompente. Ma di solito, come tutte le
esplosioni, dura poco.
La crisi bulimica cessa e ritorna il terrore dell’ingrassamento.
L’anoressica decide pertanto di eliminare tutto quello che ha ingerito e si dedica a clisteri, lassativi, perette e supposte, cerca di procurarsi il vomito, e fa quanto può per «svuotare» il proprio corpo.
Questa operazione di pulizia interna fa parte delle consuetudini del-
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6. disidratazione: eccessiva perdita di liquido organico.
7. dissennata: stolta,
insensata.
8. eterea: incorporea.
l’anoressica anche indipendentemente dagli accessi di voracità. La
passione che prevale rimane sempre quella dell’odio per il cibo, l’acerrimo nemico.
E l’acqua? Altro tragico interrogativo. L’acqua ingrassa, è cosa nota.
Dunque si deve bere il meno possibile. Meglio ancora non bere. Cosicché l’anoressica può andare incontro a una disidratazione6, qualche volta piuttosto seria. D’altra parte, se è vero che l’acqua produce un aumento di peso, è anche vero che lo produce sempre meno
di quel che fa il cibo solido. Dunque meglio bere che mangiare, bere anche esageratamente, fino a mettere in crisi l’organismo. Non
perché sente il bisogno di bere, ma per liberarsi del bisogno di mangiare.
La convinzione che l’anoressica nutre solitamente, e che esprime
con fermezza, è quella di non aver bisogno di nulla, sul piano fisico.
Né di nutrirsi, né di curarsi, né di riposare. Tranne una: quella di
muoversi.
È questa una delle caratteristiche dell’anoressia mentale. Le passeggiate e le escursioni estenuanti, lo sport praticato fino ai limiti della
propria resistenza, le attività fisiche più frenetiche, sembrano affascinare la fanciulla. Si ha l’impressione che non riesca a stare ferma.
Fatto che può essere la conseguenza del desiderio esasperato di dimagrire, incessantemente e con ogni mezzo.
È difficile dire che cosa stia alla base di tutto questo. Secondo gli
esperti l’anoressia potrebbe nascere, almeno in parte, da una insufficiente fiducia nei genitori. Ma sono ipotesi non sempre dimostrabili, anche se indubbiamente le figure di madre e padre esercitano
un’influenza molto incisiva sui comportamenti della ragazza.
Una responsabilità non trascurabile può essere attribuita anche a
fattori culturali, a cominciare da certa dissennata7 e grossolana pubblicità intesa all’esaltazione della «linea», cioè della magrezza, e
quindi alla promozione di prodotti ipocalorici e «depurati» da componenti ingrassanti.
Messaggi di questo genere, ossessivamente ripetitivi, possono evidentemente creare nell’adolescente una sorta di «lutto per quello
che non è», vale a dire un doloroso rammarico di non essere snella,
flessibile, filiforme, eterea8. E siccome l’adolescente è portata all’esagerazione, dal voler dimagrire alla negazione totale del proprio
corpo il passo, per lei, è breve.
Non possiamo indicare con esattezza e in modo sicuro ciò che sta all’origine dell’anoressia mentale. Possiamo però affermare che, salvo
eccezioni, questa malattia evolve verso una risoluzione favorevole,
verso una guarigione completa e definitiva. Sempre che, nella fase
più grave, venga affrontata con decisione e con mezzi adeguati.
(da Adolescenza, Fabbri Editori, Milano, rid.)
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