Forum: Altrotempo Chiacchierando

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Topic: sabato con la neve e resoconto periglioso viaggio
Oggetto: sabato con la neve e resoconto periglioso viaggio
Inviato da : Anonimi
Inviato il: 29/11/2008 15:53:14
non ci aspettavamo che piovesse così tanto.
Poco più a Nord di Vittorio Veneto, sull'autostrada per Belluno e Pian della Vedoia, alle otto e mezza
di sera, veniva giù acqua a catinelle.
L'impressione era di quei rovesci estivi. A novembre, però.
Ma sui rilievi, per quel che la notte lasciava intravvedere, nuvole troppo chiare per essere di pioggia.
Previsioni: mi sa che troveremo la neve, certo, ma dopo Cortina. Sì sì. Suì suì!
Ma troviamo la neve ben prima di Longarone e in un tunnel vediamo gente ferma nelle piazzuole.
In fondo al tunnel luci intermittenti e pensiamo al peggio.
Invece no: hanno mobilitato un po' tutti per la formidabile nevicata e troviamo uno della guardia di
finanza che lascia passare solo le macchine con gomme da neve o con le catene posizionate.
Scruta ben bene e ci fa: "Gomme da neve?"
E noi, con la tentazione di fare "Ennò"! alla De Sica, annuiamo compunti.
All'uscita del tunnel capiamo: tutto è bianco: cielo, alberi, case, ponti, strade.
Strada. La nostra.
Dio benedica l'inventore delle gomme termiche.
E procediamo, piano, nel paesaggio incantato.
Trattori, trattorini equipaggiati puliscono le strade, in ausilio agli spazzaneve più grandi, gente (sono
le 9 di sera) che spala cumuli di neve per recuperare la macchina, altri per aprirsi un varco fino al
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cancello. O alla strada.
Ogni tanto qualche macchina bloccata, ma il traffico scorre. Lento e sicuro.
Abbiamo la botta di fortuna di stare su una corsia in cui la neve non è troppo alta, a differenza di
quella in cui viaggiano nel senso opposto.
A Cortina il baretto in cui pensavamo di fermarci per un panino e una sosta igienica è chiuso.
E naturalmente il tè bevuto copiosamente un'ora prima è stato metabolizzato e terminerebbe
volentieri il viaggio intrapreso. Possibilmente non nei miei pantaloni, spero io, quando ci troviamo
bloccati poco prima di una rampa in uscita da Cortina.
Li possino: c'è una specie di camion che vediamo andar su e giù. Non è uno spazzaneve.
Scopriremo poi che è una specie di spazzaneve che la neve se la carica in groppa per smaltirla
altrove.
Spiego la cosa a certe mie frattaglie, che tuttavia non desistono dal voler compiere la loro funzione di
vettori nei confronti di quel quasilitro di tè, bevuto ormai parecchio tempo addietro.
Non siamo esattamente tra' boschi e campi e le vetrine che illuminerebbero una capona con le
braghe in giù in centro a Cortina d'Ampezzo non accennano a spegnersi.
OK, mi concentro in esercizi muscolari e spero che il su e il giù di 'sto camion abbia fine.
Cosa che, miracolosamente, avviene entro pochi minuti.
Saliamo con prudenza la rampa che porta al palaLexus dietro a un lunghissimo camion austriaco,
che sembra tentennare, con mia viva preoccupazione.
Ma il camion procede e splendidamente ci comprime due belle tracce fresche, da seguire con
religione e fiducia, sul luminoso e innevato fondo stradale.
Inizia il bosco e la capona concorda, con le sue periferiche di espulsione e con il picauzzo, che
appena si trovasse una qualche piazzuola da non arenarcisi nella neve, si catapulterebbe colà ad
assolvere le sue funzioni bio.
Ma di piazzuole non coperte da una quarantina di cm di neve non se ne parla.
Il picauzzo si ferma in un posto in cui solo a chinarsi la stessa capona verrebbe sepolta dal mar
bianco, che continua pure a scendere.
E' un uomo, LUI, con quell'attrezzo mai abbastanza invidiato.
Temendo seriamente per l'incolumità dei pantaloni + sedile macchina, la capona medita, martoriata e
ormai coi brividi, sulla differenza sessuale e su quanto siano privilegiati i maschi.
Altre luci gialle e rosse. Cazzo succede?
C'è un camion, ci dicono, che ha perso una ruota.
Naturalmente l'ha persa in pieno bosco, sì, ma davanti a uno spiazzo illuminato a giorno perché un
pirla c'ha un negozio di roba da sci.
Ma chi gli ha detto, a questo qui, di metter su un negozio in mezzo al bosco e di illuminare a giorno
con quel bisogno di privacy che c'è?
Non ci sono macchine dietro di noi, il camion manovra assistito dai vigili del fuoco e... ora o mai più!
La capona esce spavalda, si fa scudo della portiera aperta della macchina e regola per sempre i
conti con quel té di un paio d'ore prima proprio in tempo per risalire in macchina come un fulmine e
ripartire, visto che c'è un vigile del fuoco che gesticola con paletta verde e ci si deve muovere alla
svelta.
CHE LIBERAZIONE!
Compiuta l'eroica impresa non si teme più nulla, seguiamo fedelmente il camion che ci avrebbe
abbandonato per mettersi a cuccia a dormire in riva al Duerrensee-Lago di Landro.
Incrociamo gli spazzaneve enormi di casa nostra
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e c'infiliamo in Val Pusteria, girando in Val Casìes e approdando infine al Binta Pub, a qualche
centinaio di metri da casa, verso le undici e mezza, più o meno tre ore dopo la nostra partenza,
dove, pietosi, ci portano un ottimo panino con speck stagionato comme il faut, formaggio e
peperoncini.
E birra.
E una graspozza alla genziana, che giusto giusto ci andava.
A casa attacchiamo il riscaldamento e sbengggggggg sotto il piumino-grazie-Zitt (Zitt, negozio
conosciutissiomo, premiatissimo)di Merano ora chiuso
per far posto alle solite griffes per sciacquette con la grana.
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