IL TERZO CONVEGNO DI APICOLTURA URBANA SI È SVOLTO
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IL TERZO CONVEGNO DI APICOLTURA URBANA SI È SVOLTO
GRAZIE ROMA! IL 3° CONVEGNO NAZIONALE DI APICOLTURA URBANA SI È SVOLTO NELL’URBE Alveare in centro a Roma. di Monica Vercelli e Claudio Porrini n movimento culturale che dovrebbe insegnarci a considerare le api in modo diverso rispetto a quanto normalmente facciamo. E’ questo il messaggio di fondo emerso dal 3° Convegno Nazionale di Apicoltura Urbana, svoltosi, lo scorso 18 ottobre a Roma presso la sede del Parco dell’Appia Antica. Non si è registrato il pienone, complice anche la bellissima giornata di sole, come nell’edizione del 2013, ma il programma è stato intenso e il dibattito molto acceso. Diversamente dagli anni passati, il convegno, patrocinato da Roma Capitale, non ha potuto beneficiare di alcun finanziamenti, ma le Associazioni e gli Enti locali (Alpa, Aral, Urban Experience e Parco dell’Appia Anti- U Apicoltura Urbana ca), e in particolare Serena Rocchi, Fabrizio Nisi e Davide Bertelli, insieme al gruppo promotore dei primi due convegni svolti a Torino, hanno ugualmente fatto del loro meglio, introducendo anche nuove modalità per coinvolgere il pubblico ai temi trattati, come il radio-walkshow e l’Api-cena. Gli argomenti esposti hanno spaziato tra le realtà apistiche urbane di Roma, non disdegnando un accenno a quelle di Milano (candidata a ospitare l’edizione 2015), e le molte attività che è possibile intraprendere in città grazie all’apicoltura urbana: dall’impollinazione all’ApiSocial, dalla didattica all’ApiPetTherapy. Inoltre, nonostante non sia stato possibile invitare ospiti stranieri, una sessione è stata comunque Vasetto di miele dedicato all’evento. dedicata all’apicoltura urbana all’estero. Dopo i saluti iniziali da parte delle autorità (Alma Rossi Direttore del Parco Appia Antica, Mario Momella e Vittorio Di Girolamo dell’Aral, Francesco Panella Presidente Unaapi, Fabrizio Nisi dell’Alpa, Giovanni Formato dell’Izslt e Roberto Barbero di Aspromiele), che hanno esposto il loro apprezzamento e sostegno all’iniziativa, con Davide Bertelli e Serena Rocchi si è ripreso, in una sorta di collegamento ideale con il convegno L’Apis | N. 9 DICEMBRE 2014 23 Relatore “a piedi scalzi” al congresso di Roma Sembra che un convegno non si possa proprio organizzare se non ci sono finanziamenti europei, regionali, comunali o di qualche banca, se non si paga al relatore esterno l’albergo a cinque stelle, il viaggio, il pranzo, la cena, e l’intervento di venti minuti (magari già pubblicato su qualche sito o rivista, e spesso, non diversamente dall’averlo letto su un sito, senza il tempo di fare domande sfruttando la presenza “dal vivo” del relatore). “Mi dispiace, ma quest’anno non ci sono finanziamenti, c’è la crisi”. Questo convegno, invece, me lo ricorderò sempre perché c’era abbastanza interesse, abbastanza entusiasmo, per farlo succedere lo stesso. E vorrei essere non solo io a ricordarlo. Vorrei che creasse un precedente. Tra l’altro, nell’agriturismo di Fabrizio Nisi, sono stato molto meglio che in un albergo a cinque stelle, dove non mi sarebbe mai stato offerto formaggio appena prodotto, ancora tiepido, cosparso di fragrante miele di ailanto della casa (urbano, per coerenza). Il secondo letto era occupato da Armando Lazzati; la piacevolezza di quella vasta stanza e il silenzio notturno periurbano hanno fatto sì che il suono da lui emesso mi giungesse come una languida romanza per violoncello. Il tempo che per le domande non c’è mai, ce lo siamo preso in abbondanza, con un dibattito molto poco addomesticato e contingentato e molto libero, che è iniziato, prima ancora che nella sala convegni, nella passeggiata al Parco dell’Appia Antica, con questo fantastico sistema per cui ciascuno ha un auricolare e tutti possono comunicare con tutti, accedendo a turno al microfono, anche da lontano. Personalmente, sono contento di aver potuto fare un intervento che avevo molto esitato a concepire. Mettere in discussione l’amore per le api che ogni apicoltore è sempre pronto a sbandierare, e persino insinuare il dubbio che il simbolo dell’ape nelle nostre recenti campagne, come col panda del WWF, non possa essere che una strumentalizzazione dell’animale non umano per obiettivi solo umani, non pensavo che mi avrebbe attirato simpatia. E invece sì, tanto da farmi dubitare quanti avessero veramente capito cosa volevo dire. D’altra parte, presupponevo proprio che l’apicoltore urbano possa essere più portato ad affrontare una riflessione sulla natura e le implicazioni del nostro rapporto con l’ape, aprendosi a un possibile “punto di vista dell’ape”. Qualcosa che forse prima o poi toccherà a tutti. Antonio Barletta di UrBees ci ha rimproverato di aver fatto poco, tra un congresso e l’altro, i due di Torino e questo di Roma. Io penso che l’apicoltura urbana possa permettersi il lusso di essere “slow”, non è in quanto apicoltori urbani che si affrontano le emergenze del momento come l’Aethina o la Velutina, come apicoltori urbani nessuno ci corre dietro. Ma Antonio ha ragione nel momento in cui è nata, nell’emergere di tante realtà urbane, l’esigenza inderogabile di costituirsi in rete, rete pratica e leggera, di comunicazione (su temi concreti, legali, culturali), e anche di discussione sul perché di questa definizione: spero che non abbiamo cominciato a definirci urbani solo perché “fa figo”. P. Faccioli 24 L’Apis | N. 9 DICEMBRE 2014 del 2013 di Torino, il discorso delle esperienze di apicoltura nell’Urbe. In particolare Damiano Lucia e Paolo Antonelli hanno presentato, descrivendone le caratteristiche, i vantaggi e i punti deboli, l’arnia Warrè, proponendone l’utilizzo in città. Successivamente Armando Lazzati, Presidente di Apilombardia, ha dedicato il suo intervento alle api dei Barberini, nell’ipotesi di creare un ponte tra Roma e Milano, sede nel prossimo anno, oltre che dell’EXPO, del 4° Convegno Nazionale di Apicoltura Urbana. Dopo Londra e Parigi, quest’anno per l’apicoltura urbana nel mondo si è scelta San Francisco. Terry Oxford, apicoltrice nella città californiana, non potendo essere presente a Roma, ha preparato un film sulla sua esperienza apistica urbana, in cui ha raccontato con grande entusiasmo la sua passione per le api. Il film è stato proiettato in sala con il commento e la traduzione di Paolo Faccioli, che ha poi mantenuto la parola per la sua relazione come al solito innovativa, stimolante e di grande interesse. Paolo Faccioli ha analizzato, con un’ottica diversa, il rapporto tra uomo e animali e, più in particolare, quello tra apicoltori e api, ponendo il quesito, o meglio il dubbio, se sia vero amore o puro interesse. Dopo un veloce buffet a base di miele, pane, formaggi e vino, offerto da Alpa, i partecipanti al Apicoltura Urbana Fontana delle api in piazza Barberini con il gruppo dei partecipati al radio-walkshow. Stemma con le api Barberini sulla Chiesa di Santa Maria in Palmis. convegno, muniti di radioline e auricolari, hanno seguito, a mò di sciame, il “dinamizzatore” della giornata, Carlo Infante di Urban Experience, lungo un percorso di colori, profumi, sensazioni ma soprattutto di api, all’interno del Parco dell’Appia Antica. Il radio-walkshow, così è definita questo tipo di passeggiata, ha visto l’intervento dei relatori e partecipanti al microfono di Carlo Infante per la condivisione di esperienze personali, curiosità, realtà e descrizioni del mondo delle api. Nel pomeriggio, al rientro in sala, la discussione si è subito animata parlando delle normative sull’allevamento delle api esistenti in diverse città (Torino, Bologna, Bolzano, ecc.) e sulla definizione di “apicoltore urbano”. Chi si può definire tale? Solo chi ha un alveare sul terrazzo di una palazzina o anche chi ha scelto di posizionarlo in un giardino di città? Il concetto di apicoltura urbana è anche condivisione e socialità oppure è solo allevamento e produzione personale? Quesiti che puntualmente si ripresentano in ogni edizione del convegno; per fare un po’ di chiarezza è stato riproposto ai partecipanti un apposito questionario scaricabile anche dal sito: www.aspromiele.it. All’interno della successiva tavola rotonda sono state evidenziate le diverse potenzialità dell’apicoltura urbana. Daniela Sciarra (Legambiente) e Giovanni Bazzocchi (Rescue-AB, Università di Bologna) hanno riportato esperienze, considerazioni e prospettive del ruolo dell’ape nell’impollinazione degli orti urbani, mentre Davide Lobue (Associazione Parco del Nobile) ha sottolineato l’importanza di diffondere la conoscenza delle api, illustrando i progetti di didattica che coinvolgono scuole e famiglie con lezioni, visite in apiario, degustazioni e spettacoli. Monica Vercelli (Università di Torino) ha, invece, sottolineato come le api possano essere una “terapia” sociale e personale, descrivendo come esempio alcuni progetti di apicoltura nelle carceri e dell’ApiPetTherapy. La tavola rotonda si è conclusa con vari interventi e domande da parte del pubblico sugli argomenti trattati durante la giornata e sulla necessità, ribadita anche dai moderatori, di costituire un’associazione di apicoltori urbani per affrontare le diverse problematiche del settore, quali le normative comunali sulla presenza di alveari nelle città. Apicoltura Urbana Radio-walkshow nel Parco dell’Appia Antica nei pressi dell’apiario urbano BeeNet. L’Apis | N. 9 DICEMBRE 2014 25 Radio-walkshow nel Parco dell’Appia Antica. Lo sciame dei partecipanti si è poi diretto verso il centro di Roma per l’Api-cena, in cui piatti tipici, buon vino, miele e formaggi (offerti da Carlo Infante) sono stati accompagnati da aneddoti, poesie e racconti personali sulle api, “estorti” ai presenti da Claudio Porrini (Università di Bologna), che ha anche moderato la giornata. Dopo cena la serata è proseguita con un secondo radio-walkshow notturno alla scoperta delle api urbane di pietra per le vie di Roma. Per il commiato finale della giornata, il gruppo si è radunato intorno alla “Fontana delle api”, situata nell’angolo di Piazza Barberini con Via Veneto, ove è stata letta la bella poesia di Giorgio Celli “L’ape, un insetto zen”, che celebra questo magnifico insetto in una sorta di inno alla felicità. 26 L’Apis | N. 9 DICEMBRE 2014 Apicoltura Urbana