piemonte, una regione a vocazione industriale

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piemonte, una regione a vocazione industriale
Poste Italiane - Spedizione in A.P. Ar t. 2 Comma 20/C Legge 662/96 D.C. - D.C.I. n° 1/2011 - Contiene I.R.
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LA RIVISTA DELLE IMPRESE PASS EUROGROUP 1 FEBBRAIO 2011
INIZIATIVE PER LE PMI
IN ITALIA E IN EUROPA
10
SU INTERNET INIZIANO
A MANCARE GLI INDIRIZZI
12
CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO
ALLE IMPRESE DEL TURISMO
24
PIEMONTE, UNA REGIONE
A VOCAZIONE INDUSTRIALE
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SOMMARIO
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EDITORIALE
8
3
Una rivista che cresce con i suoi lettori
4
Il Piemonte, un’opportunità per le imprese
8
Promotori di sviluppo
PRIMO PIANO
FOCUS
10
EUROPA
10 Iniziative italiane ed europee in favore delle Pmi
ATTUALITÀ
12 Il Web è a corto di indirizzi
12
RITRATTI
14 Pmi: la via italiana al problema dimensionale
INDAGINE
16 I Confidi in Italia: ruolo storico e principali tendenze strategiche
CREDITO E FINANZA
14
18 Una partnership di valore
19 A Ferrara opportunità per le aziende juniores
SERVIZI
20 «Sviluppa il tuo business, fa crescere la tua impresa»
PASS 2011
22 Trova imprese
20
AGEVOLAZIONI
24 Piemonte: contributi a fondo perduto alle imprese del turismo
25 Tutte le novità
26 La nostra presenza in Italia
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EDITORIALE
LA RIVISTA DELLE IMPRESE PASS EUROGROUP
FEBBRAIO 2011
Registrazione presso il Tribunale di Torino
n. 4939 del 26/07/1996
Proprietà
Eurocons, Società Consortile
per la Consulenza Aziendale
Via Perugia, 56 - 10152 Torino
UNA RIVISTA CHE CRESCE
CON I SUOI LETTORI
Editore
Sindacato Provinciale Artigiani C.A.S.A.
Via Santa Teresa, 19 - 10121 Torino
Direzione e redazione
Via Perugia, 56 - 10152 Torino
tel. 011 24191 - fax 011 238283
[email protected] - www.eurogroup.it
Direttore responsabile
Alessandra Romano
Caporedattore
Dario Pagano
Hanno collaborato
Davide Cambursano, Riccardo Galimberti,
Giulia Franchi, Alessandra Gargano, Fiorenza
Lepore, Daniela Mazzoleni, Alessandra Prette,
Fabio Quaglia e Silvia Riva
Arty
Agostini, Torino
Impaginazione
Gianluca Negro
Stampa
Graficat, Torino
Tiratura
24.000 copie
Questo numero di Eureka! è stato chiuso
in redazione il 27 gennaio 2011
In copertina
Torino, il Palazzo Reale visto da piazza Castello.
Di costruzione secentesca fu residenza
dei duchi di Savoia, dei Re di Sardegna
e dei Re d'Italia fino al 1865
(Credit © Archivio Regione Piemonte)
Monocromatico. È con questo aspetto un po’ originale della copertina
che vogliamo iniziare il 2011 e presentarvi la nuova veste grafica di
“Eureka!”. Si tratta di una scelta evocativa con la quale abbiamo voluto evidenziare il passaggio a una nuova impaginazione dopo cinque
anni dall’ultima revisione. La rivista ha mutato più volte il suo aspetto
nel corso della sua storia – dal 1996 è il magazine delle imprese
socie di Eurofidi e di Eurocons – ma è da sottolineare come le revisioni grafiche più recenti siano state realizzate in coincidenza con
due momenti importanti nella storia di Torino, città dove ha sede la
nostra direzione e la nostra redazione. Sarà stato forse un caso, ma
quella dell’autunno 2005 è nata all’ombra degli imminenti Giochi
Olimpici Invernali di Torino 2006, mentre quella di oggi anticipa il
150° anniversario dell’Unità d’Italia.
La scelta di una nuova grafica per la rivista vuole assumere un significato non solo formale, ma anche sostanziale. Vogliamo infatti che
questo nuovo abito rappresenti sempre più la volontà della redazione
di offrire al lettore un prodotto valido, che non invecchia ma, anzi,
costantemente si rinnova e pensa alle esigenze delle imprese alle
quali ci rivolgiamo.
Non è un caso che da questo numero inizi anche un importante percorso istituzionale che ci porterà nel corso del 2011 a contattare le
personalità e gli enti più rappresentativi delle amministrazioni nelle
regioni in cui operano le aziende che usufruiscono dei servizi di Eurofidi e di Eurocons. Il nostro desiderio è sentire maggiormente da
vicino la voce dei territori e avere uno spaccato sulle diverse realtà
italiane che operano a sostegno dello sviluppo delle imprese.
“Eureka!” vuole crescere con voi e allargare il campo degli apporti e
dei contributi esterni alla redazione per darvi un panorama ancora
più completo delle realtà nelle quali quotidianamente tutti siamo chiamati a operare.
Alessandra Romano
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PRIMO PIANO
IL PIEMONTE,
UN’OPPORTUNITÀ
PER LE IMPRESE
n
Dario Pagano
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Situazione economica e prospettive di sviluppo, federalismo fiscale, distretti
industriali e alta velocità tra Torino e Lione. Su questi e su altri temi abbiamo
chiesto al presidente della Regione Roberto Cota la sua opinione
Credit © Archivio Regione Piemonte
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«È cambiata l’idea di Regione. Deve essere un ente che governa, fa
le leggi e fa funzionare i servizi, non una struttura che promuove attività su tutto l’universo mondo concedendo favori o distribuendo
prebende in modo più o meno assistenziale». È stato un esordio
molto determinato quello presidente della Regione Piemonte Roberto
Cota alla tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenuta a Torino
il 23 dicembre con il vicepresidente Ugo Cavallera e tutti gli assessori. Un incontro che è servito a trarre un bilancio sia di tutto il 2010
sia dei primi nove mesi della nuova amministrazione regionale.
Cota ha sintetizzato in alcune cifre l’attività della sua Giunta dal
giorno dell’insediamento: 50 sedute durante le quali è stata disposta
l’approvazione di 1.309 delibere, 17 disegni di legge, 13 regolamenti. «Io e gli assessori lavoriamo con uno spirito di squadra molto
forte – ha spiegato – che ha permesso di mettere in campo una filosofia di governo che parte dall’esigenza di rilancio del Piemonte e
affronta i temi con lo spirito di programmazione che vuole rispettare
gli impegni assunti in campagna elettorale».
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PRIMO PIANO
Ripercorrendo i mesi di governo Cota ha quindi ricordato i principali
risultati ottenuti: «Abbiamo cominciato dal lavoro, perché potenziare
il turismo enogastronomico va bene, ma in Piemonte deve funzionare
l’industria. Abbiamo perciò predisposto il piano straordinario per l’occupazione e quello per la competitività per dare il segnale che il Piemonte che vogliamo ha una vocazione industriale e produttiva».
Proprio sui temi dello sviluppo economico e delle prospettive future
del Piemonte abbiamo posto al presidente Cota alcune domande.
Presidente Cota, vista dal suo osservatorio istituzionale, come le appare la
situazione dell’economia regionale in queste prime settimane del 2011?
«Ci sono dei segnali incoraggianti, ma sarebbe sbagliato dire che siamo
fuori dal guado. Molto dura, infatti, è stata la crisi dei mesi passati e il
Piemonte ne ha sofferto più di altri perché arrivava da cinque anni di
immobilismo a livello regionale che non hanno portato quelle innovazioni che ci avrebbero permesso di affrontare meglio il momento di
difficoltà. Conscio di questo, come per altro promesso in campagna
elettorale, ho impegnato nei primi mesi del mio mandato tutte le risorse
possibili della Regione alla stesura del Piano straordinario per il lavoro
e l’occupazione da 390 milioni di euro e del Piano per la competitività
da 500 milioni. In una delle ultime riunioni di Giunta abbiamo approvato
gli ultimi passaggi importanti di questo pacchetto a sostegno della ripresa, che riguardano una detrazione Irap fino a 5 mila euro per tutte
le aziende che dal 1° gennaio 2011 assumeranno nuovo personale
(il bonus sale a 10 mila se il lavoratore è ultra cinquantenne) e l’istituzione di un fondo attraverso Finpiemonte per pagamenti rapidi da
parte della Regione per le imprese che lavorano per l’ente. Misure
molto concrete, che non rappresentano certo la soluzione di tutti i problemi ma sono comunque qualcosa di molto consistente».
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Il federalismo fiscale è legge dal 2009. Una volta che sarà pienamente operativo, quali benefici porterà al mondo delle imprese?
«Si stanno approvando proprio in questi mesi gli ultimi decreti attuativi
e, come Regioni, abbiamo raggiunto in dicembre l’intesa col Governo
sul decreto attuativo al federalismo fiscale che riguarda il fisco regionale
e i costi standard in sanità. L’accordo raggiunto è epocale, se si pensa
che questo comparto copre oltre l’80% del bilancio della Regione. Non
a caso, il passaggio fondamentale per il nostro governo regionale sarà
la riforma della Sanità, che verrà presentata proprio nei primi mesi del
2011 e su cui contiamo di avere l’accordo di tutto il mondo sindacale
e degli operatori del settore. Il federalismo cambia fondamentalmente
le cose, in quanto le Regioni conquistano la propria autonomia e saranno
in grado di gestire le proprie politiche. Nel momento in cui avremo le
mani libere sulla gestione delle nostre risorse, come Governatore potrò
avere ancora più margini per far diventare il Piemonte un’opportunità
per le imprese, facendo leva direttamente sulla fiscalità territoriale».
Venendo all’anno appena iniziato, quali saranno i principali provvedimenti
della Regione in favore delle Pmi?
«Continueremo a dare applicazione al piano sulla competitività e a
quello sul lavoro e l’occupazione, che hanno dato fin dalla loro attivazione ottimi riscontri concreti con aziende che hanno scelto il Piemonte per rilanciarsi».
Molti distretti industriali, per esempio quello orafo di Valenza oppure quello
tessile del biellese, mostrano una debolezza che è ormai strutturale. Con
quali politiche o proposte si può cercare di dare a queste aree nuove opportunità di sviluppo?
«La mia politica è di non abbandonare i nostri distretti industriali storici del Piemonte. Non credo infatti che turismo ed enogastronomia
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Regione Piemonte, votato il bilancio 2011:
«Permetterà di rispondere a tutti gli impegni presi»
Credit © Città di Torino, foto Claudio Penna
Il 30 dicembre scorso, il consiglio regionale del Piemonte ha votato il bilancio 2011, che pareggia in 16.508.307.462,38 euro
in termini di competenza e in 21.035.677.881,23 euro in termini di cassa. Rispetto alla fase di presentazione del disegno di
legge, il documento è stato modificato in sede di Commissione, attraverso un emendamento proposto dalla Giunta regionale,
che contiene variazioni di bilancio per un totale di 312.100.000.000 di euro. In sede di discussione è stato approvato un altro
emendamento, condiviso tra maggioranza e opposizione, con un’ulteriore variazione di oltre 10 milioni di euro. Il bilancio prevede la spesa di 2.042 milioni di euro per spese di funzionamento e del personale, oneri finanziari e ambiti di intervento prioritari per il governo regionale: politiche di lavoro, istruzione, formazione professionale, attività produttive, politiche sociali,
trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica. Rispetto ai fondi regionali disponibili, il bilancio di previsione 2011 stanzia 9
milioni di euro per opere pubbliche urgenti di pronto intervento, oltre 30 milioni per l’edilizia sociale, che comprendono il finanziamento del Programma casa, contributi ai Comuni, alle imprese, ai giovani e ai disabili per l’abbattimento delle barriere
architettoniche; 6 milioni sono destinati al sostegno agli affitti, altri 8,6 milioni di euro serviranno per il cofinanziamento del
Fondo nazionale per l’accesso alle abitazioni in locazione. Le risorse per la montagna salgono a 20 milioni per uno stanziamento
aggiuntivo di 7,3 milioni, così come i fondi per le borse di studio raggiungono, con 2 milioni aggiuntivi, un totale di 20 milioni.
Tra le altre misure più rilevanti, 27 milioni saranno destinati a opere ambientali, 11,5 milioni per il Piano Competitività, 5,5
milioni per gli allevatori e 4 milioni per lo smaltimento dei rifiuti animali. 700 mila euro in più sono destinati alle politiche per
la sicurezza, un milione di euro si aggiungono agli Ecomusei, 1,7 milioni per lo sport. Con la legge finanziaria sono stati finanziati, dal 2012 al 2016, i servizi di trasporto pubblico locale e ferroviario.
«Chiudiamo l’epoca dei bilanci carrozzone e approviamo un documento più snello, con fondi realmente accertati, basato su
una politica di risparmio che ci permette di rispondere a tutti gli impegni presi». Così il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha commentato l’approvazione del bilancio di previsione 2011. «Questo risultato – ha aggiunto Cota – è frutto di
un grande lavoro: abbiamo in mano uno strumento innovativo, concreto e basato sulle reali esigenze del Piemonte».
Il presidente della Regione Piemonte
Roberto Cota (a destra) con il vicepresidente
Ugo Cavallera alla conferenza stampa
del 23 dicembre scorso
siano in grado di supplire a un’eventuale chiusura delle nostre tante
aziende e fabbriche. Per ogni settore in difficoltà l’assessorato alle
Attività Produttive e quello al Lavoro stanno portando avanti singole
politiche in presa diretta con le esigenze dei territori, anche appoggiandosi ai piani approvati».
Crede che dopo l’Olimpiade di Torino nel 2006 il Piemonte abbia bisogno
di un’altra manifestazione di questo tipo per rilanciare la sua immagine internazionale? Se sì, quale?
«Torino e il Piemonte hanno ormai molte iniziative di carattere internazionale e penso che ogni nuovo evento che faccia conoscere la
nostra regione sia il benvenuto. Ovviamente, visto che si è parlato di
Olimpiade, occorre essere sempre più attenti nel calibrare bene questi grandissimi eventi, per evitare sprechi e strutture inutili con cui
fatalmente ci troviamo ogni volta a dover poi fare i conti. In primavera
tornerà a Torino il Salone dell’auto, come avevo anticipato in campagna elettorale e il nostro obiettivo è di farne uno ogni anno, incentrato sulle nuove tecnologie applicate all’auto».
Dopo anni di discussioni, a inizio 2010 sono stati approvati gli indirizzi ope-
rativi per la progettazione preliminare della nuova linea Torino-Lione. A che
punto è ora la progettazione della linea e qual è la sua opinione in proposito?
«Su questo argomento non occorre più esprimere opinioni, ma semplicemente partire con il cantiere. Parole ne sono state fatte già
troppe. O si parte, o si perde il progetto e si rimane indietro. E non
mi pare che si stia vivendo un momento economico in cui possiamo
permetterci questa seconda scelta».
Da anni si parla di macroregioni, dal Limonte tra Piemonte e Liguria a quella
che comprende anche alcune aree alpine francesi. Che cosa ne pensa?
«Penso che la nostra macroregione di riferimento immediato debba essere la Padania, con l’asse di ferro Piemonte, Lombardia e Veneto. Uno
dei territori più produttivi del mondo, che ha sicuramente ancora molte
cose da dire e di cui la Liguria è uno dei tasselli fondamentali. Per
quanto concerne le regioni francesi di confine, abbiamo già attivato in
questi mesi con loro molte collaborazioni concrete e proficue, soprattutto in ambito sanitario. In altre parole, quando esistono i margini per
una collaborazione utile la si fa, senza bisogno di grandi sovrastrutture
burocratiche, che a volte sono più autoreferenziali che altro».
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FOCUS
PROMOTORI DI SVILUPPO
Finpiemonte Partecipazioni incoraggia, amministra e realizza interventi di crescita del territorio
e di riutilizzo di aree degradate attraendo investimenti e stimolando il progresso economico di specifici settori
n
Alessandra Romano e Dario Pagano
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Quarantuno società piemontesi operanti nei settori dello sviluppo del
territorio, dell’ambiente ed energia, della logistica e trasporti, della
finanza, del turismo. È il portafoglio di aziende, tra controllate, partecipate e collegate, di Finpiemonte Partecipazioni, realtà mista a
prevalente capitale della Regione Piemonte – tra i suoi soci vi sono
anche i principali istituti di credito, organizzazioni imprenditoriali, camere di commercio, Province e Comuni piemontesi – istituita nel luglio del 2007 nell’ambito del progetto di scissione di Finpiemonte.
In seguito a questa operazione, alla nuova società è stata affidata la
gestione di buona parte del portafoglio partecipazioni posseduto in
precedenza da Finpiemonte: oggi Finpiemonte Partecipazioni e le
sue società rappresentano uno dei principali punti di riferimento del
governo regionale, degli enti locali e del tessuto produttivo e imprenditoriale per l’avvio di politiche di sviluppo territoriale. Dalla sua costituzione al 2009 ha reso possibile la restituzione al territorio di
175 mila metri quadri recuperati da siti degradati e l’insediamento
di circa 530 nuove aziende per un totale di oltre 8.500 addetti. Grazie alla sua attività, inoltre, sono state realizzate circa un milione di
metri quadri di nuove aree industriali attrezzate, mentre nel crocevia
logistico piemontese sono stati movimentati 130 mila container.
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La nuova sede di Finpiemonte Partecipazioni in corso Marconi 10 a Torino,
sede storica del Gruppo Fiat.
Nella pagina a fianco, Paolo Marchioni, presidente della società
A capo della società, che a inizio anno ha trasferito i suoi uffici nel
rinnovato palazzo torinese di corso Marconi 10, sede storica degli uffici della dirigenza del Gruppo Fiat, c’è Paolo Marchioni, 41 anni, avvocato, dal giugno 2008, consigliere di Eni e, più recentemente,
vicepresidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola, con delega
alle attività produttive e al bilancio.
Avvocato Marchioni, a quasi quattro anni dallo scorporo di Finpiemonte Partecipazioni da Finpiemonte quale bilancio si può trarre della vostra attività?
«Occorre subito sottolineare che il processo di creazione di una holding regionale di partecipazioni non si è ancora concluso. Lo sarà
entro il primo semestre di quest’anno con l’acquisizione delle ultime
partecipazioni regionali in nove società. Al termine di questo processo
saremo presenti in 41 società tra controllate, collegate e partecipate.
In base alla legge istitutiva, Finpiemonte Partecipazioni avreb- be avuto
tempo fino al luglio del 2012 per ultimare questo processo, ma abbiamo preferito non attendere per completare al meglio e quanto
prima la nostra mission».
In quali settori operano le ultime società che passeranno sotto il vostro controllo?
«Gli ultimi trasferimenti riguardano società attive nei settori aeroportuale (Cuneo, Torino e Biella), agroalimentare e zootecnico (Orbassano e Cuneo), fieristico (Valenza), formazione e ricerca e perfino
termale (Acqui). In questo modo, possiamo affermare che tutte le
partecipazioni regionali nella logistica, energia ed energie alternative,
gestione dei rifiuti, turismo saranno accorpate e gestite da noi. Solo
i parchi tecnologici e gli incubatori di imprese rimangono in Finpiemonte, perché hanno più riferimento al pubblico e allo sviluppo».
Quali sono le sfide che ancora vi attendono?
«Vorrei innanzitutto occuparmi delle società che sono in perdita strutturale, cercando di capire perché non rendono. In più, mi piacerebbe
analizzare meglio i settori che guadagnano per incrementarne l’attività. Ad oggi, i campi d’attività con le migliori performance sono l’ambiente e l’energia per quanto riguarda sia la redditività sia il rientro
degli investimenti. Un altro obiettivo che ci poniamo è quello di una
maggiore attenzione al delicato settore dello sviluppo del territorio.
Ci sono molte superfici a destinazione artigianale e industriale ancora
da collocare. Per farlo occorre trovare nuovi canali di mercato: per
esempio, oggi è forse possibile un accordo con il Ceipiemonte (l’or-
ganismo regionale dedicato all’internazionalizzazione del territorio,
NdR) per attrarre investimenti con un marketing di territorio».
Perché questi spazi sono vuoti?
«In alcuni casi, non sono utilizzabili semplicemente perché sono troppo
grandi: si tratta di aree realizzate appositamente per potenziali acquirenti che poi, anche a causa della crisi, non hanno perfezionato l’acquisto. Occorre sia una seria valutazione per decidere che cosa fare
di questi immobili sia, nell’ambito di un’adeguata gestione di tali aree,
valutare la tipologia delle attività che vi si insediano. Stiamo lavorando
molto bene a Mirafiori con Tne (Torino Nuova Economica, la società
che si occupa di acquisto, realizzazione e gestione, in via diretta o indiretta, di immobili per l’attuazione di progetti e programmi di valorizzazione e riqualificazione di interesse regionale, NdR) e a breve verrà
consegnato al Politecnico di Torino il nuovo centro del design. Queste
aree pronte ma vuote rappresentano un eloquente segnale di uno stato
di crisi persistente».
Dal suo punto di vista, la crisi può essere in via di superamento?
«Sono moderatamente ottimista, anche per via delle azioni intraprese
dalla Regione Piemonte con il Piano straordinario per il lavoro e l’occupazione e con il Piano per la competitività, provvedimenti che hanno
contribuito a portare imprese in Piemonte. La crisi in ogni caso non è
finita. La mia percezione è che potremmo essere circa a metà del percorso, in quanto la situazione generale è ancora molto precaria: l’Europa è molto ferma e forse sarà l’ultima area geografica a uscire dalla
crisi. L’importante è che gli interventi di natura pubblica portino alla
realizzazione di nuove attività economiche. In questo contesto, in Piemonte come in altre regioni d’Italia la funzione dei Confidi è stata ed è
tuttora fondamentale: possiamo quasi parlare di un loro ruolo sociale».
Quali saranno le vostre strategie future?
«Innanzitutto, l’ottimizzazione delle partecipazioni attraverso la loro
valorizzazione e razionalizzazione, da realizzare anche tramite la dismissione, fusione o liquidazione di alcune di esse, e la specializzazione delle singole partecipate. In più, contiamo di chiudere in utile
i prossimi tre esercizi sociali, grazie all’acquisizione di buone partecipazioni e nonostante il deficit di alcune di queste sia oggi notevole.
L’aspetto veramente importante nella gestione delle partecipazioni
è mantenere l’equilibrio tra le società in perdita e quelle in utile».
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EUROPA
INIZIATIVE ITALIANE
ED EUROPEE IN FAVORE DELLE PMI
Il ministero dello Sviluppo economico ha presentato il rapporto di attuazione dello
“Small Business Act”. Nel corso di quest’anno, la Commissione europea provvederà
a rivedere il testo dello Sba per mantenerlo sempre aggiornato alle continue sfide
che le imprese devono affrontare
n
Matteo Fornara e Piera Iovino
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
L’Italia è il Paese delle piccole e medie imprese, ma il quadro nel
quale esse operano non è ancora all’altezza delle sfide di oggi. Il Ministero dello sviluppo economico ha appena presentato il rapporto
di attuazione dello “Small Business Act” (Sba) sulle iniziative a sostegno delle Pmi in Italia e nell’Europa a 27, mettendo a confronto
quello che si fa per realizzare un obiettivo fondamentale della strategia di crescita economica in risposta alla crisi: mettere le Pmi al
centro dell’azione dell’Unione.
Lo “Small Business Act” dell’Unione Europea, in vigore dalla fine del
2008, è ormai diventato il testo di riferimento per la politica di sostegno alle Pmi nei Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa. La direttiva italiana di attuazione è datata 4 maggio 2010. La sua
applicazione completa aumenterebbe il Pil del nostro Paese dell’1%,
più della crescita prevista per i prossimi anni. In parallelo, la direttiva
sui ritardi dei pagamenti, approvata in ottobre dal Parlamento europeo e da trasporre nell’ordinamento italiano entro due anni, promette
di rimettere in circolo somme importanti (si parla di 180 miliardi di
euro in tutta Europa, un terzo dei quali solo nel nostro Paese) per
alimentare il circolo virtuoso degli investimenti e della crescita.
L’Italia, in confronto agli altri Paesi Ue, va bene sulla promozione dell’imprenditorialità e sull’accesso ai mercati, ma è ancora indietro su
innovazione e accesso al credito. L’amministrazione pubblica è scar-
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samente recettiva in Italia: ad esempio, i costi di esecuzione dei contratti sono di gran lunga superiori alla media europea, così come i
procedimenti per registrare una proprietà. Invece, i tempi sono più
brevi in Italia per iniziare una nuova attività. Gli aiuti di Stato destinati
alle Pmi in Italia sono notevolmente maggiori rispetto alla media Ue
(37% contro 10% del totale), mentre sul fronte accesso al credito le
difficoltà per ottenere un credito e i tempi di attesa sono molto superiori. In negativo, spiccano i dati su competenze e innovazione: la percentuale di imprese che vendono o acquistano online in Italia (12%)
è la metà di quella europea (23,5%), e le Pmi che fanno innovazione
in rete con altre imprese è del 4,3% contro l’11,6% dell’Europa. Abbastanza in linea con la media il dato sull’internazionalizzazione: il
27% delle imprese va all’estero.
Il rapporto del Ministero dello sviluppo economico segnala i settori
d’intervento sui quali si è già intervenuto, per il miglioramento del
rapporto tra pubblica amministrazione e imprese (con lo Sportello
Unico per le attività produttive di settembre 2010, o la Comunicazione unica, tra gli altri), il sostegno a innovazione e internazionalizzazione, la partecipazione agli incentivi e l’accesso al credito (su
quest’ultimo aspetto, il potenziamento del Fondo di Garanzia con
1,6 miliardi di euro disponibili anche ad artigiani e cooperative). Si
riconosce anche l’importante apporto, che cresce di mese in mese,
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Riviste le norme sull’orario di lavoro
Credit © European Union
Proprio nei giorni in cui a Torino si svolgeva il referendum sul piano aziendale della Fiat e in Italia si accendeva il
dibattito sulle relazioni industriali, la Commissione europea rilanciava il riesame della direttiva sull’orario di lavoro,
avviando la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro. In parallelo, l’esecutivo comunitario
ha presentato una relazione dettagliata sull’attuazione della direttiva da parte degli Stati membri dell’Unione.
Il riesame si basa su una serie di obiettivi strategici per adattare l’orario di lavoro ai cambiamenti in corso, tutelando
nel contempo la salute e la sicurezza dei lavoratori. I temi sui quali si chiede la posizione di sindacati e imprenditori
sono, tra gli altri, i servizi di guardia, i periodi minimi di riposo, la problematica degli orari di lavoro eccessivi, una
migliore conciliazione della vita lavorativa e di quella familiare, e le precisazioni sugli ambiti in cui la legislazione
può risultare poco chiara.
Da tempo, tra le parti sociali è emerso un ampio consenso sulla necessità di modificare le regole al più presto. Le
regole europee sull’orario di lavoro dovrebbero consentire una maggiore flessibilità per garantire ai rappresentanti
dei lavoratori e dei datori di lavoro la possibilità di negoziare più efficacemente a tutti i livelli.
La relazione sull’attuazione della direttiva attualmente in vigore da parte degli Stati della Ue identifica i punti principali di mancata osservanza o di incertezza del diritto nei vari Paesi. L’Italia, ad esempio, esclude dall’applicazione
della direttiva alcune categorie di lavoratori del servizio pubblico come le forze armate o la polizia, ma anche i
servizi d’emergenza o gli impiegati delle biblioteche. Inoltre, nel nostro Paese non sono applicati i limiti previsti
per i lavori pericolosi o stressanti nelle ore notturne.
La Commissione ha presentato i risultati di alcuni studi indipendenti sull’impatto socio-economico delle regole relative all’orario di lavoro e di attività di ricerca sui cambiamenti dei modelli lavorativi. Emergono aspetti quali i possibili effetti dannosi per la salute di orari di lavoro eccessivi, gli attuali vincoli di spesa degli Stati membri e il
problema delle carenze di personale specializzato, mentre i datori di lavoro del settore pubblico e di quello privato
identificano modalità per ridurre l’impatto delle regole sull’orario di lavoro. La nuova direttiva potrebbe fungere da
catalizzatore per migliorare l’efficienza e l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.
Per dire addio alle discariche, occorre promuovere il riciclaggio
Credit © European Union
dell’imprenditoria femminile,
dell’artigianato e dell’imprenditoria extracomunitaria. Sono
251 mila le imprese italiane con
titolare extra Ue, destinatarie
principali delle misure di microcredito lanciate nel quadro
dell’attuazione dello Sba. Al vaglio del Ministero c’è la proposta di legge annuale sulle Pmi,
che interverrà per favorire le
forme di aggregazione tra le
imprese, semplificare ulteriormente il quadro amministrativo
e agevolare successione e trasmissione d’impresa.
Nel 2011 la Commissione europea provvederà a rivedere il testo
dello SBA per mantenerlo aggiornato rispetto alle sfide sempre nuove che il mondo delle
imprese ha di fronte.
Ogni famiglia getta ogni anno 500 euro nella spazzatura: il 25% del cibo acquistato viene infatti buttato, ma con
piccoli accorgimenti più della metà potrebbe essere riutilizzato. In Italia, ogni persona butta circa 150 chilogrammi
di cibo l’anno, un dato nella media della UE. La produzione complessiva di rifiuti in Europa è in aumento e costituisce
una risorsa non pienamente sfruttata. La relazione della Commissione europea sulla gestione dei rifiuti da parte degli
Stati membri ha fatto emergere una realtà preoccupante, per la quale occorrono delle soluzioni concrete. È necessario
vietare i dannosi processi di smaltimento in discarica, promuovere maggiormente il riciclaggio e rendere più coerenti
la progettazione dei prodotti e le politiche in materia di rifiuti, oltre a sensibilizzare i cittadini.
In alcuni Paesi lo smaltimento in discarica è scomparso, ma in altri più del 90% dei rifiuti viene ancora interrato.
L’Italia è uno degli Stati nei quali la questione rifiuti non è ancora risolta: un’infrazione su 5 al diritto europeo sull’ambiente è sul tema dei rifiuti, e il nostro Paese, con l’Ungheria, è in testa alla graduatoria.
La direttiva europea sui rifiuti del 2008 introduce una sorta di gerarchia dei vari tipi di rifiuti, stabilendo un ordine
di priorità per il loro trattamento. La linea prioritaria della strategia è chiara e si chiama prevenzione, cui seguono il
riutilizzo, il riciclaggio e altre modalità di recupero. All’ultimo posto nella lista dei possibili interventi, da usare soltanto
se necessario, i sistemi di smaltimento come la messa in discarica. La norma prevede insomma che gli Stati ammodernino i loro piani di gestione dei rifiuti, predispongano appositi programmi di prevenzione entro il 2013, e riciclino
il 50% dei rifiuti urbani e il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione entro il 2020. Il ricorso alle discariche in
Italia è diminuito negli ultimi anni: nel 1995 il 95% dei rifiuti andava in discarica, un dato sceso al 50% nel 2007.
L’Europa fissava anche un calendario preciso, con un periodo transitorio di due anni a
disposizione degli Stati per allinearsi alla norma, ma al termine previsto, il 12 dicembre
scorso, solo pochi l’avevano
recepita. Scatteranno così
presto le procedure previste
per chi non ha fatto quanto richiesto dalla direttiva rifiuti,
con un percorso che potrebbe
portare i Paesi inadempienti
alla Corte di Giustizia.
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ATTUALITÀ
IL WEB È A CORTO DI INDIRIZZI
La Rete è sempre più sovraffollata e l’attuale versione del protocollo IP (Internet Protocol) sarà in grado di generare
nuovi indirizzi solo fino a novembre. Per questo motivo, negli ultimi diciotto anni ne è stata sviluppata una nuova,
già operativa in varie parti di Internet
n
Dario Pagano
Internet sta per finire gli indirizzi disponibili, ma la tecnologia sta cercando di porvi rimedio. Il sistema IPv4, che ha accompagnato in questi anni lo sviluppo della Rete, è ormai inefficiente per fornire un unico
indirizzo IP a tutti gli utenti. L’IPv4 è in grado di raggiungere i quattro
miliardi di indirizzi e questi sono stati in gran parte già assegnati.
Per il successore, l’IPv6, che è molto più capiente del precedente, è
stato fissato per l’8 giugno prossimo il “World IPv6 Day”. In quel
giorno i più grandi fornitori di contenuti renderanno i loro server raggiungibili anche in IPv6. Il test potrà mettere in luce eventuali malfunzionamenti dovuti a errori di configurazione sulla Rete, dando
tempo agli operatori di correre ai ripari prima del “decisivo” mese di
novembre, quando, secondo alcune ipotesi, gli ultimi indirizzi IP si
esauriranno definitivamente.
Abbiamo chiesto a Marco Sommani, responsabile dell’unità di ricerca
“Progettazione, sviluppo e monitoraggio di reti telematiche” presso
l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa di chiarirci alcuni
aspetti di questa vicenda.
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Dottor Sommani, è vero che gli indirizzi Internet stanno per finire?
«Gli indirizzi versione 4, cioè quelli utilizzati su Internet da circa trent’anni, stanno per finire. I primi allarmi sono stati dati alla fine del
1992, quando gli indirizzi non assegnati erano il 56,56% del totale.
Negli anni successivi, che hanno visto l’inizio dell’uso commerciale
di Internet, gli indirizzi sono stati distribuiti con estrema cautela, tanto
che alla fine del 2009 quelli non assegnati erano ancora l’11,76%
del totale. Nel 2010 c’è stata un’impennata di richieste (tutte pienamente giustificate), per cui alla fine di novembre quelli non assegnati
erano scesi al 3,17%».
Come funziona il processo di assegnazione degli indirizzi?
«Agli utenti finali gli indirizzi sono distribuiti dai “Local Internet Registries” (LIR), che nella maggior parte dei casi coincidono con gli Internet Service Provider. I LIR, quando sono a corto di indirizzi da
distribuire ai loro utenti, si fanno assegnare un nuovo blocco di indirizzi
dal “Regional Internet Registry” (RIR) della loro regione. I RIR sono
cinque: ARIN per il Nord America, RIPE per l’Europa e il Medio Oriente,
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Marco Sommani, responsabile dell’unità di ricerca
“Progettazione, sviluppo e monitoraggio di reti
telematiche” presso l'Istituto di Informatica
e Telematica del CNR di Pisa (nelle immagini a destra)
APNIC per il Pacifico e il resto dell’Asia, LACNIC per l’America Latina
e AfriNIC per l’Africa. Quando un RIR è a corto di indirizzi, richiede un
nuovo blocco di indirizzi all’autorità suprema, che si chiama “Internet
Assigned Numbers Authority” (IANA). Il numero degli indirizzi contenuti in ciascuno dei blocchi che IANA assegna ai RIR è pari a 2 elevato
alla 24esima potenza (16.777.216). In tutto questi blocchi sono
221. Le percentuali indicate prima si riferiscono alla quantità di blocchi
ancora disponibili presso IANA alle date indicate: 125 a fine 1992,
26 a fine 2009 e 7 al 30 novembre 2010».
Che cos’è l’Ipv6?
«L’IPv6 è una nuova versione dell’Internet Protocol, ossia delle regole
che stabiliscono come far viaggiare i dati dall’apparato mittente a
quello destinatario. Per apparato si intende qualunque sistema che
possa comunicare via Internet: computer, router, smartphone, apparati di videosorveglianza, videogiochi etc. Ogni apparato in grado
di ricevere o inviare dati via Internet deve possedere un indirizzo.
Oggi gli indirizzi Internet sono di due tipi: quelli IPv4 (lunghi 32 bit)
stanno per finire, mentre quelli IPv6 (lunghi 128 bit) sono talmente
numerosi che forse la specie umana si estinguerà prima del loro
esaurimento».
Uno scambio di dati fra due apparati deve quindi avvenire o in IPv4 o in IPv6?
«Perché sia possibile uno scambio di dati usando una determinata versione, è necessario non solo che entrambi gli apparati terminali conoscano quella versione, ma anche che la versione sia presente su
tutti i “router” (sistemi addetti allo smistamento dei dati) presenti sul
percorso. Per un passaggio indolore da IPv4 a IPv6 è necessario che
il maggior numero possibile di apparati sia in grado di operare con
entrambe le versioni. Oggi la maggior parte degli apparati potrebbe
operare con entrambe le versioni, ma, mentre sui computer recenti le
due versioni si attivano automaticamente ad insaputa dell’utente, sui
router (gestiti in genere dai provider) è necessario un intervento manuale, altrimenti continuano ad operare solo in IPv4. Altri interventi
manuali sono necessari sul sistema dei nomi a dominio, vale a dire su
quella funzione di Internet che permette di scoprire l’indirizzo IP corrispondente a un nome a dominio: se, quando provo a connettermi a
“www.repubblica.it”, il sistema dei nomi a dominio mi comunica solo
l’indirizzo IPv4, il mio computer continuerebbe ad usare IPv4 anche
se il sito fosse raggiungibile anche in IPv6».
Chi, come molti dei nostri lettori, ha dei siti Internet deve fare qualcosa in
funzione del passaggio dall’IPv4 all’IPv6?
«Nella maggior parte dei casi, chi ha un sito Web si appoggia a un servizio di web hosting. In questi casi, il compito di rendere il sito raggiungibile anche in IPv6 spetta al fornitore del servizio. Alcuni servizi di web
hosting sono già raggiungibili in IPv6. Per conoscere lo stato del proprio
sito, si può dare, dalla command line di un qualunque computer, il comando “nslookup -type=aaaa nomesito”. Se fra gli indirizzi presenti nella
risposta ce ne è qualcuno in cui compare più volte il carattere “:” il sito
è già raggiungibile in IPv6. Chi, invece, gestisce server che ospitano siti
web, deve fare in modo che i suoi server abbiano un indirizzo globale
IPv6 e che questo sia pubblicato nel sistema dei nomi a dominio».
È vero che il nostro Paese in questo campo è in ritardo?
«Anche se la situazione del nostro Paese è un po’ peggiore di quella
di altri, la tendenza ad ignorare il problema c’è stata un po’ dappertutto.
Nei primi anni Novanta fu commesso l’errore di lanciare prematuramente l’allarme circa l’imminente esaurimento degli indirizzi IPv4. Siccome, invece, si vedeva che continuava ad esserci disponibilità di
indirizzi da distribuire, si è diffusa la convinzione che l’esaurimento riguardasse un futuro remoto e che, nel frattempo, fosse possibile ignorare il problema. In Italia, gli unici che hanno preso sul serio la questione
sono la rete delle università e degli enti di ricerca (GARR) e alcuni piccoli provider. Telecom Italia, che era stata fra i primi nel nostro Paese
a sperimentare il nuovo protocollo allo CSELT/TILAB, cessata la sperimentazione non ha più dato segni di interesse. A dire il vero, laddove
le apparecchiature sono aggiornate, il lavoro da fare per l’attivazione
di IPv6 non è tanto, per cui gli ambienti più dinamici non dovrebbero
avere difficoltà a rimettersi al passo. Più grave è il problema in quegli
ambienti, come la pubblica amministrazione, dove l’innovazione richiede tempi più lunghi. In particolare, il nostro governo e il Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA che
ha assunto in seguito la denominazione “DigitPA”) hanno fatto poco
per sensibilizzare gli enti pubblici su questo tema. Il risultato è che il
sistema di connettività che collega le pubbliche amministrazioni (SPC),
pur essendo stato progettato in tempi assai recenti, è stato pensato
per il solo protocollo IPv4. I server della pubblica amministrazione rischiano di non poter essere raggiunti dai nuovi computer che, in seguito all’esaurimento degli indirizzi IPv4, avranno solo indirizzi IPv6».
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RITRATTI
PMI: LA VIA ITALIANA
AL PROBLEMA DIMENSIONALE
Sebastiano Barisoni conduce su Radio 24 “Focus Economia”.
Per il giornalista è improbabile che nel nostro Paese le aziende tendano a unirsi
o a fondersi fra loro. Ma l’alternativa per crescere c’è: realizzare reti d’impresa
n
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Daniela Binello
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Fare sistema si può
Per le imprese fare sistema vuol anche dire sviluppare congiuntamente export, ricerca e innovazione. Sarebbe fondamentale
per le aziende italiane cogliere questa opportunità, sui cui i distretti industriali di Confindustria, le associazioni e, in certi casi
anche le politiche territoriali, si stanno impegnando. Lo strumento, introdotto dal decreto incentivi, è da interpretare come un
“facilitatore” e, come ha sostenuto Sebastiano Barisoni di Radio24 nell’intervista di queste pagine, per le aziende italiane,
che sono spesso di piccole dimensioni, fare rete fra loro è l’unica via italiana da battere pragmaticamente.
Ci sono almeno duemila imprenditori industriali interessati ad aggregarsi alle reti iscritte nel registro delle imprese di Unioncamere (il settore metalmeccanico è per ora il maggiore soggetto apripista). Oltre la metà delle loro aziende sono Pmi.
Con il Protocollo raggiunto fra RetImpresa e Unioncamere è stata avviata anche una nuova fase di sensibilizzazione verso gli
imprenditori che vogliano acquisire le prerogative che offre questo strumento. L’interesse verso le reti c’è, ma resta il timore
di perdere la propria autonomia. Bisognerà, quindi, puntare a un’attenta analisi dei vantaggi. Le aziende aderenti al contratto
di rete possono destinare fino a un milione di euro al fondo patrimoniale della rete per realizzare il programma in comune,
escludendo tale importo dal concorso alla formazione del reddito d’impresa. I decreti attuativi specificheranno più dettagliatamente regole e modalità tecniche, sebbene sia da mettere in conto che non mancheranno alcune difficoltà applicative che
bisognerà vagliare caso per caso.
Oltre a ciò, il ministro Tremonti si è impegnato a prorogare il periodo di sospensione d’imposta che scadrà nel 2012, avanzando
l’ipotesi di aumentare i fondi a disposizione. Le Pmi, però, devono dimostrare che fare rete d’impresa funziona. In questo il
loro ruolo sarà certamente cruciale.
Tenuto conto che le stime parlano di un rating che potrebbe migliorare fino al 20 per cento per la partecipazione dell’azienda
alla rete, perché non cimentarsi in questa prospettiva che, oggi come oggi, appare convincente anche per le banche? UniCredit
e Barclays Italia hanno già adottato modelli di rating che tengono conto della partecipazione delle imprese alla rete e, passo
dopo passo, si stanno aggiungendo altri importanti istituti di credito.
Le Pmi partono in vantaggio in questo nuovo modo di ragionare, poiché sono naturalmente più flessibili, ma c’è ancora tanto
lavoro da fare, come, innanzitutto, razionalizzare e mettere concretamente a disposizione la filiera della ricerca e dell’innovazione. Il che significa mettere in condivisione una parte importante delle conoscenze impiegate per produrre, così facendo
però le Pmi agganceranno la ripresa già da quest’anno.
D.B.
Sebastiano Barisoni, 42 anni.
Attualmente caporedattore news di Radio24,
ha trascorso tre anni a Londra alla
“Bloomberg Television”
Ogni pomeriggio alle cinque in punto, dal lunedì al venerdì, “Focus
Economia” inizia sulle note di “A Forest”. Il programma di Radio24,
condotto da Sebastiano Barisoni, è un appuntamento fisso per tutti
coloro i quali seguano i temi finanziari ed economici più caldi della
giornata. La scelta di quella base musicale, un classico del gruppo
inglese “The Cure”, è un indizio. Lo stile incalzante del conduttore
rivela che i tre anni spesi a lavorare a Londra per “Bloomberg Television” sono stati il suo imprinting giornalistico che non ha mai tradito.
Molto anglosassone. E meno male, perché Focus Economia è diventato un programma di successo della radio fin dal 1999. Barisoni,
42 anni, che in precedenza ha condotto per la stessa emittente “Salvadanaio”, è anche il caporedattore news di Radio24.
Barisoni, come valuta la competitività delle imprese italiane?
«Molto buona nonostante le dimensioni, che spesso sono troppo piccole. Potrebbe essere meglio».
Nel Rapporto d’autunno di Confindustria si prevede una crescita del Pil per
quest’anno pari al +1,1 per cento. L’Italia delude?
«Il dato era noto. Noi cresciamo meno degli altri e questo è uno dei
problemi del Paese. Perdiamo come gli altri, ma cresciamo della metà.
È un ciclo che va avanti da quindici anni, un trend che non accenna
a cambiare. Le motivazioni sono varie, tra cui le dimensioni delle imprese, l’eccesso di burocrazia e un ambiente economico troppo rigido, poco flessibile. Anche nei rapporti di lavoro».
Molti sostengono che la via d’uscita sia fare rete. È così anche secondo lei?
«È l’unica possibilità e anche la sola speranza. Visto che è difficile
che le imprese tra di loro si uniscano e si fondano, l’unica alternativa
si può chiamare rete d’impresa. È la via italiana per superare il problema dimensionale».
Siamo al quarto anno di crisi economica globale. Come giudica la redditività
delle imprese?
«Dipende. Alcune aziende si sono riprese molto bene, mentre altre
soffrono ancora tanto. La situazione, però, è a macchia di leopardo
e non solo da un punto di vista per così dire fatalmente geografico.
Voglio dire che la situazione è a macchia di leopardo anche secondo
la tipologia d’impresa e i settori in cui si opera».
Il prodotto italiano è sempre eccellente com’è nostra convinzione?
«Quello di fascia alta sì. Subiamo la concorrenza sulla fascia media e
soprattutto su quella bassa».
Quali sono le criticità che rendono difficile mantenere nel tempo il posizionamento raggiunto da un’azienda?
«La difficoltà a unirsi e a fare massa critica. Un problema che dipende
dalla mentalità, dalla cultura e dalla storia dell’impresa. Al 98 per
cento si tratta di aziende familiari sotto i 50 dipendenti. Inoltre, esiste
un problema di passaggio generazionale molto forte che non si sta
risolvendo».
Lei si esprime spesso in modo battagliero contro l’evasione fiscale. Se dipendesse da lei, che cosa farebbe?
«È vero, sono d’accordo sul fatto che si dovrebbe lottare contro l’evasione fiscale, però una vera lotta dovrebbe andare di pari passo con
la sburocratizzazione di costi e oneri propri per le imprese. Inoltre,
dovrebbe andare a colpire i patrimoni più che i redditi».
È favorevole al redditometro?
Direi sì al redditometro perché il problema non è colpire tutta l’evasione fiscale, ma colpire l’evasione totale o quasi totale».
È contrario ai condoni?
«Totalmente contro».
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INDAGINE
I CONFIDI IN ITALIA:
RUOLO STORICO E PRINCIPALI TENDENZE STRATEGICHE
Nel corso degli anni, le strutture di garanzia,
nate l’obiettivo di favorire l’accesso al credito
delle Pmi socie, hanno conosciuto una forte
evoluzione. “Basilea 3” le pone adesso di fronte
a nuove sfide, per il cui superamento dovranno
esaltare ulteriormente la loro funzione di ponte
fra banca e impresa
n
Roberto Quaglia*
Roberto Quaglia,
direttore generale ESCP Europe,
campus di Torino.
16 | FEBBRAIO 2011
I Confidi nascono con l’obiettivo di sussidiarietà per offrire garanzie
fidi ai soci, favorendone l’accesso al credito; in una tale logica, i contributi dei soci più meritevoli permettono di far fronte al default di
quelli in difficoltà. Molti Confidi sono nati in seno alle associazioni di
categoria, come un servizio aggiuntivo per i loro associati. Per le
banche, rappresentano storicamente un’opportunità di mitigazione
del rischio di credito.
Nel 2007 l’entrata in vigore degli accordi di “Basilea 2” e la definizione della normativa secondaria di Banca d’Italia introducono una
discontinuità nel mercato. I Confidi che si trasformano in intermediari
vigilati offrono alle banche un forte valore aggiunto, ossia permettono
a queste ultime di ridurre il capitale assorbito dal credito erogato al
cliente finale. La normativa prevede, inoltre, che quelli più grandi abbiano l’obbligo di trasformarsi in intermediario vigilato. L’impatto di
questa discontinuità è stato favorire la crescita dei Confidi maggiori e
avviare un processo di concentrazione del settore, che ha portato a
fusioni e aggregazioni, necessarie per far fronte ai costi di trasformazione. Inoltre, negli anni 2007 e 2008 la forte liquidità presente sui
mercati ha permesso ai Confidi più grandi di crescere ulteriormente
grazie a operazioni in tranched cover, strutturate con le principali banche: queste ultime rivendevano a loro volta le posizioni assunte sul
mercato secondario, allora particolarmente liquido (operazioni nell’ordine di grandezza di centinaia di milioni, fino al miliardo di euro).
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Nella pagina a fianco Palazzo Koch,
sede della Banca d’Italia a Roma
LA CRISI FINANZIARIA
E IL RUOLO DEL FONDO
CENTRALE DI GARANZIA
Con la fine del 2008, la crisi finanziaria ha
segnato la fine delle operazioni in tranched
cover che avevano permesso di emettere
alcuni miliardi di euro di garanzie. La stessa
crisi, però, ha spinto il governo italiano a
dotare il suo Fondo centrale di garanzia di
una capacità molto importante: circa 16 miliardi di euro. Grazie a questa iniziativa, i
Confidi più strutturati hanno potuto continuare a crescere, facendo leva sulla controgaranzia del fondo centrale. Questa limitava
l’assorbimento del loro capitale, in un momento particolarmente critico, ossia
quando il tasso di default ha cominciato a
crescere a causa della crisi finanziaria
stessa. Alcuni Confidi hanno cavalcato meglio di altri questa opportunità: sono cresciuti molto, raggiungendo masse critiche
importanti nella catena del valore. Eurofidi,
il più grande player nazionale, ha svolto il
ruolo dell’apri-pista nel rendere disponibili
le controgaranzie del Fondo Centrale alle
Pmi Italiane: nel primo trimestre 2010, da
solo, ha utilizzato il 47% delle controgaranzie erogate dal Fondo in Italia. Sicuramente
i cambiamenti regolamentari e la crisi finanziaria hanno modificato sostanzialmente i
valori in campo. Prima di Basilea 2, il sistema finanziario prestava particolare attenzione al rischio di insolvenza, per cui gli
istituti di credito cercavano nei Confidi un
partner con cui condividere tale rischio.
Dopo Basilea 2 e la crisi finanziaria, il capitale diventa la risorsa più scarsa in assoluto, per cui il sistema bancario cerca nelle
strutture di garanzia un partner che permetta di ridurre il capitale assorbito dal credito erogato.
Il mutamento dello scenario competitivo, tuttavia, non è stato ancora metabolizzato appieno da tutti i Confidi. A dire il vero, in Italia
solo pochi hanno preso veramente coscienza
delle nuove regole del gioco: il Fondo centrale permette di offrire alle aziende un prodotto migliore (con la garanzia dello Stato),
permettendo al contempo di ridurre il fabbisogno di capitale delle banche che erogano
il credito e del Confidi stesso.
UNO SGUARDO AL FUTURO
LE SFIDE DEI PROSSIMI ANNI
Guardando al futuro, si possono individuare
tendenze che confermerebbero lo scenario
attuale e farebbero pensare che si tratta di
uno scenario competitivo destinato a stabilizzarsi nel medio lungo periodo, piuttosto
che essere congiunturale e transitorio. Infatti,
l’uscita lenta dalla crisi di liquidità del sistema
finanziario e i nuovi accordi di Basilea 3 potrebbero peggiorare ulteriormente la disponibilità di credito per le aziende, vista la
necessità delle banche di accantonare riserve
crescenti di capitale e la scarsa liquidità dei
mercati interbancari e secondari. Le Pmi,
inoltre, sarebbero più esposte a questo scenario rispetto alle grandi aziende, a causa
della maggiore difficoltà del sistema bancario
a valutare il loro effettivo rischio di credito. In
un tale contesto, sarebbe altamente probabile che il governo italiano continui il suo intervento tramite il Fondo centrale di garanzia,
anche oltre il 2012, quando presumibilmente
sarà esaurita l’attuale dotazione.
In uno scenario di questo tipo, molto probabilmente il sistema bancario si porrebbe la domanda se internalizzare la funzione dei
Confidi, piuttosto che continuare a delegare
loro il servizio di garanzia fidi e di attivazione
della controgaranzia presso il fondo centrale.
I Confidi probabilmente non avrebbero alternativa strategica rispetto a crescere a tutti i
costi, per diventare uno dei pochi mega-confidi, campioni nazionali, sviluppati su tutto il
territorio nazionale per raggiungere dimensioni, masse critiche ed economie di scala sufficienti ad essere essenziali nella catena del
valore del credito alle Pmi. La sfida, quindi, sarebbe diventare degli specialisti del segmento
Pmi, un alleato prezioso per le banche commerciali, efficiente nel processare decine di
migliaia di garanzie, bravo nel selezionare le
aziende che meritano di essere affidate, efficace nel fornire un servizio di accesso al credito di alta qualità: veloce e “facile”. Se non ci
riusciranno, allora probabilmente le banche
commerciali “disintermedieranno” i Confidi e
si sostituiranno a loro, accedendo direttamente al Fondo centrale di contro-garanzia. I
Confidi torneranno a essere dei player marginali in termini di volumi di attività sul mercato
complessivo del credito.
Per vincere la sfida, le strutture di garanzia
fidi più grandi, i potenziali “campioni nazionali”, dovranno sviluppare strutture di backoffice iper-efficienti e reti di distribuzione
capillari, di proprietà o di terzi, che permettano loro di essere vicini ai clienti Pmi, coprendo la distanza fra la banca e il cliente
finale. È questo, infatti, il motivo forse più importante per cui le Pmi e di conseguenza le
banche scelgono di rivolgersi a un Confidi,
oltre che naturalmente per la garanzia. Un
tale posizionamento permetterebbe ai Confidi di diventare sia la catena di trasmissione
ideale per le banche commerciali e per il
Fondo centrale di garanzia, sia una piattaforma di servizi a favore dei player più piccoli, che hanno necessità di crescere a costi
variabili. Ad oggi soltanto un gruppo ristretto
di Confidi italiani, fra cui Eurofidi, ha strategicamente le carte in regola per giocarsi
questa sfida.
Per contro, i Confidi piccoli rischierebbero
di assumere un ruolo marginale: per le banche le loro garanzie sarebbero irrilevanti ai
fini dell’assorbimento di capitale. Di conseguenza, a meno di avere una rete distributiva capace di selezionare bene le Pmi più
meritevoli o di individuare possibilità di crescita tramite aggregazioni o alleanze, il loro
ruolo nella catena del valore perderebbe di
significato economico. Quelli di medie dimensioni dovranno affrontare la difficile
sfida di raggiungere la massa critica minima
necessaria per giocare con i grandi, probabilmente tramite operazioni straordinarie.
Ma non sarà facile, perché un Confidi per
svilupparsi ha bisogno di acquisire nuovi
territori (ossia reti di distribuzione capillari
ed efficaci), back-office efficienti e portafogli di garanzie con buoni tassi di default:
tre caratteristiche rare in molte realtà di
questa categoria.
(*Roberto Quaglia dirige ESCP Europe in Italia, dove è professore di Strategia e Leadership ed è membro del team di
Ricerca sui Confidi, assieme a Diego Bolognese e a Roberta
Artusio. Il team di Ricerca è autore di numerose pubblicazioni
sui consorzi di garanzia e gestisce l’osservatorio italiano sui
Confidi per conto di Torino Finanza)
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CREDITO E FINANZA
UNA PARTNERSHIP DI VALORE
Deutsche Bank ed Eurofidi propongono alle Pmi prodotti in grado di coprire le diverse
esigenze finanziarie delle imprese, sia a breve termine con garanzia fino al 60%
sia a medio-lungo termine con garanzia fino al 70%
La grave crisi finanziaria, che da oltre due anni sta flagellando l’economia mondiale, ha avuto dirette ripercussioni sulle imprese con conseguente difficoltà di ricorso al credito. Qualche cosa sta tuttavia
iniziando a cambiare. Secondo le analisi della Banca d’Italia nel corso
degli ultimi mesi «la dinamica del credito bancario ha continuato a
rafforzarsi pur rimanendo ancora su valori modesti»; l’Istituto di via
Nazionale indica infatti che «la ripresa del credito alle imprese è in
larga parte spiegabile con l’andamento della domanda che risulta
sostenuta dalla seppur modesta espansione dell’attività produttiva».
In questo contesto, molte Pmi hanno avuto la possibilità di sviluppare
i loro piani d’investimento grazie alla concessione di finanziamenti
18 | FEBBRAIO 2011
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A Ferrara opportunità
per le aziende juniores
La locale Camera di commercio, tramite l’impiego di strutture di garanzia,
ha promosso interventi a favore delle imprese giovanili per operazioni di patrimonializzazione
e di consolidamento del debito. A disposizione ci sono 200 mila euro
C’è anche Eurofidi tra gli organismi di garanzia fidi attivi sul bando della Camera di commercio di Ferrara per le Pmi giovanili
operanti in provincia. Obiettivo dell’intervento, adottato nell’ambito delle iniziative promozionali rivolte a favorire lo sviluppo
del sistema economico locale, è agevolare la realizzazione, tramite finanziamenti garantiti, di operazioni di patrimonializzazione
aziendale (aumento di capitale sociale o versamento dei soci in conto capitale) e di consolidamento del debito (consolidamento
delle passività a breve termine). La garanzia di Eurofidi può essere fino al 60%, mentre la dotazione finanziaria complessiva
è di 200 mila euro.
Per le operazioni di patrimonializzazione aziendale, beneficiarie sono solo le società di capitali a conduzione o a prevalente
partecipazione giovanile (imprese dove la totalità o maggioranza assoluta numerica e finanziaria dei soci e degli amministratori
ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni) con sede in provincia di Ferrara. Le operazioni di consolidamento del debito sono
rivolte a tutte le imprese, sempre però a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile e con sede nella provincia.
L’agevolazione consiste per le operazioni di patrimonializzazione aziendale in un contributo in conto interessi, in misura pari
al 5% dell’ammontare della somma concessa a finanziamento, che non potrà comunque superare l’importo effettivamente
versato dall’impresa a titolo di interesse con importo massimo non superiore a 10 mila euro; per le operazioni di consolidamento
del debito in un contributo in conto interessi in misura pari al 2,5% dell’ammontare della somma concessa a finanziamento,
che non potrà comunque superare l’importo effettivamente versato dall’impresa a titolo di interesse e con importo massimo
non superiore a cinquemila euro. Le due tipologie di contributi sono cumulabili da una stessa impresa.
Le domande di ammissione a contributo possono essere presentate fino al 31 dicembre.
derivanti dall’accordo tra Deutsche Bank ed Eurofidi, una partnership
articolata su una gamma di prodotti finalizzati alla copertura delle
diverse esigenze delle piccole e medie imprese.
Tre sono i prodotti Deutsche Bank pensati per il breve termine: “Pmi
Flexi”, “Linee commerciali a breve” e “Rinnovo linee commerciali a
breve”. Tutti sono assistiti da garanzia Eurofidi fino al 60%.
Sei sono i prodotti rivolti alle esigenze di medio-lungo termine: “DB
PMI Investimenti”, “DB PMI Energia”, “DB PMI Ipotecario”, “DB PMI
Consolidamento”, “DB PMI Liquidità”, “DB PMI Oltre”. La garanzia
Eurofidi è sino al 70%.
Vediamo i prodotti nel dettaglio.
IL BREVE TERMINE
I prodotti di breve termine hanno tutti una durata inferiore a 18 mesi
e la garanzia accessoria di Eurofidi sino al 60%, ma rispondono a
differenti finalità. “DB Pmi Flexi” (minimo 200 mila euro) e “Linee
commerciali a breve” (minimo 50 mila euro) sono rivolti alla copertura delle diverse esigenze di liquidità derivanti dall’attività ordinaria
quali: scoperto di conto, anticipi import ed export, anticipo fatture,
anticipo di portafoglio. Il prodotto “Rinnovo Linee Commerciali a
Breve”, utilizzando la capacità di Eurofidi d’intervenire a garanzia di
linee di credito a breve termine, è invece rivolto alla proroga delle
linee di credito a breve termine in scadenza.
IL MEDIO-LUNGO TERMINE
I prodotti di medio-lungo termine sono destinati a operazioni superiori a 18 mesi, sono assistiti dalla garanzia Eurofidi sino a un massimo del 70%, e hanno caratteristiche differenti in funzione delle
esigenze che vanno a coprire.
“DB Pmi Investimenti”, con una durata massima di 60 mesi, è destinato a investimenti produttivi e/o destinati all’innovazione tecnolo-
gica, alla ricerca, alla ricapitalizzazione aziendale, a programmi di
spesa finalizzati alla certificazione di qualità/ambientali, alla formazione del personale.
“DB PMI Energia”, con una durata tra 24 e 120 mesi, nasce con
l’obiettivo di favorire investimenti legati alla costruzione/progettazione d’impianti di “risparmio energetico“, in genere con lo scopo di
sensibilizzare l’interesse dell’impresa ad una gestione efficiente ed
efficace delle proprie risorse energetiche; gli investimenti finanziati
sono dunque destinati all’energia pulita, al miglioramento dell’impatto
ambientale (con agevolazioni in conto interessi/capitale) o ad investimenti ordinari.
“DB PMI Ipotecario”, con una durata massima di 120 mesi, è indicato
per investimenti destinati all’acquisto e ristrutturazione di immobili
strumentali, investimenti in corso di realizzazione e/o ripristino della
liquidità.
“DB PMI Consolidamento”, con una durata massima di 60 mesi e la
possibilità di un preammortamento fino a 12 mesi, è rivolto alla trasformazione di linee di credito a breve, già in essere con Deutsche
Bank, in finanziamenti a medio termine.
“DB PMI Liquidità”, con una durata massima di 60 mesi e la possibilità di un preammortamento fino a 12 mesi, è destinato alla copertura delle diverse esigenze di liquidità di un’azienda.
“DB PMI “Oltre”, con una durata di 36 mesi e la prima rata capitale
alla scadenza del primo anno, è destinato alla copertura di esigenze
di liquidità per importi prefissati (15/30/45 mila euro).
L’OPERATIVITÀ
I plafond sono operativi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana,
Emilia Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Veneto (solo nella
provincia di Verona) e permettono di scegliere tra tasso fisso e variabile, con periodicità di rimborso mensile, trimestrale o semestrale.
FEBBRAIO 2011 | 19
Febbraio 2011 NEW_Layout 1 03/02/11 16.36 Pagina 20
SERVIZI
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consulenza personalizzata, informazioni e approfondimenti, nuove opportunità di business e massima visibilità.
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ripetitiva che permette di accedere a tutti i nostri servizi e a tante
altre iniziative esclusive.
Il Pass Eurogroup offre alle aziende fondamentali vantaggi attraverso:
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• informazioni, aggiornamenti e approfondimenti utili per la loro crescita;
• nuove e concrete opportunità di business con la partecipazione alle
più importanti fiere di settore;
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crescita di un’azienda.
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promuovere la propria attività, esponendo gratuitamente i loro cataloghi, in due fiere di rilevanza internazionale. Si tratta di:
Autopromotec (www.autopromotec.it),
fiera biennale mondiale dell’automotive, la più specializzata rassegna
internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.
Si svolgerà a Bologna dal 25 al 29 maggio;
Made Expo (www.madeexpo.it),
fiera internazionale dell’architettura, dell’edilizia e del design. Si tratta
di una vetrina mondiale che raggruppa il meglio della filiera edile
proponendo un panorama globale del settore. Si svolgerà a Rho dal
5 all’8 ottobre.
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Febbraio 2011 NEW_Layout 1 03/02/11 16.36 Pagina 21
LE NOVITÀ DEL 2011
Le aziende possono esporre anche i loro prodotti o macchinari all’interno dei nostri stand nelle due manifestazioni senza doversi preoccupare di nulla. Saremo noi, infatti, il punto di riferimento per:
• gestire i rapporti con l’ente fiera e supportare l’impresa in ogni fase
della preparazione;
• allestire lo spazio espositivo;
• accogliere i visitatori;
• supportare l’azienda durante lo svolgimento dell’evento;
• garantire un notevole, effettivo risparmio dei costi di partecipazione.
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Le aziende che scelgono Pass Premium possono inoltre allestire,
sempre gratuitamente, un proprio mini sito Web sul portale
www.eurogroup.it, nell’area “Trova Imprese”, con un indirizzo riservato e quindi direttamente raggiungibile. Infine, possono usufruire
della presentazione gratuita su “Eureka!” (come quella che leggete
nelle pagine seguenti), sulla homepage di www.eurogroup.it e sulla
newsletter telematica “News Impresa”.
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IL PRIMO PASSO ALLA SCOPERTA DI NUOVI PRIVILEGI
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due importanti novità, rivolte entrambe a far conoscere maggiormente la tua azienda attraverso:
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che permette alle imprese di essere visibili con la pubblicazione
gratuita di una inserzione promozionale all’interno dell’area
“Trova Imprese”;
l’inserzione gratuita su Pagine Premium
grazie alle quale le aziende potranno gratuitamente essere presenti nel catalogo “Pagine Premium” inserendo i riferimenti utili
della propria impresa.
GLI ALTRI VANTAGGI DI PASS PREMIUM E PASS EXTRA
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“Dossier PMI 24”. Un ampio pacchetto di convenzioni, inoltre, permette loro di usufruire di considerevoli occasioni di risparmio.
Ogni mese la rivista “Eureka!” propone alle aziende articoli di attualità riguardanti il mondo delle imprese e fornisce aggiornamenti
costanti sulle nostre novità. Il magazine, realizzato da una redazione
specializzata, è utile non solo per informarsi, ma anche per conoscere
e per sfruttare ogni opportunità. Con il “Dossier PMI 24”, le aziende
hanno a disposizione uno strumento di approfondimento per comprendere meglio tendenze e scenari di mercato. Il periodico è realizzato in collaborazione con la redazione de “Il Sole 24 Ore”, il
principale quotidiano economico italiano. Copertine e sommari degli
ultimi numeri di “Eureka!” e del “Dossier PMI 24” sono consultabili
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Febbraio 2011 NEW_Layout 1 03/02/11 16.36 Pagina 22
PASS 2011
TROVAIMPRESE
Direttamente dall’homepage di www.eurogroup.it si può accedere
a uno spazio virtuale dove è possibile rintracciare le nostre migliori
aziende Premium suddivise per area geografica o per settore
merceologico. All’interno dei mini siti vi sono tutte le informazioni
sulla singola impresa e i riferimenti utili per contattarla
CICCIOLI-HELVIA RECINA SRL
L’azienda si occupa del trasporto di bancali, collettame e di capi appesi
per tutto il centro Italia. Offre servizi standard (trasporti nazionali e
internazionali, corriere espresso, deposito conto terzi) e servizi a valore aggiunto studiati per risolvere esigenze specifiche che richiedono tecniche avanzate.
• via dell’Impresa, SCN - 62014 Corridonia (MC)
• tel. 0733.292770 - [email protected] - http://chr.mc.it/site/
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” CICCIOLI
FILATURA DI POLLONE SRL
Essere interprete di eccellenza della “cultura del filato” in Italia
e nel mondo, attraverso lo sviluppo della ricerca e l’introduzione delle più avanzate innovazioni tecnologiche. È questa la missione aziendale che
ispira Filatura di Pollone. Con lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti originali ed
esclusivi come il filato Carded Ultrafine, la società punta a migliorare costantemente i risultati
di eccellenza conseguiti in circa cinquanta anni di attività.
• via Attilio Botto, 29- 13814 Pollone (BI)
• tel. 015.2563000 - [email protected] - www.filaturadipollone.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” POLLONE
FORMAT SYSTEMS & NETWORKS SRL
L’azienda opera nel settore ICT come System Integrator focalizzato sulle componenti realizzative del ciclo di produzione del software e, in particolare, sulle macro fasi di sviluppo, collaudo ed
esercizio. Format opera con un’offerta commerciale basata sulle proprie capacità di
sviluppo e progettazione di applicazioni ed è specializzata sui temi del test e collaudo,
del system e service management e sullo sviluppo di portali aziendali, nell’ottica dell’integrazione dei sistemi e delle applicazioni.
• via Milanese, 20- 20099 Sesto San Giovanni (MI)
• tel. 02.24416929 - [email protected] - www.format-net.it/
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” FORMAT
LASER OPTRONIC SPA
L’azienda, nata nel 1975, commercializza sistemi laser delle migliori case internazionali che comprendono laser ad Argon e YAG, laser a elio-neon, a
CO², diodi laser, streak cameras e misuratori di energia, potenza, spettro. Per la componentistica ottica di corredo, la divisione propone, tra gli altri prodotti, ottiche per laser,
moduli termoelettrici, filtri interferenziali, fotodiodi, galvanometri, squid, corpi neri.
• via B. Quaranta, 57 - 20139 Milano (MI)
• tel. 02.574651 - [email protected] - www.laseroptronic.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” OPTRONIC
22 | FEBBRAIO 2011
INFOSISTEMI SRL
La Infosistemi opera sul panorama piemontese e ligure da oltre un ventennio.
La società mette a disposizione dei suoi clienti il proprio know-how sulla sicurezza informatica e sul networking per supportarli con un servizio altamente qualificato e specializzato. In caso di mal funzionamento o fermo dell’apparecchiatura, i suoi tecnici
intervengono tempestivamente in primis da remoto e sul posto in caso di necessità.
• strada del Drosso, 58 - 10135 Torino (TO)
• tel. 011.6054020 - [email protected] - www.infosistemi.com
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” INFOSISTEMI
V2 SPA
La V2 è un’azienda che dal 1985 progetta e sviluppa sistemi integrati per
l’automazione della casa, garantendo comodità e sicurezza ai movimenti
di ogni giorno. Produce e distribuisce i suoi prodotti in tutto il mondo, in totale sicurezza:
ogni sistema di automazione V2, infatti, è sottoposto ai più severi controlli previsti dalle
attuali normative ed è certificato da laboratori ed istituti di qualità, nel rispetto delle leggi
e dell’ambiente.
• corso Principi di Piemonte, 65/67 - 12035 Racconigi (CN)
• tel. 0172.812411 - [email protected] - www.v2home.com
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” V2
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ARTELEGNO
DI BONO LUCA E MARCO SNC
ABEX ITALIA SRL
Il pavimento in legno massello rispecchia e ripropone
le antiche tradizioni nelle abitazioni. L’azienda reperisce in loco la maggior parte del legno
da usare, impiegando anche legno antico proveniente dalle demolizioni dei tetti delle vecchie case. Dal prodotto prettamente artigianale e dall’amore che lega l’azienda al legno
da ben quattro generazioni, scaturiscono pavimenti di rara bellezza che si inseriscono
egregiamente sia nelle ristrutturazioni di case d’epoca sia nelle moderne costruzioni.
Fondata nel 1995, la società è stata fra le prime a far parte della nuova organizzazione italiana di vendita e di supporto specialistico al software di progettazione Catia, organizzazione fortemente voluta e certificata dalla IBM e dalla
Dassault Systemes per meglio qualificare la propria rete di business partner. Grazie
alle nuove tecnologie mirate al “business on demand”, offre alle aziende la consulenza
e i servizi necessari per affrontare le sfide dei nuovi mercati con progetti di “e-business”
e di “e-commerce”.
• via F. Forzani, 9 - 12089 Villanova Mondovì (CN)
• tel. 0174.699491 - [email protected] - www.artelegnoparquet.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” ARTELEGNO
• via Torino, 43 - 10095 Grugliasco (TO)
• tel. 011.9034411 - [email protected] - www.abex.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” ABEX
AZIENDA VITIVINICOLA TRANCHERO OSVALDO
TECNOCONTROL SRL
L’azienda sorge a Mango. I suoi vigneti sono lavorati con cura e responsabilità
e, unendo tradizione e tecnologia, danno vita a un’uva di alta qualità. L’uva
vinificata nella cantina, attentamente selezionata durante la raccolta, produce un vino
elegante, sincero e di grande prestigio. La cantina è in grado di offrire ogni giorno momenti di degustazione dei suoi vini con una grande tradizione vitivinicola.
Tecnocontrol è un’azienda specializzata in lavorazioni meccaniche di
alta precisione. Partendo dalla progettazione delle attrezzature, fino
ad arrivare al prodotto finito la nostra azienda è in grado di effettuare lavorazioni su
centri di lavoro di tipo verticale, orizzontale e bimandrino, ad alta velocità per la lavorazione dell’alluminio ed a forte asportazione di materiale per lavorazioni su ghisa e acciaio.
• via Verlossa, 36 - 12056 Mango (CN)
• tel. 0141.89651 - [email protected] - www.tranchero.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” TRANCHERO
• via don Mazzolari, 12 - 56025 Pontedera (PI)
• tel. 0587.2651 - [email protected] - www.tecnocontrol-srl.it/
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” TECNOCONTROL
BARBERO EDITORI GROUP SPA
AUTOMOTIVE SRL
La società è l’unica realtà editoriale nazionale a offrire esclusivamente mensili, annuari e pubblicazioni tematiche nell’ambito automobilistico. Ai nuovi prodotti e alle iniziative speciali, si
affianca l’ottimizzazione delle risorse aziendali, tecniche e umane, con l’intento di raggiungere un’autonomia produttiva e creativa in grado di offrire sempre maggiore qualità all’informazione e agli inserzionisti.
Il Gruppo è leader nel campo della progettazione, implementazione e gestione di soluzioni flessibili per la gestione di grandi flotte aziendali, prestigiose case automobilistiche, importanti autonoleggi e concessionarie d’auto. L’ampia
gamma di servizi, certificata con il sistema di gestione per la qualità UNI EN ISO
9001:2008, è erogata attraverso la collaborazione di partner altamente qualificati dislocati su tutto il territorio nazionale.
• via G. Galilei, 3 - 10023 Chieri (TO)
• tel. 011.9470400 - [email protected] - www.barberoeditori.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” BARBERO
• via Tiburtina, 1166 - 00156 Roma (RM)
• tel. 06.414891 - [email protected] - www.automotivesolutions.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” AUTOMOTIVE
ASSET E RETAIL MANAGEMENT SRL
CAREL CAR SRL
A&RM opera principalmente nello sviluppo, nell’allestimento
e nella gestione di proprietà commerciali e residenziali in
Europa, India e nei paesi del Golfo. Il suo portfolio comprende i settori retail, wellness,
beauty e fitness, real estate hotel e resort. L’azienda opera con l’obiettivo di far ottenere
performance di vendita superiori a quelle di mercato e di dare valore a lungo termine attraverso il proprio approccio strategico al mercato commerciale e residenziale.
L’azienda offre un servizio di vendita che spazia dai carrelli elevatori con carico a sbalzo elettrici e termici ai transpallet manuali ed
elettrici, dai retrattili ai veicoli di commissionamento. La Carel-Car, inoltre, offre un servizio noleggio, caratterizzato dalla massima flessibilità e disponibilità. La società, che
opera nel settore dei carrelli elevatori dal 1983, dispone di tecnici specializzati, dotati
di furgoni attrezzati muniti di ogni tipo di ricambio e attrezzatura tecnica.
• via delle Esposizioni, 26/27 - 61100 Pesaro (PS)
• tel. 0721.4835 - [email protected] - www.assetretail.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” ASSET E RETAIL
• via Galileo Ferraris, 16 - 20090 Cusago (MI)
• tel. 02.90390188 - [email protected] - www.carelcar.com
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” CAREL
DAWO DI GIUSEPPE DAMIANI & C. SNC
L’azienda si occupa dal 1968, con passione e competenza, della lavorazione
per conto terzi di particolari in acciaio inossidabile nei settori, ad esempio,
meccanico, idraulico, automobilistico, navale e ferroviario. La Dawo realizza una vasta
gamma di articoli su disegno del cliente, in vari metalli (come ghisa, ferro, alluminio, rame
e ottone) e in quantità che variano dalla piccola media alla grande serie.
• via R. Morandi, 4 - 20066 Melzo (MI)
• tel. 02.9550495 - [email protected]
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” DAWO
BLUE CALL SRL
BlueCall è una società italiana specializzata nell’erogazione di servizi
di call e contact center in outsourcing. È partner di eccellenza per i
propri clienti e ha basato il proprio modello sull’esperienza e sulla conoscenza del
mercato. Opera attraverso tre sedi dislocate sul territorio nazionale.
• strada Padana Superiore, 2B - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI)
• tel. 02.92394920 - [email protected] - www.blue-call.it
• www.eurogroup.it - sezione Trova Imprese, digitare la “parola chiave” BLUE CALL
FEBBRAIO 2011 | 23
Febbraio 2011 NEW_Layout 1 03/02/11 16.36 Pagina 24
Credit © Città di Torino, foto Claudio Penna
AGEVOLAZIONI
PIEMONTE: CONTRIBUTI A FONDO
PERDUTO ALLE IMPRESE DEL TURISMO
Nell’ambito del Piano straordinario per l’occupazione, sono stati stanziati 5,5 milioni di euro
per le Pmi del settore che decidono di effettuare investimenti e assumere del nuovo personale.
Il bando scade l’11 marzo
Sono 5,5 i milioni di euro a fondo perduto (legge regionale 18/99)
destinati alle imprese turistiche piemontesi che assumeranno nuovo
personale. La misura, adottata dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte, rientra tra quelle del Piano Straordinario per l’Occupazione varato nei mesi scorsi dalla Giunta.
«Per sostenere l’impresa turistica e l’occupazione tornano i contributi
a fondo perduto che mancavano dal 2004 – sottolinea l’assessore
regionale al Turismo, Alberto Cirio –. La misura unisce quattro elementi di estrema positività: innanzitutto dà sostegno alle piccole e
medie imprese del turismo e allo stesso tempo favorisce l’inserimento lavorativo di persone meno fortunate; inoltre gli interventi che
verranno realizzati grazie a questi contributi alimenteranno anche
l’indotto dell’artigianato, dell’edilizia e dell’arredamento e, infine, migliorando l’offerta turistica ci guadagnerà l’intero territorio».
L’iniziativa è indirizzata alle Pmi turistiche come alberghi, villaggi turistici, rifugi di montagna, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, bed & breakfast, residence, campeggi e parchi di
divertimento. La sede oggetto dell’intervento deve essere localizzata
in Piemonte.
Il riconoscimento di un contributo a fondo perduto (fino ad un massimo di 350 mila euro) è subordinato alla realizzazione di un progetto che preveda:
• l’ampliamento e miglioramento qualitativo di strutture alberghiere,
di case appartamento vacanze (C.A.V.), campeggi, villaggi turistici,
24 | FEBBRAIO 2011
rifugi e affittacamere, secondo la normativa regionale di settore e
nel rispetto delle norme urbanistiche vigenti;
• la riapertura di strutture ricettive chiuse dopo il 1° gennaio 2006;
• la ristrutturazione e riqualificazione di impianti e attrezzature collegate all’attività turistica dei parchi di divertimento e tematici
L’accesso all’agevolazione è vincolato all’assunzione di personale dipendente entro e non oltre sei mesi dalla data di fine lavori. Il contributo
è infatti parametrato sia all’importo degli investimenti effettuati sia al
numero di assunzioni (tempo determinato ed indeterminato) effettuate.
I progetti saranno sottoposti a valutazione di merito con attribuzione di
punteggi (solo a parità di punteggio sarà preso in considerazione l’ordine temporale di presentazione), che terranno conto:
• dell’idoneità del progetto, in relazione alla conformità tecniconormativa ed alla cantierabilità;
• della qualità del programma, in relazione anche alla completezza
della metodologia progettuale e di investimento adottata (entità
e redditività dell’investimento, ottimizzazione dei costi, innovazione
tecnologica e gestionale, organizzazione aziendale, strategia commerciale...).
Gli interventi dovranno essere realizzati non oltre 18 mesi dal provvedimento di ammissione al contributo. Le nuove assunzioni dovranno invece essere realizzate entro sei mesi dalla data di fine dei
lavori. Le domande sono presentabili fino all’11 marzo.
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TUTTE LE NOVITÀ
PIEMONTE
Misura II.4 - Più export
Il bando è finalizzato a sostenere l’export del sistema produttivo piemontese
favorendo una maggiore partecipazione delle Pmi a manifestazioni fieristiche all’estero. Le imprese possono
ottenere dei voucher dell’importo massimo di cinquemila euro per la partecipazione a fiere che si svolgono in Paesi
europei, oppure di 10 mila euro per
eventi che si tengono in Paesi extraeuropei. Il numero dei voucher in palio è
diverso a seconda che la manifestazione sia stata o meno individuata da
CEIPiemonte in collaborazione con le
associazioni imprenditoriali. Sono finanziate le spese riguardanti un biglietto aereo di andata e ritorno in
classe economy o un biglietto ferroviario per raggiungere la località dell’evento fieristico, il pagamento del
diritto di plateatico, l’inserimento dell’azienda nel catalogo dell’evento, l’allestimento e la pulizia dello stand, le
spese di facchinaggio in fiera, la realizzazione di materiale e/o di iniziative
di tipo promozionale/commerciale in
lingue estere (nella misura massima di
2.000 euro), le spese di spedizione di
campionari e materiale espositivo e relativi servizi accessori, una giornata
formativa ad hoc sull’evento (massimo
5.000 euro). Ciascuna impresa può
presentare una sola domanda per accedere ai voucher Europa e una sola
domanda per accedere ai voucher extra
Europa. Le domande si potranno presentare dal 31 marzo all’8 aprile.
LIGURIA
Incentivi per la ricerca
industriale e lo sviluppo
sperimentale
In attuazione dell’Azione 1.2.2 del Programma Operativo Regionale 20072013, la Giunta regionale ha approvato
un nuovo bando per incentivare le imprese che sviluppano progetti di ricerca
industriale e/o sviluppo sperimentale di
durata non superiore a 24 mesi, di importo non inferiore a 200 mila euro e
che abbiano avvio entro 60 giorni dalla
data di concessione dell’agevolazione.
Possono partecipare sia le piccole e
medie imprese e i loro raggruppamenti
sia le grandi imprese; queste devono
però essere associate in raggruppamento temporaneo con almeno due piccole e medie imprese. Le risorse
stanziate ammontano a 30 milioni di
euro. Tutti gli interventi devono essere
già definiti al momento della presentazione della domanda, con un progetto
dettagliato. L’incentivo è rappresentato
da un contributo a fondo perduto, che
può raggiungere l’importo massimo di
750 mila euro, riconosciuto in percentuale sulle spese ammesse: dal 25 al
35% (secondo le dimensioni dell’impresa) per i progetti di sviluppo sperimentale, dal 50 al 60% per quelli
incentrati sulla ricerca industriale. Le
domande potranno essere presentate
dal 1° al 31 marzo.
MARCHE
Innovazione
dei processi aziendali
Le Pmi manifatturiere marchigiane
hanno la possibilità di agevolare (POR
2007-2013 – legge 598/94, art.11) le
spese relative a programmi di investimento finalizzati a stimolare processi di
innovazione commerciale e di prodotto,
organizzativa e/o di processo nonché
di tutela della proprietà intellettuale e
difesa del “Made in Italy”. È prevista la
concessione di un contributo in conto
capitale variabile in base alle dimensioni dell’impresa richiedente, alla tipologia di investimento e all’ubicazione
aziendale all’interno del territorio regionale e comunque compreso tra il 10%
e il 30% delle spese ammissibili. Le domande di contributo possono essere
presentate fino al 3 marzo.
Ricerca industriale e sviluppo
sperimentale
Le Pmi artigiane e industriali esercitanti
attività diretta alla produzione di beni
e/o servizi con unità produttiva sede
dell’investimento nelle Regione Marche
possono incentivare la realizzazione di
progetti di ricerca industriale o di sviluppo sperimentale tramite un apposito
contributo in conto capitale pari al 35%
delle spese ritenute ammissibili abbinato ad un eventuale contributo aggiuntivo in conto interessi fino al 10%
del costo del progetto ammesso
(POR 2007-2013 – legge 598/94,
art.11). Il bando è operativo fino al 28
febbraio.
ziati per la concessione delle agevolazioni sono ripartiti di norma nella misura del 70% per la provincia di Perugia
e del 30% per la provincia di Terni. Le
spese agevolabili sono tutte quelle ritenute utili alla qualificazione ricettiva,
incluse quelle concernenti l’arredamento, la realizzazione di strutture congressuali, sportivo-ricreative e di
ristoro, che siano annesse alla ricettività
e di cui costituiscono parte integrante.
È possibile presentare domanda di contributo in ogni momento dell’anno.
TOSCANA
ABRUZZO
Aiuti agli investimenti delle
Pmi turistiche e commerciali
Acquisizione
di servizi qualificati
È in corso di riattivazione il bando (Par
Fas 2007-2013 Linea 1.4.2) per le Pmi
toscane operanti nei settori turistico e
commerciale volto a incentivare la realizzazione di investimenti innovativi finalizzati all’ammodernamento, al
miglioramento e all’adeguamento delle
strutture situate in Toscana. La Regione
concederà infatti un finanziamento a
tasso 0 fino al 75% dell’investimento
ammissibile, con un beneficio massimo
pari a 80 mila euro, per le imprese commerciali e fino al 40%, con un ammontare massimo di 200 mila euro, per le
imprese turistiche. Sono ammessi ad
agevolazione i progetti di spesa con investimento superiore a 20 mila euro per
le imprese commerciali e a 70 mila euro
per le imprese turistiche.
La Regione Abruzzo (POR 2007-2013
Linea I.2.3) concede alle Pmi, anche in
forma associata, con sede legale e
unità locale sede dell’investimento
nella regione, contributi in conto capitale di importo variabile in base alla tipologia progettuale e alle dimensioni
aziendali, compresi tra il 30% e il 40%
delle spese ammissibili, per la realizzazione di programmi di investimento
relativi all’ottenimento di consulenze
volte all’acquisizione di servizi qualificati, avanzati e specializzati così come
indicati nel “Catalogo dei servizi qualificati per le Pmi dell’Abruzzo”. La finestra per la presentazione delle richieste
di agevolazione resterà aperta fino al
2 marzo.
UMBRIA
Qualificazione e ampliamento
delle Pmi turistiche
È sempre operativa la legge regionale
18/06 che concede contributi in conto
interessi su mutui erogati da istituti
bancari convenzionati per progetti finalizzati al miglioramento dell’offerta turistico-ricettiva e all’adeguamento delle
aziende ricettive in attività. I fondi stan-
Ricerca industriale
e sviluppo sperimentale
Le Pmi, anche in forma associata, attive
e regolarmente iscritte nel Registro
delle imprese, aventi unità locale sede
dell’investimento in Abruzzo e esercitanti attività diretta alla produzione di
beni e/o servizi possono agevolare
(POR 2007-2013 Linea I.1.1), tramite
contributi in conto capitale di intensità
variabile in base alla tipologia di investimento e alle dimensioni aziendali, i
programmi finalizzati a sostenere progetti di ricerca industriale o di sviluppo
sperimentale. Le domande di ammissione a contributo possono essere presentate fino al 2 marzo.
FEBBRAIO 2011 | 25
Febbraio 2011 NEW_Layout 1 03/02/11 16.36 Pagina 26
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26 | FEBBRAIO 2011
Credit © Archivio Regione Piemonte
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BRESCIA
FIRENZE
Corso Don Minzoni, 72 - 14100 Asti
t. 0141 210783 - f. 0141 353839
[email protected]
Via Cipro, 1 - 25124 Brescia
t. 030 22193265 - f. 030 22193202
[email protected]
Via Volturno, 10/12 - 50019 località
Osmannoro - Sesto Fiorentino (FI)
t. 055 3454067 - f. 055 3454068
[email protected]
BIELLA
BRIANZA
Via Maestri del Commercio, 4/D
13900 Biella
t. 015 8497633 - f. 015 406209
[email protected]
Via Stephenson, 94 - 20157 Milano
t. 02 332778811 - f. 02 39002997
[email protected]
GALLARATE
BORGOMANERO
Viale Kennedy, 87 - 28021
Borgomanero (NO)
t. 0322 834255 - t. 0322 835411
[email protected]
Piazza Francesco Buffoni, 5
21013 Gallarate (VA)
t. 0331 790621 - f. 0331 793484
[email protected]
LODI
CHIVASSO
Via E.Gallo, 27 - 10034 Chivasso (TO)
t. 011 9195674 - f. 011 9195567
[email protected]
Viale Milano, 71 - 26900 Lodi
t. 0371 61631 - f. 0371 476048
[email protected]
Via Calamandrei, 183 - 52100 Arezzo
t. 0575 250806 - f. 0575 250798
[email protected]
PISA
Via Sterpulino, 1/G, località
Ospedaletto - 56121 Pisa
t. 050 977501 - f. 050 984048
[email protected]
UMBRIA
PERUGIA IN PARTNERSHIP
CON API FIDI PERUGIA
Via Bruno Simonucci, 3 - 06135
Perugia Ponte San Giovanni (PG)
t. 075 7920880 - t. 075 7920877
[email protected]
MILANO NORD
CUNEO
Corso Nizza, 2 - 12100 Cuneo
t. 0171 694646 - f. 0171 696402
[email protected]
Via Stephenson, 94 - 20157 Milano
t. 02 332778811 - f. 02 39002997
[email protected]
MILANO SUD
Corso Susa, 299 - 10098 Rivoli (TO)
t. 011 9550490 - f. 011 9550254
[email protected]
Viale Milanofiori, Strada Uno Palazzo F1 - 20090 Assago (MI)
t. 02 57501399 - f. 02 8240153
[email protected]
TORINO
PAVIA
Via Perugia, 62 - 10152 Torino
t. 011 2405550 - f. 011 856674
[email protected]
Viale Brambilla, 60 - 27100 Pavia
t. 0382 383911 - f. 0382 528469
[email protected]
RIVOLI
LIGURIA
GENOVA
Via Bombrini, 16 - 16149 Genova
t. 010 6435308 - f. 010 6435252
[email protected]
ANCONA
Via I Maggio, 150 - 60131 Ancona
t. 071 2868147 - f. 071 2916929
[email protected]
PESARO IN PARTNERSHIP
CON API INDUSTRIA PESARO
Largo Ascoli Piceno, 23
61100 Pesaro
t. 0721 405640 - f. 0721 401196
[email protected]
ABRUZZO
TORINO MIRAFIORI
Corso Unione Sovietica, 612/15B
10135 Torino
t. 011 3402911 - f. 011 3471120
[email protected]
MARCHE
EMILIA ROMAGNA
BOLOGNA
Via Piero Gobetti, 52 - 40129 Bologna
t. 051 371993 - f. 051 352894
[email protected]
PESCARA
Viale Vittoria Colonna, 97
65127 Pescara
t. 085 6922802 - t. 085 4531279
[email protected]
FORLÌ
Via Costanzo II, 11 - 47122 Forlì
t. 0543 774841 - f. 0543 795449
[email protected]
SAVONA
Via Fiume, 2/A int. 3 - 17100 Savona
t. 019 8338215 - f. 019 850645
[email protected]
LAZIO
ROMA
Via del Poggio Laurentino, 118
00144 Roma
t. 06 54550206 - f. 06 5920924
[email protected]
TORINO Le Porte Palatine sono state costruite dai Romani tra la fine del I secolo a.C. e l'inizio del I secolo della
nostra era. Consentivano l'accesso da settentrione ad Augusta Taurinorum, il nome romano della città di Torino.
I resti dell'antica struttura sono visibili al centro di un'area aperta, l'odierna Piazza Cesare Augusto.
FEBBRAIO
2011
FEBBRAIO 2011 | 27
Poste Italiane - Spedizione in A.P. Ar t. 2 Comma 20/C Legge 662/96 D.C. - D.C.I. n° 1/2011 - Contiene I.R.
Febbraio copertina_Layout 03/02/11 16.49 Pagina 1
LA RIVISTA DELLE IMPRESE PASS EUROGROUP 1 FEBBRAIO 2011
INIZIATIVE PER LE PMI
IN ITALIA E IN EUROPA
10
SU INTERNET INIZIANO
A MANCARE GLI INDIRIZZI
12
CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO
ALLE IMPRESE DEL TURISMO
24
PIEMONTE, UNA REGIONE
A VOCAZIONE INDUSTRIALE