Allan S. Deutsch - Studio Castellucci
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L’INFORMATORE ENDODONTICO Estratto dal Vol. 8 n° 1, 2005 Morfologia della camera pulpare Dalla ricerca di base alla metodologia clinica ALLAN S. DEUTSCH, DMD IL TRIDENTE EDIZIONI ODONTOIATRICHE Morfologia della camera pulpare Dalla ricerca di base alla metodologia clinica Allan S. Deutsch, DMD L’accesso alla camera pulpare è sempre stato una procedura qualitativa. Si è sempre pensato che, essendo l’altezza della camera pulpare e le dimensioni complessive del dente estremamente variabili, niente che riguardasse la morfologia della camera pulpare fosse da considerarsi costante. Una revisione della letteratura endodontica riguardante la morfologia della camera pulpare fa emergere scarse informazioni. Solo due studi hanno misurato la distanza tra il pavimento della camera pulpare e la biforcazione, ed entrambi Figura 1 Lunghezza standard di 6,5 mm per tutte le frese a rosetta. Figura 2 Molari allineati. Le radici sono di diversa lunghezza ma le corone hanno all’incirca la stessa altezza dalla sommità della cuspide alla giunzione amelocementizia. Pag. - 16 1a 2 arrivano alla conclusione che, nella maggior parte dei casi, tale distanza misura circa 3 mm sia nei molari mascellari che in quelli mandibolari.1,2 Fin dall’inizio del mio lavoro di endodontista, mi sono reso conto che, usando un approccio qualitativo, sarebbe stato molto più facile perforare la biforcazione nella fase di preparazione della cavità di accesso. Mentre cercavo un approccio standardizzato, ho capito che la lunghezza del gambo della fresa a rosetta n° 4 era la giusta risposta. Per i successivi 25 anni della mia carriera, la distanza “L” corrispondente a 6,5 mm mi avrebbe quasi sempre consentito di raggiungere il tetto della camera pulpare di un molare (Fig. 1). Svariati anni fa, mentre osservavamo l’anatomia dei molari, rimanemmo col- 1b piti dal fatto che, sebbene le dimensioni delle radici variassero considerevolmente da dente a dente, le corone erano pressoché della stessa grandezza (Fig. 2). Tale scoperta ci indusse a ipotizzare che anche l’anatomia della camera pulpare poteva essere era la medesima in tutti i molari. Abbiamo perciò individuato i principali punti di riferimento relativi all’anatomia L’Informatore Endodontico Vol. 8, Nr. 1 2005 della camera pulpare dei molari mascellari e mandibolari e li abbiamo misurati. Queste misure morfologiche sono visibili nella figura 3. Le misurazioni sono state effettuate su 100 molari mascellari e 100 molari mandibolari e i risultati sono riportati nella Tabella I. Abbiamo inoltre preso nota di varie misure importanti relative alla morfologia della camera pulpare. La distanza tra il pavimento della camera pulpare e la biforcazione era in media 3.0 mm sia nei molari mascellari che nei molari mandibolari. Ciò confermava i risultati cui erano giunti i due studi sopra citati.1,2 Ciò significa che abbiamo meno di 3 mm su cui intervenire prima di provocare un danno irreparabile. Per quanto riguarda il tetto della camera pulpare, abbiamo scoperto due fatti importanti. Il tetto si trova al livello della congiunzione amelocementizia nel il 98% dei casi (Figg. 4a e 4b) e l’altezza di una camera pulpare è compresa tra 1,5 e 2mm (Fig. 5a). Quest’ultima è la misura più variabile a causa delle calcificazioni dovute all’età, alla carie e ai precedenti interventi di restauro. Infine, la scoperta più sorprendente è 3 stata che la distanza tra la sommità di qualsiasi cuspide e il tetto di un molare era estremamente costante e si aggirava intorno ai 6,3 mm (Fig. 5b). Ciò concordava felicemente con la lunghezza di 6,5 mm della fresa che avevo misurato empiricamente 25 anni fa. Le misure riportate in questa pubblicazione aprivano la strada ad una tecnica di preparazione di cavità d’accesso clinicamente più sicura ed efficace.3 Figura 3 Misure morfologiche chiave per i molari e loro posizione anatomica nel dente. MISURE MEDIE IN MM PER I MOLARI MASCELLARI E MANDIBOLARI N=100 A B C D=(C-A) E=(C-B) F=(B-A) Media (max) 3,05 2,96 0,79 0,78 25,80 26,00 4,91 4,57 1,06 0,91 21,60 20,00 11,15 10,90 1,21 1,21 10,90 11,10 8,08 7,95 0,88 0,79 10,9 9,94 6,24 6,36 0,88 0,93 14,11 14,60 1,88 1,57 0,69 0,68 36,50 43,00 (mand) SD (max) (mand) Variazione % (mand) Tabella I Misure medie per i punti di riferimento relativi alla morfologia. Pag. - 17 PROFILO DELL’AUTORE. Il Dr. Deutsch collabora in uno studio di Endodontzia a New York City. Detiene 18 brevetti come coinventore di prodotti endodontici rivoluzionari per Essential Dental Systems, un’azienda da lui stesso fondata. È una delle massime autorità in endodonzia e ha tenuto conferenze e lezioni in oltre 150 diverse località nel mondo. Ha Dal momento che i molari non sono gli unici denti provvisti di biforcazioni, cominciammo a misurare le distanze tra i punti di riferimento dei premolari. La Figura 4a La misura “A” dal pavimento della camera pulpare alla biforcazione è di circa 3,0 mm in tutti i molari. 4a Figura 4b Il tetto della camera pulpare si trova in corrispondenza della giunzione amelocementizia nel 98% dei casi. 4b Pag. - 18 figura 6 mostra dove sono state effettuate le misurazioni nei premolari con biforcazioni. Il nostro secondo articolo sulla mor- scritto inoltre 200 articoli dentali in collaborazione con altri studiosi. Può essere contattato chiamando EDS al numero (800) 223-5394, oppure inviando un email all’indirizzo [email protected] o visitando il sito essentialseminars.org. L’Informatore Endodontico Vol. 8, Nr. 1 fologia della camera pulpare è stato recentemente pubblicato negli abstract del Journal of Dental Research del 2005. Siamo stati un po’ più sofisticati in que- 5a 5b 2005 sto studio e abbiamo usato l’apparecchiatura digitale Trophy RVG per effettuare le radiografie dei premolari. Una volta eseguite le radiografie, abbiamo effet- Figura 5a Nei molari, l’altezza della camera pulpare è compresa tra 1,5 e 2,0 mm. Figura 5b La distanza dalla cuspide al tetto della camera pulpare è costantemente vicina ai 6,5 mm Pag. - 19 Morfologia della camera pulpare Dalla ricerca di base alla metodologia clinica tuato le misurazioni usando la modalità di misurazione del sistema Trophy. La distanza media tra il pavimento della camera pulpare e la biforcazione era di 1,85 mm e l’altezza media della camera era 2,76 mm. Paragonando queste misure con quelle dei molari scoprimmo quanto segue: l’unica misura statistica- Figura 6 Misure morfologiche chiave per i premolari con biforcazione. Figura 7a Si può avvertire la caduta quando il diametro della pallina è minore rispetto all’altezza della camera pulpare. Figura 7b Non si può avvertire la caduta quando il diametro della pallina è uguale o è maggiore dell’altezza della camera pulpare, come nelle camere calcificate. Figura 8a Uno stop a 7,0 mm posiziona la fresa nel centro della camera pulpare, se le dimensioni di quest’ultima rientrano nella media. Figura 8b Uno stop a 7,0 mm posiziona la fresa là dove, nei casi calcificati, si trovava di solito il centro della camera. Ciò consente di orientarsi meglio durante l’intervento e di localizzare più facilmente i canali. 7a 6 7b Pag. - 20 8a mente costante in tutti e tre i gruppi (molari mandibolari, molari mascellari e premolari) era la “B” – dal tetto della camera pulpare alla biforcazione. Scoprimmo inoltre che la più piccola variazione percentuale per i premolari e la seconda più piccola per i molari si riscontrava nella misura “D”, ovvero la distanza tra la sommità della cuspide e il tetto della camera pulpare. Questa distanza nei premolari corrispondeva a 6,94 mm.4 La misura “D” era mediamente la stessa nei molari, sia mandibolari che mascellari, ma differiva nei premolari con biforcazione. Sebbene da un punto di vista statistico questo numero sia diverso dalla media di 6,3 mm riscontrata per i molari, dal punto di vista clinico risulta pur sempre molto vicino. Espressa in numeri, la differenza tra molari e premolari è pari a circa 0,60 mm. L’insieme di queste misurazioni ci offre per la prima volta un approccio quantitativo alla tecnica di preparazione di cavità d’accesso, in contrapposizione al nostro approccio standard qualitativo. Qualitativamente, ci affidiamo alla sensazione di “caduta” che si sperimenta quando la fresa attraversa il tetto della camera pulpare entrando nella camera stessa. È in questo momento che si passa 8b L’Informatore Endodontico Vol. 8, Nr. 1 dal tagliare la dentina a lavorare sul tessuto molle. Possiamo rendercene conto poiché il diametro di una fresa a rosetta n° 4 è di 1,35 mm e l’altezza media della camera pulpare è circa 2 mm. D’altra parte non possiamo accorgercene nelle camere pulpari calcificate, quando il diametro della fresa a rosetta n° 4 è maggiore dell’altezza della camera pulpare (Figg. 7a, 7b). Dal momento che la distanza tra il pavimento della camera pulpare e la biforcazione è di appena 2-3 mm, c’è poco margine di errore. Possiamo a questo punto trasformare questa tecnica un tempo qualitativa in una tecnica quantitativa prevedibile, standardizzando la lunghezza della fresa in modo che corrisponda all’altezza costante dalla cuspide al tetto della camera pulpare. Centriamo questo obiettivo quando impostiamo uno stop fisso a 7 millimetri dalla punta del taglio della fresa. Entrando con una fresa con stop fisso impostato a 7 mm, ci troviamo nella camera pulpare sia dei molari che dei premolari (Fig. 8a). Di conseguenza, questa operazione viene effettuata senza alcun rischio di perforare la biforcazione. Nei denti con camere calcificate, la profondità di 7mm ci porterà nel centro della camera prima di incontrare la calcificazione. Ciò costituisce un punto di partenza molto accurato per cominciare a cercare i canali (Fig. 8b) e comporta una riduzione significativa del tempo necessario per trovarli. Una volta che la profondità corretta è stata predicibilmente raggiunta, usiamo una fresa diamantata a grana grossa dalla punta non tagliente per levigare e sagomare le pareti assiali della cavità d’accesso (Fig. 9). Questo modo di procedere offre un duplice vantaggio anche a chi si dedica alla pratica endodontica ormai da molti anni: 1) aumenta la velocità dell’operazione; 2) l’affidabilità e la prevedibilità divengono standard. Reperire i canali diviene così una semplice operazione di routine. Per commentare questo articolo, visitate il forum di discussione all’indirizzo dentistrytoday.com. 9 Figura 9 Rifinitura e sagomatura della cavità d’accesso con una fresa cilindrica diamantata a grana extra-grossa, extralunga, che non taglia in testa. Una volta che le pareti sono levigate, è più facile trovare i canali. Traduzione dell’articolo originale: Pulp Chamber Morphology. Basic Research Leads to Clinical Technique Dentistry Today, 24(3):124-127 Copyright © Dentistry Today Inc. BIBLIOGRAFIA 1) - Sterrett, J.D., Pelletier, H., Rusell, C.M.: Tooth thickness at the furcation entrance of lower molars. J. Clin Periodontol, 63:621-627, 1992 2) - Majzoub, Z., Kon, S.: Tooth morphology following root resection procedures in maxillary first molars, J Periodontol, 63:290-296, 1992 3) - Deutsch, A.S., Musikant, B.L.: Morphological measurements of anatomic 2005 landmarks in human maxillary and mandibular molar pulp chambers. J Endod. 30:388-390 2004 4) - Deutsch, A.S., Musikant, B.L., GU S, Isidro M.: Morphological measurements of pulp chambers of human maxillary furcated bicuspids. J Dent Res. 83 (Special Issue): 2005. Abstract n° 2860. Disponibile anche online all’indirizzo: www.dentalresearch.org. Pag. - 21