Valerio Bigano Distillerie e liquorifici storici italiani
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Valerio Bigano Distillerie e liquorifici storici italiani
Valerio Bigano Gradi di Carta Distillerie e liquorifici storici italiani attraverso la loro corrispondenza d’epoca VOLUME SECONDO 2 3 Valerio Bigano Gradi di Carta Distillerie e liquorifici storici italiani attraverso la loro corrispondenza d’epoca Si ringraziano per il contributo 4 5 Quando, lo scorso anno, ho presentato “Gradi di Carta” al Salone del Gusto di Torino non avrei immaginato che potesse riscuotere un tale interesse fra addetti ai lavori, collezionisti e appassionati di liquori. E invece, a distanza di dodici mesi, ecco il secondo volume. Protagonisti sono di nuovo loro: vecchie lettere, fatture, listini prezzi di distillerie e liquorifici italiani, con le loro raffinate intestazioni, capaci di raccontare al primo sguardo il prestigio della ditta, le sue principali specialità, i premi e le medaglie vinte alle esposizioni universali. Quando, lo scorso anno, ho presentato “Gradi di Carta” al Salone del Gusto di Torino non avrei immaginato che potesse riscuotere un tale interesse fra addetti ai lavori, collezionisti e appassionati di liquori. E invece, a distanza di dodici mesi, ecco il secondo volume. Protagonisti sono di nuovo loro, vecchie lettere, fatture, listini prezzi di distillerie e liquorifici italiani, con le loro raffinate intestazioni, capaci di raccontare al primo sguardo il prestigio della ditta, le sue principali specialità, i premi e le medaglie vinte alle esposizioni universali. Se nella “prima puntata” ero stato costretto, per ragioni di spazio, ad una scrematura non sempre facile, questo nuovo volume mi ha permesso di dare il giusto rilievo a documenti che non era stato possibile inserire prima e di aggiungerne altri scovati nel frattempo. Se ne troveranno alcuni di particolarmente interessanti: come una fattura del 1853 delle Distillerie Nazionali Michel, Re, Agnelli e Baudino, azienda dalle cui ceneri nascerà, appena una decina d’anni più tardi, la Martini & Rossi; oppure la nota spese datata 1871 della Gaspare Campari, allora specializzata in fernet, come recita l’intestazione del documento. Altre carte - pur nella loro apparente “semplicità” - aprono uno squarcio sulla storia di un’epoca: si vedano le congratulazioni per l’onorificenza fascista appena ottenuta inviate ad un cliente, con grande ossequio, dal liquorificio torinese Ettore Rosso. E chi penserebbe che una fattura commerciale possa strappare addirittura un sorriso? Eppure è ciò che succede leggendo l’appunto di un esercente poco soddisfatto sul documento di una distilleria trentina oggi scomparsa, i cui liquori - scrive il cliente a matita - erano “rimasti invenduti (perché invendibili)”. Se nella “prima puntata” ero stato costretto, per ragioni di spazio, ad una scrematura non sempre facile, questo nuovo volume mi ha permesso di dare il giusto rilievo a documenti che non era stato possibile inserire prima e di aggiungerne altri scovati nel frattempo. Se ne troveranno alcuni di particolarmente interessanti: come una fattura del 1853 delle Distillerie Nazionali Michel, Re, Agnelli e Baudino, azienda dalle cui ceneri nascerà, appena una decina d’anni più tardi, la Martini & Rossi; oppure la nota spese datata 1871 della Gaspare Campari, allora specializzata in fernet, come recita l’intestazione del documento. Altre carte – pur nella loro apparente “semplicità” – aprono uno squarcio sulla storia di un’epoca: si vedano le congratulazioni inviate ad un cliente, con grande ossequio, dal liquorificio torinese Ettore Rosso per l’onorificenza fascista appena ottenuta. E chi penserebbe che una fattura commerciale possa strappare addirittura un sorriso? Eppure è ciò che succede leggendo l’appunto di un esercente poco soddisfatto sulla fattura di una distilleria trentina oggi scomparsa, i cui liquori - scrive il cliente a matita - erano “risultati invenduti perché invendibili”. Pur essendo nell’ambiente del collezionismo di liquori da oltre trent’anni, nel corso della mia ricerca mi sono imbattuto in decine di documenti appartenenti a ditte di cui né io né altri appassionati come me avevamo mai sentito parlare: stabilimenti nati e chiusi nel giro di pochi anni, dei quali non ci resta magari nemmeno una bottiglia, un’etichetta. Ma è proprio questo, forse, l’aspetto più stimolante del progetto: la possibilità di portare alla luce testimonianze dell’esistenza di un tessuto imprenditoriale composito e vitale, fatto di centinaia di piccole aziende che, sebbene con alterne fortune, hanno contribuito a rendere i liquori italiani prodotti apprezzati e venduti in tutto il mondo. Pur essendo nell’ambiente del collezionismo di liquori da oltre trent’anni, nel corso della mia ricerca mi sono imbattuto in decine di documenti appartenenti a ditte di cui né io né altri appassionati come me avevamo mai sentito parlare: stabilimenti nati e chiusi nel giro di pochi anni, dei quali non ci resta magari nemmeno una bottiglia, un’etichetta. Ma è proprio questo, forse, l’aspetto più stimolante di questo progetto: la possibilità di portare alla luce testimonianze dell’esistenza di un tessuto imprenditoriale composito e vitale, fatto di centinaia di piccole aziende che, sebbene con alterne fortune, hanno contribuito a rendere i liquori italiani prodotti apprezzati e venduti in tutto il mondo. TESTO IN INGLESE Stabilimento Vinicolo Trivigiano CARPENÈ-MALVOLTI Casa fondata nel 1868 Conegliano, 2 marzo 1907 126 127 Già in occasione dell’uscita del primo volume di “Gradi di Carta” auspicavo di poter presto pubblicare il secondo, vista la mole e l’interesse dei documenti che avevo dovuto accantonare per evidenti ragioni di spazio. Già in occasione dell’uscita del primo volume di “Gradi di Carta” auspicavo di poter presto pubblicare il secondo, vista la mole e l’interesse dei documenti che avevo dovuto accantonare per evidenti ragioni di spazio. Se il desiderio si è realizzato, il merito è anche di tante aziende del settore: quelle che hanno creduto nel progetto fin dal suo esordio e quelle che si sono aggiunte strada facendo, non solo fornendo un prezioso contributo economico, ma collaborando attivamente nella ricerca di nuovo materiale all’interno dei propri archivi. A loro va un caloroso “grazie”. Se il desiderio si è realizzato, il merito è anche di tante aziende del settore: quelle che hanno creduto nel progetto fin dal suo esordio e quelle che si sono aggiunte strada facendo, non solo fornendo un prezioso contributo economico, ma collaborando attivamente nella ricerca di nuovo materiale all’interno dei propri archivi. A loro va un caloroso “grazie”. Per avermi generosamente permesso di attingere alle loro raccolte, ho un debito di riconoscenza nei confronti di tanti amici collezionisti, su tutti Roberto Bonetti e Pier Luigi Longarini. Per avermi generosamente permesso di attingere alle loro raccolte, ho un debito di riconoscenza nei confronti di tanti amici collezionisti, su tutti Roberto Bonetti e Pier Luigi Longarini. Ancora grazie, infine, ad Alessandro Bellenda, proprietario della Galleria L’Image di Alassio, specializzata in manifesti pubblicitari originali del XX secolo (www.posterimage.it). È stato lui a fornirmi, con la consueta disponibilità, la maggior parte delle splendide immagini d’epoca che arricchiscono questo libro. Ancora grazie, infine, ad Alessandro Bellenda, proprietario della Galleria L’Image di Alassio, specializzata in manifesti pubblicitari originali del XX secolo (www.posterimage.it). È stato lui a fornirmi, con la consueta disponibilità, la maggior parte delle splendide immagini d’epoca che arricchiscono questo libro. Era il 1857 quando il padre Marista Frate Emanuele, esperto conoscitore delle virtù terapeutiche delle erbe, mise a punto la preziosa ricetta che, unendo in una sapiente formula le proprietà benefiche di trentaquattro piante aromatiche, racchiude tutt’oggi il segreto di un grande distillato. Nacque così in Francia l’odierno Alpestre, un tempo “Arquebuse dell’Hermitage”. In seguito all’emanazione delle leggi anticlericali di inizio ‘900, i religiosi si trasferirono a Carmagnola (nei pressi di Torino), portando con loro i segreti della preparazione gelosamente tramandata di generazione in generazione. Alpestre è un distillato idroalcolico di erbe e piante officinali, preparato con un metodo segreto. Affinché le proprietà aromatiche benefiche delle piante si possano meglio concentrare nel liquore, Alpestre viene fatto invecchiare per almeno tre anni secondo tradizione - in botti di quercia di Slavonia per poi essere imbottigliato puro, come esce dalla botte, senza aggiunta di zucchero o altri additivi. www.alpestre.it Distillatori per vocazione dal 1892. Vocazione che viene da lontano, da Lorenzo Da Ponte, genio eclettico, librettista di Mozart e distillatore già a fine ‘700. Un secolo dopo Andrea Da Ponte fonda la Distilleria ed applica le tecniche studiate dal fratello Matteo, autore del Manuale della Distillazione del 1896. La collaborazione tra Andrea e Matteo, con il Metodo Da Ponte, segnano fin da subito questa realtà fortemente legata al territorio di Conegliano, proiettata nel futuro con la continua ricerca ed il perfezionamento dell’arte distillatoria. Quelle stesse aspirazioni si trasmettono al nipote di Andrea, Pier Liberale Fabris, che a partire dal 1946 prende le redini della Distilleria. Negli anni ‘60 egli ha una grande intuizione: distillare una grappa da unico vitigno ed invecchiarla in barriques del Limousin. Nasce la Vecchia Grappa di Prosecco, tutt’ora riferimento per le grappe invecchiate di qualità in Italia come all’estero. Oggi, Francesco Fabris coniuga il concetto di alta qualità dei prodotti Andrea Da Ponte con una comunicazione moderna ed un design prezioso. Nel 1894, Ernesto Baliva, medico negli ospedali di Roma, sviluppò la sua ricetta di Ferrochina e iniziò a rifornire le farmacie romane. Infatti si credeva che il ferro, in combinazione con la corteccia di china, fosse un rimedio contro la malaria. La Ferrochina, considerata tonico corroborante con proprietà digestive e ottimo integratore per il sangue, veniva consumata anche come liquore e aperitivo. Il prodotto ebbe un gran successo tanto che il Dr. Baliva chiese a Virgilio Pallini di incrementare la produzione nel suo stabilimento. Diventato ben presto un vero e proprio fenomeno internazionale, la Ferrochina venne venduta all’estero, principalmente in Asia e India, dove veniva consumata diluita con acqua. Quella della Ferrochina rimase una categoria di tendenza fino alla fine degli anni ‘70, per poi essere dimenticata. Da qualche anno il marchio Ferrochina Baliva è di proprietà della Pallini di Roma che ne ha rilanciato l'immagine di liquore forte e amaro, adatto anche alle nuove tendenze della mixologia e quindi presente nei locali italiani più prestigiosi. www.pallini.com www.daponte.it TESTO IN INGLESE GRUPPO La premiata Distilleria Bertagnolli venne fondata nel lontano 1870 a Mezzocorona (Trento) dalla nobildonna Giulia de Kreutzenberg e dal farmacista Edoardo Bertagnolli. Situata in Piana Rotaliana Königsberg, terra vocata per la coltivazione della vigna e considerata da Goethe “il più bel giardino vitato d’Europa”, Bertagnolli seleziona e distilla da sempre vinaccia a “kilometro zero”. Mediante l’utilizzo di alambicchi a bagnomaria discontinui alimentati a vapore, è specializzata nella produzione di Grappe e Distillati trentini, certificati e pluripremiati a livello internazionale per la loro insuperabile qualità. La Distilleria è ancora oggi gelosamente condotta dalla stessa famiglia: i cugini Livia e Beppe Bertagnolli con orgoglio ed ambizione rappresentano la quarta generazione della dinastia e trasmettono al mondo l’antica tradizione di questa Grappa Trentina, nobile per nascita e aristocratica nel gusto. Bertagnolli, dal 1870, la più antica Distilleria di famiglia del Trentino. Oltre 145 anni di Storia, Tradizione, Innovazione e grande Qualità. bertagnolli.it Nel 1860 Gaspare Campari inventa l’aperitivo a media gradazione alcolica che ancora oggi porta il suo nome. Nel 1904 viene inaugurato lo stabilimento di Sesto San Giovanni, che rimane in attività per 100 anni. Nel 1926 Davide, figlio di Gaspare, decide di limitare la produzione alle sole bevande Campari caratterizzate da una forte identità: l’Aperitivo e il liquore Cordial. Inoltre si impegna a dare un progressivo slancio internazionale all’azienda, che porterà il marchio Campari ad essere apprezzato in tutto il mondo. Nel 1932 nasce il Camparisoda, il primo aperitivo monodose. La bottiglietta, disegnata da Fortunato Depero, uno degli artisti futuristi più famosi del periodo, diventa ben presto un simbolo di design accessibile quotidianamente. Attraverso gli anni, il brand si è imposto a livello mondiale grazie alla crescita della sua distribuzione e attraverso importanti acquisizioni (Aperol, Cinzano, Averna...). Inoltre vengono messi a punto contratti di distribuzione che facilitano la crescita organica e quella per linee esterne, oltre alla penetrazione in diversi mercati e segmenti di prodotti. L’Antica Erboristeria Dott. Cappelletti viene fondata a Trento nel 1906 come “società per la vendita di coloniali all’ingrosso e al minuto” da Giuseppe Cappelletti, giovane erborista e speziale di grande creatività. Attorno agli anni ‘20 inizia a mescolare erbe, fiori e radici delle sue montagne al fine di ottenere decotti, infusi e macerati. Nasce così l’Elisir Novasalus: un amaro digestivo, depurativo, regolatore dell’intestino. Ancora oggi è il prodotto di punta dell’Azienda e viene ottenuto con lo stesso rigore, rispettando i tempi di lavorazione e di attesa. Accanto a moderne cisterne in acciaio troviamo così vecchi torchi manuali ancora in funzione. Tradizione artigianale e innovazione permettono la realizzazione di prodotti di alto livello qualitativo, grazie alla ricerca di materie prime naturali, quali erbe di montagna e succhi della nostra frutta. La piccola azienda familiare oggi produce amari, liquori, grappe e aperitivi ed è guidata dai fratelli Luigi e Maddalena Cappelletti, la quarta generazione della famiglia, gelosi custodi delle antiche ricette. www.camparigroup.com www.cappellettinovasalus.it 128 129 La Distilleria Caselli nacque nel 1860 per merito di Francesco Caselli. Da principio era essenzialmente una drogheria dove, nelle stanze a pian terreno e nelle cantine del Palazzo Caselli nel centro storico di Sassuolo, si producevano anche liquori. Quando, nei primi anni del ‘900, alla guida dell’attività subentrò Galdino Caselli, la drogheria si trasformò sempre più in distilleria. Liquorista molto abile, Galdino creò diversi tipi di distillati e liquori, il più famoso dei quali fu l’Elisir all’anice stellato poi chiamato “Sassolino”. Oltre che questo liquore, la Distilleria Caselli ebbe il merito di far conoscere un altro tipico prodotto modenese, il Nocino, liquore con infuso di mallo di noci che, ben presto, per la sua qualità divenne il prodotto leader di tutta la gamma della Distilleria Caselli. Oggi la famiglia Caselli è giunta alla quinta generazione e riesce a mantenere la creatività e lo spirito di realtà artigianale che l’hanno caratterizzata fin dalle sue origini. www.caselli1860.it Ancor oggi Beppe Carlotto, sia pur di nome e di nazionalità italiana, si sente ungherese. I Potepan, suoi antenati d’origine magiara, lasciarono la terra natale verso la fine del ‘400 fino a stabilirsi, nel 1820, a Vienna. A quel tempo i pasticceri erano anche liquoristi, essendo soliti a produrre in proprio gli ingredienti necessari per realizzare i dolci. E il Rosolio prodotto da Anton divenne il liquore più prezioso dell’aristocrazia mitteleuropea. Teresa, nipote di Anton, sposò Girolamo Carlotto, un rinomato liquorista di Valdagno. Giuseppe, il primogenito, decise di dar seguito alla tradizione di famiglia, proseguendo e ampliando la gamma di prodotti; ai tre liquori più importanti (Rosolio, Amaro ‘900 e Zabaione), affiancò una ventina di altri “gioielli” ed il nome Carlotto diventò sinonimo di qualità prediletta dall’alta gastronomia italiana ed internazionale. Beppe Carlotto è tutt’ora affiancato dalla moglie Nives e dalla figlia Daniela, entrambe accomunate dall’identica passione per il proprio lavoro, quasi inconsapevoli del peso di un nome e di una tradizione tanto importanti, da veri Potepan! L’Azienda venne fondata nel 1821 da Girolamo Luxardo a Zara, sulle coste della Dalmazia. Nel 1913, grazie all’accorta politica economica seguita da Michelangelo Luxardo, fu possibile costruire un modernissimo stabilimento, uno dei più grandi dell’impero Austro-Ungarico. Lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1940, comportò notevoli restrizioni all’attività industriale; più tardi, nel novembre 1943, la produzione subì un’interruzione causata dalla quasi totale distruzione dello stabilimento provocata dai pesanti bombardamenti degli anglo-americani. Giorgio Luxardo, l’unico dei fratelli superstiti della quarta generazione, ebbe il coraggio di ricominciare l’antica attività e nel 1947, assieme al giovane Nicolò III, della quinta generazione, costruì lo stabilimento di Torreglia, iniziando così un nuovo capitolo della storia Luxardo. Oggi è attiva la sesta generazione di una famiglia che ha dedicato tutta se stessa alla produzione del Maraschino e che a tale liquore deve la sua fama internazionale. La Ditta Silvio Meletti nasce ad Ascoli Piceno il 20 settembre 1870 per opera di Silvio Meletti che, dopo una lunga serie di studi nel campo della distillazione e di ricerche nel settore delle materie prime, mette a punto un meticoloso processo produttivo che gli permette di creare un prodotto unico nel suo genere: l’Anisetta Meletti. L’obiettivo era di ottenere un fine liquore in grado di reggere il confronto con le costosissime anisette estere. Silvio si impegna nello studio di trattati sulla distillazione dei liquori fino al punto di far costruire, su suoi disegni, un alambicco a bagnomaria a lentissima evaporazione onde ottenere un alcolato il più aromatico possibile. L’elevata qualità e la gradevolezza del liquore portano Silvio Meletti ad ottenere premi in numerosi esposizioni, anche estere. A 145 anni di distanza dalla sua prima produzione, l’Anisetta viene ancora proposta dalla famiglia Meletti, giunta alla quinta generazione, con la stessa ricetta e gli stessi processi produttivi studiati dal suo fondatore. La distilleria Quaglia di Castelnuovo don Bosco nasce negli anni immediatamente successivi alla unificazione d’Italia sulle colline inondate di sole tra il Monferrato e i rilievi torinesi, terre considerate da sempre di grande tradizione vinicola. Nel lontano 1906 viene acquistata dal Cav. Giuseppe Quaglia; nel 1930 l’attività dell’Azienda è continuata dal figlio Carlo che, sotto la sapiente guida del padre, apprende i segreti della distillazione, perfeziona e ammoderna il reparto di imbottigliamento e aumenta notevolmente la capacità di produzione. Nel 1967, con il nipote Giuseppe, entra in Azienda la terza generazione di distillatori. Sempre con gli originali alambicchi, continua la produzione di grappa classica alla quale affianca quella di grappe monovitigno, particolarmente raffinate e pregiate. Oggi alla direzione vi è Carlo, pronipote del Cavaliere, che si dedica con nuove idee ed energie all’attività, arricchendo la gamma con specialità liquoristiche, prodotte seguendo la regolamentazione dell’eccellenza artigiana piemontese. La Rossi d’Asiago nasce ad Asiago nel 1868 ad opera del farmacista Giovan Battista Rossi che, all’interno della sua farmacia, crea elisir e distillati per i villeggianti. È qui che nasce China Rossi, gradevole elisir a base di China Calissaya. Grazie al successo ben presto conseguito, la farmacia del Dr. Rossi diviene in pochi anni una piccola distilleria artigianale, riconosciuta come la “più alta d’Europa”, che si arricchisce di prodotti sempre nuovi, dagli aromi intensi e dai sapori armoniosi, propri della tradizione montana. Fra questi vi è il Kranebet, l’Amaro Bianco distillato di ginepro e radici alpine. Creato nel 1929, il Kranebet è l’emblema storico dei liquori Rossi d’Asiago ed è ancora oggi molto apprezzato. Oltre 100 anni più tardi, la famiglia Dal Toso di Barbarano Vicentino, distillatori per tradizione, raccoglie l’eredità produttiva della Rossi D’Asiago e fonda Antiche Distillerie Riunite, che produce e distribuisce in tutto il mondo i liquori della tradizione alpina ed altre rinomate specialità. www.meletti.it www.distilleriaquaglia.it www.rossidasiago.com Il Sassolino nacque nel 1804 quando lo svizzero Bazzingher si trasferì a Sassuolo con alcuni connazionali, molti dei quali speziali o droghieri. Distillando l’anice stellato cinese ottenne un ottimo liquore che ebbe un gran successo. La sua azienda passò dapprima ai Fasciati e, in seguito, alla famiglia Stampa che impose all’infuso il nome con cui è attualmente conosciuto: Sassolino. Anche grazie ai cadetti dell’Accademia Militare di Modena che, nella seconda metà dell’Ottocento, si recavano a Sassuolo per le esercitazioni, il Sassolino si diffuse in tutta Italia, ottenendo attestati e onorificenze. In breve tempo il Sassolino diventò un simbolo del bere di qualità nei salotti bene. Oggi continua ad essere prodotto distillando l’anice stellato essiccato in alambicchi di rame pieni di alcool purissimo, con l’aggiunta di altri ingredienti che solo la Distilleria Stampa conosce, e commercializzato alla gradazione ottimale di 40°. Distilleria Stampa Sassuolo: la sola depositaria della ricetta originale del Sassolino. La Centerba Toro è il racconto di una famiglia e del territorio in cui fonda storicamente le proprie secolari radici. La famiglia Toro ha iniziato la sua attività bicentenaria a Tocco da Casauria, creando con questa terra un legame indissolubile. Era il 1817 quando il farmacista e speziale Beniamino Toro creò la Centerba Toro, un pregiato liquore nato dalla sapiente alchimia di erbe selvatiche e spontanee, selezionate e raccolte da mani esperte alle pendici della Maiella. Liquore di colore verde, ad alta gradazione alcolica, divenne noto anche come vero e proprio medicamento: infatti, la Centerba Toro venne utilizzata nel Regno di Napoli durante l’epidemia di colera del 1884. Sotto la guida del Dr. Enrico Toro, quinto discendente diretto, ancor oggi Centerba Toro è un liquore artigianale apprezzato in tutto il mondo. La formula segreta è ancora quella autentica del 1800, custodita gelosamente e tramandata di padre in figlio, per generazioni: una ricetta che rievoca il fascino dei luoghi d’origine, esprimendo le autentiche atmosfere della terra abruzzese. Nelle Marche, ai piedi dei Monti Sibillini, a Pievebovigliana ed a Muccia, la Distilleria Varnelli opera dal 1868, vantando la storica licenza UTF n.1 e caratterizzandosi come impresa familiare giunta alla quarta generazione. Pur mantenendo inalterati gli antichi metodi produttivi e la segretezza delle ricette artigianali che sono alla base di pregiati liquori ed amari (tra cui il Varnelli e l’Amaro Sibilla, primo prodotto storico dell’Azienda), la Distilleria Varnelli si è sviluppata costantemente, strutturandosi in S.p.A. e diventando leader nel suo segmento con prodotti originali, raffinati, capaci di suscitare emozioni. L’efficace promozione del marchio aziendale ha accompagnato nel tempo lo sviluppo della Distilleria e il brand Varnelli è diventato identificativo dell’anice secco speciale, unico ed inimitabile, prodotto di punta dell’Azienda, premiato già nel 1950 come “miglior prodotto del genere” in ambito nazionale. Varnelli: una chiara espressione di tipicità marchigiana, sempre più nota in Italia ed all’estero. www.sassolino.it www.centerbatoro.it www.varnelli.it www.luxardo.it www.carlotto.it È il 1918 quando tra i vicoli del centro storico di Casale, capitale del Monferrato e della tradizione vinicola piemontese, nasce la Distilleria Magnoberta. La Famiglia Luparia, alla guida della Azienda da ben 4 generazioni, distilla le migliori vinacce del Monferrato secondo il tradizionale metodo discontinuo a vapore diretto a bassa pressione: dai piccoli alambicchi in rame si estrae il meglio dalle vinacce, il “cuore” della grappa, simbolo della cultura italiana. Ogni vitigno è caratterizzato dal lento passaggio in grandi botti di legno che, nel buio e nel silenzio della cantina di invecchiamento, esaltano al meglio le caratteristiche aromatiche e sensoriali dei singoli vitigni. Dal 1950 l’Azienda si è trasferita lungo l’importante direttrice vitivinicola Casale-Asti e con immutata passione prosegue la produzione di distillati e liquori della tradizione. La Distilleria Magnoberta è ora in vista del suo traguardo più importante: 100 anni di storia nel segno della tradizione. Fondata nel 1919 dai fratelli Pietro e Luigi Marcati, fino al 1940 l’azienda produce e commercializza in Italia liquori, vermouth e marsala. Distrutta durante la guerra, riprende la produzione nel 1947 grazie a Giuseppe, figlio di Pietro. A partire dal 1980 entra in azienda la terza generazione ed inizia a esportare in diversi paesi europei principalmente Amaretto e Sambuca, i liquori italiani più venduti nel mondo. Nel 1986 acquisisce il marchio Ercole Gagliano, azienda storica veronese e concentra la produzione nello stabilimento di Sommacampagna. Nel 1999 per la prima volta nella sua storia raggiunge l’ambizioso obiettivo di un milione di bottiglie prodotte di cui il 70% per il mercato nazionale e il 30% per il mercato internazionale. Nel frattempo Gagliano Marcati arricchisce il proprio portafoglio con un altro storico marchio italiano, le Distillerie Morandini di Lovere. Attualmente Gagliano Marcati esporta in più di trenta Paesi nel mondo. www.magnoberta.com www.gaglianomarcati.it Azienda a forte legame territoriale ma a vocazione internazionale, Martini & Rossi fonda le sue origini nel 1863, dopo aver accolto l’eredità della “Distilleria Nazionale di Spirito di Vino”, nata nel 1847. La sua innata propensione verso un’intraprendenza di respiro globale ha concorso all’affermazione del brand Martini in tutto il mondo, rendendolo sinonimo di glamour e stile inconfondibile della sua comunicazione. Un continuo processo di internazionalizzazione culminato nel 1993 con l’ingresso nel Gruppo Bacardi. La società Martini & Rossi coniuga un brand divenuto l’icona del “Made in Italy” nel mondo, sinonimo di eleganza, bellezza e gioia di vivere, con una grande attenzione da sempre focalizzata su valori come sviluppo sostenibile ed etica nei rapporti con territorio, clienti e persone che lavorano in azienda, cui aggiunge un forte impegno di responsabilità sociale. www.martinierossi.it www.martini.com