Simone Cristicchi “Magazzino 18”
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Simone Cristicchi “Magazzino 18”
The Club Giuliano Dalmato di Toronto proudly presents the North-American Première of Simone Cristicchi “Magazzino 18” Friday 12 September 2014 8:00 p.m. Famee Furlane 7065 Islington Avenue Woodbridge, Ontario WAREHOUSE 18 – A PLACE OF MEMORIES In the Old Port of Trieste there is a this little-known page of Italian “place of memories” that tells of a history that he decided to revisit it very sad moment in the history of in a musical show that takes its title Italy. It is even more heartbreaking from that place in the Old Port of because it entrusts its “memories” Trieste where the exiles – homeless not to an impressive monument, and facing long periods in refugee but to many small, humble witnes- camps or exhausting travel to ses of everyday life – a chair, distant destinations around the stacked on top of many other, world – left their property in the bears a name, some initials, a hope one day to be able to return number, and the note “Exodus and reclaim them: Warehouse 18. Service.” The same for a nearby armoire, and then for mattresses, beds, dishes, photographs, simple toys, other objects, other numbers, other names ... Everyday objects that accompany the course of so many lives: a course suddenly interrupted by History, by the exodus. With the peace treaty of 1947, Italy lost vast territories in Istria and along the coast of Dalmatia. Nearly 350,000 Italians, faced with a difficult situation fraught with a whole series of separations, chose to leave their native lands, now ceded to Yugoslavia, and continue their life in Italy. It’s not easy to imagine what their state of mind Cristicchi begins with exactly might have been, the pain with these objects, still in Warehouse 18, which these families packed up all and brings to light the every life their belongings and abandoned hidden behind them. The show he their cities, their homes, their roots. created quickly became one of the In front of them lay hardships, major events of the 2013-14 Italian poverty, insecurity, and often theatre season, with sold-out perforsuspicion. mances and standing ovations from Simone Cristicchi, the popular its première at the Politeama RosItalian singer winner the 2007 setti theatre in Trieste to the present Sanremo Festival, was so struck by day. “Magazzino 18” Scritto da/ Written by ........................................... Simone Cristicchi con / with ........................................................ Jan Bernas Regia di / Directed by ........................................... Antonio Calenda Musiche e canzoni di / Music and songs by ............................ Simone Cristicchi Musiche di scena e arrangiamenti di / Original score and arrangements by ......Valter Sivilotti Con esecuzione registrata da / Music recorded by........... FVG Mitteleuropa Orchestra Scene di / Set design by ........................................ Paolo Giovanazzi Luci di / Lighting design by................................. Nino Napoletano Supporto Tecnico per la spettacolo in Canada Technical Support for the North American Première Toronto / Woodbridge, Ontario, Canada Gioia Battista Andrea Balducci Angelo Generali Production Assistant and Tour Manager Sound Engineer Stage Lighting Engineer CLUB GIULIANO-DALMATO DI TORONTO The Club Giuliano-Dalmato of Toronto was founded in the fall of 1968 by a group of persons originating from Venezia Giulia, Istria, Fiume, and Dalmatia. Many of them had arrived in Canada in the late 1940s and early 1950s in the wake of the massive exodus of Italians from these regions that had now been ceded by Italy to Yugoslavia as part of its war reparations. First as refugees in Italy and then as immigrants in Canada, these Italians from the ceded territories kept in touch with one another and sought to keep up their dialect, traditions, culture, and love for their lost lands. After many years of meeting informally, in 1968 they decided to establish an association that would help them stay in touch and maintain their traditions — to do so, they founded the Club Giuliano Dalmato of Toronto. Now well into its fifth decade of life, the Club GD can take pride in having been the first such association in all of North America, and for many years the only one. It was followed twenty years later by the Lega Istriana of Chatham, founded in 1988 by a sizeable community of Istrians who had emigrated in the 1950s to the town of Chatham, in southwestern Ontario, to work in the local sugar-beet farms. In 1991 the Toronto club organized Raduno ’91, the first ever international gathering of Giuliano-Dalmati to be held outside of Italy. Literally hundreds of participants came from across Canada and the USA, as well as many from Italy, Australia, South Africa, and South America. Such was the success of Raduno ’91 and the impetus it gave to our community that, within a few years, similar associations of Giuliano-Dalmati were founded in Montreal, Ottawa, Hamilton, Vancouver, NY/ NJ, and South Africa. The Club GD of Toronto organizes a variety of annual activities, including brunches, picnics, tours, a commemorative mass for its deceased in November, another in February for the “Giornata del Ricordo”. It also publishes a quarterly newsletter, El Boletin (founded 1972). For further information on the Club GD and its activities, consult its web site at: www.giulianodalmato.com MAGAZZINO 18 – UN LUOGO DELLA MEMORIA Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” che racconta una pagina dolorosissima della storia d’Italia. Ed è ancor più straziante perché affida questa “memoria” non a un imponente monumento o a una documentazione impressionante, ma a tante piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi ... Oggetti comuni che accompagnano lo scorrere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla Storia, dall’esodo. Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’ Istria e della fascia costiera, e quasi 350 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non è facile riuscire davvero a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, e spesso sospetto. Simone Cristicchi, il popolare cantante italiano vincitore del Festival di Sanremo 2007, è rimasto colpito da questa scarsamente frequentata pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla in uno spettacolo musicale che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli – senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà in attesa di poter venire a riprenderle: il Magazzino 18. Cristicchi è partito proprio da quegli oggetti privati, ancora conservati al Porto di Trieste, per riportare alla luce ogni vita che vi si nasconde, realizzando uno spettacolo che è presto diventato uno degli eventi teatrali italiani della stagione 2013-14, con innumerevoli sold-out e standing ovation fin dal suo debutto al Politeama Rossetti di Trieste. GLI APPLAUSI SPEZZANO LE POLEMICHE Molto rumore per nulla. “Magazzino 18” termina con dieci minuti di applausi ininterrotti. Nessuna polemica, nessun boicottaggio. In tasca i fischietti annunciati e in gola il “Va pensiero” che qualcuno aveva pensato di intonare nell’intervallo che non c’era. Il musical di Simone Cristicchi dedicato all’«esodo di italiani cancellati dalla Storia» spalanca la stagione 2013-14 del Rossetti. Una prima molto attesa viste le polemiche della vigilia. Tutti presenti all’ appello: dal sindaco Roberto Cosolini all’ex sindaco Roberto Dipiazza, dall’assessore regionale Gianni Torrenti alla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat. Dalla comunità degli italiani dell’Istria è arrivato Maurizio Tremul. Tra il pubblico anche l’ex parlamentare Roberto Menia. Tra i rappresentanti degli esuli ci sono il presidente nazionale dell’Anvgd Antonio Ballarin e delle comunità Renzo Codarin. Dieci minuti finali di applausi quasi liberatori. Tanto che l’Inno di Mameli, intonato a sipario chiuso e alla meglio dai ragazzi della Pro Patria (con le magliette con l’alabarda tricolore), è sembrato un omaggio a Cristicchi più che all’italianità offesa. Il pubblico della prima sembra aver accolto l’invito lanciato nel pomeriggio da Stefano Curti, direttore amministrativo del Rossetti: «Portate i fazzoletti, non i fischietti». E la commozione non è mancata al Rossetti. La prova del nove si è avuta quando una bambina ha letto in sloveno la lettera sulla morte del papà nel campo di prigionia fascista di Arbe. Nessuna contestazione. Neppure un accenno. Non è volata una mosca. Un silenzio assoluto. «Questo lavoro che una volta avrebbe diviso la città – commenta a caldo Cosolini – ora la unisce. Ci siamo tutti commossi. L’applauso finale è stato liberatorio. Un grande lavoro». Uno «spettacolo bellissimo molto poetico e commovente con un testo molto bello. Quindi siamo tutti felici, davvero!» dice Torrenti. «Cristicchi e Calenda hanno saputo dare il massimo di sè e hanno saputo interpretare questa grande tragedia con anche leggerezza. Mi auguro che questo spettacolo giri veramente tutta l'Italia» aggiunge Bassa Poropat. «È la prima volta che la nostra storia viene detta con questa semplicità e con questa intensità assieme – dice il rappresentante degli esuli Ballarin –. Interpretazione magistrale la storia è ricostruita in maniera adeguata e molto emozionante ma non solo». Alla fine non c’è rimasto nessuno a contestare “Magazzino 18” sommerso da una standing ovation. Fabio Dorigo (Il Piccolo, 22 ottobre 2013) UN MONDO PROVATO DALLA STORIA “Come vorrei essere un albero, che sa dove nasce e dove morirà” è tutta qui l’essenza di uno spettacolo straordinario che racconta il dramma di un popolo intero, esuli e rimasti. Con le parole della canzone di Sergio Endrigo il cantautore romano Simone Cristicchi suggella un sentimento profondo, il dolore dello sradicamento che non è solo l’abbandono della propria terra per altri lidi, è il sapere di non poterci tornare, di non ritrovare le stesse cose, gli stessi posti, perché non ci sono più le stesse persone; è il dramma di chi è rimasto, perso in un mondo non più suo, con la sola certezza di essere italiano. “Masserizie abbandonate e mille facce in bianco e nero” canta mentre scorrono le immagini di cataste di sedie abbandonate nel Magazzino 18, “come si fa a morire di malinconia per una terra che non è più mia. Che male fa aver lasciato il mio cuore dall’altra parte del mare” e il Toscana imbarca a Pola povera gente, dignitosa nel dolore della partenza; immagini grigie, che il tempo ha sbiadito, ma proprio per questo ancor più evocatrici di quei tragici momenti. Il filo conduttore del racconto sono due personaggi. Uno è Persichetti, archivista romano mandato dal Ministero per l’inventario e il trasferimento di tutti i materiali del Magazzino 18. Il personaggio, che Cristicchi interpreta con la bravuta di un attore consumato, conferisce allo spettacolo pochi momenti lievementi comici, affondando nei luoghi comuni dei nomi delle città istriane, del Giuliano Dalmata , “chi è costui?” chiede il simpatico archivista al telefono con il direttore romano. Tolto l’impermeabile Persichetti diventa il fantasma delle masserizie, l’anima del racconto. “Che cos’è il teatro se non la celebrazione di un rito, la lungimiranza della pìetas: gli uomini capiscono se stessi, gli altri e anche i propri nemici” diceva poco tempo fa Antonio Calenda, regista dello spettacolo. L’imortante ora è che lo spettacolo sia visto, per compiere questa catarsi, ma soprattutto perché l’odissea del popolo istriano tutto sia finalmente conosciuta dai tanti che, come il Persichetti, l’hanno sinora ignorata. Rossana Poletti (da CDM Arcipelago Adriatico 24/10/13 ) Successo pieno! È stato successo pieno, che ha superato le polemiche della vigilia, quello dello spettacolo “Magazzino 18” al Rossetti di Trieste. Preceduto da molte critiche, lo spettacolo teatrale di Simone Cristicchi sul dramma degli esuli istriani, fiumani e dalmati si è concluso tra gli applausi. Dieci minuti di ovazioni ininterrotte. Dice il sindaco Roberto Cosolini: questo spettacolo un tempo avrebbe diviso la città, oggi la unisce. Anche chi era andato per contestare alla fine ha tenuto i fischietti in tasca e ha applaudito. «È la prima volta che la nostra storia viene detta con questa semplicità e con questa intensità assieme – dice il rappresentante degli esuli Antonio Ballarin – interpretazione magistrale, la storia è ricostruita in maniera adeguata e molto emozionante ma non solo». Cristicchi, che ha sempre rifiutato di farsi etichettare, ha chiarito più di una volta di avere solo voluto ripercorrere la tragedia di vite spezzate, evitando di portare acqua al mulino della destra o della sinistra. Critiche gli sono giunte sia da sinistra che da destra. Furori che si sono dileguati e sciolti in commozione quando si è alzato il sipario e il “musical civile” ha potuto parlare oltre le ideologie. Il racconto parte da un luogo “simbolo”: il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste. Il protagonista, ideale “Virgilio” per gli spettatori, è un umile archivista romano, spaesato e ignorante, che viene inviato dal Ministero degli Interni a Trieste, per fare l’inventario di questa enorme catasta di masserizie abbandonate e stipate alla rinfusa. Oggetti marchiati da nomi e numeri, che raccontano la tragedia di un popolo sradicato dalla propria terra. Sedie, armadi, specchiere, cassapanche, attrezzi da lavoro, libri, ritratti, quaderni di scuola, fotografie in bianco e nero. Oggetti che sembrano essere in attesa di un fantasma che li venga a prendere, perché capaci di evocare direttamente la persona cui sono appartenuti. Il giovane protagonista ne riporta alla luce la vita che vi si nasconde, scoprendone gradualmente l’esistenza, narrando in maniera cruda e schietta una delle vicende meno raccontate della storia d’Italia. Cambiando registri vocali, costumi e atmosfere musicali, Simone Cristicchi si trasforma dando vita ad ogni singolo personaggio: l’esule da Pola, il bambino di un campo profughi, la donna “rimasta” che scelse di non partire, il monfalconese che decide di andare in Jugoslavia, il prigioniero del lager comunista di Goli Otok. (da: ww.secoloditalia.it/2013) L’esodo degli Italiani cancellati dalla storia Uno sprovveduto archivista romano si aggira per gli spazi silenziosi di un magazzino del Porto Vecchio di Trieste incontrando, grazie allo “spirito delle masserizie”, la Storia e soprattutto le “storie” di quanti, esuli dalle terre di Fiume, Istria e Dalmazia, furono costretti a lasciare in quel luogo le proprie cose, nella speranza di poterle riprendere un giorno. Con sensibilità e attenzione, senza preconcetti ideologici, esprimendo l’indignazione per quanto avvenne, ma con toni lievi, necessari per restare in ascolto e comprendere, Simone Cristicchi, interprete, autore delle musiche e delle canzoni inedite e, con Jan Bernas, anche del testo, ha saputo far emergere l’elemento umano, quello che sempre, nelle tragedie epocali, resta ai margini, silenzioso come le sale del Magazzino 18, ma travolto dagli eventi che ferocemente colpiscono e che si ripetono, oggi come un tempo. Definito “musical-civile”, questo esperimento ha retto la prova, superandola in modo eccelso. Cristicchi ha saputo emozionare senza lasciarsi intimorire dall’argomento, consapevole del rischio, raccontando la storia dei tanti cui nessuno aveva dato voce, di chi si tolse la vita per non riuscire a sopravvivere lontano dalla propria terra, di chi, bambina, morì di freddo nel campo profughi di Padriciano, creando un legame tra le tragedie di allora con quelle di oggi: Lampedusa, fra le tante. Le scene essenziali di Paolo Giovanazzi hanno visto come protagoniste tante sedie, un tempo situate davanti la porta delle case, a simboleggiare il vuoto lasciato: “interi borghi, intere famiglie, un'intera regione svuotate della propria essenza. Come in una lenta ma inesorabile emorragia. Come in un trasloco dell'anima.” Applausi e standing ovation fin dalla sera della prima, in un crescendo di replica in replica, grazie anche all’entusiasmo con cui chi aveva già assistito allo spettacolo ne parlava. Una messa in scena come questa non poteva, a Trieste, lasciare indifferenti. Si è dimostrata essere una grande opportunità di “educazione alla memoria” che dopo questa prima tappa inizierà ora una tournée intensa, con tappe in moltissime città d’Italia, della Slovenia e della Croazia, e date in continuo aggiornamento a causa delle moltissime richieste che i teatri, colpiti dall’ enorme successo, continuano a fare, nonostante i cartelloni siano già ormai definiti da tempo. Paola Pini (su http://www.teatro.it) We gratefully acknowledge the assistance we received from Associazione Giuliani nel Mondo Politeama Rossetti, Trieste Club Giuliano–Dalmato di Toronto Ministero degli Esteri, Repubblica Italiana Istituto Italiano di Cultura, Toronto Consulate of Canada in Udine E.R.A.P.L.E. E.F.A.S.C.E. Unione Emigranti Sloveni Famee Furlane di Toronto Promo Music We are also grateful to the many volunteers who worked long and hard to bring this show to Canada, and in particular to Mario Joe Braini and the Club Giuliano Dalmato executive Eligio Clapcich Primo Di Luca Konrad Eisenbichler Adriana Frisenna Rosanna Turcinovich Giuricin Services Providers Chris Robinson - Metalworks Production Group, Mississauga Marylane Marchese – Famèe Furlane Friuli Centre, Woodbridge Jeff Himmelman – a BIG mobile SIGN co. GTA, Woodbridge Will at Long & McQuade Musical Instruments, North York Cristian Ariza – Famèe Furlane Friuli Centre, Woodbridge Sebastiano Gallo – Prestige Graphics Inc., Woodbridge Alessandro Sapienza – Corriere Canadese, Toronto Building Standards Department, Vaughan Adriana Gobbo – Travel One, Toronto Burke Sasaki – Photographer, Toronto LoSpecchio, Woodbridge, Ontario Marty Millionaire Ltd – Toronto Acknowledgements Laura Bianchi – Veneto Centre, Woodbridge Famèe Furlane of Toronto Paolo Canciani, “Mandi Mandi”, CHIN Radio Spirit Entertainment, Vaughan 3L Sound and Lighting Ltd, Mississauga Shakedown Sound & Lighting Ltd, Markham Olivia Zugna, Event Support Salvatore Bancheri, University of Toronto Nina Di Trapani, University of Toronto Christine Sansalone, Laurentian University Gabriella Colussi Arthur, York University Roberta Sinyor, York University Cristina Caracchini, Western University Caroline Di Cocco, Italian Canadian Archive Project Mara Cataldi, www.laltraitalia.org David Corazza, President, Trentino Club of Toronto Cristina Perini - Lega Istriana Chatham The North-American première of Simone Cristicchi’s “Magazzino 18” has been made possible, in part, by the generosity of the following donors Vito and Pina Batelich Guido and Bruna Braini Mario Joe Braini Konrad Eisenbichler Adriana Frisenna Adriana Gobbo Franco Luxardo Carlo Milessa Oriella Reia Still famiglia Vaccari Susmel Sebastiano Gallo, Prestige Graphics Inc, Woodbridge Cortina Kitchens Inc., Etobicoke Downsview Kitchens, Mississauga Doorland Group, Woodbridge Millway Carpentry Ltd., Concord ALKA Kitchen Cabinets Ltd, North York Nobeltek Tools Inc., Toronto, Ontario and anonymous. “For it is in giving that we receive” (St Francis) Istituto Italiano di Cultura di Toronto The Italian Cultural Institute, Cultural Section of the Consulate General of Italy in Toronto, was established in 1976. It is a centre for cultural and academic activities, a school of Italian language and civilization, a source of information about contemporary Italy, its regions and its multilayered cultural heritage as well as a venue for art exhibitions, lectures, films, and video screenings. In addition, the Institute provides the opportunity for cultural collaboration between Italian and Canadian organizations and individuals, in order to facilitate exchange in the field of theatre, music and cinema. It offers information and logistical support to both Italian and foreign public and private operators interested in Italian cultural events in Canada. 496 Huron Street, Toronto, Ontario M5R 2R3 tel. 416-921-3802 email [email protected] Andrea Susmel e Lisi Vaccari In memoria di Lucio e Dika Susmel Per rivedere POLA, l’ISTRIA, l’ITALIA e il resto del mondo siamo al vostro servizio ! 1200 Eglinton Ave. Est Suite 204 Toronto, Ontario M3C 1H9 tel: 416-444-9001 www.travelone.ca 2635 Rena Road Mississauga, Ontario Canada L4T 1G6 Phone: (905) 677-9354 Since 1967, at DOWNSVIEW KITCHENS we have been producing the finest kitchen furnishings on the market. Through the years we have assembled a remarkable team of designers, technicians, craftsmen, finishers and artisans who together have made the company one of the industry's leading manufacturers. M.M.Star Cluster Concept Homes © Natural Renewable Resources: (Plants) (The sun) (The rain). 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