Le pillole di - FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi
Transcript
Le pillole di - FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi
Le pillole di Notizie, commenti, istruzioni ed altro Direttore responsabile: Edi Sommariva Numero 35 - 2009 EFFETTI DELLA RIDUZIONE DELL’IVA NEI PUBBLICI ESERCIZI A cura di L. Sbraga e G. Erba Il processo di armonizzazione fiscale nell’ambito dell’Unione Europea prevede un intervento sulle aliquote IVA degli Stati membri così articolato: aliquota ridotta non inferiore al 5%; aliquota ordinaria non inferiore al 15%. L’applicazione dell’aliquota ridotta è possibile solo per i beni e servizi inseriti, a livello europeo, in un apposito elenco. In Italia attualmente sono in vigore tre aliquote: 4% e 10% (ridotte); 20% (ordinaria). Ai servizi di ristorazione si applica l’aliquota ridotta del 10%. Il recente pronunciamento dei 27 Ministri delle Finanze dell’Unione Europea favorevole all’inserimento della ristorazione nell’elenco dei beni e servizi per i quali è possibile l’applicazione dell’aliquota ridotta chiude, con successo, una vicenda iniziata oltre 17 anni fa. Viene scongiurato in tal modo il pericolo di un innalzamento dell’aliquota applicata alla ristorazione da un minimo di cinque punti ad un massimo di dieci. Dopo la decisione del Governo francese di applicare, a partire dal primo luglio del 2009, l’aliquota ridotta alla ristorazione si è sviluppato anche nel nostro Paese un forte dibattito per spingere il governo ad assumere un’identica decisione. ridotta alla ristorazione. Tra questi l’Italia dove alle attività di somministrazione di alimenti e bevande si applica un’aliquota del 10%. Meglio dell’Italia fa la Spagna con un’aliquota del 7%, per non parlare di Lussemburgo (3%) e Olanda (6%). Gli altri sedici Paesi dell’Unione applicavano l’aliquota ordinaria, generalmente superiore al 15%. Senza citare gli “eccessi” di Danimarca e Svezia, 25% per entrambi, ricordiamo il 17,5% del regno Unito, il 19% 25 SE 22 25 20 DK 20 BG HU 21 19 19.6 FR 19 SK RO 18 MT 19 18 LV 19 18 LT DE 18 CZ 17.5 EE 13.5 IE 10 IT 12 10 EL AT PT 9 8 8.5 SI 7 CY 3 6 7 15 UK della Germania e il 19,6% della Francia. FI BE PL ES 0 NL (1 gennaio 2008) Al primo gennaio del 2008 undici Paesi applicavano in Europa un’aliquota LU Aliquote Iva in Europa applicate alla ristorazione Nel corso del 2008 e, soprattutto, del 2009 ci sono stati alcuni interventi Evoluzione delle aliquote IVA a partire dal 1/01/2008 sulle aliquote IVA della ristorazione in diversi Paesi. A dicembre del 2008 il Regno Unito ha abbassato, purtroppo solo in via transitoria, l’aliquota dal 17,5% al 15%. La Francia, a partire dal 1 luglio 2009, applica alla ristorazione un’aliquota del 5,5% (prima era 19,6%), mantenendo la vecchia aliquota per le sole bevande alcoliche. Ci sono stati, tuttavia, anche interventi in direzione opposta in Lettonia, Lituania e Ungheria. A partire dal 2010 ulteriori cambiamenti sono previsti in Belgio e Finlandia dove l’aliquota applicata alla ristorazione scenderà, rispettivamente, dal 21% al 12% e dal 22% al 13%, mentre la Repubblica Ceca sta studiando l’ipotesi di passare dal 19% al 9%. Nel Regno Unito è già programmato, al contrario, un ritorno all’aliquota del 17,5%. sviluppi positivi aliquota (in %) prima dopo 17,5 15 19,6 5,5 21 12 22 13 19 9 Paese Regno Unito Francia Belgio Finlandia Repubblica Ceca Evoluzione delle aliquote IVA tra il 2008 e il 2009 sviluppi negativi quando dic. 2008 lug. 2009 gen. 2010 lug. 2010 2010 ??? Paese Lettonia Lituania Ungheria Lituania Regno Unito Spagna aliquota (in %) prima dopo 18 21 18 19 20 25 19 21 15 17,5 7 8 25 quando gen. 2009 gen. 2009 lug. 2009 set. 2009 gen. 2010 lug. 2010 25 25 25 22 21 21 20 18 Soglia aliquota 15 ordinaria 20 18 21 19 19 19 19 15 13,5 12 10 10 9 8 8,5 10 6 5 7 7 5,5 3 0 (*) LU NL ES PL CY SI EL AT IT PT IE UK EE LT LV MT CZ DE RO SK FR BG HU BE FI DK SE Paesi ad aliquota ridotta Paesi che hanno ridotto l’aliquota Paesi ad aliquota ordinaria Paesi che hanno alzato l’aliquota Fonte: Hotrec (*) In Francia le bevande alcoliche restano al 19,6% Evoluzione delle aliquote IVA a partire dal 1/01/2010 25 25 25 25 21 21 20 17,5 18 Soglia aliquota 15 ordinaria 20 19 19 19 18 13,5 12 12 13 10 10 10 9 8 8,5 8 6 5 9 7 5,5 3 0 (*) LU NL ES PL CY SI EL AT IT PT IE UK EE LT LV MT CZ DE RO SK FR BG HU BE FI DK SE Paesi che ridurranno l’aliquota Paesi ad aliquota ridotta (per la Repubblica Ceca è ancora un’ipotesi) Paesi che alzeranno l’aliquota Paesi ad aliquota ordinaria Fonte: Hotrec (*) In Francia le bevande alcoliche restano al 19,6% Il caso Francia La Francia, attraverso un accordo tra Stato e Associazioni di categoria, ha scelto di applicare l’aliquota IVA ridotta alla ristorazione. I termini dell’accordo hanno l’obiettivo di trasferire ai diversi attori (consumatori, lavoratori e imprese) i vantaggi derivanti dalla riduzione dell’iva. Per i consumatori il vantaggio consiste in un significativo abbattimento del prezzo di un pasto completo come risultato di un minore impatto delle imposte indirette sulla formazione del prezzo del servizio di ristorazione. Per i lavoratori già impiegati nel comparto i vantaggi devono concretizzarsi in migliori condizioni di lavoro, in maggiori opportunità di formazione professionale, in rafforzamento degli strumenti di welfare. Sempre in tema di lavoro le imprese si impegnano a creare 40mila nuovi posti di lavoro. Per le imprese il vantaggio diretto proviene da una misura che stimola la domanda e, dunque, accresce le loro opportunità di business. Si tratta, allora, di un patto che prevede “oneri ed onori” e che è sottoposto alla verifica di specifici organi di vigilanza. Francia: il “patto” governo ristorazione Riduzione del prezzo di un pasto completo per una quota pari alla riduzione dell’aliquota IVA Per il consumatore Creazione di 40.000 posti lavoro Per i dipendenti Il patto Miglioramento condizioni di lavoro in termini di: salari - formazione professionale - welfare Per le imprese Più investimenti Organi di verifica e controllo del rispetto degli impegni Fonte: Synhorcat Pubblici esercizi: gettito IVA (anno 2006) Nel 2006, ultimo dato disponibile, i ricavi, iva inclusa, dei pubblici esercizi ammontavano a: Bar Ristoranti Totale 13,6 miliardi di euro 20,7 miliardi di euro 34,3 miliardi di euro Sono state pagate sugli acquisti imposte indirette per un valore di 3,3 miliardi di euro, mentre sulle vendite l’iva incassata è stata di 3,2 mld. di euro. In definitiva il settore vantava un credito IVA di oltre 91 milioni di euro. Il credito si concentra totalmente nel mondo del bar dove il saldo 2006 è stato di oltre 115 milioni di euro. Nei ristoranti, invece, il debito delle imprese nei riguardi del fisco è stato, per questa imposta, di circa 24 mln. di euro. Valori in euro IVA a debito IVA detraibile IVA a credito/debito Ristoranti 1.937.027.979 1.913.216.669 + 23.811.310 Bar 1.317.123.586 1.432.394.185 - 115.270.599 3.254.151.565 3.345.610.854 - 91.459.289 Totale Credito Fonte: dichiarazioni IVA 2006 Pubblici esercizi: gettito IVA (stima al 2010) L’ipotesi di una riduzione dell’aliquota IVA applicata ai pubblici esercizi non è immaginabile prima del 2010. Per tale ragione i dati relativi alle dichiarazioni IVA 2006 sono stati aggiornati con una previsione al 2010. I ricavi, iva inclusa, vengono stimati in: Bar Ristoranti Totale 15,7 miliardi di euro 23,7 miliardi di euro 39,4 miliardi di euro Sulla base di queste stime verrebbero pagate sugli acquisti imposte indirette per un valore di 4,038 miliardi di euro, mentre l’iva incassata sulle vendite ammonterebbe a 3,742 mld. di euro. Si otterrebbe, così, un credito di imposta pari a circa 296 milioni. I ristoranti risulterebbero a credito per 163 mln. di euro, mentre il credito dei bar ammonterebbe a 133 mln. di euro. Valori in euro Ristoranti IVA a debito IVA detraibile 2.227.584.883 2.391.009.803 Dichiarazioni IVA al 2010 (ad aliquote invariate) Bar Totale IVA a credito/debito - 163.424.910 1.514.568.037 1.647.253.313 -132.538.245 3.742.152.930 4.038.116.085 - 295.963.154 Credito Fonte: stima C.S. Fipe dichiarazioni IVA al 2010 L’applicazione dell’aliquota ridotta al 5% (stima al 2010) La riduzione dell’aliquota dal 10% al 5% ha effetti sulla sola IVA incassata, mentre è neutrale sugli stock relativi all’iva pagata sugli acquisti. Nel caso dei ristoranti l’imposta quasi si dimezza essendo l’IVA al 10% prevalente nelle vendite. Per i bar gli effetti sono significativi ma più contenuti in quanto il ventaglio di aliquote iva applicate sulle vendite è più articolato. Entrambi i comparti vanterebbero un credito nei riguardi del fisco per oltre un miliardo di euro nel caso dei ristoranti e per circa 750 mln. di euro nel caso dei bar. Il credito complessivo diventa, così, di 1,9 miliardi di euro. Confrontando il credito a legislazione invariata con quello conseguente alla manovra di riduzione il settore godrebbe di un vantaggio calcolabile in 1.579 milioni di euro. La riduzione dell’aliquota a ricavi invariati farebbe emergere base imponibile per oltre un miliardo e mezzo di euro che sarebbe assoggettata a tassazione diretta. In tal modo il vantaggio potrebbe risultare non superiore al miliardo di euro. Valori in euro Ristoranti IVA a debito IVA detraibile IVA a credito/debito 1.261.739.956 2.391.099.803 - 1.129.269.847 Dichiarazioni IVA al 2010 (ad aliquote invariate) 901.085.537 1.647.106.282 - 746.020.745 2.162.825.493 4.038.116.085 - 1.875.290.592 Bar Totale Credito Fonte: stima C.S. Fipe dichiarazioni IVA al 2010 Sulla base di quanto già sperimentato in Francia si potrebbe giungere ad Effetti della riduzione dei prezzi sul volume d’affari (stima al 2010) un accordo imprese/governo finalizzato a trasferire ai consumatori i vantaggi della riduzione dell’aliquota IVA. Nel caso in cui ciò si concretizzasse in una traslazione del differenziale di aliquota sui prezzi di vendita si avrebbe una riduzione del volume d’affari del 5%. L’elasticità domanda/prezzo genererebbe un incremento di fatturato inferiore, tuttavia, alla perdita reale come sopra determinata. La perdita di fatturato è calcolabile in circa 900 mln. di euro, di cui 538 nei ristoranti e 363 nei bar. Valori in euro flessione del volume d’affari - 538.418.719 Ristoranti Bar - 363.314.063 Totale - 901.732.782 Fonte: stima C.S. Fipe conclusioni La riduzione al 5% dell’IVA applicata alle vendite dei pubblici esercizi vale circa 1,6 miliardi di euro di risorse aggiuntive per il settore. Nel caso in cui le imprese trasferissero sui prezzi la quota percentuale di riduzione dell’IVA il vantaggio si ridurrebbe di un importo pari alla contrazione del fatturato. In definitiva il vantaggio per le imprese potrebbe stare all’interno di una forchetta che va da 1 miliardo di euro a 678 milioni di euro in funzione del livello di riduzione dei prezzi che le imprese attueranno. La possibilità di applicare un’aliquota super-ridotta alla ristorazione dovrebbe passare attraverso una riformulazione complessiva del ventaglio delle aliquote in vigore in Italia. E’ improbabile, infatti, che venga applicata l’aliquota del 4% perché in contrasto con il processo di armonizzazione che impegna gli Stati membri a non andare sotto il 5%. Al contempo risulta difficile credere che venga creata una nuova aliquota intermedia tra il 4% e il 10% ad hoc per i servizi alberghieri e di ristorazione. Non va trascurata, inoltre, l’influenza che sulla decisione potrebbe avere l’attuale situazione di credito fisco. IVA vantata dal settore nei riguardi del