19) Religione Indiana

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19) Religione Indiana
La Religione Indiana
Dare una definizione precisa
dell'Induismo è difficile, poiché
esso – più che una religione in
senso stretto – si può considerare
una serie di opinioni religiose,
modi di comportarsi, abitudini
quotidiane, che hanno un
comune nucleo di valori e
credenze religiose, ma differenti
tra loro a seconda del modo in
cui interpretano la tradizione e la
sua letteratura religiosa.
In India, la
mitologia
induista
impregna la
vita
quotidiana;
i numerosi
templi
determinano
pellegrinaggi e
feste dedicati
alle infinite
divinità.
1) Accettazione dei Veda come la più alta autorità riguardo agli argomenti
religiosi e filosofici;
2) Spirito di tolleranza, la verità possiede molteplici apparenze;
3) Il cosmo conosca periodi di creazione, di conservazione e di distruzione, che si
succedono senza fine;
4) Accettazione da parte di tutti i sistemi filosofici induisti della fede nella
rinascita e preesistenza degli esseri;
5) Riconoscimento del fatto che i mezzi o i modi di raggiungere la salvezza sono
molteplici;
6) Comprensione che per quanto grande possa essere il numero delle divinità da
adorare, si può essere induisti e non adorarle tutte;
Nell’ Induismo popolare, si
venerano circa 330 milioni di
divinità, ma una triade domina
su tutte:
Brahma = Creatore,
Visnù = Conservatore,
Siva =Distruttore.
Con questa trinità l'Induismo
si stacca dal Bramanesimo.
Visnù è il dio più importante
perché Siva è negativo e
Brahma è irrapresentabile.
Brahma, Vishnu e Shiva sono
onorati come la Trimurti.
Brahma, la creazione;
Vishnu, la preservazione;
Shiva, la distruzione.
• Brahma, è il dio principale
della Trimurti, ha quattro teste
e stringe in una delle sue mani
il Libro dei Veda.
• Con un’altra mano fa l’OK che
è simbolo di saggezza.
• La mano con il palmo levato
in avanti è in posa
benedicente, l’ultima mano è
in posizione di adempiere le
promesse.
• Brahma è considerato come
l’energia della creazione.
• Vishnu è frequentemente venerato
attraverso i suoi avatar. Nei
momenti di crisi sociale si crede che
Visnù s'incarni in un eroe salvatore
come ad es. Krishna, Rama, ecc.
• Si manifesta nelle varie epoche, in
forma umana, attraverso dieci
Avatar.
• Nei Veda e per gli Ariani, Vishnu è
considerato un dio minore, in
seguito divenne uno dei membri
della sacra Trimurti e una delle più
importanti divinità religiose.
• La venerazione si esplica anche
attraverso un mantra: Om Namo
Narayana.
• Vishnu è di solito ritratto in
una forma umanoide dotata di
quattro braccia, pelle blu,
spesso seduto su di un fiore di
loto. A volte nella sua forma
onnipresente viene chiamato
Hari.
• Gli attributi di Visnu sono:
• il disco (chakra);
• la clava (danda);
• la conchiglia (sankha);
• talvolta il loto (padma).
• Questi sono attributi mistici e
rituali, spesso simboli di
sovranità.
Le Mahabharata narra della ottava incarnazione di Vishnu, sotto
forma di Krishna, nel momento in cui un conflitto oppone i Pandavas
e i Kaurava, due clan di cugini nemici.
Il racconto Ramayana è dedicato alla settima incarnazione di Vishnu, che ha deciso di
scendere sulla terra incarnato in Rama, allo scopo di vincere i demoni con l’aiuto
dell’esercito di scimmie guidato dal loro capo Hanuman.
Ravana è re di Lanka nel Ramayana, rapisce
Sita, la sposa di Rama. Egli è detto
Dashamukha, "dieci faccie" perchè è
rappresentato con dieci teste e venti braccia.
Ravana si è impadronito del trono del suo
fratellastro Kuvera, re legittimo di Lanka e del
suo palazzo volante, Pushpaka. Le sue dieci
teste e venti braccia sarebbero il simbolo del
potere che ha ottenuto da Shiva. Shiva ha
accordato a Ravana il potere di essere protetto
dall’attacco di divinità e demoni. Ravana, però
non ha protezione contro gli umani. Rama e il
suo fedele comandante Hanuman riuscirono a
liberare Sita e a vincere Ravana.
Cent quatre-vingt-quinze divinités indiennes,
Sud dell’Andhra Pradesh (a nord di Madras),
verso il 1720-1730 BnF, Estampes, Od 40 pet.
fol. - Cat. R.H. 293a(66)
• Vishnu La nera" è l’ottava
incarnazione di Vishnu,
una delle piu’ venerate.
• Vishnu ritornò sulla Terra
per porre fine alla tirannide
del re Kamsa.
• La Mahâbhârata racconta
tutta l’epopea di Krishna
sulla terra.
Vishnu prende l’aspetto di
Vamana, il suo quinto Avatar.
Vishnu è presentato di faccia
mentre sta su di una gamba con
l’altra sollevata in alto, alla
presenza di Bali, di
Shukracharya e di un testimone,
Jambavati, che annuncia la
vittoria.
Estratto da un album con 136
illustrazioni della « Storia del
Mondo o Creazione
dell’Universo », tra il 1727 e
1758, BnF, Estampes, Od 39
pet. fol. Cat RH 296 (76)
(f.119)
Vishnu, coricato sul serpente
dell’eternità Shesha, è invocato
dagli dèi e dai rishi
Estratto dall’Album delle 132
illustrazioni del Ramayana
Masulipatam (Andhra) puis
Karikal (Tanjore), tra 1727 e
1758 BnF, Estampes, Od 39a
pet. fol. Cat. RH 297(1) (f. 3)
Vishnu, con un corpo umano
verde e una testa di cavallo,
tiene in due mani il chakra
(disco) e la shankha (conque), e
nelle altre due una spada e una
rondache, mentre fa a pezzi i
suoi nemici. Questa ultima
incarnazione di Vishnu non è
ancora apparsa e si rivelerà solo
alla fine dell’era di Kali (Kali
yuga), quando la confusione
sarà generale, Vishnu verrà a
salvare il mondo incarnandosi
in Kalki.
• Uno degli epiteti di Śiva è Hara, che
letteralmente significa "Colui che
porta via", "Colui che distrugge".
• La figura di Śiva è stata identificata
principalmente con il suo aspetto
dissolutivo, e quindi rinnovatore.
• Nella Trimūrti Śiva rappresenta la
forza che riassorbe i mondi e gli
esseri nel Brahman immanifesto, è
l'aspetto divino che conclude i cicli
duali di vita-morte, per consentire a
Brahmā (l'aspetto creativo) di
iniziarne degli altri.
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Molto popolare è Kalì, moglie di
Siva, dea della vendetta, delle
epidemie, dei terremoti, delle
tempeste.
Inviata sulla Terra per sgominare un
gruppo di demoni, iniziò ad uccidere
anche gli esseri umani. Per fermarla,
Śiva si distese fra i cadaveri; quando
la dea si accorse che stava per
calpestare il proprio marito,
interruppe la sua furia.
Kali era il terzo elemento della triade
indù, insieme a Brahma il creatore e
Vishnu il preservatore. Per
completare il sistema mancava un
distruttore, caratteristica che è
considerata praticamente la funzione
di Kali.
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Secondo gli insegnamenti dell'induismo, la
morte non implica il passaggio alla non
esistenza, ma semplicemente una
trasformazione e un passaggio a una nuova
forma di vita.
Pertanto ciò che viene distrutto fa sì che gli
esseri attraversino nuove fasi di esistenza: il
distruttore è colui che crea nuovamente, ruolo
che gli valse il nome di regina della Morte.
la carnagione scura rimanda alla dissoluzione
di ogni individualità;
la nudità della dea rappresenta la caduta di
ogni illusione;
il laccio con cui prende le teste per mozzarle
rappresenta la caducità di tutto ciò che esiste;
le quattro braccia reggono strumenti di
distruzione e purificazione.
• Presso la religione induista,
Ganesha o Ganesh (Sanscrito
IAST Gaṇeśa) è una delle
rappresentazioni di dio più
conosciute e venerate.
• Figlio primogenito di Shiva e
Parvati, viene raffigurato con una
testa di elefante provvista di una
sola zanna, ventre pronunciato e
quattro braccia, mentre cavalca o
viene servito da un topo, suo
veicolo. Spesso è rappresentato
seduto, con una gamba sollevata
da terra e ripiegata sull'altra, nella
posizione dell'alitasana.
• Tipicamente, il suo
nome è preceduto dal
titolo di rispetto
induista, Shri.
• Il culto di Ganesha è
molto diffuso, anche al
di fuori dell'India; i
devoti di Ganesha si
chiamano Ganapatya.
Queste immagini illustrano il mito della creazione del mondo. Dio e i demoni
uniscono le proprie forze allo scopo di estrarre il nettare dell’immortalità dal mare
di latte. Dopo mille sforzi, la loro opera produce un certo numero di oggetti
straordinari ed esseri meravigliosi.
• Secondo la cosmografia esposta nei
Purana, l'intero universo si trova
circoscritto dal guscio dell'uovo
cosmico, dal diametro di 500 milioni
di yojana.
• Al centro dell'universo si trova la
terra, che non è ritenuta la sua parte
migliore ma comunque l'unico posto
dove l'uomo possa ottenere la
"liberazione”.
• Vi sono sette continenti o isole
(dvīpa) separati da oceani circolari
concentrici composti rispettivamente,
dal continente più interno verso
quello più esterno, da acqua salata,
succo di canna da zucchero, vino,
burro chiarificato (ghee), cagliata,
latte e acqua dolce.
• Sotto la superficie terrestre vi
sono poi sette inferi (pātāla):
immensi regni sotterranei
pieni di meravigliosi palazzi e
bellezze che si espandono per
10.000 yojana, circa 130.000
km.
• Infine, vi sono poi le dimore
degli dèi: i paradisi.
• Al centro dell'universo e
quindi al centro del
Jambudvipa, il dvīpa più
interno, si erge il monte Meru,
l'asse dell'universo, sul quale
splende la Stella Polare.
Thangka bhutanese del Monte Meru e
dell'universo buddhista, XIX secolo, Trongsa
Dzong, Trongsa, Bhutan