comunicato stampa next stop m9 / la fondazione di venezia presenta

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comunicato stampa next stop m9 / la fondazione di venezia presenta
Progetto ideato e promosso da
Comunicato stampa
NEXT STOP M9 / LA FONDAZIONE DI VENEZIA PRESENTA I 6 STUDI
INVITATI AL CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE
In collaborazione con
Il nuovo polo culturale sorgerà nel cuore di Mestre su un’area di circa 9.000 mq, destinati a museo, spazi espositivi,
mediateca e auditorium polifunzionale, per un investimento complessivo di 100 milioni di euro.
I progetti preliminari verranno consegnati a fine maggio e il prossimo anno verranno avviati i lavori.
L’inaugurazione è prevista per il 2014.
Venezia, giovedì 11 febbraio 2010 - Saranno presentati oggi, presso la sede della Fondazione di Venezia,
i sei studi di architettura chiamati a partecipare al concorso internazionale per M9, il nuovo polo culturale che sorgerà nel cuore di Mestre.
Un nuovo polo culturale e commerciale simbolo del rilancio architettonico e urbanistico di un territorio,
un nuovo museo motore e catalizzatore delle proposte e dei fermenti culturali della terraferma, un
luogo di apprendimento sì, ma anche una piazza in cui confrontare le idee e gli stimoli ricevuti da esposizioni interattive, allestimenti multisensoriali, conferenze e convegni.
Questo vuole essere M9, progetto poliedrico e complesso che risponde a un’esigenza e a un’aspirazione
da anni condivisa dai cittadini delle quattro municipalità della terraferma veneziana: avere uno spazio
museale e un centro di produzione culturale in linea con le più innovative esperienze europee.
M9, che coprirà un’area di circa 9.000 mq, per un investimento complessivo di circa 100 milioni di euro,
non si esaurirà nel Museo del ’900, ma doterà Mestre di un auditorium polifunzionale, di servizi didattici
e formativi, di una mediateca-archivio dedicata al XX secolo e di un nuovo spazio espositivo per mostre
temporanee che aiuteranno gli spettatori a meglio interpretare il presente e a proiettarsi nel futuro.
Delle motivazioni e delle caratteristiche del progetto, cui la Fondazione di Venezia lavora dal 2005, e
che adesso - dopo l’acquisizione degli spazi, la messa in sicurezza e la sanificazione degli edifici e
la sottoscrizione dell’Accordo di Programma - diventa realtà, parlerà il Presidente, Giuliano Segre,
nell’intervento di apertura.
Seguiranno gli interventi del Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, del Presidente della Giunta Regionale del Veneto, Giancarlo Galan, e della Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e Laguna, Renata Codello, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella conclusione
dell’iter amministrativo per la sottoscrizione - avvenuta lo scorso 15 dicembre 2009 - dell’Accordo di
Programma propedeutico all’indizione del concorso.
Concluderà la presentazione Francesco Dal Co - Professore Ordinario presso l’Università IUAV di Venezia e direttore della rivista Casabella - della cui consulenza la Fondazione di Venezia si è avvalsa
per la selezione dei sei studi di architettura invitati al concorso di progettazione per M9.
Si tratta di: Carmassi Studio di Architettura (Italia), David Chipperfield Architects (Gran Bretagna/
Italia), Agence Pierre-Louis Faloci (Francia), Mansilla+Tuñón Arquitectos (Spagna), Sauerbruch Hutton (Germania) e Souto Moura Arquitectos (Portogallo), tutti studi noti a livello internazionale per la
comprovata esperienza nella progettazione museale, nel restauro architettonico e nell’integrazione tra
edifici esistenti e nuove architetture.
I concorrenti saranno infatti chiamati a progettare in via preliminare il nuovo edificio museale - di
40.000 mc, distribuito su più livelli fino a un’altezza massima di 30 metri, per un totale di circa 8.000
mq di superficie lorda - che sorgerà sull’area dell’attuale Caserma Pascoli e la ristrutturazione dell’ex
Caserma Matter e dei relativi annessi, che saranno destinati a funzioni commerciali.
Fondazione di Venezia
Dorsoduro 3488/u
30123 Venezia
tel 041 2201284
fax041 2201232
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www.fondazionedivenezia.org
I progetti verranno consegnati entro la fine di maggio: saranno composti da elaborati grafici - piante e
sezioni, prospettive, assonometrie, schizzi e schemi -, da una relazione tecnica - che espliciterà i criteri
che hanno guidato la progettazione e darà una valutazione di massima dei costi di realizzazione - e dal
plastico dell’intervento.
Progetto ideato e promosso da
I progetti saranno esaminati da una giuria composta da sette membri - quattro rappresentanti della
Fondazione di Venezia e tre esponenti di istituzioni locali e nazionali - che decreterà il vincitore nel
mese di giugno 2010.
Lo studio vincitore seguirà il progetto fino all’avvio dei lavori, che verranno completati nel 2014, anno
previsto per l’inaugurazione ufficiale di M9.
A settembre tutti i progetti verranno presentati in occasione di una mostra, in concomitanza con la
12esima Biennale di Architettura.
In collaborazione con
Per ulteriori informazioni
Ad Hoc Communication Advisors
tel 02 7606741
Mario Pellegatta - Pietro Cavalletti
mob 335 1415577
Demos Nicola
mob 335 1415583
Il presente comunicato stampa e i precedenti
sono disponibili sul sito www.adhoccommunication.it
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Progetto ideato e promosso da
La Fondazione di Venezia
Dal dare al fare
La Fondazione di Venezia è un soggetto autonomo, moderno e innovatore, al servizio dello sviluppo civile del territorio veneziano. La sua missione è riassumibile in una frase: contribuire al miglioramento
della qualità della vita e alla promozione sociale e culturale della collettività veneziana.
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Per raggiungere questo scopo la Fondazione ha deciso di mutare il proprio approccio, trasformandosi
da mero ente finanziatore - deputato a erogare risorse - a soggetto in grado di pensare e progettare,
strutturandosi internamente in modo da gestire e coordinare le attività prodotte.
La volontà di passare “dal dare al fare” è evidente in tutte le iniziative che la Fondazione ha svolto e sta
svolgendo in questi anni, confrontandosi costantemente con il proprio territorio.
Sempre più vicina alla comunità e alle sue esigenze, più propositiva ed efficace nei settori di intervento,
più attenta ai suoi interlocutori di riferimento (siano essi la società civile, le amministrazioni, le associazioni o gli enti non-profit), la Fondazione ha saputo affermare il proprio ruolo di soggetto pensante
attivo e dinamico, capace di catalizzare le istituzioni che operano nell’area veneziana, coordinandone
le attività.
Fucina di idee e progetti, ha sviluppato - a partire da intuizioni scaturite dal suo interno o dal confronto
con altri soggetti - una vera e propria capacità progettuale finalizzata a realizzare e produrre interventi di grande rilevanza per il territorio.
Promuovendo il sincretismo di arti e saperi, favorisce la fruizione dei beni artistici e storici, la loro
gestione imprenditoriale e la diffusione delle performing arts; sostiene la formazione (primaria, secondaria, universitaria e avanzata), l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro (attraverso tirocini e
stage) e la specializzazione post lauream; incoraggia la ricerca scientifica, favorendo il trasferimento
tecnologico da università a impresa e lo sviluppo sul territorio di centri di ricerca.
Tutto questo attraverso un approccio che fa della trasversalità settoriale il suo punto di forza: non si
possono promuovere le arti senza fare anche formazione, non si può sostenere l’istruzione senza difendere la ricerca, non vi è ricerca senza la grande matrice della cultura di cui l’arte è espressione inverata.
Sono nati così progetti come Giovani a Teatro, Scienza in Aula, Go Stage, Go Camp o Art Enclosures, in cui il
sostegno all’arte - sia essa visiva, performativa, musicale o letteraria - incontra la promozione di iniziative didattiche ed educative, la sfera sociale, la ricerca e la sperimentazione.
Il progetto M9, con il Museo del ’900, la mediateca-archivio e gli spazi espositivi polifunzionali e dedicati alla didattica, gli allestimenti interattivi e multisensoriali che lo caratterizzeranno, rappresenta la
massima sintesi degli ideali della Fondazione, convinta sostenitrice dell’“imparare facendo”.
Adottando una vera e propria filosofia imprenditoriale nell’approccio organizzativo, la Fondazione si
impegna a operare secondo efficacia ed efficienza e, nel rispetto dei principi della trasparenza e della
responsabilità sociale, pubblica ogni anno il proprio bilancio di missione, dove è possibile leggere finalità e valori, attività, programmi e progetti realizzati, oltre alla relazione economica e finanziaria.
Per maggiori informazioni, consultare il sito www.fondazionedivenezia.org.
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Progetto ideato e promosso da
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Una scommessa da vincere
Un museo, come volano per la crescita e l’affermazione di un ruolo culturale di respiro internazionale e
all’avanguardia. Un museo, come momento-simbolo per il rilancio della qualità architettonica e urbana
di una città “nuova”. Un museo, come occasione decisiva per la trasformazione in una grande e vivace
capitale europea di quella che fu chiamata “una periferia-dormitorio”. È possibile tutto questo? Certamente no, se per museo si continua a intendere quella raccolta di oggetti in un vecchio palazzo, spesso
confusa, quasi sempre con troppe cose esposte, sempre un po’ polverosa e stantia, che comunemente
(e benevolmente) si definisce “museo tradizionale”, quando ha piuttosto l’aria di un vecchio deposito...
Certamente sì - ed è la grande scommessa da vincere - se il futuro Museo, del tutto nuovo già nel nome,
sarà un polo culturale unico in Italia, e fors’anche al mondo, come l’M9. Del progetto rileverò, innanzitutto, il contributo determinante a quella riqualificazione del centro di Mestre, alla sfida della costruzione di una nuova qualità urbana che la città avviò, tra le prime in Europa, una quindicina d’anni fa, nel
proprio “cuore”, Piazza Ferretto, e che da allora è continuata e continua - da via Palazzo al Parco di San
Giuliano, dal Parco scientifico tecnologico al Bosco di Mestre, dall’Ospedale dell’Angelo a Villa Erizzo,
dall’Università in via Torino alla stazione aeroportuale - traguardando verso i prossimi grandi “momenti” dell’area dell’ex Umberto I, della Torre Civica, del Quadrante di Tessera, della Stazione ferroviaria,
di Piazza Barche, di Altobello, delle Vaschette. È una nuova forma urbis che sta crescendo, rendendo
concreto il sogno della “città bella” che fu dei suoi figli migliori e proponendo Mestre come quella new
city di cui tutto il Nord Est ha oggi necessità.
Sotto il profilo culturale, due sono gli obiettivi per M9. Il primo è l’apporto fondamentale che il nuovo polo
darà alla costruzione nel centro di Mestre di quella “cittadella della cultura” che costituirà uno dei punti
di eccellenza e di attrazione della città, che avrà nella produzione culturale l’ambito strategico per qualificarsi e caratterizzarsi sullo scenario nazionale internazionale. In un certo senso “obbligato” ma insieme fruttuoso sarà il collegamento e il coordinamento nella programmazione dell’attività con il Centro
culturale Candiani - già oggi realtà di straordinaria importanza, presto potenziata dalla multisala cinematografica -, con la Biblioteca, con gli Archivi nella nuova sede, con il Teatro Toniolo, la Galleria del Contemporaneo, la Fondazione del Duomo di Mestre, e più largamente con il vasto e variegato panorama di
associazioni culturali, di grande vitalità. Una vitalità e una creatività che si esprimono soprattutto in quel
“contemporaneo” cui è rivolta la più specifica vocazione della città di terraferma, ricca di popolazione giovanile, e quindi di fermenti culturali e di ricerche artistiche innovative, specialmente quelle nei linguaggi
più in sintonia con l’oggi, e perciò in grande consonanza con gli scopi del progetto M9.
Di qui, deriva il secondo obiettivo per M9: il rapporto con l’attività culturale di Venezia città storica. Sbaglierebbe chi pensasse soltanto a una semplicistica suddivisione di ruolo, l’antico a Venezia il moderno
a Mestre (che pur è nei fatti e nelle diverse vocazioni delle due anime dell’unica città). Parte fondamentale dell’identità culturale della Città antica sono anche istituzioni e luoghi con specifica attenzione
al contemporaneo: dalla Biennale nelle sue varie articolazioni alla Galleria d’arte di Ca’ Pesaro, dalla
Fondazione Guggenheim alla Bevilacqua La Masa, da Palazzo Grassi al nuovo Centro di Pinault in Punta
della Dogana, dalla Fondazione Cini all’Accademia di Belle Arti ai Magazzini del Sale con il Museo Emilio
Vedova, dal Teatro La Fenice al Teatro Stabile, oltre alle Università e allo Studium Marcianum ad altre
numerose realtà, tutte attive e vivaci. Con esse - e, ovviamente, con la Fondazione dei Musei civici - M9
potrà, e dovrà, attivare una piena sinergia, per giungere a una offerta combinata, fino a ipotizzare di
lavorare come fossero un organismo unitario.
Un ultimo pensiero è per la grande memoria di Mestre che sarà affidata a M9: la memoria di una città
simbolo del Novecento, secolo per essa lunghissimo e drammatico, di trasformazioni vaste e profonde.
Una memoria conflittuale, fatta di luci e di ombre, talvolta memoria tragica. Ma non per questo da rimuovere, anzi. Una storia di periferia, di inquinamento, di degrado edilizio, di immigrazione; ma insieme
una storia di solidarietà, di accoglienza, di lotta per la giustizia e per l’ambiente, di cultura operaia e
sindacale all’avanguardia nel Paese, di faticosa sintesi di mentalità e di culture. Raccogliendo e tramandando questa memoria, M9 non sarà soltanto la sfida di un museo unico, ma anche la sfida di una
nuova idea di città e di una nuova identità di cittadini.
Massimo Cacciari
sindaco di Venezia
Fondazione di Venezia
Dorsoduro 3488/u
30123 Venezia
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Progetto ideato e promosso da
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Un nuovo polo culturale per una nuova Mestre
M9 è un progetto di rigenerazione urbana che interessa il cuore di Mestre e che ha iniziato a delinearsi
nel 2005, per poi raggiungere l’assetto attuale tra il 2007 e il 2008, quando la Fondazione di Venezia
ha acquisito tre lotti contigui, situati tra le vie Poerio, Brenta Vecchia e Pascoli, e inclusi in un piano di
recupero di iniziativa pubblica.
è in quest’area di circa 9.000 mq che la Fondazione intende realizzare un nuovo quartiere della cultura, dotato di sedi, attività e servizi, la cui qualità architettonica possa contribuire alla valorizzazione
e al rilancio del centro di Mestre, città di circa 180.000 abitanti, in fase di profonda trasformazione,
grazie a interventi di riqualificazione urbanistica, infrastrutturale e ambientale, promossi da soggetti
pubblici e privati.
M9 non è infatti un progetto isolato, ma si integra alle azioni intraprese soprattutto dal Comune e da
Provincia e Regione per trasformare Mestre in una new city capace di proporsi come moderna capitale
dell’area metropolitana veneziana, al centro di una rete logistica e infrastrutturale con pochi eguali
in Europa.
Ispirandosi alle più recenti esperienze nazionali e internazionali che hanno visto istituzioni culturali
agire come leva di sviluppo civile, economico e sociale del territorio, come fattore di identificazione
comunitaria e strumento di integrazione intergenerazionale, etnica e confessionale, grazie ad M9 la
Fondazione intende realizzare un polo urbano che comprenderà:
. il Museo del ’900, museo di nuova generazione dedicato alle grandi trasformazioni sociali, economiche, urbanistiche, ambientali e culturali occorse nel XX secolo;
. uno spazio espositivo polifunzionale per mostre temporanee, servizi didattici e formativi, dedicato
ai temi della contemporaneità e ai settori emergenti dell’economia, della creatività e della conoscenza
(fotografia, architettura, design, grafica, cinema, comunicazione, pubblicità, etc.);
. una mediateca-archivio del ’900, in cui sarà possibile consultare filmati, registrazioni audiovisive,
materiali radiofonici, archivi fotografici e testuali in formato elettronico;
. un auditorium per convegni, conferenze e presentazioni.
A corredo delle attività culturali e didattiche, si prevede la presenza dei più moderni servizi al pubblico,
di ampie aree ricreative e spazi commerciali.
M9 si caratterizza, dunque, come un articolato e innovativo complesso di funzioni, capace di restituire alla comunità mestrina uno spazio storico nevralgico, da secoli precluso alla cittadinanza - prima
perché convento, poi perché area militare -, reintegrandolo nel tessuto relazionale della città.
L’inaugurazione del polo è prevista per il 2014.
L’investimento complessivo, sostenuto dalla Fondazione, ammonta a circa 100 milioni di euro.
M9: superfici
e funzioni future
museo del ’900
venezia-mestre
8.000 mq
unità commerciali
e direzionali
4.400 mq
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centro
commerciale
4.500 mq
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M9 / immagini dell’area
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Panoramiche dell’area di intervento da:
1. nord-est / 2. nord-ovest
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Panoramiche dell’area di intervento da:
3. nord-ovest / 4. sud-ovest
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Panoramiche dell’area di intervento da:
5. sud-est / 6. est
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7. Facciata dell’ex Caserma Matter e portici di via Poerio.
8. Corte interna dell’ex Caserma Matter.
Sarà trasformata in un’accogliente piazza coperta.
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9. Area retrostante l’ex Caserma Matter.
Ospiterà servizi ricreativi e commerciali.
10. Ex Caserma Pascoli.
L’edificio sarà abbattuto per consentire l’edificazione del Museo del ’900.
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11. Ex Caserma Pascoli, cortile, ex garage.
Questi gli spazi destinati al nuovo edificio museale.
12. Panoramica dell’area da sud-ovest.
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6 architetti per M9
a giugno il vincitore
Il progetto M9 si inserisce tra i numerosi interventi che stanno ridisegnando il volto di Mestre e innalzando la qualità architettonica di quella che solo qualche decennio fa era ancora considerata una
periferia-dormitorio.
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Fin dal 2005 la Fondazione di Venezia ha deciso di affidare la progettazione architettonica di M9 al
vincitore di un concorso internazionale per consentire quante più nuove interpretazioni e ipotesi sulla
città: diverse sono state le modalità concorsuali ipotizzate, fino alla scelta, nel luglio 2009, della formula del concorso a inviti.
La Fondazione di Venezia, con la consulenza di Francesco Dal Co - professore ordinario presso l’Università IUAV di Venezia e direttore della rivista Casabella -, ha selezionato sei studi d’architettura, noti a
livello internazionale per la comprovata esperienza nella progettazione museale: Carmassi Studio di
Architettura (Italia), David Chipperfield Architects (Gran Bretagna/Italia), Agence Pierre-Louis Faloci
(Francia), Mansilla+Tuñón Arquitectos (Spagna), Sauerbruch Hutton (Germania) e Souto Moura Arquitectos (Portogallo).
I concorrenti saranno chiamati a progettare in via preliminare il nuovo edificio museale e la ristrutturazione dell’ex Caserma Matter - con i relativi annessi - a partire dalle prescrizioni contenute nella
variante urbanistica al P.R.G. per il centro storico di Mestre, approvata con l’Accordo di Programma
sottoscritto il 15 dicembre 2009. Il testo della variante sarà integrato dal Documento preliminare alla
progettazione - preparato dalla Fondazione di Venezia con il supporto tecnico dell’Università IUAV e di
Favero&Milan Ingegneria -, che esplicita le richieste della committenza in merito alle caratteristiche
funzionali e tecniche di ogni edificio, corredandole della cartografia completa dell’area e di un’ampia
illustrazione delle risultanze emerse dalle analisi condotte su terreni ed edifici.
I progetti dei concorrenti dovranno essere consegnati entro la fine di maggio: saranno composti da
elaborati grafici - piante e sezioni, prospettive, assonometrie, schizzi e schemi -, da una relazione tecnica - che espliciterà i criteri che hanno guidato la progettazione e darà una valutazione di massima dei
costi di realizzazione - e dal plastico dell’intervento.
I progetti saranno esaminati da una giuria composta da sette membri - quattro rappresentanti della
Fondazione di Venezia e tre esponenti di istituzioni locali e nazionali.
Ai fini della valutazione, saranno prese in considerazione la qualità del progetto architettonico e del
suo inserimento nel tessuto urbano, il grado di flessibilità degli spazi, l’impiego di elementi progettuali
innovativi e la scelta di soluzioni rivolte al risparmio energetico e al contenimento dei costi di gestione
e manutenzione.
Lo studio vincitore - il cui nome verrà svelato nel mese di giugno - verrà incaricato di seguire anche le
successive fasi della progettazione, fino all’avvio dei lavori.
La Fondazione di Venezia presenterà i sei progetti alla cittadinanza e al pubblico in occasione di una
mostra, prevista per il mese di settembre, in concomitanza con la 12esima Biennale di Architettura.
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Carmassi Studio di Architettura
Firenze, Italia
Massimo Carmassi
Nato a Pisa nel 1943, si laurea presso la Facoltà di Architettura di Firenze nel 1970.
È docente ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana presso l’Università Iuav di Venezia.
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La sua formazione professionale è legata al Comune di Pisa, per il quale nel 1974 fonda l’Ufficio Progetti, che dirige fino al 1990, prima di aprire il proprio studio a Firenze. Tale attività lo vede impegnato
in una vasta campagna di rilievo del tessuto urbano, attraverso la quale sviluppa un organico metodo
di recupero e reintegrazione delle mura medievali cittadine.
A questo seguono altri progetti a scala urbana, tra cui si segnala il Piano Regolatore Generale di Pisa
(1989). Sempre a Pisa, si devono a lui importanti interventi di ricostruzione, restauro e adattamento a
sedi espositive o museali - come nei casi di Palazzo Lanfranchi (1976-1980), della residenza universitaria (1979-1981), del complesso di San Michele in Borgo (1979-2002) e del Teatro Verdi (1986-1990).
Importanti interventi sono anche il restauro del Real Collegio Convento di San Frediano a Lucca come
Museo di Arte Sacra (1998-2002); la sistemazione dell’accesso da nord al centro storico di Fermo (Ascoli
Piceno, 1997-2002); la valorizzazione, per la fruizione turistica, dell’insediamento minerario di RaviMarchi a Gavorrano (Grosseto, 1999-2003); il recupero e la riqualificazione degli spazi pubblici e del
complesso del Foro annonario - adibito a biblioteca, archivio comunale e mediateca - a Senigallia
(1999-2008).
Realizza inoltre numerosi progetti ex novo di complessi scolastici (oltre al campus universitario di Parma, 1997-2007) e di ampliamento di cimiteri (tra gli altri, quello per il Monumentale di Arezzo, 19932004), caratterizzati da una reinterpretazione delle tecniche murarie tradizionali.
Nel lavoro di Carmassi prevale l’uso di massicce tessiture in laterizi a vista, in cui i mattoni non hanno
funzione di semplice rivestimento ma anche strutturale o di “cassaforma a perdere” per il getto del
cemento armato.
Tra le opere recenti, va ricordato il Museo della Concia di Santa Croce sull’Arno a Pisa e il recupero come
spazio culturale polifunzionale della Pelanda dell’ex Mattatoio, al Testaccio di Roma.
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1. Complesso di San Michele in Borgo, Pisa
2. Biblioteca pubblica di Senigallia, Senigallia (Ancona)
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Progetto ideato e promosso da
David Chipperfield Architects
Londra, Gran Bretagna / Milano, Italia
David Chipperfield
In collaborazione con
Nasce nel 1953 a Londra, dove studia presso la Kingston School of Art e l’Architectural Association,
laureandosi nel 1977. Dopo aver lavorato per Richard Rogers e Norman Foster, nel 1984 fonda nella
capitale il proprio studio, David Chipperfield Architects, cui si aggiungeranno le succursali di Berlino e
Milano, oltre a una sede di rappresentanza a Shanghai.
Tra i riconoscimenti, nel 1993 riceve il Premio Palladio e nel 1999 la Medaglia d’oro Heinrich Tessenow.
Dal 2008 è membro dell’Accademia Reale Britannica.
I suoi numerosi progetti, internazionalmente noti, si contraddistinguono per l’essenzialità del linguaggio che reinterpreta l’eredità - soprattutto formale - del razionalismo, per l’eleganza e la cura dei dettagli, per l’uso di pochi ma raffinati e pregiati materiali.
Proprio l’ambito dei musei è quello che maggiormente impegna l’attività dello studio, con soluzioni che
spaziano dalla sobria astrazione geometrica al recupero di proporzioni, forme e composizioni ispirate
al classicismo.
Tra gli altri, si ricordano il River and Rowing Museum a Henley-on-Thames, nell’Oxfordshire, che lo porta
alla ribalta della cultura architettonica (1989-1997); il notissimo recupero e la ricostruzione del Neues
Museum a Berlino (1997-2009); il Figge Art Museum a Davenport, negli Stati Uniti (1999-2005); il Museo
della letteratura moderna a Marbach, in Germania (2002-2006; vincitore dello Stirling Prize assegnato dal
Royal Institute of British Architects); il Museo della cultura a Liangzhu, in Cina (2003-2007); l’ampliamento
dell’Anchorage Museum in Alaska (2003-2009); il Museo Folkwang a Essen, in Germania (2007-2010).
Tra i progetti in corso in Italia, la Città delle culture nell’ex Ansaldo a Milano, il nuovo Museo di storia
naturale nel complesso dell’ex Arsenale a Verona, l’ampliamento del cimitero sull’isola di San Michele a
Venezia, il Palazzo di Giustizia a Salerno.
Lo studio ha vinto oltre 40 concorsi internazionali.
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1. Figge Art Museum, Davenport (Iowa, U.S.A.)
2. Museum Folkwang, Essen (Germania)
Progetto ideato e promosso da
Agence Pierre-Louis Faloci
Parigi, Francia
Pierre-Louis Faloci
Nato a Nizza nel 1949, si laurea nel 1974 all’ENSAPLV, Ecole Nationale Supérieure d’Architecture di
Parigi La Villette. Dal 1988 è docente presso l’Ecole d’Architecture di Parigi-Tolbiac e dal 1997 presso
quella di Parigi-Belleville.
In collaborazione con
Nella capitale, nel 1977 fonda il proprio studio, l’Agence Pierre-Louis Faloci.
Il suo lavoro punta a intersecare i temi dell’architettura, del paesaggio, della progettazione urbana e
della museografia, declinati secondo una coerenza linguistica fatta di volumi netti, grandi tagli vetrati
che incorniciano suggestivi scorci panoramici, estese superfici orizzontali che fungono da lastre aggettanti e sospese, setti verticali che paiono anch’essi fluttuare nello spazio.
Dopo l’intervento, al contempo astratto e rigoroso, per una fattoria a Calcelha Vehla, in Portogallo
(1985), il progetto che gli procura fama internazionale è quello per il Museo Archeologico a Mont-Beuvray (1995, Premio Equerre d’Argent), vincitore di un concorso nel quale la richiesta di mostrare gli scavi
di un oppidum gallico è felicemente risolta da vedute sequenziali modulate sopra e sotto una grande
lastra di cemento.
Da quel momento, la sua fortuna è legata in prevalenza ai progetti museali e allestitivi, capaci di lavorare sulla stratificazione dei segni sia delle preesistenze, sia del paesaggio naturale. Ciò vale per il
museo-memoriale costruito sulle rovine del campo di concentramento nazista di Struthof, in Alsazia
(2007-2008); per il Museo di Arte e di Storia di Rochefort (2007); per la trasformazione della cappella del
Museo Rodin a Parigi in spazi di servizio comprendenti un auditorium, sale espositive e archivi (2007).
In ambito urbano, va ricordato l’intervento di riqualificazione dell’intero centro di Meudon-la-Forêt,
comprendente municipio, mediateca, spazi espositivi, commissariato e mercato coperto, oltre al ridisegno della piazza e alla realizzazione del sottostante parcheggio (2002).
Tra i cantieri museali in corso, si ricordano i progetti per Valmy, per il Centro della Memoria di Dunkerque,
per il Museo Viollet-le-Duc a Charenton, per Biblioteca, Archivi e Museo del Patrimonio nazionale, dell’Architettura e della Fotografia a Parigi.
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1. CERD et Musée du KL-Natzweiler, Struthof (Francia)
2. Musée Rodin, Parigi (Francia)
Progetto ideato e promosso da
Mansilla+Tuñón Arquitectos
Madrid, Spagna
Luis Moreno Mansilla ed Emilio Tuñón Alvarez
Studio madrileno fondato nel 1992 da Luis Moreno Mansilla ed Emilio Tuñón Alvarez.
In collaborazione con
Nati a Madrid rispettivamente nel 1959 e 1958 e laureati nel 1982 e 1981 presso la locale Escuela Técnica Superor de Arquitectura, vi insegnano dopo aver avuto esperienze didattiche e di ricerca a Francoforte, in Navarra, a Barcellona e a Puerto Rico.
Vantano una lunga collaborazione, dal 1983 al 1992, con Rafael Moneo, dirigendo cantieri come quelli
per il Museo di Belle Arti a Houston e per il Museo Thyssen-Bornemisza a Madrid.
Poche ma significative le opere realizzate, segno di una precisa scelta dei progettisti che dedicano il
loro impegno anche alla didattica e alla speculazione teorica, concentrandosi su interventi di particolare rilevanza e impatto urbano, legati prevalentemente a concorsi di architettura.
Le realizzazioni differiscono tra loro per programma funzionale e, soprattutto, per soluzioni formali e tipologiche, ma sono accomunate da una sorta di aura quasi enigmatica, che ne connota le sembianze.
Tra le opere più significative figurano il Museo Provincial di Zamora (1992-1996), la Piscina di San Fernando de Henares (1994-1998), il Centro Documental de la Comunidad di Madrid (1996-2002), il Museo de
Bellas Artes di Castellón de la Plana (1997-2000), la Fondazione Barrié de la Maza a Vigo (2003-2005).
Alla città di León sono legati i due lavori più noti della coppia: l’Auditorium (1996-2002, vincitore dell’edizione 2003 del Premio Nazionale di Architettura) e il MUSAC - Museo de Arte Contemporáneo de Castilla
y León (2001-2004, vincitore dell’edizione 2007 del Premio Europeo Mies van der Rohe). Tra i cantieri più
rilevanti in corso, il Museo de Cantabria a Santander.
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1. Centro Documental de la Comunidad de Madrid, Madrid (Spagna)
2. MUSAC - Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, León (Spagna)
Progetto ideato e promosso da
Sauerbruch Hutton
Berlino, Germania
Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton
Studio berlinese fondato nel 1989 da Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton.
In collaborazione con
Sauerbruch, nato a Costanza (Germania) nel 1955, studia all’Istituto Superiore d’Arte di Berlino dal
1977 al 1984, e all’Architectural Association di Londra dal 1982 al 1984, dove insegna dal 1985 al 1990,
per poi passare alla Technische Universität di Berlino dal 1995 al 2001 e all’Accademia di Arti Figurative
di Stoccarda dal 2001 al 2007. Dal 2008 è docente incaricato alla Graduate School of Design di Harvard.
Tra il 1984 e il 1988 lavora per Rem Koolhaas (Oma).
Hutton, nata a Norwich (Inghilterra) nel 1957, studia architettura presso l’Università di Bristol dal 1976
al 1980, per poi laurearsi all’Architectural Association nel 1985, dove insegna dal 1995 al 2001. Dal 2008
è docente incaricato a Harvard.
Caratteristica dell’approccio progettuale dello studio è l’integrazione delle varie componenti che determinano il comfort, sia in termini di percezione sensoriale degli utenti che di prestazione fisico-tecnica
dei sistemi tecnologici. Di qui, l’attenzione alla realizzazione dell’involucro degli edifici quale sistema
di controllo ambientale ai fini del risparmio energetico, declinato attraverso un originale ricorso alla
policromia degli elementi e all’andamento curvilineo dei fronti.
Simbolo della coerenza di tale ricerca sono le opere più note dello studio, destinate soprattutto a uffici
e servizi: il centro fotonico a Berlino (1998); la sede generale della GSW a Berlino (1992-1999), che procura ai progettisti notorietà internazionale; l’impianto industriale sperimentale a Magdeburgo (20002001); l’istituto di ricerca farmacologica a Biberach (2001-2002); la stazione di polizia e dei vigili del
fuoco per il quartiere governativo a Berlino (2002-2004); la Federal Environmental Agency a Dessau
(2001-2005).
In ambito culturale, si segnala il museo che ospita la Collezione Brandhorst a Monaco di Baviera (20052008); in Italia è in fase di ultimazione il complesso per uffici e spazi commerciali all’interno dell’area
Maciachini (ex Fabbrica Carlo Erba) a Milano.
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1. GSW Headquarters, Berlino (Germania)
2. Museum Brandhorst, Monaco (Germania)
Progetto ideato e promosso da
Souto Moura Arquitectos
Porto, Portogallo
Eduardo Souto de Moura
Nasce a Porto nel 1952, dove frequenta la Escola Superior de Belas Artes, diplomandosi in architettura
nel 1980. Tra il 1974 e il 1979, ancora studente, è collaboratore di Alvaro Siza, di cui diventa assistente
presso la Facoltà di Architettura della locale Università.
In collaborazione con
Qui insegna fino al 1990, tenendo lezioni e convegni anche in altri atenei internazionali.
Nella generazione di progettisti formatisi dopo la caduta del regime salazarista (25 aprile 1974), Souto
emerge per la capacità di rielaborare le tipologie edilizie tradizionali, declinate secondo un’essenzialità
di linguaggio e tradotte in opera attraverso tecniche costruttive a basso contenuto tecnologico, adeguandosi alla ristrettezza dei mezzi e alle rudimentali tecniche a disposizione.
Tale approccio gli deriva anche dall’esperienza presso le SAAL (Serviço Ambulatorio de Apoio Local),
i gruppi interdisciplinari autogestiti per risolvere l’emergenza abitativa nelle grandi città, entro cui si
sperimentano nuove forme di collaborazione tra le cooperative di inquilini e i progettisti per la realizzazione di alloggi popolari.
Tra i progetti principali: il Padiglione della Conoscenza dei Mari all’Expo ’98 di Lisbona e quello portoghese all’Expo 2000 di Hannover; la Casa das Historias Paula Rego a Cascais (2005-2009); la Casa del Cinema
Manoel de Oliveira a Porto (1998-2002); lo stadio comunale di Braga (2000-2004), che ben rappresenta
l’attento approccio all’inserimento paesaggistico dei manufatti, senza tuttavia indulgere verso le forme
mimetiche.
Proprio la sensibilità nella valorizzazione di preesistenze di pregio è riscontrabile nell’inserimento del
centro culturale Casa das Artes (cinema, auditorium, spazi espositivi) in un giardino d’inizio Novecento,
di pertinenza di una dimora neoclassica di Porto (1981-1991); nella trasformazione dell’edificio della
dogana di Porto in Museo dei Trasporti e delle Comunicazioni (1993-2002); nel recupero del convento di
Santa Maria do Bouro (1989-1997) in una delle più visitate pousada del Portogallo.
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1. Casa das Historias Paula Rego, Cascais (Portogallo)
2. Museo dei trasporti e delle comunicazioni, Porto (Portogallo)
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Progetto ideato e promosso da
L’Accordo di Programma sottoscritto per M9
Il quadro dei vincoli che i sei studi invitati al concorso per M9 saranno chiamati a rispettare è in parte
definito dai contenuti, analitici e progettuali, accolti nell’Accordo di Programma sottoscritto lo scorso
15 dicembre 2009.
L’Accordo riguarda un’area di circa 6.900 mq, interessata da un Piano di Recupero di iniziativa pubblica
e corrispondente agli spazi dell’ex Caserma Matter - Lotto 1 -, dell’ex Caserma Pascoli - Lotto 2 - e ad
alcune piccole porzioni di verde pubblico lungo via Brenta Vecchia.
In collaborazione con
Il ricorso all’Accordo di Programma - che riconosce la pubblica utilità dell’opera e consiste, di fatto, in
un Piano Urbanistico Attuativo - è stato necessario per ottenere, nel più breve tempo possibile e in
modo coordinato, le modifiche alla vigente Variante del Piano Regolatore Generale per il centro storico
di Mestre, funzionali alla realizzazione di M9.
Grazie alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma sono stati approvati il cambio di destinazione
d’uso degli spazi e la modifica delle categorie di intervento previste dal precedente Piano di Recupero,
sono stati definiti i nuovi parametri edilizi e le modalità d’intervento.
Si è convenuto che gli spazi dell’ex Caserma Matter, adeguatamente ristrutturati, siano utilizzabili a
fini commerciali e direzionali - compatibilmente con l’analoga autorizzazione rilasciata nel febbraio
2009 dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e Laguna - e che l’area
dell’ex Caserma Pascoli, una volta demoliti i fabbricati esistenti, sia destinata a un nuovo edificio con
funzioni museali e culturali.
Verranno inoltre abbattuti i muri di cinta, ampliati i passaggi esistenti e aperti nuovi punti di accesso
all’area, al fine di garantirne una maggiore visibilità e un più agevole raggiungimento, rendendo così il
sito pienamente permeabile e fruibile.
È stata infine autorizzata la variazione della distanza minima consentita tra fabbricati appartenenti alla
medesima proprietà (pari a 3 metri), con la possibilità di costruire in aderenza a eventuali pareti cieche.
Museo del ’900
Il Lotto 2 è stato identificato come Zona Territoriale Omogenea di tipo F - da destinare ad attrezzature
di interesse comune - ed è stata prevista la possibilità di inserire nuovi volumi edilizi, in deroga agli
indici vigenti.
In quest’area sarà realizzato un nuovo edificio museale di 40.000 mc, distribuito su più livelli fino a
un’altezza massima di 30 metri, per un totale di circa 8.000 mq di superficie lorda: vi troveranno spazio le sale per l’esposizione permanente, quelle per le mostre temporanee, i servizi al pubblico - biglietteria, guardaroba, punto informazioni, caffetteria, bookshop -, le sale per la didattica e gli eventi e gli
uffici per il personale. L’edificio sarà completato da un piano interrato di circa 3.000 mq, che ospiterà i
parcheggi di servizio, i locali tecnici e i depositi.
Centro Commerciale
Per quanto riguarda il riutilizzo a fini commerciali dell’ex Caserma Matter, si potrà procedere alla copertura della corte interna, creando una piazza coperta che potrà anche essere assoggettata a servitù di uso pubblico pedonale, e all’apertura di nuovi passaggi al piano terra, simmetrici rispetto agli
esistenti, per garantire una migliore accessibilità al sito; si provvederà inoltre alla riorganizzazione dei
percorsi verticali, alla selezione critica delle murature esistenti, salvaguardando i setti primari e cercando di riavvicinare l’organizzazione degli spazi all’assetto originario.
Trattandosi del recupero edilizio di un edificio esistente in centro storico, con una superficie di vendita
inferiore a 4.000 mq, l’intervento risulta compatibile con le disposizioni contenute nella L.R. 13 agosto
2004, n. 15 - articolo 28, “Rivitalizzazione dei centri storici e recupero dei siti industriali dismessi”.
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Progetto ideato e promosso da
Il logo del progetto
M9 è il codice alfanumerico scelto dalla Fondazione di Venezia per denominare uno dei suoi progetti
più importanti: un nome che riassume l’articolato sistema di funzioni, attività e temi che il nuovo polo
di Mestre conterrà e svilupperà.
In collaborazione con
M come museo - cui grande attenzione sarà dedicata, ma che non esaurirà in sé il progetto -, come mostre - che verranno allestite nello spazio espositivo ad esse dedicato -, come mediateca - imprescindibile luogo di studio e ricerca che affiancherà le attività museali -, come multimediale e multisensoriale - aggettivi che illustrano le modalità di allestimento del museo e di produzione dei contenuti.
M come mall: poiché attività commerciali di alto livello, ospitate nell’ex Caserma Matter, contribuiranno
ad arricchire il sistema di offerta dell’intero compendio.
E ancora M come Mestre, come Marghera, come metropolitana, perché è questo che la terraferma
veneziana sta diventando, un’area metropolitana protagonista di rapide trasformazioni sociali, economiche e culturali.
9 come Novecento, secolo di grandi trasformazioni - spesso intense e travolgenti -, che più di ogni altro
ha plasmato il territorio della terraferma veneziana e di cui si sta perdendo memoria e consapevolezza.
9 come novecenteschi saranno i beni culturali raccolti e valorizzati nell’esposizione permanente di M9,
che racconterà il ’900 attraverso il patrimonio culturale che lo stesso secolo ha prodotto.
Un logo bipolare
Bipolare perché interpreta le due anime, apparentemente stridenti, di M9.
La prima incentrata sul racconto dell’impatto del passato.
La seconda, invece, sul racconto delle trasformazioni che stiamo vivendo oggi, lette e decodificate
anche sulla base dei segnali che arrivano dal futuro.
La diversità e il contrasto sono elementi che stimolano l’utente, portandolo a mettere in relazione
epoche differenti, a ricercare e trovare legami, a porsi domande su come il nostro mondo si sia
trasformato e fare ipotesi sul modo in cui cambierà.
Dal punto di vista visivo, il gioco è quello degli opposti. Lo si nota subito nella scelta dei font.
Bastoni e graziato si scontrano e si bilanciano allo stesso tempo.
Risultano incoerenti e lineari, logici e irrazionali, armoniosi perché complementari.
I colori poi si fondono per formare qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non c’era, proprio come M9.
Il logo è stato realizzato da Ogilvy Italia, l’agenzia che seguirà le attività di comunicazione on-line e offline di M9.
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