Il nostro voto sul pacchetto emissioni RDE – Emissioni reali su

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Il nostro voto sul pacchetto emissioni RDE – Emissioni reali su
Il nostro voto sul pacchetto emissioni RDE – Emissioni reali su strada
Background
Il secondo pacchetto RDE (Real Drive Emissions - emissioni reali - su strada),
proposto dalla Commissione europea e approvato il 28 ottobre 2015 dalla
Commissione Tecnica per i Veicoli (composta da esperti dei singoli Stati membri),
mira a stabilire alcuni criteri quantitativi, tra cui il c.d. fattore di conformità, al fine di
equiparare i dati derivanti dai test sui veicoli effettuati in laboratorio a quelli in
condizioni reali di guida su strada e di limitare le emissioni dei veicoli (Euro 6).
Tale necessità tecnica deriva dall’introduzione dei nuovi test, in cui le emissioni di
gas di scarico sono misurate nella guida su strada e non modifica il limite legislativo
di omologazione imposto dal Regolamento UE 715/2007, che resta, nel caso del
NOx, di 80 mg/km per la fase EURO 6.
Ci si è accorti, infatti, che nella realtà le automobili immesse sul mercato
rispettavano i limiti in laboratorio - e ottenevano quindi l’omologazione - ma non le
rispettavano su strada, dove invece i valori “reali” superano tuttora in media di 4/5
volte il limite - con punte anche più elevate, a seconda dei modelli presi a
riferimento.
Per questi motivi, e anche a seguito dello scandalo Volkswagen, si è deciso di
accelerare la procedura, inducendo la Commissione a presentare rapidamente il
pacchetto RDE per arrivare in tempi brevi, ma sostenibili, e con un calendario
preciso, al fattore di conformità 1 (80 mg/kg), allo scopo di ristabilire la fiducia dei
consumatori.
Contenuto del provvedimento
La decisione prevede una prima fase in cui i produttori delle autovetture dovranno
ridurre il divario a un fattore di conformità di massimo 2,1 (e cioè del 110%) per i
nuovi modelli entro settembre 2017 (e per i nuovi veicoli entro settembre 2019); ed
una seconda fase in cui il fattore di conformità si riduce fino a 1,5 (50%) entro
gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli (ed entro gennaio 2021 per tutte le nuove
macchine). Il prima possibile, e comunque entro il 2023, si dovrà arrivare ad un
fattore di conformità pari a 1.
Commenti
Il risultato del voto di ieri in termini concreti è un risultato per l'ambiente perché
riduce di fatto le emissioni che le macchine produrranno, con un processo di
revisione che si avvierà all'inizio del 2017 e avrà un monitoraggio annuale. Esso
consentirà, grazie all'evoluzione tecnologica, di arrivare al "valore 1", cioè alle
emissioni reali su strada di 80 mg/km, conforme al valore legislativo, al più presto
possibile e al massimo entro il 2023.
E’ importante sottolineare che se l’obiezione fosse stata adottata ci saremmo
trovati di fronte ad una situazione in cui le macchine che circolano in questo
momento per strada nelle nostre città e nelle nostre regioni avrebbero continuato
a emettere emissioni secondo i limiti approvati con i test in laboratorio, che in
termini reali (cioè in condizioni di guida su strada) arrivano a essere più elevate di
circa il 400- 500%.
In altri termini, una macchina che circola oggi emette circa 360 mg/km. Dopo il voto
di ieri, i produttori dovranno immettere sul mercato dal 2017 automobili che
emettono 168 mg/km valore che arriverà a 80 mg/km entro il 2023. E' quindi
evidente che si tratta di un taglio consistente e non di un aumento delle emissioni.
In un momento come questo di ripresa dalla crisi, in cui dobbiamo rafforzare e
rilanciare la crescita europea, le nostre aziende invece di trovarsi di fronte a un
vuoto legislativo, in attesa di una nuova proposta e un nuovo iter (che avrebbe
richiesto tra 1 e 2 anni), avranno un quadro certo che consentirà loro di investire in
tecnologie più rispettose dell'ambiente e anche di non ridurre posti di lavoro, che
soprattutto in questo momento storico sono una nostra priorità, insieme alla qualità
dell'aria e alla lotta contro i livelli di inquinamento.