Novembre

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Novembre
Rasoio di Ockham
Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora
Organo ufficiale studentesco del Liceo “Levi” di Montebelluna
"Il Rasoio di Ockham: una tradizione, una certezza, una voce di libertà e di impegno critico.
La più autorevole bocca da fuoco studentesca del Triveneto."
È ora di elezioni al “Levi”!
9 novembre 2012– Anno XI- Liceo “Levi” - Montebelluna
11-12 novembre, il “Levi” apre i seggi elettorali, un voto per un anno!
Esce oggi il primo vero numero del “Rasoio”: per chi non
l’avesse ancora inteso, infatti, quello precedente era
un fascicolo speciale.
Elezioni, concorsi, cultura, attualità, cucina, giochi e
molto altro: tutto questo per voi a partire dalla prossima pagina!
Anno XI - numero 60 (2) - 9 novembre 2012
Sommario
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Editoriale
Speciale elezioni
Lista “Men In Levi”
Lista “eLeviamoci”
Mi presento, sono l’Avventura
I ragazzi-pecora
Il “Levi” propone...
Lo studente che protesta
Protagonisti, non spettatori!
A lezione da Wittgenstein e Derrida
La bacheca dell’arte e della cultura
L’ultimo testimone dall’ultimo gradino dell’inferno
Furor, fool e stay foolish
Gangnam Style
Giornata mondiale della bambine contro i matrimoni precoci
Ma è proprio vero che sono diversamente abili?
Liriche oggidì
Paese che vai, legge che trovi
Spendiamo troppo? No spendiamo male!
De André e la guerra
Molto più che un libro...
L’altra riflessione
Ridiamo per non piangere
L’appetito vien… cucinando!
e… chi se ne frega!
Avete visto…?
La rubrica di Joe l’Eretico
Consigli di lettura
Oroscopo
Teacher seeker
I consigli di zia Anna
Ipse dixit
Le classifiche
L’enigmistica del “Levi”
La redazione del Giornalino
Rasoio di Ockham
Editoriale
Buon compleanno, “Rasoio”!
Ciao ragazzi e ragazze del “Levi”,
finalmente il primo numero dell’anno, con il quale celebriamo anche la 60° pubblicazione
del nostro Giornalino!!
Per festeggiare , come già annunciato nel fascicolo speciale, abbiamo rinnovato la veste grafica, la copertina e, cosa più importante, abbiamo accolto nuovi redattori e grafici, a cui va il
nostro ringraziamento e incoraggiamento a continuare.
Come noterete, in questo numero sono inseriti anche due programmi elettorali, per un totale di ben quattro candidati alla rappresentanza d’Istituto, rendendo così la votazione un atto
puramente formale e sottolineando in tal modo la passività di gran parte di noi. Vi invitiamo
perciò a rendervi partecipi alla vita extra-scolastica del nostro amato liceo.
Inoltre, riproponiamo la suddivisione degli articoli in aree tematiche, come era in uso qualche anno fa. Le aree sono sette: tematiche interne al liceo, scuola in generale, rapporti con il
territorio, temi soci-culturali, iniziative speciali, interventi esterni e rubriche. Pertanto, potrete imbattervi in una vasta gamma di articoli interessanti.
Dulcis in fundo, per valorizzare le abilità di ognuno di voi, abbiamo avuto l’idea di proporre
agli studenti e ai docenti di segnalarci i temi o i saggi (anche in lingua inglese) ritenuti meritevoli di essere pubblicati, cosicché possano essere letti da tutti.
Se l’idea vi allieta, non esitate a contattarci:
[email protected]
Sperando che questo numero sia di vostro gradimento, vi auguriamo una buona lettura !
Alessandra, Cristina, Ermes e Giacomo
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Rasoio di Ockham
Liceo “Levi” inside
Speciale Elezioni
Domenica 11 novembre e lunedì 12 novembre si svolgeranno le elezioni dei rappresentanti degli studenti al
Consiglio di Istituto.
ELEZIONI PER IL CONSIGLIO DI ISTITUTO
Ricordiamo che per il Consiglio di Istituto si esprime il voto di lista e che, solo all’interno della lista prescelta
(pena l’annullamento della scheda), si possono indicare poi sino a due preferenze.
Le liste dei candidati sono due:
- Lista n. 1 Motto: Men In Levi
Candidati:
1. MICHELE SPAGNOLO V B
2. ANDREA OTTOLINO IV B
- Lista n. 2 Motto: eLeviamoci
Candidati:
1. DENNY RONCOLATO V A TECNOLOGICO
2. MARTA POLONI V D
* L’assegnazione dei seggi avviene utilizzando il sistema “proporzionale col metodo di Hondt”, cioè i seggi vengono assegnati proporzionalmente in base ai voti di lista.
*Esempio. Ipotizziamo, come nel nostro caso, la presenza di due sole liste, con questi risultati:
Lista x: voti 540 - Lista y: voti 300
Lista x
Lista y
Diviso 1
540
300
Diviso 2
270
150
Diviso 3
180
100
Diviso 4
135
75
In grassetto i 4 quozienti più alti: la lista x prende 3 seggi; la lista y prende 1 seggio.
I 4 studenti eletti entrano a far parte del Consiglio di Istituto. La rappresentativa studentesca è l’unica che viene
rinnovata annualmente. Ricordiamo che gli studenti che non abbiano raggiunto la maggiore età non hanno voto deliberativo in ordine all’impiego dei mezzi finanziari per il funzionamento amministrativo e didattico
dell’istituto. Uno dei 4 studenti entra a far parte anche della Giunta esecutiva.
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MEN IN LEVI
Una nuova consapevolezza.
La nostra politica punta ad affrontare i problemi generali del nostro liceo nella forma del dialogo, che va
sviluppato nella piena conoscenza e consapevolezza delle possibilità democratiche offerte dall’ambiente
scolastico e dalla rappresentanza studentesca, e dunque anche delle sue regole.
I rapporti con il Dirigente.
Intendiamo mantenere nei confronti del Dirigente scolastico l’atteggiamento sereno e collaborativo grazie
al quale i rappresentanti provvisori hanno già ottenuto risultati significativi.
Raccogliere le idee.
Metteremo a disposizione un sistema attraverso il quale tutti possano dire la loro, per raccogliere idee e
problemi al fine organizzarle e procedere con ordine alla loro attuazione o soluzione. Questo contribuirà
allo sviluppo sociale e democratico della nostra scuola.
Eredità.
Tra tutte le idee e le proposte, daremo un peso speciale a quelle che avranno effetti anche negli anni futuri,
perché lasceranno un’eredità a chi verrà dopo di noi. Sono queste le iniziative di più alto valore per la
scuola. Su questa linea proporremo:
Elezione dell’“Insegnante dell’Anno”.
Un elezione a suffragio studentesco per premiare il migliore (o i migliori) insegnanti dell’anno. Lo scopo,
ovviamente, non è quello di pubblicare una “classifica” dei docenti (che rimarrà segreta), ma semplicemente di assegnare un premio puramente simbolico agli insegnanti che risulteranno dalla votazione per essere
considerati i più meritevoli. Dopo l’approvazione degli organi collegiali, l’iniziativa rimarrà parte della nostra
scuola anche negli anni a venire.
Valorizzare gli eventi studenteschi.
Organizzeremo eventi come il “Concerto di Natale” o la “Giornata dell’Arte” solamente sulla base di una
volontà e un’adesione di una buona parte degli studenti (effettuando piccoli sondaggi), in modo da rendere
tutti più partecipi agli eventi stessi ed evitare il rischio di spendere tempo e risorse nell’organizzare eventi
che risultassero di scarso interesse.
“Cassa Studentesca”.
Ci piacerebbe istituire, per sostenere le piccole spese degli eventi studenteschi (concerti, eventuale
“Giornata dell’Arte” ecc.) una piccola “Cassa Studentesca”, raccolta con un esiguo contributo a testa (per
esempio 1 euro?). L’eventuale somma raccolta sarebbe gestita dai Rappresentanti d’Istituto, sotto lo stretto controllo dei rappresentanti di classe, e destinata di volta in volta alle maggiori e più importanti iniziative
scolastiche. Questo denoterebbe da parte degli studenti una presa di coscienza ed una assunzione di responsabilità veramente notevoli e apprezzabili.
Concerto di Natale (dandone momentaneamente per scontata l’approvazione).
Apporteremo alcune migliorie (principalmente tecniche) che rendano la festa più apprezzabile. Per la gioia
delle band (e anche di chi le ascolterà!), ci organizzeremo per
preparare strumentazione e soundcheck il pomeriggio prima.
Concerto di Fine Anno.
Organizzeremo per l’ultimo giorno di scuola una festa sul modello del concerto di Natale, possibilmente all’aperto, e possibilmente con un piccolo rinfresco.
Michele Spagnolo V B
Andrea Ottolino IV B
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eLeviamoci
Vi siete mai chiesti cosa veramente spinge il singolo individuo ad agire, rifiutando di restare nella mediocre passività di
tutti i giorni? L’INFORMAZIONE.
Questo è il motivo per cui noi, Denny Roncolato di 5 A Tec e Marta Poloni di 5 D, ci siamo candidati nella lista eLeviamoci.
Il nome stesso fa riferimento al nostro Istituto, in quanto cercheremo di valorizzarlo nel migliore dei modi, consci della
nostra responsabilità nel caso di una eventuale carica di rappresentanti. Eleviamoci significa alziamoci, facciamo sentire
la nostra presenza e la nostra opinione, dimostriamo che anche noi studenti abbiamo la capacità di pensare, proporre ed
agire. Cosa ci spinge a questa decisione? Lo sdegno che proviamo nei confronti di chi, nonostante l’attuale situazione
socio-economica in cui viviamo, continua ad aggravare i problemi che l’istruzione pubblica italiana ormai si porta appresso da molti anni, senza valorizzare la partecipazione dello studente: unica vera vittima di queste manovre, insieme al
corpo docenti. Riteniamo fondamentale la collaborazione con il giornalino d’istituto, un mezzo che può risultare veramente efficace, dove ci impegneremo a scrivere articoli di nostro pugno; riporteremo notizie, dati e informazioni riguardanti la situazione scolastica nello scenario nazionale ed in particolare il nostro liceo.
INFORMAZIONE
Cercheremo di organizzare delle assemblee/riunioni informative in cui si potranno trattare diverse tematiche a partire
dalle università (come attività di orientamento per le classi uscenti e non) fino a questioni legislative e provvedimenti
strettamente connessi alla scuola superiore. Faremo di tutto per poter coinvolgere professori, relatori esterni o qualsiasi
persona che abbia esperienza e possa trasmetterci un messaggio chiaro e diretto su ciò che ci circonda. Ci teniamo a sottolineare come la partecipazione a questo tipo di attività da parte dello studente risulti fondamentale. Solamente cercando unità e collaborazione le nostre proposte possono avere un significato perché venga a crearsi un dibattito dove
ognuno può esporre la propria opinione, evitando la solita apatica lezione frontale.
Creeremo una pagina sul social network Facebook dove potremo diffondere facilmente materiali informativi, per incrementare ulteriormente la conoscenza di ogni studente sulle proprie aspettative. Scriveremo con trasparenza e regolarità
di ogni attività da noi compiuta in qualità di rappresentanti di istituto, in modo che lo studente sia informato su cosa
compiono coloro che lo rappresentano e abbia un’ idea di ciò che verrà fatto o di ciò di cui si discute, agevolando coloro
che in futuro vorranno candidarsi poiché avranno un'idea più chiara delle reali attività dei rappresentanti.
ARTE & CULTURA
Inoltre vorremmo dare spazio anche a quegli argomenti ed attività che non sempre vengono presi in considerazione tra
cui cinema, fotografia, lettura e musica. Per fare ciò, collaboreremo con vari professori che già seguono questo tipo di
attività e, se ci sarà consentito, faremo del nostro meglio per portare la presenza di autori, fotografi e artisti all’interno
della nostra scuola. A questo proposito potremo creare un Cineforum o un Club del libro (già presenti in altri istituti).Così
facendo l’istruzione non è più semplicemente uno studio sistematico, ma un apprendimento che può risultare piacevole.
Saremo felici di poter inoltre organizzare, con il vostro consenso ed aiuto, una giornata alternativa (giornata dell’arte)
dove ognuno potrà dare spazio ai propri interessi, passioni ed hobby attraverso laboratori e spazi dedicati. Queste proposte, come anche il concerto di natale, saranno possibili solamente con interesse e collaborazione da parte di tutti, docenti e preside compresi.
Per quanto riguarda i tornei sportivi di calcetto, pallavolo, badminton (volano) e basket saremo disponibili a collaborare
con i professori interessati per l’organizzazione di questi ultimi.
Con la nostra candidatura intendiamo portare nel Levi un clima più dinamico, promuovendo attività interessanti per tutti,
fornendo allo studente gli strumenti necessari per conoscere l'ambito scolastico in cui vive e per crearsi una coscienza
sociale, infine incoraggiando le passioni artistiche o meno degli studenti, rendendo la scuola non solo un ambiente di
studio ma anche di sviluppo e crescita personale.
Denny Roncolato V A Tecnologico
Marta Poloni V D
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MI PRESENTO, SONO L’AVVENTURA…
Venerdì 29 settembre, nell’auditorium della Biblioteca Comunale di Montebelluna, si è tenuto lo spettacolo di Xanadu 2012, messo in scena dagli alunni del Liceo “Levi”.
Nonostante l’allestimento dello spettacolo avesse incontrato grosse difficoltà a fine anno, grazie alla ferma volontà
di alcuni ostinati studenti, è stato possibile proporlo anche questa volta, pur con qualche mese di ritardo.
L’obiettivo principale della serata è stato quello di presentare ai nuovi studenti le svariate attività che la nostra amata scuola offre (il Concorso di Scrittura, la Giornata della Memoria, lo spettacolo di Xanadu, il progetto “Cinema
& Letteratura”, etc…). Inoltre è stata colta l’occasione per accogliere ufficialmente il nuovo preside, l’ingegnere
Ezio Toffano, e salutare quello uscente, il professor Lamberto Pillonetto.
Proprio dalla festa d’addio al Pillo è stata tratta la comica scena iniziale dello spettacolo, dove due sventurati genitori giungono all’inevitabile momento in cui devono spiegare al loro inconsapevole figlioletto, Gildo, come nascono
i bambini.
Si è subito passato poi alla tragedia dello sterminio degli Armeni, con la scena del lamento delle donne armene,
senza genitori, fratelli o sorelle, ma soprattutto senza patria, senza alcun rifugio dove poter trovare un po’ di sollievo e dove scappare dall’inferno del genocidio; questa scena, tratta dalla “Giornata della Memoria” 2010, aveva come libro di riferimento “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan ed è stata spunto per informare gli spettatori
riguardo l’imminente serata finale del “Concorso di Scrittura 2012”, che avrà come ospite speciale, la sera del 12
dicembre al Teatro di Villa “Benzi” a Caerano di San Marzo, proprio Antonia Arslan.
Successivamente è stato presentato il tema di Xanadu 2012 e, come madrina della serata, l’avventura. Attraverso
libri, film e canzoni sono state analizzate le varie sfaccettature del viaggio dell’esistenza, da quello di formazione, a
quello per conoscere l’altro, il diverso, a quello di puro divertimento. I ragazzi del gruppo spettacolo hanno proposto, a questo scopo, alcuni dei libri e dei film tratti dalla biblioteca Xanadu, tra cui “Graffiti Moon” di C. Crowley,
“Per sempre giovane” di G. Biondillo, “Into the wild – Nelle terre selvagge” di S. Penn, “Stand by me – Ricordo di
un’estate” di R. Reiner. E’ stato inserito anche il testo “Latinoamericana” di E. Guevara ed il film “Diario della motocicletta” di W. Salles, trattati nel progetto “Cinema & Letteratura” dell’anno 2011-2012.
I ragazzi hanno inoltre scelto di inserire un libro che esula da qualsiasi progetto scolastico, ma dal quale sono rimasti molto colpiti: “Se ti abbraccio non aver paura” di F. Ervas. Il libro tratta del viaggio di Andrea, un ragazzo autistico di diciotto anni, che parte con suo padre Franco attraverso un viaggio di quasi 40 mila chilometri in moto, da
Miami fin nel cuore dell’Amazzonia.
“Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali.
Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso
della strada. Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita,
e non si sa più chi è diverso. Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita.
Se ti abbraccio non aver paura è un'avventura grandiosa, difficile, imprevedibile.
Come Andrea.”
Insomma, questo spettacolo è stato un insieme di insegnamenti ed emozioni che hanno permesso al pubblico stesso di viaggiare insieme ai protagonisti dei libri e vivere tante vite in una sola serata.
Ci auguriamo che il progetto Xanadu possa continuare, perché crediamo non sia solo formativo, ma sia anche un
momento dove cultura, divertimento, lettura e passione lavorano insieme per creare un vero capolavoro: la formazione degli studenti, degli adolescenti e delle persone.
Greta Bressan & Angelica Tonello III D
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I RAGAZZI-PECORA
Quando ci si rende conto che stiamo per entrare in prima superiore lo shock è grande.
Trovo che gli studenti usciti dalle scuole medie si possano dividere in tre categorie:
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i più ansiosi, che sperano in un qualche miracolo inaspettato;

i più tranquilli, della serie "Inutile agitarsi, tanto prima o poi doveva succedere";
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e ci sono le vie di mezzo, quelli in cui si identificano la
maggior parte degli studenti e che io personalmente definisco "ragazzi-pecora".
Questi ultimi sono coloro che aspettano trepidanti l'inizio
della scuola, con una certa ansia se vogliamo, ma che a anno iniziato si fanno coinvolgere dalla nuova esperienza, sentendosi subito parte integrante del nuovo mondo, come se
lo conoscessero da sempre.
Io li chiamo pecore proprio perchè si lasciano guidare dai
loro punti di riferimento (che mi piace considerare come i
pastori) e che non oppongono nessuna resistenza quando li
si "inizia" a quella che a breve diventerà la loro routine, dimostrando grande spirito di adattamento.
Avrete capito quindi che il mio uso della parola "pecora"
non è affatto dispregiativo, anzi credo che in un certo senso
il loro sia il modo migliore di affrontare la "famigerata scuola superiore".
Diciamoci la verità, chi non ha provato un po' di soggezione
quando ha intrapreso questo percorso? Secondo me perfino il nome di quest'istituzione ha un che di pomposo e solenne, cosa che intimorisce un po' noi
"povere pecorelle".
Io stessa frequento la prima qui al liceo e mi identifico come una pecora, anche se sorrido al pensiero
di professori-pastori.
Senza dubbio il cambiamento è grande: voglio dire, chi può negare che questo mondo sia completamente diverso da quello delle medie? Nell'aria si percepisce un che di “adulto“, siamo circondati da
adulti, ora ci sentiamo adulti, con tutti i pro e i contro che la cosa può comportare; credo inoltre che ci
sia una specie di abbandono della campana di vetro delle medie.
Pecorelle, per finire mi rivolgo a voi: n questo momento sono terrorizzata dall'idea che questo articolo
non sia all'altezza o che non piaccia, perciò vi voglio dire che "siamo tutti nella stessa barca" (per usare un detto popolare); io personalmente mi sento una „barca nel bosco“, ma credo fermamente che
alla fine ci integreremo come abbiamo sempre fatto.
Ora penserete che io sia un'ansiogena, perciò pongo fine a questa tortura: mi e vi auguro uno splendido anno scolastico.
Sara Fornasiero I A Classico
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IL “LEVI” PROPONE...
XIV^ edizione Premio Letterario La Seriola 2012 – HINC URBIS POTVUS: la biblioteca di Dolo bandisce un concorso, per sezioni, per il miglior racconto ispirato da un incipit tratto da
un testo di un autore importante. Da presentare entro il 7 dicembre 2012.
Scrivoanchio.it IV^ edizione – Concorso Internazionale Multimediale di Scrittura creativa
per ragazzi dai 14 ai 18 anni, per educare ad un uso positivo e proficuo delle tecnologie, di
sostenere lo sviluppo delle loro identità e della voglia di scrivere. Da presentare entro il 28
gennaio 2013.
Certamen Brixiense – Concorso biennale di versione dal latino. Traduzione dal latino in italiano di un brani, a scelta del candidato, tra i due proposti dalla Commissione giudicatrice,
di cui uno in prosa e uno in poesia, di autori significativi della letteratura latine dell’età repubblicana e imperiale, e nel commento del brano stesso, illustrando gli aspetti letterari
e\o storici e\o linguistici.
Un mondo a colori – Concorso promosso dall’associazione Ponte Mediterraneo, in collaborazione con il Segretario del Summit dei Premi Nobel per la Pace, collegato alla Giornata
della Memoria, nell’intento di richiamare maggior attenzione e riflessione dei giovani sul
rapporto tra il ricordo e l’impegno contro ogni forma di discriminazione, razzismo e segregazione.
Scrivere per cantare l’amore per la vita 2^edizione - Concorso Nazionale di narrativa e poesia promosso dal Comitato per la vita “Daniele Chianelli”.
Per info:
[email protected]
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Rasoio di Ockham
Scuola
LO STUDENTE CHE PROTESTA
PER L’OPINIONE PUBBLICA LO STUDENTE CHE PROTESTA È
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Un ragazzo che non ha voglia di andare a scuola e di studiare
Un ragazzo violento che cerca il primo sciopero per sfogarsi
Un ragazzo che non fa altro che lamentarsi
Un “comunista”
Un ragazzo che, con le sue azioni , costringe gli studenti volenterosi a non studiare
Un ragazzo che fuma “roba”
Un ragazzo che non otterrà mai niente
Un ragazzo che pensa solamente ai propri diritti e dimentica invece i suoi doveri
Un ragazzo “inutile”
IN REALTÀ LO STUDENTE CHE PROTESTA È
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Scuola pubblica
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Un ragazzo che sacrifica un giorno di scuola presente per rendere migliore quello futuro
Un ragazzo che si indigna quando si vede privato di alcune libertà e dei propri diritti, e sa benissimo quali siano i suoi doveri di studente
Un ragazzo che ha le sue idee e le difende, di qualsiasi tipo esse siano, perché gli hanno insegnato a pensare
con la propria testa
Un ragazzo che non limita la libertà degli altri studenti e rispetta le loro idee: vuole solo confrontarsi
Un ragazzo che non vuole stare più in una scuola che da un momento all’altro può crollargli addosso
Un ragazzo che si è stancato di essere chiamato “choosy” dal ministro del lavoro
Un ragazzo che sogna un mondo migliore
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Elia Cavarzan & Andrea Giunto IV A
Rasoio di Ockham
Scuola
PROTAGONISTI, NON SPETTATORI!
Venerdì 26 ottobre 2012 gli studenti di tutti gli Istituti Superiori Statali di Montebelluna sono scesi in piazza per
manifestare contro la condizione della scuola pubblica, ormai allo sfacelo.
Si è tenuta un' assemblea davanti alla sede della Veneto Banca, durante la quale si è svolto un dibattito sulla
riforma del ddl Aprea e sulla "politica”, che ha deciso di non investire soldi nella scuola pubblica, ma di destinarli ad altri fini, non altrettanto necessari e condivisibili .
Sembra infatti che i nostri politici abbiano scelto di utilizzare i fondi, derivanti dalle tasche di ogni cittadino onesto che paga le tasse, per l’acquisto di 90 aerei da caccia F-35 per un costo complessivo che va dai 10 ai 15
miliardi di euro, nonostante l’Italia ripudi per Costituzione la guerra.
Ma non è l’unico sperpero di denaro del nostro caro Paese. Si continua ad investire anche per il progetto
dell’alta velocità, ignorando le ben più immediate necessità di moltissimi studenti che utilizzano i treni regionali, vecchi e molto spesso in ritardo: certo! è più importante per il Governo creare una linea ad alta velocità tra
Torino e Lione che permettere a tutti gli studenti pendolari di arrivare in orario per partecipare a tutte le ore
curricolari!
Molti altri sono i “buchi neri” in cui finiscono i soldi dei cittadini, soldi che stranamente non portano alcun vantaggio alla popolazione, ma benefici per la classe dirigente come mitiche auto blu, viaggi e vacanze.
Venerdì 26 ottobre 200 studenti hanno partecipato alla manifestazione, si sono sentiti protagonisti della propria storia e hanno fatto sentire il loro “NO, NOI NON CI STIAMO”.
Sono molti purtroppo gli studenti che non credono che gli scioperi, le manifestazioni, le raccolte firme, le assemblee e le occupazioni servano a cambiare la situazione. Molti pensano addirittura che queste iniziative siano solamente un pretesto per saltare un giorno di scuola e andare a bere uno spritz al bar. Ma la storia insegna
che sono state le lotte per una condizione più dignitosa, le conquiste ottenute attraverso le proteste a portare
a grandi cambiamenti: chi non ha sentito parlare del ’68?
Le persone che venerdì hanno transitato attorno alla rotonda di fronte alla stazione di Montebelluna e hanno
visto il corteo di giovani cittadini che esibivano manifesti e striscioni, avranno sicuramente pensato alla disastrosa situazione della scuola italiana, alle reali esigenze degli studenti.
Molto spesso le belle parole come quelle scritte in questo articolo rimangono su di un foglio di carta, ma sta a
noi studenti farle nostre e utilizzarle come strumento per cambiare il nostro presente, per migliorare il nostro
futuro, NON POSSIAMO PIÙ FARE ORECCHIE DA MERCANTE.
Il 17 novembre sarà la giornata di MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE per il diritto allo studio
NON SPETTATORI, MA PROTAGONISTI!
Andrea Giunto & Elia Cavarzan IV A
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Territorio
Rasoio di Ockham
“A lezione da Wittgenstein e Derrida”
Incontro con gli autori
Venerdì 21 settembre 2012 si è tenuta, presso l’auditorium della Biblioteca Comunale di Montebelluna, una conferenza dedicata alla presentazione del libro “A lezione da Wittgenstein e Derrida - ovvero
come diventa reale un dialogo impossibile”. Il testo, scritto, a quattro mani, dal nostro Professore
Paolo Igor Cannonieri insieme a Luigi Vero Tarca, Professore ordinario di filosofia teoretica presso
l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, mette a confronto le ideologie di Derrida e Wittgenstein, due
grandi filosofi del ‘900.
Dopo la chiara presentazione del precedente preside del nostro liceo, Prof. Lamberto Pillonetto, i due
interlocutori hanno riproposto oralmente i tratti fondamentali del dialogo su cui si basa il libro: il Professor Cannonieri introduceva il pensiero di Derrida, mentre Vero Tarca riproponeva la lezione di Wittgenstein. Il Prof. Pillonetto, nel ruolo di mediatore, ha esposto una serie di parole chiave che ha ritenuto necessarie per comprendere al meglio le differenze sussistenti tra i due filosofi: tra queste
“dire – mostrare – parlare – tacere – scrivere e il ruolo del concetto di differenza”. Quest’ultimo termine è il più importante in quanto evidenzia lo scoglio per entrambi i filosofi. Differenza certo nel modo di fare filosofia per Wittgenstein e Derrida, non certo nella negazione di un approccio rispetto
all’altro; anzi sarà fondamentale la “mutua fecondazione” tra le due prospettive per rendere possibile
ciò che impossibile non è. Infatti Derrida sostiene che la filosofia si esprima nella scrittura, non c’è
nulla che sia fuori testo: egli affermò che “ciò che non si può dire soprattutto non si deve tacere,
ma scrivere”; “la scrittura è il corpo mortale della nostra espressione” sostiene Cannonieri. Un invito
a parlare quindi attraverso il segno scritto. Per Wittgenstein invece la filosofia mette in luce i limiti del
linguaggio: “Ciò di cui non si può parlare si deve tacere” (7^ proposizione del “Tractatus” di Wittgenstein). Con questa affermazione egli ribadisce la necessità del silenzio.
In seguito al discorso introduttivo del Professor Pillonetto, prende la parola il Professore Cannonieri.
Egli sostiene che la differenza è fondamentale per il dialogo, non avendo essa scopo persuasivo,
ma di approfondimento del proprio pensiero. Inoltre analizza il rapporto linguaggio-pensieroazione: “Siamo parlati dalle parole che parliamo”. Vero Tarca, riferendo il pensiero di Wittgenstein, sostiene che “siamo in lotta contro il linguaggio”, poiché tutto è vago, dubbio,
scuro. Non si può provare a esprimere concetti al di là del linguaggio poiché in quei momenti ci “ricadi dentro”. Perciò Wittgenstein dà grande importanza al silenzio. Il professore Vero Tarca ricorda infatti: “Che cos’è quella cosa che se la nomini non esiste
più?” (dal film “La vita è bella” di Roberto Benigni). Dunque, in conclusione, si
ribadisce che tra i due modi di fare filosofia di Derrida e Wittgenstein c’è differenza, ma essa non rende impossibile il dialogo tra questi filosofi! Perché? Scopritelo tra le pagine di questo libro e immergetevi nella filosofia!
Carlotta Nardello &
Marta Dalla Riva V A
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Territorio
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Società e Cultura
Rasoio di Ockham
L'ultimo testimone dall'ultimo gradino dell'inferno
“Mi chiamo Shlomo Venezia. Sono nato a Salonicco, in
Grecia, il 29 dicembre 1923. La mia famiglia dovette abbandonare la Spagna al momento dell'espulsione degli
ebrei nel XV secolo ma, prima di stabilirsi in Grecia, i miei
antenati si fermarono in Italia, per questo mi chiamo
“Venezia”. Gli ebrei provenienti dalla Spagna non usavano cognomi: si chiamavano, ad esempio, Isacco figlio di
Salomone. Arrivati in Italia, prendevano il nome della
città in cui vivevano. Per questa ragione molte famiglie
ebraiche portano nomi di città. Nel nostro caso è quello
che ci ha permesso di conservare la cittadinanza italiana.” Questo è l’incipit di “Sonderkommando Auschwitz”,
il prezioso libro che Shlomo Venezia ha lasciato
all’umanità come testimonianza dell’inferno delle “unità
speciali” di Auschwitz-Birkenau, anzi dell’”ultimo gradino
dell’inferno”, come le definiva egli stesso. Dopo una vita
di sofferenze interiori e di atrocità subite, di tremendi
silenzi e innocenti sensi di colpa, ma anche di coraggio e
di testimonianza, l’1 ottobre 2012 è morto l’”ultimo testimone” italiano, Shlomo Venezia.
La sua vita, la sua triste, vera e cruda vita è soprattutto la
storia di un uomo, di una persona che non solo è stata
deportata nell’aprile del 1944 nel campo di sterminio di
Auschwitz-Birkenau, ma che appartenne anche ai cosiddetti “Sonderkommando” (“unità speciali”), ossia quelle
particolari squadre di detenuti che avevano il compito di
smaltire e cremare i corpi dei deportati uccisi nelle camere a gas mediante il terribile “Zyklon B”, al fine di eliminare le prove di quello che stava realmente accadendo. A ragione, infatti, queste unità, i cui componenti venivano periodicamente uccisi proprio per mantenere
segreto ciò che avveniva (“Era solo una questione di
tempo: tutti dovevano morire, nessuno poteva sopravvivere”, scrive Shlomo), vennero definite in “Se questo è
un uomo” da Primo Levi “il delitto più demoniaco del
nazionalsocialismo”.
Shlomo venne assegnato ai “Sonderkommando” per la
sua robusta costituzione e le buone condizioni fisiche;
eppure, prima della deportazione, ebbe ben tre occasioni per sfuggire alla sua sorte, occasioni mai sfruttate. La
prima gli si presentò quando il console italiano in Grecia,
Guelfo Zamboni, convocò le famiglie di ebrei, offrendo
loro la possibilità di rimpatrio in Sicilia o di fuga ad Atene, ancora italiana; la scelta, anche per motivi finanziari,
cadde su Atene, dove il 25 marzo 1944 tuttavia i tedeschi
imprigionarono in sinagoga centocinquanta uomini ebrei, tra cui Shlomo. È a questo punto che ebbe la seconP AGIN A 1 4
da opportunità di fuggire, ma anche questa volta non
accadde nulla: tutti, difatti, speravano di salvarsi eseguendo gli ordini dei nazisti. Disgraziatamente, era vero
il contrario: così Shlomo, il fratello Maurice e i cugini
vennero fatti salire sul treno verso la destinazione di non
-ritorno: il treno della morte, ma anche dell’ultima possibile via di fuga, non sfruttata.
Giunto alla consapevolezza che nessuno da quel momento sarebbe sopravvissuto, l’11 aprile 1944 arrivò alla Judenrampe di Auschwitz-Birkenau: fu l’inizio della fine, la
fine di uomini, donne e bambini che, nel cuore
dell’inferno, dove la malvagità imperava su tutto e su
tutti, non esistevano più come persone, ma solo come
numeri, pezzi e poi scarti.
Dopo sette mesi a Birkenau a tagliare i capelli alle donne
destinate alle camere a gas e al recupero dei cadaveri e
altri cinque mesi a Mauthausen, arriva infine l’insperata
salvezza da quella realtà, fatta di “gas, torture, scomparsa dei parenti, degli amici, freddo e, ovunque intorno, la
fame”.
Ma anche dopo la liberazione, scrive Shlomo, “Non ho
più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che
tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a
divertirmi in allegria... Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito
torna sempre allo stesso posto. È come se il "lavoro" che
ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa... non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.” Nel
cuore di chi è tornato, infatti, e specialmente degli appartenenti ai “Sonderkommando”, resta la malattia dei
sopravvissuti, quella sensazione che trapela dalle terribili
pagine che Shlomo pubblicò solo nel 2007 dopo oltre
quarant’anni di silenzio, in cui gli avevano dato del pazzo, ma in cui aveva comunque aiutato Roberto Benigni
nel creare il film “La vita e bella”. Nel libro, che tocca le
corde più profonde dell’anima e solleva domande senza
risposta sulla crudeltà perpetrata, sono descritte anche
scene tragiche che fanno ben comprendere la grande
malvagità dell’istituzione dei “Sonderkommando”: “Altre
volte mi hanno chiesto se qualcuno sia mai rimasto vivo
nella camera a gas. Era difficilissimo, eppure una volta
una persona è rimasta viva. Era un bambino di circa due
mesi. C'era una mamma che stava allattando questo
bambino. La mamma era morta e il bambino era attaccato al seno della mamma.”
Attraverso le “unità speciali”, dunque, le SS cercavano di
scaricare, anzi condividere il crimine sulle vittime stesse:
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
ecco, quindi, che la testimonianza di Shlomo assume un
valore storico e umano grandissimo, venendo a configurarsi come la testimonianza di un uomo che ha superato
quella malattia dei sopravvissuti che ha impedito a tanti,
troppi di parlare. “Poi un giorno”, scriveva Shlomo, “ho
trovato il coraggio, perché tutti sappiano”, perché nessuno possa pensare che qualcuno potesse rifiutarsi di entrare a far parte dei “Sonderkommando”, perché nessuno possa credere che quella delle “unità speciali” fosse
una posizione privilegiata, perché nessuno possa più affermare che di quello che è accaduto non c’è alcuna prova.
“Se avessi saputo che il nostro lavoro “supplementare”
consisteva nel tirar fuori i cadaveri e portarli al Crematorio, avrei preferito morire di fame piuttosto che accettare, ma quando lo compresi era troppo tardi. […]
È importante sottolineare che noi non avevamo scelta:
quelli che si rifiutavano venivano immediatamente uccisi
con un colpo di pistola alla testa. […]
Oggi è difficile crederlo, ma di fronte a questo macabro
spettacolo non pensavamo a niente. Non potevamo
scambiare nemmeno una parola tra noi, non tanto perché fosse vietato, piuttosto perché eravamo terrorizzati.
Eravamo diventati degli automi che obbedivano agli ordini e cercavano di non pensare per poter sopravvivere
qualche ora in più.”
Per conoscere, comprendere e ricordare un capitolo tragico della nostra storia e per evitare che l’uomo scenda
ancora a quell’”ultimo gradino dell’inferno” che forse è il punto più basso toccato dall’umanità, quest’anno il nostro Liceo si impegnerà ad organizzare la Giornata della Memoria proprio basandosi sulla testimonianza e sulla
vita di Shlomo Venezia, per il quale quelle “ore in più” passate nei lager sono diventate la sua vita.
Ermes Pozzobon IV D
P AGIN A 1 5
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
Furor, fool e stay foolish
Fuggire dalla realtà che si vive senza lasciarla, ribellarsi a lei e lottare per la nostra totale
libertà da essa.
È questo il fascino della follia, che corrode il legame di noi uomini con la vita quotidiana
e dona alla mente la libertà di rifugiarsi in un’isola reale per noi creatori, e inesistente
per il resto del mondo. Quest’ultimo perde, con il nostro accomiatarci da lui, una zolla,
non comprende la natura, le motivazioni del distacco e si allunga per riprenderci, e trascinarci di nuovo nella sua grigia normalità.
Il contrasto tra il mondo reale e gli evasi dal carcere della normalità è, da sempre, tema
magnetico per noi uomini, che riconosciamo negli occhi dei folli il desiderio di sfuggire
alle regole onnipresenti che regolano gli ingranaggi della nostra vita quotidiana.
Seneca, per esempio, in tutte le sue tragedie, pone come nodo centrale la rappresentazione del furor, impulso passionale e funesto che disintegra la ragione di chi ne viene
posseduto e scatena conseguenze luttuose per le persone che rimangono vittime della
bestialità umana. L’essere umano
invaso dal furor è dominato da una furia che Seneca dipinge a tinte fosche e di cui enfatizza il pathos, che esalta le efferatezze compiute da chi annulla ogni principio morale
soggiogato da una passione catastrofica, che si può identificare nell’amore, nell’odio,
nella gelosia, nella sete di potere.
Estimatore, invece, di ciò che c’è oltre la siepe della ragione, è William Shakespeare. Nei
suoi drammi teatrali, infatti, ha ruolo fondamentale e imprescindibile il fool, personaggio solitamente di bassa estrazione sociale, considerato dagli altri un folle dalla testa
malata. Viene sbeffeggiato e deriso, perché le sue parole sono frutto di un’evidente instabilità mentale ed è spesso scambiato per un giullare o per un buffone di corte.
La sua mente piena di follia genera discorsi semplici e brevi, che provocano scompiglio e
irritazione negli altri personaggi, perché intrisi di una verità che questi nascondono dietro ipocrisie e menzogne, che vengono, quindi, osservate dagli occhi spalancati e vigili
del folle e spezzate dalla sua lingua mordace. La sua follia è una follia lucida, che rivela
illusioni, confuta false verità e si fa portatrice e rivelatrice di segreti e messaggi insiti
nella trama, che rimarrebbero altrimenti ignoti al pubblico.
Indagatore del buio oltre la siepe della ragione è anche Luigi Pirandello, che fa della follia il nodo centrale delle maggior parte delle sue opere.
Egli considera la ragione come una “macchinetta infernale” che porta l’uomo a vedere i
limiti e le imperfezioni del suo vivere quotidiano e che gli rivela come egli si conformi
alle norme della società e alle regole che organizzano le azioni della massa; questa adesione fa si che l’uomo perda contatto con il suo mondo interiore, i suoi bisogni, i suoi
desideri, confuso com’è da una quotidianità dove la sua individualità perde significato e
autonomia.
La follia diventa quindi il modo in cui l’uomo sfugge al mondo; si salva in un rifugio che
non esiste, né ha senso, per il mondo esterno e per la società, padroni e detentori della
ragione rifiutata e detestata dal folle.
Il richiamo più efficace al mondo della follia dal punto di vista mediatico negli ultimi
anni, grazie alla grande capacità di marketing di chi lo espresse, è il motto “ Stay hungry,
stay foolish”, del defunto patron e guru della Apple, Steve Jobs.
Barbara Polin IV A Classico
P AGIN A 1 6
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
GANGNAM STYLE
La ricetta del successo
Pubblicato il 15 luglio, Gangnam Style è diventato il fenomeno musicale del momento ed il suo video su YouTube, oltre ad essere diventato uno dei più cliccati di sempre, ha stabilito il record storico di “mi piace” del sito (quasi tre milioni). Notevoli sono anche le
vendite su iTunes, dov’è in testa alla relativa classifica.
PSY, rapper sudcoreano fino ad ora conosciuto solo in patria, grazie ad un ritmo incalzante, alle sue comiche movenze e alla bizzarra
coreografia, pur risultando incomprensibile ha catturato il popolo di internet ottenendo una fama che lui in primis non attendeva. "Il
videoclip non era nemmeno stato pensato per il mercato estero”, ammette, sbalordito per l'improvvisa popolarità.
La canzone prende il nome da Gangnam, ricchissimo ed elitario distretto di Seul caratterizzato dallo stile trendy dei suoi abitanti. Tale
atteggiamento viene preso in giro da PSY che appare volontariamente poco affine alla classe e alla raffinatezza del quartiere.
PSY, all’anagrafe Park Jai-Sang in realtà è il rampollo di una potente famiglia originaria proprio del luogo. Il suo difficile passato dovuto
ai poco onorevoli anni del servizio militare, al troppo stretto rapporto con l’“erba” e alla decisione di abbandonare la business school
americana alla quale era stato iscritto con la speranza che prendesse un giorno in mano le redini dell’azienda di famiglia, l’ha però
progressivamente allontanato dall’eleganza locale. Oggi tuttavia il padre dovrà finalmente ringraziarlo, non certo per le doti canore
del figlio o per le sue qualità di ballerino, ma per la pubblicità gratuita che gli sta assicurando.
La sua società, la D. I. Corporation, ha infatti visto salire la sua capitalizzazione in Borsa vertiginosamente, fino a toccare i 100 milioni
di dollari. Un buon preludio visto che un’ulteriore propaganda sarà assicurata dalla firma di un contratto con la Island Records, famosa
per aver distribuito negli Stati Uniti i dischi di altri (indubbiamente più rinomati) amanti della marijuana come i The Wailers ed il loro
frontman Bob Marley.
Testo:
Oppa è lo stile di Gangnam, lo stile di Gangnam
Una ragazza che si sente calda e umana di giorno
Una ragazza di classe che sa godere della libertà di una tazza di caffè
Una ragazza il cui cuore diventa più caldo quando viene la notte
Una ragazza un po’ particolare
Sono un ragazzo
Un ragazzo che è caldo come te durante il giorno
Un ragazzo che beve d’un fiato il suo caffè prima che si raffreddi
Un ragazzo il cui cuore esplode quando arriva la notte
Quel tipo di ragazzo
Bellissima, carina sì tu, ehi, sì tu, hey
Bellissima, carina sì tu, ehi, sì tu, hey
Ora andiamo avanti fino alla fine
Oppa è lo stile di Gangnam, lo stile di Gangnam
Oppa è lo stile di Gangnam, lo stile di Gangnam
Oppa è lo stile di Gangnam
Ehi, Sexy Lady, Oppa è lo stile di Gangnam
Hey Sexy Lady-oh oh oh oh
Una ragazza che sembra tranquilla ma che si diverte quando si gioca
Una ragazza che porta i capelli sciolti quando arriva il momento giusto
Una ragazza che si copre, ma è più sexy di una ragazza che mostra tutto
Una ragazza così sensibile
Sono un ragazzo
Un ragazzo che sembra calmo, ma che si diverte quando si gioca
Un ragazzo che va completamente pazzo quando arriva il momento giusto
Un ragazzo che ha idee che si gonfiano più dei muscoli
Quel tipo di ragazzo
Bellissima, carina sì tu, ehi, sì tu, hey
Bellissima, carina sì tu, ehi, sì tu, hey
Ora andiamo avanti fino alla fine
Oppa è lo stile di Gangnam, lo stile di Gangnam
Oppa è lo stile di Gangnam, lo stile di Gangnam
Oppa è lo stile di Gangnam
Ehi, Sexy Lady, Oppa è lo stile di Gangnam
Hey Sexy Lady-oh oh oh oh
Sopra l’uomo che corre c’è l’uomo che vola, baby baby
Sono un uomo che conosce una cosa o due
Sopra l’uomo che corre c’è l’uomo che vola, baby baby
Sono un uomo che conosce una cosa o due
Tu sai cosa sto dicendo
Oppa è lo stile di Gangnam
Ehi, Sexy Lady, Oppa è lo stile di Gangnam
Hey Sexy Lady-oh oh oh oh
Tiziano Visentin IV D
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Rasoio di Ockham
Società e Cultura
Giornata mondiale delle bambine contro i matrimoni precoci
Anche Isabella di Valois andò in sposa all’età
di dodici anni a Gian Galeazzo Visconti, unione fortemente voluta dai Valois per sanare le
difficoltà economiche portate dalla Guerra
dei cent’anni.
Non è di certo l’unico caso, anzi; ogni tanto si
sente parlare di qualche ragazza che trova il
coraggio di rompere il silenzio e di sfidare la
“legge” della comunità; quest’anno due ragazze indiane che si sono ribellate al matri-
Si tratta, quindi, anche di soldi, il motore del
mondo; una femmina costa da mantenere in
casa (considerato lo scarso range di lavori che
può eseguire in quelle società), mentre porta
una dote se viene sposata. Si aggiunge poi il
E anche Maria Enrichetta Stuart venne sposata a soli 10 anni da Guglielmo II d’Orange, che
tramava contro il cognato Carlo II
d’Inghilterra. D’accordo, ma si tratta rispettivamente degli anni 1360 e 1641; l’uno tardo
medio evo e l’altro frammezzo alle due rivoluzioni inglesi.
Accadeva per utilità, per ricevere favoritismi,
per portare avanti una certa dinastia o per
semplice esempio alla comunità; normalità monio combinato, ora sono costrette a girare
non solo fra i ricchi e i potenti, ma in tutte le per Londra, città oltremodo cosmopolita, con
classi sociali.
le scorte. Ma il più famoso risale a tre anni fa
Negli anni, però, in Occidente vanno dimi- quando Nojoud Ali (10 anni), che era stata
nuendosi i casi di matrimoni con minorenni, costretta a sposare un uomo di trent’anni, si
finchè le legislazioni cominciano a fissare il decise ad andare DA SOLA a cercare aiuto in
limite chiaro d’età, ovvero diciotto anni. Ora tribunale ottenendo con successo
sono eccezioni i casi in cui una ragazza si spo- l’annullamento del matrimonio. Sinceramensa a 16/17 anni, più che altro in seguito ad te, di fronte a questi episodi, bisognerebbe
una gravidanza inaspettata, ma comunque rivalutare il proprio concetto di donna con
spina dorsale; perché non dev’essere facile
solo per volere della stessa.
ribellarsi quando perfino la tua famiglia, cioè
Eppure, nel 2012, si contano ancora 60 milioquello che dovrebbe essere il luogo più sicuro
ni di bambine costrette dalle famiglie a spoe in grado di sostenerti, ti spinge tranquillasarsi in età minorile sparse in circa 50 Paesi,
mente nel baratro, in nome di un qualsiasi dio
vale a dire un quarto di quelli esistenti; tra i
o di una qualsivoglia usanza.
primi venti figurano India, Nepal, Mozambico,
“Questi matrimoni straziano il cuore, fa male
Nicaragua ed Etiopia.
sapere quanta miseria e quanto dolore si
Ci scandalizziamo quando nei nostri Paesi
soffrano in silenzio. Sono solo bambini, non
delle ragazzine vengono rapite, abusate,
hanno voce e noi facciamo il possibile ma non
magari uccise in modo atroce e gridiamo alla
basta.” Dice Micol Zarb, portavoce dell’Unfpa,
caccia al mostro, ma troppo spesso ignoriamo
il Fondo dell’Onu per la Popolazione che moche in molte zone del mondo sud orientale ci
nitora la salute degli abitanti nel mondo.
sono milioni di bambine, private
Quali traumi causati da queste unioni forzadell’adolescenza per non dire della vita intete? Psicologici, intellettuali, sociali e ovviara, che convivono con il loro mostro ogni
mente anche fisici; un quarantenne che si
giorno e nessuno nella loro società prova
sposa con una bambina di dieci dovrebbe
compassione per loro, perché questa è la
aspettare un po’, anche dopo il matrimonio,
religione e se non è la religione, allora è coper avere rapporti sessuali con lei, ma, il fatto
munque la tradizione.
che abbiano comprato una donna dovrebbe
Questo fenomeno tenta poi di trapiantare le farvi interrogare sul fatto che questi abbiano
sue radici nelle terre occidentali, illegalmen- un briciolo di scrupolo. Le morti di parto, poi,
te, fra le comunità di emigrati africani, paki- non sono rare e nemmeno le contrazioni
stani, indiani, rom; un esempio di pochi giorni dell’HIV; come possiamo pensare che una
fa in Gran Bretagna è stato quello di un bambina riesca ad imporre al suo sposo adulreporter del Sunday Times di origine pakista- to una forma di precauzione?
na che, fingendosi in cerca di una sposa dodiC’è da dire che in alcuni Paesi, come l’India, i
cenne, ha dichiarato di aver trovato più di
matrimoni combinati restano la norma, ma si
una famiglia disposta a cedergli la figlia di
risparmiano almeno i bambini e soprattutto i
quell’età e di aver trovato due imam disposti
casi aumentano man mano che si abbassa il
a celebrare le nozze di nascosto dalle autorireddito.
tà.
P AGIN A 1 8
discorso dell’onore: non si corrono rischi di
perdita di verginità o di gravidanze prematrimoniali. Praticamente lo stesso ragionamento
che facevano i capi famiglia greci quando
dovevano decidere se mandare le nutrici ad
abbandonare sui monti le neonate femmine
(primi secoli a.C.). Forse era meglio morire,
però, che trasferirsi in una nuova casa a 10
anni, con gli occhi bendati in modo che tu
non possa scappare, e aver paura di guardare
in faccia un marito che non hai scelto, ogni
giorno, senza speranza, abbandonata dalla
società, senza nessuno che si scompone di
fronte alle tue ferite sul volto o alla tua faccia
sfigurata dall’acido, rischiando di morire per
un sì o per un no.
Per fortuna ogni tanto questo tema viene
affrontato da persone che ne rimangono
colpite e viene affrontato con tutta la delicatezza possibile e in ogni forma d’arte.
L’11 ottobre, infatti, in occasione della prima
giornata mondiale delle bambine, verrà presentata, al palazzo dell’Onu a New York, una
mostra di 34 foto scattate in 5 diversi Paesi
dalla giornalista Stephanie Sinclair negli ultimi
9 anni e si intitolerà “Too young to wed”.
L’ossessione di Stephanie nasce in Afghanistan, nel 2003, per caso. “All’inizio volevo
studiare il fenomeno dell’autoimmolazione.
Man mano che procedevo nelle mie ricerche,
mi angosciava il dramma che induceva queste
ragazze a infliggersi tanto dolore nella speranza di morire. Trascorrono la maggior parte
della giornata ai fornelli che funzionano con il
kerosene. Non ci sono pillole a cui chiedere
aiuto per lenire ferite interiori così laceranti.
Si affidano al fuoco, che a volte delude le
aspettative. Invece della morte provoca ustioni gravissime che non possono essere curate
in un Paese dove non c’è niente. Marzia Bazmohamed, 15 anni, si è data fuoco solo perché aveva rotto il televisore del marito. Ho
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Società e Cultura
sentito la necessità insopprimibile di andare alle origini di tanto
strazio.”
Brava Stephanie, brave le persone come lei che si mobilitano per
far conoscere e per provare, o anche solo sperare, di far cambiare
questa tragica situazione così enormemente diffusa, conosciuta,
ma ugualmente ignorata. Ma soprattutto, la stima più grande va a
quelle ragazze che nonostante il dolore e la paura trovano la forza
di tentare la fuga, mettendo a rischio la propria vita, perché evidentemente non credono di avere nulla da perdere, e parlare.
Facendo in questo modo, dimostrano di essere tutt’altro che il
sesso debole. E se noi, ragazze occidentali, ci lamentiamo del fatto
che non abbiamo più speranze, o che i nostri sogni sono difficili da
realizzare, proviamo a pensare alle nostre coetanee che per sognare non hanno a disposizione nemmeno la notte che passano a
compiacere il loro aguzzino.
"Di quanti esseri al mondo hanno anima e mente,
noi donne siamo certo le creature più infelici.
Come prima cosa dobbiamo comprarci un marito,
con grande spreco di denaro, in modo da dare
un padrone a noi stesse. E questo, credetemi,
dei due mali è il peggiore. Separarsi dal marito
per la donna è scandaloso, non lo è invece per l'uomo.
Quando lui si annoia di stare in casa, va fuori e la noia gli passa.
Quando capita a noi, invece, non ci fanno uscire
perché dicono che dobbiamo badare ai figli.
C'è chi dice che le donne, restando in casa, vivono senza pericoli,
mentre l'uomo, poverino, deve andare in guerra.
Ebbene io rispondo che preferirei combattere tre guerre,
piuttosto che partorire una sola volta.”
(Versi 230-251, Medea, Euripide)
Alessandra Gonnella IV A Classico
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Società & Cultura
MA È PROPRIO VERO CHE SONO DIVERSAMENTE ABILI?
I Giochi Olimpici 2012 di Londra si sono conclusi fra le
celebrazioni e le riflessioni consuntive delle varie Federazioni sportive: bilanci positivi, valutazioni sulle risorse
economiche mai sufficienti e mal distribuite, delusioni
cocenti di atleti che non hanno centrato il risultato o che
sono stati smascherati per comportamenti disonesti. Gli
atleti italiani non hanno certo brillato almeno negli sport
“più in vetrina”: a noi giovani fa sempre bene assistere a
queste competizioni e vedere come solo lavoro, fatica ed
impegno costante sono gli indispensabili ingredienti per
raggiungere un buon risultato. Da atlete agoniste ancora
in erba siamo state ancora più affascinate dalla competizione olimpica parallela, quella frequentata da giovani ai
quali la vita aveva tolto qualcosa o, per uno strano gioco
del destino, non lo aveva mai concesso (per dovere di cronaca gli atleti italiani di questo gruppo hanno saputo
conquistare lo stesso numero di medaglie dei loro “colleghi” connazionali normodotati!). Quello che colpisce
di più è la forza che questi ragazzi dimostrano nell’inseguire il loro sogno e la assoluta normalità con cui affrontano le gare: nessun imbarazzo, nessun senso di inferiorità, nessun senso di rivalsa ma solo tanta voglia di essere in gioco e confrontarsi con gli altri. E questa stima di se stessi, nutrita e coltivata con cura nei loro animi,
permette loro anche di confrontarsi con atleti normodotati e lottare contro le regole che impedirebbero loro
di fare ciò.
Provare a gareggiare in competizioni paralimpiche è un’esperienza molto particolare che ho avuto il privilegio
di vivere in prima persona: mi è stato proposto per la prima volta di partecipare ad una gara di scherma paralimpica l’anno scorso al termine di un torneo per normodotati. La mia prima obiezione è stata: “Volentieri, ma
senza gambe come faccio?” e una ragazza in carrozzina che conoscevo e che pratica questa disciplina ad alti
livelli, sorridendo, ha aggiunto: ”Come noi!”. Così sono stata seduta su una carrozzina, con le gambe legate,
non potendo più contare su un’arma importante come i miei arti inferiori: mi sono sentita in un primo momento impotente e inadeguata ma quando è iniziato l’assalto si è accesa la luce dell’agonismo e tutto è ritornato naturale, il cervello comanda e il braccio obbedisce! Al termine la soddisfazione è proprio la stessa di una
gara “normale”, si rivaluta ciò che si è sbagliato e ciò che si è fatto di buono. Altre volte poi sono stata chiamata a gareggiare in simili competizioni o in esibizioni paralimpiche e l’ho sempre fatto con grande entusiasmo
ed impegno, prendendo anche qualche sonora bastonata.
Dunque dov’è la diversità? Probabilmente la diversità abita solo nella mentalità moderna che fa dell’apparire
l’aspetto più importante. Se hai tanta forza, tanta ricchezza dentro, tanta energia che nemmeno l’essere stato
privato di una arto o della vista ti ha tolto, nessuna menomazione fisica ti può annientare, nessun handicap ti
potrà isolare, nessuna disarmonia del tuo corpo ti potrà impedire di vivere completamente. Questi atleti, e
quelli che abbiamo potuto conoscere ce lo hanno dimostrato direttamente: sono prima di tutto stupende persone che sanno sorridere e divertirsi, sanno essere felici e soddisfatti per quello che hanno raggiunto e sanno
essere maestri di vita per tutti noi che, baciati dalla fortuna di essere normodotati, spesso gettiamo il nostro
tempo e le nostre capacità in occupazioni molto discutibili. Grazie dunque a questi atleti che ci hanno dimostrato cosa veramente vuol dire “vivere” con i propri limiti e le proprie mancanze ma senza le catene
dell’esteriorità e della tanto ricercata “normalità”.
Anna Chiara Bordin I D
Chiara Vettorazzo I A
P AGIN A 2 0
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Società & Cultura
Liriche oggidì
In codesto articolo vogliamo discorrere di un loco-web nel quale uno di noi si è imbattuto in recente data.
Songmeanings.net è un sito ove oltre a leggere i testi dei nostri brani prediletti caduno puote esternare considerazioni riguardanti al significato del componimento.
Ad ogni buon conto, l’aspetto che ci ha dilettato maggiormente è stato confrontar tutte le esplicazioni di chi ha
previo commentato (sebbene nel complesso quasi tutte siano in lingua anglofona).
Così si può rilevar la presenza di significati occulti, o interpretazioni metaforiche le quali non eran state ponderate.
Certo, copiosi testi di canzoni dell’attuale tempore hanno
pressoché un nonnulla di metaforico, arcano o cabalistico,
ma a chi gradisce testi più astrusi esortiamo vivamente la
visita di questo sito.
Oltre tutto codesto sito è uno dei preminenti che google
propone nell’attimo nel quale si va cercando le “lyriche” di
una canzone che ci aggrada.
Ho rinvenuto songmeanings giustappunto in siffatto modo!
Annoiandomi in uno die in cui ridotte spettanze mi eran
state assegnate, sovvennemi lo desìo di leggermi li testi
della mia orchestrina prediletta.
Leggendo qualche lirica, avrei finalmente colto le esatte
favelle che essi pronuntiavano, così a sua volta avrei potuto intonarle sine errar verbo.
Ad un certo istante mi sono imbattuto in songmeanings.net e mi meravigliai smisuratamente dell’ingente numero di individui che avean dettato commento scrivendo il proprio pensamento.
Per exemplum, copiosi naviganti della rete si attengono ad annettere semplicemente un significato letterale,
ma altri esprimono ciò che hanno compreso aldilà di esso.
A volte vi sono sì tanti commenti che risulta assai impervio scegliere quali considerare.
Tutti non si riuscirebbe a leggerli!
E quindi si può discernere di catalogarli in ordinamento dal più novello, dal più vetusto oppure dal più quotato.
Nel sito vi sono snumerate funzionalità: infatti v’è l’altresì quella di votare i commenti che possono sembrare
più all'uopo.
Tuttavia, quantunque siam ben consapevoli della mole di incombenze che oberano il post meridio degli affaccendati giovani discenti del collegio, opiniamo che una pur celere sosta possa esser foriera di magno gaudio.
E nell'infausto evento di un accesso di tedio, vi induciamo ad appuntarvi la lettera capitale di ogni paragrafo.
Zio Sam 'na Furia V E & Arampicolo il Magno IV E
P AGIN A 2 1
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
P a e s e
c h e
v a i ,
Una legge è un atto giuridico che costituisce fonte del
diritto e che pone principi o individua regole comportamentali di cui s'impone il rispetto nelle zone cui è rivolta.
È incredibile quante norme in giro per il mondo siano
veramente comiche, ma nonostante ciò devono essere
rispettate. I codici delle vicine Francia e Regno Unito ma
soprattutto degli Stati Uniti, sono colmi di norme che
fanno sorridere, provocano divertimento piuttosto che
evocare timore. Questo perché, particolarmente nel
mondo anglosassone, le leggi vere e proprie sono pochissime e ci si basa su sentenze che sono per lo più eredità
di epoche remote, oppure sono solo trovate di legislatori
un po' troppo premurosi. Ecco alcuni esempi.
Dai nostri vicini francesi è bene guardarsi da assegnare il
nome Napoleone a un maiale mentre ad Avignone, città
posta a Sud del Paese, dagli anni '50, è illegale per qualsiasi disco volante atterrare in città.
Nel regno di Elisabetta II se si trova una balena morta
sulle rive inglesi, la testa appartiene al re mentre la coda
è di proprietà della regina. Problemi invece per chi non
sa resistere e deve per forza orinare in pubblico: va tutto
bene se si mira alla ruota posteriore della propria automobile e si appoggia la mano destra sulla vettura. In Scozia, infine, nella contea di York, colpire uno scozzese con
una freccia è assolutamente legale, tranne la domenica.
Ma il divertimento è quasi totalmente negli USA. Partiamo dalla terra posta più a nord e più grande della Confederazione, l'Alaska. In quel freddo territorio è vietato
gettare alci vive da un aeroplano e, in particolare ad Anchorage, è vietato legare i cani domestici ai tetti delle
automobili. Per i rimanenti Stati continentali procederò
in rigoroso ordine alfabetico. In Alabama non è permesso partecipare alle funzioni religiose con dei baffi finti
mentre per un guidatore è proibito essere bendato
quando si manovra un veicolo. In Arizona è vietato dare
la caccia ai cammelli. In Arkansas è illegale pronunciare
in modo scorretto il nome dello Stato all'interno dei propri confini. In California, e in particolare nella più famosa
città di Los Angeles, è espressamente proibito leccare i rospi del
luogo. Nel Connecticut, a Hartford, non è permesso attraversare la strada camminando sulle
mani. In Florida la legge vieta ai
ratti di lasciare le imbarcazioni
ormeggiate nella baia di Tampa,
P AGIN A 2 2
l e g g e
c h e
t r o v i
mentre nella bellissima Miami è illegale andare con lo
skateboard in una stazione di polizia. In Georgia, a Columbus, i modellini di aeroplano possono essere fatti
volare solo sulla propria proprietà oppure nelle camere
mortuarie. Nell'Indiana negli alberghi le lenzuola devono
essere lunghe esattamente 99 pollici e larghe 81. In Iowa, per raccogliere del luppolo bisogna essere dotati di
una scatola di esattamente 36x18x23 1/4 pollici. In Louisiana, a New Orleans, è vietato legare degli alligatori agli
idranti. A Maine, nella città di Waterville, è illegale soffiarsi il naso in pubblico. Nello Stato del Michigan se un
ladro si fa male mentre svaligia una casa, può essere fatta causa al proprietario. Nel Minnesota, se una persona
ne morde un'altra è colpevole di aggressione ma se porta la dentiera diviene aggravata e sempre nello stato più
a nord dopo l'Alaska il modulo per le tasse è piuttosto
completo, forse anche troppo: è richiesta anche la data
di morte. A Waterloo, non la cittadina belga in cui è stata
combattuta l'omonima battaglia in cui si è visto Napoleone sconfitto, ma in Nebraska, una vecchia legge sconsiglia ai barbieri di mangiare cipolle sul lavoro. Nel New
Jersey è illegale che un uomo lavori a maglia durante la
stagione della pesca. A New York una legge vieta di tenere un gelato in tasca di domenica mentre si passeggia
per le strade della Grande Mela. Nel North Carolina, ad
Asheville, è illegale starnutire nelle strade cittadine.
Nell'Ohio non è lecito dare da bere ai pesci, nella città di
Canton, la legge impone di avvertire la polizia entro
un'ora dallo smarrimento della propria tigre domestica
mentre, nella città di Paulding, un poliziotto può mordere un cane per calmarlo. In Oklahoma fare delle boccacce ai cani può addirittura costare il carcere mentre lo
stesso amico dell'uomo per riunirsi in gruppi di tre o più,
in una proprietà privata, deve avere una licenza firmata
dal sindaco. Nell'Oregon, nella città di Portland, è vietato
fischiare sott'acqua. Nello Stato d'Utah, una persona può
possedere una bomba nucleare ma è vietata farla esplodere, altrimenti, se si sopravvive, si può andare in contro
a dei gravi guai con la giustizia.
Nello stato di Washington,
non nella capitale con la Casa
Bianca, è illegale prendere un
pesce scagliandogli contro
una pietra.
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
Nel West Virginia, è illegale dormire in treno. Terminando, in tutta la grande federazione, è una violazione
imperdonabile svegliare un orso per fargli una foto, se
no, se si resta in vita, si possono avere guai con la giustizia.
Ma torniamo nel nostro Vecchio Continente. In Svizzera è vietato tirare l'acqua del gabinetto dopo le ore
22:00. In Germania, un cuscino può essere considerato
un'arma impropria. In Danimarca è illegale far pagare
il pranzo in una locanda, salvo che la persona che ha
Nello Stato amico degli statunitensi, il Canada, a To- banchettato affermi di essere sazia.
ronto è vietato salire sul tram di domenica se si sta Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: e in
mangiando dell'aglio. Sempre rimanendo in America, Italia? Nel nostro bellissimo Paese è semplicemente
ma stavolta spostandoci a Sud, in Paraguay è legale lecito tutto quello che non è vietato per legge. Le uniduellare a patto che i due contendenti siano registrati che norme che segnalo sono che è vietato il mestiere
del ciarlatano, un uomo che indossa una gonna è pascome donatori di sangue.
Passiamo all'Estremo Oriente nella regione dipenden- sibile d'arresto mentre colpire una persona con un
te della Cina di Hong Kong, dove una moglie tradita è pugno è sempre e comunque un crimine. Forse la leglegalmente autorizzata a uccidere il proprio marito ge italiana che più fa sorridere, in tutti i sensi, è quella
adultero, ma può farlo soltanto a mani nude, mentre della città di Milano, in cui si impone ai cittadini di sorl'amate può essere invece uccisa in qualsivoglia ma- ridere, appunto, tutte le volte o si rischia una multa
salata, eccezion fatta per i funerali e gli ospedali.
niera.
In conclusione le norme, anche se provocano ilarità o
sono ritenute ingiuste, vanno sempre e
comunque rispettate perché servono
per dare un equilibrio alla nostra vita e
alla nostra società, esse sono di fondamentale importanza per una convivenza civile.
Andrea Dossi III C
P AGIN A 2 3
Società e Cultura
Rasoio di Ockham
Spendiamo troppo? No, spendiamo male!
Per cominciare, cos’è la spesa pubblica?
La spesa pubblica è l’insieme delle somme di denaro impiegate dallo Stato e dagli altri enti pubblici per
fini di interesse pubblico, finanziate tramite imposte e tasse.
Ripensando (guarda caso!) all’incipit del “De bello Gallico”, “Gallia est omnis divisa in partes tres…”, si
potrebbe dire che anche la spesa pubblica vada tripartita:
1. la parte che c’è ed è bene che ci sia;
2. la parte che c’è e che sarebbe bene non ci fosse;
3. la parte che non c’è e che sarebbe bene ci fosse.
La prima parte è la spesa che funziona, ovvero quella che finanzia i servizi e le infrastrutture di buona qualità, con impiego produttivo di posti di lavoro.
La seconda parte è rappresentata dagli sprechi, ossia dall’impiego di denaro per beni e servizi di qualità
scadente o addirittura inesistenti, con la creazione di posti di lavoro parassitari e di costi inutilmente elevati. Non indago su quali essi siano perché non vorrei mai togliere il lavoro ai 630 deputati, 315 senatori,
oltre 1.100 consiglieri regionali, i circa 4.000 fra consiglieri e assessori provinciali e i più di 150.000 fra sindaci, assessori e consiglieri comunali.
La terza infine è rappresentata dall’insieme di beni e servizi che uno Stato moderno dovrebbe poter offrire per consentire un adeguato livello di assistenza e di sviluppo ai suoi cittadini, ma che rimangono, nella
migliore delle ipotesi, solo promesse (elettorali).
Purtroppo, anche se i fondatori della nostra Repubblica avevano disegnato un sistema politico a servizio
dei cittadini, col presupposto di impiegare i fondi pubblici per garantire i migliori servizi e le migliori infrastrutture, già negli anni ’70, Ugo la Malfa, al tempo ministro, ebbe a dire che l’Italia aveva già adottato
parte di quelle misure che in seguito l’avrebbero condannata. Tra queste vi era il forte potere dato alle
regioni, descritte come: “Moltiplicatrici di clientele e di spesa pubblica improduttiva”. Basta dare un rapido sguardo alle pagine di cronaca di questi giorni, per avere la conferma di ciò.
Inoltre la spesa pubblica, a differenza di quella privata, che trova limite nelle facoltà economiche personali e nella capacità di indebitarsi, ha potuto gonfiarsi a dismisura sfruttando l’aumento delle tasse e delle
imposte sui cittadini e facendosi, dagli stessi, finanziare. Ciò ha portato a considerare la nostra nazione un
cattivo debitore, al quale i soldi, se, prestati, lo sono a caro prezzo, con tassi d’interesse sempre maggiori
(l’ormai celeberrimo “Spread”).
Quindi per frenare la crisi, che rischia di trascinare l’Italia verso la stessa situazione della Grecia, è necessario ridurre drasticamente questi sprechi. Però, non saremmo comunque in una situazione abbastanza
prospera per accontentarci di non decrescere. Ciò impone di far ripartire l’economia, introducendo nella
spesa pubblica anche la sua parte mancante.
P AGIN A 2 4
Rasoio di Ockham
Società e Cultura
Certo è che, per tagliare la spesa e crearne di nuova, bisogna conoscere. Per questo esistono delle commissioni tecniche sulla spesa pubblica. Non dobbiamo stupirci quindi se, un governo come quello precedente al decreto salva-Italia che, come primi tagli alla spesa, ha sciolto quell’apposita commissione, ha
proceduto con “tagli lineari” e inefficaci, come quello all’istruzione, che hanno fatto la fine delle grida
manzoniane.
Facendo un breve riepilogo, la nostra spesa pubblica è per lo più costituita da sprechi.
Tuttavia tagliare questi e conservare quella poca che ha sino a qui dimostrato di funzionare non è abbastanza. Infatti, essa sola, se aumentata e quindi investita per ottimizzare servizi e infrastrutture e per crearne di nuovi, implicherebbe lo sviluppo di nuovi posti di lavoro, fornendo ai cittadini un salario, riportandoli a spendere e facendo così ripartire l’economia.
Ora come ora, con le elezioni per la Presidenza del Consiglio alle porte, bisogna assicurarsi che
l’intervento per la ripresa del ciclo economico sia affidato ai più esperti nel campo.
Se si vuole che la nostra nazione resista, essa deve avere alla propria guida le migliori menti, menti che
solo una nazione che mette ai primi posti l’istruzione può auspicare di coltivare.
Giacomo Marcolin III D
P AGIN A 2 5
Rasoio di Ockham
Rubriche
De André e...
De André e la guerra
(Questo sarà il primo, per così dire, episodio di una nuova rubrica: “De
André e...”. Inizialmente avevo intenzione di scrivere su di lui solo un articolo... Ma mi sono presto reso conto che, sia come cantante che come
argomento, sia decisamente immenso. Di conseguenza, ho pensato di
dividerlo in più pezzi. Spero che il pubblico apprezzi.)
“Dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio
una croce”
[La guerra di Piero]
Sono pochi i cantanti, e ancor meno i cantautori, che non hanno speso
qualche parola riferendosi alla guerra, e persino De André ha dedicato al
tema alcune delle sue canzoni. Si parla di composizioni più o meno note,
dalla leggendaria Guerra di Piero, che viene spesso proposta anche nelle
scuole, a Sidùn, canzone in dialetto
genovese. In fondo, poteva non farlo? Non solo in quanto cantautore
impegnato nel sociale, ma anche in quanto nipote di un soldato che partecipò alla campagna di Albania, che visse quegli orrori e li raccontò a lui,
ancora da bambino. Quegli stessi orrori di cui
avrebbe scritto, molti anni dopo, una volta adulto, descrivendoli in maniera quasi suggestiva, per quanto seria e realistica. Egli parla infatti di
una guerra che non fa guadagnare niente (se non una medaglia) e che
anzi fa solo perdere, vuoi la vita [La guerra di Piero], vuoi il proprio amore [La ballata dell'eroe e Andrea], vuoi un
proprio figlio [Sidùn], vuoi persino una parte della propria
umanità. Questo è il principale collegamento, infatti, fra
le varie canzoni, che per il resto non condividono né la
ritmica né l'argomento, e risultano peraltro più o
meno truci. Al massimo, condividono la poesia, che
un grande poeta come De André ha immesso in ciascuna
delle sue creazioni. Inutile dire che, però, la guerra di
poetico non abbia nulla.
Gianluca Pasi II D
P AGIN A 2 6
Rasoio di Ockham
Rubriche
Molto più che un libro...
ANNA KARENINA
Un libro emozionante, un balletto da sogno, tra poco anche un film…
Certi libri è proprio vero che sono destinati a diventare dei capolavori, dei veri miracoli dell’intelletto umano e posso affermare, cari lettori, che “Anna Karenina” ne è un esempio!
Scritto da Lev N. Tolstoj tra il 1873 e 1877,iniziò ad essere pubblicato a puntate sul «Russkij vestnik» (Il Messagero
russo)nel 1875, ma la critica lo considerava come «un romanzo frivolo dell'alta società» e fu pubblicato nel 1877.
Narra,in efetti, le vicende di personaggi appartenenti all’aristocrazia, ma definirlo un romanzo frivolo è la cosa più
sbagliata. Tolstoj crea di ogni singolo personaggio un ritratto a parole di estrema delicatezza e completo in ogni sua
parte, dall’aspetto fisico a quello psicologico, fino a farti sentire parte delle vicende e provare compassione, felicità
o anche rabbia e delusione per ciò che accade. Ad essere sincera per quanto io possa provare a spiegarvi anche solo
la fisionomia dei personaggi, le mie parole non basterebbero.
Lo stesso Tolstoj cambiò più volte il carattere dei suoi personaggi, a partire dalla sua «amata e bellissima Anna» che
all’inizio era totalmente diversa da come descritta.
«Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. », così inizia questo
capolavoro e già da questa frase possiamo capire che non è certamente un libro pieno di frivolezze; vengono trattati alcuni dei temi molto amati dai russi: il valore della famiglia, l’importanza dei figli, della fedeltà e del matrimonio
in contrasto con l’adulterio e la falsità.
Anna Karenina è sposata con Aleksei Aleksandrovič Karenin, un ufficiale governativo, ed ha un figlio che ama profondamente di nome Serjoza, ma un giorno dopo essere andata a trovare la cognata Dolly che è stata tradita dal
marito (fratello di Anna), incontra in treno il conte Vronskij. Nasce tra i due un amore che inizialmente viene tenuto
nascosto, ma dopo poco i sentimenti di Anna non possono essere più nascosti al marito, il quale è disposto anche a
perdonarla purchè non si faccia scandalo nella società e, ovviamente, anche per il bene del figlio, Anna non può
resistere e scappa con Vronskij. Dopo un periodo di passione però, questo amore diventerà per Anna una malattia
tanto da farla diventare gelosa di ogni cosa senza motivo. «Il mio amore diventa sempre più appassionato ed egocentrico e il suo continua a spegnersi, a spegnersi, ed ecco perchè ci dividiamo», queste sono le parole di Anna Karenina che la porteranno fino al limite più estremo, fino a compiere un gesto estremo.
In contrapposizione a questo adulterio, troviamo l’altro grande amore, basato sulla fedeltà,
tra Kitty (sorella di Dolly) e Levin, un giovane aristocratico; ci viene raccontata anche la difficile e tragica storia del fratello di Levin e molto altro… Non voglio però raccontarvi il libro
intero,anche perché non sarebbe possibile, ma vorrei invogliarvi a leggere questo capolavoro. Non spaventatevi se, quando lo cercate in libreria, vedete che non è un libro di 200
pagine (ma qualcuna in più), perchè appena iniziate a leggerlo, non vi renderete conto di
come passa il tempo e come sarà piacevole ogni singola pagina.
Per farvi capire quanto appassionante è questo libro, vi dirò anche che è stato messo in
scena come balletto, dalla compagnia di danza Eifmann Ballet Theatre di San Pietroburgo, nel quale il coreografo (Boris Eifman) trasforma quest’incredibile storia di amore e
passione in uno dei più strabilianti balletti di tutti i tempi, cercando di interpretare la
difficile figura della protagonista che definisce con queste parole: «Per me Anna è un camaleonte, perché ha in sé due esseri. E’ emblema del desiderio inappagato di essere
compresi, sia nella vita che nella morte.»
Ma la magnificenza di quest’opera non diventata solo un balletto, tra poco raggiungerà
anche i nostri grandi schermi! Il film (che è già uscito in America) è diretto dal regista
Joe Wright e vede come protagonista la bravissima Keira Knightley insieme ad un ricco cast di protagonisti.
Riuscirà l’attrice ad incarnare la complessa figura di Anna Karenina?
A me non resta che augurarvi buona lettura e… buona visione!!
Cristina Vendramin IV D
P AGIN A 2 7
Rasoio di Ockham
Rubriche
L’altra riflessione
ESSERE UMANO, ECCO IL TUO COMPITO…
1. RICEVERAI UN CORPO
Ti piaccia o meno, resterà tuo per tutto il tempo quaggiù
2. IMPARERAI DELLE LEZIONI
Sei assunto a tempo pieno in una scuola informale che si chiama Vita. Ogni giorno in questa
scuola avrai l’opportunità di imparare delle lezioni. Queste potranno piacerti o meno o potrai
pensare che siano stupide o irrilevanti
3. NON CI SONO ERRORI, SOLO LEZIONI
La crescita è un processo di tentativi, errori e sperimentazione. Gli esperimenti “falliti” fanno parte del processo come quelli che alla fine “funzionano”
4. LA LEZIONE VIENE RIPETUTA FINCHE’ NON L’HAI IMPARATA
Ti verrà presentata una lezione in varie forme, fintanto che non l’avrai imparata.
Allora potrai passare alla successiva
5. L’APPRENDIMENTO DELLE LEZIONI NON FINISCE
Non c’è parte della vita che non contenga la sue lezioni.
Se sei vivo, ci sono lezioni da imparare
6. “LÀ” NON E’ MEGLIO DI “QUI”
Quanto il tuo “là” è diventato un “qui”, otterrai semplicemente un altro “là”, che di nuovo, sembrerà meglio di “qui”
7. GLI ALTRI SONO SEMPLICEMENTE IL TUO SPECCHIO
Non puoi amare o odiare qualcosa di un altro, se questo non riflette
qualcosa che tu ami o odi di te stesso.
8. COSA FAI DELLA TUA VITA DIPENDE DA TE
Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno.
Cosa ne farai dipende da te. La scelta è tua.
9. LE RISPOSTE SONO DENTRO DI TE
Le risposte alle questioni della vita sono dentro di te. Tutto cio’ che devi fare è
Guardare, Ascoltare, Fidarti
10. SIA CHE TU PENSI CHE PUOI O NON PUOI,
IN ENTRAMBI I CASI AVRAI RAGIONE
PENSACI
Anonimo
P AGIN A 2 8
Rasoio di Ockham
Rubriche
Ridiamo per non piangere
Sì, ridiamo per non piangere davvero: perché ciò che qui riportiamo e,
speriamo, andrete a leggere non è nostra invenzione (magari lo fosse!),
ma è stato detto da cittadini, non cittadini qualsiasi, ma da coloro che
noi dovremmo chiamare Onorevoli, coloro che ci governano.
CRONACA NAZIONALE:

“Non bisogna essere particolarmente preparati per fare politica”
(Nicole Minetti, consigliere regionale, regione Lombardia)
<<Ok, siamo ancora in tempo per cambiare il titolo in
“Piangiamo”?>>

“Una svolta o tutti a casa”
(Renata Polverini, ex-presidente della Regione Lazio)
<<Ma la svolta è tutti a casa!>>

“Il parlamento deve essere la rappresentazione mediana del popolo che rappresenta. Perché dovrebbe essere migliore?”
(Piero Longo, Senatore)
<<Visto che ci siete allora rappresentatene anche gli stipendi!>>

“L'apparato è un cancro, il Pdl va azzerato. Chi ha un incarico si
dimetta, chi sostiene Monti se ne vada, chi è al Parlamento sparisca” (Daniela Santanchè, ex-Sottosegretario di
Stato alla Presidenza del Consiglio)
<<Quindi, sapendo che Lei ha un seggio nella Camera dei deputati dal 2001, dobbiamo dedurre che ha impie
gato 11 anni per capire di essere inutile?>>

“Non bisogna mai essere troppo "choosy" (schizzinosi), meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro
e non aspettare il posto ideale” (Elsa Fornero, Ministro del Welfare)
<<Choosy?? What about no choice?!>>
ESTERI:

“Non mi interessano i poveri, votano Obama” (Mitt Romney, candidato repubblicano alle Elezioni presidenziali
statunitensi)
<<Dobbiamo considerarlo un tentativo di harakiri in campagna elettorale?>>
SARÀ MICA EREDITARIO?

“Oggi niente di nuovo” (Luigi XVI)
(Annotazione nel suo diario: 14 luglio 1789. Il giorno della Presa della Bastiglia, inizio della Rivoluzione Fran
cese.)
<<Dai, lui, in fin dei conti, lo possiamo perdonare, stava perdendo la testa.>>

"Ho intenzione di aprire il paese alla democrazia. E chiunque si opponga lo metterò in galera, lo schiaccerò" (Il
presidente del Brasile Joao Figuereido, 1979)
<<In risposta a questo e anche a tutti gli altri citiamo Charles de Gaulle: “Sono arrivato alla conclusione che la
politica è una cosa troppo seria per lasciarla ai politici.” >>
Forse i nostri commenti sembreranno di parte. È sbagliato, lo sono e lo vogliono essere!
Perciò, se leggendo, vi venisse voglia di controbattere oppure di concordare, non tenetevelo per voi!
[email protected]
è la mail del Giornalino e ogni tipo di parere e riguardo è sempre benaccetto.
Tuttavia ci auguriamo che la nostra rubrica vi abbia, almeno in parte, rallegrato, ma speriamo anche che abbiate compreso abbastanza bene la nostra situazione attuale da auspicare che nel prossimo numero del “Rasoio” questa rubrica non riappaia.
Giacomo Marcolin & Carlo Facchin III D
P AGIN A 2 9
Rubriche
Rasoio di Ockham
L’appetito vien...cucinando
BISCOTTI AL CIOCCOLATO E CARAMELLO
INGREDIENTI PER CIRCA 12 PORZIONI:175gr di
farina, 125gr di burro a pezzetti, 50gr di zucchero
di canna setacciato. PER LA COPERTURA:50gr di
burro, 50gr di zucchero grezzo, 400gr di latte condensato, 150gr di cioccolato al latte.
N.B.:Questa ricetta non è semplicissima e richiede
un po' di tempo per essere realizzata, quindi assicuratevi, come prima, di aver comprato, insieme
agli ingredienti, anche circa 4 etti di pazienza.
Tranquilli, alla fine ci penseranno i biscotti stessi a
ripagare le vostre fatiche...
PREPARAZIONE: Per prima cosa ungete una teglia quadrata di circa 20 cm(ma può andar bene anche se non è
esattamente di questa misura) con del burro o dell'olio. Passate poi al setaccio la farina in una ciotola ed unitevi il burro, lavorando l'impasto con le mani, fino a quando non otterrete un composto sbriciolato. Incorporatevi
lo zucchero e mescolate per ottenere un impasto sodo. Disponetelo nella teglia precedentemente preparata e
“punzecchiatelo” con una forchetta.
Mettete in forno a 190° per 20'. Una volta cotto lasciate raffreddare nella teglia. Per la copertura, mettete in
burro, lo zucchero ed il latte condensato in un pentolino antiaderente e fate cuocere il tutto a fuoco lento,
sempre continuando a mescolare, fino a quando la miscela bollirà. Abbassate poi la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 4-5 minuti finché il composto non sarà ben caramellato. Versatelo e spalmatelo poi sopra la
base di biscotto prima preparata e lasciate solidificare. Fate poi sciogliere il cioccolato a bagnomaria(basta far
bollire un pentolino d'acqua ed immergerci una ciotola con il cioccolato dentro in modo che quest'ultimo si
sciolga senza venire a contatto con l'acqua); quindi spalmatelo sulla copertura al caramello e lasciatelo raffreddare. Infine tagliate in piccoli quadratini e avrete ottenuto i vostri biscotti...perciò; qualsiasi ora sia, potrete finalmente fare merenda!!
SEGRETO DEL CUOCO: L'importante è che lo strato di caramello sia completamente asciutto quando vi versate
sopra il cioccolato:altrimenti potrebbero mescolarsi e i biscotti non sarebbero buoni allo stesso modo!
Arianna Zanatta I A
P AGIN A 3 0
Rasoio di Ockham
Rubriche
Mondo
…e chi se ne frega!
Ciao a tutti! Eccomi qui anche quest’anno con il “Chi se ne frega”! Spendo due parole per i nuovi arrivati spiegando di cosa
tratta questa rubrica: qui vengono presentate notizie importanti ma totalmente ignorate dai media, poi si mostra il contrasto con le notizie di gossip, che vengono invece ampiamente divulgate.
Lo scopo è principalmente quello di incuriosirvi, di stimolarvi alla ricerca della vera informazione e far sì che ognuno di noi
adotti un atteggiamento critico verso la realtà che ci viene presentata.
Non rubo altro tempo alla vostra ricerca della verità e concludo con questa frase di Orwell: “La vera libertà di stampa è dire
alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire”.
Giulia Zilio V B
CIÒ CHE SI DICE
CIÒ CHE SI TACE
Belen incinta, si vede già il pancino!
Ormai ne parlavano tutti i giornali e alla fine lo ha ammesso: è
incinta e al terzo mese di gravidanza. Belen Rodriguez avrà il
bambino che ha sempre sognato con Stefano De Martino, la
sua metà.
Campi di concentramento negli U.S.A.: anche oggi, come nella
Seconda Guerra Mondiale
A seguito dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, Franklin Delano Roosevelt autorizzò nel febbraio 1942 l'internamento in
campi di concentramento dedicati agli individui di origine giapponese presenti nel suolo americano. Lo scopo dell’operazione
era di prevenire che qualche spia potesse svelare il piano di
contrattacco che gli U.S.A. stavano organizzando al nemico. Ma
sembra che la moda non sia passata, infatti negli Stati Uniti
sono stati costruiti più di 800 campi di concentramento tutti
operativi e pronti a ricevere i detenuti. Il Programma REX 84
venne promulgato ipotizzando un esodo massiccio di persone
al confine tra USA e Messico, questi stranieri illegali verrebbero
isolati ed inviati ai centri di detenzione FEMA. REX 84 prevede
che le basi militari, in caso di bisogno, possano essere convertite in prigioni. Tutto ebbe origine circa 30 anni fa e doveva servire ad affrontare stati d’emergenza provocati da catastrofi naturali o guerre. Perché queste disposizioni entrino in vigore serve
solo un decreto presidenziale e l'elenco dei nomi firmato dal
Procuratore Generale degli Stati Uniti.
Raffaella Fico prova in gran segreto un abito da sposa in un
atelier di Napoli!
Si sono appena riappacificati e ora aspettano che il loro bebè
venga alla luce nel 2012. Raffaella Fico, però, corre. E fa le prove di nozze, sognando il sì con Mario Balotelli. La bella napoletana è andata in gran segreto all'atelier Vanitas a Napoli a provare gli abiti da sposa. Raffaella, nonostante il pancione ormai
evidente, è apparsa bellissima con il corpetto ricamato e la
scollatura che le metteva in risalto il decolté.
FONTI: lalternativaisaia.blogspot.it,
www.comedonchisciotte.org
I treni nucleari
In un silenzio mediatico assordante un treno carico di scorie
radioattive che passa su una normale linea ferroviaria per il
centro di Torino e in tutti i paesi della Val di Susa. Il primo di
una serie di treni che passarono in quel territorio circa un anno
e mezzo fa e che facevano avanti e indietro tra Italia e Francia. I
combustibili contenuti emettono degli irraggiamenti molto
penetranti (irraggiamenti gamma e neutroni), che sono parzialmente fermati dalle corazze dei container di trasporto. Queste
radiazioni si propagano a parecchie decine di metri dal vagone
ed espongono a radiazioni ionizzanti le persone che si trovano
in prossimità. I cittadini della Val di Susa che volevano far sentire il loro dissenso pacifico sono venuti duramente attaccati
dalle forze dell’ordine.
FONTE: www.censurati.it
P AGIN A 3 1
Rasoio di Ockham
Rubriche
Avete visto…?
La Sposa Cadavere
Grande successo per un film in stop-motion (un movimento un fotogramma), girato con una tecnica prodigiosa che ha richiesto un paziente e meticoloso lavoro
di tre anni, senza cinepresa mobile, ma con macchine
fotografiche digitali fisse, che riprendevano quasi 500
pupazzi, e lo sviluppo di sistemi adatti a un miglior
posizionamento per le riprese; è dunque il primo film
in stop-motion girato in digitale.
Ispirato a una fiaba popolare ebraica russa, questo
film è un piccolo capolavoro, che rappresenta in un
universo macabro ma anche poetico: il mondo dei vivi
è monocromatico e popolato da mostri avidi e sciatti,
mentre il mondo dei morti è popolato da scheletri
musicisti e allegri cadaveri che ritengono che quelli di
sopra “muoiano dalla voglia di venire quaggiù”.
L’unione di questi due mondi ci regalerà diversi effetti
sorprendenti e una serie di indimenticabili trovate, dal
verme che abita la cavità orbitale della Sposa Cadavere al cane-scheletro, con tanti omaggi a Walt Disney e
anche citazioni tra cui quella della celebre battuta di
Via col vento: “Francamente cara me ne infischio”.
Regia: Tim Burton, Mike Johnson
Da tutto ciò nasce un film dotato di poesia, ma anche
di un perfetto equilibrio tra comicità, tenerezza e humor , che lo rende assolutamente indimenticabile e
imperdibile (soprattutto a fine ottobre!).
Doppiatori originali: Johnny Depp, Helena Bonham
Carter, Emily Watson
Elisa Bernardi III A Classico
Victor Van Dort, proveniente da una famiglia benestante, è costretto a sposare Victoria, figlia di nobili
decaduti. Nonostante questo i due si innamorano
l’uno dell’altra a prima vista, ma mentre in un cimitero Victor sta ripassando la formula da recitare al matrimonio, Emily, una sposa cadavere, per equivoco lo
scambia per il suo sposo, e così lui viene trascinato
nell’allegro mondo dei morti. Nel frattempo l’ex promesso sposo e assassino di Emily, Barkis Bittern, chiede e ottiene la mano di Victoria, che speranzosa attende ancora Victor. Inizialmente la Sposa Cadavere
impedisce il ritorno di Victor dall’amata, ma poi, in un
tempestivo incontro tra vivi e morti, si sacrificherà per
amore.
P AGIN A 3 2
Rasoio di Ockham
Rubriche
Avete visto…?
La Leggenda del Pianista sull'Oceano
Nazione: Italia
Anno: 1998
Genere: Drammatico
Durata: 170'
Regia: Giuseppe Tornatore
Cast: Tim Roth, Pruitt Taylor Vince, Clarence Williams III,
Bill Nunn
Produzione: Laura Fattori
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 28 Ottobre 1998
Il film è tratto da un monologo di Alessandro Baricco,”Novecento”, che narra le vicende di un ragazzo, Danny
Boodman T.D. Lemon Novecento,nato in un piroscafo ospedaliero il primo mese del primo anno del ventesimo secolo,da qui il nome Novecento. Il piroscafo si chiama Virginian
e a trovare Novecento ancora in fasce è uno dei carbonai
della nave,Danny Boodman. Novecento già da bambino
dimostra grandissimi doti nel suonare il piano. Il film continua nel raccontare le vicende a bordo del Virginian dell'oltre 20enne Novecento che, diventato il pianista della banda
del piroscafo, non sa nulla del mondo al di fuori della nave,
lo teme e quindi ha paura di scendere.
Il film è definito drammatico non solo per la vicenda del
protagonista ma anche per il fatto che il Virginian è una di quelle navi che portano gli immigrati attraverso l'oceano affinché si creino una nuova vita nel “Nuovo mondo”:un paese che produce principalmente materie prime e ha grandi fabbriche che a quei tempi sono una novità.
Il film è raccontato dall'ex trombettista del Virginian ed amico di Novecento, Max Tooney, che narra, in un ampio flash-back, le avventure di Novecento a un vecchio negoziante, al quale sta vendendo la sua tromba per
poche e misere sterline.
“La leggenda del pianista sull'oceano” è un film da vedere perché emoziona ma, nella sua drammaticità, sa anche far sorridere.
Alex Girotto I A Scienze Applicate
P AGIN A 3 3
Rasoio di Ockham
Rubriche
Curiosità
☼☾ La Rubrica di Joe L'Eretico ☾☼
La numerologia nella Divina Commedia
Come abbiamo modo di osservare, la “Commedia” Dantesca, oltre ad offrirci uno straordinario scenario letterario e drammaticamente reale dello stile e della vita medioevale, mostra ripetuti e importanti riferimenti ai
numeri che rispondono a una duplice funzione: strutturale e simbolica.
La funzione strutturale del numero emerge principalmente per dividere il poema: notiamo infatti 100 canti
distribuiti in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso) di 33 canti ciascuna più il canto d'introduzione. Ogni
regno dell'aldilà è formato da un numero determinato di cerchi, gironi, cornici e cieli. Questi numeri non erano
casuali: essi infatti rispondevano a una trama simbolica che risultava ben visibile al lettore medievale.
La funzione simbolica ha invece il ruolo fondamentale di dare un significato che va oltre il testo, oltre l'aritmetica. I numeri che più si ripetono sono l'1 (rappresenta l'origine di tutte le cose, la perfezione, l'assoluto e la
divinità), il 3 (rimanda alla Trinità Cristiana), il 9 (numero sacro dagli antichi, rappresenta il cambiamento, l'invenzione e la crescita attraverso l'ispirazione e la perfezione massima poiché quadrato del numero tre), il7
(numero della perfezione umana). Settanta è il numero della vita perfetta (da cui la perifrasi dantesca che, nel
primo verso del poema, indica i trentacinque anni di età del poeta), della settimana (i sei giorni della creazione
più il dies dominicus), dei Sacramenti, ma anche, in negativo, dei vizi capitali (richiamati nelle sette cornici del
Purgatorio). E, anticamente, il sistema solare consisteva di sette pianeti e nel corpo umano si individuavano
sette plessi.
Il mistero dei 3 numeri di Dante
(Teoria del Prof. F. Fioretti)
Studiando scrupolosamente la numerologia della Divina Commedia, Fioretti si è reso conto di una strana coincidenza analizzabile nelle 3 diverse cantiche: infatti, riferendoci alla numerazione romana o a versi del poema,
è possibile osservare quanto segue:
Nei primi passi dell'Inferno Dante incontra (in ordine) Lonza, Leone, Lupa e annuncia l'arrivo del Veltro.
(iniziali)
L+L+L+V=50+50+50+5=155
Nel 33° canto (v.43) del Purgatorio Dante enuncia: “L'aquila non resterà sempre senza eredi: è prossimo il tempo nel quale un «cinquecento, dieci e cinque», inviato da Dio, ucciderà la meretrice e il suo amante”.
500+10+5=515
Nel 18° canto (v.78) del Paradiso gli spiriti formano tra loro le
lettere D, I, L. 500+1+50=551
Quindi... Semplice coincidenza o messaggio insoluto? La risposta non è ancora stata trovata...
A voi l'enigma!
…Alla prossima…
Joe l’Eretico
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Rasoio di Ockham
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Consigli di lettura
Il ragazzo dal cuore di ghiaccio
Larry Watson, Il ragazzo dal cuore di ghiaccio
Piacenza
Feltrinelli, 1996
A volte bastano poche parole perché il proprio
mondo vada in frantumi. Nessuno lo sa meglio
di David Hayden.
Nel 1948 aveva 12 anni e viveva in un piccolo
paese nel Montana, Mercer County, dove suo
padre era la legge, l’autorità massima da rispettare. Suo padre era lo sceriffo e per questo la
famiglia Hayden godeva di particolare rispetto,
anche per il fatto che Frank Hayden, lo zio di
David, era un eroe di guerra, oltre che un medico molto stimato. Tutti lo adoravano, era il modello cittadino ed il mito del dodicenne.
Il ragazzo credeva di avere tutte le fortune: un
idolo tra i membri della sua famiglia, dei genitori
amorevoli, una baby sitter fantastica ed un cavallo tutto suo. David credeva di sapere tutto sul
suo paese, di conoscere bene i suoi parenti, credeva che niente avrebbe mai potuto sconvolgere la sua vita. Ma si sbagliava.
Un giorno la sua adorata baby sitter indiana,
Marie Piccolo Soldato, si ammalò e la signora
Hayden chiese a Frank di visitare la donna. Marie fu assalita dalla paura, pregò la mamma di
David di non sottoporla a tale tortura, la supplicò, ma vani furono i suoi tentativi di protesta; il
medico venne e, finita la visita, Marie confessò
alla mamma di David il motivo di tanto terrore.
Lei non esitò a parlarne col marito : “Il motivo
… Wesley, il motivo per cui Marie non voleva
essere visitata da Frank è che lui … lui ha … è
che tuo fratello ha molestato alcuni giovani
indiane.” David in quel momento era dietro la
siepe, aveva sentito ogni parola. Tutto il mondo
sembrò crollargli addosso. Suo zio … suo zio
aveva davvero … ? Avrebbe voluto allontanarsi,
ma un’irrefrenabile curiosità lo spinse ad ascoltare il resto.
Perché me lo dici?
Perché?
Esatto. Perché? Perché sono il fratello di
Frank? Perché sono tuo marito? Perché sono il
datore di lavoro di Marie? O perché sono lo
sceriffo?
Quale parte di te non vuole sentirselo
dire?
Vorrei … vorrei che non lo avessi detto
allo sceriffo.
Ma lo sceriffo è la legge e la legge deve essere
uguale verso tutti. Anche verso i propri consanguinei.
Le indagini iniziarono e la vita della famiglia
Hayden cambiò: il padre dei due fratelli, il nonno di David, si schierò con Frank e rivoltò il paese contro lo sceriffo. Marie morì improvvisamente … Le indagini continuarono e si conclusero con l’arresto di Frank.
Tutto sembrava risolto.
Tutto, INVECE, doveva ancora succedere.
“Il ragazzo dal cuore di ghiaccio” è uno splendido romanzo, breve e tagliente. E’ l’esempio
perfetto per dimostrare quanto sia difficile
compiere le scelte giuste. E’ il difficile viaggio
attraverso verità che è doloroso svelare, è la
tragica storia di una famiglia divisa dalla giustizia. È la dimostrazione del fatto che quando si è
investiti di un’importante responsabilità, si deve adempiere ai propri dovevi. Anche a quelli
più dolorosi.
Chiara Fedato III A
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Rasoio di Ockham
Rubriche
Oroscopo
ARIES (21/03-20/04)
fatidica frase “voglia di studiare saltami addosso”…le cicatrici potrebbero essere permanenti.
Basta essere latin lover! Nonostante
l’insistenza della vostra amatissimissima
“prof” di lettere che lo ritiene uno studio
senza eguali, è una lingua morta: potreste
essere accusati di necrofilia.
LEO(23/07-23/08)
Leoni, mi dispiace darvi una così tragica
notizia, ma SIETE IN VIA DI ESTINZIONE!!
Ormai i pochi esemplari rimasti si scorgono
solo nel “Levi” sub sahariano, mentre cacTAURUS (21/04-20/05)
A voi studenti del greco, sappiate che que- ciano giovani studenti imprudenti o vengosta “lingua” vi sarà di enorme utilità qualo- no amorevolmente sfamati dalla signora
ra scegliate di diventare medici. È noto in- Anna. Perfino un gatto ha più potere di
voi… autostima sotto zero.
fatti, che nel mezzo di un’operazione a
cuore aperto, recitare i versi di Omero sia
una valida alternativa all’anestetico. Questo mese preparatevi a rigeneranti pisolini
sui nostri comodi banchi J
VIRGO (24/08-22/09)
GEMINI (21/05-21/06)
Questo è il vostro periodo fortunato, anche i numeri sono dalla vostra parte, tranne 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 0, e le loro diverse combinazioni.
Gemelli…e l’anima gemella?! Forever alone datevi da fare, la vita è una sola, e i
corridoi del “Levi” sono popolati da diverse
specie di Homines sexy e di virgines
LIBRA(23/09-22/10)
gnocchae…che aspettano solo voi ;)
La vostra “materia” preferita è senza ombra di dubbio la ricreazione, che trascorrete in adorazione delle merendine nelle
macchinette sbavando come orsi bruni.
CANCER(22/06-22/07)
Ma tra salamini Beretta e patatine, occhio
cancroooooooo!! Dov’è finita la voglia di
alla linea… in una parola, sfonderete.
studiare?! Attenti però a pronunciare la
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Rasoio di Ockham
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Oroscopo
SCORPIUS (23/10-22/11)
Non c’è nulla da fare: siete viscidi, ripugnanti e pure velenosi. Non vi si può guardare, come il voto dell’ ultima verifica di latino. Pensate che in Asia vi considerano talmente obbrobriosi, che per non guardarvi
oltre vi friggono e vi mangiano… consolatevi, però, “ogni scarafone è bell’ a mamma
sua” J
AQUARIUS(21/01-19/02)
Cari acquario, la vostra fortuna non ha limiti: le medie di ginnastica e religione si innalzeranno paurosamente, troverete sempre
resti e merendine abbandonati nelle macchinette e soprattutto lui/lei cadrà ai vostri
piedi. Ora svegliatevi però: sono le sette e
mezza e siete in ritardo per la verifica di recupero di geometria.
SAGITTARIUS(23/11-21/12)
Siete il segno più dolce e coccoloso che ci
sia <3 vedete un gattino e dite: “carooooo!”,
un cagnolino e dite: “cuccioloooo!”, una vespa gigante e dite: “scricciolaaaa!”. Chissà
perché non fate così anche con la prof di italiano…
PISCES(20/02-20/03)
Avete presente gli occhi da merluzzo al forno? Sono spenti, opachi, immobili, ben
poco espressivi… ecco, domani mattina alle
sette guardatevi allo specchio e capirete
perché siete di questo segno.
Teresa Barbarisi II A
CAPRICORNUS(22/12-20/01)
Cari capri e cari corni, avete la testa alquanto dura. La sbatterete,
ripetutamente e
violentemente contro il muro della scuola,
presi dalla disperazione quando la prof. di
inglese vi dirà per l’ennesima volta che avete la pronuncia da pescivendolo del mercato. Voi ne rimarrete illesi ma crollerà mezzo
liceo “Levi”.
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Rasoio di Ockham
Rubriche
Teacher seeker
Teacher seeker
NOME E COGNOME: Alessandro Zorzi
Fuoco'... 'questa città è troppo piccola per tutti e due!"
SITUAZIONE PIÙ DIVERTENTE: Zorzi e la lavagna multimediale - in
RESIDENZA: il paese con il campanile (secondo lui) più bello del aula disegno
mondo...MERLENGO!
Zorzi sta cercando di disegnare, ma il suo apprezzamento nei
PROFESSIONE: architetto, professore di disegno e storia dell'arte, confronti della lavagna varia a seconda dei momenti.
e (ultimo ma non meno importante) anche se lui non lo sa, ruba- ZORZI: «Carina ‘sta cosa: ne voglio una a casa»
cuori: la lista delle studentesse cadute ai suoi piedi è infinita!
A: «La vedo male, la lavagna!»
ZORZI: «La vedi male… Ah ah ah! (Ride di gusto)»
COME SI PRESENTA: uomo di mezza età, non molto alto, ma dal Dopo un po’ di tempo e di tentativi non andati a buon fine…
fisico asciutto. Capelli sale e pepe, occhi verde/marrone vispi, ZORZI: «Mannaggia, chi ha inventato ‘sta lavagna?! (Poi) Adesso
bocca sottile, barba di tre giorni sempre perfettamente curata
la amo, che sema ‘sta lavagna! (Poi) Se disegno qua e te disegni
là, adesso la odio. Se io disegno qua il disegno deve essere qua…
TIPICO ABBIGLIAMENTO: il prof. sembra non sentire i cambia- disegna sotto di 8 millimetri… è un po’ sopra la righe, anzi sotto
menti climatici, infatti dal 15 settembre al 9 giugno è sempre le righe!»
vestito in giacca e cravatta. Può variare il colore dei completi Dopo aver cambiato tipo di penna, ma continuando a non riusci(sempre grigio-marroncino-blu- gessato a volte anche un più re a fare il disegno…
informale spezzato), può variare il colore della camicia, il colore ZORZI: «Aaaaaah!!! Immaginate che l’abbia fatto (il disegno)»
della cravatta, del cinturino dell'orologio, di scarpe e cintura, ma Zorzi incomincia allora a battere con la mano sulla lavagna e,
la formula è sempre la stessa! e meno male: una volta è stato dopo aver pronunciato strani versi, riesce finalmente a terminaavvistato in dolcevita (senza cravatta!!!!!) e le conseguenze sono re il disegno…
ancora indicibili su queste pagine!
ZORZI: «Ah!... Eh!... Ih!... Adesso ci metto anche la mia firma,
quella che metto sui progetto!»
IL PROF AMA: Venezia (la infila in ogni spiegazione, anche se sta Dopo un po’
parlando di Stonehenge!), Canova, Tintoretto, Palladio e tutta la ZORZI: «Posso cancellare? (Rendendosi conto che in una lavagna
schiera degli artisti veneti (ma non solo loro), fare il solito grafico multimediale non c’è il cancellino) Cancellare per modo di dia onda alla lavagna riguardo i periodi di razionalità e irrazionalità re…»
della storia, Saverio Malara, l'autore del libro di disegno (DISSE, A questo punto, Zorzi si diverte
DOPO UN "MA SUL LIBRO È SBAGLIATO" DI UN'ALUNNA: a “spingere” la tastiera che ap"Impossibile, Saverio non sbaglia mai!")
pare sullo schermo avanti e indietro per la lavagna…
IL PROF ODIA: i ciclisti (DISSE, ALLA RISPOSTA SBAGLIATA DI UN ZORZI: «È in ritardo anche… Ha i
ALUNNO DI ROSA VESTITO: "è vestito come un ciclista e quindi riflessi un pochino… (Dopo esragiona anche come un ciclista!"), chi viene a scuola con i panta- sersi reso conto che stava canloni corti
cellando tutto) Avevo salvato,
vero?»
PARTICOLARITA': Sottolinea sempre la morte degli artisti (DISSE: Alla fine, ecco il giudizio finale
"In brevissimo: Canova nasce, va a Roma, lavora tanto e per tan- sulla lavagna.
ta gente, poi muore" "Bernini e Borromini avevano due visioni ZORZI: «È come il telefonino!
diverse: Bernini più ottimista, Borromini meno, tanto che morirà C’ha ottanta mila funzioni, e poi
suicida. Comunque morirà anche Bernini, eh!"), ama utilizzare il mi use solo i numeri e il telefoproiettore per le sue spiegazioni, ma... il prof.Dalla Riva è spesso no…»
più veloce di lui a prenotarlo (DISSE: "X. Vai a prenotare il proiettore... sperando che Dalla Riva non abbia già sguinzagliato i
L’Innominato
suoi!)
IPSE DIXIT: "Mi sono sporcato di gesso! Il famoso gessato..."
alunna: "Ho lasciato il disegno nell'armadio e adesso non
c'è più!" Prof: "Ma l'armadio c'è ancora!"
"Bernini e Borromini erano rivali, tipo in 'Mezzogiorno di
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Rubriche
I consigli di zia Anna
I consigli di zia Anna
Miei amatissimi nipotini,
dopo la lunga pausa estiva, rigenerata dalla fresca aria di montagna e abbronzata dal sole di Jesolo, sono ancora qui
a elargirvi consigli di galateo.
Nella fattispecie, oggi vi parlerò delle presentazioni: potrà sembrarvi strano, ma sì, anche in una cosa utile e frequente come il fare conoscenza ci sono delle regole da rispettare.
La prima regola è SORRIDERE. Sia quando venite presentati da qualcuno, sia (a maggior ragione) quando vi presentate direttamente.
E'una regola tanto semplice quanto importante: un sorriso gentile e simpatico dà l'impressione di una persona gentile e simpatica, e da una buona prima impressione può dipendere lo sviluppo di un'amicizia.
In secondo luogo, è bene, quando ci si stringe la mano, dare una bella stretta vigorosa,(senza per questo stritolare
le ossa all'altra persona) e dire il proprio nome con voce forte e chiara. Inoltre, se vi presentate a (o se presentate
tra loro) dei ragazzi di età vicina alla vostra, dite solo il vostro nome, altrimenti aggiungete anche il cognome.
Se presentate un bambino a una persona adulta, dite solo il nome del bambino, mentre non serve che presentiate
l'adulto al bambino.
Quando invece dovete presentare una persona a un gruppo, dovete distinguere se la persona è un uomo o una
donna: nel primo caso, dite il nome dell'uomo e poi, uno a uno, di tutti gli elementi del gruppo. Farete il contrario
se si tratta di una donna.
Un'altra regola importante è fare delle presentazioni ragionate. Mi spiego meglio: le persone devono essere presentate, o per dovere, o altrimenti solo se pensate che possano desiderare di conoscersi. Per esempio, non presentate dei festaioli a delle persone solitarie e iper-tranquille.
Inoltre, con "presentazioni ragionate" intendo anche presentazioni fatte nei luoghi giusti, con la tranquillità che l'
"operazione" richiede. Insomma, non fate le presentazioni in corriere affollate, o nel corridoio del cinema, a meno
che non sia proprio necessario: ad esempio, se uscite con due amici che ancora non si conoscono tra loro, non occorre che aspettiate di essere comodamente seduti in salotto per presentarli, ma potete farlo anche per strada,
dove, di norma, non è proprio carino fare le presentazioni. Le presentazioni per strada e/o tra persone che non necessariamente desiderano conoscersi è obbligatoria anche quando state passeggiando con qualcuno e fate un incontro imprevisto con una persona con cui prevedete di fermarvi piuttosto a lungo: per non escludere nessuno,
procedete con le strette di mano.
A proposito delle strette di mano: non si dovrebbe mai porgere la mano guantata, ma, quando togliersi il guanto
crea problemi (per esempio se abbiamo un ombrello, o altre situazioni del genere) ci si limita a scusarsi e ci si rassegna a questa piccola eccezione del galateo. Lo stesso vale per gli occhiali da sole: toglieteli sempre (se è possibile)
quando parlate con qualcuno poiché non è assolutamente carino non riuscire a vedere gli occhi del proprio interlocutore.
Ed ora, miei cari, vi saluto e vi auguro un felice anno scolastico: che sia pieno di nuove amicizie, conoscenze e... 10
in pagella!
Vi bacio sulla fronte,
la vostra Zia Anna
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Rubriche
Ipse dixit
BELLERO
(Dopo che per la terza volta viene interrotta da una mosca che le ronza attorno)
“Ancora qui è? Come mai viene solo da me e non da voi? Per caso l’avete pagata?”
MARZARI
Prof.ssa: “Cosa vuol dire “topos””?
A: “Luogo!”
Prof.ssa: “Ah, ecco! Beh, io latino l’ho fatto solo due anni!”
B: “Sì, ma prof: questo è greco!”
POGGI
Prof.: “Allora, conoscete tutti l’episodio narrato in questa versione: i Galli arrivano a Roma e la trovano difesa da chi?”
A: “Dalle oche”
Prof.: “I Galli contro le oche, uno scontro fratricida!”
PATUZZO
Prof.ssa (dato che la classe è distratta): “Stamattina avete lo “sbisigoso”?”
A: “Eeeh?!”
Prof.ssa: “Com’è che dite voi, quando uno non sta mai fermo?”
A: “El morbìn!”
Prof.ssa: “Ecco, stamattina avete il “morbìn” elevato allo “sbisigoso”!”
CIMOLATO
“...è reato che va nella pedina fenale!”
ZORZI
(Sentendo una collaboratrice scolastica che dal corridoio urlava: “Marianna, dove sei?”)
“Sono riuscite a perdersi! Sono in due in un corridoio e sono riuscite a perdersi!”
BONESSO
(In laboratorio, nella reazione tra zinco e acido cloridrico, la professoressa, notando che un pezzetto di zinco non reagisce,
lo sommerge di acido cloridrico parlandogli)
“Dai, cincio, reagisci! Dai, cincio!”
RIZZOTTO
(Parlando del pittore inglese William Turner)
“Beh, famose sono le sue vedute su Venezia, soprattutto quella sul Caval Grande (anziché “Canal Grande”)!”
PUCCINELLI
(Spiegando alla classe il programma di quarta)
“Poi faremo il saggio breve, nel senso che è una persona molto intelligente, ma di bassa statura!”
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SEVERIN
(Una collaboratrice scolastica, dopo aver bussato, apre la porta della classe e, non vedendo la professoressa che era dietro la porta perché stava scrivendo all’angolo della lavagna, guarda gli alunni con aria incredula, stupita e preoccupata.
Dopo alcuni secondi di silenzio di tomba, la professoressa decide che è arrivato il momento di uscire allo scoperto, e si fa
vedere dalla collaboratrice, provocando in lei una vistosa reazione di paura)
A: “Eh, sì, lo fa con tutti!”
Prof.ssa: “Sono magra per qualcosa!”
(Dopo che la professoressa sorprende la classe dicendo che, se un alunno è già stato interrogato, può comunque essere
interrogato una seconda volta, anche se non tutti sono già stati interrogati)
A: “Ma io che ho già due interrogazioni?!”
Prof.ssa (che ha appena fissato il compito): “Eh?! Vuoi stare a casa al compito? Se esce ancora il tuo numero, vieni fuori
per la terza volta: che problemi ci sono?! Dovresti ringraziarmi ché ti do l’opportunità di migliorare le tue schifezze, le tue
performance-schifezze!”
FLORA
(Dopo aver fatto una divagazione sulla psicologia)
“Per carità, io della psicologia capisco sempre zero… soprattutto di mia moglie!”
(Durante un compito scritto in classe)
Prof.:”Lasciate uno spazio per il voto… Fate un riquadro e scrivete “Giudizio””
A: “Giudizio finale!”
Prof.: “Giudizio finale… Poi scrivete anche “Condannato a…”!”
“Quando il ghiaccio è allo stato solido… Scusate, è ovvio che è allo stato solido! Non mettetela sul Giornalino, grazie!”
ERENO
Prof.ssa: “Noi dobbiamo dirci peccatori? Perché quella volta Adamo ed Eva peccarono, in modo… ORIGINALE!”
(La professoressa scoppia a ridere e si avvicina all’alunno che le scrive gli “ipse dixit”, dicendo)
Prof.ssa: “Questa era bella!”
A: “Scrivila!”
Prof.ssa: “No, questa no! Sennò mi ritrovo Cimolato che mi viene a chiedere spiegazioni!”
A (al termine della lezione di filosofia, visibilmente turbato da alcuni dubbi): “Può togliermi dei dubbi? Sennò vado a casa
e faccio domande ai miei!”
Prof.ssa (ancor prima di sentire quali erano i dubbi, risponde così, da brava insegnante di filosofia): “Ti rispondo subito! Io
no tolgo dubbi, io ve ne faccio avere altri!”
(Tutti ridono)
Prof.ssa: “Bea questa! Segna! Sul Giornalino!”
(Spiegando il problema della creazione in Sant’Agostino)
“Io, che sappia, vivo nel mondo sensibile. Ho contatti con altri esseri, che sono animali, vegetali e persone. Che cosa posso percepire io della creazione? La mia storia: l’unica cosa di cui posso rendermi conto è il tempo che passa… e fra un po’
me veniarà anche l’artrosi!”
Le rubriche
CANNONIERI
(Spiegando Kant)
“Noi vediamo questo e diciamo: “È un banco!”; e abbiamo pure la pretesa di dire la verità. Ma provate a pensare a un
tarlo: per lui questo non è un banco, ma un BANCHETTO! Ho il copyright di questa!”
P AGIN A 4 1
Rasoio di Ockham
Rubriche
Classifiche
Top 10 triennio
Ragazzi
1. Massimo Andrighetti 5H non ci deludi mai:)
2. Alberto Garbujo 4D occhi che incantano!
3. Mattia Cecchel 3B passato alla top del triennio:)
4. Lorenzo Garbujo 5B un super fisico, pronto x combattere;)
5. Francesco Cecchetto 4B facci un sorriso:D
6. Federico Bonan 5C che faccino dolce, unico difetto: braccia ciccie cit. 'gita a Roma':)
7. Alessandro Lazzeri 5H new entry:)
8. Gabriele De Faveri 5A Tec. uno stile che si fa notare!!:)
9. Francesco Merlo 3A Cl. sex symbol del classico:)
10. Luca Alberton anche se appena uscito, non poteva mancare:)
Ragazze
1.Unknown (nessuna è ancora abbastanza)
2. Isabella Amistani (bella come dice il nome)
3. Yasmin Karam (Amazzone agguerrita)
4. Federica Merlo (la Vichinga cinefila :D)
5. Margherita Panziera (talento inespresso)
6. Tesser Giorgia (è Giorgia Tesser)
7. Laura Zavarise 4C (wild girl)
8. Lucrezia Tiberio (la Penelope del Classico)
9. Anna Favaro (sorriso eccezionale)
10. Giorgia Bonetto 3A (magnetica)
Top 5 biennio
Ragazzi
1. Enrico Filippetto 2C (a grande richiesta :) )
2. Giovanni Zavarise 1B (CBCR ♥)
3. Matteo Bordin 2A Scienze Applicate (vieni a fare
atletica!)
4. Francesco Dal Zotto 1C (ti adoriamo!)
5. Pietro Bonotto 2E (tanta bellezza rinchiusa a Guarda Alta..)
Ragazze
1. Francesca Faggionato e Vanessa Ganeo 2B (non
possono mancare :) )
2. Giulia Tonello 2C (amiamo le tue lentiggini ♥)
3. Angelica Borsato 1A Classico (la bellezza nella
semplicità)
4. Anna Cavasin 1B (carina e coccolosa!)
5. Eleonora De Lorenzi 2A Classico (bella e sorridente :) )
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Rasoio di Ockham
Rubriche
Enigmistica dEl “lEvi”
Frase 7 9
Sudoku
Scacco matto in una mossa
P AGIN A 4 3
Rasoio di Ockham
La redazione del Giornalino
·
Direttori: Ermes Pozzobon IV D, Cristina Vendramin IV D, Giacomo Marcolin III D,
……………….Alessandra Gonnella IV A Classico
·
Responsabile Sezione Liceo Classico: Barbara Polin IV A Classico
·
Responsabile sede di Guarda Alta: Monica Teresa Bordignon I E
·
Caporedattrici centrali: Chiara Fedato III A & Greta Bressan III D
·
Settore Tecnico: Maddalena Vescovo IV A, Giacomo Marcolin III D, Ermes Pozzobon IV D
·
Settore Grafico: Miriam De Martin V B, Irene Olivotto V A, Margherita Savaris II A, Arianna Zanatta I A, Gianluca Pasi II D, Monica Gallina IV B, Lucia Pastro III B Classico, Alberto Daminato III D, Giacomo Marcolin III D
·
Redattori:
Area 1: Michele Spagnolo V B, Andrea Ottolino IV B, Denny Roncolato V A Tecnologico, Marta Poloni V D, Greta Bressan III D, Angelica Tonello III D, Sara Fornasiero I A Classico
Area 2: Elia Cavarzan IV A, Andrea Giunto IV A
Area 3: Cristina Vendramin IV D, Ermes Pozzobon IV D, Carlotta Nardello V A, Marta Dalla Riva V A
Area 4: Ermes Pozzobon IV D, Barbara Polin IV A Classico, Tiziano Visentin IV D, Alessandra Gonnella IV A Classico, Anna Chiara Bordin I D, Chiara Vettorazzo I A, Maurizio Fasan V E, Giampaolo
Marcolin IV E, Andrea Dossi III C, Giacomo Marcolin III D
Area 7: Anonimo, Giacomo Marcolin III D, Carlo Facchin III D, Arianna Zanatta I A, Giulia Zilio V B,
Elisa Bernardi III A Classico, Alez Girotto I A Scienze Applicate, Joe L’Eretico, Chiara Fedato III A, Teresa Barbarisi II A, L’Innominato, Anna De Stefani V D
E-Mail: [email protected]