Un particolare caso di cheilite traumatica

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Un particolare caso di cheilite traumatica
CASO CLINICO
C
heilite è un termine generico utilizzato per indicare una infiammazione del bordo vermiglio delle labbra,
la zona di giunzione tra la cute e la mucosa orale; questa zona è caratterizzata da
una intensa colorazione rossa dovuta all’estesa rete di capillari presente nelle papille dermiche comprese fra le digitazioni
epiteliali. (1)
Le cheiliti, oltre a costituire un problema
estetico, possono anche influire negativamente sulle normali attività quotidiane
come alimentarsi, parlare o sorridere.
Il termine può essere associato ad aggettivi che ne indicano l’eziopatogenesi
(Cheilite attinica, Cheilite da contatto,
Cheilite autoindotta), oppure ne descrivono i caratteri macroscopici o topografici
(Cheilite esfoliativa, Cheilite angolare)
oppure ancora le caratteristiche istopatologiche (Cheilite granulomatosa, Cheilite
plasmacellualre, Cheilite ghiandolare). (2)
Le lesioni possono essere rappresentate
da semplici “pellicine” che si sollevano
dalla superficie labiale, altre volte da fissurazioni o ulcerazioni lungo il bordo e
agli angoli delle labbra; queste possono
accompagnarsi a manifestazioni emorragiche con formazioni di croste; in questi casi
è frequente il dolore e le limitazioni funzionali risultano importanti. (3)
Altre volte le lesioni sono rappresentate da
zone di atrofia dell’epitelio, altre ancora da
tumefazione “in toto” del labbro come nelle
Cheiliti ghiandolare o granulomatosa. (4)
Fra le cause ricordiamo l’esposizione ad
agenti irritanti (prodotti chimici, raggi UV,
freddo), la disidratazione (stati febbrili,
diarree profuse), sensibilizzazione a prodotti cosmetici (5), traumi o infezioni batteriche; ma può anche costituire la prima
manifestazione di malattie sistemiche
come per esempio il Lupus Eritematosus
Sistemicus, o di dermatosi tipo Lichen
Ruber Planus.
Un particolare
caso di cheilite
traumatica
Guido Lorenzini*, Massimo Viviano*, Luca Di Vece*,
Egidio Bertelli*, Valeria Malagnino**, Elena Cosci**
* Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Università degli Studi di Siena,
Direttore Prof. Egidio Bertelli
** Dipartimento di Patologia Umana e Oncologia, Direttore Prof. Piero Luzi
Q PREMESSE: la cheilite è un processo infiammatorio delle labbra che si
manifesta con alterazioni del vermiglio labiale secondarie all'esposizione
ad agenti irritanti (prodotti chimici, raggi UV, freddo), disidratazione, sensibilizzazione a prodotti cosmetici, traumi o infezioni batteriche (tipica la
cheilite angolare da Candida); ma può anche costituire la prima manifestazione di malattie sistemiche come il Lupus Eritematosus Sistemicus,
o di dermatosi tipo Lichen Ruber Planus.
Q LA RICERCA: in questo lavoro presentiamo un particolare caso di
cheilite consistente in una ragade del vermiglio labiale presente in loco
da quasi due anni. L'escissione chirurgica della lesione aveva portato
inizialmente a una guarigione del sito ma, a breve distanza di tempo, è
stata riscontrata la sua recidiva. La diagnosi istologica descriveva un
quadro particolare con ricco infiltrato plasmacellulare, molto simile a
quello della “Balanite di Zoon”, testimoniando semplicemente un processo infiammatorio cronico, che non ci era di alcun aiuto. Una rivalutazione
della paziente ha evidenziato che era solita mordicchiarsi il labbro inferiore stirandolo contro gli incisivi superiori, inducendo il sospetto di una
possibile origine traumatica del problema. Abbiamo quindi fatto costruire
una mascherina protettiva in materiale termoplastico da portare sui denti
dell'arcata superiore al fine di evitare il continuo trauma.
Q I RISULTATI: a distanza di pochissimo tempo è stato possibile riscontrare una buona guarigione del sito in questione che, a distanza di un
anno, non presenta alcun segno di recidiva.
Anno II - n°2 - maggio 2008
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DentalClinics
PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE
Caso clinico
La paziente, T.L. di anni 45, si è presentata
presso il Dipartimento di Scienze
Odontostomatologiche del Policlinico
Santa Maria “Le Scotte” di Siena lamentandosi per la presenza sul labbro inferiore di
una lesione, comparsa in quella sede da
circa due anni, costituita da una piccola
ulcerazione (fig. 1) non molto dolente,
senza alcuna tendenza alla guarigione
nonostante l’uso di vari preparati lenitivi,
antinfiammatori ed antibatterici.
All’esame obiettivo la lesione si presentava
come una fessura perpendicolare alla linea
del vermiglio, che non superava la linea
muco-cutanea, con bordi sopraelevati e
fondo di colore rosso con aspetto granuleggiante.
PUNTO CHIAVE
T.L., età 45 anni
ha una lesione
sul labbro inferiore
da circa due anni
che non tende
a guarire.
Figura 1
La lesione a carico del labbro inferiore.
Figura 2
Sutura.
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Anno II - n°2 - maggio 2008
La raccolta dell’anamnesi non ha rivelato
patologie pregresse né, tanto meno, in
atto; la paziente ha anche dichiarato di non
assumere alcun farmaco, in particolare la
paziente non riferiva l’assunzione di farmaci quali vitamina A, litio, isoniazide, fenotiazine, la cui assunzione può essere causa
di screpolature labiali.(6)
Considerando che la lesione era presente
da molto tempo abbiamo, ovviamente,
escluso fattori quale disidratazione legata
a febbre alta o diarrea; non abbiamo neppure riscontrato un esposizione cronica a
particolari situazioni climatiche (freddo
intenso o eccessiva aridità dell’aria), e neppure il rischio di prolungata esposizione ai
raggi solari.
Infine la paziente non riferiva, né mostrava
l’abitudine a leccarsi o succhiare le labbra.
Abbiamo così deciso di praticare una biopsia escissionale al fine di valutare la natura istologica della lesione.
È stata effettuata una preanestesia topica
con prilocaina e lidocaina in crema nel fornice buccale inferiore e, successivamente,
un’anestesia plessica con articaina
1:100.000.
L’escissione è stata praticata con un bisturi
Bard - Parker n°15, la sutura in seta 4.0 (fig.
2). Il prelievo bioptico è stato immerso in
formalina tamponata al 10 per cento, e
inviato all’Istituto di Anatomia Patologica
dove è stato incluso in paraffina, sezionato
(4 µm di spessore) e colorato con Ematossilina-Eosina.
A distanza di sette giorni sono stati rimossi
i punti di sutura, con buona guarigione
della ferita e al secondo controllo, dopo
circa venti giorni, la mucosa mostrava di
aver raggiunto la completa guarigione (fig.
3). Dopo circa due mesi, la paziente si è
presentata di nuovo a controllo poiché
aveva notato un peggioramento della zona
precedentemente operata, e infatti al
nuovo esame obiettivo si è osservata nuovamente l’interruzione della continuità
CASO CLINICO
della mucosa labiale (fig. 4).
A un’attenta rivalutazione è stato notato
che la paziente era solita, inconsciamente,
stringere la zona interessata tra gli incisivi,
stirando e traumatizzando la sede (fig. 5).
Figura 3
Guarigione a distanza di tre settimane.
Alla luce di questa osservazione abbiamo
pensato di cercare ridurre il traumatismo;
non essendo proponibile una “plastica “
del bordo incisale dei denti interessati, il
cui risultato sarebbe stato comunque
imprevedibile procurando però una lesione
permanente dei denti, abbiamo deciso di far
realizzare una mascherina protettiva in
materiale termoplastico, al fine di eliminare l’azione traumatica diretta degli incisivi
superiori contro il labbro inferiore (fig. 6).
Abbiamo così consegnato l’apparecchio
alla paziente, consigliandole di portarlo il
più possibile, e al primo controllo, a
distanza di un mese, abbiamo già riscontrato la completa guarigione della lesione.
A oggi, dopo controlli bimestrali, a distanza di un anno non abbiamo assistito alla
ricomparsa della lesione (fig. 7).
Figura 4
Ricomparsa della lesione a distanza di 2 mesi.
Figura 5
Abitudine viziata.
Figura 6
Mascherina posizionata sull'arcata superiore.
Figura 7
Guarigione a distanza di 1 anno.
PUNTO CHIAVE
Una mascherina
protettiva in
materiale
termoplastico ha
evitato la ricomparsa
del problema a
distanza di un anno.
Anno II - n°2 - maggio 2008
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DentalClinics
PERIODICO DI ODONTOIATRIA GENERALE
Conclusioni
PUNTO CHIAVE
In conclusione,
un traumatismo
continuo può
provocare lesioni
ai tessuti molli.
Rimuovere la causa
significa ripristinare
integralmente
la situazione.
Il caso sopradescritto ha evidenziato come
un traumatismo continuo possa provocare
lesioni a carico dei tessuti molli e come la
rimozione della causa, una volta individuata, possa determinare la restitutio ad
integrum, confermando ancora una volta
l’importanza della diagnosi nell’effettuazione di qualsiasi terapia.
La biopsia era comunque giustificata dal
fatto che l’ulcerazione risultava presente
da molto tempo.
Dal punto di vista isto-patologico è risultato di particolare rilevanza il cospicuo infiltrato infiammatorio nella lamina propria,
costituito prevalentemente da plasmacellule mature con un incremento della vascolarizzazione. Il quadro riscontrato è, in
buona parte, risultato sovrapponibile alla
Figura 8
La lamina propria è occupata da un cospicuo infiltrato
infiammatorio, costituito prevalentemente da plasmacellule mature con un incremento della vascolarizzazione
(vasi ectasici). Ematossilina Eosina. Ingrandimento
originale x 200.
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Anno II - n°2 - maggio 2008
Balanite di Zoon, patologia cronica della
mucosa genitale maschile caratterizzata da
un denso infiammatorio ricco di plasmacellule, descritto già da altri autori in altre
mucose dell’organismo (vulva, mucosa
Figura 10
Dettaglio dell'infiltrato plasmacellulare subepiteliale.
Ematossilina Eosina. Ingrandimento originale x 400.
Figura 9
Si evidenziano inoltre, edema, ipercheratosi e lieve ispessimento dell'epitelio. Ematossilina Eosina. Ingrandimento
originale x 100.
CASO CLINICO
orale e congiuntiva) (7).
All’osservazione al M.O. ben evidenti risultano l’edema e l’ispessimento epiteliale, la
dilatazione dei capillari e l’infiltrazione plasmacellulare (fig. VIII, IX e X).
La diagnosi differenziale tende a escludere
possibili reazioni allergiche, infiammazioni
croniche, malattie sistemiche (8-9).
Inoltre la persistenza della lesione trattata
per lungo tempo con terapie usuali (pomate antifungine, antinfiammatori locali),
deve escludere con certezza la possibile
natura maligna della lesione (10).
3 Scully C, Flint SR, Porter SR, Moos KF Oral and
maxillofacial disease (3rd edition) Taylor &
Francis Andover (UK) 2004, 349-350.
Bibliografia
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4 Ficarra G. Manuale di patologia e medicina orale
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6 Freedberg KA, Irwin M Fitzpatrick’s Dermatology
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7 Retamar AR, Kien MC,Chouela EN Zoon’s
balanitis: presentation of 15 patients, five treated
with a carbon dioxide laser International Journal
of Dermatology 2003, 42: 305–307
9 Rosai J Ackerman’s Surgical Pathology Mosby
(9th ed) 2004, I vol, 250-254
10 Huber MA. A review of premalignant oral
conditions. Tex Dent J. 2006 Jun; 123(6): 502509
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