Corso di formazione per addetti antincendio

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Corso di formazione per addetti antincendio
Maialetti_Corso formazione:copertina RSPP V ed.qxp
Ruggero Maialetti, Francesco Marra
09/02/2012
15.59
Pagina 1
SICUREZZA
Corso di formazione per ADDETTI ANTINCENDIO
Corso di formazione
per addetti antincendio
Secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.
in applicazione del D.M. 10/03/1998
Ecco un testo completo che offre al lettore tutte le informazioni e gli strumenti necessari per realizzare un
corso di formazione per addetti antincendio, perfettamente rispondente ai programmi ministeriali, con approfondimenti crescenti in funzione del livello di rischio
incendio presente nel luogo di lavoro. È noto che la legislazione sulla sicurezza nel lavoro, da sempre ha considerato in modo prioritario la prevenzione incendi, essendo questo evento tra i più temibili per l’incolumità
delle persone e per la preservazione dei beni materiali e
dell’ambiente. Inoltre il D.Lgs. 81/08 ribadisce, per la formazione degli addetti antincendio, gli specifici obblighi
della tradizione legislativa precedente, rimandando ai
dettagliati programmi stabiliti dal DM 10/03/1998. Il materiale fornito nel libro è realizzato in modo da essere
facilmente adattabile alle specifiche esigenze aziendali
ed aggiornabile in funzione delle mutate condizioni e
normative di riferimento. L’utente potrà adeguare ogni
prodotto alle esigenze del pubblico che avrà di fronte.
Al testo è allegato un CD che contiene le diapositive in
“Power Point”, oltre ai questionari di valutazione ed ai
modelli degli attestati di formazione.
EURO 35,00
9 788863 103793
ISBN 978-88-6310-379-3
Francesco Marra: Ingegnere meccanico, lavora come
professionista presso la Consulenza Tecnica Accertamento
Rischi e Prevenzione della Direzione Generale dell’INAIL,
dove si occupa di accertamento rischi a fini assicurativi.
Autore di studi e pubblicazioni, docente in corsi di prevenzione incendi per la formazione dei Responsabili del
Servizio di Prevenzione e Sicurezza (RSPP). È stato uno degli estensori del D.Lgs. 81/08.
Supporti per la formazione
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titoli
Ruggero Maialetti
Francesco Marra
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del libro
gli autori
Corso di formazione
per addetti antincendio
Secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.
in applicazione del D.M. 10/03/1998
CONTIENE CD-ROM
Ruggero Maialetti: Ingegnere elettrotecnico, lavora
come professionista presso la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione della Direzione Generale
dell’INAIL dove si occupa di sicurezza elettrica. Autore di
studi e pubblicazioni, docente in corsi di formazione, ha
svolto l’incarico di RSPP per diverse Sedi dell’Istituto. E’
stato uno degli estensori del D.Lgs. 81/08.
SICUREZZA
Nel CD rom allegato:
- 645 diapositive in PowerPoint
personalizzabili e suddivise
nei tre moduli rischio elevato,
medio e basso
- note e istruzioni per il docente
- test di apprendimento
e attestati di partecipazione
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Ruggero Maialetti
Francesco Marra
Supporti per la formazione
CORSO DI FORMAZIONE
PER ADDETTI
ANTINCENDIO
Secondo il D.Lgs. 81/2008 e s.m.
in applicazione del D.M. 10 marzo 1998
Nel CD-Rom allegato
- 645 diapositive in PowerPoint personalizzabili e suddivise
nei tre moduli rischio elevato, medio e basso
- note e istruzioni per il docente
- test di apprendimento e attestati di partecipazioni
CORSO DI FORMAZIONE in salute e sicurezza sul lavoro secondo il D.Lgs. 81/2008
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INDICE GENERALE
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE ...................................................................................................... 5
1.1 SCOPO E DESTINATARI ........................................................................ 5
1.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA ................................................................. 8
1.3 MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE LEZIONI ........................... 9
ELENCO
DIAPOSITIVE COMMENTATE
RISCHIO ELEVATO ............................................................................................. 11
Questionario di valutazione
per il Rischio elevato ................................................................................... 331
ELENCO
DIAPOSITIVE COMMENTATE
RISCHIO MEDIO ................................................................................................... 353
Questionario di valutazione
per il Rischio Medio ...................................................................................... 483
ELENCO
DIAPOSITIVE COMMENTATE
RISCHIO BASSO .................................................................................................. 501
Questionario di valutazione
per il Rischio basso .......................................................................................... 607
CORSO DI FORMAZIONE per addetti antincendio
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CAPITOLO 2
ATTESTATI ............................................................................................................... 617
CAPITOLO 3
USO E PERSONALIZZAZIONE
DELLE DIAPOSITIVE ...................................................................................... 619
3.1
Uso e personalizzazione delle diapositive ............................................... 619
BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................... 621
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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
1.1 SCOPO E DESTINATARI
Per definire chiaramente lo scopo ed i destinatari di queste dispense è necessario fare
una breve disamina dei relativi riferimenti legislativi.
Tra i vari obblighi attribuiti ai datori di lavoro e ai dirigenti dall’art. 18 del D.Lgs. 81/
08 (1) (di seguito chiamato Testo Unico), al comma 1, lettera b), c’è quello di
designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione
incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e
immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza.
Si parla quindi di:
● attuazione delle misure di prevenzione incendi;
● lotta antincendio;
● evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato;
● salvataggio;
● primo soccorso;
● gestione dell’emergenza.
La stessa definizione viene ripresa dal Testo Unico, al comma 9 dell’art. 37, dove si
afferma che
i lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione
dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso
e, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico;…
1.
D.Lgs. Governo n. 81 del 09/04/2008: Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
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L’art. 46 del Testo Unico, relativo alla prevenzione incendi, al comma 3, lettera
b), cita poi uno
specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio
le cui caratteristiche, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione, dovrebbero esser definiti tramite decreto adottato dai Ministri dell’interno, del lavoro e della previdenza sociale, in relazione ai fattori di rischio presenti nel luogo di lavoro.
Infine, al comma 4 dello stesso articolo, si dispone che:
fino all'adozione dei decreti di cui al comma 3, continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministro dell'interno in data 10 marzo 1998.
Il citato D.M. 10 marzo 1998 (2), all’art. 6, relativo alla designazione degli addetti al
servizio antincendio, al comma 1 stabilisce che
all'esito della valutazione dei rischi d'incendio e sulla base del piano di emergenza, qualora previsto, il datore di lavoro designa uno o più lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, ai sensi dell'art. 4, comma 5,
lettera a), del decreto legislativo n. 626/1994, o se stesso nei casi previsti dall'art. 10 del decreto
suddetto.
Si ricorda che il decreto legislativo n. 626/1994 è stato abrogato dal Testo Unico, che però,
come visto sopra, ha mantenuto in vigore il D.M. 10 marzo 1998. Tuttavia, in quest’ultimo,
si parla esplicitamente di:
●
attuazione delle misure di prevenzione incendi;
●
lotta antincendio;
●
gestione delle emergenze;
ma non di
●
evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato;
●
salvataggio;
●
primo soccorso.
All’art. 7, poi, il D.M. 10 marzo 1998 prevede che
I datori di lavoro assicurano la formazione dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi, lotta
antincendio e gestione dell’emergenza secondo quanto previsto nell’allegato IX
2.
6
D.M. 10/03/1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza
nei luoghi di lavoro.
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e l’allegato IX, al punto 9.1, risulta ancora più specifico, dove afferma che
i contenuti minimi dei corsi di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio
e gestione delle emergenze in caso di incendio, devono essere correlati alla tipologia delle attività
ed al livello di rischio di incendio delle stesse, nonché agli specifici compiti affidati ai lavoratori.
Il riferimento è infatti a:
● prevenzione incendi;
● lotta antincendio;
● gestione delle emergenze in caso di incendio;
e non a qualunque emergenza.
E infine, al punto 9.5, quando si definiscono i contenuti dei corsi di formazione in relazione al livello di rischio incendio, questi vengono indicati come CORSI PER ADDETTI ANTINCENDIO.
Alla luce di quanto finora esposto, è finalmente possibile individuare univocamente i
destinatari del presente testo e cioè i docenti che devono formare i soggetti di cui
all’art. 6 del D.M. 10 marzo 1998. Tali soggetti solamente per gli aspetti relativi agli
incendi corrispondono ai soggetti di cui all’art. 18, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 81/
08, sempre ad eccezione dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di primo
soccorso (3).
Per semplicità, nella trattazione che segue si farà riferimento agli addetti antincendio, indicando con tale definizione il personale incaricato di attuazione delle misure di prevenzione
incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio (comprendendo con
tale definizione anche l’evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di incendio). Dall’analisi dei
programmi ministeriali, si vedrà infatti che non esistono figure che hanno il compito di attuare solamente le misure di prevenzione, o quelle di lotta antincendio, o di gestione delle
emergenze ed evacuazione in caso di incendio, ma esiste una figura unica, quella dell’addetto antincendio, che viene formata per poter attuare tutte le misure previste dai programmi stessi. L’eventuale formazione ed addestramento completi di squadre con specifici
compiti di lotta antincendio in particolari ambiti lavorativi possono richiedere ulteriori integrazioni od approfondimenti, non previsti da questi corsi.
In merito ai docenti dei corsi di formazione cui è destinato il testo, si precisa che il D.M.
10 marzo 1998 non ne specifica le competenze né i requisiti.
Tuttavia, è bene ricordare che la frequenza ai corsi, da sola, non è sufficiente per l’incarico
di addetto antincendio nei luoghi di lavoro ove si svolgono le specifiche attività riportate
3.
I requisiti del personale addetto al primo soccorso e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell’attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio, sono
definiti nel D.M. 15 luglio 2003, n. 388.
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nell’allegato X del decreto: per questo è richiesto il conseguimento dell’attestato di idoneità tecnica di cui all’art. 3 della legge 28 novembre 1996, n. 609 (4).
Tale attestato è rilasciato dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco, previo superamento
di prova tecnica, ai lavoratori designati che hanno partecipato ai corsi di formazione svolti
dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco o da enti pubblici o privati.
Lo scopo di quest’opera è quello di mettere a disposizione dei docenti, uno strumento di
formazione completo, pronto all’uso e corredato di una serie di nozioni aggiuntive utili ad
approfondire, se ritenuto necessario, la trattazione dei vari argomenti.
1.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA
Il prodotto è costituito da un libro con allegato CD.
Nel testo sono illustrate le diapositive dei tre corsi di formazione per addetti antincendio, distinti in base al livello di rischio e conformi ai tre differenti programmi ministeriali, aventi le seguenti durate:
● rischio incendio elevato:
16 ore
● rischio incendio medio:
8 ore
● rischio incendio basso:
4 ore
Le diapositive sono realizzate in Microsoft Power Point® e, per ogni corso, sono suddivise
in diverse sezioni.
Tenendo conto del fatto che i programmi ministeriali fanno riferimento a contenuti minimi, ciascun corso contiene almeno tutti gli argomenti previsti dai programmi ma, per comodità di
trattazione e esigenze di completezza, gli stessi argomenti sono talvolta riordinati in maniera
leggermente differente, comprendendo ulteriori premesse o approfondimenti.
Nelle dispense relative ai corsi per livelli di rischio incendio maggiori si possono trovare richiami anche a situazioni tipiche di livelli più bassi. Infatti, l’addetto formato per
rischi più elevati può trovarsi a svolgere il suo incarico anche in luoghi di lavoro con
rischio minore, mentre in generale non è ammesso il contrario.
Nella trattazione degli argomenti non vengono prese in considerazione le cosiddette
aziende a rischio di incidente rilevante (ex D.P.R. 175/1988, D.Lgs. 334/99 e s.m.i) che
richiedono specifici approfondimenti.
Inoltre, anche se in molti casi associato agli incendi, non si tratterà nel dettaglio il fenomeno delle esplosioni (caso particolare della combustione), che afferiscono ad altra disciplina ed esulano da questo corso.
4.
8
Legge n. 609 del 28/11/1996: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge
1 ottobre 1996, n. 512, recante disposizioni urgenti concernenti l'incremento e il ripianamento di organico dei ruoli del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e misure di razionalizzazione per l'impiego del personale nei servizi d'istituto.
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È opportuno evidenziare che, per ogni livello, il corso completo deve prevedere anche le esercitazioni pratiche e, in particolare per i livelli di rischio medio ed elevato,
lo svolgimento diretto di prove di spegnimento da parte dei discenti (nel caso di rischio basso, la prova pratica può essere sostituita dalla visione di sussidi audiovisivi).
Il testo conterrà quindi diapositive di illustrazione dei principali mezzi e modalità di
estinzione dei fuochi e delle attrezzature di protezione individuale, come richiesto dal
decreto. Tuttavia perché il corso possa essere considerato svolto completamente, in
conformità ai programmi ministeriali, è necessario che, almeno per i livelli di rischio
medio ed elevato, i discenti effettuino le prove pratiche di utilizzo dei mezzi di estinzione e di uso dei dispositivi di protezione individuale (rischio elevato).
Ogni sezione in cui sono suddivise le diapositive, in funzione degli argomenti, comprende:
● una serie di diapositive per lo svolgimento;
● una diapositiva con il riepilogo degli argomenti trattati.
Al termine delle diapositive sono riportati questionari di valutazione a risposta multipla su
ciascuno degli argomenti trattati, un modello di attestato da rilasciare a fine corso da parte
dei docenti, le istruzioni per l’uso e la personalizzazione delle diapositive, la bibliografia.
Il CD allegato comprende:
● i file delle diapositive in formato Power Point® (ppt);
● i file dei questionari in formato pdf e rtf;
● i file degli attestati in formato rtf;
● una serie di testi suggeriti per gli approfondimenti.
A conclusione della descrizione dell'opera, per una migliore conoscenza della stessa ed un
suo impiego ottimale, si evidenzia che, mentre nella versione informatica in Power Point®
sul CD le diapositive sono riportate in maniera completa per tutti i livelli di rischio, già
pronte per essere proiettate, nella versione cartacea che costituisce il volume di testo, le
diapositive sono riportate estesamente (con dimensioni reali e note leggibili) solo per il
livello di rischio elevato. Per i livelli di rischio medio e basso, delle diapositive aventi contenuto e note identici a quelle del rischio elevato si è deciso di inserire solamente una rappresentazione in dimensioni ridotte, con un richiamo alla relativa diapositiva del rischio
elevato. Ciò per ottimizzare l'impaginazione ed evitare, ove possibile, una inutile ripetizione di pagine contenenti le stesse informazioni.
1.3 MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE LEZIONI
Per lo svolgimento degli incontri è necessario disporre di:
- computer;
- proiettore;
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- lavagna (a fogli o gesso);
- dispensa con stampa delle diapositive da distribuire ai discenti;
- questionari da distribuire al termine delle lezioni.
Nell’illustrare gli argomenti delle diapositive, il docente potrà basarsi sulle nozioni tecniche e sugli approfondimenti contenuti in nota alle stesse.
Le diapositive sprovviste di nota sono autoesplicative.
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CAPITOLO 2
ELENCO
DIAPOSITIVE COMMENTATE
RISCHIO ELEVATO
CORSO DI FORMAZIONE sul primo soccorso
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DIAPOSITIVA
Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido giro di interviste per la conoscenza dell’aula.
Il relatore dovrebbe entrare in aula con un’idea precisa del tipo di attività svolta dalle aziende di provenienza dei discenti (in relazione al rischio di incendio) e sul loro
livello di conoscenza degli argomenti oggetto del suo intervento; ad ogni modo, il
momento iniziale delle presentazioni è fondamentale per tracciare una mappa
dell’aula e saggiare il livello generale con qualche domanda o approfondendo un
caso o una notizia da adottare come esempio.
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DIAPOSITIVA
Con il programma sono presentati gli argomenti che saranno trattati durante il corso.
L’introduzione illustrerà gli obblighi normativi a cui tale corso è legato.
RISCHIO ELEVATO
L’incendio e la prevenzione incendi descriverà, da una parte, i principi fisici dell’incendio e le conseguenze del suo sviluppo, dall’altra, le misure atte a prevenirne l’insorgenza.
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DIAPOSITIVA
Nella Protezione antincendio saranno illustrati tutti i dispositivi utili a combattere l’incendio ed a limitare i danni conseguenti al suo sviluppo.
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DIAPOSITIVA
Nella sezione legata alle Procedure da adottare in caso di incendio, dopo alcuni cenni
sul piano di emergenza e sui comportamenti generali da assumere in presenza di un
incendio, saranno illustrate le procedure connesse al contrasto diretto dell’incendio, alla segnalazione, all’evacuazione delle persone ed alle relazioni con i soccorritori.
RISCHIO ELEVATO
Infine, ad ausilio delle Esercitazioni pratiche, vengono riportati alcuni approfondimenti sulle caratteristiche dei mezzi di estinzione, sui dispositivi di protezione individuale (DPI) e sul loro uso.
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Alla fine di ogni sezione saranno richiamati gli argomenti già trattati a scopo riepilogativo.
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In questa sezione vengono trattate le basi teoriche propedeutiche alla sicurezza antincendio: come avvengono gli incendi, quali sono le cause, quali gli effetti, come funzionano le sostanze estinguenti, quali sono le misure che ne prevengono lo sviluppo.
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Slide di presentazione delle prime definizioni.
La combustione è una reazione chimica di ossido-riduzione tra due sostanze, denominate combustibile e comburente, con sviluppo di calore e, generalmente, di luce,
accompagnata dall’emissione di fumo e gas, come prodotti residui.
Il combustibile è la sostanza che, nella reazione, si “ossida” cedendo gli elettroni alla
sostanza ossidante e fornendo energia sotto forma di luce e calore.
Il comburente è la sostanza che si “riduce”, acquistando gli elettroni dal combustibile.
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Sono presentate altre definizioni base che evidenziano una distinzione tra termini
ordinariamente utilizzati come sinonimi (fiamma e fuoco).
L’emissione di calore, luce e prodotti residui è una conseguenza della reazione chimica di “combustione”.
La fiamma ed il fuoco sono i fenomeni conseguenti e visibili della reazione e dipendono dalle condizioni di sviluppo della stessa.
L’incendio non è altro che la conseguente diffusione incontrollata, nello spazio e nel
tempo, del fuoco.
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Il triangolo del fuoco è la rappresentazione simbolica delle condizioni che si devono
realizzare affinché possa verificarsi una combustione.
La presenza di un combustibile e di un comburente non è sufficiente, da sola, a determinarne lo sviluppo.
Serve un innesco che fornisca la cosiddetta energia di attivazione: quest’energia,
sotto forma di calore, costituisce il terzo lato del triangolo della combustione e può
avere origine varia.
Essendo una reazione esotermica, una volta innescata, la combustione genera calore; questo può esser sufficiente a sostenere la reazione anche in assenza di apporto
di energia dall’esterno.
Dalla rappresentazione mediante triangolo del fuoco si possono trarre i principi generali della prevenzione e dell’estinzione degli incendi: la necessità di rompere il
triangolo eliminando almeno uno dei tre lati ovvero uno dei tre elementi necessari
affinché la reazione abbia luogo.
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RISCHIO ELEVATO
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In realtà anche la presenza dei tre elementi del triangolo del fuoco è condizione necessaria ma non sufficiente perché si sviluppi la combustione.
Servono altre condizioni favorevoli.
Prima di tutto la corretta proporzione tra combustibile e comburente ed il livello
appropriato di energia dato dall’innesco.
Poi, bisogna tener conto del fatto che la combustione si compie mediante una catena di reazioni chimiche intermedie che originano altre sostanze, instabili, chiamate radicali liberi.
Il passaggio attraverso tali composti, nelle loro successive combinazioni e trasformazioni, conduce, dalle sostanze iniziali ai prodotti finali della combustione stessa.
È necessaria quindi, come ulteriore condizione, l’iterazione della catena di reazioni
chimiche intermedie che producono i radicali liberi.
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RISCHIO ELEVATO
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La slide è la prima di una serie dedicata alla descrizione dei tre elementi che compongono il triangolo della combustione.
In questo corso, si prende in considerazione, quale comburente, solamente l’ossigeno dell’aria, ma ne esistono altri (ad es. il cloro), che possono reagire con le sostanze combustibili per dar luogo a reazioni esotermiche.
L’ossigeno è normalmente presente nell’aria in percentuale del 21%.
Tale concentrazione è sufficiente allo sviluppo del processo di combustione delle
sostanze comunemente considerate combustibili e ad essa è associata una determinata evoluzione dei fenomeni chimico-fisici connessi.
Una variazione della concentrazione di ossigeno cambia l’evoluzione degli incendi
ed il comportamento delle sostanze coinvolte.
Così, una miscela più ricca di ossigeno modifica le condizioni di infiammabilità:
● sostanze considerate incombustibili bruciano con fiamma (ad esempio il ferro);
● l’energia di attivazione si abbassa notevolmente;
● aumentano le temperature massime raggiungibili.
Gli effetti amplificati del rogo della camera iperbarica, nell’incidente avvenuto il 31
ottobre 1997 presso la clinica Galeazzi di Milano, sono stati determinati proprio
dall’atmosfera ricca di ossigeno.
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RISCHIO ELEVATO
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La modalità di combinazione dei combustibili con l’ossigeno nel processo di combustione dipende dal loro stato fisico di aggregazione: gassoso, liquido o solido.
La fiamma è presente quando il combustibile, o parte di esso, si combina con l’ossigeno sotto forma di gas o vapori.
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RISCHIO ELEVATO
DIAPOSITIVA
I combustibili gassosi (sono quelli che si trovano allo stato fisico di gas a temperatura e pressione ambiente) si miscelano immediatamente con l’ossigeno presente
nell’aria e, pertanto, sono particolarmente pericolosi.
Infatti, per avviare la combustione della miscela è sufficiente una quantità minima
di energia (prodotta ad esempio da una scintilla).
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●
DIAPOSITIVA
RISCHIO ELEVATO
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Le miscele di gas – aria comburente prendono fuoco, se innescate, solo se nella
miscela la percentuale di gas è all’interno di un campo (il CAMPO DI INFIAMMABILITÀ) di valori ben determinati; al di fuori di questo campo, se cioè la concentrazione di gas è poco o troppo elevata (la miscela è povera o ricca di
combustibile), indipendentemente dall’energia di attivazione, la combustione
non avviene.
La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile si
accende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (è anche
quella temperatura che deve avere un innesco esterno per accendere il combustibile).
Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dalla combustione di 1 m3 della sostanza esaminata.
La REATTIVITÀ CON ALTRI GAS è utile nella scelta degli immagazzinamenti;
se gas differenti fuoriusciti dai rispettivi contenitori amplificano il pericolo di incendio una volta miscelati, andranno prese adeguate misure preventive per evitarne il possibile contatto.
La DENSITÀ RELATIVA ALL’ARIA indica se il gas fuoriuscito dal suo contenitore tende a disperdersi nell’atmosfera (gas più leggero dell’aria) oppure ad accumularsi in basso (gas più pesante dell’aria). Come si vedrà in seguito
l’areazione dei locali è una delle normali misure di prevenzione contro gli incendi; avere informazioni sulla densità dei gas permette di decidere come realizzare le aperture di ventilazione.
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RISCHIO ELEVATO
DIAPOSITIVA
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RISCHIO ELEVATO
DIAPOSITIVA
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Affinché un combustibile liquido bruci è necessario che prima evapori e poi si misceli con il comburente.
In questo caso, il calore favorisce l’evaporazione del liquido combustibile.
Dopo che si è formata la miscela vapore combustibile-aria, per la sua accensione
l’energia ancora richiesta è minima.
Nel complesso, per incendiare un combustibile liquido, l’energia che deve essere
somministrata serve in parte per far evaporare il liquido ed in parte per accendere
la miscela aria–vapori.
La differenza tra i vari combustibili liquidi è nella temperatura minima alla quale
sono emessi vapori infiammabili; questa temperatura, valore caratteristico dei combustibili liquidi, si chiama TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’ (si dice anche
PUNTO DI INFIAMMABILITA’), definita appunto come la “Minima temperatura alla
quale alla quale un liquido emette vapori in quantità sufficiente a formare con l’aria
una miscela infiammabile in grado di accendersi se posta a contatto con un innesco”.
La benzina ha il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ a – 21°C, il gasolio a + 65°C; la benzina è in grado di generare un incendio molto più facilmente a temperatura ambiente, mentre il gasolio deve essere riscaldato.
Liquidi combustibili con caratteristiche diverse determinano misure di prevenzione
e protezione diverse.
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DIAPOSITIVA
●
●
RISCHIO ELEVATO
●
●
●
●
●
La TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ o punto di infiammabilità è stata già
definita.
La TEMPERATURA DI AUTOACCENSIONE è quella a cui un combustibile si accende spontaneamente senza più la necessità di un innesco esterno (è anche quella
temperatura che deve avere un innesco esterno per accendere il combustibile).
Da prove sperimentali si è visto che la combustione si innesca solo se la miscela
vapori combustibili – aria comburente contiene determinati valori percentuali
dell’una e dell’altra sostanza; la miscela si accende solo se la quantità di vapori
combustibili sono contenuti entro un preciso campo di valori, detto appunto
“CAMPO DI INFIAMMABILITÀ”. Se il contenuto di vapori combustibili nella
miscela con l’aria è inferiore al limite minimo di detto campo o superiore al limite massimo, la miscela non si accende.
Il POTERE CALORIFICO è la quantità di calore che si ottiene dalla combustione di 1 kg della sostanza esaminata.
La TENSIONE DI VAPORE è un indice della facilità con cui un liquido evapora
(dal punto di vista fisico è la pressione esercitata dal vapor saturo al di sopra
del liquido quando è raggiunto l’equilibrio tra le due fasi); la tensione di vapore
aumenta con la temperatura.
Il PESO SPECIFICO serve a sapere se il liquido combustibile galleggia od affonda in acqua: è importante ai fini degli interventi di estinzione.
Anche la MISCIBILITÀ IN ACQUA serve all’atto dell’estinzione; si può diluire
il combustibile riducendone l’emissione di vapori infiammabili.
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RISCHIO ELEVATO
DIAPOSITIVA
Quando il combustibile è solido, a similitudine di quanto accade con i liquidi, perché
il processo di combustione si avvii, serve dell’energia sia per rendere disponibile una
quantità sufficiente di combustibile allo stato gassoso, sia per innescare la combustione.
Per bruciare un combustibile solido, generalmente, serve una quantità maggiore
di energia iniziale rispetto ai combustibili gassosi:
● prima, per liberare i gas contenuti all’interno delle sostanze solide mediante PIROLISI;
● poi, per innescare la miscela tra i gas emesso ed il comburente.
Esiste il PUNTO DI INFIAMMABILITA’ anche per i solidi la cui definizione è appunto la “minima temperatura alla quale alla quale un solido emette vapori in quantità
sufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile” che può accendersi a contatto con un innesco.
L’intero processo di combustione dei solidi, soprattutto quelli tradizionali, legno,
carbone, tessuti naturali, ecc., comporta una fase in cui, esaurita la frazione gassosa
del materiale, esso continua a bruciare senza fiamma, formando le BRACI.
Al termine della combustione, rimane come residuo la CENERE, che altro non è
che materiale, in genere di origine minerale, incombustibile.
Approfondimento: La piroscissione o pirolisi (o cracking in inglese), provoca
la rottura dei legami atomici della materia solida permettendo la liberazione
della frazione gassosa dei componenti della sostanza combustibile stessa.
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Questionario di valutazione
per il Rischio Elevato
1. INTRODUZIONE
1. Lo scopo di questo corso è:
a) Formare il personale destinato ad assumere l’incarico di addetto antincendio
b) Migliorare le prestazioni lavorative dei discenti
c) Formare tutto il personale in materia di sicurezza antincendio per annullare il rischio di incendio
2. L’INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI
2.
a)
b)
c)
La combustione è:
Una reazione chimica
Un processo tecnologico
Un effetto ottico dovuto alla presenza di fiamme
3.
a)
b)
c)
Gli elementi che costituiscono il triangolo del fuoco sono:
Il combustibile e la temperatura
Il combustibile, il comburente e la temperatura
Il combustibile, il comburente e il calore
4. La temperatura di infiammabilità è:
a) La temperatura minima alla quale vengono emessi gas infiammabili che si miscelano con l’aria comburente;
b) La temperatura che deve avere un innesco per accendere un combustibile liquido
c) La temperatura massima raggiunta dalle fiamme prodotte da combustibili liquidi
5.
a)
b)
c)
La quantità di calore sviluppata da una materia plastica incendiata:
È sempre minore di quella sviluppata dalla legna
Dipende dalla composizione chimica
È sempre maggiore di quella sviluppata dalla legna
6. La temperatura di infiammabilità del gasolio è:
a) Più alta di quella della benzina
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b) Più bassa di quella della benzina
c) La stessa quella della benzina
7.
a)
b)
c)
La temperatura di autoaccensione del gasolio è:
Più alta di quella della benzina
Più bassa di quella della benzina
La stessa quella della benzina
8. Una concentrazione di gas combustibile in aria maggiore del limite superiore di infiammabilità:
a) Non ha alcun effetto sull’accendibilità della miscela
b) Rende più facile l’accensione della miscela
c) Rende impossibile l’accensione della miscela
9.
a)
b)
c)
Il flash-over è:
La sorgente l’innesco dell’incendio
Il momento in cui l’incendio inizia ad autoestinguersi
Il momento in cui l’incendio si diffonde in modo generalizzato.
10. In presenza di un incendio è possibile intervenire per tentare lo spegnimento:
a) In qualunque momento
b) Prima della generalizzazione dell’incendio
c) Solo nella fase finale quando le temperature cominciano scendere
11. I prodotti della combustione sono
a) Fiamme, calore, gas combusti, fumo
b) Vapor acqueo, cenere, idrocarburi
c) Azoto, metano e propano
12. Un’ atmosfera contenente meno del 10 % di ossigeno determina
a) La morte in pochi minuti
b) Un lieve malessere
c) Nessun effetto
13. La prima causa di morte in un incendio è/sono:
a) Il monossido di carbonio
b) Le ustioni
c) Il crollo delle strutture
14. In caso di incendio ci si deve porre:
a) Vicino ad un serbatoio in pressione, perché sicuramente molto resistente
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b) Vicino a superfici di vetro, isolanti termicamente
c) A distanza da entrambi
15. Comprimere un gas può essere origine di un incendio:
a) Si
a) No
a) Dipende dal gas
16. Il primo effetto nocivo del fumo è:
a) Irritazione agli occhi
b) Propagazione dell’incendio
c) Impedimento della visibilità
17. L’anidride carbonica è:
a) Innocua
b) Asfissiante
c) Tossica
18. I fuochi di classe A sono:
a) Fuochi di combustibili gassosi
b) Fuochi di combustibili liquidi
c) Fuochi di combustibili solidi
19. Quale di queste affermazione è falsa:
a) L’estinzione di un incendio si può ottenere per ventilazione
b) L’estinzione di un incendio si può ottenere per soffocamento
c) L’estinzione di un incendio si può ottenere per allontanamento dei combustibili
20. Per inibizione chimica dell’incendio si intende:
a) Impedire la miscelazione tra combustibile chimico e comburente
b) Interrompere la catena di reazioni intermedie della combustione
c) Inibire l’evaporazione dei combustibili liquidi
21. L’acqua estingue principalmente per:
a) raffreddamento
b) soffocamento
c) inibizione chimica
22. La polvere degli estintori agisce per:
a) inibizione chimica
b) soffocamento
c) entrambe le azioni
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CAPITOLO 2
ATTESTATI
Gli attestati di formazione (un cui esempio è riportato in figura) sono prodotti in formato .rtf in modo da poter essere agevolmente personalizzati.
<spazio_logo>
Attestato di formazione
Si attesta che
<Nome Cognome>
ha partecipato con esito positivo alla verifica di apprendimento al
Corso di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta
antincendio e gestione delle emergenze in caso di incendio
che si è tenuto a <città> nei giorni <data>
Corso per attività a RISCHIO INCENDIO ELEVATO
ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e del D.M. 10 marzo 1998
con durata di <16> ore
Il docente
<dott. Nome Cognome>
Il discente
<Nome Cognome>
L’utente avrà cura di:
● inserire nome e logo della società, il logo della società che ha erogato il corso;
● inserire nome e cognome del discente;
● inserire la data e il luogo del corso;
● indicare il numero di ore delle lezioni;
● indicare i nominativi che firmano l’attestato.
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CAPITOLO 3
USO E PERSONALIZZAZIONE
DELLE DIAPOSITIVE
3.1 Uso e personalizzazione delle diapositive
Le diapositive possono essere usate mediante un proiettore collegato al PC in modalità presentazione.
Le animazioni sono state completamente disattivate ma l’utente può scegliere di inserire quelle che ritiene più confacenti al proprio modo di sviluppare gli argomenti
trattati.
Le diapositive sono contenute in un file Power Point e sono personalizzabili a cura del
docente.
Per una corretta visualizzazione delle diapositive consigliamo di scaricare sul computer dell’utente l’intera cartella “Diapositive” e solo successivamente procedere alla
personalizzazione.
Ogni diapositiva ha delle note che aiutano il relatore nell’illustrazione dei temi trattati
e suggerisce approndimenti, comportamenti e domande da tenere in aula.
La modalità ottimale per questo tipo di lezioni prevede l’uso della presentazione per
il relatore con il doppio monitor (presentazione>presentazione relatore). Adottando
questa modalità le diapositive saranno proiettate mentre nel monitor del relatore appariranno le note, un riepilogo della presentazione e il tempo trascorso.
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