TESTI ALLEGATI ALL`ORDINE DEL GIORNO della seduta

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TESTI ALLEGATI ALL`ORDINE DEL GIORNO della seduta
Martedì 24 febbraio 2009 - Odg
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TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 139 di Martedì 24 febbraio 2009
MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER FAVORIRE UNO SVILUPPO
AMBIENTALE SOSTENIBILE
La Camera,
premesso che:
la crisi economica e finanziaria che si è abbattuta sul sistema globale richiede un'assunzione forte di
responsabilità circa le politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l'economia dei Paesi e,
soprattutto, per individuare possibili misure su cui costruire solidi modelli di riferimento di carattere
sociale, economico e finanziario, strettamente connessi alla vita reale ed all'ambiente che ci circonda;
è forte, invece, la convinzione che, per la natura della crisi, il miglior investimento che si può fare
per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo sia puntare sulla modernizzazione ecologica
dell'economia;
si ritiene che sia necessaria la rottura dell'attuale paradigma tecnologico attraverso politiche di
sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
a) la creazione di conoscenze adeguate e di un sistema di ricerca avanzato nelle tecnologie
energetiche e ambientali;
b) la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
c) un quadro di regole stabili ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del
sistema e ulteriore stimolo all'introduzione di nuovi prodotti e processi;
nel programma della Commissione europea, come confermato dal recente voto del Parlamento
europeo sulla politica integrata dell'Unione europea sui cambiamenti climatici, sono segnalate, in
particolare, le seguenti priorità:
a) l'elaborazione e la promozione di politiche volte a contrastare i mutamenti climatici e a
raggiungere gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel marzo 2007, ove l'Unione europea si è
impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 20 per cento entro il 2020, soddisfare il 20
per cento del fabbisogno energetico, utilizzando energie rinnovabili, e migliorare del 20 per cento
l'efficienza energetica;
b) l'elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che pone l'attenzione, in maniera
particolare, su trasporti e logistica, turismo, agricoltura, foreste e pesca e che raccomanda azioni
riguardo alla gestione delle risorse idriche, al trattamento dei rifiuti, alla tutela della salute,
sottolineando il ruolo dell'innovazione anche per la crescita economica e l'occupazione;
si ritiene che per sviluppare una «via verde» sia necessario:
a) mettere in atto una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati - sostenuta da politiche
industriali e fiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente
sostenibile - al fine di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro;
b) prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure
verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una
riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private,
costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile;
c) promuovere - anche attraverso un piano di ripartizione degli obiettivi con le regioni e gli enti
locali, secondo un modello già adottato in altri Paesi dell'Unione europea - interventi che favoriscano
la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi;
d) sostenere lo sviluppo dei distretti agroenergetici, al fine di valorizzare sia le risorse disponibili sul
territorio (solare, idrica, eolica), sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività
(biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, con
conseguenze vantaggiose sia sul piano della tutela ambientale e del territorio che per il reddito degli
agricoltori,
impegna il Governo:
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ad assumere una funzione di impulso e di stimolo a livello comunitario ed internazionale per il
perseguimento degli obiettivi di Kyoto e per l'impostazione delle politiche del post Kyoto, fin dal
prossimo G8 che si terrà in Italia;
a garantire che vi sia coerenza tra le misure anticrisi a breve termine e le strategie di lungo periodo,
rafforzando il progetto «Industria 2015», promuovendo nuove industrie che producano impianti,
tecnologie per lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili;
ad attivare un confronto nella conferenza Stato-regioni per verificare la congruenza dei piani
energetici regionali rispetto agli obiettivi comunitari ed a coordinare gli enti tecnici di ricerca
regionali e nazionali, semplificando le procedure autorizzative;
ad istituire un gruppo interministeriale e un fondo per la realizzazione sia del programma di
interventi del Consiglio europeo per la lotta ai cambiamenti climatici e per la produzione di energia
rinnovabile, sia per l'avvio di forme di collaborazione a livello internazionale;
a prevedere specifici interventi finalizzati a:
a) per quanto riguarda la mobilità:
1) aumentare la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovere l'applicazione di sistemi di
mobilità alternativa, compresa la costruzione di infrastrutture idonee (tramvie, piste ciclabili), attuare
le politiche di mobility management; avviare un piano per l'ammodernamento dei treni per i
pendolari;
2) vincolare, in maniera permanente, gli aiuti ed incentivi alla rottamazione delle auto all'acquisto di
veicoli a minimo impatto ambientale, per orientare ricerca ed innovazione su nuovi modelli a basse
emissioni e bassi consumi, nuovi modi di propulsione, auto ecologiche;
3) incentivare il trasporto fluviale, con particolare riguardo alle merci attraverso infrastrutture idonee
e connessioni con gli altri sistemi di trasporto;
b) per quanto riguarda l'edilizia:
1) aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, sia attraverso interventi di carattere
strutturale, come l'installazione di pannelli solari, sia attraverso le «buone pratiche» di risparmio
energetico;
2) intervenire nel settore dell'edilizia privata e pubblica a partire dal recupero del patrimonio edilizio
esistente, riproponendo strumenti normativi per rendere obbligatoria la costruzione di nuove case a
basso consumo energetico e per agevolare, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione
straordinaria degli immobili esistenti finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici;
promuovere gruppi di acquisto di impianti per l'energia rinnovabile solare e fotovoltaica attraverso
forme di incentivazione;
3) ripristinare la certificazione energetica degli edifici nella compravendita degli immobili, già
prescritta dalla direttiva 76/93/CE;
4) individuare risorse per la manutenzione di infrastrutture pubbliche, quali: edilizia scolastica e
sociale, ospedali, strade e ferrovie, anche attraverso meccanismi di autorizzazione di investimenti da
parte di enti locali e regioni, cui attribuire competenze per l'immediato avvio di cantieri di piccole e
medie dimensioni;
5) applicare la detrazione del 55 per cento anche agli interventi «energetici» realizzati sugli immobili
esistenti, concessi in locazione;
6) promuovere i sistemi di certificazione ambientale, con particolare riferimento al sistema
comunitario di ecogestione e audit (Emas), nell'edilizia pubblica integrata con quella energetica;
c) per quanto riguarda l'efficienza energetica:
1) predisporre incentivi per almeno 5 anni per l'acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo
e per prevedere l'ampliamento di questi a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica;
2) ridurre i consumi della pubblica illuminazione, attraverso una più diffusa utilizzazione delle
lampade al sodio ad alta pressione, l'installazione di regolatori di flusso luminoso, diffusione dei led,
efficientamento degli impianti;
d) per quanto riguarda le fonti rinnovabili:
1) introdurre uno sconto sull'addizionale A3 della tariffa elettrica per i residenti nei comuni che
permettono l'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili;
2) rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzano fonti
rinnovabili;
e) per quanto riguarda le politiche sostenibili:
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1) promuovere il ricorso agli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione attraverso
l'attuazione del piano d'azione nazionale previsto dalla legge finanziaria per il 2007;
2) tutelare e valorizzare le aree verdi urbane, prevedendo nuove piantumazioni di alberi, il
rimboschimento e la salvaguardia delle aree agricole;
3) sostenere in agricoltura le produzioni di biogas prodotti dalla fermentazione anaerobica;
4) incentivare il riciclo dei rifiuti e l'industria ad esso collegata; a tal fine incrementare le percentuali
di raccolta differenziata, superando, in particolare, le disomogeneità territoriali;
5) mettere a sistema il recupero ed il riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(raee), attraverso la pronta emanazione dei provvedimenti legislativi necessari;
6) promuovere l'ecodesign e l'industria ad esso collegata, al fine di diminuire la quantità di rifiuti di
imballaggio;
7) attuare un piano straordinario per la salvaguardia della risorsa idrica, mediante anche il
rifacimento delle condotte adduttrici e, soprattutto, delle reti idriche di distribuzione interna;
8) finanziare progetti finalizzati al riuso delle acque reflue urbane, opportunamente soggette a
trattamento depurativo di tipo terziario in agricoltura;
9) investire adeguate risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per la tutela del territorio
e del reticolo idrografico, con particolare riguardo alle regioni più vulnerabili;
10) sviluppare progetti di valenza nazionale in collaborazione con le regioni in aree strategiche per il
Paese - quali, ad esempio, l'area delta pianura padana - che prevedano adeguati finanziamenti per
sviluppare processi innovativi legati alla produzione e alla distribuzione energetica ad alta efficienza,
al fine di migliorare la qualità ambientale, riducendo le emissioni inquinanti;
11) attuare interventi mirati a incrementare l'educazione ambientale nelle scuole attraverso progetti
che prevedano anche la collaborazione con le categorie produttive;
12) realizzare campagne informative e comunicative sui temi ambientali, con particolare riferimento
al risparmio e all'efficienza energetica;
13) investire risorse dedicate per costituire, in collaborazione con le regioni e le imprese, aree
ecologiche attrezzate, partendo dalle zone più compromesse dal punto di vista ambientale;
14) favorire la certificazione ambientale delle imprese attraverso la fiscalità e la semplificazione dei
processi autorizzativi.
(1-00110) «Realacci, Mariani, Margiotta, Bratti, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Iannuzzi,
Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Gozi».
(5 febbraio 2009)
La Camera,
premesso che:
nel corso del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una
responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in
maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale
e delle grandi questioni globali;
particolare rilievo in seno al vertice rivestirà il tema della lotta ai cambiamenti climatici, sia a seguito
del presumibile diverso approccio della nuova amministrazione americana, sia in conseguenza
dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen nel
dicembre 2009 e la scadenza del trattato di Kyoto nel 2012, rispetto ai cui parametri e standard
l'Italia vanta già un enorme ritardo, dovuto alla mancata adozione dei necessari provvedimenti per
rispettare gli impegni assunti e rispetto ai quali si rischia di incorrere in pesanti sanzioni a livello
internazionale;
il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti che abbiamo davanti e che pone gravi
minacce alla prosperità ed alla stabilità della nostra società: i più recenti rapporti elaborati dagli
scienziati dell'Onu e dall'economista inglese Nicholas Stern forniscono dati allarmanti, sia sul futuro
climatico, sia sulle conseguenze che l'effetto serra avrà sullo sviluppo economico delle nostre
società;
gli stessi scienziati dell'Onu hanno anche presentato le nuove proiezioni sui cambiamenti climatici,
che dicono che l'aumento probabile della temperatura sarà tra 1,8 e 4 gradi entro il 2100 e che
l'aumento del livello degli oceani, dovuto al riscaldamento dell'atmosfera ed allo scioglimento dei
ghiacci, sarà compreso tra un minimo di 18 centimetri ed un massimo di 58 centimetri, sempre per la
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stessa data, con conseguenze per decine di milioni di persone, che dovranno abbandonare le aree
sommerse;
la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera (380 parti per milione), secondo
l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), è la più alta mai registrata negli ultimi 650 mila
anni e l'aumento dell'anidride carbonica è stato di oltre il 35 per cento negli ultimi 200 anni;
nello stesso tempo l'economista inglese Nicholas Stern ha valutato che bloccare il cambiamento
climatico in atto costerebbe oggi il 2 per cento del prodotto interno lordo mondiale, ma se lo si
facesse tra 10 o 20 anni i costi sarebbero tra il 5 e il 20 per cento del prodotto interno lordo, con
risultati minori perché parte del cambiamento sarebbe irreversibile;
secondo il rapporto 2005 dell'Agenzia internazionale dell'energia, il consumo mondiale di energia da
qui al 2030 aumenterà del 55 per cento, determinando un pari aumento delle emissioni globali di
anidride carbonica, e a fare la parte del leone saranno proprio le economie emergenti: appunto Cina,
India, Brasile, Sudafrica, Indonesia che contribuiranno ai due terzi dell'aumento dei consumi e delle
relative emissioni;
mancano meno di quattro anni alla scadenza del protocollo di Kyoto: molti Paesi hanno cominciato
un cammino responsabile, che non solo li ha avvicinati ai rispettivi obiettivi di riduzione delle
emissioni di gas serra, ma ha prodotto sensibili miglioramenti dell'efficienza energetica e un
significativo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;
questo scenario, insieme agli ultimi rapporti, sollecita, quindi, ad agire con maggiore risolutezza, ma
occorre essere tutti consapevoli che se si vuole affrontare il problema climatico in maniera credibile
e pragmatica si deve costruire oggi una prospettiva per il dopo Kyoto, che coinvolga il maggior
numero possibile di Paesi;
la strategia europea si fonda sulla base delle energie rinnovabili (energia eolica e fotovoltaica,
geotermica e idroelettrica) per aumentare l'efficienza e la sicurezza energetica del continente,
diminuendo le emissioni che inquinano e contribuiscono a surriscaldare il pianeta;
uno dei tre principali obiettivi dell'Unione europea in materia di clima e energia (il cosiddetto
pacchetto «20-20-20»), varato nel mese di gennaio 2009 dall'Unione europea per il periodo post
Kyoto, riguarda le fonti rinnovabili. Entro il 2020 i 27 leader comunitari si sono impegnati a portare
dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate, oltre a impegnarsi
a diminuire del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica e ad aumentare del 20 per cento
l'efficienza energetica. Per i singoli Paesi europei sono poi stati fissati 27 sotto-obiettivi, per ripartire
equamente gli sforzi per aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili, e quello dell' Italia sarà del 17
per cento;
il settimo programma quadro (2007-2013) per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico
dell'Unione europea ha messo in atto politiche per incentivare la produzione di energia da fonti
rinnovabili. Oggi le imprese ai primi posti in Europa in campo ecologico sono quelle tedesche:
secondo un sondaggio realizzato da Tnt infratest, il 45 per cento delle società edili tedesche è
impegnato nella costruzione di edifici ad alta efficienza energetica, che sfruttano fonti di energia
pulita;
la crisi finanziaria internazionale sta producendo pesanti conseguenze sull'economia reale, con una
caduta della domanda globale e conseguenti diminuzioni della produzione industriale: il miglior
investimento per contrastare la recessione è rilanciare lo sviluppo, puntando sulla modernizzazione
ecologica dell'economia;
lo sviluppo sostenibile è una vera e propria strategia che richiede un nuovo tipo di imprenditorialità e
consente di conciliare risultato economico, responsabilità sociale e tutela esemplare dell'ambiente.
Considerati da questa nuova prospettiva, gli investimenti legati ad uno sviluppo sostenibile offrono
notevoli opportunità di investimento;
esistono consumi ed investimenti particolarmente positivi che andrebbero promossi e sostenuti
perché anche eco-compatibili, capaci cioè di promuovere sia i consumi, sia la salvaguardia
dell'ambiente, sia il contenimento delle emissioni dannose e il risparmio energetico;
investire in efficienza energetica consente di alleggerire, in tempi relativamente brevi, i costi
energetici a carico delle famiglie e delle imprese; promuovere un maggiore sviluppo delle fonti
energetiche rinnovabili può avere, come ha già avuto in altri Paesi, conseguenze positive sul piano
dell'occupazione, dell'innovazione tecnologica, dell'affermazione di nuovi settori industriali, al
tempo stesso ad alto contenuto di tecnologia e ad elevata intensità di lavoro;
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la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza, tutelato e promosso dalla Costituzione e
dal diritto comunitario. Un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un
obiettivo strategico per la costruzione di politiche volte a promuovere sviluppo sostenibile, strategie
di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini,
nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas
serra;
mobilità sostenibile significa, soprattutto, poter offrire un ventaglio di scelta fra soluzioni e strumenti
innovativi in grado di ridurre significativamente la propensione all'uso dell'autovettura privata,
privilegiando modi «sostenibili», quali il trasporto collettivo pubblico ed aziendale, il trasporto
intermodale, con l'incentivazione dei mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici,
ibridi o a gpl;
l'Agenzia europea dell'ambiente, con l'ultimo rapporto del 9 gennaio 2009, ha spiegato che i trasporti
sono la seconda causa di inquinamento dell'aria, subito dopo l'emissione energetica, specificando la
necessità di far fronte ai problemi legati allo spostamento di merci e persone, per arrivare agli
obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020. Questo equivale a ridurre le emissioni dei
trasporti in ogni parte d'Europa: tentativo ambizioso, ma necessario, visto che solo in Italia incidono
sull'inquinamento per il 24 per cento;
nel quadro della politica energetica, il settore della mobilità su gomma si contraddistingue per la sua
potenziale capacità di ridurre l'emissione di gas serra e l'inquinamento, soprattutto nelle aree urbane,
se adeguatamente razionalizzato, promuovendo così una mobilità «pulita» e sostenibile;
secondo le statistiche pubblicate dalla direzione energia e trasporti della Commissione europea, la
mobilità delle persone su autovettura privata (espressa in passeggeri per chilometro) è aumentata in
Italia del 214 per cento, rispetto alla media dell'Unione europea del 140 per cento;
dalla medesima fonte si evince che l'Italia risulta il Paese, fra i 15 dell'Unione europea, in cui il
«consumo» di mobilità è maggiore (16.200 chilometri pro capite rispetto ai 13.800 della media
dell'Unione europea), con conseguente incremento di uso delle automobili, aumentato nel nostro
Paese di oltre il 235 per cento, a fronte della media europea stimata al 150 per cento;
il gas naturale conosce un sempre crescente successo anche come combustibile per gli autoveicoli.
Oggi nel mondo circolano oltre un milione di vetture a gas naturale (370.000 circa in Italia) e le case
automobilistiche investono sempre maggiori risorse nella progettazione di nuovi modelli con questo
tipo di alimentazione. Per le sue qualità ecologiche, il metano è destinato a svolgere un ruolo sempre
più importante nel mercato dei veicoli a minimo impatto ambientale, in particolare nelle grandi aree
urbane afflitte dal problema dell'inquinamento atmosferico;
in Italia dal 2007 lo scenario che viene prospettato dalla ricerca delle nuove case automobilistiche in
fatto di abbassamento delle emissioni è il più vario: attualmente un'auto a gpl permette un
abbattimento del 50-60 per cento del monossido di carbonio e una riduzione del 20 per cento degli
ossidi di azoto. Queste, però, riguardano auto nuove: un'auto trasformata a gpl permette riduzioni
inferiori. Resta, però, sempre il problema della rete di distribuzione, che sul territorio nazionale è
insufficiente o mal dislocato a livello locale,
impegna il Governo:
ad intraprendere un'azione coordinata e mirata in campo ambientale, che da un lato metta al più
presto l'Italia nelle condizioni di colmare i gravissimi ritardi fin qui accumulati rispetto alla piena
attuazione dell'accordo di Kyoto, dall'altro faciliti il raggiungimento di un nuovo accordo globale,
che impegni anche le economie emergenti ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra e
che, promuovendo la competitività internazionale del sistema produttivo europeo, consenta, altresì,
di inaugurare un nuovo corso anche in tema di trasferimento tecnologico per l'efficienza energetica e
lo sviluppo di fonti di energia pulita;
a creare le condizioni necessarie affinché si possano potenziare le azioni che esortino la crescita delle
energie rinnovabili, sia nelle applicazioni civili che in quelle industriali, unica risposta reale al
sempre crescente bisogno di energia elettrica e ai gravi problemi del riscaldamento globale-effetto
serra;
ad intraprendere adeguate ed efficaci politiche fiscali in grado di incentivare lo sviluppo delle fonti
energetiche rinnovabili, anche alla luce degli effetti pubblici che lo sviluppo di queste nuove
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tecnologie hanno in tema occupazionale;
ad incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche
costituendo un fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti degli enti locali
finalizzati alla messa in sicurezza, la coibentazione e l'alimentazione con energie rinnovabili degli
edifici scolastici, con prestiti a tasso zero, i cui interessi siano a carico dello Stato, ed escludendo tali
investimenti dal calcolo dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno;
a mettere in atto iniziative di sostegno al settore automobilistico, con misure di politica fiscale e
industriale, che non si traducano in aiuti «a pioggia», ma che siano in grado di incentivare la
produzione di auto a basso impatto ambientale, l'utilizzo di tecnologie verdi e il sostegno a progetti
di auto a idrogeno o elettriche;
ad intraprendere opportune iniziative, anche d'intesa con le regioni, volte al potenziamento della rete
di distribuzione del metano per autotrazione ad uso pubblico e privato, prevedendo, altresì, incentivi
ad enti pubblici e a società commerciali che intendano realizzare impianti di distribuzione di metano;
a valutare, qualora si prorogassero le misure fiscali per la rottamazione auto, che dette misure e
incentivi vengano affettivamente previsti unicamente per autovetture che riducano in maniera più
significativa l'impatto ambientale, con particolare riguardo alle autovetture che ricorrono
all'alimentazione a gpl.
(1-00117) «Piffari, Scilipoti, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Cimadoro».
(9 febbraio 2009)
La Camera,
premesso che:
la tutela della qualità ambientale costituisce obiettivo prioritario nell'ambito di un patto
generazionale che coniughi sviluppo e qualità della vita nel quadro di un piano di sviluppo
sostenibile, inteso come «uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere
la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie»;
gli obblighi assunti dal nostro Paese in sede internazionale impongono la realizzazione di obiettivi di
tutela ambientale che determinano la necessità di politiche coerenti in quattro settori di intervento
prioritario e precisamente: cambiamenti climatici ed inquinamento atmosferico, natura e biodiversità,
ambiente e salute, gestione delle risorse naturali e dei rifiuti;
la realizzazione di politiche ambientali e l'investimento nell'innovazione ecologica costituiscono
strumenti in grado di coniugare obiettivi di rilancio di settori industriali ad alto livello occupazionale
e di risparmio di future spese per il ripristino dei coefficienti ambientali imposti dalla normativa
nazionale ed internazionale;
l'attuale sfavorevole andamento congiunturale dell'economia internazionale impone di integrare la
politica ambientale nell'ambito di strategie di tutela dell'occupazione e di prevenzione di fenomeni di
degrado sociale e di rallentamento della crescita, in modo che le tre componenti fondamentali dello
sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) possano essere affrontate in maniera
equilibrata a livello politico come pure richiesto;
la definizione di obiettivi di politica ambientale volti all'adempimento degli obblighi internazionali
assunti dal nostro Paese è in grado di stimolare l'economia se integrata nell'ambito di una chiara
strategia di investimento, che impegni le risorse pubbliche e private in un quadro condiviso e stabile
di interventi mirati;
una chiara strategia di investimento per lo sviluppo sostenibile impone la definizione di un quadro
normativo omogeneo, tale da assicurare certezza di tempi nel rilascio dei necessari provvedimenti
abilitativi e garanzia di omogeneità dell'intervento pubblico, in modo da evitare distorsione della
concorrenza nel mercato;
qualsiasi politica ambientale è in grado di realizzare gli obiettivi fissati solo in presenza di una
condivisione sociale dei valori e ciò implica la realizzazione di adeguate campagne di
sensibilizzazione dei cittadini e di educazione ambientale dei giovani e degli studenti;
la protezione dell'ambiente costituisce un tema fondamentale del prossimo G8 e questo può costituire
la sede per la ridefinizione a livello internazionale degli obiettivi di tutela ambientale, nel quadro del
nuovo scenario determinato dalla crisi economica che sta attraversando le economie occidentali,
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impegna il Governo:
ad assicurare adeguate risorse finanziarie e organizzative per la definizione di una strategia di
investimento per lo sviluppo sostenibile che sia volta alla realizzazione degli obiettivi fissati in sede
internazionale e che, al tempo stesso, si ponga quale volano di una crescita occupazionale dei settori
industriali e commerciali coinvolti;
a realizzare politiche volte al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione dei gas serra
attraverso la definizione di obiettivi di mobilità sostenibile e di incentivazione della produzione di
energie rinnovabili;
a realizzare politiche volte a proteggere la biodiversità e combattere l'estinzione delle specie animali
e vegetali;
a realizzare politiche volte alla tutela del suolo dai fenomeni di erosione, perdita di materiale
organico, smottamenti e contaminazioni, in modo da prevenire eventi catastrofici quali quelli
verificatisi nelle ultime settimane;
a realizzare politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti e alla definizione di soluzioni,
economicamente ed ecologicamente compatibili, per il loro riciclaggio;
a ridefinire il quadro normativo in materia ambientale, in modo da assicurare certezza e flessibilità
alle imprese che intendono investire nelle produzioni eco-compatibili e sostenere, anche attraverso
forme di incentivazione all'acquisto, la domanda di consumi di tali produzioni;
a definire un quadro di interventi di sensibilizzazione della popolazione sulla natura strategica delle
politiche ambientali e sull'essenziale importanza dei comportamenti virtuosi individuali;
a definire un quadro di interventi in materia di educazione ambientale che miri alle scuole anche
attraverso il coinvolgimento delle imprese e delle associazioni ambientaliste.
(1-00118) «Ghiglia, Guido Dussin, Iannaccone, Alessandri, Baldelli, Tortoli».
(9 febbraio 2009)
La Camera
premesso che:
la società in cui viviamo ed i nostri stili di vita sono caratterizzati da elevati consumi in campo
energetico, oltre che da relazioni con l'ambiente tali da compromettere l'equilibrio sostenibile tra
necessità di sviluppo ed il contesto biologico globale;
i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) coprono oltre l'80 per cento dei consumi energetici del
pianeta, ma al loro consumo è tuttavia collegato una parte del problema dell'emissione di anidride
carbonica, la cui concentrazione in atmosfera è considerata la causa principale dei cambiamenti
climatici;
come sottolineato dall'economista Herman Daly, solo «se riusciremo ad arrivare ad una economia da
equilibrio sostenibile, le future generazioni potranno avere almeno le stesse opportunità che la nostra
generazione ha avuto»;
dopo una lunga fase di espansione, con ritmi di crescita economica senza precedenti, che hanno
interessato anche quei Paesi che oggi sono definiti emergenti, ci si trova di fronte ad una recessione
altrettanto unica, che rischia di bloccare i processi di sviluppo del commercio e delle produzioni
globali;
per fronteggiare la crisi e creare le condizioni per una rapida ripresa delle economie mondiali, i Paesi
stanno adottando piani volti a sostenere la domanda e gli investimenti, declinando misure
diversificate a seconda delle necessità e delle emergenze dei singoli Paesi;
gli Stati Uniti d'America stanno orientando le strategie per il rilancio della loro economia verso il
business eco-sostenibile: si tratta di un programma di 150 miliardi di dollari, incentrato sulle
politiche per lo sviluppo delle energie rinnovabili e su incentivi economici per sostenere la
transizione energetica degli Usa verso un'economia a basso contenuto di anidride carbonica, con
l'obiettivo dichiarato di creare migliaia di nuovi posti di lavoro;
a seguito dell'approvazione del pacchetto europeo su clima ed energia, i 27 Paesi comunitari si sono
impegnati a portare dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate
entro il 2020, oltre a impegnarsi a diminuire del 20 per cento l'emissione di anidride carbonica ed a
aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica;
per ripartire equamente gli sforzi diretti all'incremento dell'utilizzo delle energie rinnovabili sono
http://www.camera.it/_dati/lavori/odg/cam/allegati/20090224.htm
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stati, tuttavia, previsti degli obiettivi intermedi, che, su richiesta dell'Italia, non saranno vincolanti e
comunque da sottoporre a revisione nel 2014;
il settimo programma quadro 2007-2013 per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione
europea ha messo in atto politiche per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili;
in un periodo di crisi come quello che si sta attraversando è fondamentale cogliere l'opportunità
storica di trasformare e rendere meno energivore le nostre società, prevedendo un massiccio
intervento che agevoli investimenti in campo ambientale: dall'infrastruttura energetica ai contatori di
elettricità intelligenti, dall'isolamento delle abitazioni agli elettrodomestici che consumano meno
elettricità;
nel 2008 sono stati installati in Italia circa 18.000 impianti fotovoltaici, pari a 237 megawatt di
potenza, che, sommati a quelli censiti al 9 gennaio 2008, portano a 24.367 gli impianti esistenti, pari
a 300 megawatt di potenza installata, ma occorre sottolineare che, nonostante un trend di crescita
positivo, c'è ancora un enorme gap nei confronti degli altri Paesi europei: infatti, rispetto ai 35 metri
quadri di fotovoltaico per abitanti in Europa, in Italia siamo ancora a 9 metri quadri per abitante;
il contributo decisivo che può arrivare dal nucleare al contenimento delle emissioni dei gas serra è
stato più volte sottolineato nel dialogo tra i Paesi maggiormente industrializzati: inoltre, l'Italia è
l'unico Paese del G8 che non utilizza l'energia nucleare. È necessario, quindi, procedere, in un arco
temporale coerente con le grandi urgenze e con i tempi tecnici necessari, all'adozione di opzioni
sicure, evitando continui rinvii, in attesa di soluzioni futuristiche, come la fusione nucleare, o che si
rinvii ogni concreta decisione in previsione dell'avvento di una nuova generazione di reattori (la
cosiddetta Generation IV), i cui primi impianti su scala industriale non entreranno in funzione prima
di venti o, più probabilmente, trenta anni;
la generazione distribuita e, nello specifico, la microgenerazione avranno un ruolo di crescente
importanza all'interno dei sistemi energetici nazionali e locali: tuttavia, affinché la microgenerazione
possa realmente rappresentare una valida alternativa ai tradizionali sistemi di produzione di energia
elettrica, è necessario investire nella ricerca, al fine di rendere disponibili macchine ad alto
rendimento, come le microturbine di piccola taglia, in grado di utilizzare un ampio spettro di
combustibili e, quindi, consentire l'impiego di quote crescenti di fonti rinnovabili;
strettamente legato allo sfruttamento delle energie da fonte rinnovabile (dal solare attivo, come il
fotovoltaico ed il termico, agli impianti a biomassa, dai sistemi geotermici alle tecnologie della
microgenerazione, fino ai più futuribili sistemi che utilizzano l'idrogeno) è il settore dell'edilizia: dai
criteri base che regolano i comportamenti fisici dell'edificio alle principali metodiche della disciplina
bioclimatica, come l'influenza della forma, dallo sfruttamento dei sistemi passivi all'uso
dell'illuminazione naturale ai fini del risparmio energetico;
si stima che il settore edilizio sia anche responsabile di circa il 40 per cento dei rifiuti prodotti nei
Paesi europei e di un elevato inquinamento, per cui è necessario prevedere provvedimenti opportuni
anche da questo punto di vista;
uno studio dell'Istituto ambiente Italia, redatto per conto di Kyoto club, stima che il riciclo abbia
garantito nel 2007 un risparmio per l'Italia di 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di 55
milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica, che altrimenti sarebbero finite nell'atmosfera:
basterebbe aumentare il livello di riciclo dal 48 per cento attuale al 55,2 per cento per riuscire entro il
2020, a tagliare le emissioni di oltre 8 milioni di tonnellate;
diversi impianti sperimentali stanno verificando una possibile soluzione al problema dell'effetto
serra, attraverso la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica sotto forma liquida: l'Istituto di
geofisica e vulcanologia è ricco di competenze in questo campo, soprattutto per l'elevata sismicità
della penisola e la presenza nel suo sottosuolo di numerosi giacimenti naturali di anidride carbonica.
Le obiezioni al sequestro di anidride carbonica sembrano essere più dettate da motivi ideologici e dal
fatto che esso potrebbe perpetuare il consumo di combustibili fossili o che la tecnologia della cattura
e sequestro possa sottrarre risorse alle energie rinnovabili, ma resta il fatto che potrebbe essere uno
strumento utile al fine di ridurre le emissioni nell'atmosfera e che non si tratta di una fonte di energia,
per cui nel lungo periodo è necessario puntare su fonti alternative e rinnovabili;
nel settore della cattura, trasporto e sequestro geologico dell'anidride carbonica l'Italia è
all'avanguardia con l'Eni e l'Enel, che hanno unito le forze per realizzare il primo progetto italiano.
Enel costruirà un impianto di cattura e liquefazione dell'anidride carbonica a Brindisi, mentre Eni
inietterà l'anidride carbonica all'interno del giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore
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(Piacenza);
investire solo nelle energie rinnovabili non basta se si vuole risolvere il problema dell'anidride
carbonica, poiché il settore dei trasporti, per esempio, da solo contribuisce per più del 30 per cento
alle emissioni di anidride carbonica. Secondo il dipartimento tecnologie per l'energia dell'Enea, per
una mobilità sostenibile occorre mettere in atto interventi strutturali, quali: un'efficace pianificazione
della domanda di mobilità e dell'uso del territorio; politiche integrate per l'effettiva riduzione
dell'utilizzazione del veicolo privato (sistemi logistici, teleservizi, riorganizzazione degli orari ed
altro); investimenti per la realizzazione di infrastrutture di trasporto collettivo su ferro e di parcheggi
di scambio; decisa incentivazione dell'uso, almeno in ambito urbano, di veicoli a bassissimo
consumo e a emissioni zero;
lo stoccaggio dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati potrebbe
aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili, con conseguenti minori
emissioni e con l'ulteriore vantaggio che l'eccesso di elettricità solare da conservare potrebbe poi
essere erogato in modo programmato, in modo da renderlo disponibile all'utente in base alla
domanda, massimizzando così l'elettricità prodotta localmente;
i circa due miliardi di euro di incentivi contenuti nel pacchetto di misure varate dal Governo per
sostenere e rilanciare l'economia interessano, soprattutto, i settori dell'industria automobilistica e dei
motocicli e della produzione di elettrodomestici: si tratta di incentivi per l'acquisto di auto «euro 4»
ed «euro 5» e per l'acquisto di auto ecologiche senza rottamazione, mentre per l'acquisto degli
elettrodomestici è previsto uno sconto irpef, ma solo se effettuati nell'ambito di una ristrutturazione
dell'immobile,
impegna il Governo:
a considerare la cosiddetta green economy un'occasione da cogliere sia per far transitare l'Italia da
Paese dipendente da combustibili fossili ad un Paese energicamente sostenibile, che per rilanciare la
nostra economia;
a sollecitare gli attori interessati ad una maggiore attenzione alle possibilità offerte dal settimo
quadro strategico nazionale 2007-2013, in tema di incentivi per lo sviluppo delle risorse rinnovabili,
intervenendo su quelli che operano nel Mezzogiorno, in cui sono presenti grandi opportunità di
sviluppo connesse all'innovazione tecnologica nell'uso delle risorse ambientali;
a prevedere ulteriori interventi legislativi per estendere la possibilità di usufruire delle agevolazioni
previste in caso di acquisto di elettrodomestici a basso consumo di energia elettrica e a valutare
l'opportunità di estendere le agevolazioni già previste per gli interventi di riqualificazione energetica
degli edifici;
a predisporre, d'intesa con gli enti locali interessati, un programma di mobilità urbana sostenibile che
preveda non solo un nuovo sistema di infrastrutture più adeguate ed efficienti, di tariffe o della
diffusione di veicoli a basso impatto, ma che ridefinisca anche le funzioni urbane e veda affermarsi
una «nuova cultura» del vivere nella città;
a predisporre iniziative atte ad incoraggiare la sostenibilità in edilizia e favorire uno sviluppo
dell'urbanizzazione eco-compatibile, anche attraverso un rigido sistema di certificazione, tenuto
conto degli stretti legami che il settore vanta in tema di eco-sostenibilità, come citato in premessa;
ad investire nella ricerca di sistemi volti ad aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di
fonti fossili, con conseguenti minori emissioni, come, per esempio, quello dello stoccaggio
dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati;
a sviluppare ogni utile iniziativa volta ad incrementare e sostenere la raccolta ed il riciclo di rifiuti, al
fine di prevenire la dispersione di materiali potenzialmente utili, ma anche nocivi se abbandonati, e
di ridurre il consumo di materie prime e l'utilizzo di energia;
a valutare l'opportunità di sviluppare programmi di investimento nella microgenerazione e
nell'efficienza energetica, attraverso interventi sostenibili, se si pensa all'abbassamento, nel caso
della microgenerazione, dei costi di trasmissione e distribuzione;
a colmare i deficit infrastrutturali che impediscono, o rallentano pesantemente, le connessioni alla
rete di distribuzione da parte di impianti di generazione di energia elettrica, soprattutto da fonti
rinnovabili, in quanto tali problemi riguardano connessioni di bassa, media ed alta tensione, pur
vigendo, per legge, una priorità di connessione per impianti di produzione di energia elettrica da
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fonti rinnovabili, alla quale le imprese distributrici devono attenersi;
a sostenere i programmi e gli studi condotti da istituti di ricerca italiani nel campo del sequestro e
dello stoccaggio di anidride carbonica quale strumento alternativo e aggiuntivo alla lotta alla
limitazione delle emissioni di anidride carbonica;
a ripercorrere la strada del nucleare senza pregiudizi, adoperandosi per una maggiore integrazione
del nostro Paese a livello europeo sul fronte tecnologico;
a supportare la ricerca condotta da università, centri di ricerca ed imprese di piccole, medie e grandi
dimensioni, finalizzata alla riduzione dei costi di produzione degli impianti per la produzione di
energia da fonti rinnovabili, al fine di sostenere il raggiungimento della massa critica necessaria alle
nostre imprese per competere nel mercato domestico ed internazionale.
(1-00119) «Libè, Vietti, Dionisi, Cera, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Galletti, Occhiuto».
(9 febbraio 2009)
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