Tunisia e transizione, quale futuro per gli
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Tunisia e transizione, quale futuro per gli
Il libro “Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia” di Ilaria Guidantoni Tunisia e transizione, quale futuro per gli investimenti italiani: il turismo culturale può essere una risposta Ecco «una guida di viaggio che promuove un turismo nuovo, culturale, di nicchia, tutto da costruire, simbolo di una nuova fase del Paese» Il libro “Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia” di Ilaria Guidantoni è il primo della collana REvolution di Albeggi Edizioni, libri di attualità e guide per viaggi intelligenti, mappe per capire i cambiamenti politici, sociali e culturali in corso nel mondo. Il testo vuol essere la testimonianza delle contraddizioni, per altro, inevitabili di ogni fase di transizione, con le sue incertezze e i suoi momenti di stallo, delusione e rabbia. Una fotografia che non intende sostenere una tesi ma porsi come una guida di viaggio che promuove un turismo nuovo, culturale, di nicchia, tutto da costruire, simbolo di una nuova fase del Paese. La Tunisia, finora, ha contato molto sull’attività turistica ma concentrata nel Nord, prevalentemente stagionale, con formule all inclusive, legate alla spiaggia e al mare oppure di lusso tra benessere, thalasso terapia e golf. Esiste una potenzialità inesplorata che può valorizzare la gastronomia, l'artigianato di pregio, parimenti l'interno del Paese e la cultura in particolare con il recupero del patrimonio nazionale grazie al risveglio innescato con la rivolta e la ripresa della libertà di stampa. Forse non sarà ancora una rinascita – come ci fai intuire Ilaria Guidantoni - ma ad esempio la produzione lirica italiana è apprezzata e le arti plastiche hanno compiuto un salto di qualità. Le premesse di relativa stabilita politica ed una laicità di fondo che almeno per ora resiste, in termini di garanzia, per gli stranieri e le altre religioni, hanno fatto dire alla BEI che gli investimenti non corrono rischi. Nel match con la Libia - che vive una fase analoga - per gli imprenditori italiani resta la voglia di restare, con una garanzia maggiore verso la Tunisia. Su questa linea, ad esempio, l'amministratore delegato della finanziaria industriale Trevi di Cesena, Cesare Trevigiani che ha dichiarato: «La Libia per noi rimane prioritaria - ha detto - e anche questo fa parte della normalità di una transizione, che riguarda anche altri Paesi come l’Egitto, mentre in Tunisia è andata meglio». La Tunisia tra l'altro - la notizia di AnsaMed è del 15 gennaio - ha ricevuto Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea che apre agli imprenditori tunisini nell'incontro al Premier Hamadi Jebali. L'Unione europea è sempre più convinta dell'esigenza di integrare l'economia del Continente con quella dei Paesi vicini, e di questo progetto la Tunisia è il simbolo forse più evidente. Questo quanto emerso in occasione della prima riunione, dopo la sua costituzione nello scorso novembre, del Consiglio Economico Consultivo tra l'Ue e la Tunisia, organismo istituito dal governo di Tunisi, su proposta del vicepresidente della Commissione Ue Tajani, e che con questo incontro ha dato già i primi risultati, in termini di analisi e proposte. E' un passo molto importante che speriamo sia indice della consapevolezza del ruolo europeo nella transizione tunisina, con un sostegno che non sia di elargizione di fondi ma di partenariato di sviluppo con un vantaggio reciproco. «Entro sei mesi - ha detto Tajani, con accanto il primo ministro tunisino, Hamadi Jebali, che ha dato il suo pieno appoggio all'iniziativa - ci sarà la prima riunione del Consiglio economico consultivo allargato, ma già fra tre mesi i gruppi di lavoro istituiti per rendere più agevole il suo percorso faranno una prima riunione di verifica e confronto». L'obiettivo dell'allargamento dell'organismo è chiaro: creare le migliori condizioni perché gli investitori europei vengano in Tunisia e viceversa. Il percorso non è semplice perché è necessaria una messa a punto dei meccanismi di partnership; lo snellimento della burocrazia; aiuti reali alle piccole e medie imprese; sicurezza economica ed accesso al credito. Altro punto su cui riflettere è la tassazione che grava sulle imprese, in Tunisia così come in Europa. E’ di questi giorni l'accordo con il sindacato più importante, l'UGTT, per la riforma del contratto di lavoro. La transizione è anche questo, il crollo dell'occupazione - soprattutto giovanile ma attenzione alla lettura dei dati perché la Tunisia è un Paese molto giovane - e la scoperta ovvero la pretesa dei riconoscimenti dei diritti come cittadini lavoratori e non più sudditi; nonché qualche volta la confusione della democrazia con l'estensione dei diritti e non altrettanto delle responsabilità. Il percorso è lungo ma soprattutto per l'Italia le premesse per ridisegnare un Mediterraneo di pace e sviluppo ci sono tutte anche perché le due Capitali sono ad appena un’ora di volo. Il libro di Ilaria Guidantoni è stato presentato ieri a Roma presso la Libreria L’Argonauta. Si prosegue mercoledì 23 alla Libreria Griot (Via Santa Cecilia 1/A, sempre alle ore 18.00); una tappa intermedia sarà a Villorba in provincia di Treviso alla Libreria Lovat. Il giovedì 31 gennaio prima tappa milanese nella centralissima Milano Libri (Via Verdi, 2 alle ore 18.00). In via di definizione Livorno, Pisa, Pistoia e Firenze. L’8 a Tunisi nell’Atelier di Sadika Kèskés al termine di una settimana di presentazioni in loco. Alpi 17/01/2013