Presentazione Tema Pastorale Pregare Rosario con Bernadette 2012

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Presentazione Tema Pastorale Pregare Rosario con Bernadette 2012
Pregare il Rosario con Bernadette
È l’avventura del cristiano quella di respirare all’unisono col suo Creatore, battito vitale che si
inerpica sui viottoli dell’esistenza e tesse la trama del suo divenire; e la preghiera è come grembo
verginale, alveo sempre fresco dal quale sembra riecheggiare la premura del Cristo perché ogni
vivente possa approdare alle delizie celesti: Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano
anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria , quella che tu mi hai dato; poiché
mi hai amato prima della creazione del mondo (Gv 17,24)
Pregare è un po’ così: avere orizzonti e sentimenti vasti sui quali incontrare gli occhi di Dio e
fidanzarli con quelli dell’uomo, perché dall’innamoramento reciproco possa scaturire sempre vita
feconda. Pregare insomma è radicarsi nel giardino nuovo (Gv 19,14), come seme buono che penetra
nella terra e attende fiducioso le prime luci dell’alba (Mt 28,1). Ma la preghiera non astrae dal
contesto quotidiano, non prescinde dalle ordinarie preoccupazioni, non esula da una creazione che
soffre e geme le doglie del parto1. Semmai qualifica ogni istante del nostro tempo dirompendo
squarci di eternità. In una parola è Gesù che cerchiamo quando speriamo e sogniamo il meglio per
noi2, è la sua esperienza che rende sapido il nostro pregare3, è il memoriale della sua vita il senso
del nostro tendere le mani verso il cielo. Percorre il filo che unisce ogni singolo minuzzolo della sua
vita è come ritrovare il collante per le nostre vite, a volte così frantumate e offuscate, ma comunque
sempre desiderose di essere ricapitolate in Colui che viene4. La Vergine Maria è madre di questo
pellegrinaggio, timoniera zelante che ci precede verso acque placide, dispensatrice e consigliera che
magnifica la voce del Figlio e invita a fare quello che ci dirà (Gv 2,5)5. Non sorprende dunque che
sia proprio lei ad accompagnare il cammino dell’uomo, prolungando la voce del Figlio nei meandri
della storia6, come narciso che effonde rugiade di benedizioni, come fontana sigillata che irrora i
gigli rinfrancandoli dai cardi della vita7. È sempre lei che nella quiete del cuore custodisce il respiro
del Figlio (Lc 2,19), un respiro che blandisce le mura di Nazaret e mai smette di alitare i palpiti
1
“Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma
anche noi che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione
del nostro corpo” (Rm 8,22-23).
2
“ In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che
trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di
adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel
cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita
qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di
impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”
(Giovanni Paolo II, Veglia di preghiera in occasione della XV GMG, Roma Tor Vergata 19/08/2000)
3
“Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?” (Mt 5,13)
4
“In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua
grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero
della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi:
ricapitolare in Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef 1,7-10)
5
“”Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle
nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria;…
difatti il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa
ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro
cuore”. (BENEDETTO XVI)
6
“La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo
speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un'umana somiglianza che evoca un'intimità
spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta
assiduità di Maria” (GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, 10).
7
Cfr Is 35,1-5 e Ct 4,12-15
della mangiatoia, un respiro che rallenta fino a diventare amara esalazione sul palo maledetto, per
poi farsi vento nuovo e sospiro di sollievo nel vincolo mirabile del cenacolo. Ogni fazzoletto della
terra percorsa da Gesù ancora vive quello stesso respiro e Maria invita ogni credente a inalarsene le
narici; da madre premurosa qual è non disdegna di volgere i suoi occhi sulle creature misere – e
talvolta miserabili – guardandole invece come persone8, portando un lampo di cielo in una grotta
fetida9. Bernadette è tutta protesa verso la Signora senza macchia, i piedi annegati nell’acqua gelida
sembrano già cogliere la direzione del nuovo andare; ora le sue mani non afferrano più la legna ma i
grani bianchi di una corona, segni di un amore che anche una “buona a niente” può percorrere10; poi
la “scopa” usata dalla Vergine viene riposta dietro la porta11 perché chiunque pregherà il Rosario
con Bernadette possa scoprire l’umiltà del vero servizio.
8
“ La Madonna mi guardava come si guarda una persona” (Bernadette)
Al tempo di Bernadette, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava " Grotta dei maiali",
perché era il luogo dove si conducevano i maiali; poi Bernadette dirà: “quella grotta era il mio cielo”.
10
La superiora di Bernadette, nel giorno della sua professione religiosa, disse al vescovo che quella suora “non è buona
a niente” e decise di non affidarle alcun incarico.
11
Bernadette dirà: “Io sono la scopa di cui la Vergine si è servita. Cosa si fa di una scopa quando abbiamo finito di
usarla? La si mette dietro la porta. Quello è il mio posto, ci sto bene. Ci resto”.
9