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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
Marzo 2005
CANBERRA
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ü Il clima caldo facilita la crescita dei coralli
Secondo un gruppo di ricerca australiano, il riscaldamento globale del clima
faciliterebbe la crescita dei coralli. Al contrario di cio’ che é stato precedentemente
previsto, che il global warming sarebbe letale per il 60% delle specie coralline, il nuovo
studio sostiene che il riscaldamento potrebbe accelerare la crescita dei coralli sono a
valori superiore a quelli del periodo pre-industriale. E’ stato a lungo sostenuto che
l’aumento del CO2 nell’atmosfera –fattore principale del global warming- renderebbe i
mari più acidi, dunque riducendo la concentrazione di carbonato per a crescita dei
coralli. Il recente studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, sostiene invece che
quest’effetto sarebbe mitigato ed addirittura sorpassato dall’effetto positivo legato
all’aumento di temperatura: in mari più caldi i coralli calcificano, e dunque crescono,
più velocemente. Un fattore importante identificato dallo studio é che molto
dipenderà dalla velocità di riscaldamento dei mari: un riscaldamento in tempi rapidi
potrebbe essere portare all’estinzione di molte specie, mentre molti coralli si
potrebbero adattare ad un riscaldamento più lento.
Richard Matear [email protected]
ü Antica meteorite nel Pilbara Craton, Western Australia
Nel cratone del Pilbara, una regione del Western Australia, sono stati identificati segni
di un impatto meteoritico risalente 2.63 Ma fa. Dr Birger Rasmussen della University
of Western Australia ed il Professor Christian Koeberl dell’Universita’ di Vienna
hanno documentato tessiture da shock in cristalli di quarzo della regione. Questa e’ la
prima prova convincente che la zona del Pilbara, da lungo sospettata di essere la sede
di un impatto meteoritico sia effettivamente tale. Precedentemente, sferule di fuso
erano state identificate nelle rocce del Pilbara, ma altri, più convincenti, indicatori di
impatto meteoritico non erano mai stati trovati. Il sito dell’impatto (cratere) resta
sconosciuto, ma secondo il nuovo studio, l’impatto avrebbe coperto di materiale una
larga area dell’Australia e del Sud Africa, al tempo uniti in un unico continente.
Dr Birger Rasmussen, Email: [email protected]
ü Perché le balene si arenano sulle spiagge australiane
Ricercatori all’Università della Tasmania hanno stabilito che la cause principali per il
suicidio di massa di balene e delfini potrebbero essere le variazioni atmosferiche. La
ricerca indica che il forte incremento nel numero di cetacei che si arenano sulle
spiagge del sud (Australia e Nuova Zelanda) si correla all’aumento della forza dei venti
in un ciclo di 12 anni. I venti spingono acque antartiche fredde e ricche di nutrienti
verso nord forzando i cetacei verso la superficie. Questo produce un aumento del
numero di animali nella vicinanza delle coste australiane e neo-zelandesi e dunque un
aumento negli animali che si arenano. Recentemente il governo australiano ha
annunciato un piano per un data-base nazionale del numero di cetacei arenati con lo
scopo di facilitare la comprensione del troppo frequente fenomeno.
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Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
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Marzo 2005
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ü Collisione tra i ghiacci antartici
Un iceberg di larghe dimensioni (160 km), chiamato B15-A, staccatosi 5 anni fa da un
iceberg piu’ grande, sta lentamente migrando verso le coste antartiche. Recentemente
la collisione tra B15-A e la lingua galleggiante di un ghiacciaio Antartico (Drygalski
Glacier Tongue) sembra inevitabile. Il viaggio di B15-A è stato monitorato da diverse
enti (NASA, National Sciente Foundation Americana, Antarctic Climate and
Ecosystem Cooperative Research Centre in Australia, Agenzia Spaziale Europea).
Nonostante le previsioni di un impatto a dicembre 2004-gennaio 2005, le due masse di
ghiaccio sono ancora separate da 4-5 kilometri. La collisione potrebbe rompere una
significante scaglia di ghiaccio dall’iceberg favorendo il percorso dei rompighiaccio
verso l’Isola di Ross, dove sono situate diverse stazioni di osservazione Antartica. Si
pensa anche che l’impatto favorirebbe la strada dei pinguini verso il mare aperto da cui
traggono il nutrimento. D’altra parte, l’impatto potrebbe anche rompere un pezzo del
Drygalski Glacier, complicando la navigazione dell’area. La collisione costituisce una
delle più grandi osservati recentemente e sara’ monitorata con attenzione per
comprendere le dinamiche dei ghiaccia antartici.
ü I cromosomi sessuali del platypus
I platypus sono animali unici, avendo le caratteristiche dei mammiferi quali il pelo e
latte, ma posseggono caratteristiche piu primitive come la deposizione delle uova. Il
Professor Jenny Graves della Biological School dell’ANU, fa notare che molti aspetti
della loro anatomia, fisiologia e stile di vita hanno meravigliato gli scienziati e ora
risulta che anche i loro cromosomi sono altrettanto strani. In collaborazione con
l’universita’ di Cambridge, il prof. Graves and dr. Grutzner hanno utilizzato nuove
metodologie molecolari per identificare il DNA da cromosomi isolati che riconoscono
la sequenza dei cromosomi sessuali X e Y. Dallo studio, pubblicato su Nature, risulta
che il platypus ha ben 10 cromosomi sessuali: le femmine hanno 10 cromosomi X
mentre i maschi cinque X e cinqueY. L’aspetto piu sorprendente e’ che la catena di
cromosomi sessuali potrebbe rappresentare il link genetico tra i mammiferi e gli
uccelli. Secondo I ricercatori australiani parte del cromosoma X del platypus condivide
geni con il cromosoma X dell’uomo e parte con i cromosomi sessuali degli uccelli. Dal
punto di vista evolutivo puo’ essere che i nostri cromosomi sessuali si siano evoluti da
un organismo ancestrale simile ad un uccello: I cromosomi del platypus potrebbero
essere la chiave per scoprire proprio come.
Professor Jenny Graves: [email protected]
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