Il sorriso rassicurante di Michele (seconda parte)
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Il sorriso rassicurante di Michele (seconda parte)
Il forum italiano dei tifosi McLaren Numero 4 - Anno 2008 www.freccedargento.it Copia gratuita Analisi di una gara d’altri tempi www.freccedargento.it Cari lettori, ancora una volta, in prima pagina insieme al nome del sottoscritto compare un articolo decisamente “fuori dal coro”. Sappiamo bene che quest’ultimo mese è stato carico di notizie, novità, avvenimenti (positivi e negativi) che hanno riguardato la Formula1. Tuttavia, è accaduto un avvenimento importante anche al di fuori delle pit-lane di questi ultimi GP: infatti, praticamente un anno dopo la nascita del forum, motivi tecnici riguardanti lo sviluppo dello stesso hanno spinto verso l’acquisto di uno spazio a pagamento, che potesse ospitare in tutta stabilità e sicurezza questa community in costante crescita. È stata una grande soddisfazione capire che il forum ha superato il suo periodo di prova; un anno fa le previsioni, per chi è abituato a tenere i piedi ben saldi a terra, erano molto meno raggianti rispetto a quella che è stata l’effettiva evoluzione; invece oggi, grazie ad una solida base, si ha la certezza di poter puntare molto oltre, ed è mio obiettivo farlo. Per cui concludo ringraziando, innanzitutto, tutti voi utenti, perché è grazie alla vostra voglia di frequentare il forum che oggi quest’ultimo ha un sito di tutto rispetto. In secondo luogo, tengo a rivolgere un particolare ringraziamento a coloro che hanno scelto di collaborare per la crescita del forum (nel ruolo di moderatori od anche di semplici ma stretti utenti), perché aver realizzato tecnicamente da solo il trasferimento non significa affatto averlo realizzato psicologicamente da solo. Anche se credo che queste ultime parole non abbiano bisogno di spiegazioni, può essere utile precisare che difficilmente si sarebbe fatto un passaggio del genere senza il sostegno di questi particolari utenti (utenti ed amici). Ancora grazie a tutti voi, ed ora: il lavoro continua. L’Amministratore di Freccedargento.it E sono 15! di giorgio_deglianto La McLaren e il circuito di Montecarlo si amano per davvero, non c’è niente da fare. Metti già il fatto di dover cedere un’intera prima fila ai rivali, quando a Monaco la pole conta più di mezza vittoria, metti il fatto che è venuto giù il cielo e la McLaren si è pure sbucciata un ginocchio, pardon un cerchione. Ma alla fine a transitare al comando sotto la bandiera a scacchi è stata ancora una volta una vettura di Ron Dennis. Forse l’amore tra Montecarlo e la McLaren è sbocciato nel lontano 1966 Bruce McLaren giunse con la macchina caricata su una station wagon, e la vettura sembrò subito adattarsi alle stradine del circuito monegasco, anche se poi in gara ruppe il motore. Da allora e per tutta l’epoca di di Steve Montecarlo è sinonimo di glamour, eleganza ma anche di spettacolo ed infatti, dopo aver raccontato ciò che è successo nella gara, andiamo ad analizzare le prestazioni delle varie scuderie che hanno saputo regalare spettacolo per oltre 2 ore. Mclaren: Se non fosse per Hamilton, il risultato non sarebbe stato cosi prestigioso. L'inglese ha saputo regalare emozioni sin dall'inizio, oltre alla paura, perchè non si è mai concesso distrazioni e ha dato uno scossone importante ad una gara che poteva finire in mani sbagliate. Sin dal Giovedì, almeno tra di noi, ci auspicavamo un dominio netto da parte delle frecce d'argento ma infine, solamente grazie a lui, l'oramai prescelto del principato, che le cose sono andate a girare nel (Continua a pagina 2) Nel forum: sezione TEAM & PILOTI Mayer nemmeno la grande M23, la McLaren più vincente, riuscì a imporsi nel Principato. L’epopea iniziò con la gestione Dennis che dal 1984 a domenica scorsa ha ottenuto tutte e quindici le vittorie della McLaren. Certo, facile vincere quando hai in squadra uno come Senna, uno capace di vincere per sei volte a Monaco, eppure la forza della McLaren è stata di riuscire a imporsi anche con macchine decisamente poco performanti: basti pensare al 1993 quando Senna riuscì a domare uno scatenato leone Mansell fino alla bandiera a scacchi o alla vittoria di Coulthard nel 2002, nell’anno del dominio della Ferrari. Hamilton si è aggiunto alla lista dei piloti che hanno vinto a Monaco e ha fatto chiaramente intendere che regalerà a Ron altre vittorie a Montecarlo: a dire questo Ultimi aggiornamenti sui team e le monoposto della stagione 2008 non è soltanto una serie di coincidenze come l’ammirazione dell’inglese per il Brasiliano, quel casco così giallo, ma soprattutto il modo in cui ha vinto, in una gara che stava per concludersi amaramente alle Piscine ma che si è trasformata in un capolavoro con quei trenta giri inanellati a un ritmo pazzesco e il team che nei giri finali gli ordinava di rallentare. Non è un mistero che la MP4/23 da subito si è adattata all’aria di casa. La gara di Monaco ha dimostrato che nonostante il gran recupero della Ferrari sui circuiti lenti, è ancora la McLaren la migliore interprete in assoluto. Il giro veloce (Continua a pagina 2) Pagina 2 Analisi di una gara d’altri tempi (Continua da pagina 1) www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren verso giusto. Forse, dopo aver demoralizzato gli avversari, il Sabato si erano seduti sugli allori ma alla fine la roulette li ha premiati ed anche la bravura di una squadra mai doma, è stata fondamentale. Ferrari: A detta di Montezemolo, questo gp doveva essere una sorta di catenaccio alla Trapattoni ma infine, grazie anche a un Massa stratosferico sul giro singolo ed a una vettura veloce nei cambi di inserimento, la Rossa si era potuta riprendere temporaneamente lo scettro di favorita, dopo anni di incredibili difficoltà. Un occasione d'oro, la fortuna di stare davanti svanita in una gara anonima da parte di un Raikkonen in giornata no, oramai troppe volte, mentre Massa è stato l'unico che ha cercato di interpretare la corsa in un altro modo, andando sempre d'attacco e forzando a volte oltre il limite. Il lungo alla Santa Devote e la strategia disastrosa dei suoi uomini, hanno complicato la vita a un pilota che sta crescendo sempre di più, soprattutto psicologicamente. Bmw: Oramai nei dintorni della Baviera, l'unico nome cantato a squarciagola è quello di Robert Kubica. Il polacco ha saputo svelare le sue carte, giocare col fuoco in modo intelligente e senza strafare. Con Massa non ha mai dato la sensazione di poter spingere a lungo, eppure era sempre lì, prima dietro per indurlo all'errore e poi davanti per fargli vedere il suo alettone posteriore. La Bmw sta crescendo molto, sta affinando le armi e rendendo le cose facili ad un promettente campione che avrà (Continua da pagina 1) molto da dire in futuro, Ferrari e Mclaren di Raikkonen è poco significativo, siglato permettendo. Spostandoci nel luogo del con gomme nuove appena cambiatte, pianto, nulla da fare per Heidfeld che sta prova ne sia che Barrichello con la Honda annaspando sempre più, regalando solaha ottenuto un tempo quasi del tutto simile. La MP4/23 gara dopo gara dimostra L’ANGOLO DELLE CURIOSITA’ il suo feeling con le gomme dure, piuttosto che con quelle con la righetta, ancora un rebus da risolvere dalle parti di Woking: di certo c’è da considerare che lo di Elio11 sviluppo in alcune aree della 23 è fermo. Guardando la classifica sorprende di ve- 1977. Un giovane Keke Rosberg guidò la dere che Hamilton è in testa al mondiale e Kojima KE009 nel 1977. Accadde proprio nelle ultime due gare ha recuperato dodi- dopo l'unica gara che la vettura fece in ci punti su Raikkonen, complice l’errorac- Giappone. cio sul povero Adrian Sutil. Lewis ha gli Dopo la gara del Fuji 1977, la Bridgestostessi punti dell’anno scorso, ma i rivali ne incolpò delle scarse prestazioni la ora sono nettamente più competitivi. Un vettura ritenuta obsoleta e lenta, facendiscorso a parte, invece, va fatto per Ko- do ricadere tutta la colpa sul team. Mavalainen: il finlandese deve ancora im- tsuhisa Kojima , il proprietario della scubroccare una gara senza problemi e a Mo- deria all'opposto, non era dello stesso naco gli è capitato quello peggiore, parti- parere e chiese a Keke Rosberg di fare re dalla pit-lane. Ed è l’ennesima disav- un test per vedere quanto un pilota dalle ventura dopo il botto in Spagna, la foratu- prestazioni più convincenti potesse fare ra in Turchia e la Safety Car in Australia. la differenza con quella macchina. Urge un bagno a Lourdes, una camminata Rosberg testò la vettura sul circuito giapginocchioni alla Madonna di Fatima. Per- ponese con gomme Bridgestone all'iniché presto la sfiga di Kovalainen finirà e zio, ma appena fece pochi chilometri non sapremo ancora cosa sarà capace di tornò ai box dopo un giro di lancio, difare. Whitmarsh non scorda mai di lodar- cendo che c'era qualcosa che non andalo, quindi delle doti ce le avrà sicuramen- va con i pneumatici, e chiese a mr Kojima di cambiare la fornitura con un'altra te. marca, descrivendo negativamente la Speriamo ce lo dimostri quanto prima. sua esperienza di guida con quelle gom- mente delusioni ad una squadra che vuole crescere e non rimanere con la zavorra addosso. Crisi psicologica o di risultati, il futuro di Nick the Quick si fa sempre più minimo e quindi è meglio che ritorni se stesso, se non vorrà finire nell'oblio. Nel forum: sezione TEST INVERNALI 2007/2008 Ultimi commenti sui test della stagione 2008 E sono 15! Nel forum: sezione FORMULA1 DEL PASSATO Indietro nel tempo... Il destino irriverente volta le spalle alla Kojima me definite "saponette". Kojima aveva comprato una P34 del 1976 e la teneva nel garage del Fuji, prese a prestito i pneumatici Goodyear e li montò sulla sua vettura. Rosberg andò in pista nuovamente e fece meglio di quasi due secondi dalla precedente prova. Dopo il test, Kojima chiese alla Bridgestone un rimborso ma la casa giapponese rifiutò e non ammise quello che il test aveva provato e non lo farà mai . Di fatti anche nel 2001 in un' intervista fecero ricadere la colpa sul team per le scarse prestazioni. Se al Fuji in gara nel 1977 avessero montato le Goodyear e se il loro pilota, Kazuyoshi Hoshino avesse uguagliato la prestazioni di Rosberg (due secondi più veloce) la Kojima avrebbe fatto la prima fila in qualifica, forse ne bastava anche uno per scalare tante posizioni in griglia. Pagina 3 La consacrazione di Hamilton www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren di Steve Lewis Hamilton conquista Montecarlo per la prima volta e lo fa nel migliore dei modi, trionfando in una gara vera condizionata dalla pioggia e soprattutto da molti incidenti. Secondo posto per un mai domo Kubica che dimostra di avere il talento per poter lottare nel mondiale, terzo Massa che ha sbagliato pochissimo ma che si è ritrovato, dopo la pole conquistata, a dover difendersi quasi sempre e a mollare nel momento giusto. Deludente prestazione da parte di Kovalainen e Raikkonen che, vuoi per problemi tecnici ed errori grossolani, non hanno raccolto quanto speravano. Ottavo posto per Heikki mentre per quanto riguarda Kimi, solo il giro più veloce della gara e tanti rammarichi. Poteva essere la gara di Rosberg ma per un errore alle Piscine, meglio che sia rimasto ancora integro. Meravigliosa prestazione da parte di Sutil che oramai era ad un passo dal compiere il miracolo con un quarto posto però per un errore di Raikkonen, il tedesco non ha saputo resistere alle lacrime. Ma ora è il momento della cronaca del Gp più prestigioso e glamour dell'anno. Cronaca: Si parte su una pista che è leggermente bagnata, la Ferrari occupa tutta la prima fila grazie al risultato delle qualifiche mentre le Mclaren sono dietro. Nel giro di ricognizione Kovalainen ha subito problemi e parte dai box. Dopo una lunga attesa, si parte e Massa riesce a tenere il primo posto mentre Hamilton passa secondo con un Raikkonen che inizia a presagire una giornata no. La pioggia si fa sempre più incessante e il brasiliano della Ferrari meraviglia tutti con la sua deliziosa guida tra i guard rail del rischioso circuito monegasco. Rosberg sbaglia ad affrontare la Loews e tocca Alonso. Mentre Glock subito dopo, sbaglia e deve andare ai box e monta gomme da bagnato estreme, rischiosa scelta che gli ha compromesso la corsa. Però, al quinto giro arriva il momento clou della gara con Hamilton che sbatte al Tabaccaio e si deve fermare ai box mentre Alonso tocca le barriere nella zona centrale e fora il suo pneumatico. Gara pazza che inizia nel migliore dei modi per gli spettatori ma non per i piloti, infatti Bourdais e Coulthard si fanno fuori a vicenda a Massenet. Safety car e poco dopo, alla Santa Devote, Massa va lungo e regala la leadership a Kubica, che è passato secondo grazie al drive through rifilato a Raikkonen per un cambio di pneumatici non consentito. Situazione controversa perchè la gara va a favore di Hamilton che grazie ai pit di Massa e Kubica, rimane in pista e fa suo un distacco pesante che sarà fondamentale ai fini del risultato finale. Gara pazza anche per Alonso, Rosberg, Button che utilizzano le scalanate d'asciutto, mentre un certo Sutil compie miracoli e regala prodezze al suo team, andandosi ad inserire nel top 6. Oramai la pioggia non c'è più, la pista si va asciugandosi e Massa, Hamilton e gli altri big si convertono alla stessa scelta fatta da Alonso ecc... Ma lo spettacolo non finisce qui perchè Rosberg sbatte nella zona delle piscine mentre la safety car è costretta ad entrare per la seconda volta ma alla fine, nonostante sia successo di tutto, per Hamilton è arrivata la sua seconda vittoria stagionale, riscattando il secondo posto dell'anno scorso. TECNICA Il gioco delle coppie di jimclark Tra gli entusiasti dello sport del motore mi è capitato di sentire più di una volta asserzioni convinte quanto personali riguardanti argomenti di carattere tecnico oggetto di confusione anche tra gli addetti ai lavori: il nostro Lewis Hamilton ha in particolare declinato il concetto di coppia in diverse e fuorvianti maniere passando da certezze radicali(la “coppia che scoppia”,lui e Alonso) a più di qualche controproducente dubbio, per chiarirsi il quale sta mettendo a mio umile avviso in forse il risultato della stagione in corso (“coppia” con la figlia di Mansour?Con Naomi?Con l’aspirante turca a Miss Universo?Con Dannii Minogue? Con Miss Grenada?Con Nicole delle Pussycat Dolls?). Cercheremo di seguito di fornire un contributo tecnico al nostro team cercando di fare chiarezza sui concetti di potenza e coppia, con la speranza che, dovesse il nostro leggere queste note, la sua mente finalmente libera dal dubbio possa concentrarsi finalmente sui semafori in pit lane. La forza e il lavoro. La potenza. Per irretire l’attenzione dell’anglocaraibico prendiamo Alonso e mettiamolo a spingere la sua macchina senza benzina in pitlane in un gran premio molto caldo, Bahrein per esempio, in due circostanze. Nella prima la vettura ha il cambio bloccato in prima e per quanto l’asturiano possa spingere, la sua derelitta monoposto non si muoverà di un metro. Nel secondo caso la macchina sia in folle, e diciamo che Alonso la spinga con una forza di 100 kgspinta(981N),facendo percorrere alla stessa un metro in un secondo. Diremo che nel primo caso, quale che sia la forza con la quale Alonso spinge, nessun lavoro viene compiuto e nessuna potenza viene espressa, mentre nel secondo caso viene compiuto un lavoro pari a 981Joule con l’espressione di 981 Watt di potenza. Già, Watt. Per curiosità Watt, usò al posto di Alonso un cavallo, e valutò che un cavallo del suo tempo potesse sollevare 550 libbre peso di un piede (circa 30 cm) in un secondo. Tutto questo l’anglosassone pose come unità di misura della potenza di un cavallo (“the power of one horse, 1 hosepower”). La coppia. Detto della potenza e del lavoro, ok, ma la coppia? Come farcene un’idea? Possiamo pensare a una coppia per analogia alla forza. Se è vero che la forza è la causa che imprime a un corpo un’accelerazone nel suo moto traslatorio,la coppia è la causa che imprime a un corpo (Continua a pagina 4) Pagina 4 Il gioco delle coppie www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 3) un’accelerazione del suo moto rotatorio, ovvero l’aumento della sua velocità di rotazione. Cosa c’entra con le corse. Possiamo anche pensare alla coppia come all’opposizione necessaria ad equilibrare un grave posto all’estremità di un’asta idealmente senza peso, per cui la coppia verrà misurata in termini di prodotto di una forza (newton) per una distanza(metri), cioè in NewtonMetri. Ciò che è importante pensare è che, sebbene confrontiamo tutti i motori tra di loro sulla base della loro potenza, non è la potenza che effettivamente misuriamo di un motore, ma attraverso dinamometri la “forza di rotazione “ prodotta all’albero motore, cioè proprio la coppia a un dato regime di giri. Però l’ingegnere misura, ma Hamilton guida. Come può lui quindi rendersi conto in maniera tangibile della coppia? Dal punto di vista del pilota la coppia è tutto, nel senso che, assegnata la marcia e l’apertura dell’acceleratore, se si considerano nulle tutte le forze di opposizione al moto dipendenti dalla velocità, allora una vettura accelererà in maniera esattamente data dalla sua curva di coppia: massima coppia allora, uguale massima accelerazione. Questo spiega perché anche i più smaliziati ma meno consapevoli tra i piloti fanno la cosiddetta”doppietta in salita”: l’ottimizzazione della performance in accelerazione attraverso i cambi di marcia si ha facendo in modo di tenere il motore in un arco di giri prossimo al regime di coppia massi- ma. Assegnato il valore di coppia, l’accelerazione sperimentata dal pilota è la stessa sia che il pilota acceleri da 2000 giri, che da 4000 giri, stanti le condizioni suindicate: tuttavia la potenza nel secondo caso è doppia che nel primo, nonostante questa cosa sembri essere così poco rilevante alla guida. Il regime di potenza massima generalmente sopraggiunge a un numero di giri più alto di quello di coppia massima, sicchè fissata la marcia guidare al regime di potenza massima, significa comunque avere meno accelerazione. Se la potenza è così poco importante, allora, perché ce ne preoccupiamo? Perché avere una macchina più potente a parità di coppia, significa avere la coppia massima a più alto numero di giri.In realtà questo significa anche avere più coppia alle ruote dalla macchina più potente mettendo tra il motore e le ruote quel magico dispositivo che va sotto il nome di cambio. Prendiamo ad esempio la ruota di un mulino ad acqua. Essa è in grado diciamo di produrre un’enorme coppia, ad esempio 1500Nm, a una velocità di rotazione molto bassa, diciamo 10 giri/min. Se la ruota di una macchina ha un raggio di circa 40 cm, allora il mulino in presa diretta sulla macchina darebbe una velocità di circa 2kmh. Per accelerare a circa 60kmh, avremmo bisogno di un cambio che faccia girare la ruota a circa, se l’ora tarda non mi inganna, a 360 giri al minuto. L’aumento di velocità di rotazione ridurrebbe la coppia espressa dal mulino alla ruota della macchina a 60 all’ora, a circa 50Nm, il che equivarrebbe a un’ac- celerazione molto lenta, probabilmente insufficiente a raggiungere i 60 km/h in condizioni reali. Fatte le opportune moltiplicazioni, abbiamo per il mulino circa 15kW, ovvero circa 20Hp(!).Una Clio1.2tce da 100hp, che fa 150Nm di coppia a 3000 rpm, montata su un mulino a fare 10giri al minuto produrrebbe con un cambio opportunamente dimensionato una coppia di 45000 Nm, ovvero 300 volte superiore, per via delle cifre utilizzate come riferimento. Altro che farina! In altri termini, il mulino produce una coppia enorme, ma ha una potenza ridotta, cioè è lentissimo nel compiere lavoro con questa coppia. Il motore della clio è più potente del mulino, cioè meno coppia ma è in prospettiva più capace di lavorare nel tempo. Tornando alle automobili, sempre meglio avere più potenza, ovvero a parità di coppia averla a più alto numero di giri, piuttosto che più coppia e meno potenza, perché a partire dalla potenza, la coppia si può sempre ottenere mediante l’uso di idonei rapporti. ne: i 2 dialogando senza auricolare hanno evidenziato i pericoli che si corrono, per se e per gli altri. Oltre a porre fine alla propria gara hanno tamponato un altro automobilista che era casualmente davanti su una vettura rossa. Al vero l'altro automobilista, quello sulla vettura rossa, a Monaco non aveva seguito i consigli di Luigi sulla guida in stato di ebrezza, tamponando anche lui un automobilista che si trovava in una posizione in cui non doveva essere. Prima di questa dimostrazione, Luigi stava conducendo una grande gara, perfetto nella sua guida atipica, vocabolo tanto di moda ultimamente; veloce, preciso, con una vettura che lo supportava alla perfezione. E' scappato subito, iniziando a costruire un buon vantaggio; dietro, Kubica e Raikonen non riuscivano a tenerne il passo. Una safety car (normale in Canada la sua apparizione) ha annullato tutto, dando il “La” alla lezione di sicurezza stradale. Peccato che questo sia costata la vittoria certa: non penso che Kubica potesse impensierirlo, situazione confermata dallo stesso polacco. Raikkonen, malgrado le teorie del team, non era in grado di portare a casa la vit- Cellulari e Incidenti di riccardo La McLaren è un team al quale sta a cuore la sicurezza alla guida; in ogni appuntamento affronta un argomento di rischio. A Monaco, con un simulatore, ha fatto capire cosa vuol dire guidare dopo avere bevuto e i pericoli che si corrono per se e per gli altri. In Canada ci ha spiegato con un esempio dal vivo cosa si rischia a usare il cellulare mentre si guida,la dimostrazione è stata affidata a Luigi Hamilton con la collaborazione di Niko Rosberg, che ringraziamo per essersi prestato alla dimostrazio- (Continua a pagina 5) Pagina 5 Cellulari e Incidenti www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 4) toria ed a supporto di ciò ci sono le prove libere e le qualifiche, che hanno visto il finnico in evidente ritardo nelle 2 giornate, con una scelta aerodinamica che li penalizzava nel tratto veloce, segno di qualche problema di aderenza nella parte mista. La McLaren ha effettuato un pit più lungo degli avversari, cosa che ha consentito il sorpasso ai box, ma avrebbe dovuto consentire a Hamilton di rimanere di più in pista, quindi, vista la giornata positiva di pilota e vettura, di riprendere la testa della gara durante il secondo pit. Errore drammatico che oltre a costare la vittoria ci penalizza in Francia, dovendo scontare una retrocessione di 10 posizioni sulla griglia di partenza, in un circuito che non ci è particolarmente amico. Ricordo che c'era anche un altro pilota McLaren, ma non posso dire molto, lo si è visto 3 o 4 volte: la prima volta per essere stato infilato come un tordo da Massa, e le altre volte per dei sorpassi stentati. Mi piacerebbe avere delle spiegazioni dal team sulla vettura di Kovalainen, se era la stessa di Luigi o era quella della presentazione a Stoccarda. I vertici lo osannano,e io penso sia un ottimo pilota,ma un po' per sfortune e un po' per prestazioni stranamente opache, sta suscitando dei dubbi che deve fugare il prima possibile, per lui, per il team e per noi tifosi. Non si può non essere contenti per la vittoria di Kubica, un pilota serio e veloce, che sta raccogliendo meritatamente i frutti di un duro lavoro, definito da Ha- milton, tempo fa, uno dei più forti del circus. Complimenti alla BMW per la doppietta che corona la prima vittoria in F1 con un team proprio. Nota di colore, la Renault con i suoi 2 piloti: Piquet, in questo mondo serio è sempre capace di strappare un sorriso, anzi una risata...indecoroso. Alonso ha spremuto ogni grammo di UN SALTO NEL PASSATO velocità dalla vettura, ma senza i 6 decimi è dura. Non ho gradito le dichiarazioni sprezzandi jimclark che ha imposto all’attenzione del mon- ti e tempestive da parte dei vertici della do la provincia, e l’ha portata sulla co- rossa, che hanno ricevuto altrettanto Nonostante la sua fabbrica di automobili pertina del Times nonché sulle pagine di tempestivamente le scuse del Pilota e gli sia sopravvissuta e si sforzi oggi at- Topolino, dove l’indimenticato Enzo del Team McLaren. Lo stile è da sempre traverso alcuni meritori personaggi di cacciava via sdegnato Paperone a segui- una pecca in casa rossa. E dire che erano restaurare l’immagine di “nazionale ros- to di una proposta di sponsorizzazione partiti bene con l'operazione simpatia. sa” romanticamente voluta da Enzo Fer- che avrebbe richiesto di dipingere le Ora la situazione si fa seria,le prossime 2 rari avverso alla multinazionale di tecnici rosse macchine della via Emilia di color gare non ci vedono favoriti, c'è bisogno di impegno da parte dei 2 piloti e di una e piloti che tale immagine hanno in un melanzana(!) certo qual modo sacrificato sull’altare Tra le storie di quest’Italia del motore, macchina performante al 100% per rimedella globalizzazione in tempi recenti, e molti ignorano che la mia terra,la Puglia, diare alla disfatta di Montreal. che secondo alcuni perdura, la morte ha dato il suo ampio contributo. Oltre a Io ci credo, l'impegno del team è sempre del Papa di Maranello ha segnato la con- essere terra di origine per Ralph De Pal- massimo e Luigi resta comunque uno dei clusione di un novecento in cui l’Italia è ma, senza il quale forse una Ferrari non più forti piloti in circolazione. stata straordinaria protagonista degli ci sarebbe stata neppure, nonché nelle Alla prossima per commentare le nostre sport del motore nel loro complesso. stesse zone per Felipe Massa, il che chiu- vittorie. Enzo Ferrari andandosene ha chiuso un de in un certo senso il cerchio, è stata libro in cui sono scritte pagine straordi- sede per diverso tempo del Gran Premio domande:”Enzo, ma tu hai già deciso cosa farai da grande?”.Ci fossero stati i genitori narie che vanno addirittura oltre lui. Vin- di Bari. cenzo Lancia, Vittorio Jano, Nuvolari, “(…)una sera d’agosto, Enzo era impe- se ne sarebbe uscito con una bugia, ma a Varzi, Villoresi, Taruffi, la Mille Miglia, la gnato a dare la caccia alle zanzare, che Peppino mostrò la prima pagina di un giorStratos e la Delta, Monza e imola, la sull’appennino modenese non mancava- nale che titolava:” Raffaele DePalma anleggendaria Targa Florio, sono le pagine no mai. Aveva chiesto aiuto al suo miglio- cora una volta protagonista alla grande di una storia che nel grande vecchio tro- re amico, Peppino. E mentre si davano da competizione americana di Indianapolis”. va la sua sintesi e il suo protagonista, fare Peppino butto giù la domanda delle “Mi stai dicendo che vuoi diventare come lui?”, chiese Peppino.”Ti sto dicendo che voglio diventare più bravo di lui!” Probabilmente molti di noi pugliesi ignorano che, nel percorrere il rettilineo davanti ai padiglioni del quartiere della Fiera del Levante a Bari mettono le ruote di rozze WHO LET THE DOGS OUT? (Continua a pagina 6) Pagina 6 UN SALTO NEL PASSATO WHO LET THE DOGS OUT? www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 5) utilitarie o eleganti coupè nelle tracce di Nuvolari e Varzi, Bira e Bonetto, Ascari e Villoresi, Fangio e Moss. I nominati danno idea della caratura del’evento, ma forse non del nome della curva della memoria che titola questo scritto. Se la Turchia è Levante oggi, noi lo siamo stati molto tempo fa, e a seguito di quanto accaduto a Bruno Senna nella gara turca della GP2, vi narrerò della terza edizione del Gran Premio, datata 12 giugno 1949. Lo schieramento al via era di tutto rispetto: riservato a vetture di formula 2, vedeva al via tra gli altri Bonetto, Cortese, Alberto Ascari, Gigi Villoresi, Clemente Biondetti e il brasiliano Chico Landi. Alla gara che aveva una durata di ben 424 km, Chico Landi era seguito dal cronista della radio brasiliana Pietro Fittipaldi, che di lì a poco sarebbe diventato papà di un non troppo bel bambino chiamato Emerson. Ospite d’onore e simbolo della voglia di ricominciare dopo la guerra anche l’asso tedesco Rudolf Caracciola. La gara fu vinta per la cronaca da Alberto Ascari a circa 119 kmh di media, ma non è di questo che voglio darvi conto. E’ infatti cosa usuale il ritiro o l’incidente in una gara automobilistica, ma quello che toccò a Villoresi al 42°giro ha del tragicomico. Mentre nelle posizioni di testa infuriava la battaglia, comparve infatti sul rettilineo d’arrivo un cane, abile quanto sventurato nel dribblare pubblico transenne e forze di sicurezza. Le vetture in lotta, Ferrari 166s Formula2 capaci di oltre 190kmh rendevano la faccenda cane una cosa seria persino per Renzo Castagneto, usualmente imperturbabile direttore di gara. Immaginate un attimo il cane con alle calcagna i commissari in mezzo a macchine urlanti e pubblico ancora più urlante: una cosa che avrebbe indotto chiunque a volerla fare finita, ma la bestia scelse il transitante Villoresi per suicidarsi. L’impatto fu tale che a Bari ancora oggi i vecchi si chiedono se fu Villoresi ad arrotare il cane o il cane ad arrotare Villoresi. Tant’è, vita finita per la bestia e gara apparentemente finita con il radiatore sfasciato per il povero Gigi. “But it’s not over until it’s over”. Poco dopo, infatti, nell’assistere dai box alla trionfale cavalcata di Alberto Ascari, Gigi vedeva arrivare ai box Chico Landi per un rifornimento programmato, e il brasiliano assetato chiese per sé una bottiglia di minerale. Complice la ressa, la bottiglia gli fu servita in un occhio da un meccanico maldestro, e con l’arcata sopraccigliare rotta e il viso inondato di sangue Chico fu costretto al riti- ro. Gigi, pur non essendo pilota designato di riserva di Landi, non ci pensò due volte e si rituffò sul nastro d’argento ultimo e staccato ma, con la rabbia che aveva , risalì al quarto posto a suon di giri record, regalando al pubblico barese una delle più belle imprese della sua carriera di campione. UN SALTO NEL PASSATO Il sorriso rassicurante di Michele (seconda parte) di Elio11 Un bottino di soli quattordici punti in tutto l’arco delle sedici gare. Una delusione grande, ed ancora maggiore è lo sconforto di aver perso l’amico Elio, vittima di un incidente a Le Castellet in alcune prove private primaverili. Nel 1987 il pilota vincitore del primo gran premio del messicano sul rinnovato circuito “Hermanos Rodriguez”, Gerhard Berger, approda a Maranello. Per Alboreto è l’inizio della fine del sodalizio con la scuderia italiana. Berger infatti si dimostra in pista la prima guida, nonostante la parità di trattamento ricevuta. Arrivano per lui le vittorie in Giappone e in Australia a fine stagione. La Ferrari non è mai in lizza per i due titoli, ma neanche la Mclaren stavolta sembra esserlo. La lotta interna fra i due piloti della Williams favorisce la Lotus di Senna, e lo stesso Prost che assieme all’austriaco della “Rossa” si spartiscono le gare restanti. Sembra comunque un buon viatico per l’anno successivo. Albereto fa qualche podio con la 187/88C a Imola e Monaco. In Australia è doppietta, ma come ricordato l’alloro è di Berger. Diciassette punti finali, meglio dell’anno prima sicuramente, ma bene tredici dietro Berger. 1988, anno chiave. Berger ed Alboreto non possono far nulla contro lo strapotere delle Mclaren di Prost e Senna (ben quindici vittorie su sedici in quella stagione), e a Monza è si doppietta ma dietro ancora a Berger.A luglio si lavora su una versione della F1 88/A con motore aspirato V12. Nello stesso periodo si inizia a progettare la 639 , la “Papera”, di cui una evoluzione , la “640”, sarà guidata da Berger e Mansell nel 1989. Si crea una frattura dirigenziale-tecnica all’interno del team, destinata a perpetuarsi per molti anni. Gli stessi due piloti sembrano di far parte di due teams diversi. Barnard decide di stabilire la sua factory in Inghilterra, l’altra metà dei tecnici Ferrari assieme ad Alboreto vogliono continuare a lavorare in Italia. Intanto Enzo Ferrari muore in Agosto e nella scuderia prende il sopravvento la completa anarchia. A luglio Alboreto ha contatti con Williams, ma la stessa scuderia britannica aveva perso smalto con l’abbandono della Honda. Frank Williams gli offre un sedile memore di un suo test nei primi anni Ottanta, ma gli altri capi della Williams gli preferiscono il belga Boutsen. Il pilota decide di continuare a lavorare per il resto della stagione con la Ferrari . E per il 1989 chiuse le porte alla Ferrari, e suo malgrado anche quella della Williams, è costretto dopo aver pensato (Continua a pagina 7) Pagina 7 UN SALTO NEL PASSATO www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren Il sorriso rassicurante di Michele (seconda parte) seriamente al ritiro, a fare qualche passo indietro, e ritornare agli esordi firmando con Tyrrell, una scuderia che già a fine anni ottanta non navigava più nell’oro. Il tentativo di ripetere i risultati con la scuderia di Ken Tyrrell sono vani anche perché Alboreto porta si esperienza, e soprattutto in dotazione la sua squadra di ingegneri di pista e meccanici emigrati anch’essi dalla Ferrari al seguito del pilota, ma non sponsors munifici a parte la Marlboro che diede il supporto necessario per correre la prima parte di stagione. Addirittura a Monaco già dal mercoledi’ della settimana di competizione, gli prospettano che sarà costretto a prendere parte alla gara con la versione “B” della vecchia 017. Il team non era riuscito a costruire due “018” in tempo per le libere del giovedi’ , e quella esistente viene affidata al meno quotato Bailey. Il giorno dopo quello delle libere Alboreto boicotta in segno di protesta le libere. La mancanza di professionalità che rimproverò al team gli si ritorse contro, perché la scuderia mise in conto per il futuro questa sua rinuncia. Tra l’altro la “018”,che sarebbe potuta anche essere la Ferrari del 1989, sarà guidata poi dal giovanissimo Alesi, sponsorizzato dalla Camel per il resto della stagione da Montreal in poi. A Monaco nonostante la situazione difficile è quinto, e conquista due punti essenziali per la squadra, in Messico addirittura è terzo sul podio. Alesi, che ironia della sorte, sarà il nuovo idolo n.27 del popolo ferrarista in futuro, prende il suo posto. Infatti Ken Tyrrell aveva intimato al milanese di interrompere il suo rapporto di sponsorizzazione con Marlboro, per diventare uomo immagine della Camel, ma Alboreto rifiuta. Il contratto con il marchio produttore di sigarette lo lascerà comunque presto avvertendo che la carriera dell’ormai trentaduenne fosse giunta al termine. Quindi niente guadagno di immagine. Per il resto della stagione è con Larrousse a partire da Germania. Una vettura non competitiva, che fatica anche a prequalificarsi. Per il 1990 è prevista la rinascita a livello agonistico dopo la brutta parentesi dell’anno precedente. Inizia un sodalizio con la Arrows, che ha in atto il programma di vendere alla Footwork, suo sponsor. Il 1990 viene visto come un anno di transizione per il team, ed una tappa cruciale della sua carriera. In base ai risultati raggiunti avrebbe deciso se continuare o meno con la F1. Quell’anno la Arrows, fortemente indebitata e con poche risorse economiche, schiera il telaio “B” della A11 che corse nel 1989. La scuderia aveva dalla sua tutti gli sfavori del pronostico. Viene chiamato Alex Caffi ex- Osella e Dall’ara, come seconda guida dopo una breve parentesi di Schneider nel gran premio inaugurale di Phoenix. I due piloti italiani riescono a conquistare tante volte la griglia di partenza, al limite dell’esclusione, e la vettura si dimostra affidabile visto che in quasi tutte le gare vedono la bandiera a scacchi ma soprattutto quasi regolarmente salgono fino alla nona-decima posizione circa, con Caffi che riesce anche a prendere due punti a Monaco. Per il 1991 è pronta una nuova evoluzione della A11, la versione “C”, ma la novità più importante giunge dal fronte motoristico e dirigenziale. La Arrows si assicura i motori Porsche, e riesce a salvare il team, visto che va in porto completamente l’acquisto da parte della Footwork. La Arrows tornerà in prima persona in F1 nel 1997. I nuovi motori però non sono competitivi come ci si aspetta: a Phoenix solo Alboreto si qualifica e nel corso della gara è costretto a causa del cambio ad alzare bandiera bianca, in Brasile e San Marino non c’è nessuna Footwork in griglia a causa della scarsa competività. A San Marino debutta la nuova FA12 con Caffi, mentre a Monaco si qualfica, sempre al limite , solo il milanese. A partire dal gran premio di Montreal si ricostituisce la coppia Ferrari 1985-1986: c’è Johansson che dopo i fasti di Maranello e Woking era passato a lottare con tenacia e sacrificio con scuderie di basso livello come la Onyx. e la Ags, oltre alla Ligier, altra nobile decaduta, prima di passare alla scuderia biancorossa. I risultati però continuano a non arrivare, ed è difficile fare bene in gare se non ci si riesce a qualificare. Con la FA12C si abbandonano i motori tedeschi, per ripiegare sugli affidabili ma meno potenti Cosworth. Il cambio non produce cambiamenti radicali. E’ di Caffi il miglior piazzamento a fine gara, decimo in Giappone. Alboreto per il secondo anno consecutivo non prende neanche un punto. 1992. Anno nuovo, vita nuova. Per la nuova stagione si innova radicalmente a partire dal motore, Mugen Honda V10, ed anche la squadra piloti, cambia ancora. Caffi è sostituito da Aguri Suzuki che corre supportato dal team tutta la stagione. La macchina è la nuova FA13, molto più prestazionale delle due precedenti progettate da Jenkins. Alboreto conquista due quinti posti a San Marino, e Spagna facendo presagire un’annata dal bottino ottimo. Arriverà a fine stagione anche un punto in Portogallo. Sarà sei volte settimo a fine gara a ridosso dei punti. Il trentacinquenne Alboreto conquista abbastanza punti per risultare d e ci mo in c las s i fi ca fina l e. Nel 1993 Alboreto terminato il contratto di collaborazione con Footwork, e decide di tornare in Italia. Approda alla “Scuderia Italia”. Dal 1988 al 1992 questo team italiano aveva partecipato sotto il nome di Dallara, con ottimi risultati tra il 1989 e il 1991 soprattutto. Terminata la collaborazione telaistica con l’ing.Dallara, si decide di passare ad un’altra grande casa, storica , di prestigio, la Lola, che nello stesso anno era impegnata a nel campionato Indycar-Cart con Nigel Mansell nel team Newman Haas. Il nome della vettura è T93/30. Sarà una mossa criticata dalla stampa e dagli addetti ai lavori, sia perché la F1 perde per sempre un importantissimo costruttore di telai, sia perché la Scuderia Italia si affossò definitivamente. L’annata si rivela un vero disastro per Michele e per Badoer, a cui va dato il merito di aver ottenuto un settimo posto ad Imola, lodevole in mezzo a tante mancate prequalifiche e ritiri. In Australia e Giappone le vetture vengono schierate ufficialmente, ma già della Lola-Scuderia Italia non restava che un ricordo. Alboreto chiude la sua carriera in F1 con la Minardi nel 1994, prima guidando la M193B poi la M194. I risultati sono buoni, sia in qualifica che in gara. Arriverà anche un punto a Monaco e un settimo posto in Ungheria. Ma il 1994 per Michele è anno importante per altre due morti funeste che scuotono nuovamente l’ambiente. Si tratta di Roland Ratzemberger ed Ayrton Senna nel week-end imolese. Nuovi gravi incidenti si susseguono durante quell’annata, quello di Barrichello nel venerdi’ delle (Continua a pagina 8) Pagina 8 Il sorriso rassicurante di Michele (seconda parte) www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren (Continua da pagina 7) libere di Imola che aveva preceduto e fatto presagire il peggio, quello di Lamy e Lehto appena dopo il via dello stesso gran premio san marinese, quello dello stesso portoghese della Lotus in alcune prove private a Silverstone appena una settimana dai tragici eventi. E non saranno eventi isolati e concentrati durante la stagione 1994, perché Wendlinger,Inoue,Katayama ed Hakkinen nel 1995 saranno vittime di altri paurosi incidenti, e per una semplice benevolenza da parte del destino , a cui avevamo pagato dazio l’anno prima, sono rimasti incolumi o quasi. E’ l’ultimo anno in cui Alboreto porta avanti la politica per rivendicazioni sulla sicurezza in pista, quello più tragico. Uno dei pochi, se non l’unico ad aver avuto il coraggio di schierarsi in difesa della verità durante il processo. Dopo il 1 Maggio 1994 dirà- “Ho vissuto quel giorno in diretta dalla pista. […] Ricordo anche quando, ancora seduto in macchina, ho incrociato lo sguardo di Patrick Head: un suo cenno chiaro mi ha fatto capire che Ayrton non c’era più. Non è stato facile continuare il GP. E’ stata una giornata davvero difficile. In me è ancora vivissimo il ricordo del volo da Monaco al Brasile, per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, insieme con Thierry Boutsen, Emerson Fittipaldi, Alain Prost. Il nostro volerci essere in quel giorno è la dimostrazione più chiara di quanto tutti noi stimassimo Ayrton.” “In quella curva non si esce se non c’è un guasto meccanico. Spero che questo processo serva a difendere un uomo che non c’è più. Senna merita il riconoscimento di aver perso la vita non per colpa sua. Io non voglio vedere nessuno in galera ma che venga difesa la sua memoria, mi da fastidio che vogliano difendere posizioni indifendibili. Subito dopo la sua morte ho sentito versioni assurde: che aAyrton aveva avuto l’incidente perché pensava alla fidanzata o perché aveva avuto un malore. Coulthard ha dato una versione opposta alla mia? Probabilmente ha ancora da fare una lunga carriera in F1. Senna aveva già percepito che qualcosa non andava nella ua Williams, nessun volante si sposta di qualche centimetro, e alla Variante Bassa aveva già avvertito che qualcosa non andava perché levò e rimise il piede sull’accelleratore. Al Tamburello quando levò il piede dall’accelleratore non poteva fare più niente perché era lanciato a trecento chilometri orari” “In fondo, a pensarci bene, non c’era d’aspettarsi nulla di diverso dall’assoluzione…In ogni caso, al di là del processo, nessun tipo di sentenza avrebbe potuto ridarci Ayrton Senna, farlo tornare in vita e questa, purtroppo, è la cosa fondamentale.. La Formula uno va avanti. Di Senna ci resta il ricordo di un campione che di sicuro non ha sbagliato.”- le sue parole a seguito della sentenza del “processo Senna” Centonovantaquattro gran premi disputati per un totale di oltre duecento partecipazioni cinque vittorie (Las Vegas 1982, Usa Est 1983, Belgio 1984, Canada e Germania 1985) e 186,5 punti in una carriera lunga dal 1981 al 1994. Nel 1995 dopo l’addio alla Formula Uno, entra nel campionato Turismo tedesco DTM con una vettura Alfa Romeo, ventiduesimo in classifica finale. Partecipa anche alla 12H di Sebring giungendo quarto con Ferrari, gara valida per la ITCC, e per il campionato IMSA corre con la Ferrari 333P in Texas giungendo secondo. Nel 1996 ritorna a gareggiare con vetture a ruote scoperte, il primo amore, e lo fa emigrando in America nel campionato a cui Tony George aveva dato nuova linfa vitale, l’USAC, denominato ora IRL. Il pilota italiano trentanovenne debutta nella 200miglia di Orlando, nel World Disney Speedway, un classico ovale da un miglio. “Gareggio con una Lola Cosworth del team di Andy Evans, l’ amico amministratore di Bill Gates, l’ uomo dei computer. Sono negli Usa per valutare questo tipo di gare, in un ambiente che mi è completamente nuovo. Per ora ho solo un accordo valido per una gara. Sappiamo che negli Usa i risultati premiano: nelle prove libere son stato il piu’ veloce con una vettura Lola e ho girato piu’ veloce di Eddie Cheever che da qualche stagione gareggia qui in America. La prossima settimana incontrero’ anche Emerson Fittipaldi a Miami per avere altri consigli su questo mondo americano. Si deve solo prendere confidenza” dirà al Corriere della Sera. Dopo la gara della Florida in cui arriva soprendentemente quarto, quella di Phoenix, ottavo ed ancora poi in Indiana, nella sua prima volta alla 500 miglia dove però non brilla in gara a causa di una rottura del cambio. Gli ultimi due appun- tamenti stagionali li corre con la Scandia Rio Hotel nel New Hampshire e a Las Vegas. Altri risultati eclatanti, terzo e quinto rispettivamente. Nonostante gli ottimi risultati, non rimpiangerà questa esperienza d’oltreoceano, perché decide di chiudere con le corse sugli ovali ritenute troppo pericolose. Alboreto nello stesso anno disputa per la Scandia/ Simon anche il campionato IMSA World Sports Car Championship con la Ferrari 333SP. Alla 24H di Daytona arriva un ritiro, alla 24H di LeMans fa coppia nella Porsche WSC-95 delteam Joest Racing con il suo ex compagno di scuderia in Minardi Pierluigi Martini, e il belga Didier Theys: dopo trecento tornate si dovranno arrendere per problemi al motore. L’anno seguente, oltre a disputare le ultime due gare della IRL sopra ricordate, partecipa alla 24 H di LeMans assieme a Johansson e Kristensen. La vettura è la stessa del precedente anno. Alboreto assieme ai suoi compagni può festeggiare per la prima volta la vittoria alla prestigiossisma gara . L’apice della sua carriera professionistica. Di fatti nel 1998 non riuscirà a completare la gara con la Porsche LMP1, sempre con Johansson al suo fianco e Dalmas che sostituisce il terzo elemento della squadra vincente del 1997. Alla Petit-Le Mans però si piazza secondo sul podio. Sempre lo svedese suo ex-compagno in Ferrari e J.Muller. Nel 1999 passa all’Audi. Assieme a “Dindo” Capello che si aggiunge alla squadra, sfiora la vittoria alla 12H di Sebring nella ALMS con la R8R. Nella 24H di Le Mans è quarto. Il campionato ALMS della stagione 2000 lo vede sulla R8 , al fianco ancora di Capello e di Allan McNish. Secondo a Sebring, primo a Road Atlanta, terzo a Le Mans (con Abt al posto dello scozzese). Nel 2001 corona un altro sogno, vincere la 12H di Sebring e lo fa con Capello ed Aiello giusto un mese prima di alcuni test sul circuito del Lausitzring in vista d e ll a 24 H di Le M ans . Un sogno, quello di bissare il successo ottenuto nel 1997, che non potrà essere mai realizzato. Ma più importante di una semplice gara automobilistica, è stato il dolore di aver perso per sempre il sorriso di una persona onesta, generosa, umile, semplice. Una persona che tutti noi sentivamo “di famiglia”. Addio Michele, chissà quante cose vi starete raccontando lassù tu ed Elio. Pagina 9 Senna Re di Montecarlo: 6 vittorie e quella sconfitta che lo ha reso più forte www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren di Amantemclaren Il 3 Giugno 1984 a Montecarlo è in programma la sesta prova del campionato del mondo di f1. Dal cielo cade una pioggia scrosciante mentre un pilota, sulla griglia di partenza, sente di aver la grande occasione: si tratta di Ayrton Senna. Senna è alla sua stagione d’esordio; la sua vettura, la Toleman, in condizioni normali non gli permette cose eccezionali: in qualifica, sull’asciutto, ha ottenuto solo la settima fila, nonostante i rischi presi. All’inizio, Senna studia la situazione, poi inizia ad attaccare e sorpassare, recuperando costantemente sui primi. Ad un certo punto rovina una sospensione per una “toccata”, ma nonostante questo continua nella sua rincorsa. Sorpassa piloti come Albereto e Lauda e quindi si porta a ridosso di Prost ma la gara è interrotta dal direttore di corsa Ickx. Al box della Toleman fanno festa: per loro il secondo posto è oro, anche perché c’è la convinzione che prima o poi la sospensione sarebbe ceduta costringendo il brasiliano al ritiro. Per Senna lo stato d’animo è diverso: Ayrton era convinto che, in un modo o in un altro, avrebbe portato la macchina in fondo in prima posizione e dunque è deluso dall’interruzione della gara. La prima vittoria di Senna a Monaco arriva il 31 maggio del 1987. Senna affronta e vince la gara con la Lotus Honda dotata di sospensioni attive. A partire in pole è Nigel Mansell, l'inglese, però, patisce un problema agli scarichi del suo motore Honda ed è costretto al ritiro dopo aver condotto la gara nei primi 29 giri. Senna così si aggiudica la gara di Montecarlo. L’anno seguente, Ayrton dispone della straordinaria McLaren Honda Mp4/4 la prima nata a Woking senza la firma di Barnard. Nella stagione del primo mondiale del brasiliano va però in scena, sulle stradine del principato, il dramma sportivo di Senna che getta al vento il gp che pareva già vinto. Tuttavia, quella che potrebbe essere una sfortuna o un'occasione mancata si trasforma grazie all'intelligenza del brasiliano in un'enorme crescita personale. "Fu il momento più importante della mia carriera come professionista, come pilota, come uomo. Quell'errore mi cambiò psicologicamente, mi diede la forza per potercela fare nei momenti più critici": queste le parole del brasiliano riferite a Monaco 1988. Per comprendere le ragioni di questa affermazione dobbiamo concentrarci sull’analisi delle caratteristiche di Senna come pilota di f1. La prima fondamentale qualità di Senna era la sensibilità nella guida, doti che esaltano le qualità di guida sul bagnato e su tracciati come Montecarlo dove, persino oggi, il pilota fa la differenza. La seconda qualità di Senna era la concentrazione, il potere della mente. Senna complessivamente a Monaco ha vinto 6 volte (1987, 1989, 1990, 1991, 1992, 1993) 5 volte consecutivamente: il 1988 è uno spartiacque essenziale tra un Senna meno consapevole della forza della propria mente e dell’essenziale importanza della concentrazione ed un Senna molto più consapevole e forte sul piano psicologico. L’errore ha insegnato quindi a Senna a mantenere sempre alta la concentrazione, non ha perfezionato il suo stile di guida, ma ha cambiato il suo approccio mentale, lo ha migliorato. Per sintetizzare il livello di consapevolezza raggiunto da Ayrton, nel corso della sua carriera, a proposito del ruolo essenziale della propria mente, rispetto alle gare, si può impiegare questa frase: “Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare molto in alto”. La maestria del brasiliano torna ad illuminare il tortuoso tracciato cittadino di Montecarlo l'anno successivo, nel 1989. Il Gp di Montecarlo del 1989 entra nella bacheca del brasiliano al termine di una prova di forza. Senna sfoggia tutta la sua determinazione per condurre al successo un'auto rimasta senza seconda marcia per metà della gara. Anche la gara del '90 finisce a Senna e così anche quella del 1991 centrando così il poker: quarta pole e quarta vittoria (1987, 1989, 1990, 1991). La quinta vittoria a Monaco di Senna arriva nel 1992 ed è una vittoria che arriva da un lato grazie ad un problema tecnico per Mansell ma anche grazie alla tenacia del brasiliano. Mansell, che sta dominando la gara con la sua straordinaria Williams è costretto a rientrare ai box per cambiare gli pneumatici perché ha un problema con una gomma. Quando rientra è dietro a Senna: è più veloce di lui ma non riesce a superarlo. Senna gli oppone una resistenza incredibile ed ottiene la quinta vittoria a Monaco. Nel 1993 la McLaren di Senna non è certo quella dei magici anni '88 e '89, ma neppure quella del '90 o del '91. Il propulsore Ford non è all'altezza e l'auto non è un gran che. Per vincere qualche gara (come Donington, forse il GP capolavoro della carriera di Senna) serve la pioggia: sul bagnato Senna non ha rivali. A Monaco, però, la pioggia non serve a Senna. Il brasiliano ha un feeling incredibile con il tracciato monegasco. Anche Schumacher, però, corre una buona gara sul tracciato di Monaco. Mentre Prost pasticcia (partenza anticipata con relativa penalità), il tedesco si porta primo ma è eliminato da un guasto tecnico. Così per Senna arriva il sesto successo e questo dopo che giovedì Ayrton aveva sbattuto violentemente e riportato una lussazione al polso destro. La botta delle libere per Senna era stata tremenda, tanto che Ayrton aveva dichiarato. “Ho avuto paura di rompermi le gambe. Mi è andata bene, ma se non avessimo il cambio semi-automatico al volante non so se potrei correre”. Per fortuna, Senna ha potuto correre a Monaco e conquistare la sua sesta vittoria battendo il record di Graham Hill. Dopo Monaco ’93 Senna fa una sorta di sunto della sua relazione con Monaco. È un sunto che, letto con il senno di poi mette i brividi: sembra quasi che Senna tracci un bilancio finale della sua avventura a Montecarlo come se sapesse che Lui e il tracciato di Monaco non si rivedranno più. Con più razionalità, però, possiamo affermare che Senna sente di aver raggiunto il proprio obiettivo (battere il record di Hill) e per questo traccia questa sorta di bilancio finale, chissà magari pensando già dentro di sé alla corsa sulle stradine del Principato dell’anno dopo. "Monaco è sempre stata speciale per me, nel bene e nel male. Non solo per le mie sei vittorie, tra le quali le ultime 5 consecuitive, ma anche per quel podio sotto il diluvio nel 1984, il mio 1° in f1. Sono stato il primo brasiliano a vincere qui e anche il primo a portare alla vittoria una vettura con le sospensioni attive (Lotus-Honda). Poi ho vinto con la McLaren e motori Honda a 6, 10 e 12 cilindri. Quest’anno ho vinto con un otto cilindri Ford. Su questa pista sono cresciuto come pilota e come uomo: quando nel 1988 andai a sbattere al Portier imparai che bisogna sempre rimanere concentrati al massimo. Fin da quando ho vinto qui la prima volta ho pensato al record di cinque successi di [Graham] Hill. Mi sono subito posto un obiettivo. Per me Montecarlo ha immediatamente rappresentato una sfida in più. Volevo arrivare a vincere qui cinque, sei volte!" Record raggiunto per “The Magic”, il Re di Monaco. Pagina 10 Uno sguardo ai prossimi Gp: GP di Francia Magny-Cours Orari: Qualifiche 14:00 / Gara 14:00 In onda su: RaiUno / Sky Sport 2 www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren Magny-Cours e' un circuito che spesso non e' riuscito a richiamare l'attenzione dei tifosi e tantomeno ad accenderne la fantasia. E' un circuito relativamente recente, con molte curve di vario tipo, sia ad alta sia a bassa velocita'. In generale, anche se presenta alcuni tratti complicati, e' piuttosto regolare e ritmico, con una superfice in ottime condizioni. La ricca varieta' del tracciato permette alle vetture di optare per un carico aerodinamico medio-bassa. La buona tenuta dell'asfalto permette ai piloti di affrontare alcuni tratti a velocita' molto sostenuta. Ordine di partenza dell’edizione 2007 Ordine di arrivo dell’edizione 2007 Si ringrazia f1grandprix.it per l’immagine e la descrizione del circuito; formula1.com, per i tempi relativi al 2007 Pagina 11 Uno sguardo ai prossimi Gp: GP di Gran Bretagna Silverstone Circuit Orari: Qualifiche 13:00 / Gara 14:00 In onda su: RaiUno / Sky Sport 2 www.freccedargento.it - il forum italiano dei tifosi McLaren Il circuito di Silverstone e' uno dei palcoscenici storici della Formula Uno. Negli ultimi anni molte delle curve del tracciato inglese, ricavato in un vecchio aeroporto militare ormai in disuso, sono state modificate e della pista incredibilmente veloce degli anni '80 non rimane che il ricordo. Rimangono comunque alcune sezioni del circuito piuttosto selettive: Maggotts e Becketts, Stowe e Woodcote. Nonostante sia uno dei circuiti piu' veloci e caratteristici del calendario, viene continuamante messo in discussione per l'obsolescenza di alcune sue caratteristiche, ma fortunatamente viene tenuto operativo grazie alle grandi tradizioni del motorismo britannico. Ordine di partenza dell’edizione 2007 Ordine di arrivo dell’edizione 2007 Si ringrazia f1grandprix.it l’immagine e la descrizione del circuito; formula1.com per i tempi relativi al 2007 Pagina 12 Ultime discussioni nel forum: Sezione Team & Piloti: Alonso deciderà a luglio del suo futuro Ci lascia Ove Andersson Withmarsh si scusa con la Ferrari La Patrick proverà la Honda a fine novembre e tanto altro... Sezione Tecnica: Novità aerodinamiche McLaren La FIA bandisce l’ala a ponte Il problema di Hamilton alle gomme e tanto altro... Sezione Formula1 del passato: Motorhome e meccanici del passato F1 onboard La vostra Formula1 Evoluzioni tecniche degli anni ‘70 in F1 e tanto altro... Ed inoltre, non perdere l’appuntamento con: la sezione rosa “Le Imprese delle Boss’ Angels” La FantaFormula1 2008 Direttore: BOSS Redattori: AmanteMclaren Elio11 jimclark giorgio_deglianto riccardo Sgarbo Steve Frecce d’argento Magazine è un Magazine diffuso dal forum Freccedargento.it www.freccedargento.it Delle opinioni espresse negli articoli firmati sono responsabili i singoli autori, dei quali si intende rispettare la piena libertà di giudizio Il Magazine può essere stampato per un uso personale e non commerciale: pertanto è vietata la riproduzione e l'utilizzo, anche parziale, dei contenuti dello stesso per fini di lucro
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