LO SPORT grande opportunità DALL`ORATORIO ALL`EXPO 2015

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LO SPORT grande opportunità DALL`ORATORIO ALL`EXPO 2015
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Dall’Oratorio a Expo, lo sport è una grande risorsa
Intervista a ruota libera con Filippo Grassia, da 10 anni alla guida del Coni di Milano
Filippo Grassia, Presidente del Coni della Provincia di Milano
Definirlo un vulcano è riduttivo. Chi
conosce il Presidente del Coni milanese
finisce inevitabilmente per essere
contagiato dalla vitalità, dall’entusiasmo,
dalla passione educativa di uno dei più
grandi personaggi dello sport della
nostra Provincia. Al suo terzo mandato
come Presidente, Grassia conserva
ancora l’energia di un ragazzino pronto
ad entusiasmarsi per ogni nuovo
progetto, sia che riguardi una qualsiasi
disciplina sportiva, sia che si riferisca a
grandi eventi come l’anno dedicato a
“milano capitale europea dello sport”
che si è concluso ufficialmente martedì
(passaggio di consegne a Valencia) e che
ha visto il numero uno del Coni
presiedere il Comitato organizzatore. Da
sempre vicino agli Enti di Promozione, al
CSI, alle valenze educative dello sport, ha
contribuito alla realizzazione di tanti
sogni della nostra Associazione. Tra
presente e futuro abbiamo pensato di
fare una “chiacchierata a tutto campo”
con questo grande amico dello sport di
base.
Fare il Presidente del Coni di Milano
significa “guidare” una delle realtà più
significative di tutto il Paese. Come è
vivere in prima persona questo ruolo?
Facile o difficile?
L’attività è vistosamente aumentata nel
tempo a testimoniare la bontà del lavoro
svolto da tutto lo staff del Coni Milano.
Basta considerare i rapporti, sempre più
costanti e profondi, con le istituzioni
oltre che con l’associazionismo sportivo.
Più che facile o difficile, direi che si tratta
di un ruolo bello, appassionante e
complesso, che spesso stride con la veste
di volontari. In certi casi ci confrontiamo,
io e i miei più stretti collaboratori, con
impegni a tempo pieno.
Quali sono le 5 priorità che Lei ha nella
testa e nel cuore?
Innanzi tutto la cura dei giovani che
vanno indirizzati allo sport per ricavarne
i maggiori benefici in termini di stile di
vita più che di risultati agonistici. In
secondo luogo l’attività di servizio a
favore dei Federazioni, Enti e Società che
hanno bisogno di un punto di
riferimento stabile, autorevole e credibile
per portare avanti l’attività: da soggetti
autoreferenziali a società di servizi,
questo è diventato il Coni Milano.
Di particolare rilievo, e sono al terzo
punto, la formazione dei dirigenti
attraverso corsi qualificati, i migliori
d’Italia mi permetto di sottolineare, che
rafforzano il volontariato di chi lavora a
favore dei giovani nelle società: oggi non
basta più essere volontari, bisogna essere
all’altezza della situazione e dei tempi.
E ancora, l’implementazione dello sport
nella scuola primaria che ha visto il Coni
Milano in anticipo di almeno 5 anni
sull’accordo Coni-Miur sottoscritto l’altro
giorno a Roma. Tutti questi obiettivi
resterebbero allo stato d’intenzione se il
nostro Comitato non avesse rapporti
eccellenti con gli Assessorati di Comuni e
Provincia per trasferire sul territorio idee,
piani e progetti.
Il sogno più grande?
Ne coltivo un paio. Da un lato consentire
a tutti i cittadini, di qualsiasi estrazione
sociale, la possibilità di praticare attività
sportiva a prezzo contenuto, nella zona
di residenza, in impianti attrezzati e sotto
la guida di tecnici esperti. Dall’altro far
capire agli sportivi e alle loro famiglie
che l’uso di sostanze dopanti e l’abuso di
farmaci comuni, compresi gli integratori
da considerare farmaci a pieno titolo,
fanno male alla salute e spesso ne
abbreviano l’esistenza. Questione di
cultura, ma non solo.
Le società sportive rappresentano un
“patrimonio di immenso valore” per
tutta la società civile. Immagini di
essere seduto al bar e di prendere un
caffè con il signor Rossi, Presidente di
una società sportiva di un oratorio di
periferia. Che cosa gli direbbe?
Di strutturare al meglio la società, di
aprire l’oratorio anche a chi non è
cattolico praticante e di capire le
esigenze dei giovani anche attraverso la
collaborazione di psicologi. Mai come in
questi anni i giovani sono intimamente
fragili.
Lei conosce bene il CSI… che cosa
rappresenta la nostra associazione
nello sport milanese?
Un modello da studiare, prendere in
esame e, se possibile, copiare. Il CSI, al
pari di altri Enti, svolge un ruolo di
straordinario livello sociale che non entra
in conflitto con le Federazioni e permette
a tutti di fare sport per il gusto di fare
sport. Se a questo aggiungiamo lo spirito
cristiano, che significa in primis
altruismo, ci rendiamo conto di come
l’attività degli oratori sia indispensabile
sul piano educativo e formativo.
Federazioni ed Enti…
nell’immaginario collettivo spesso
“inevitabili rivali”. Lei è stato, da
sempre, sostenitore di una filosofia
diversa con scelte coraggiose che
anticipano i tempi…
In parte ho risposto alla domanda nella
risposta precedente. Il Coni Milano,
davvero in anticipo sulle norme del Coni,
ha aperto le sue porte agli Enti. Come si
poteva pensare di fare sport senza
considerare l’attività degli Enti di
Promozione? Una bestemmia, se mi
permette il termine. A me è parsa una
scelta coerente con i tempi, non una
scelta coraggiosa. Le Federazioni
tendono giustamente al miglioramento
degli atleti, gli Enti non puntano solo su
valori tecnici. Dov’è il conflitto? Non a
caso dopo la presenza di Massimo Achini
nella Giunta nello scorso quadriennio, in
questo mandato abbiamo affidato a
Alessandro Galbusera (us Acli) una delle
vicepresidenze del Comitato.
Expo si avvicina… quale sarà il ruolo
dello sport in questo storico
appuntamento mondiale?
Nel programma dell’Expo lo sport figura
in modo marginale, più nella volontà
degli individui che nella strategia
globale. E’ necessario che l’Expo destini
uno spazio importante allo sport nel
programma e negli investimenti. Milano
ha bisogno come il pane di impianti di
base e di eccellenza. Guai agli
amministratori se non sfruttano l’Expo
per colmare un vuoto storico.
La Conferenza Episcopale Italiana ha
lanciato il tema che accompagnerà la
riflessione della Chiesa Italiana per i
prossimi 10 anni: la sfida educativa.
Quale ruolo può giocare lo sport in
questa sfida?
In occasione del primo incontro con il
Cardinale Tettamanzi, gli dissi di investire
sugli oratori, come luoghi deputati alla
crescita dei giovani. Vinceremo tutti
quanti la sfida educativa se riusciremo a
trasformare gli oratori in scuole di vita
sportiva sì, ma anche e soprattutto civica.
La società ha bisogno di etica, soprattutto
in politica, ma non può pensare di
comprarla al supermercato. E’ qualcosa
che si conquista con l’insegnamento e
l’esempio, evitando di omologare la
morale con il moralismo perché, come
diceva Filippo Turati, “la ferocia dei
moralisti è superata soltanto dalla loro
profonda stupidità”.
Sport in oratorio. Passato o futuro
dello sport italiano?
Domanda retorica. Sarebbe un grande
successo se le dinamiche degli oratori
varcassero i confini degli oratori stessi.
Al centro di qualsiasi attività, compresa
quella sportiva che è preminente
nell’adolescenza, deve esserci sempre
l’individuo. La prestazione è un
accessorio.
Confessiamo il Presidente del Coni…
fede calcistica? Miglior giocatore?
Miglior dirigente? Miglior allenatore?
Migliore arbitro? Uno sport che ti
appassiona?
Ho simpatia per due squadre: l’Ancona e
la Fiorentina. Mi piace moltissimo
Cristiano Ronaldo, così come anni
addietro apprezzavo Rummenigge. Dei
giovani ammiro Ranocchia, Poli,
Marchisio e Jovetic. In campo dirigenziale
Marotta è davvero un manager completo
sul piano gestionale e tecnico. Come
scopritore di talenti, Corvino è unico.
Prandelli è il miglior allenatore per
capacità e fair-play. L’arbitro migliore?
Quello che applica il regolamento e
basta. Gioco a tennis, mi diverto ad
andare in bicicletta e correre. Lo sport
che mi appassiona? La Formula 1, non
perdo un gran premio da anni. In questo
sport c’è l’evoluzione dell’intelligenza
umana.
a cura di Massimo Achini
CHI È FILIPPO GRASSIA
Voce e volto del giornalismo sportivo, Filippo Grassia, fin da giovanissimo ha
scelto di fare dello sport la sua scelta di vita. Negli anni dell’Università viene
eletto giovane consigliere regionale della Fidal e nominato vicepresidente
della polisportiva Pro Patria di Ancona, che si occupava di volley, atletica, lotta
e ciclismo. Lo sport diventa ben presto anche scelta professionale, benché la
tradizione familiare lo avesse spinto a studiare medicina. Nei primi anni di
carriera è stato redattore e inviato al “Guerin Sportivo” di Cucci, al “Giornale”
di Montanelli e al “Corriere dello Sport” di Tosatti. E’ diventato poi
responsabile delle pagine sportive della “Stampa” dal 1987 al 1991, direttore
del “Guerin Sportivo” dal 1991 al 1993 e di “Canale 10” dal 1993 al 1995. Il suo
percorso di impegno come sportivo e come dirigente lo porta ed essere eletto,
per 10 anni, Presidente dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e nell’aprile 2001
Presidente del Coni della Provincia di Milano (ruolo che ricopre tuttora). In
questo periodo ha incrementato i servizi e le risorse a favore dello sport di
base rilanciandone l’attività e l’immagine. In particolare ha realizzato corsi
per dirigenti ed educatori (oltre 900 partecipanti), iniziative nelle scuole
primarie e importanti attività a livello giovanile (circa 40 mila bambini nei 400
centri di avviamento). Lavora per Radio Rai, dal 1999, come ideatore e
conduttore della popolare rubrica “La moviola alla radio”. E’ inoltre direttore
editoriale del mensile “Calcio2000”, opinionista de “Il Giornale” e firma di altri
media. Per lunghi periodi ha collaborato a Rai2, Rai3, Italia1 e Tsi.