OSTEOPATIA E ALIMENTAzIONE - Studio Setaccioli Bonifacio
Transcript
OSTEOPATIA E ALIMENTAzIONE - Studio Setaccioli Bonifacio
Osteopatia e alimentazione A cura del Dott. Francesco Setaccioli Osteopata D.O. francescosetaccioli@yah oo.it Perchè un osteopata dovrebbe parlare di alimentazione ? Curare una persona o eliminare il sintomo? Curare un paziente o curare la persona? Rispondere a queste domande sembra apparentemente facile e la risposta è tutt’altro che scontata. È da qui che ho iniziato da Osteopata ad aprire gli occhi su quanto la nostra cultura personale può in ambito curativo fare la differenza. Per cultura intendo informazione, voglia di migliorarsi e migliorare le cure che ogni giorno doniamo al paziente. La formazione medica occidentale tende da anni a proporre, con clamorosi insuccessi cure sintomatiche, attraverso farmaci o cure invasive, che alla lunga indeboliscono il paziente lasciando in “regalo” una moltitudine di effetti collaterali che danneggiano la salute. Tra questi ovviamente una cosa salta all’attenzione: il paziente non sa cosa o come si sta curando, poiché chi lo cura, per così dire, non lo mette in condizione di scegliere, grazie alla conoscenza e all’informazione, la cura più adatta a lui. Già proprio cosi. Il paziente con la sua vita e le sue abitudini contribuisce a creare lo stato di malattia e noi possiamo aiutarlo proprio qui dove lui sbaglia. Ovviamente per l’Osteopata la ricerca della causa è nel corpo (lesione osteopatica), secondo me invece non è tutto qui. Ciò che mancava al mio bagaglio culturale e ciò che manca alla stragrande maggioranza purtroppo di persone è la cultura della prevenzione e della cura di se stessi. L’alimentazione sbagliata è tra le cause più comuni di sviluppo e mantenimento nel tempo di uno stato di malattia*. Come posso io, seppur non dietologo o nutrizionista, dire questo? Non lo dico io sono i pazienti che inconsapevolmente me lo hanno rivelato, mostrandomi stati di malessere e patologie, molte delle quali riconducibili ad abitudini alimentari errate oltre che ad una condotta di vita priva di buone e sane abuìitudini quotidiane *Aumento dell’osteoporosi. Aumento dell’obesità giovanile. Aumento delle patologie cardio vascolari. Aumento dei pazienti con colestrerolemia alta e diabete. Aumento del numero di pazienti in eta giovanile con patologie viscerali. Aumento della durata della vita? No peggioramento della qualità! La scelta vegana La scelta di diventare vegano è stata più che una scelta, un’ evoluzione necessaria. Come una qualsiasi persona dotata di curiosità e spirito critico ho iniziato nel 2010 ad informarmi sulle potenziali tossicità degli alimenti e sugli effetti che questa tossicità produceva nel nostro corpo impedendogli di mantenere il suo stato di Omeostasi (termine molto caro agli Osteopati). Il mio percorso è iniziato togliendo carne, dopo qualche mese pesce e cosi via latticini. Il tutto progressivamente e sotto la supervisione di una nutrizionista vegan, consigliatami da una mia paziente, che ringrazio ancora. Con il passare del tempo ho iniziato a sentire i benefici. La mia sideremia cronicamente bassa è aumentata, la tolleranza e la resistenza agli sforzi fisici migliorata, per non parlare della diminuzione dei tempi di recupero dell’acidosi muscolare post attività fisica. Praticamente spariti gli stati febbrili e progressivamente diminuiti i sintomi colitici fino ad un ripristino della regolarità intestinale. Il tutto mentre la mia cultura alimentare sulle proprietà degli alimenti e sulle combinazioni degli stessi per ottenere effetti benefici aumentava. Più mi rendevo conto della giusta via intrapresa, più si solidificava la mia preparazione. Più pazienti vedevo e più facilmente notavo, attraverso una ricca anamnesi, la stretta e imprescindibile relazione tra l’alterazione dello stato di salute e le incorrette abitudini alimentari. Oltre alla diminuzione di attività fisica e all’abuso farmacologico, associato all’aumento dell’inquinamento ambientale, ciò su cui mi soffermavo di più come causa del deterioramento dello stato di salute era l’Alimentazione, l’unico vero aspetto su cui la persona aveva possibilità di scegliere. Molte università in tutto il mondo stanno da anni studiando gli effetti nocivi di un’ alimentazione ricca di proteine animali e derivati del latte, cosi come tantissimi libri hanno già da tempo reso pubblico ciò che in questa sede sto affermando. Tutti i pazienti ai quali ho consigliato alcuni accorgimenti alimentari soprattutto nella fase infiammatoria hanno avuto ottimi risultati, addirittura qualcuno ha proseguito con il suo cammino disintossicante, eliminando e sostituendo nella propria dieta gli alimenti carnei, cosi come feci io con la supervisione di un dietologo vegano. Ci tengo in questa sede a precisare nuovamente quanto le mie ricerche personali siano frutto di una necessità terapeutica, una lacuna da colmare, un arricchimento personale di vita e professionale. Mai ho avuto la presunzione di sostituirmi ad uno specialista. Diventare vegani secondo me, è una scelta che dobbiamo intraprendere per noi e per i nostri figli. Ma soprattutto per i nostri amici e fratelli animali. La mia scelta vegana infatti non verte solo ed esclusivamente intorno al beneficio salutistico, ma si rafforza e solidifica grazie alla scoperta di come quelle povere creature indifese giornalmente vengono torturate ed uccise solo per alimentare la razza umana che neanche ha idea di quanta sofferenza alimenta e di quanto male stia facendo agli altri, a se stesso e alla terra che lo ospita. Pigrizia, ignoranza, tradizioni vecchie e superate, culture obsolete sono la causa del nostro decadimento mentale, fisico e morale. Usare il nostro cervello e non smettere di migliorarsi sono una speranza per le generazioni future, animali compresi.