LA BELLEZZA DISEGNATA Disegni dal

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LA BELLEZZA DISEGNATA Disegni dal
GIOIELLI DI CARTA
a
p assio n
f o r
D R A W I N G
LA BELLEZZA DISEGNATA
Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie
Gioielli di Carta
Roma 25 febbraio 2010
Crediti
Salvo ove diversamente specificato,
tutti i testi e le immagini
appartengono a Gioielli di Carta,
senza limitazioni di tempo e di confini.
Essi non possono essere riprodotti
in alcun modo senza l’autorizzazione
scritta di Gioielli di Carta.
Copertina
Lotto 39. Edgar Degas (1834­1917)
Il Discobolo (recto e verso), 1858­1859
Contenuti
Le schede sono state scritte da Francesco Grisolia (f.g.),
Sabrina Galvano (s.g.) e Matteo Smolizza (m.s.)
e revisionate da quest’ultimo.
© 2010 Gioielli di Carta
Gioielli di Carta
Via Filippo Civinini 21
00197 Roma
t. +39.06.8075228
f. +39.06.40041969
[email protected]
www.gioiellidicarta.it
LA BELLEZZA DISEGNATA
Disegni dal Cinquecento alle Avanguardie
Gioielli di Carta
Roma 25 febbraio 2010
GIOIELLI DI CARTA
a
p assio n
f o r
D R A W I N G
UNA SELEZIONE DI 54 DISEGNI PROVENIENTI
DA RACCOLTE PRIVATE ITALIANE
Fasi di vendita
2 febbraio 2010, ore 18.30 ­ apertura della vendita
8 febbraio 2010, ore 18 ­ apertura della vendita pubblica
25 febbraio 2010, ore 19 ­ esitazione
Informazioni
Claudia Bonino ­ Direttore
[email protected] +39.347.6760650
Matteo Smolizza ­ Responsabile della Vendita
[email protected] +39.346.1299980
Aldo Smolizza ­ Responsabile Area Autografi e Manoscritti
[email protected] +39.346.1299630
Sabrina Galvano ­ Responsabile Area Clienti
[email protected] +39.349.5539328
Francesco Grisolia ­ Schede di Catalogo
[email protected] +39.338.1361969
Simone Caioli ­ Promozione
[email protected] +39.333.7157285
Stefano Pozza e Maurizio Trevisan ­ Referenti per il Veneto
[email protected] +39.0444.961220
Segreteria della Vendita
Gioielli di Carta, Via Filippo Civinini 21, 00197 Roma
T. 06.8075228 / Fax 06.40041969
e­mail: [email protected]
INDICE
7
Presentazione
8
Lotti
Artista emiliano del Cinquecento
28.
Osmond Romieux (1826­1908)
2. Lorenzo Lippi (1606­1665)
29.
Robert Henry Cheney (1801­1866)
3. Italia centrale. Fine Cinquecento
30.
Albert Goodwin (1845­1932)
4. Italia Settentrionale. Seconda metà del Seicento
31.
Louis Boller (1862­1896)
5. Francesco Allegrini (1587?­1663?). Attribuito a
32.
Artista tedesco attivo a Roma. 1830­1840 ca.
6. Jacques Callot (1592­1635). Seguace di
33.
Conrad H. R. Carelli (1869­1950)
7. Firenze. Ambito di Giovanni Bilivert (1585­1644)
34.
Willelm Bastian Tholen (1860­1931)
8. Cornelius Dusart (1660­1704). Attribuito a
35.
Theo van Rysselberghe (1862­1926)
9. François Boitard (1670 ca.­1715 ca.)
36.
Francia. 1820­1830 ca.
10. Mauro Antonio Tesi, il Maurino (1730­1766). Attribuito a
37.
Francia. 1850 ca.
11. Giovanni Battista Busiri (1698­1757)
38.
Eugéne Isabey (1803­1886)
12. Artista olandese. Verso il 1720
39.
Edgar Degas (1834­1917)
13. Roma. 1740­1760
40.
Honoré Daumier (1808­1897). Cerchia di
14. Michelangelo Buonarroti (1475­1564). Copia da. 1785­1790 ca.
41.
Cesare Fracassini (1838­1868)
15. Antonio Bicchierai (attività 1706 ca.­1751). Attribuito a
42.
Giuseppe Castiglione (1829­1908)
16. Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751­1829)
43.
Giacomo Favretto (1849­1887)
17. Anne­Louis Girodet de Roussy­Trioson (1767­1824). Cerchia di
44.
Francia. 1895­1910 ca.
18. François Debret (1777­1850)
45.
Francia. 1874 (Alfred Choubrac?)
19. Tommaso Minardi (1787­1871)
46.
Oswald Heidbrink (1860­1914)
20. Sante Nucci (1821­1896)
47.
Ludwig von Hoffmann (1861­1945)
21. Italia. 1810 ca.
48.
Christian­Jacques Bérard (1902­1949)
22. Michelangelo Grigoletti (1801­1870). Ambito di
49.
Georges­Manzana Pissarro (1871­1961)
23. Philipp Haarlem (1770­1840)
50.
Lukowicz (attività 1914­1915)
24. Francia. Metà Ottocento
51.
Francia. 1940­1950 ca.
25. Hudson River School (Albert Bierstadt?)
52.
Gino Severini (1883­1966)
26. Antonio Senape (1788­1842)
53.
Ferruccio Ferrazzi (1891­1978)
27. Jean­Baptiste Millet (1831­1906)
54.
Pietro Annigoni (1910­1988)
1.
62
Bibliografia
63
Regole della vendita
PRESENTAZIONE
Gioielli di Carta apre il nuovo anno con una importante selezione di disegni e con diver­
si miglioramenti organizzativi.
Ne La Bellezza Disegnata si propongono 54 disegni dal Cinquecento al Novecento: ai
lavori dei grandi maestri si affiancano opere di artisti minori, ma di particolare pregio e
rarità. La prima menzione è certamente dovuta all’opera che abbiamo deciso di porre in
copertina: un foglio recto e verso realizzato da Edgar Degas (lotto 39) durante il suo sog­
giorno a Roma. Identificato da Theodore Reff, il maggiore specialista al mondo sull’au­
tore, proviene dalle raccolte di un fondo speculativo. Eccezionale è anche un Severini di
soggetto "privato" (lotto 52), una madre con bambino, risalente al 1931. Il paesaggio
costituisce il nucleo più variegato: in alcune opere la natura possiede la scena, in altre è
lo sfondo delle azioni umane ovvero lo specchio dei sentimenti dell’artista, come avvie­
ne per esempio in Willelm Bastian Tholen (lotto 34). I lotti 1, 40, 47 e 48, se acquistati
entro la stima massima, potranno essere ricomprati dalla Casa d'Aste a distanza di due
anni dall’acquisto con un incremento del valore del 10%. Questa iniziativa è uno stru­
mento per rafforzare il nostro rapporto con i clienti.
Con il 2010, Gioielli di Carta fortifica la propria struttura per realizzare un servizio sem­
pre migliore. Francesco Grisolia, che ha realizzato gran parte delle schede di questo cata­
logo, è uno dei migliori giovani studiosi in Italia nel campo del disegno e d’ora in poi sarà
a disposizione dei nostri clienti per esaminare e valutare le loro collezioni.
La curatela dei clienti passa a me da Silvia Pederzolli (che è stata riassorbita dalla carrie­
ra universitaria). Simone Caioli si dedica alle iniziative promozionali.
Un’altra importante novità è l’espansione dell’attività di Gioielli di Carta in Veneto,
attraverso serate di presentazione delle opere, curate da Stefano Pozza e Maurizio
Trevisan, raffinati collezionisti che hanno deciso di estendere la loro passione ad amici
e colleghi.
Inoltre già da ora è on­line sul sito www.gioiellidicarta.it il Calendario Aste 2010 con
indicazioni precise sulla chiusura della raccolta dei materiali per le vendite future, in
modo da agevolare sia chi vuole organizzare i propri acquisti sia chi intende alienare dei
beni.
Vi auguro una grande fortuna nella costruzione della Vostra raccolta e spero di essere
capace di aiutarvi!
Sabrina Galvano
Lotto 54
Pietro Annigoni (1910­1988)
Ritratto di donna, 1930 ca.
7
1*. Artista emiliano del Cinquecento. Cerchia di Niccolò dell'Abate ?
Studio per riquadro ornamentale con storia, 1545­1575 ca.
Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello su carta, 160x162 mm.
roni, protomi leonine e festoni, ripensan­
do elementi antichi in varianti tipicamen­
te cinquecentesche. La parte alta è occu­
pata da due puttini alati e quella inferiore
da due figure di ignudi. Il mascherone in
basso rimanda, nello stile, alle tante inter­
pretazioni di questo soggetto antico rea­
lizzate da Giulio Romano a Mantova. Già
attribuito a Giorgio Vasari, il disegno è
ascrivibile ad un artista di origini emiliane
operante nella seconda metà del XVI
1
secolo e molto probabilmente attivo a
Roma. Il segno leggero e asciutto e la fan­
tasia degli elementi ornamentali fanno
pensare a Giovanni Guerra (1544­1618),
nato a Modena e prolifico disegnatore di
motivi decorativi, che Vasari, in una lette­
ra del 1573, ricorda tra gli artisti che lo
2
hanno preceduto nella decorazione della
Sala Regia in Vaticano. Il michelangioli­
smo delle figure, tuttavia, ci allontana
dalle immagini ideate da Guerra, più sot­
tili e meno plastiche. Ignudi e putti rinvia­
no, infatti, ad alcuni esercizi grafici di
Niccolò dell'Abate (Modena, 1510 ca.­
Fontainebleau, 1571), dagli arti ipertrofici
e con fisionomie affini, dal tratto sempre
rapido ed elegante (ill. 1 e 2). Il pensiero va
anche alle virtuose soluzioni di altri abili
disegnatori di formazione emiliano­
iamo di fronte allo studio per una
romana,
ricca decorazione che doveva rac­
Samacchini e Pellegrino Tibaldi, nei cui
chiudere una scena nell'ovato centrale,
studi troviamo figure dalle forme larghe,
dove si intravedono un uomo a cavallo e
atteggiate in difficili pose manierate,
un altro inginocchiato di fronte a quello
come nel nostro disegno.
S
che sembra un re o un imperatore.
Tutt'intorno l'artista ha inserito masche­
8
quali
Lelio
Orsi,
Orazio
f.g.
1. Niccolò dell'Abate. Attribuito a.
Studio per capitello e base di colonna,
Parigi,
Musée
du
Louvre,
Département des Arts Graphiques,
inv. RF 79 verso
2. Niccolò dell'Abate, Studio per pennacchio con satiri e putti, Parigi,
Musée du Louvre, Département des
Arts Graphiques, inv. 5882
2. Lorenzo Lippi (1606­1665)
Monaco che sostiene una candela
Matita rossa su carta con filigrana applicata su un foglio di supporto, 150x225
mm.
Annotato al recto e al verso: "Lorenzo Lippi"
Al verso: "55/1", "25" e "3P"
Timbro al recto: C.Gasc (Lugt 543)
Provenienza: Charles Gasc, Parigi, ca. 1850
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 11
A
lunno di Matteo Rosselli e intimo
di Salvator Rosa, Lorenzo Lippi è
principalmente pittore di temi religiosi
e di ritratti. All'attività artistica unisce
quella letteraria: compone poesie e
un'opera intitolata Malmantile riacqui­
stato.
Il
disegno,
identificato
da
William O'Reilly (comunicazione del 12
dicembre del 2003), rappresenta un
frate (probabilmente un francescano,
per la presenza della veste e del cappuc­
cio), la cui posizione del braccio e della
mano ­ una sostiene una candela e l'al­
tro si trova all'altezza del petto ­ e
l'espressione estatica del volto suggeri­
scono un'aria mistica. Una certa rigi­
dezza del drappeggio e della mano, con­
trapposta all'intensità e alla dolcezza
del volto, fanno pensare che l'artista si
sia ispirato ad un'altra opera, per poter­
si concentrare nella resa dell'espressio­
ne.
s.g.
9
3. Italia centrale. Fine Cinquecento
Studio per due stemmi
Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello
su carta preparata azzurra, 217x274 mm.
Iscrizione a matita nera in grafia antica al recto: "Abscondi […]"
Iscrizione a matita nera in grafia ottocentesca al verso: "Perino del Vaga"
4. Italia settentrionale. Seconda metà del Seicento
Studio per decorazione di basamento
Matita nera e inchiostro bruno a penna e ad acquerello
su carta bianca, 86x146 mm.
P
er la tipologia decora­
tiva, che mescola con
incastri di sapore tardo
barocco numerosi elementi
decorativi, il disegno è
ascrivibile ad un artista
dell’Italia
L
settentrionale
o stile grafico di questo disegno è
della seconda metà del XVII
riconducibile ad un artista attivo in
secolo. Le volute, le foglie
Italia centrale tra la fine del XVI secolo e
d'acanto, la cornucopia, la
gli inizi del XVII. Sono presenti affinità,
conchiglia, la testa alata di
come le pesanti inchiostrature all'acque­
putto al centro son tutti
rello, con la maniera di Cesare Nebbia, ed
motivi tipici della decora­
anche, nelle piccole figure di putti che si
zione a grottesche, che
arrampicano ai lati degli stemmi, con
ebbe enorme fortuna a par­
quella di Marco Marchetti da Faenza.
tire dal ’500. Eseguito con
Non è da escludere nemmeno, per la
sicurezza
commistione del forte e pittorico chiaro­
ombreggiato per mezzo di
scuro con gli attenti contorni a penna
un efficace tratteggio e lievi
delle pur piccole figure, un artista fioren­
tocchi di acquerello, lo stu­
tino formatosi alla scuola di Ludovico
dio illustra un solo lato di
Cigoli.
una decorazione da com­
Lo stemma cardinalizio sulla sinistra e
pletare simmetricamente, e
quello con corona sulla destra non sono
può pertanto essere considerato un proget­
identificabili perché privi dei riferimenti
to finito. L'esatta destinazione, per il fronte
all'interno, da inserire in un secondo
di un qualche basamento, è di difficile
momento. È possibile che il doppio stem­
identificazione. Il segno incisivo, il chiaro­
ma sia stato concepito per essere utilizza­
scuro e la corposità illusionistica del risul­
to in un apparato effimero.
tato finale fanno pensare a una decorazio­
f.g.
a
penna
e
ne a bassorilievo o a stucco.
f.g.
10
5. Francesco Allegrini (1587?­1663?). Attribuito a
Paesaggio con capanna e figure
Inchiostro marrone a penna e ad acquerello su carta bianca
applicata su cartoncino di supporto, 126x95 mm.
Q
uesto disegno a penna presenta le
tore, le opere di Allegrini testimoniano
peculiarità dei disegni di paesaggio
una grande versatilità, spaziando da sog­
di vari artisti attivi in Italia centrale nella
getti religiosi e allegorici a temi storici e
prima metà del Seicento e in particolare
mitologici. Dipinse in prevalenza per
richiama lo stile di Francesco Allegrini.
palazzi e chiese di Roma. Sue opere sono
Francesco nacque a Gubbio dal pittore
presenti anche a Gubbio, a Savona e a
Flaminio e fu allievo di Giuseppe Cesari,
Genova, dove lavorò per i Durazzo e i
il Cavalier d'Arpino. L'esame della sua
Pamphili.
ricca produzione grafica rivela anche
Numerosi disegni attribuiti ad Allegrini
attenzioni verso Pietro da Cortona, ben­
sono conservati in varie collezioni pubbli­
ché egli sia stato essenzialmente estra­
che, tra cui la Stadtbibliothek di Leipzig, il
neo al linguaggio barocco. Frescante, pit­
Metropolitan Museum e il Louvre.
tore di gouaches e olii, prolifico disegna­
f.g.
11
6. Jacques Callot (1592­1635). Seguace di
Isolotto roccioso con ponte e architetture
Tracce di matita nera, inchiostro marrone a penna su carta bianca, riquadrato a penna, 278x214 mm.
A
bilissimo incisore francese, Callot
paesaggio, soggetti sacri e gustose scene
nacque a Nancy e si trasferì presto in
dal vero. Suoi fogli sono conservati per la
Italia, dove trovò modelli fondamentali
maggior parte all'Ermitage, al British
alla sua formazione. A Roma imparò a
Museum, agli Uffizi e a Chatsworth, nella
maneggiare
Philippe
collezione del duca del Devonshire. È pro­
Thomassin e nel 1612 si recò a Firenze,
prio a un disegno di soggetto analogo con­
dove divenne allievo prediletto dell'inciso­
servato a Chatsworth [Choné 1992, fig. 411]
re Giulio Parigi, sperimentando tutte le
che sembra ispirarsi questo foglio, raffigu­
possibilità espressive dell'acquaforte. Nel
rante un improbabile isolotto roccioso con
1621 torna a Nancy, dove incise i tanti dise­
delle architetture e un ponte. La maniera
gni eseguiti in Italia. È considerato dalla
grafica richiama quella di Callot nel sottile
critica uno degli ultimi grandi manieristi.
tratteggio parallelo a penna, nell'equilibrio
Le sue caratteristiche incisioni, eseguite in
della composizione, nel gusto per una nar­
gran numero, furono oggetto di numerose
razione spesso al limite tra realtà e fanta­
imitazioni. Le acqueforti in particolare, sua
stico.
tecnica prediletta, si diffusero in tutta
In pagina si riproduce il solo disegno, rea­
Europa. Notevoli sono soprattutto i dise­
lizzato su un foglio con ampi margini, ad
gni, dove impiega diverse tecniche e tratta
imitazione di una stampa.
il
bulino
da
molti temi ad ambientazione teatrale, di
12
f.g.
7. Firenze. Ambito di Giovanni Bilivert (1585­1644)?
Rinaldo e Armida?, 1630­1650 ca.
Matita nera su carta beige con filigrana, 139x166 mm.
D
al tratto leggero e preciso, la
scena, realizzata interamen­
te a matita nera, rappresenta un
uomo seduto in un sontuoso letto a
baldacchino, con la mano destra
portata al cuore e l'altra stretta in
quella di una figura femminile.
Quest'ultima trasporta oggetti e
armi di ogni genere, tra cui una
falce, e potrebbe raffigurare la
Morte, venuta a portar via il nobi­
luomo, forse un re o un condottie­
ro, oppure una personificazione
della Guerra. Sulla sinistra un
cagnolino è l'unico testimone di
quanto accade e concorre, insieme
alla tenda che pende dall'angolo in
alto a sinistra, a equilibrare la com­
posizione. Il disegno potrebbe
essere preparatorio per un dipinto
moraleggiante. Un'ultima, più spe­
cifica, ipotesi sul soggetto è relativa a due
pensare, tra i tanti artisti del Seicento fio­
famosi personaggi della Gerusalemme libe­
rentino,
rata di Torquato Tasso, Rinaldo e Armida.
Giovanni Bilivert, il quale, figlio di un orafo
Il momento ricorda quello in cui lei, maga
olandese, tendeva molto al decorativismo.
pagana e guerriera, tiene prigioniero
La bizzarria della scena e ancora le fisiono­
Rinaldo nel suo sontuoso palazzo­giardi­
mie dei personaggi rimandano anche a un
no, dopo essersene innamorata e averlo
allievo del Bilivert, Francesco Montelatici,
sedotto. L'autore sembra essere un artista
detto Cecco Bravo, noto per la vena grotte­
toscano attivo a Firenze nella prima metà
sca della sua prima attività. Se non è uno
del XVII secolo. Molto attento a tutti gli
studio autografo degli artisti citati, il dise­
elementi architettonici e decorativi, sotto­
gno può essere ricondotto al loro stesso
linea la sfarzosità dell'ambientazione ed è
milieau artistico.
meno interessato all'esecuzione delle figu­
alla
produzione
grafica
di
f.g.
re. Queste ultime e altri dati stilistici fanno
13
8. Cornelius Dusart (1660­1704). Attribuito a
Gioco di bocce, 1690 ca.
Inchiostro a penna e acquerello su carta, 304x262 mm.
Firmato (?): "Corn Dù Sart fecit"
Provenienza: E. A. Peart; Howard Spensley; P. D. Colnaghi, Londra
Bibliografia: Colnaghi 1951, cat. 41; Smolizza 2007, cat. 26
A
lunno di Adriaen van Ostade,
Dusart ed oggi un originale di Ostade.
Dusart entrò nella corporazione di
Nel nostro foglio, la contrapposizione
Harlem il 10 gennaio del 1679, dove fu
tra l'estrema meticolosità e abilità nella
nominato commissario nel 1692. Aderì
definizione delle figure e la parte non
alla chiesa riformata nel 1682. Riunì una
terminata rivela una finalità estetica. Si
straordinaria collezione di dipinti e inci­
tratta di una copia realizzata da Dusart
sioni.
quando era assistente del maestro? La
Il foglio in asta, pubblicato da Colnaghi
conclusione espressa da Colnaghi più di
nel 1951 come Dusart, deriva da un dise­
mezzo secolo fa è ancor oggi la più
gno che attualmente si trova al Louvre,
attendibile.
considerato da Lugt 1931 (p. 3, n. 505)
una imitazione di Ostade realizzata da
14
s.g.
15
9. François Boitard (1670 ca.­1715 ca.)
L'Estate
Inchiostro nero a penna su carta con filigrana, 530x392 mm.
Firmato e datato al recto "François Boitard inn. fecit 1692"
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 44
isegnatore e pittore di scene mito­
tematiche allegoriche e moraleggianti,
logiche e religiose, ambientate in
come le ‘quattro stagioni’, tema del
paesaggi dal grande effetto scenografico,
quale si conoscono almeno cinque ver­
Boitard mescola barocco e manierismo
sioni autografe. Nel nostro straordinario
grazie all'insegnamento di La Fage, suo
foglio Boitard rappresenta l'Estate come
maestro negli anni della gioventù. Nei
una donna coronata da spighe che
suoi disegni è sempre presente il riferi­
sostiene una falce con la mano destra. Ai
mento a Michelangelo e a Rubens, dal
suoi piedi, accanto ad una copiosa quan­
quale deriva la messa a fuoco dello spa­
tità di grano, c'è una forca e alcuni stru­
zio. Considerato per molto tempo un
menti per la cardatura, attività relazio­
"uomo inquieto e dissoluto" (Bénézit
nata con la stagione. Alla sinistra della
1999 s.v.) per aver firmato una fortunata
composizione, un gruppo di donne si
serie di incisioni erotiche (giudizio che
dedica alla mietitura. Sul fondo, una
ha disgraziatamente condizionato il
città immersa in una esuberante natura.
valore della sua opera), in realtà si dimo­
s.g.
D
stra adatto alla rappresentazione di
16
10. Mauro Antonio Tesi, il Maurino ( 1730­1766). Attribuito a
Studio per motivo ornamentale
Inchiostro bruno a penna su carta preparata rossa, montato su cartoncino in passepartout, 119x145 mm.
A
rchitetto, quadraturista, scenografo,
decoratore e incisore, Mauro Tesi fu
nel Settecento uno dei protagonisti del
rinnovamento del gusto in chiave classici­
sta, non esclusivamente a Bologna. Amico
del celebre erudito veneziano Francesco
Algarotti, Tesi ne mise in pratica le teorie,
attingendo alla produzione ornamentale
antica e cinquecentesca. Decorò numero­
se chiese ed edifici pubblici e privati a
Bologna, Pistoia e Firenze. Realizzato con
rapidità a penna, il disegno è forse prepa­
ratorio per una cornice o per un elemento
decorativo nel quale inserire un'immagi­
ne. L'artista, che dichiara un gusto rococò
di matrice veneziana, si ispira al reperto­
rio iconografico dell'arte manierista, come
gli elementi vegetali che scendono sul lato
sinistro e la protome antropomorfa sulla
destra. Pochi, rapidi segni concorrono a
un efficace risultato decorativo, che testi­
monia la familiarità dell'autore con il
mezzo grafico e con simili motivi orna­
mentali.
Per una idea del contesto in cui si muove
l’autore del foglio, si veda Matteucci 2002.
f.g.
11. Giovanni Battista Busiri (1698­1757)
Veduta della basilica di Santa Sabina a Roma, ante 1735
Matita nera e inchiostro bruno a penna su carta bianca, 227x173 mm.
Iscrizione antica a penna al verso: "San Savina". In altra grafia: "138".
Bibliografia: Smolizza 2007, pp. 298­299
1. Giovan Battista Busiri, L'arco di
Giano e il campanile di San Giorgio al
Velabro, Cambridge, Fitzwilliam
Museum, inv. 3693 f.4
iovanni Battista Busiri, nato a
Bloemen. Il disegno, raffigurante la
Roma da padre francese, fu un pit­
Basilica di Santa Sabina all'Aventino e la
tore di grande successo tra i viaggiatori
piazza antistante con alcune figure, è un
del Grand Tour in visita nell’Urbe.
perfetto esemplare della sua maniera
Specializzato in soggetti romani e della
grafica, dal segno sintetico e pulito, in
campagna circostante, i suoi paesaggi e
grado di restituire con rapidi tratti di
le sue vedute furono influenzati anche
penna una visione poetica del paesaggio
dal Van Wittel e dal Dughet e, tutti ani­
tutta settecentesca. La numerazione sul
mati da figure di notevole qualità, non
verso lascia pensare che il foglio facesse
sono privi di capricciose invenzioni.
parte, insieme ad altri similmente
Busiri fu molto apprezzato anche per i
numerati, di un unico taccuino di schiz­
suoi disegni. Numerosi fogli sono con­
zi dal vero, databile a prima del 1735,
servati al Fitzwilliam Museum di
dove l'artista prendeva rapidi "appunti"
Cambridge (ill. 1) e al British Museum,
in vista di future esecuzioni pittoriche.
G
dove erano in passato attribuiti al Van
f.g.
19
12. Artista olandese. Verso il 1720
Veduta del Ponte Salario a Roma
Inchiostro marrone a penna e acquerelli policromi su carta bianca, 215x137 mm.
Iscrizioni al verso: a penna in grafia antica: "ponte salaro, Civita Roma 1680"; in altra grafia "gerdyn" (?)
I
l disegno offre una interessante testi­
risultato finale, simmetrico e di notevole
monianza delle condizioni del ponte
luminosità, è una testimonianza della
Salario nella seconda metà del Seicento.
concezione classicista e poetica del pae­
Per le lumeggiature e per le nuvole l'arti­
saggio che prende avvio a Roma dal
sta si è servito della tecnica "a rispar­
Seicento.
mio", sfruttando il bianco della carta sot­
tostante senza apporre alcun colore. Il
20
f.g.
13. Roma. 1740­1760
Visione di santo o beato con Cristo e Dio Padre (recto)
Nudo maschile (verso)
Recto: matita nera e rossa, acquerello bruno e nero, gesso
su carta beige,206x280 mm.
Verso: matita nera e rossa su carta beige, riquadrato a penna con inchiostro
marrone, inserito in passepartout riquadrato a penna
Al recto, marchio "G" in basso a sinistra
1
14. Michelangelo Buonarroti (1475­1564). Copia da. 1785­1790 ca.
Uomo seduto con bambino
Inchiostro bruno a penna e ad acquerello, biacca a penna
su carta preparata beige applicata su cartoncino di rinforzo, 133x193 mm.
L'
autore è collocabile cronologica­
mente intorno alla metà del
T
Salathiel, affrescati da Michelangelo
Settecento. Risente del recupero classici­
nelle lunette della cappella Sistina, il dise­
sta avviato a Roma da Carlo Maratti e non
gno se ne allontana per alcuni eloquenti
è esente da influssi bolognesi. Il disegno,
particolari. Qui, la risoluzione della figura
inserito in un ovale, è forse preparatorio
principale è pienamente neoclassica e il
per un'opera di piccolo o medio formato a
bambino, inoltre, corregge in chiave emoti­
carattere devozionale. Anche la figura nel
va la soluzione michelangiolesca, incentra­
verso (ill. 1), che combina le due matite,
ta sulla relazione dinamica con il gruppo
rientra stilisticamente nel genere degli
dall'altro lato della lunetta. Un'altra copia,
studi accademici di pieno Settecento.
più puntuale, è conservata agli Uffizi (ill. 2).
f.g.
22
2
ratto da uno degli antenati di Cristo,
f.g.
1. Verso di cat. 13
2.
Anonimo
sec.
XVI.
Da
Michelangelo Buonarroti, Salathiel,
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi, inv. 241 F
15. Antonio Bicchierai (attività 1706 ca.­1751). Attribuito a
Studio per volta con Aurora, 1740­50
Matita rossa, inchiostro bruno a penna e acquerello grigio
su carta bianca, 270x196 mm.
1. Antonio Bicchierai, Aurora, particolare, Roma, Palazzo Borghese.
l disegno si può mettere in rapporto
pochi elementi, con al centro la personifi­
con la volta affrescata da Antonio
cazione alata dell'Aurora. Le figure e le
Bicchierai in Palazzo Borghese, a Roma:
nuvole sono delineate a matita rossa con
un'Aurora, che però ha uno sviluppo più
un segno molto pulito e acquerellate con
ampio ed è inserita in un grande ovale (ill.
un leggero acquerello grigio, dai toni
1). Bicchierai elaborò per questo dipinto
sapientemente sfumati. Il più ricco corpus
varie forme e soluzioni compositive, come
di disegni di Bicchierai, molto vicini nello
documenta
stile al nostro foglio, è conservato a Roma
I
un
disegno
dell'Istituto
Nazionale per la Grafica (inv. FN 7444).
L'artista inquadra la scena in una compo­
sizione molto equilibrata, composta di
presso l'Istituto Nazionale per la Grafica.
f.g.
16. Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751­1829)
Mendicante alla porta di una famiglia povera
Matita nera, inchiostro marrone a penna, inchiostri policromi ad acquerello
e biacca su carta beige applicata su passepartout originale, 205x326 mm.
conobbe Goethe, la cui fre­
quentazione
e
amicizia
influenzò profondamente
le sue scelte artistiche.
Tornò in Italia nel 1783 gra­
zie allo stesso Goethe, che
ritrasse nel celebre dipinto
Goethe posa nella campa­
gna romana (1787). Dal 1787
al 1799 visse a Napoli, dove
fu
nominato
direttore
dell'Accademia. Costretto a
partire nel 1799 a causa
della guerra, tornò nella
Germania del nord. La per­
sonalità di Tischbein è
molto interessante per i
legami che intrattenne con
la cerchia di Bodmer e con
Goethe: della sua attività di
grafico si ricordano le inci­
sioni di vasi della collezio­
ne Hamilton e le illustra­
zioni dei testi di Omero.
Nel disegno emerge, oltre
A
ppartenuto a una numerosa fami­
glia di pittori, incisori e architetti,
ne è oggi il membro più noto. Attivo in
un primo momento a Kassel e ad
Hannover, si stabilì alla corte prussiana a
Berlino, dove si dedicò soprattutto al
ritratto. Nel 1779 compì il suo primo
viaggio in Italia, nel corso del quale ese­
guì anche pittura di paesaggio e studiò i
grandi
artisti
italiani,
soprattutto
Raffaello e Michelangelo a Roma. A
Zurigo nel 1781, per mezzo di Lavater,
24
a un'attenta ricerca per gli
accostamenti cromatici, l'attenzione al
dato fisiognomico derivante dalle teo­
rie di Lavater, secondo le quali l'anima
e il carattere dell'individuo si riflettono
nell'aspetto esteriore. In questa scena
di genere Tischbein esprime tale idea
curando molto, come è sua abitudine, il
gioco degli sguardi, i volti dei perso­
naggi e le relazioni emotive che tra essi
intercorrono.
f.g.
17. Anne­Louis Girodet de Roussy­Trioson (1767­1824). Cerchia di
Enea fugge da Troia con Anchise e Ascanio
Matita nera su carta bianca, 223x292 mm.
L
1. Anne-Louis Girodet De RoussyTrioson, Enea al cospetto di Didone,
Parigi,
Musée
du
Louvre,
Département des Arts Graphiques,
inv. 34730
o stile è riconducibile ad un artista
francese attivo nella prima metà
dell'Ottocento molto vicino a Girodet­
Trioson. Tra i migliori allievi dell'ate­
lier di David, vinse nel 1789 il Prix de
Rome. La sua originalità si esprime
liberamente nell'interpretazione dei
temi letterari e le ultime opere rivela­
no, in un periodo in cui prendeva avvio
il romanticismo, una profonda fedeltà
allo stile neoclassico. Il disegno è acco­
stabile, stilisticamente e iconografica­
mente, a fogli autografi di Girodet con­
servati al Louvre e al British Museum,
eseguiti
per
illustrare
un
libro
sull'Eneide, mai realizzato (ill. 1). Con
leggeri e rapidi tratti di matita l'autore
racconta uno dei momenti più dram­
matici del poema virgiliano. La scena
raffigura Enea che fugge, con il padre
Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio
preso per mano, dalla città di Troia
divorata dalle fiamme. La moglie
Creusa li segue, ma resterà indietro e
cadrà vittima dei Greci. Sullo sfondo è
schizzato il cavallo di Troia, che permi­
se agli uomini di Ulisse di penetrare
nella città.
f.g.
25
18. François Debret (1777­1850)
Fonte battesimale con episodi del Nuovo Testamento
Matita nera, inchiostro grigio a penna e a lavis su carta bianca applicata a cartoncino, 265x197 mm
Al recto: iscrizione antica a penna: "François Debret"
ato a Parigi, l'architetto François
volumi dal titolo Voyage en Italie de
Debret fu allievo di Charles Percier
François Debret. Il disegno, eseguito con
e di Pierre­François­Léonard Fontaine e
un livello di dettaglio elevato e una rara
divenne egli stesso il maestro di molti
attenzione per la luce, raffigura un fonte
architetti destinati a trasformare Parigi
battesimale, decorato con motivi desun­
sotto Haussmann. Fu restauratore molto
ti dall'antico, come ovuli e foglie d'acan­
discusso di edifici storici, tra cui la famo­
to. Nella fascia superiore sono raffigurati
sa basilica di Saint­Denis. Numerosi
episodi del Nuovo Testamento, con al
disegni autografi di Debret, eseguiti nel
centro il Battesimo di Cristo, mentre nel
corso del suo viaggio in Italia, sono con­
basamento troviamo San Giovanni
servati a Parigi presso l'Ecole Nationale
Evangelista affiancato dall'aquila.
N
Supérieure des Beaux­Arts, contenuti in
26
f.g.
19. Tommaso Minardi (1787­1871)
Scontro tra due cavalieri e divinità fluviale (recto)
Autoritratto (verso)
Recto: matita e inchiostro marrone a penna su carta bianca, 296x257 mm.
Verso: matita nera
Al verso: iscrizioni novecentesche; iscrizione a matita nera "T. Minardi
from sketchbook acq. 1957 piazza borghese /54"; a matita viola: "54"
T
1. Verso di cat. 19
2. Tommaso Minardi, Volto di donna,
Roma, G.N.A.M., inv. 5331/460/73
ommaso Minardi è uno dei maggio­
altri disegni (ill. 3), più rifiniti ma meno
ri disegnatori dell’Ottocento italia­
immediati, oppure essere riferita a uno
no. I disegni al recto raffigurano una
dei duelli della serie della Disfida di
scena di battaglia tra due cavalieri in
Barletta (ill. 4), ai quali è più vicina nella
armatura e una figura maschile barbuta
tipologia delle armature, nelle fisiono­
che fa pensare a una divinità pagana. La
mie di cavalieri e cavalli, nella vivacità
veemenza dello scontro tra i cavalieri è
della scena. Nel verso (ill. 1) compare il
espressa, oltre che con le espressioni dei
volto di un giovane stilisticamente affi­
due uomini e con l'incisività del segno
ne ad alcuni tra i disegni noti dell'artista
grafico, dall'andamento verticale della
(ill. 2). Lineamenti, naso e sguardo cor­
composizione e anche dalla violenta
rispondono
lotta, corpo a corpo, tra i due cavalli. La
Minardi, che si è dunque autoritratto. Il
scena potrebbe essere legata a un qual­
foglio, come testimonia l'iscrizione in
che episodio della Gerusalemme Liberata
inglese sul verso, proviene da un taccui­
del Tasso, dalla quale Minardi trasse più
no di disegni smembrato.
volte ispirazione, come testimoniano
a
quelli
dello
stesso
f.g.
3. Tommaso Minardi, Combattimento tra Argante e Tancredi,
1819 ca., Roma, G.N.A.M., inv.
5331/805/320
4. Tommaso Minardi, Combattimento tra cavalieri, 1830-40,
Collezione Milano, inv. 84
27
20. Sante Nucci (1821­1896)
Allegoria della Pittura
Matita nera e inchiostro bruno a penna
su carta bianca quadrettata a penna, 197x213 mm.
Al recto: iscrizione a matita nera "Nucci"
21. Italia, 1810 ca.
Scena mitologica
Inchiostro marrone a penna su carta marrone chiaro, 287x238 mm.
L'
autore è un artista neoclassico
attivo tra la fine del XVIII e la
prima metà del XIX secolo, che si ispira,
S
ante Nucci, pittore bolognese e fre­
a livello compositivo e stilistico, alla pit­
scante di opere a soggetto sacro in
tura mitologica di Nicolas Poussin
diverse chiese di area emiliana, elabora
(1594­1665), del quale sembra imitare in
in questo disegno un tondo con all'inter­
parte anche lo stile grafico. La scena è
no una figura femminile intenta a dipin­
forse riferibile a Cerere, divinità del
gerne un'altra sopra una tela poggiata su
lavoro agricolo e della fertilità. Le figure
cavalletto. Si tratta della personificazio­
al centro sono impegnate nella potatura
ne della Pittura, con una tavolozza e
e nella raccolta delle messi e la donna in
affiancata da un amorino. Eseguito a
piedi, con un fascio di spighe su una
matita nera, l'artista ha solo in parte
spalla, potrebbe rappresentare la dea
ripassato il disegno a penna, limitandosi
stessa. Il segno svelto e l'estrema ridu­
ai contorni principali e quadrettandolo
zione di elementi descrittivi della rap­
per la successiva trasposizione in pittura.
presentazione sono la prova di un'esecu­
L'opera di cui il nostro foglio è studio è
zione immediata, forse con l'intenzione
da rintracciare nella decorazione di
di copiare velocemente un originale pit­
palazzi signorili in area bolognese o in
torico o di fissare con rapidità sulla carta
opere di piccolo formato destinate ad
una prima idea compositiva.
ambienti privati.
f.g.
f.g.
28
22. Michelangelo Grigoletti (1801­1870). Ambito di
Ritratto di giovane donna
Matita nera su carta preparata beige, 113x161 mm.
D
opo un avvio di stampo neoclassi­
co, Grigoletti ottenne successo in
Italia e anche fuori, in particolar modo in
Austria, dove fu molto apprezzato per le
sue composizioni accademiche sacre e
profane. Fu professore all'Accademia di
Venezia dal 1839. Le sue opere più note­
voli sono i ritratti, dove esibisce tutte le
sue capacità di penetrazione psicologica
ed efficacia espressiva, in linea con la
grande tradizione della ritrattistica vene­
ta del secolo precedente. L'autore del
foglio ha una mano diversa, finissima e
per molti aspetti anche superiore a quel­
la del Grigoletti nei suoi disegni, ma è
accostabile al suo stile. La giovane donna
ritratta
ha
un
un'espressione
viso
gentile
aggraziato
e
e
dimessa.
L'elevato livello di dettaglio è unito a una
delicata attenzione per i passaggi chiaro­
scurali.
f.g.
29
23. Philipp Haarlem (1770­1840)
Il pascolo, 1820­1825 ca.
Matita nera su carta bianca con filigrana, 374x229 mm.
24. Francia. Metà Ottocento
Veduta di Parigi con l' Hôtel de Sens, dicembre 1842
Matita nera, inchiostro bruno a penna, inchiostri policromi ad acquerello e
biacca su carta bianca, 262x205 mm.
Firmato e datato al recto in basso a sinistra a penna: “CD X. Bre 1842"
L'
architetto inglese Philipp Haarlem
ha realizzato una moltitudine di
L'
autore è un artista francese, le cui
iniziali, "CD" sono in attesa di iden­
progetti per ville e cottages, particolar­
tificazione. Il foglio offre un'ariosa e reali­
mente in Essex e Sussex. Haarlem era soli­
stica veduta di una strada di Parigi in un
to studiare l’ambiente prima di procedere
tardo pomeriggio del dicembre 1842. Sullo
al progetto dell’edificio. Il nostro foglio,
sfondo è identificabile l'Hôtel de Cluny,
una veduta in cui paesaggio e architettura
nel cuore del quartiere latino, importante
si fondono, è in realtà una visualizzazione
esempio di architettura gotica civile e oggi
della collocazione di un cottage. L’occhio
sede del Musée National du Moyen­Age
architettonico di Haarlem, che era anche
Thermes de Cluny. L'artista è particolar­
impegnato nella realizzazione di parchi e
mente interessato a dare risalto ai valori
giardini, non lascia tuttavia molto spazio
atmosferici e ai contrasti luministici. La
al naturale: la composizione è ricercata­
quotidianità della vita cittadina è ben resa
mente equilibrata, alberi ed edificio sono
grazie all'inserimento di poche ma calco­
tutti alla medesima altezza e la coppia di
late figure e alla gustosa indagine dei più
mucche sulla destra è un espediente per
disparati particolari, come le leggibili
riempire uno spazio altrimenti vuoto.
insegne e le incrostazioni sui muri.
f.g.
30
f.g.
25. Hudson River School. (Albert Bierstadt ?)
Guado dopo la tempesta, 1860 ca.
Punta metallica, matita nera, bistro, sfumino, biacca a penna
su carta preparata grigia, 350x218 mm.
1. Albert Bierstadt, Among the Sierra
Nevada Mountains, Washington,
National Museum of American Art
uesto splendido disegno unisce a
narrando gli incontaminati paesaggi
evidenti suggestioni romantiche
dell'Ovest, esibisce nei suoi grandi dipinti
una precisione e una pulizia del segno
un intenso luminismo, con il sole spesso
grafico davvero notevoli. Tra i vedutisti
incorniciato da nubi, un nitore e un'accu­
dell'Ottocento con queste caratteristiche
ratezza nella resa del paesaggio tra i più
e dall'enfasi ancora romantica ci sono i
efficaci di tutta la pittura dell'Ottocento,
pittori della Hudson River School, tutti
riscontrabili anche nel nostro foglio.
accomunati da un forte interesse per il
L'autore del disegno, interessato a esalta­
paesaggio e per gli effetti di luce. Tra que­
re la natura e ogni effetto della luce, fa un
sti Albert Bierstadt (1830­1902), nato in
largo e virtuoso uso della biacca per sotto­
Prussia e cresciuto negli Stati Uniti, è
linearne ogni vibrazione, nel cielo, nell'ac­
quello che più si avvicina al nostro dise­
qua, nei contorni di figure e animali.
Q
gno (ill. 1). Bierstadt, che viaggiò molto in
f.g.
Germania, Svizzera, Italia e Stati Uniti,
31
26. Antonio Senape (1788­1842)
Popolo di Capri, 1825­1830 ca.
Matita, bistro e inchiostro di noce a penna su carta, 265x178 mm.
Intitolato al verso: "Villaggio di Capri"
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 63
enape ottiene un grande successo
delle tinte in una elaborata composizio­
come disegnatore di paesaggi urbani
ne di segni, sempre particolarmente ele­
e costieri del regno di Napoli, dove lavo­
gante. Realizzato a matita, nella metà
ra tra il 1820 e il 1840 e dove risiederà fino
prossima all'osservatore, è abbozzato
alla morte, sopraggiunta nel 1842. Tra le
principalmente nei toni della terra, men­
sue opere vi è un gruppo di 100 vedute,
tre il popolo, nel fondo, si alza fino al
appartenente ad una collezione califor­
cielo in una soluzione di bistro che a
niana. Il nostro foglio, di qualità real­
colpo d’occhio sembra azzurro: il telaio
mente eccezionale, si può datare per lo
dominato dalla cima del Vesuvio si perde
stile negli anni 1825­1830, quando l'arti­
nell'orizzonte, confondendo intenzio­
sta cercava il modo di restituire gli effet­
nalmente paesaggio e volta celeste.
S
ti luministici variando il tono e il colore
32
s.g.
27. Jean­Baptiste Millet (1831­1906)
Paesaggio con villaggio sullo sfondo
Inchiostro bruno a penna su carta bianca applicata su cartoncino,
riquadrato in origine con carta dorata, 236x174 mm.
Al recto: firmato "J. Bapt. Millet"; numero "233" incollato in basso a destra
Al verso: iscrizioni a matita nera "J. Bapt Millet né a Greviglie [...]
Peintre e graveur eléve de son frere J. F. Millet"
1. Jean-Baptiste Millet, Paesaggio
estivo con la casa dell'artista a
Grucy, 1871ca,
Londra, British
Museum, inv. 2004,1030.5
ean­Baptiste Millet, nato a Gréville, fu
La visione di derivazione romantica della
fratello minore, allievo e collaboratore
natura si traduce negli intensi contrasti del
del più noto pittore Jean­François. Pittore
nostro foglio, non esente da un crudo reali­
di genere e di paesaggi, incisore e disegna­
smo memore della lezione di Courbet. Gli
tore, molti suoi acquerelli sono stati espo­
alberi e i massi sono qui i reali protagonisti,
sti nel 1876 alla seconda esposizione
in un primo piano di tale presenza scenica
impressionista di Parigi, alla Galleria
che sembra voler umanizzare la stessa
Durand­Ruel. L'ascendente del fratello è
natura e far gridare all'artista il sentimento
evidente nei suoi disegni, che prediligono
di totale trasporto nei confronti di essa.
J
le tematiche tipiche della Scuola di
f.g.
Barbizon, come scene di pascolo e di puro
paesaggio (ill. 1).
33
28. Osmond Romieux (1826­1908)
Veduta di una spiaggia con forte nelle isole Lerins
Matita nera, acquerello bruno e gesso bianco su carta beige, 180x120 mm.
Al recto: firma in basso a destra: "O. Romieux"; Al verso: "202 Lerins"
29. Robert Henry Cheney (1801­1866)
Paesaggio di campagna con fiume
Matita nera, inchiostro bruno a penna e ad acquerello
su carta bianca, 330x220 mm.
S
pecializzato in paesaggi, Cheney ha
sperimentato anche le possibilità
espressive delle prime tecniche fotografi­
che. Il nipote e fotografo inglese Alfred
Capel­Cure, trasse dai negativi dello zio
alcune stampe (ill. 1). Nel disegno, è pro­
prio con sensibilità fotografica che l’arti­
sta usa la tecnica "a risparmio", sfruttando
il bianco della carta, mentre per altri sce­
glie di grattar via il colore già assorbito,
1. Robert Henry Cheney, Guyscliffe, 1850-60, stampa fotografica di Alfred Capel-Cure, Montreal, Collection Centre Canadien
d'Architecture
come nel caso delle lingue di luce sulla
O
smond Romieux fu un ufficiale
poppa della barca, nell'acqua sottostante
di marina francese, capitano di
e sulle spalle dell'uomo. Il disegno è stato
fregata, noto per i numerosi disegni
eseguito in Italia, soggetto di centinaia di
eseguiti nel corso dei suoi viaggi in
vedute di Cheney (ill. 2). Sul bordo infe­
ogni parte del mondo. Il foglio, fir­
riore si legge, confusa con i segni d’erba e
mato, fa parte di una serie di vedute
i cespugli, la scritta "Ravenna".
realizzate lungo la costa francese. La
scena ritrae tre pescatori su una
spiaggia che ritirano la rete dal
mare, sullo sfondo un fortilizio di ori­
gine, forse, medievale.
L'artista si sofferma a descrivere con
delicata sensibilità gli effetti di luce sulla
sabbia, sulle figure, sulle architetture e
nel cielo, dove banchi di nuvole digrada­
no in profondità. Il mondo narrato da
Romieux ha il tono malinconico di chi sa
che difficilmente tornerà negli stessi luo­
ghi, dei quali l'unica e sbiadita traccia
rimarranno i disegni eseguiti sul posto.
f.g.
34
f.g.
2. Robert Henry Cheney, Veduta
di Paullo, vicino Milano, mercato
antiquario (Christie's)
30. Albert Goodwin (1845­1932)
Rovine a Canterbury
Matita nera, gesso bianco su carta bianca, 350x254 mm.
Iscrizioni al recto: "Canterbury"; "Albert Goodwin"
1. Albert Goodwin, Veduta di
Mont St. Michel, Londra, British
Museum, inv. 1940,0713.19/n
Centre Canadien d'Architecture.
P
ittore
e
acquarellista
inglese,
tecniche dell'acquerello, utilizzando in
Albert Goodwin fu membro della
vario modo e a volte in contemporanea
Royal Watercolour Society. Nato a
tempere, inchiostri a penna, gessi e
Maidstone, si sviluppa nell'ambiente
pastelli, su carte bianche oppure colora­
artistico generato dalle teorie di Ruskin
te. Il Maidstone Museum and Art
e dei Preraffaelliti. Frequenta lo studio
Gallery possiede la più ricca collezione
di Arthur Hughes, poi Ford Madox
delle sue opere. Disegni e pitture di
Brown, e infine diventa allievo di
Goodwin sono anche al British Museum
Ruskin. Nonostante i Preraffaelliti non
(ill. 1).
fossero in primo luogo pittori di paesag­
Il disegno, eseguito a matita nera con
gio, la loro maniera di dipingere diretta­
lumeggiature di gesso, raffigura rovine
mente dalla natura influenzò molti arti­
medievali tuttora visibili, situate non
sti
lontano dal grande complesso della cat­
contemporanei.
I
paesaggi
di
Goodwin, molte sono le vedute italiane,
sono sempre pervasi di un fascino poe­
tico che si eleva al di sopra del mero
descrittivismo. Ha sperimentato tutte le
tedrale di Canterbury.
f.g.
31. Louis Boller (1862­1896)
Paesaggio con alberi
Matita nera, acquerello bruno su carta marrone chiara, 283x113 mm
Al recto: iscrizione a matita nera in tedesco relativa all'artista; al verso: "64, Boller…"
L
ouis Jacob Ludwig Willhelm Boller
si forma a Francoforte sotto la
guida di Julius Welsch e in seguito allo
Stadelschen Kunst­Institut di Heinrich
Hasselhorst. Nel 1844­46 frequenta
l'Accademia di Karlsruhe, dove studia
con Hermann Baisch. Si trasferisce poi a
Monaco, dove è molto apprezzato come
paesaggista. Tra il 1891 e il 1895 viaggia
tra la Galizia, la Polonia e la Russia.
Il disegno riproduce un paesaggio con
alberi in una veduta di largo formato,
con un utilizzo sicuro dell'acquerello e
un risultato pittorico, accentuato dal­
l’uso di una analoga tonalità di carta e
inchiostro, che lascia trapelare influenze
dalla coeva pittura impressionista.
f.g.
36
32. Artista tedesco attivo a Roma. 1830­1840 ca.
Dinnanzi alla casa padronale
Matita nera su carta bianca, 250x167 mm.
I
l foglio, di altissima qualità, va dato ad
Studi sulla pittura europea di paesaggio
un autore tedesco attivo a Roma nella
del Lazio, ove sono esposti soprattutto
prima metà dell’Ottocento. La amplissima
disegni dell'800 e '900, oltre alla donazio­
comunità di pittori tedeschi faceva perno
ne dell'artista Heinz Hindorf ed alla colle­
su alcune eminenti personalità attive nella
zione delle stampe delle Vedute Romane
capitale già da fine Settecento, come
di Joseph Anton Koch.
Tischbein, e fu centrale nella nascita di
A questo nucleo conviene riferirsi per
due movimenti paralleli ai Preraffaelliti
identificare il nostro autore, che si segna­
inglesi: i Nazareni e i Puristi. Una delle
la per la compostezza formale ed uno
mete favorite dei tedeschi era Olevano
spiccato interesse per i costumi popolari,
Romano, nella campagna laziale. Tra i
condiviso allora a Roma con Bartolomeo
primi a visitare Olevano è il tirolese
Pinelli. Nel segno nitido e fitto è evidente
Joseph Anton Koch. Tra gli altri artisti
la mano di un esperto incisore. La veduta
spiccano Jean­Baptiste Camille Corot,
è di genere fantastico, ed unisce opportu­
Friedrich von Olivier e Franz Theobald
namente architettura antica, natura
Horny morto giovanissimo e sepolto nella
(sapientemente impostata con ritmo clas­
chiesa di san Rocco. Nei pressi del centro
sico) e vita popolare.
del paese è visitabile il Museo­Centro
m.s.
37
33. Conrad H. R. Carelli (1869­1950)
Fortilizio con popolani su un ponte, 1898­1902 ca.
Inchiostro nero acquerellato correlato su carta bianca, 250x151 mm.
Firmato al recto: "Conrad H. R. Carelli; al verso: numero "33" ritoccato
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 301
C
arelli
fu
allievo
di
William
numero 33, di un gruppo di più acquerelli,
Bouguereau e di Tony Robert­Fleury
forse un tempo raccolti in un album a sog­
alla Académie Julian nel 1889. Fu uno dei
getto orientale. Da Venezia a Istanbul, da
più apprezzati acquarellisti del suo tempo
ariosi paesaggi arroccati sui monti a detta­
e l'ultimo grande pittore di vedute orienta­
gli di architettura e scene di mercato, gli
li. A lui si devono anche molte delle imma­
acquerelli di Carelli ci raccontano le sue
gini più vitali del Meridione d'Italia, spes­
prime impressioni, sempre focalizzate su
so brulicanti di personaggi. Carelli predili­
dettagli ed effetti di luce
ge le vedute a distanza con figure che
Riproduciamo il solo disegno, mentre le
costituiscono un naturale complemento al
dimensioni riportate a capo pagina si
paesaggio. Una particolare eleganza rive­
riferiscono al foglio, con margini bianchi
lano i suoi lavori monocromi, come il
molto ampi, su cui è realizzato.
nostro disegno. Esso faceva parte, con il
38
f.g.
34. Willelm Bastian Tholen (1860­1931)
Paesaggio boschivo
Carboncino nero e gesso bianco su cartoncino, 309x208 mm.
Al recto in basso a destra, siglato a carboncino: "TH"
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 290
W
illelm Bastian Tholen, nativo di
prio enfant prodige, stimatissimo dai pitto­
Amsterdam, fu pittore, disegnato­
ri dell'Aja. Il disegno, che faceva parte di
re e incisore. Proviene da una famiglia di
una serie di studi autografi del Tholen, è
artisti, che visse a Kampen dal 1864, dove
eseguito a carboncino e gesso con un trat­
l'artista divenne amico del giovane Jan
to mosso e vigoroso. Raffigura un bosco
Voerman,
entrò
nei suoi elementi essenziali e di prima per­
nell'Accademia di Amsterdam nel 1876. Fu
con
il
quale
cezione agli occhi dell'artista, in un'alter­
allievo di P.J.C. Gabriel e abitò a lungo a
nanza di vuoti e pieni che dona profondità
Scheveningen, dipingendo le campagne
e dinamismo. Il chiaroscuro molto accen­
circostanti con colori corposi e spesso
tuato, l'estrema semplificazione formale e
cupi, in opere di grande formato esposti
una visione cupa e dal sapore quasi espres­
anche ai Salons parigini. Con uno di essi
sionista, denotano un'intenzione astrattiva
vinse la terza medaglia all'Esposizione
e di tipo antinaturalistico che non rimarrà
Universale del 1889. Tholen può essere
senza conseguenze sulle ricerche del
considerato il maggiore paesaggista olan­
primo Mondrian.
dese a cavallo tra Otto e Novecento e in
f.g.
patria fu riconosciuto come un vero e pro­
39
35. Theo van Rysselberghe (1862­1926)
Alberi a bordo di una scogliera, 1900­1902
Carboncino su carta crema, 330x420 mm.
Al verso: sigillo dell'Atelier van Rysselberghe
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 94
fino al 1887 si distin­
gue come puntini­
sta. Dal 1895, con
Henry van de Velde
promuove il rinno­
vamento delle arti
decorative,
impe­
gnandosi nel dise­
gno
di
mobili,
cartelli,
ornamenti
tipografici, gioielli di
stile nouveau e, con
un grande ciclo pit­
torico, rivoluziona la
decorazione murale.
E' inoltre un perso­
naggio centrale nella
vita letteraria parigi­
na e in particolare
per Gide, Fénéon,
Maeterlinck e del
gruppo di Ver hae ­
ren. Lo splendido
olandese
foglio proposto, databile nel primo
neoimpressionista, proveniente
biennio del XX sec e caratterizzato dal­
da una famiglia dell'alta borghesia di
l'idea di semplificazione della visione,
Gent, composta prevalentemente da
rappresenta, nella forte contrapposi­
architetti, van Rysselberghe è alunno
zione del chiaroscuro, nel taglio limpi­
di Canneel e di Portales. Partecipa alla
do del paesaggio e nel gioco dei piani
fondazione del gruppo dei XX e della
architettonici, un perfetto esempio di
Libre Esthétique. Partecipa a svariate
estetica modernista, prossima ai lavori
mostre e nel parigino Salon des
contemporanei di un altro dei padri
Indépendants. Con Seurat, Cross e
del movimento moderno, Mondrian.
P
ittore
e
decoratore
Pissarro si accosta al divisionismo e
s.g.
41
36. Francia. 1820­30 ca.
Ragazzo in lacrime
Matita nera e matita rossa su carta beige applicata su cartoncino azzurro, 142x176 mm.
37. Francia. 1850 ca.
Scena di battaglia al porto
Matita nera, inchiostro nero a penna e bistro su carta bianca, 235x167 mm.
I
l disegno, eseguito con la combina­
zione della matita nera e di quella
a presenza dell'insegna con la scor­
rossa, è riconducibile, per l'attenzione
L
al dato naturalistico e per motivi stilisti­
riferimento italiano, ma lascia ipotizzare
ci, ad artista francese operante nei
la mano di un artista d'oltralpe e lo stile è
primi decenni dell'Ottocento. L'opera è
accostabile a quello di tante scene di bat­
priva della freschezza e dell'immedia­
taglie eseguite da artisti francesi intorno
tezza di uno studio dal vero fine a se
alla metà dell'Ottocento. Vi si riconosce
stesso ed è probabile che si tratti di uno
una località portuale, dove si svolge uno
studio preparatorio per un dipinto con
scontro tra militari francesi, come si com­
scena di genere o per una qualche stam­
prende dalle uniformi, e civili. La dispari­
pa, come suggeriscono il segno preciso
tà di forze è stigmatizzata nella contrap­
e incisivo, il tratteggio insistente e l'at­
posizione tra il fucile e il pugnale al cen­
tenzione al dato chiaroscurale. Molto
tro della scena. La composizione è molto
vicino ai numerosi disegni dello sculto­
equilibrata, con gli edifici in funzione di
re
Edmé
Bouchardon
retta dicitura "Tratoria" indica un
(1698­1792),
quinte teatrali e l'apertura al centro che
potrebbe anche trattarsi di derivazione
fornisce luce all'episodio e ne esalta la
da una incisione del Settecento.
drammaticità.
f.g.
42
f.g.
38.Eugéne Isabey (1803­1886)
Interno di una chiesa con personaggi in costumi rinascimentali, 1877
Matita nera, acquerello, gouache, inchiostri policromi e biacca
su cartoncino applicato su carta, 258x350 mm.
Al recto firmato e datato in basso a destra "Eugéne Isabey '77".
Al verso iscrizioni che indicano la provenienza della vendita"M Behaey 88
Avenue… Paris”
I
sabey è considerato, per la qualità della
sua arte e per l'efficacia dei suo i mezzi
espressivi, tra i più importanti maestri
romantici francesi. Figlio di Jean­Baptiste
Isabey, ritrattista e miniaturista, fu
costretto dal padre a dedicarsi alla pittura.
Viaggiò molto e si ispirò ai tanti luoghi da
lui visitati, come la Normandia, la
Bretagna,
l'Olanda,
l'Inghilterra
e
l'Algeria. Fu il pittore ufficiale della spedi­
zione di Algeri. Il suo esordio fu al salon
del 1824 con dipinti di marine, genere nel
quale espresse il meglio della sua produ­
zione e dove manifesta l'influenza dei pae­
saggisti inglesi. Nei suoi dipinti Isabey si
diletta con audaci giochi di mezze tinte
bionde e di delicati grigi con cui ottiene
efficaci effetti di luce madreperlacea, evi­
denti anche nel nostro disegno. Non
manca nelle sue opere l'impeto romantico
che caratterizza la sua epoca, spesso
affiancato a delicate movenze. Ebbe una
predilezione per l'intimismo e per le
ambientazioni storiche, le quali, eseguite
a olio o a guazzo e sempre con minuzia,
rimandano
ai
dipinti
olandesi
del
Seicento. Il disegno è eseguito con appa­
rente rapidità, ma cela una rara perizia
nella resa, tramite acquerelli colorati e
tocchi di colore spesso molto corposi, del­
l'intera ambientazione. Dai costumi alle
architetture, dalla luce alla stessa narra­
zione, l'artista rivela per ogni dettaglio
una attenta ripresa dal vero.
f.g.
43
39. Edgar Degas (1834­1917)
Il Discobolo (recto e verso), 1858­1859
Matita su carta bianca, 370x240 mm.
Iscritto in basso a destra al recto e al verso: "Rome" e in basso a sinistra, al verso: "260"
Cachet del nipote dell’artista in basso a sinistra, al recto: "Nepveu Degas"
Expertise: Theodor Reff pour le Comité Degas, Parigi, 15 marzo 2008
Provenienza: Fondo speculativo Previdart, Milano
N.B. Lotto gravato da Iva
l foglio, un capolavoro della giovinez­
Degas stava studiando allora, in parallelo,
za di Egdar Degas, è stato identificato
la statuaria antica e Michelangelo e
da Theodor Reff, che lo riconduce al sog­
Signorelli. Nel nostro foglio la lezione
giorno dell’artista a Roma, presso Villa
dell’antico si unisce ad un vivido interes­
Medici, tra il 1858 e il 1859. Il soggetto è la
se per la natura, evidente per esempio
celebre statua del Discobolo, conservata
nell'espressione concentrata del viso e
appunto presso la sede della Accademia
nell'abilità nell'usare un contorno incisi­
di Francia.
vo per definire le forme. L'ombreggiatura
Degas non era un pensionnaire, ma gli era
è utilizzata per creare un effetto forte di
permesso di esercitarsi sui modelli
mascolinità. L'opera, come testimonia la
dell'Accademia. Del periodo romano del­
stampa in basso a sinistra proviene dalla
l’artista si conoscono diversi studi di
collezione del nipote di Degas, Jean.
I
accademia e copie di antichi maestri, nei
quali è forte la attenzione alla volumetria.
44
s.g.
40*. Honoré Daumier (1808­1897). Cerchia di.
Caricatura di un orientale, 1831­1835 ca.
Inchiostro marrone a penna su carta color crema, 193x280 mm.
Annotato al verso: "200" e "5/150"
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 136
Caricature. Per Philippon, direttore della
rivista, porta a termine 45 busti caricatu­
rali in creta, plasmati con tratto libero ed
energico. Nel 1835, dopo le limitazioni
sulla libertà di pensiero, La Caricature
viene sospesa. Daumier incomincia una
nuova collaborazione con Le Charivari,
dedicandosi alla satira sociale, ispirata al
mondo dei teatri e dei tribunali, nella
scena di vita popolare. Con la Seconda
Repubblica (1848), il suo spirito critico
diventa più acuto. Alla metà del secolo si
dedica con maggiore interesse alla pittura,
che affronta adottando lo stile dell’amico
Courbet e di Millet. Opta per i temi reali­
sti, come la Lavandaia (1860­1862) e Il
vagone di terza classe. Il disegno, di una
qualità sorprendente, è analogo alla prima
produzione di Honoré Daumier. La figura
dell'orientale, con il turbante e la barba
larga e acuta, è resa con un tratto rapido e
agile e una grande dimestichezza del
S
i trasferisce con la famiglia a Parigi
mezzo grafico. L'artista utilizza la penna
nel 1816 e per un certo periodo lavora
con la libertà di un incisore che prepara
come fattorino di un ufficiale giudiziario.
una matrice dell'acquaforte, caricando il
Termina i suoi studi artistici con il pittore
tratto con l'inchiostro e modellandolo
Alexandre Lenoir, amico di suo padre e,
con estrema fluidità. L'intenzione della
come
nell'Académie
rappresentazione è caricaturale ma non
Suisse. Si dedica alla litografia e raggiunge
ridicola; e il risultato è un piccolo diver­
la celebrità con le sue invenzioni di incisi­
tissement di raffinata spontaneità.
va
46
continuazione,
satira
politica
nella
rivista
La
s.g.
41. Cesare Fracassini (1838­1868)
Vergine in gloria e Bambino con scettro
Matita nera su carta bianca, 80x134 mm
Provenienza: Eredi Fracassini, Roma
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 278
A
soli dieci anni era già nello studio di
Tommaso Minardi, che fu suo pro­
fessore anche all'Accademia di San Luca.
Eseguì opere in diverse chiese romane,
oltre che ad Albano e a Terracina. Fu il
pittore di punta della corte di Pio IX e fu
salutato giovanissimo come il ‘Nuovo
Raffaello’. Dalla maniera classica delle sue
prime opere, volge progressivamente ad
esiti di tipo impressionista: morto a soli
trenta anni, nei dipinti non fa in tempo ad
allontanarsi completamente dall'accade­
mismo imperante nell'ambiente romano
in cui opera, ma nei bozzetti e nei disegni
mostra chiaramente una spontanea
immediatezza e il rifiuto di formule arcai­
che e soffocanti. Il nostro foglio proviene
da un taccuino di 36 pagine, scompagina­
to in antico. È una testimonianza diretta
della maniera utilizzata dall'artista per fis­
sare su carta le sue prime idee.
Il recto del foglio è riprodotto a dimen­
sione reale. Al verso vi è uno schizzo, qui
non riprodotto.
f.g.
42.Giuseppe Castiglione (1829­1908)
Cardinale
Inchiostro marrone e nero a penna su carta azzurra applicata
su cartoncino, 201x180 mm.
Firmato al recto: "G. Castiglione"
G
iuseppe Castiglione nasce a Napoli
Il disegno, forse schizzo preparatorio per
nel 1829. Trasferitosi molto presto a
un ritratto, ritrae un cardinale seduto su
Parigi, vi espone a partire dal 1869. Fu
una poltrona. Con pochi tratti di inchio­
membro della Società degli artisti. Nel
stro a penna, bruno per la figura e nero
1861 ottenne una menzione e nel 1900 una
per gli oggetti, l'artista riesce a rendere
medaglia
l'autorevolezza del personaggio, dalle
di
bronzo
in
occasione
dell'Esposizione Universale. Nel 1893 fu
decorato dalla Legion d'Onore. Fu pittore
e disegnatore di scene di genere e privile­
giò i ritratti e i paesaggi.
48
forme larghe e monumentali.
f.g.
43. Giacomo Favretto (1849 ­1887)
Arrivano gli sposi­E questo va bene, recto
Il Fruttivendolo, verso
Carboncino su carta bianca, 318x464 mm.
Al recto: "70"; al verso: "69"
Provenienza: collezione Carlo Prayer, Milano
Bibliografia: Smolizza 2007, p. 302
A
ll'Accademia di Venezia Favretto stu­
diò la grande pittura locale e si formò
con artisti quali Grigoletti, Nani e
Molmenti. La vena narrativa e di genere a
lui più consona si manifesta nelle opere suc­
1886 circa e facevano parte di un album di
cessive al 1870. Favretto può essere conside­
studi di grande formato, utile all'artista per
rato il maggiore artefice del Verismo vene­
fissare scene dal vero, invenzioni e idee
ziano
e la sua precoce morte, durante
compositive che attingono all'intimità della
l'Esposizione di Venezia del 1887, chiuderà
sua città. Con pochi e fugaci tratti inquadra
per molti aspetti questo capitolo della pittu­
ambientazione e personaggi, in un precario,
ra italiana.
equilibrato e perfetto punto di incontro tra
In tutti i suoi esercizi grafici Favretto, dalle
"impressione" e scena di genere, anticipa­
prime prove giovanili e accademiche fino
zione grafica, scarna ma non meno efficace,
alle ultime opere, è riconoscibile per il suo
delle successive esecuzioni a colori.
profondo attaccamento alle figure. I disegni
f.g.
del nostro foglio possono datarsi al 1884­
49
44. Francia. 1895­1910 ca.
La preparazione, recto; Donne a teatro, verso
Recto: matita nera, inchiostro nero ad acquerello, 159x112 mm.
Verso: matita nera, inchiostro nero e giallo ad acquerello
45. Francia. 1874 (Alfred Choubrac?)
Suonatrice di tamburo (Le pillole del diavolo), 1874
Carboncino, acquarelli nero, bianco, rosa e celeste su cartoncino marrone, 140x217 mm.
Iscrizione a penna in basso a sinistra al recto: "Le pilules du Diable/ Chatelet 1874"
1. Atelier Nadar, Mlle Théol in Les
Pilules du diable, negativo fotografico, Francia, Ministère de la
Culture, Médiathèque de l'architecture et du patrimoine (archives
photographiques)
I
l disegno è collegato a una rappresen­
tazione teatrale, tenutasi a Parigi al
Théatre du Châtelet, Le pilules du Diable,
commedia fiabesca (féérie) in tre atti.
L'attrice protagonista, Mlle Théol, com­
uesto doppio disegno, di mano
pare nelle stesse vesti di tamburino in una
francese, coniuga tutte le caratte­
foto dall'atelier di Nadar (ill. 1). L'autore è
ristiche dell’Art Nouveau, soprattutto
rintracciabile tra i numerosi disegnatori
nel recto, dove troviamo un linearismo
attivi in quegli anni a Parigi come cartel­
ondulato e una forte stilizzazione della
lonisti. Il gusto non è lontano dai manife­
figura umana. Evidente il rapporto con la
sti di Jules Chéret (1836­1932). Un artista
grande cartellonistica parigina.
prossimo per tecnica e carattere delle
Q
f.g.
figure è Alfred Choubrac (1853­1902).
f.g.
50
46. Oswald Heidbrink (1860­1914)
Studi di modella in tre pose
Matita azzurra, su carta bianca applicata su cartoncino, 211x213 mm.
Siglato al recto con monogramma “HK”
N
ativo di Bordeaux, Heidbrink fu
ben definiti. Nel nostro disegno l'artista,
illustratore e autore di litografie.
distante dal tono scherzoso delle sue
Tra i più brillanti collaboratori delle rivi­
opere più note, si dimostra interessato
ste artistiche e umoristiche della Belle
allo studio dell'anatomia femminile e dei
Époque, lavorò soprattutto per il
lineamenti della modella, senza trala­
Courrier Français e Le Chat Noir. Il suo è
sciare il dato chiaroscurale.
un segno fermo e rigoroso, dai contorni
f.g.
51
47*. Ludwig von Hoffmann (1861­1945)
Apparizione, 1895­1898
Carboncino su carta, 320x240 mm.
Bibliografia: Smolizza 2007, cat. 74
ipote e alunno di Johann Michael
posizioni piene di mistero e grazia che
Heinrich Hoffmann, studia presso
esercitano una forte attrazione sui con­
le accademie di Dresda, Karlsruhe e
temporanei: il disegno esposto è perti­
Monaco.
Parigi,
nente a questo periodo e rivela una rela­
all'Accademia Julian, dove conosce
zione con le investigazioni di Arnold
Puvis de Chavannes e Albert Besnard.
Böcklin (1827­1901) e del suo alunno
Dal 1891 fino al 1894 è a Berlino, Monaco
Max Klinger (1857­1920), come anche
(dove segue l'opera di Hugo von
l'interesse per la psicologia, intesa come
Marées) e Roma. Membro del "gruppo
luogo di rivelazioni del sogno e dell'in­
degli undici", con Corinth, Liebermann,
cubo.
Skarbina e Leistikow, fino al 1923 è
Hoffmann partecipa alle ricerche cubi­
direttore dell'Accademia di Weimar.
ste. Come illustratore realizza una serie
Trae grande notorietà per le sue doti di
per Von Hoffmansthal. Esercitano un
brillante colorista e la sua abilità per il
grande effetto le sue pitture murali del
nudo femminile. Influenzato dal simbo­
Nouveau Grand Théâtre e del Museo
lismo e dal nascente Jugendstil, negli
Henry van de Velde.
N
Si
trasferisce
a
anni novanta dell’800 von Hoffmann
Con
il
nuovo
secolo
von
s.g.
predilige le figure dell'antichità in com­
53
48*. Christian­Jacques Bérard (1902­1949)
La notte, 1930
Inchiostro nero e grigio a penna e acquerello su carta bianca applicata a passepartout, 152x202 mm.
Titolo a penna al recto: "Londres/ 1930 Ballet ‘La nuit’“; firma in basso a destra: "Berard"
Al verso del passepartout: annotazioni dell'artista
I
l pittore e scenografo francese
Bérard, noto anche come Bébé, nac­
que a Parigi e fece parte di quel movi­
mento di recupero neoumanistico svi­
luppatosi nella capitale francese, tra il
1923 e il 1930, attorno alla figura di W.
George. All'interno di questa tendenza
Bérard offrì un'immagine dell'uomo
nostalgica e molto introversa, come
emerge anche dal disegno in esame. Sin
dai suoi esordi lavorò come scenografo e
costumista, contribuendo in modo fon­
damentale allo sviluppo del design arti­
stico teatrale e della moda di quegli
anni. Artista eclettico, lavorò in più set­
tori ed anche nel cinema. Poco attratto
dalle Avanguardie e dalle novità espres­
sive del primo Novecento, aderì al neo­
romanticismo figurativo, con l’intento di
riportare le arti ad una dimensione
umana. Come pittore fu molto apprez­
zato a Parigi per i suoi ritratti. Nel 1930
si
tenne,
al
Palace
Theatre
di
Manchester, la prima del balletto La
nuit, con scenografie e costumi di
Bérard e ideato dal suo compagno e col­
laboratore Boris Kochno, che diresse
molti Balletti russi e co­fondò i Ballet des
Champs­Elysées. L'artista rende in que­
sto studio di costumi e scenografie l'at­
mosfera notturna e malinconica dello
spettacolo, in sintonia con il titolo del­
l'opera, suggerendola con i toni cupi e
con gli atteggiamenti delle figure.
f.g.
54
49. Georges­Manzana Pissarro (1871­1961)
Caricature
Matita nera su carta bianca, 110x169 mm
al recto: timbro "Atelier Manzana Pisarro" al verso: "156"
1.Georges Manzana-Pissarro, Ritratto
di Toulouse-Lautrec, Parigi, Musée du
Louvre, Département des Arts
Graphiques, inv. 35694.
N
ato a Louveciennes e terzo figlio di
dipinge il paesaggio circostante, con uno
Camille Pissarro, dipinse inizial­
stile tardo impressionista. In questo dise­
mente
padre.
gno l'artista si diverte a ritrarre un uomo,
L'influenza dei dipinti esotici di Gauguin
sotto
la
guida
del
caricandone i lineamenti, e fornisce un
lo portò verso l’orientalismo. Dimostrò
gustoso esempio delle sue capacità di
un forte interesse anche per le arti indu­
disegnatore dal vero e di ritrattista. Il
striali e decorative. Nel 1939 si sposta con
foglio è di qualità analoga ad una serie
la famiglia a Casablanca, dove rimane
conservata al Louvre (per esempio, ill. 1).
fino al 1947. Nelle sue ultime opere, tra­
f.g.
sferitosi a Menton, sulla Costa Azzurra,
55
50. Lukowicz (attività 1914­1915)
L’impero austroungarico elemosina il sostegno degli Stati Uniti
Matita nera, inchiostro di china a penna e acquerelli policromi
su carta bianca, 265x182 mm.
I
l disegno, di eccezionale qualità,
sfondo nerissimo e colorandole ad
faceva parte di un taccuino realizza­
acquerello.
to sul fronte orientale durante la Prima
Riproduciamo il solo disegno, mentre le
guerra mondiale. L'artista, di cui si
dimensioni riportate a capo pagina si
dovranno cercare notizie tra gli illustra­
riferiscono al foglio, con margini bianchi
tori attivi per la stampa viennese, mette
molto ampi, su cui è realizzato.
in risalto le figure proiettandole su uno
56
f.g.
51. Francia. 1940­1950 ca.
Ritratto di un artista
Matita nera su carta bianca, 150x199 mm.
L
a mano è quella di un artista france­
immediata, uno schizzo dove con la sola
se attivo negli anni '40­'50 del seco­
matita l'autore fotografa un collega
lo scorso. La scena mostra un pittore
all'opera, riuscendo a restituire la sereni­
intento nel suo lavoro, i pennelli stretti
tà di un momento privato e lo spirito
in una mano mentre con l'altra colora
quasi giocoso della situazione.
con delicatezza la tela. È una visione
f.g.
57
52.Gino Severini (1883­1966)
Madre e bambina, 1931
Matita su carta, 280x230 mm.
Firma e data: "Severini 1931"
Provenienza: Ernesto Mancini, Roma
Bibliografia: Smolizza 2009, cat. 17
el 1921 Gino Severini pubblica Du
N
Cubisme au Classicisme. Esthétique
du compas et du nombre, un trattato che
prende le mosse da Pitagora e Platone
per identificare schemi e ritmi estetici
universali. I principi contenuti in questo
volume hanno una straordinaria applica­
zione nel ciclo decorativo del Castello di
Montegufoni, nel Chianti, di cui l'artista
affresca una stanza su commissione del
barone inglese Sitwell (Benzi 1992, pp.9 e
27). A partire dal 1923 la tensione verso
una forma capace di cogliere ciò che è
veramente umano si lega ad un crescen­
te interesse religioso. Tra il 1925 e il 1934
l'artista si dedica prevalentemente alla
pittura sacra, affrescando tra l'altro le
chiese di Semsales (1925­1926), La Roche
(1927­1928), Tavannes (1930), San Pietro
a Friburgo (1932, 1935/1950) e Notre
un segno leggero, spesso interrotto, che
Dame du Valentin a Losanna (1933­1934).
richiama il disegno fauve (si guardi
Il disegno porta la data 1931. Si avverte la
soprattutto la manica della camicia),
stessa profondità umana ­ dubbiosa, spe­
mentre il viso della donna richiama
ranzosa, solida e preoccupata ­ che
direttamente ­ sia nella scelta del profilo
anima la pittura religiosa: una madre ed
sia nel modo di ombreggiare ­ i cartoni
una bambina strette in un abbraccio
preparatori per affresco. La provenienza
esclusivo, lo sguardo sicuro della donna,
del foglio è chiarita da una nota sul pas­
quello quasi interrogativo nella ricerca di
separtout originale: "Al Prof. Ernesto
affetto della bambina, sottolineata dal
Mancini con profonda riconoscenza e
movimento della mano, che la madre
stima, Roma, 11 agosto 1937 XV. Gino
coglie immediatamente. Da un punto di
Severini”.
vista stilistico il disegno è abbastanza
completo: i contorni sono realizzati con
58
m.s.
59
53. Ferruccio Ferrazzi (1891­1978)
Ritratto della figlia Fabiola, 1933 ca.
Inchiostro a penna e a lavis su carta marrone, 260x337 mm.
Provenienza: Eredi Ferrazzi, Roma
P
ittore e scultore, Ferrazzi esordisce
giovanissimo, a soli sedici anni,
esponendo alla LXXVII Esposizione di
Belle Arti, a Roma. Nel corso della sua
carriera artistica espone alle più impor­
tanti manifestazioni artistiche naziona­
li: Biennale di Venezia, Esposizione
della Società Amatori e Cultori di Belle
Arti, Biennale romana, mostre del
Novecento, Quadriennale di Roma,
divenendo il punto di riferimento del
panorama artistico romano. Con il
Ritorno all'ordine si accosta allo studio
di Piero della Francesca, alla ricerca di
principi compositivi capaci di ordinare
l'aspetto emotivo della figurazione.
Fortemente debitore di tali studi è que­
sto commovente ritratto di Fabiola, una
delle tre figlie dell’artista, realizzato
intorno al 1933. L’intensità dell’espres­
sione, la semplice bellezza della ragazzi­
na, che osserva in distanza sorpresa
quasi fotograficamente con la bocca un
po’ aperta, sono coerenti con una sensa­
zione di vitalità comunicato dai passag­
gi di inchiostro a lavis sui capelli, con­
trapposti ai precisi e taglienti passaggi
della penna.
m.s.
60
54. Pietro Annigoni (1910­1988)
Ritratto di donna, 1929­1930 ca.
Matita nera e carboncino su carta, 225x315 mm.
A
stile
nnigoni è uno dei maggiori dise­
gnatori italiani del ’900. ll suo
evidenzia
l'influenza
del
Rinascimento e del Realismo, in con­
trasto con gli stili di ritratto propri del
Modernismo e Postmodernismo in
auge negli anni della sua attività.
Specializzato in ritrattistica, la sua
attività è nota soprattutto per il ritrat­
to del 1955 di Elisabetta II (National
Portrait Gallery, Londra), sebbene sog­
getti frequenti dei suoi lavori fossero
persone disagiate e senza fissa dimora.
Suoi affreschi si trovano nell'Abbazia
di Montecassino, nel Convento di San
Marco a Firenze (Discesa dalla Croce,
Morte di Abele), nella Basilica di
Sant'Antonio a Padova ed in molte
altre località. Una delle opere più
importanti è il ciclo pittorico della
Chiesa parrocchiale di S. Michele
Arcangelo a Ponte Buggianese. Nel
2008 è stato aperto a villa Bardini a
Firenze il "Museo Pietro Annigoni".
Il nostro foglio, databile al 1929­1930,
raffigura una giovane in vesti teatrali.
Tipici della prima produzione di
Annigoni sono la capigliatura vivace e
l’uso di punte friabili e dure.
m.s.
61
BIBLIOGRAFIA
Benzi 1992
2009
F. Benzi, Gino Severini. Affreschi, mosai­
ci, decorazioni monumentali 1921­1941,
Roma, 1992
Choné 1992
P. Choné, J. Callot 1592­1635, Parigi, 1992
Colnaghi 1951
Exhibition of Old Master Drawings,
London, 1951 [Catalogo della mostra
omonima tenutasi a Londra, Colnaghi &
Co., 17 maggio ­ 20 giugno 1951]
Lugt 1921
F. Lugt, Le marques de collections des­
sins­estampes, Amsterdam, 1921 [ristam­
pa anastatica, 2002]
Matteucci 2002
A. M. Matteucci, I decoratori di formazione
bolognese tra Settecento e Ottocento. Da
Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano,
2002
Smolizza 2oo7
M.
Smolizza,
Idea y Sentimiento.
Itinerarios por el dibujo, de Rafael a
Cézanne, Cordova, 2007
Smolizza 2oo9
M. Smolizza,a cura di, con un dialogo
con Pierre Rosenberg, Il Disegno. Breve
viaggio da Fragonard a Beuys, Roma,
62
REGOLE DELLA VENDITA
L'Intermediario
Claudia Bonino (Gioielli di Carta),
con sede amministrativa in
Gaglianico (BI), via Repubblica 13,
P.I. 01996170021, è autorizzata dalla
Questura di Roma con licenza del 6
marzo 2001 a svolgere attività di
intermediazione nella vendita di
opere d'arte secondo le generali
prescrizioni del Testo Unico di
Pubblica Sicurezza. Nella propria
attività, l'intermediario si attiene
ad un apposito regolamento, acces­
sibile presso il sito www.gioiellidi­
carta.it o fornito in copia a chi ne
faccia richiesta, inderogabile salve
le specifiche eccezioni previste e
comunicate per iscritto agli offe­
renti durante la procedura di vendi­
ta. La partecipazione alla procedura
di vendita prevede la conoscenza e
la adesione a tale regolamento e
alle predette eventuali eccezioni.
Esame degli originali,
lecita provenienza e
certificato di garanzia
Al fine di garantire agli interessati
la possibilità di verificare diretta­
mente quanto in vendita, gli ogget­
ti sono esposti a Roma presso
Rechburg e Betzkoj Associati (Via
Filippo Civinini 37, int. 4, T.
06.8075228), previo appuntamento,
dal 2 febbraio 2009 ore 18.30 al 25
febbraio 2009 ore 18, dal lunedì al
venerdì, in orario 9.30­13 e 14.30­18.
Tutti i lotti sono venduti con
dichiarazione di lecita provenienza.
Per ogni oggetto la Casa rilascerà
certificato di autenticità e lecita
provenienza.
Consegna e individuazione
della offerta vincente
Per quanto riguarda la attuale proce­
dura di vendita, si segnala quanto
segue:
­ La vendita apre il 2 febbraio 2010,
ore 18.30
­ Fino all’ 8 febbraio 2010, ore 17, il
catalogo è a disposizione dei clienti
della Casa, che hanno due opportu­
nità:
a) rilevare immediatamente gli
oggetti attraverso una offerta pari al
doppio della stima minima; b) pre­
sentare una offerta scritta vincolata
pari almeno alla metà della stima
minima. Le offerte vincolate hanno
valore sino alla conclusione della
procedura di vendita e diventano
efficaci se risultate vincenti in tale
occasione ovvero quando siano
accettate dalla Proprietà anche
prima di tale scadenza. Dall’8 febbra­
io, ore 18, al 25 febbraio, ore 18, i lotti
ancora disponibili potranno essere
proposti anche in vendita pubblica
telematica.
Il 25 febbraio 2010, ore 19, i lotti dispo­
nibili sono dispersi come segue:
­ l'offerente può far pervenire la pro­
pria offerta scritta all'indirizzo di
Rechburg e Betzkoj associati ovvero
al fax 06.40041969 o alla e­mail
[email protected], entro le ore
17 del 25 febbraio 2010.
­ alle ore 19.00 pari data presso la
sede di Rechburg e Betzkoj Associati
vengono aperte le offerte pervenute.
Alle ore 19.15, letto pubblicamente
l'importo di ogni offerta pervenuta e
comparato con le migliori offerte per­
venute attraverso la predetta attività
di acquisizione di offerte telematiche,
vengono acquisite ­ in sequenza inin­
terrotta ­ eventuali altre offerte scrit­
te da parte di offerenti presenti e
accreditati, ovvero al telefono e
accreditai ovvero on line attraverso il
sito www.artfact.com. In presenza di
una sola offerta pari o superiore alla
stima minima, il lotto è aggiudicato
alla stima minima. In presenza di più
offerte, vengono selezionate le due
migliori e il lotto è aggiudicato all'of­
ferente che ha proposto l'offerta
migliore in assoluto ad una cifra pari
all'importo della seconda offerta
migliore maggiorata al massimo del
10% (ad esempio se la offerta miglio­
re in assoluto è 3.000 Euro e la secon­
da migliore è 2.000 Euro, il lotto è
aggiudicato a 2.200 Euro all'offerente
che ha proposto 3.000 Euro). La
stima minima è espressa in Euro e
coincide con la cifra minore della
stima di ogni singolo lotto. Le offerte
devono essere pari o superiori alla
metà della stima minima. In caso di
offerta di pari importo, prevale quel­
la consegnata prima.
Indipendentemente dalla modalità
di acquisto adottata, l'offerente
riconosce a Claudia Bonino
(Gioielli di Carta), oltre al prezzo di
aggiudicazione ricevuto dalla stessa
in nome e per conto del cliente
venditore, un diritto di intermedia­
zione pari al 25% dello stesso (Iva
inclusa).
Ad
aggiudicazione
avvenuta,
Claudia Bonino (Gioielli di Carta)
rimette immediata fattura all'acqui­
rente, fuori campo Iva per quanto
concerne il bene e in campo Iva per
quanto concerne l'intermediazione.
L'acquirente provvede a saldare la
fattura entro 5 giorni lavorativi dal­
l'acquisto. Il lotto è ritirato dall'ac­
quirente, entro 45 giorni dalla ven­
dita, a pagamento avvenuto, presso
la sede di Rechburg e Betzkoj
Associati. Dopo la vendita, non sono
ammesse contestazioni riguardo al
lotto.
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Finito di stampare nel mese di gennaio 2010