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SOMMARIO
• Introduzione
Le trappole amorose che fanno solo soffrire
• Capitolo 1
Il tuo intuito sa sempre chi fa per te
• Capitolo 2
Perché le donne soffrono di più per amore?
• Capitolo 3
Ecco quali sono gli uomini da “evitare”
• Capitolo 4
Il “complesso dell’infermiera” ti imprigiona
• Capitolo 5
L’uomo perfetto che si trasforma in un persecutore
• Capitolo 6
La paura della solitudine ci fa sbagliare
• Capitolo 7
Le doti innate che ogni donna possiede in sé
• Conclusione
Le 5 regole per evitare amori “malati”
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Tutti abbiamo
bisogno d’amore
T
utti gli esseri umani, senza alcuna distinzione, hanno bisogno d’amore. Hanno necessità di amare e
di essere amati. Ad ogni le età, in qualsiasi ambiente,
in qualunque condizione sociale, uomini e donne desiderano dare e avere affetto, vicinanza, protezione,
attenzione, considerazione. Siamo “animali relazionali” e pertanto nessuno di noi è fatto per la solitudine
(anche se la solitudine scelta e voluta in alcuni momenti è strumento di crescita).
La ricerca d’amore è costante in tutta la vita. Questo
vale per i neonati bisognosi di cure, per i bambini e
le loro piccole grandi amicizie, per gli adolescenti alle
prese con i primi innamoramenti, per i giovani alla
ricerca del partner “giusto”, per gli adulti che vivono
la pienezza della propria vita, per gli anziani che sentono ancora il bisogno di dare e ricevere calore.
Insomma, l’amore è davvero una necessità universale.
In alcune fasi della vita (in particolar modo nei primi
e negli ultimi anni della nostra esistenza) si cercano
forme d’amore che consistono principalmente nel ricevere accudimento e protezione.
Ma a partire dalla prima giovinezza quello che desideriamo tutti e più di tutto è trovare qualcuno che
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ci stia accanto. Soprattutto le donne lo hanno ben
chiaro, forse più degli uomini, probabilmente a causa
dell’istinto materno che le “abita”. La ricerca di un
partner (e non necessariamente di un partner per tutta la vita…) è una caratteristica radicata in tutti noi.
Esistono anche forme sublimate d’amore (l’amore del
credente per il suo Dio, l’amore per l’arte o per la
conoscenza…), nelle quali “trasferiamo” il desiderio e
l’attrazione verso un “oggetto d’amore” che è diverso
da un compagno o da una compagna. Ma si tratta appunto della trasformazione di qualcosa che, in natura,
avrebbe come bersaglio un altro essere umano.
Non significa solo riprodurre la specie
Perché esiste questa tensione istintuale, questa spinta
innata all’amore? La risposta sembrerebbe fin troppo
ovvia: perché l’amore ha come fine ultimo la riproduzione, allo scopo di garantire la sopravvivenza della
specie. Verissimo, ma c’è anche altro.
La sessualità umana è nello stesso tempo un aspetto
che ci rende simili agli altri animali del nostro gruppo (ci accoppiamo e ci riproduciamo come gli altri
mammiferi) e insieme anche quello che maggiormente ci differenzia da loro.
Gli esseri umani infatti non vivono l’eros a scopi unicamente riproduttivi e le nostre relazioni amorose
non vengono costruite con il solo fine di replicare noi
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stessi nei figli e di custodire la prole.
L’amore è anche una potente forza evolutiva: attraverso l’amore possiamo crescere, conoscerci meglio,
prendere coscienza di quello che davvero vogliamo
nella vita. Nell’eros incontriamo l’altro ma incontriamo soprattutto noi stessi, quello che siamo profondamente, il nostro modo di “sentire”, al massimo
livello possibile. Nella condivisione di esperienze con
un’altra persona maturiamo e affiniamo via via il nostro modo di vedere il mondo, di vedere la vita. Però
non bisogna mai dimenticare o trascurare la propria
dimensione individuale; l’ultima cosa da desiderare
è che le persone perdano se stesse all’interno di una
coppia: i risultati sono sempre negativi.
Anche se non ce ne rendiamo sempre conto, la ricerca
dell’amore, la “costruzione” dell’amore, e la protezione dell’amore condizionano i nostri pensieri, le nostre
speranze e quindi i nostri atti concreti di tutti i giorni
della vita.
Le donne lo sanno bene, mentre gli uomini spesso
fanno finta che non sia vero; preferiscono sottolineare
l’aspetto sessuale dell’amore (specialmente da giovani, ma non solo), rimarcando a parole la centralità
del sesso, parlandone come se fosse svincolato dagli
aspetti relazionali e affettivi; ma si tratta per lo più
di una recita. Quando fanno “i duri” e parlano solo
di sesso, in fondo gli uomini dimostrano di essere intimoriti da alcuni aspetti del rapporto amoroso; in
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realtà spesso temono la sofferenza dell’abbandono o
la supposta privazione della propria libertà; perciò si
difendono da questo timore in modo aggressivo.
A volte lo fanno anche le donne; quando parlano di
sesso come se fosse la cosa più importante, in quel
momento stanno indossando una maschera per difendersi. Cercano talvolta di sminuire il significato
del rapporto amoroso, ma dentro di loro tutte le donne danno una grandissima importanza alla ricerca del
partner che ritengono migliore per sé.
Non è vero che le donne amano “troppo” come spesso
si sente dire; è vero che sanno darsi completamente
all’altro, senza alcun risparmio. Il modo “femminile” di amare è una potente forza evolutiva e influisce
direttamente sullo stato di salute, sull’aspetto fisico,
sull’energia vitale: non a caso si dice comunemente
che, quando una donna si innamora, “glielo si legge
in faccia”. Non solo: l’innamoramento è una condizione di benessere che aumenta la capacità creativa,
stabilizza l’umore, migliora le capacità lavorative,
rende le donne più in sintonia con il mondo che le
circonda e quindi più aperte nelle relazioni sociali.
Fino a quando le cose funzionano, questo sentimento
eleva dalla routine quotidiana per regalare armonia e
benessere a piene mani. L’innamoramento al femminile (più di quello maschile, maggiormente ancorato
al desiderio erotico) è la condizione psicologica più
affine alla felicità autentica ed è un sentimento che
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riguarda la donna nella sua totalità di mente e corpo. Di conseguenza, anche il godimento erotico delle
donne aumenta sensibilmente se fanno l’amore con
qualcuno che amano profondamente, mentre nei maschi esiste in ogni caso una componente “meccanica”
che rende sempre possibile l’orgasmo, ma allo stesso
tempo non permette loro di raggiungere quell’appagamento assoluto che è prerogativa dell’eros femminile. Purtroppo c’è un’altra faccia della medaglia: lo
stesso appagamento si trasforma in un vero e proprio
tormento quando le “cose dell’amore” non vanno per
il verso giusto. Proprio per la sua caratteristica di sentimento assoluto, l’innamoramento femminile “sano”
regala salute e benessere, mentre quello malato getta
troppo spesso le donne in una sofferenza molto acuta.
Perché le donne fanno scelte sbagliate?
Così arriviamo al cuore del nostro tema: perché le
donne, pur dando tanto rilievo alla ricerca di un partner che possa essere l’uomo davvero “giusto”, finiscono poi spesso per sceglierne uno “sbagliato”? E cosa
possono fare per evitarlo?
Esistono strumenti e risorse interiori alle quali possono affidarsi per evitare di cadere vittime di personaggi
sbagliati o peggio di partner destinati a portare loro
soltanto dolore e sofferenza? Anticipiamo subito una
risposta: tutte le donne possiedono le capacità di scel16
ta e di autodifesa, perché fanno parte del lato profondo e istintuale di ognuno di noi.
Se l’amore è un bisogno innato, una necessità primordiale di sopravvivenza della specie, anche le risorse per
trovare quello più adatto appartengono per forza alle
radici primitive di ogni donna e di ogni uomo, al “territorio” degli istinti e non a quello della ragione.
Come l’istinto di sopravvivenza si attiva spontaneamente per segnalare la presenza di un pericolo, allo
stesso modo in ogni donna un segnale d’allarme istintivo è pronto a scattare quando ha a che fare con un
uomo che non fa per lei.
Il problema centrale è che spesso la donna non dà
retta a questo segnale. Questo accade per varie ragioni e soprattutto perché oggi viviamo immersi in una
cultura e in una civiltà che tendono a reprimere la
nostra natura animale e istintiva, privilegiando la razionalità e i riti del vivere secondo le consuetudini.
In particolare proprio l’istintualità femminile è stata
duramente repressa e inibita nel corso dei secoli, allo
scopo di plasmare la donna secondo le regole imposte
dalla prevalenza sociale dell’uomo.
Il cosiddetto “progresso” del vivere civile è stato soprattutto un processo di repressione degli impulsi e
dell’istinto per affidarsi alla logica razionale, temendo
l’eventuale scatenarsi al nostro interno di energie primordiali che la mente non è in grado di controllare.
La via della ragione è sembrata l’unica strada per con17
servare un sano controllo di sé in ogni aspetto dell’esistenza e perciò anche in quello amoroso.
Ma questo complica il problema delle relazioni d’amore, che vorrebbe risolvere, perché - come affermava secoli fa il filosofo Blaise Pascal - «il cuore conosce
ragioni che la ragione non conosce». Intendeva dire
che per gli esseri umani è difficile comprendere la natura intima dei propri innamoramenti, e che dovremmo accettare il dato di fatto che l’amore non risponde
a regole logiche.
Purtroppo però continuiamo a pensare all’amore secondo gli schemi e le convenzioni della ragione; per
questo finiamo spesso col soffrire, e in modo particolare questo succede alle donne.
Le forze innate vogliono il nostro bene
Quali sono dunque le energie interiori che ci possono
aiutare ad evitare le scelte sbagliate?
Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista svizzero allievo di Freud e padre della psicologia analitica, nelle
sue opere parla di quattro funzioni delle psiche umana, quattro funzioni innate che aiutano a capire meglio com’è fatta una persona per sue caratteristiche
innate, prescindendo cioè dall’influenza ambientale,
sociale ed educativa ricevuta. Queste funzioni sono:
sentimento, sensazione, intuizione, pensiero spontaneo. Dalla predominanza di una di esse, oltre che dal18
la distinzione fra personalità introversa o estroversa,
nasce la distinzione fra tipi psicologi differenti, con
diversi modi di essere nel mondo. Queste quattro
funzioni psichiche sono tutte a nostra disposizione,
in misura diversa in ognuno di noi, così come l’introversione o l’estroversione (non esiste l’estroverso puro
o l’introverso in assoluto).
Si tratta di autentiche risorse interiori, di cui tutti disponiamo, ma che non sono sotto il controllo della
nostra volontà cosciente: le abbiamo ma non possiamo disporne a nostro piacimento.
Si attivano cioè in modo indipendente dalla nostra
mente razionale, dai nostri progetti, dai desideri
dell’io cosciente. Proprio per questo motivo, cioè per
l’assenza di quel controllo che tanto desideriamo, le
risorse innate sono state e sono ancora combattute e
negate. Agli occhi dell’uomo contemporaneo sembra
quasi offensivo ammettere di avere qualcosa dentro di
sé che ne sa molto più di noi riguardo a quello che fa
davvero “per noi”. Al contrario possedere tali risorse
istintive è la nostra più grande fortuna, perché esse,
proprio grazie alla loro natura innata, si mettono in
moto in maniera spontanea, nonostante le convinzioni sbagliate e le ostinazioni che purtroppo spesso ci
spingono ad agire anche contro il nostro stesso interesse. Queste forze profonde sono in grado di segnalare a una donna che l’uomo che crede sia “giusto”
per lei in realtà non lo è affatto. E come fanno? Lo
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mostreremo nelle prossime pagine, attraverso il racconto di alcuni casi concreti, che lo fanno capire meglio di tante teorie. In ognuno di questi esempi vale
una semplice regola, da tenere sempre a mente: dentro di noi c’è qualcosa che su di noi ne sa molto più di
quanto noi stessi ne sappiamo. In noi c’è un’energia
innata che vuole la nostra salvezza, la nostra salvaguardia, la nostra felicità e sa come farcela ottenere, in
primo luogo liberandoci dalle persone che non fanno
per noi o tenendole alla giusta distanza.
Lo vedremo dai racconti sulle vicende di persone che
ho avuto in trattamento psicoterapico negli ultimi
anni; queste storie dimostrano l’importanza di dare
retta ai richiami delle risorse innate che spesso invece
non ascoltiamo o trascuriamo.
I quattro esempi scelti riguardano, e non a caso, tutte
e quattro le funzioni personali individuate da Jung;
questo per dimostrare che ognuno di noi ha le proprie particolari risorse da sfruttare pienamente. Per
una persona è più facile attivare il pensiero spontaneo, un’altra invece è colpita dalle sensazioni, oppure
invece da un sentimento interiore o ancora vede più
facilmente formarsi dentro di sé un’intuizione.
Non importa quale di queste risorse si attiva in noi,
la cosa fondamentale è avere coscienza che in tutti i
casi le “voci” innate, se le sappiamo ascoltare, hanno
pienamente ragione.
Queste storie lo stanno a dimostrare.
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