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SOMMARIO • Introduzione Le trappole amorose che fanno solo soffrire • Capitolo 1 Il tuo intuito sa sempre chi fa per te • Capitolo 2 Perché le donne soffrono di più per amore? • Capitolo 3 Ecco quali sono gli uomini da “evitare” • Capitolo 4 Il “complesso dell’infermiera” ti imprigiona • Capitolo 5 L’uomo perfetto che si trasforma in un persecutore • Capitolo 6 La paura della solitudine ci fa sbagliare • Capitolo 7 Le doti innate che ogni donna possiede in sé • Conclusione Le 5 regole per evitare amori “malati” 6 11 35 53 71 93 117 135 151 Tutti abbiamo bisogno d’amore T utti gli esseri umani, senza alcuna distinzione, hanno bisogno d’amore. Hanno necessità di amare e di essere amati. Ad ogni le età, in qualsiasi ambiente, in qualunque condizione sociale, uomini e donne desiderano dare e avere affetto, vicinanza, protezione, attenzione, considerazione. Siamo “animali relazionali” e pertanto nessuno di noi è fatto per la solitudine (anche se la solitudine scelta e voluta in alcuni momenti è strumento di crescita). La ricerca d’amore è costante in tutta la vita. Questo vale per i neonati bisognosi di cure, per i bambini e le loro piccole grandi amicizie, per gli adolescenti alle prese con i primi innamoramenti, per i giovani alla ricerca del partner “giusto”, per gli adulti che vivono la pienezza della propria vita, per gli anziani che sentono ancora il bisogno di dare e ricevere calore. Insomma, l’amore è davvero una necessità universale. In alcune fasi della vita (in particolar modo nei primi e negli ultimi anni della nostra esistenza) si cercano forme d’amore che consistono principalmente nel ricevere accudimento e protezione. Ma a partire dalla prima giovinezza quello che desideriamo tutti e più di tutto è trovare qualcuno che 12 ci stia accanto. Soprattutto le donne lo hanno ben chiaro, forse più degli uomini, probabilmente a causa dell’istinto materno che le “abita”. La ricerca di un partner (e non necessariamente di un partner per tutta la vita…) è una caratteristica radicata in tutti noi. Esistono anche forme sublimate d’amore (l’amore del credente per il suo Dio, l’amore per l’arte o per la conoscenza…), nelle quali “trasferiamo” il desiderio e l’attrazione verso un “oggetto d’amore” che è diverso da un compagno o da una compagna. Ma si tratta appunto della trasformazione di qualcosa che, in natura, avrebbe come bersaglio un altro essere umano. Non significa solo riprodurre la specie Perché esiste questa tensione istintuale, questa spinta innata all’amore? La risposta sembrerebbe fin troppo ovvia: perché l’amore ha come fine ultimo la riproduzione, allo scopo di garantire la sopravvivenza della specie. Verissimo, ma c’è anche altro. La sessualità umana è nello stesso tempo un aspetto che ci rende simili agli altri animali del nostro gruppo (ci accoppiamo e ci riproduciamo come gli altri mammiferi) e insieme anche quello che maggiormente ci differenzia da loro. Gli esseri umani infatti non vivono l’eros a scopi unicamente riproduttivi e le nostre relazioni amorose non vengono costruite con il solo fine di replicare noi 13 stessi nei figli e di custodire la prole. L’amore è anche una potente forza evolutiva: attraverso l’amore possiamo crescere, conoscerci meglio, prendere coscienza di quello che davvero vogliamo nella vita. Nell’eros incontriamo l’altro ma incontriamo soprattutto noi stessi, quello che siamo profondamente, il nostro modo di “sentire”, al massimo livello possibile. Nella condivisione di esperienze con un’altra persona maturiamo e affiniamo via via il nostro modo di vedere il mondo, di vedere la vita. Però non bisogna mai dimenticare o trascurare la propria dimensione individuale; l’ultima cosa da desiderare è che le persone perdano se stesse all’interno di una coppia: i risultati sono sempre negativi. Anche se non ce ne rendiamo sempre conto, la ricerca dell’amore, la “costruzione” dell’amore, e la protezione dell’amore condizionano i nostri pensieri, le nostre speranze e quindi i nostri atti concreti di tutti i giorni della vita. Le donne lo sanno bene, mentre gli uomini spesso fanno finta che non sia vero; preferiscono sottolineare l’aspetto sessuale dell’amore (specialmente da giovani, ma non solo), rimarcando a parole la centralità del sesso, parlandone come se fosse svincolato dagli aspetti relazionali e affettivi; ma si tratta per lo più di una recita. Quando fanno “i duri” e parlano solo di sesso, in fondo gli uomini dimostrano di essere intimoriti da alcuni aspetti del rapporto amoroso; in 14 realtà spesso temono la sofferenza dell’abbandono o la supposta privazione della propria libertà; perciò si difendono da questo timore in modo aggressivo. A volte lo fanno anche le donne; quando parlano di sesso come se fosse la cosa più importante, in quel momento stanno indossando una maschera per difendersi. Cercano talvolta di sminuire il significato del rapporto amoroso, ma dentro di loro tutte le donne danno una grandissima importanza alla ricerca del partner che ritengono migliore per sé. Non è vero che le donne amano “troppo” come spesso si sente dire; è vero che sanno darsi completamente all’altro, senza alcun risparmio. Il modo “femminile” di amare è una potente forza evolutiva e influisce direttamente sullo stato di salute, sull’aspetto fisico, sull’energia vitale: non a caso si dice comunemente che, quando una donna si innamora, “glielo si legge in faccia”. Non solo: l’innamoramento è una condizione di benessere che aumenta la capacità creativa, stabilizza l’umore, migliora le capacità lavorative, rende le donne più in sintonia con il mondo che le circonda e quindi più aperte nelle relazioni sociali. Fino a quando le cose funzionano, questo sentimento eleva dalla routine quotidiana per regalare armonia e benessere a piene mani. L’innamoramento al femminile (più di quello maschile, maggiormente ancorato al desiderio erotico) è la condizione psicologica più affine alla felicità autentica ed è un sentimento che 15 riguarda la donna nella sua totalità di mente e corpo. Di conseguenza, anche il godimento erotico delle donne aumenta sensibilmente se fanno l’amore con qualcuno che amano profondamente, mentre nei maschi esiste in ogni caso una componente “meccanica” che rende sempre possibile l’orgasmo, ma allo stesso tempo non permette loro di raggiungere quell’appagamento assoluto che è prerogativa dell’eros femminile. Purtroppo c’è un’altra faccia della medaglia: lo stesso appagamento si trasforma in un vero e proprio tormento quando le “cose dell’amore” non vanno per il verso giusto. Proprio per la sua caratteristica di sentimento assoluto, l’innamoramento femminile “sano” regala salute e benessere, mentre quello malato getta troppo spesso le donne in una sofferenza molto acuta. Perché le donne fanno scelte sbagliate? Così arriviamo al cuore del nostro tema: perché le donne, pur dando tanto rilievo alla ricerca di un partner che possa essere l’uomo davvero “giusto”, finiscono poi spesso per sceglierne uno “sbagliato”? E cosa possono fare per evitarlo? Esistono strumenti e risorse interiori alle quali possono affidarsi per evitare di cadere vittime di personaggi sbagliati o peggio di partner destinati a portare loro soltanto dolore e sofferenza? Anticipiamo subito una risposta: tutte le donne possiedono le capacità di scel16 ta e di autodifesa, perché fanno parte del lato profondo e istintuale di ognuno di noi. Se l’amore è un bisogno innato, una necessità primordiale di sopravvivenza della specie, anche le risorse per trovare quello più adatto appartengono per forza alle radici primitive di ogni donna e di ogni uomo, al “territorio” degli istinti e non a quello della ragione. Come l’istinto di sopravvivenza si attiva spontaneamente per segnalare la presenza di un pericolo, allo stesso modo in ogni donna un segnale d’allarme istintivo è pronto a scattare quando ha a che fare con un uomo che non fa per lei. Il problema centrale è che spesso la donna non dà retta a questo segnale. Questo accade per varie ragioni e soprattutto perché oggi viviamo immersi in una cultura e in una civiltà che tendono a reprimere la nostra natura animale e istintiva, privilegiando la razionalità e i riti del vivere secondo le consuetudini. In particolare proprio l’istintualità femminile è stata duramente repressa e inibita nel corso dei secoli, allo scopo di plasmare la donna secondo le regole imposte dalla prevalenza sociale dell’uomo. Il cosiddetto “progresso” del vivere civile è stato soprattutto un processo di repressione degli impulsi e dell’istinto per affidarsi alla logica razionale, temendo l’eventuale scatenarsi al nostro interno di energie primordiali che la mente non è in grado di controllare. La via della ragione è sembrata l’unica strada per con17 servare un sano controllo di sé in ogni aspetto dell’esistenza e perciò anche in quello amoroso. Ma questo complica il problema delle relazioni d’amore, che vorrebbe risolvere, perché - come affermava secoli fa il filosofo Blaise Pascal - «il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce». Intendeva dire che per gli esseri umani è difficile comprendere la natura intima dei propri innamoramenti, e che dovremmo accettare il dato di fatto che l’amore non risponde a regole logiche. Purtroppo però continuiamo a pensare all’amore secondo gli schemi e le convenzioni della ragione; per questo finiamo spesso col soffrire, e in modo particolare questo succede alle donne. Le forze innate vogliono il nostro bene Quali sono dunque le energie interiori che ci possono aiutare ad evitare le scelte sbagliate? Carl Gustav Jung, il grande psicoanalista svizzero allievo di Freud e padre della psicologia analitica, nelle sue opere parla di quattro funzioni delle psiche umana, quattro funzioni innate che aiutano a capire meglio com’è fatta una persona per sue caratteristiche innate, prescindendo cioè dall’influenza ambientale, sociale ed educativa ricevuta. Queste funzioni sono: sentimento, sensazione, intuizione, pensiero spontaneo. Dalla predominanza di una di esse, oltre che dal18 la distinzione fra personalità introversa o estroversa, nasce la distinzione fra tipi psicologi differenti, con diversi modi di essere nel mondo. Queste quattro funzioni psichiche sono tutte a nostra disposizione, in misura diversa in ognuno di noi, così come l’introversione o l’estroversione (non esiste l’estroverso puro o l’introverso in assoluto). Si tratta di autentiche risorse interiori, di cui tutti disponiamo, ma che non sono sotto il controllo della nostra volontà cosciente: le abbiamo ma non possiamo disporne a nostro piacimento. Si attivano cioè in modo indipendente dalla nostra mente razionale, dai nostri progetti, dai desideri dell’io cosciente. Proprio per questo motivo, cioè per l’assenza di quel controllo che tanto desideriamo, le risorse innate sono state e sono ancora combattute e negate. Agli occhi dell’uomo contemporaneo sembra quasi offensivo ammettere di avere qualcosa dentro di sé che ne sa molto più di noi riguardo a quello che fa davvero “per noi”. Al contrario possedere tali risorse istintive è la nostra più grande fortuna, perché esse, proprio grazie alla loro natura innata, si mettono in moto in maniera spontanea, nonostante le convinzioni sbagliate e le ostinazioni che purtroppo spesso ci spingono ad agire anche contro il nostro stesso interesse. Queste forze profonde sono in grado di segnalare a una donna che l’uomo che crede sia “giusto” per lei in realtà non lo è affatto. E come fanno? Lo 19 mostreremo nelle prossime pagine, attraverso il racconto di alcuni casi concreti, che lo fanno capire meglio di tante teorie. In ognuno di questi esempi vale una semplice regola, da tenere sempre a mente: dentro di noi c’è qualcosa che su di noi ne sa molto più di quanto noi stessi ne sappiamo. In noi c’è un’energia innata che vuole la nostra salvezza, la nostra salvaguardia, la nostra felicità e sa come farcela ottenere, in primo luogo liberandoci dalle persone che non fanno per noi o tenendole alla giusta distanza. Lo vedremo dai racconti sulle vicende di persone che ho avuto in trattamento psicoterapico negli ultimi anni; queste storie dimostrano l’importanza di dare retta ai richiami delle risorse innate che spesso invece non ascoltiamo o trascuriamo. I quattro esempi scelti riguardano, e non a caso, tutte e quattro le funzioni personali individuate da Jung; questo per dimostrare che ognuno di noi ha le proprie particolari risorse da sfruttare pienamente. Per una persona è più facile attivare il pensiero spontaneo, un’altra invece è colpita dalle sensazioni, oppure invece da un sentimento interiore o ancora vede più facilmente formarsi dentro di sé un’intuizione. Non importa quale di queste risorse si attiva in noi, la cosa fondamentale è avere coscienza che in tutti i casi le “voci” innate, se le sappiamo ascoltare, hanno pienamente ragione. Queste storie lo stanno a dimostrare. 20