e colonie genovesi nel Mar Nero urante il Medioevo. spetti preliminari.

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e colonie genovesi nel Mar Nero urante il Medioevo. spetti preliminari.
Maj 1983
e colonie genovesi nel Mar Nero
urante il Medioevo.
spetti preliminari.
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1Ai\JSK 8
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Romansk Institut
K~benhavns
Universitet
LE COLONIE GENOVESI NEL MAR NERO DURANTE IL MEDIOEVO
Njalsgade 78-80
DK-2300
K~benhavn
- Aspetti preliminari S.
Premessa
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sér.iiotique.
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B6. lsabelle Durousseau og Dle Kongsdal Jensen: Perception des
erreurs de prononciation.
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- en overset minoritetsgruppe i USA.
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8~. Eric Eggli: Histolre de temps.
go. François Marchetti: Pour un supplément au dlctlonnalre
français-òanois de Blinkenberg et H0ybye.
2
91. x +3xy: PK-grammatik. Et alternativ.
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!OJ. Michael Herslund: DATIV, en syntaktisk-semantisk analyse af
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~
C:5 .. Ste~n Janse~:
! Jù.
Du e lettur e di VEST IRE GLI IGNUDI di Plrandel lc aa opera de i registi Mario M1ss irol i e Massimo Castri.
Bengt Burg: Le colonie gc,no vesi ne l Mar nero durante il
Medi oevo . As~etti preliminari.
Il 6 giugno 14 75 11 Caffa si arrende, dopo sei giorni di as sedio, ai Turchi .
La resa segna la fine del medioevo genovese e l'inizio di
una nuova epoca non soltanto per Genova e le altre città marinare della penisola ma per l 'int era Europa occi dentale.
La fase segna il trapasso dall'Oriente all'Occidente, dal
Mediterraneo all'Atlantico del commercio internazionale, un periodo di transizione stori ca importante e ormai conosciutissima.
Il presente articolo vorrebbe abbracciare alcuni aspetti
introduttivi alla trasformaz i one socio-economica avvenuta a Genova e in tanti altri luoghi e che chiamaremo il "Take off of the
Cornrnercial Revolution" 21 , aspetto fondamentale per capire, in Italia, le premesse dello svolgerdi del Rinascimento e le sue minute strutture sociali, e, sul piano internazionale, la conquista e sottomissione dei grossi continenti: studi questi, trascurati in ambito danese . L'unica opera da me conosciuta c he tende a
31
approfondire l'argomento è La cité de Gènes au XIIe s iècle
•
Il mio interesse per l'argomento non nasce dal presupposto
che lo sviluppo del commercio marittimo e la seguente colonizzazione di Genova sia particolare - anche se in realtà o per importanti aspetti - nel vasto quadro storico medievale europeo , ma
perché appunto la metamorfosi tra il secolo X e il secolo XIII è
portatrice di meccanismi economici e sociali di tipo precapitalistico di portata determinante .
Molto spesso questa trasformazione, che coinvolge anche quel la dell ' ambiente naturale , l'agricoltura le città ecc., viene descritta come un fatto storico quasi naturale.
Mi sono posto parecchie domande studiando numerose e varie
opere storiche sia genera li che specifiche (vedi la bibliografia)
sulle cause iniziali di questa trasformazione: incremento demografico, sete di l ucro , liberazione di Gerusa lemme, tecniche navali e nautiche e così via . Tali domande mi hanno portato a studire alcuni particolari di che cercherò di presentare in questo
articolo , in vi sta di un'esposizione più organica con ricchezza di
argomenti in una opera più ampia.
5
4
loro base principale sul Mar Tirreno
I. La città medievale
Angoli visivi sulla nascita della città medievale
(Concetto-base del commercio organizzato)
8 9
• l.
Condizioni simili sono incompatibili coll'esistenza di un
commercio di portata reale e significativa che possa circolare
in modo regolare ed organizzato, come esigerebbe l'essenza stessa di un'economia di scambio a circuito economico aperto. A questa
I.1 Taglio diacronico
si sostituisce quindi u n'economia di consumo. "Il secolo XIII è
Sin dalla caduta dell'Impero Romano, attivo e esemplare nel
campo del commercio intereuropeo, grazie prima di tutto alla fitta rete stradale e all'amministrazione centralizzata, l'Europa da
un punto di vista commerciale rimane un continente prevalentement e c h"iuso 4 l ,
.
eccezione
fatta forse delle zone in cui t rafficano
i Vikinghi, cioè l'Europa orientale dove commerciano lungo i fiumi tra il Mar Baltico e il Mar Nero. I Carolingi sono gli esponenti più significativi di questo aspetto autarchico, creando un
impero in cui la popolazione è costretta a vivere da se stessa
delle sue proprie risorse in un circuito economico chiuso e feudale. Probabilmente dovuto a cause esterne.
In generale, non si è dedicata sufficiente attenzione al1' immensa portata delle invasioni dell'Islam nell'Europa occiden-
tale e meridionale e sua l'influenza sulle strutture socio-pol i5
tiche che ne seguerà l.
Fin dai tempi lontani, gli Europei hanno sempre ricevuto civiltà e prodotti di tutti i tipi dall'Oriente tramite i Fenici,
i Greci e i Romani.
Certo la transizione da un'epoca all'altra non avviene di
solito improvvisamente, ma si può affermare che a partire dalla
metà del VII secolo il traffico marittimo tra l'Oriente e l 'Occidente cessa o rallenta in modo determinante con la conquista della Siria nel 636 da parte dei Musulmani, e il traffico con l'Egitt o subisce lo stesso arresto nel 640. Nel s e colo VIII la Proven-
6
povera
za,
un ~empo
la regione più ricca della Gallia, diventa la più
sibilità di servirsi di sbocchi regolari per smerciare i
prodotti
non avrebbe esitato a farlo. Si può quindi affermare che l'organizzazione fondiaria che domina la più grande parte del l'Europa
alla fine del millennio prece dente è il risultato di circonstanze esterne: non è una trasformazione organica ma un fenomeno del
tutto anormale, necessario l l ) .
I . 2 Taglio sincronico
"Una società non deve necessariamente passare attraverso
l'agricoltura prima di dedicarsi al commercio", sostiene Pirenh confermano tra l'altro le attività dei Vikinghi. E
ne 12) ; i'l ce
continua "invece di un'aristocrazia terriera, un'aristocrazia mercantile; non servi della gleba, ma schiavi considerati strumenti
di lavoro; al posto di una popolazione che viveva in campagna,
una popolazione agglomerata in città; invece di una semplice economia di consumo, un'economia di scambio e un'attività commerciale regolare e permanente".
La fase determinante del sorgere delle repubbli che marinare
della Penisola e con esse nello stesso periodo quelle del resto
del Mediterraneo va esaminata in chiave molto complessa e in
stretta connessione con altrettanti complessi eventi storici del1 ' epoca, di cui ne abbiamo già menzionato alcuni.
Anche se Venezia da quasi mezzo millennio aveva un rapporto
Verso la fine dell'anno Mille i Musulmani affermano sempre
di più il loro dominio sul Mediterraneo a danno dei Bizantini che
avevano dominato e ispirato i
l'età d'oro di ciò che chiamiamo l'economia domestica c hiusa e
che più esattamente possiamo definire un'economia senza sbocchi" 1 O) .Non c'è dubbio che se il commercio avesse avuto la pos-
popoli sia nella laguna o rientale?)
e occidentale d ella Penisola settentrionale che nella maggior
parte del Meridione, compresa la Sicilia. I Musulmani si impadroniscono della Corsica , della Sardegna , della Sicilia; devastano
le coste della Provenza e dell'Italia, incendiano le città dopo
averle saccheggiate ed aver catturati gli a bita nti per venderli
come schiavi. Palermo, dove sorge un grande ars enale , diviene la
attivo in tutti i campi, compreso quel lo culturale, con l 'Impero
Bizantino, sembra ammissibile, ed affascinante, la tes i
(ancorchè
superficiale) che lo slanc i o economico di tutte le repubbliche
marinare in quest i s e col i sia dovuto al desiderio di liberare Gerusalemme. Può questa t esi giustificare le conquiste - spesso nominate e trattate come "scoperte geografiche" - sia nel Mar Nero
sia nell'Egeo e lungo i fiumi dell a Russia meridiona l e e dell'Europa sud-orientale? 1 3l
6
7
E altrettanto vero che in questo periodo , dal 1000 a l 1300
14
s i è verificata un'esplosione demografica
) che può a v e r dato il
materiale umano alle crociate che si susseguono
l ' una dopo l ' al-
tra in questi 300 anni. I rapporti fra cause ed effetti sembrano
poco palesi. Cerchiamo di chiarirne alcuni.
I.3 La genesi economica della città
Che proprio in quest'epoca nasca · e si sviluppi quel concetto
demograf i co , economico e culturale che chiamiamo la città, ce lo
a) rapporto tra città medievale e citt à antica
b) compresenza di forze opposte al momento della stessa
origine della città
16)
c) distinzione tra città grandi, medie e piccole
"Fu la rinascita della città murata che permise la riapertura delle rotte commerciali nazionali ed internazionali e che determinò
" 17).
la c i rcolazione attraverso l ' Europa dei beni in eccedenza
Punto di vista del tutto contrario a quello del Pirenne che punta
agli sbocchi cioè alle cause esterne . Mumford continua "la vita
dicono i soli e numerossissimi ruderi rimasti . Naturalmente bi -
dinamica di questi centri aveva le sue radici nei progressi agri-
sogna stabilire su che cosa si intende quando si parla della cit-
coli delle campagne, ed è un tesi assurda , quella che isola la
tà. Piattaforma fondamentale dell'espansione commerciale non solo
prosperità della città da quella della terra"
per Genova ma per centinaia di altre città del Medioevo.
Vediamo dunque come a lcuni storici guardano al problema:
18)
L ' intensa attività economica delle città medievali è un elemento di innegabile importanza, in funzione dell'interesse che
" . .. le città che si ritrovano nel secolo X furono private di due
la campagna ha di trovare nella città dei modi economici più red-
degli attri buti fondamental i delle città sia del Medioevo che dei
ditizi della propria produzione, sennon chè l a campagna come det-
tempi moderni: una popolazione bor ghese e una organizzazione municipale " 15 ) .
to è nelle mani del clero. Con Mumford possiamo affermare che
Fin dai tempi da noi conosciuti ci sono state delle infrastrutture di vari generi più o meno sul modello che vogliamo chiamare autarchico da un punto di vista economico moderno, un model lo che cambia fondamentalmente in quest'epoca: un clero della
"la storia economica della città medi evale'- è in una buona parte
la storia del passaggio del potere da un gruppo di produttori pro19
)
tetti . .. a un piccolo nuc 1 eo d i. mercan t'i pri·vi'legi'ati' "
Nell ' ormai famoso discorso di Dobb- Sweezy sul passaggio dal
feudalesimo al capitalismo risulta abbastanza chiaro che la ragio-
chiesa (culto o che sia), monaci, maestri e studenti delle scuole
ne principale dei cambiamenti economici nel Medioevo è la crescita
ecclesiastiche , artigian i, e servitori liberi e non liberi che
del commercio: "But when it (longdistance trade) out- grew the ped-
sono indispensabili ai bisogni del culto e all'esistenza quoti-
dling stage and began to result in the establishment of localised
diana dell'agglomerato eccl esiastico (egemonia clericale) . I con-
trading and transshipment centres, a qualitatively new factor was
tadini forniscono con un mercato settimanale o mensile o magari
introduced. For these centres though based on l ongdistance ex-
annuale (annalis mercatus) quanto ser ve ai bisogni alimentari
change, inevitably became generors of commodity production in their
own right" 20 >.
della città. L'autorità religiosa e secolare spesso si unisce in
una sola persona: il vescovo, capo spirituale e temporale che
Non c ' è dubbio che il crescere del commercio è strettissima-
amministra la città secondo i precetti della morale cristiana .
mente legato al vecchio ceto nobile terriero regnante che tras-
Questa è, anche descritta sommariamente, l 'essenza della strut-
forma il plus- valore non più come prima in uomini, servi, feste e
tura cittadina prima della rivoluz i one commerciale. Città model -
cioè in simboli di stato, ma in denari.
lo potrebbe essere la stessa Roma .
Cercare un'unica città-modello per l ' Alto Medioevo pare però
assurdo e poco costruttivo se non addirittura ad uso d i dattico
perché ce n'è una varietà infinita. Bisogna trovare componenti
comuni, tenendo conto di almeno tre criteri distintivi verificatisi nello spazio europeo:
Sul "Geschichtliches uber das Kaufmannskapital" Marx discute
su come il commercio può costituire un fattore dinamico e quali ne
sono i limiti:
"lo sviluppo del commercio e
dovunque la produzione verso
ta il volume , ne accresce la
re internazionale, trasforma
Il commercio e sercita perciò
del capitale commerciale orienta
il valore di scambio , ne aumenvarietà e le impr ime u n caratteil denaro in moneta mondiale.
dovunque un ' azione più o meno
9
8
dis~regatrice su~l~
organizzazioni preesistenti della proin tutte le loro diverse ~orme , sono princip~ lmente o:ientate verso il valore d'uso. Quale efficacia
abbi~ tuttav:a questa azione disgregatrice sull'antico mod~.di.produzione dipende sopratutto-1111a solidità e dal'
1 intima struttura di quest'ultimo"L
duzione, le
q~ali
Quello insomma che dice il Marx è che il commercio stesso ha si
un effetto disgregativo sulla vecchia struttura di produzione ma
non si dirige verso uno sviluppo determinato e un determinato risultato. Il commercio stesso non è sufficiente a spiegare perché
le strutture socio-economiche si cambino, come fanno, ma anche
dipendentemente da altri fattori. Il commercio non è un elemento
autonomo.
Quello che probabilmente avviene alla fine dell'XI secolo
in Italia, è che un ceto agrario si evolve e sarà in grado di u tilizzare le possibilità offerte dall'economia di mercato. Questo
non è un rispinto dell'effetto dello sviluppo del commercio estero sulle strutture terriere interne . Da aumentare la differenziazione all'interno delle varie società agricole. Viene differenziadosi un gruppo, spesso di nobili, ma anche contadini liberi,
divenuti nuovi ricchi, vanno costituendo un nucleo dirigente che
man mano fa cambiare la struttura feudale in una struttura borghese, tra l'altro attraverso la fondazione del Comune che in Italia si verifica in quasi tutte le città 2 2l e che anche giuridicamente garantisce allo stesso ceto un determinato diritto:
"Les familles Visconti avaient hérité de leur ancienne
charge ses revenus, qui consistaient surtout en droits de
po:t, de p~rte, de marché et de passeports, qu'elles gardaient tOUJOurs à titre héréditaire, tandis que la charge
de gouverner la ville avait passé aux consuls de la commune. Il s'en faut de beaucoup que toutes les familles vicomtales occupent des places de premier plan dans les listes des consu~s; ..• Ce sont elles qui, avec la branche cad~t~e des familles vicomtales, créèrent la commune et la
dirigèrent pendant l e premier tiers du siècle"LJJ.
II. Genova
Origine e sviluppo della ci ttà di Genova fino al 1200
(Breve riassunto della trasformazione economica)
Genova faceva parte dell'Impero Romano . Era una piccolissima
città con una posizione ottima sia perchè al punto d ' incontro della via Postumia (da Genova a Concordia attraverso Tortona, Cremona e Verona) e della via Aurelia (da Roma a Marsiglia) sia perchè
situata sul mare.
La topografia di Genova è paragonabile a quella di un'isola .
E separata dalla Toscana dalla Pianura Padana e dal Piemonte da
una barriera montagnosa; sulle strade, ovvero sentieri, gli animali da soma non possono trasportare pia di 140 chilograllL~i di
mercanzie.
Genova viene circondata da mura g ià nel quarto secolo e gode
di un breve periodo di progresso e sviluppo sotto i l dom i nio dei
Bizantini, che dal 588 avviano la città all'utilizzazione della
sua posizione geografica sviluppandovi sia le relazioni o ltremare
sia la costruzione di navi. Anche i Milanesi approfittano di quella posizione, trasferendovisi davanti all'invasione longobarda. Si
sviluppano alcune delle caratteristiche che resteranno anche in
seguito fondamentali per la città; una flotta e una milizia propria che per patrono ha un santo greco, San Giorgio.
Nel 642 il re longobardo Rotari si impadronisce della città
e da allora ha inizio una decadenza fondamentale. Verso la fine
del millennio i saraceni saccheggeranno le sue rive. E i Genovesi
sono costretti a ricostruire le loro mura; verso il 952 si delinea la prima cerchia che comprende il castello, la c hiesa d i Santa Maria al castello, la cattedrale di San Lorenzo ed esclude invece l'altra cattedra l e , San Siro, che si trova nel BURGUS. Le
24
).
genti della campagna cominciano a rifugiarsi dentro le mura
GENOVA nel Xlii secolo
10
11
Nel 951 Berengario II divide la
marca di Toscana in tre
territori marchionali e Genova si trova ora nella marca Oberten-
281
Proprio in strettissima relazione con la prima crociata
, la
fortuna economica che ne deriva e le prospettive di un possedimen-
ga che si fa rappresentare nella città da un vicecomes eletto fra
to o uno scalo nel Medio Oriente, le varie correnti della popo-
i componenti di un'antica famiglia cittadina, di origine romana,
lazione di Genova giungono a una intesa tramite il vescovo Arial -
in cui come abbiamo visto l'ufficio viscontile diventa eredeta25
), diploma che formalmente
di: tutti i cittadini aderiranno a una "compagna (cum panis) com-
rio. "L'UNIVERSITAS CIVIUM " del 958
munis" volontaria. Basta essere abitanti della città ed accettare
conferma lo stato e i suoi diritti da parte di Berengario II, non
i suoi regolamenti. Si e leggono per tre anni sei consoli. E si
parla purtroppo dell'organizzazione cittadina - e cioè di una
.
26)
struttura comitale dell 'epoca precomunale
.
crea così il Comune, quasi una società per azioni, se non che di
Gli Obertenghi sempre più di frequente contrattaccano i pirati arabi. E i risultati si fanno sentire tra l'altro perché Genova collabora con Pisa , esposta
a~lo
stesso nemico. Spinti alle
essa fanno parte anche co loro che non hanno mezzi tranne l'unica
condizione di essere cit tadini. Così almeno sembra a prima v ista.
Durante i primi decenni del secolo seguente, i l Comune estende il proprio territorio che verrà a comprendere la costiera da
attività marinare dalla miseria e dalla ristrettezza del proprio
Portovenere a Nizza, lunga circa 250 chilometri. Nel 11 56 il Co-
territorio, i Genovesi passano per così dire dalla difesa all'at-
mune ottiene un quartiere a Costantinopoli chiamato po i Pera,
tacco e assumono sotto la direzione del ceto nobile, le loro ca-
nonché vari punti d'appoggio, spesso dotati pure un fondaco , lun-
ratteristiche tipicamente commerciali.
go tutte le coste dalla Liguria alla Sicilia.
I cittadini, organizzati in tre associazioni militari cia-
Man mano che la politica estera si manifesta e diventa di non
scuna delle quali ha un proprio ambito giurizionale fondato su
poco rilievo, Genova trasforma pure il suo aspetto interno e le
una delle ripartizioni topografiche rionali del territorio (ca-
sue istituzioni e col crescere del suo territorio anche oltremare,
stello, città, borgo, vedi p.
9) , e arrichiti dai bottini delle
specizioni contro gli Arabi, prendono coscienza delle proprie
la distribuzione originale della popolazione non continua in senso orizzontale, come sembra fosse nella fase precomuna le. Coloro
forze. Il culmine si raggiunge con la prima crociata e le con-
che restano o sono costretti a restare legati alla terra e al -
cessioni ivi ottenute:
1 'artigianato locale non vengono compresi tra quelli che hanno il
"In nomine Patris et Filii et Spiritus sancti. Hec es t carta de donatione quam ego Boemondus, Rotberti Guisquardi ducis
Apulie filius facere et confirmare curavi. Igitur ego Boemondus bono animo promptaque voluntate dono et pertetim habenda in primo omnibus hominibus Ianue in civitate Antiochia
ecclesiam Sanct i Iohannis que est in strata qua recto trami te tenditur ad baselicam Sancti Petri curo fund ico et puteo e t cum triginta domibus que sunt in platea iuxta prefatam ecclesiam habita cum omnibus earum pertinentiis sine
ullo usu vel consuetudine . Sic dono vobis prenotatis hominibus omnia prescripta ut ea habeatis, teneatis et possideatis et quibus ea cum vestris usibus commendaveritis . Super hec omnia ob vestram probitatem demitto vobis omnes usus et consue tudines vel rectitudines quos alii homines dederunt vel in antea dabunt in Antiochia et in omni ipsius
pertinentia.
Actum est hoc anno ab incarnatione Domini nostri Ihesu Christi mellesimo nonagesimo octavo indicione. VI mense iulii
die. !III . decima. Signum mei Boemundi qui hanc cartam do nationis fieri iussi, firmavi et testes firmare rogav i.
Signum episcopi Adriani .
E: cioè "Boemondo , figlio di Roberto Guiscardo concede in
Antiochia ai Genovesi il possesso, libero da ogni gravame,
della chiesa di S. Giovanni, di un fondaco con pozzo , e di
trenta case con tutte le loro dipendenze ed accorda loro
anche per l'avveni~7 p rivil eg i di giuridizione, secondo le
1.
loro consuetudini "
diritto, esercitando ormai da anni attività di mare e di commercio, di partecipare alla direz ione dello sviluppo della pol itica
estera ovvero delle grandi conquiste commerciali che Genova compie specialment e più
tardi, nell'ultimo terzo del secolo XIII e
all'inizio del XIV. Le forze direttrici si concentrano intorno
alle famiglie potenti, nobili viscontil i ecc. e si basano formalmente, come abbiamo visto , su diritti feudali. Questo avviene
del resto praticamente per tutto i l periodo grandioso di Genova
f ino alla metà del Quattrocento. In pratica si va formando una
specie di oligarchia mercantil e che assume il ruolo dir igente.
Ciò si concretizza con la erezione ~i un podestà (più tardi
si sviluppa il concetto del "Capitano del popolo" e que llo del
"Doge") nel 11 90, che praticamente s i può definire un dittatore
nel senso che esprime la volontà del ceto delle più forti fa miglie, tutte potenze ricchiss ime e possessori di isole e quartieri in quasi tutto il Mediterraneo e nel Mar Nero .
12
13
II.1 Breve riassunto della trasformazione economica.
Il passaggio da un'economia agraria alla creazione di una
economia commerciale, ovvero lo spostamento da un'economia domestica terriera in cui il valore d'uso forma la base della vi ta
quotidiana (l'autarchia), a un'economia di mercato in cui la base economica dipende dal mere.a te internazionale che richiede prima di tutto degli investimenti e dei grandi rischi (si pensi allo
sviluppo del sistema monetario, dell'assicurazione, dei contratti commerciali ecc.), significa che i l potere economico si sposta, come accennato, verso gruppi determinati - verso i privilegiati. Invece di produrre esclusivamente per se stesse, le attività delle forze lavoratrici si spingono verso lo scambio di
prodotti e l ' impegno in base al meccanismo della domanda e dell'offerta del mercato.
La sovrapproduzione viene smerciata e fac ilmente nasce la
figura del mediatore e più tardi quella del manufattore 29 ). La
tendenza a staccarsi dalla produzione domestica in cui regge il
valore d'uso e ad avviarsi verso il ruolo del mercante per il
quale regge il valore dello scambio, è un fattore base delle prosperità di Genova sia nella fase precomunale che in quella comu3
nale 0). Bach menziona "la forrnation primitive des capitaux" senza indicare la paternità delle alle virgolette, ma l'espressione
o la citazione risulta evidentemente di Marx anche se è l'unica
voce nell'opera che fa accenno ad un'interpretazione precapitalista marxiana.
Ci sono sicuramente numerosi motivi del passaggio umano dalla campagna genovese al lavoro salariato nei cantieri navali e
sulle navi. Ma l'effetto psicologico della trasformazione e senza dubbio uno dei fattori più rivoluzionari della fase e si basa
appunto sul passaggio da un tipo di società ad un'altra.
Nella prima crociata per esempio si verificano diversi tipi
di pagamento: ogni marinaro riceve "48 solidi e due librae di
31
pepe"
) abbastanza dice Bach per poter crearsi una base economica da invest ire nel commercio 32 l. Risulta però dai documenti notari li che sono le sole famiglie nobili a farlo 33 >. Un altro aspetto interessante che si collega ovviamente al l a divisione
della società medievale in nuove classi è la tradizione dei nobili italiani di occuparsi del commercio, al contrario per esempio
34
) (qui escludiamo i prob lemi
dei nobili dell 'Europa centrale
della phiesa davanti al commercio internazionale) . La formazione
di una classe di commercianti coincide a Genova con quella dei
nobili. Inizia il periodo delle grandi compagnie commerciali,
quasi tutte dirette dalle famiglie nobili.
come ci si può i~maginare anche le techiche navali di ogni
genere sono presupposti fondamentali della trasformazione dell'economia, vanno evolvendosi parallelamente, per quanto riguarda
sia la costruzione della nave che la navigazione sul ma re. Cerchiamo di approfondire
questo argomento.
15
14
III. Archeologia navale
Scienza giovane in via di a ffermazione e di approfondimento . I vari documenti che questa scienza prende in esame: basso-
E una tipica nav e mercantile medievale che nel Mediterraneo per
lo p i ù è attrezzata a vela latina . Il fasciame , cioè la copertura
dello scafo è liscio e con le tavole oriz.zontali combacianti e
bene aderenti nella nave mediterranea , mentre in quella nordica ,
rilievi, miniature, mosaici, ceramiche, monete, sigilli, dipin-
per esempio quelle dei Vikinghi, le tavole sono sovrapposte le
ti, modelli votivi, incisioni, sono approssimativi e trovano un
une alle altre ed il lembo superiore ricopre quello inferiore.
grave limite nella mancanza di prospettiva e negli errori di
proporzioni. I rogiti notarili, i contratti stipulati per la costruzione di navi ecc . non sono sempre di chiara consultazione e
lettura. I codici medievali (p.es. Il Liber Gazarie), le cronache
degli annalisti , i libri di viaggi e d'esplorazione (p . es . Il
Milione), gli scritti letterari costituiscono altrettante fonti
preziose di informazione e di notizie , da studiare però con una
certa cautela per discernere la verosimiglianza dalla fantasia
e dalle esagerazion i .
III. 1 La nave tonda
III. 2 La Tarida
All'epoca delle crociate non tanto la nave tonda ma piuttosto
la Tarida è i l classico bastimento mediterraneo sul quale si imbarcano soldati, armi, macchine belliche, c aval li ecc. Non si può
parlare di un tipo unico di tarida sempre uguale nelle proporzioni
e nel le fo rme.
Infatti si cos tru iscono taride-galee caratterizzat e da scafi
snelli e quindi più veloc i al l a voga e si costruiscon o taride
. i· 1 ven t o 36)
tondeggianti che prendono meg 1 io
Per i legni da trasporto del secolo XII e XIII (la nave tonda) contano molto di più la capienza e la capacità di tenere b ene
il mare che non la velocità . Questo spiega probabilmente la forma
a guscio di noce e alquanto tozza della nave tonda di alto bordo:
37)
III . 3 La Cocca (nordica)
La cocca si fa vedere sul Mediterraneo fra il XII e XIII secolo e le sue qualità nautiche convincono a poco a poco le città
(Nave tonda da un bassorilievo sulla torre pendente di Pisa, fine
secolo XII ) 35)
marinare a servirsene da trasporto, adottando sia il timone alla
navaresca sia l a vela quadra ma sottoponendola a inno vazioni.
17
16
Così si uniscono le tecniche navali del Nord a quelle del Sud. Sulla cocca mediterranea si aggiungono più alberi, la vela latina e
le sovrastrutture a poppa e a prua costituiscono ormai un tutto
unico con lo scafo che diventa robusto, con stive capaci e dimensioni ragguardevoli. Secondo Orengo, la lunghezza della cocca è
di 39 metri, la larghezza di 16 e l'altezza di 11 metri. Sostiene
che "queste valutazioni hanno però un valore puramente indicativo
38
e di orientamento"
1.
Nel secolo XIII l ' adozione del timone unico porta alla trasformazione della poppa che col tempo diventa di forma quadrata.
Il timone unico sostituisce quello a due rem<~ a pala latera l i, mobile al centro della poppa e fissato in seguito con il suo asse
nell ' interno dello scafo.
IV Cartografia
Oltre alla costru.zione stessa della nave bisogna pu re saper
come navigare, dirigerla lungo una determinata rotta. Quest'arte
si sviluppa enormemente tra il Mille e il Trecento. La navigazione comporta la conoscenza di due punti fo ndamentali: la posizione in cui si trova la nave dopo aver percorso un certo cammino
e la direzione da seguire per mantenere la via stabilita sul mare.
Questo è più o meno il problema non solo per i marinari italiani
del Medioevo ma per tutti coloro che vanno sul mare. Per risolverlo bisogna costruirsi delle carte nautiche.
IV . 1 Le carte nautiche medievali
Ancora empiriche durante il Medioevo, si perfez ioneranno gradualmente in seguit o al le "scoperte geografiche" del l 'epoca delle
crociate. Il metodo per costruire le carte nautiche è pratico piuttosto che scientifico dato che esse vengono elaborate in base alle
informazioni ed in disegni (i portolani) che si raccolgono dai marinari . Non si tiene conto dei gradi di latitudine e di longitudi ne e quindi non portano disegnata la rete dei meridiani e dei paralleli .
(Carta nautica del Med iterraneo o rie nta le , carta mr-n.:Jranacea a
colori (cm 48 x 62 ), Firenze, Archivio d i Stato)
18
19
E la più antica carta nautica datata e firmata a noi pervenuta e la prima a portare scritta l'indicazione di carta. E pure la
tipica e pratica "carta pro navigando" che viene usata e consultata a bordo. Nel collo a destra della pergamena leggiamo; Petrus
Veschonte de/fecit anno MCCCXI; in basso a sinistra e riportata
la dicitura completa (non visibile nella fotocopia) : Petrus Vesconte de Janua fecit/ista carta ann. dni XCCCXI. Dalla fotocopia
soprainserita (p. 17) non risulta pu.rtroppo che più ci si allontana dalle coste conosciute, il Tirreno e la Sicilia dove i nominativi sono numerosissimi, più si riducano le informazioni.
Il fitto reticolato di l inee rette intersecantesi tra loro
in tutti i sensi e sotto gli angoli più diversi, che vediamo disegnate, è costituito dai prolungamenti dei raggi della rosa della bussola 391 posta per lo più al centro delle 16 rose situate
sulla sua circonferenza. Queste linee indicano i venti o rombi
della bussola, suddividendo l'orizzonte in altrettante direzioni
e hanno una colorazione diversa a seconda che si tratti di un vento principale, secondario ecc. L'orientazione non è fatta su punti astronomici, ma segue le linee magnetiche fisiche della bussola. E la bussola a dare la direzione: la distanze vengono prese
in miglia e non in gradi 4 o) . Nonostante ciò l'esattezza è notevolmente confortante. Confrontiamo una carta geografica d'oggi
con quella di Pietro Vesconte:
Le coste del Mediterraneo e del Mar Nero in una carta nautica mo derna (Navigazione e carte nautiche, p. 32)
Per la conoscenza della cartografia medievale italiana è fondamentale l'opera di Paolo Revell i Cristoforo Colombo e l a scuola
cartografica genovese, Genova, 1937. In questo studio troviamo una
completa bibliografia degli autori che hanno trattato l'argomento
precedentemente al 1937 e un accurato e l enco delle carte ritrovate
sino a tale data . Per conoscere i progressi compiuti successivamente nella storia della cartografia nautica è molto utile seguire
il rapido excursus percorso da Osvaldo Baldacci e consultare l ' aggiornata bibliografia da lui riportata nel suo studio Storia della cartografia, Un sessantennio di ricerca geografica italiana,
Roma 1964, in Memoria della Società Geografica Ita l iana, Vol . XXVI.
IV.2 I portolani
Il punto di_ partenza dell'elaborazione delle carte naut iche
(o "carte alla bussola") sono i cosldetti portol ani (danese : Hav-
Le coste del Mediterraneo orientale e de l Mar Nero nell a çarta
nautica di Pie t ro vescont e (1311)
nefinderkort) che sono guide scritte di descrizione costiera elaborate a bordo durante la navigazione. Contengono i nformazioni sulla navigazione e le coste, i punti di riferimen to , la direzione
per approssimazione, le rotte da seguire, le distanze , i tempi impiegati, l'accessibilità dei porti, i venti , le corrente e i fondali. "Prima della scoperta della bussola non potevano esistere
neppure i portolani. Questi erano come una guida per i naviganti
.
.
.
.
.
,.4 1 ) . I
c h e par t ivano
verso 1 e regioni
mar i. t time
poco conosciute
pareri sul rapporto cronologico portolani- carte nautiche sono contrastanti : anteriori alle carte o posteriori a queste , oppure contemporanei, dato che entrambi si basano sulla bussola e si inte .
-
grano a vicenca
42)
21
20
guente, la coesione esistente tra madre-patria e colonie. Queste
V Panorama bibliografico
allentano i
Sin dall'epoca medievale la presenza dei Genovesi nel Levante e nel Mar Nero ha suscitato l'attenzione e l'interesse d i viaggiatori, di cronisti, di studiosi genovesi o non genovesi, i
~ua ­
li ci hanno lasciato le loro impressioni in resoconti di viaggi,
torale della Bulgaria, della Dobrugia o della Tauride che non a
quelle della lontana madre-patria.
Anche per i l Lopez il commercio è radice dell'esistenza dei
relazioni lettere, cronache, monografie ecc. L'interesse non è
mai venuto meno e così si è andata formando attraverso i
secoli
vincoli con Genova e da semplici punti di appoggi o
mercantile si trasformano in città vere e proprie, capaci di vita
autarchica 47 l, che guardano con più interesse alle vicende del li-
Genovesi e ragion d'essere delle colonie; ma questo gli pare con-
una messe di notizie ed una tradizione di studi, che solo impro-
dizionato non tanto da lle ricorrenti crisi intestine, quanto dalla
priamente possiamo definire storiografia e che conosce il suo mo-
concorrenza di Venezia, dalla decadenza dei Tartari del Kipciak ,
mento più significativo nella seconda metà dell 'Ottocento e ne lla
che assicura una certa tranquillità alle colonie genovesi di Cri -
prima metà del Novecento.
mea .
Il Lopez osserva che l ' insieme dei domini genovesi ne l Mar
Nel nuovo clima della storiografia positivista si sviluppa
infatti un fervore di ricerche archivistiche , archeologiche, nu -
Nero, dove l'elemento in digeno non è mai del tutto ostile, "supe -
mismatiche, commerciali, che coinvolge studiosi francesi, tede-
ra per estensione e complessità di vita politica ed economica
schi , russi, rumeni, genovesi, raccolti attorno alle Accademie ed
alla Società Patria di Genova, che in questo periodo sono i cen-
tutte le altre costellazioni create dai Genovesi nel Mediterraneo"48).
tri propulsori delle più valide iniziative culturali e testimo43
niamo autorevolmente i nuovi indirizzi della ricerca storica
).
propedeutica ad ogni ulteriore approfondimento e segna un punto
Nel 1929 compare l'opera complessiva più valida sulla presen-
Nel panorama degli studi coloniali l'opera del Lopez pare
d'arrivo e di partenza ins ieme. Lo sviluppo, la prosperità e l a
za genovese nel Mar Nero dovuta al Bratianu. Sottile indagatore
decadenza di questi insediamenti sono sempre visti in stretta con-
di fonti e profondo conoscitore degli insediamenti in quel mare,
nessione con le situazioni locali e con gli spostamenti dei po -
lo studioso rumeno traccia un organico quadro d'insieme in cui
poli che gravitano sul Mar Nero, perché "le colonie, c oinvol te in
l'aspetto economico, che è senz'altro il più saliente, si integra
una rete di rapporti vastamente internazionali, hanno tante dira-
armonicamente con i motivi di ordine politico, militare e sociale
tipici di queste nuove fondazioni, destinate non solo a trasforma-
mazioni che nessun rivolgimento può sopprimerle tutte in una vol ta ,,49).
re il Mar Nero in un lago genovese dal punto di vista commerciale,
44
ma ad essere veicolo di civiltà tra l'Occidente e l'Oriente
)·
Bosforo è senz'altro la causa immediate della decadenza, ma il
Per il Lopez "il commercio marittimo e il lievito vitale e
La caduta di Costantinopoli e l 'insediamento dei Turchi sul
Lopez individua anche altri motivi più profondi della scomparsa
50)
la rag ion d'essere delle prime colonie in Terrasante, sorte per
di questi e degli altri insediament i genoves i nel Mar Nero
assicurare un ubi consistam ai mercanti e dare uno sfogo all'ec -
nazional ismo da parte della popolazione locale ma anche le strut-
cedenza della popolazione o uno sbocco all ' esuberanza della pro45)
duzione industrial e della madre-patria"
· Con le crociate non
ture strettamente commerc i al i d i Genova .
La politica cultura le del regime fascista infl u isce notevol -
si esaurisce però lo slancio dei Genovesi; anzi essi acquistano
mente sulle pubblica zioni scientif iche. Le opere sulle colonie
coscienza delle loro possibilità e della loro potenza che raggiun-
medievali che prima e roi escono in riv iste di alta specializza-
ge l'apogeo in ogni campo nell'ultimo quarto del secolo XIII sot46)
to la diarchia dei cap i tani del popolo
, quando le c olonie non
attirare e incoragg .urc le masse e cioè verranno u tilizza te come
zione verranno FUbblicatc nell ' ambito nazionalisti co mirando a
sono più procacciate con le armi , ma con l a penetrazione commer-
strumento propagandistico . L ' interesse del p assato favorisce in
ciale. La prepotente vi tali tà dei Genovesi e la loro innata ten-
un modo piuttosto preciso le attività sc ientifiche ed appaiono
den za all ' individualismo minano però, a partire dal secolo se -
una serie di lavori sul ruolo internaz ionale d 'Italia nel Medioevo.
23
22
Nel 1942 compare così uno studio di Paolo Revelli su "Le colonie genovesi del Mar Nero e l'influsso civile d'Italia nella
Caucasia meridiona1e 0511 .
E un lavoro di geografia storica, in cui il Revelli affronta l'arduo problema di determinare nel tempo e nello spazio i vari stanziamenti genovesi. Servendosi della carta del famoso cartografo Pietro Vesconte (vedi una delle sue carte a pagina 17) lo
studioso indica ·tutte le colonie del litorale del Mar Nero, ma
lamenta che manchi ancora una rappresentazione di queste ad una
determinata data della storia. Il Revelli insiste anche sulla
difficoltà di cogliere le varie fasi attraverso cui sono passati
i singoli insediamenti prima di diventare colonie vere e proprie,
e fa notare la coesistenza di altri gruppi etnici a fianco dei
Genovesi, soprattutto a Caffa che è, pure per lui, una città cosmopolita in cui il sistema coloniale di Genova ha raggiunto ogni
possibile sviluppo.
Il Vitale affronta in questo ~eriodo il tema specifico de
21
· Come i l Revelli insiste
"Le colonie genovesi del Mar Nero"
sul fatto che non si possiedono notizie sicure sull'origine delle
colonie: la perdita delle colonie commerciali di Siria e di Palestina ed i mutamenti avvenuti nell'Impero d ' Oriente con il trattato di Ninfeo gli paiono comunque le cause determinanti per il
sorgere dei numerosi insediamenti genovesi disseminati sulle
coste del Mar Nero . Tra queste colonie emerge Caffa che, pur distrutta nel 1307 , risorge ben presto e diventa "il cuore del sistema coloniale genovese": per il Vitale la ricostruzione della
città segna il passaggio dal sistema di colonizzazione privata ed
individuale a quello attuato direttamente, sul piano militare e
politico, dal Comune, che allaccia rapporti con il nuovo sovrano
dei Tartari, fortifica a proprie spese la città e la pone sotto
il governo di un apposito ufficio - Il Liber Gazarie (vedi il capitolo seguente). Decisivo da questo momento gli pare il ruolo
svolto da Caffa nell'area centro-orientale: "mettendo in comunicazione per mezzo di Maurocastro e di Licostomo i principati di
Valacchia e di Moldavia, cui Roma aveva dato la lingua e l'individualità nazionale, col mondo latino".
Con "Genova medievale fra Oriente e Occidente"SJ) Pistarino
ci offre uno studio di data recente che pare un tentativo valido
per un ulteriore esame d ell 'espansione dei Genovesi nel Mediterraneo visto in chiave socio-politico-economica. Presenta un qua -
dro "in cui madre-patria e colonie si integrano a vicenda sullo
stesso piano di vitalità, agiscono d i conserva, talvolta in anti tesi , a seconda delle esi ge nze loca li e della dia lettica del m~4)
mento, sempre in funzione, tuttavia , d'una logica costruttiva"
e vede la creazione di una comunità mediterranea e di una sorta di
"Commonwealth ".
25
24
di Toqtai, u zbek, privilegi come una specie di città libera. Per
VI Le fonti
affrontare il prob l ema della riorganizzazione delle attività com-
Probabilmente a causa di uno sviluppo straordinariamente ra-
merciali il comune di Genova instaura il 26 novembre 1313 l ' Uffi -
pido e la natura economica stessa di questo, e cioè le attività
cio di Gazaria con lo scopo di assi curare un sistema legislativo
marittime, fa sì che sorge un bisogno di regolare i rapporti pro-
più perfetto rispetto al passato e che deve imporre ai mercanti :
prietari ed economici interni ed esterni. Ne segue la necessità
"numero se limitazioni d i movimento e di libertà di azione ,
dettate probabilmente, oltre che da motivo di loro sicu~
r ezza anche dalla necessità di evitare che, se lasciati
tropp~ liberi, ess i potessero nuovamente creare contrasti
con le popolazioni l ocali, tali da poter compromettere le
posizioni riconquistate . Ci si trova così di fronte ad u~
evidente intervento , in materi a economica , dello Stato, il
quale, consapevole dell 'i mpo rtanza. dell'attivi~à di commercio su l le coste del Mar Nero , non intende lasc iarla né al
caso né alla discrezione dei singoli, che, per personale
sete di lucro , avrebbero potuto facilmente dimenticare gli
int~~~ssi generali compromettendoli con azioni sconsiderate ":J /l
"Il Liber Gazarie dell'archivio di Stato di Genova,
che vi~ne comunemente citato come una delle principali.
font i del diritto marittimo medievale italiano, raccoglie
una serie di provvedimenti dell'Officium degl i OCTO SAPIENTES SUPER FACTIS ET MARIS MAIORIS, o Ufficio di Gazaria,
emanati fra il 131 6 e i l 1344, volti a regolare non soltanto la meteria marittimistica, ma anche l'organizzazione
degli uffici e delle basi commerciali di Crimea (Gazaria ) .
e di Persia, nonchè i l movimento e l'attività dei me7can~ i
nei pa~§} bagnati dal Mar Nero (Mare Maius) e ad essi adiacenti"
.
Si tratta di un provvedimento l egislativo da parte della madre-
di mettere tutto in iscritto. Nasce l'ufficio del notaio che verifica tutti i documenti sia privati che comunali cosa che si vede pure nelle altre città della penisola ma più tardi (a Firenze solo un secolo dopo). E un'abitudine già conosciuta a Bisanzio e perciò probabilmente introdotta anche a Genova .
Gli Annali Genovesi di Caf faro ci offrono una documentazione eccezionale della storia di Genova nel secolo XII e formano il
punto di partenza delle fonti successive.Comprendono gli anni 1099
a 1163 e sono il frutto del lavoro di Caffaro, uno dei più eminenti uomini di stato della prima metà del secolo XII a Genova .
Egli partecipa alla prima crociata ed è più volte console. Grazie al suo lavoro è possibile seguire l'anno dopo l'anno i privilegi concessi, i rapporti coniugali ecc., che ci offrono un quadro unico sulla storia politica e economica del sorgere del Comune italiano.
patria per garantire uno sviluppo controllato conforme agli in-
VI.1 Il Liber Gazarie
teressi economici domestici e cioè politici contemporaneamente
Il Liber Gazarie fa parte di una serie di documenti o fonti
primari, la più completa d ' Europa 55 l. Sono conservati quasi tut56
ti ) all'Archivio di Stato di Genova noti anche con l'impreciso
titolo di IMPOSICIO O.G., che concerne solo gli atti relativi
all'istituzione (impos itio) dell'O . G.
(26 novembre 1313 - 29 apri-
ammetendo un entusiasmo verso le conquiste e le prospettive economiche in esse inerenti. Non si tratta quindi di conquiste tradizionali, ma piuttosto di una specie di collaborazione in base a
un accordo comune tra il sovrano locale e lo stato straniero che
mette a disposizione o introduce delle tecniche avanzate commer -
le 1314) . La raccolta è integralmente pubblicata dal Sauli, Im-
ciali e navali. Con delle modificaz ioni minori è lo stesso che
posicio Officii Gazarie, Hist.Patria.Mon., Leges municipales, tomo I, 1838, p. 295 sgg.
vediamo con il trattato d i Ninfeo che apre il Mar Nero a i Genove-
Dopo il 13 marzo del 126 1 , la data del Trattato di Ninfeo
tra il Comune di Genova e l'Imperatore Michele Paleologo che assicura ai Genovesi la supremazia nel Mar Nero, Genova, probabilmente intorno all'anno 1266, ottiene la concessione di Caffa,
l'antica e l'odierna Feodosia (nell'Unione Sovietica) sulla costa sud-orientale della Crimea. Nel 1317, dopo un lungo assedio
e la compl e ta distruzione da parte delle truppe di Toqta i, il
Khan dei Mongoli della Orda d'Oro, che è l 'origin ale Signore di
Crimea, Caffa ottiene grazie ai buoni rapporti con il successore
si.
27
26
VII. Caffa
Breve sulla Colonia Genovese più importante nel Mar Nero.
La legislazione instaurata dai Genovesi dimostrerà oltre agli
interessi economici immediati una politica estera a lunga scadenza rivolta a stabilire una piattaforma multilaterale per poter
compiere appunto "un commercio d i portata reale significativa che
possa circolare costante ed organizzato" (vedi p. 5).
','Era. Caf~a in quel tempo un nobilissimo fontico, et quasi
il più ricco e~ più frequ~ntato di tutto il Levante, perché portavano in quello li Genovesi tutte le merci che
a~davano mercadando in tutte le parti del mondo, et di là
si spargevano per tutte le provincie sottoposte alla Tramontan~ '. così verso Levante come verso Ponente, pigliando all incontro da quei popoli le cose che nascevano in
quelle parte, portandole in altri luoghi, che di quelle
havessero mancamento; di sorte che era abondanti~§ima di
tutte le cose quella città et perciò richissima" I .
Il momento rinnovatore e decisivo nel trattato di Ninfeo del
1261 è l'esclusione dei Veneziani dal Mar Nero. L'assenza quasi
completa delle navi veneziane, assicurata tra l'altro dalla colonia di Pera a Costantinopoli, significa l'egemonia commerciale di
dantia, Xenovexi feva raxon che tuti i merchadanti de quelle parte dovesse condur le soe specie e merce in Gaffa et
tuor el chorso molto a la Tana, e facando raxon Zenovexi
de fornirse in Gaffa de tute que l fosse mestier, c home i
feva in l a Tana , e t engir muodo che nigun podesse comprar
da persone c he conduxesse marchadantia in Gaffa, chome
e uxanca in Veniexia s'el non e proprio citadin de Venie xia. Et per simel modo Zenovexi feva raxon che da po ssa
che Veniciani non podeva uxar a la Tana per qua li do anni,
che andando a Gaffa i non podesse comprar da quelli che
conduxesse le merchandantie in Gafa , anci chi guadagno a
l or Et vegniva ad haver Ven iciani la chossa fata p.iù cara.. 61 r.
La dura tenacità nel mantenimento del proprio monopolio pontico
della repubblica di Genova, va vista in chiave storico-economica:
nel 1204 la quarta crociata chiude le possibilità dei mercanti
genovesi ovvero delle varie consorterie (vedi Capitolo II) ad o perare ad est dello stretto di Bosforo (non si può escludere che
questo fatto sia di non poca importa nza per la conquista dell'Impero Bizantino da parte veneziana) escludendoli praticamente dal
commerc io coll'Oriente che allora si svolge soprattutto sul mare.
L 'e gemonia veneziana dura fino a 1261 quando cade e in realtà per sempre. La ristabi lizzazione dell'Impero Bizantino dopo la
caduta di quello latino inizia un periodo di due cento anni in
Genova almeno fino al trattato tra Venezia e l'Impero Bizantino
60
nel 1324 che la modifica
) ·Va notando che la repubblica di San
cui i Genovesi dominano i principali centri di commercio svilup-
Giorgio in questo lasso di tempo è l'unica potenza navale in gra-
pandone centinaia di nuov i.
In compenso dell'appoggio fornito al Paleologo dalle galee
do di usufruire tutto il litorale del Mar Nero. Una volta assicu rato il monopolio,le navi genovesi possono liberamente fare scalo
in tutti i porti esistenti e allargare il loro dominio mercantile .
Il ruolo di Caffa, centro amministrativo del impero coloniale nel Mar Nero genovese, non va sottovalutato dato che costituisce uno dei centri nodali più importanti degli scambi di merce
tra l'Oriente e l'Occidente . Tutte le navi nel Mar Nero sono obbligate a sottoporsi alla dogana di Caffa, che man mano diventa
il centro distributore più grande forse di tutta l'Europa con
circa 70.000 abitanti di cui del resto i Genovesi contano i soli
due mila.
Il Veneziano Daniele di Chinazzo descrive il meccanismo del
deposito obbligatorio delle merci come funziona a caffa prima della conclusione del trattato tra la repubblica di San Marco e il
Banco di San Giorgio nel 1381:
"?nde vedendo quelli della Tana e tutti i altri marchadanti d~ quelle parte, che soleva condur le soe charavane de
s~ecie et altre chosse in la Tana, non poder andar navilio de questi do chomuni a la Tana a tuor alguna mercha-
genovesi , Genova ottiene piena franchigia da ogni diritto d'entrata o d'uscita per tutte le loro merci e l ibertà di commercio
in ogni regione dell'Impero nonché diritto a offrire ad altre repubbliche marinare il permesso d'entrare dello stretto di Bosforo e sottoporle a diritti doganali fissati dagli stessi Genovesi .
" Les térides battant le pavillon frappé de la croix de
saint Georges ou du lion ailé de l a Lagune sillonnèrent
en long et en large cette mer qui pendant deux siècles
fut un lac italien, entre 1266 - ~ée probable de la
fondation de Caffa - et 1461 ••• "
·
Infatti non è "un lac italien" ma più propriamente, da un punto
di vista politico un lago genovese.
29
28
Conclusione
" L'élément fondamental au XIIe siècle est la nouveauté, l 'abolition rapide de vieilles barrières sociales à la suite de la
circulation accélérée de l'argent: chacun était l ' artisan de sa
fortune" 6 4 ). Questa frase, fondamentale nella conclusione di
Bach, non tiene conto del senso collettivo del Comune di Genova
tra l'altro visto con l'elaborazione del Liber Garzarie. Non
tiene conto del fatto che con "l'abolition rapide de vieilles
barrières socia les~ se ne sviluppano altre . Ed è questa trasfor mazione che ho voluto esaminare esponendo alcuni aspetti qualitativi (economici e tecnici) fondamenta li della società medievale.
La società medievale europea era totale nel senso che non
s i discerneva come si farà dal Rinascimento in poi e del resto
come facciamo noi oggi, tra i vari settori o le varie attività
della v i ta umana. Quindi non si possono sempre applicare i nostri parametri scientifici studiando la società di allora senza
comprendere i presupposti delle strutture economiche , culturali
e psicologiche della società medievale.
Bisogna essere conscienti e cauti di fronte alle qualità
delle fonti per esempio. Che cosa espr imono e che cosa nascondono? Cos'è simbolico e cos ' è reale e attendibile e come è l ' inuna-
63)
gine del cittadino medievale d i fronte alla realtà medievale? Insonuna i nfilarsi sotto la rete stessa .dei residui scritti o non
scritti per poi cercare di immaginarsi le forze di potere responsabili della direzione dello sviluppo. Per non parlare della storiografia stessa e l'influsso socio - politico durante i vari periodi sui numerosi stud iosi de l la realtà medievale . Sono perfettamente cosciente del fatto che non si può venire in contatto con
la realtà medievale attraverso la sola letteratura e at t raverso
la sola storia economica . Bisogna però fare un tentativo di vedere degli aspetti multilaterali utilizzando vari metodi storici,
economici e letterari per entrarvi a scavare .
Il presente articolo è un tentativo di questo genere ed è
in parte ispirato non solo da interessi personali linguistici ma
anche dalla fondazione de Il Centro di Studi Medieva li Europei
presso l ' università di Copenaghen , il cui scopo è di unire i vari
studi medievistici utilizzando le varie tradiz i oni e metodi di
studio delle singole discipline umanistiche .
31
30
NOTE
1. Murzakevic, Nikolai: Storia delle colonie genovesi in Crimea,
Odessa, 1837, p. 427.
2. Lopez, Robert S.: The Commercial Revolution of the Middle
Ages 950-1350, chapter 3, p. 56 sgg., Prentice Hall, Inc.,
New Jersey, 1971.
3. Bach, Erik: La cité de Genes au XIIe siècle, Gyldendal, K~­
benhavn, 1955, Disse rtationes V.
4. Pirenne, H.: Mahomet et Charlemagne, T.I., p. 86.
5. Causa immediata della struttura dello stato e cioè dello stato franco, dove il sovrano è onnipotente almeno in teoria e
dove dipende di fatto dalla fedeltà di agenti indipendenti d a
lui. Il sistema feudale è fin dalle sue origini in q u esta situazione contradditoria. Non sopravvive come l'Impero Bizantino o quello dei Califfi tramite un sistema d'imposte, controllo finanziario, centralizza z ione fiscale ed un Tesoro per
poter provvedere al mantenimento dei funzionari, ai lavori
pubblici, all'armata, alla flotta e quindi alla creazione di
una poli t ica estera a fini commerciali. L'impotenza finanziaria che porta alla sua caduta è la dimostrazione evidente del1 'impossibilità nella quale si trova di mantenere la sua struttura su una base economica che non è in grado di sostenerla.
Questa base economica dello stato o della società è ormai la
proprie tà terriera.
6. in Pirenne, H.: Le città del Medioevo, p. 24, nota 6: Kiener
F.: Verfassungsgeschichte der Provence, p. 31 . E interessante
osservare che nel secolo VIII le strade che valicano le Alpi
in direzione di Marsiglia non sono più frequentate. Quella
del Monginevre è abbandonata. La circolazione avviene solo
sui colli che si aprono verso il Nord: Moncenisio, Piccolo e
Gran s . Bernardo. Vedi Scheffel, P.A.: Verkehrsgeschichte der
Alpen, Berlin, 1908-14.
12. Le c ittà, p . 3 9 .
13. At lante Storico Gar zanti , p . 1 5 2.
14 . Le c ittà , p . 55.
15 . Ibid. , p . 41 .
16 . Ennen, E .: Les différents type s de fo r mat i o n d e s vil l e s eu r o p éennes , i n Le Moyen Age , LXII , 1956, pp . 397 -411.
1 7 . Mumford , L .: La città n ell a s t oria , Comun i tà, Milan o , 1963,
p . 326 e p . 329 .
18 . Ibid ., p. 33 4.
19 . I bid. , p . 330 .
20. swee z y , Pau l : ~Critic , i n Rodney Hi lton edi zione: The Transi t ion f r om Feuda l ism to Capi tal ism, pp . 4 2 - 4 5 .
2 1. Marx, Karl : Il Capitale, Ed i tori Un i t i - Le I dee , ed . VII I,
Roma , 1 980 , l i b r o ter zo, c ap . 20 , p. 3 93.
22. Mi l a no 1 097 , Ar ezzo 10 98 , Genova 1099 , Bo~og na 11 ~ 3, S~ena
11 25 ecc . Waley , Dan i el : Le c itt à -repubbl ica dell Italia me d i evale , Piccola Bib l i oteca Einaud i , Torino, 1 978, p . 4 8 .
23. Bach, La c i té ••. , pp . 4 3 e 4 4.
24 . Ren o u a rd , Y.: Le città i ta l ian e dal X a l XIV s eco l o , Vol. 1 ,
Ri z zo l i 198 1, p . 26 5 .
2 5 . Imperiale , c .: codice dip l omat ico de l la Repubb liga di Ge nova,
I , (Font i p e r la S toria d 'I talia ), Roma , 19 36, n
1.
7. Venezia rimane fedele al Impero Bizantino fino al sacchegg io
di Constantinopoli nel 1204 (La IV Crociata coinvolge i Vene ziani).
2 6 . vol pe , G.: Studi s u lle isti t u z i o ni comunal i a P i s a , 1902 , nuov a ed ., Fi renze, 1970 , p . 3 s g g.; Vitale, V., Brevar i o del l a
sto ria d i Genova, Genova , 1 955 , I, p . 13 sgg . e II, p . 1 6 sgg.;
Pi s tarin o, Geo : Monas ter i c i ttad i n i ge novesi, i n Mona s teri in
Alta Italia dopo le inva sioni s a r a c ene e ma gi a re , Torino , 1966 ,
p . 2 4 2 s gg.
8. Lope z, Robe rt S .: Storia delle Colo nie Ge novesi ne l Medi terraneo, ' p. 10 s g g., Nicola Zanichelli, Bologna, 1938 (XVI).
28 . La c i té de Gé nes , p . 4 2.
9. Atlante Storico Garzanti, Garzanti Editore, 1982, p . 124.
10. Pirenne, H.: Le città ••• , p. 35 : alcuni autori hanno creduto
di poter ammettere che i prodotti d e l fondo erano d e s t inati
alla vendita. Ve di per esempio Keutgen, F.: Aemte r und Zunfte ,
J e na, 1903, p. 58. E incontestabile che in casi eccezio nali,
per ese mpio durante le carestie, vi furono d e lle vendite • . Ma
n o rma lme nte non si comme rciava. I test i adatt i per provare i l
contr a r io sono troppo p o chi e troppo amb i gui p e r p ote r c onv incere . E e vide nte che t utta l' economia d e l siste ma terriero
dell' Alto Me dioevo è in ne tta opposizione con l'ide a d e l p r o f itto. Si ebbero so l o e c ce ziona lme nte de l le vendite ·q u ando ,
p e r esemp i o , un' annata p artico l arme n te f a v o revol e f orni va ai
fondi d i urta r egi o ne un surplus che a t t ira v a l e genti del le
reg ion i che s offrivano di care stia. E dunque u n c omme rc i o p u r ament e o ccasio nale e d e l tutto differente dal normale.
-
11 . Cfr . i l comme rcio de i Vikinghi o de i No rmanni Vare ~ hi acce nna to a p. 4, a ttes tato tra l ' al tro dalla stra o rdin aria qu a nti tà
d i monete a r abe e bi zantin e ritrova t e i n Russia , che se~nano
c ome l ' ago del la bussola la d ir ezione d e lle v i e commercia l i .
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2 7 . Codice Diplomat i co , p . 11, vo l. I .
2 9 . Smi t h A.: Wea l th o f Na t io n s , l i bro III , cap . I I I , e d . Wake fie l d 11 Londra 1835 - 39 , Tomo 3 , p p . 4 1- 42 : g li abi tanti delle
citt à comme r clal i importavan o dai pae si più r icchi d e i r affi n ati prodot t i manifa t turat i e degli oggetti ~ i l ~ss o d i . grande prezzo e l i o ff riva no in p a s t o alla vanita .de i grandi . proprietar i terr ieri, che compravan o que s te merci e dava no in
cambio grandi quant i tà d i prod otti d elle loro ter re . Non app ena questo gusto d i ve n tò co sì genera l e da dar l u ogo ad una
domand a impor t ante i commerc i anti per r i s p a r mi are le spese
d i trasporto si mi s ero a stabi l ire de l le manifatt ure del me des i mo t i po nel loro p rop r io paese .
30. La cité de Géne s, p . 60 : "On dit aussi qu ' il faut t enir comp t e 1 camme f act eur de l a "formation p r imi t i ve des capitaux ",
du butin de gue r r e que f aisaient l es n obles génois navig a t eJrs , de méme d ' ai lleurs que leurs équ i p ages" .
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33
32
31. Lopez, R.: Cambridge Economie History, I I, p. 306.
32. La cité de Génes, p. 60.
33. Ibid . , p . 60.
34. Ibid., p . 60.
35. Secchi, L .: Navigazione e carte nautiche nei s ecoli XIII-XVI,
Genova, 1978, p. 15.
36. D'.Albertis, E.: ~e c~struzioni navali e l'arte della navigazione al tempo di Cristoforo Colombo, in Raccolta Colombiana,
Roma, 1893, Parte IV, Vol. I, pp . 16-18.
37. Navigazione e carte, p. 16.
38. Orengo, A.: Le art i del Mare in Dante, Roma, 1969 , pp. 1 48- 49 .
39 . La busso la primitiva è costituita da una sbarre tta magnetizza7a posta 7o~ra una connuccia (calamus) e messa a galleggiare
in un recipiente con acqua. La trasformazione in bussola marit~ima avv iene gradualmente . Forse per merito d e gli Amalfitani (Lessico Universale italiano, Roma, 1972, .Vol. IX, p. 68
che però ritie ne uno sbaglio interpreta tivo che ne sia Flavio
Gioia l'inventore) ma piuttosto per merito dei Cimesi intorno
al 2600 a.e. (Guarnieri, G.: La Geografia del Mare, Pisa, 1962,
p. 133, nota 3) poi introdotta nel Mediterraneo attraverso gli
Arabi . Secondo Michel l'origine della bussola sarebbe daricercarsi in Scandinavia (Michel, H.: Gli strumenti scientifici
nell'arte e nella storia, Milano, 1969, p . 58) . L'ago della
bussola non segna i l nord geografico, ma il nord magnetico e
a seconda dei luo ghi e del tempo si sposta ora ad est ed ora
ad ovest del Nord reale. Questo fenomeno si chiama declinazione magnetica (Gram-Hansen, S.: Navigation for l y stsejlere, K~­
benhav~, 1971, p. 22 sgg.). I piloti del Medite rraneo ignorano
probabilmente la declinazione magnetica, ma navigando n el Mediterraneo si accorgono c ertamente quando l'ago devia dal Nord
e correggono di conseguenza la rotta, pur non sapendo a quale
causa attribu irlo. In seguito alla navigazione oceanica, il
f7nomeno, reso evi dente, è studiato e capito (Uzielli, G.: La
vita e i tempi d i Pao lo dal Pozzo Toscanelli, in Raccolta Colombiana, parte V , Vo l. I, Roma, 1894, p . 438: "Colombo f u v i vamente.meravigliato q u a ndo vide le sue bus s ol e f iamminghe e
g e nove si s egnare prima una d eclinazione occide ntale •.• " Ci oè
accade quan~o si a ttraversa una zona di declinaz i o ne mag ne t i c a zero a c i r ca 100 leghe (450 km) ad o ccide nte d e lle Azzorre.
Non a p pen a oltr e p a ssa to l'ago declina verso ovest .
40. Mediante un s olco met ro o loch e un' o rol ogio a sabbi a .
41. Gramada, N.: La Scizia Minore n e lle carte Naut i c he del Medio
Evo, Cont ribuzione alla topograf ia s t o rica d e lla Dobroqea,
Epheme r i s Dacoromana , Roma , 1930, IV, p . 216.
42. Guarni e ri, G. : La geografia d e l mare, P isa, 19 6 2 , p p . 138 - 39
con un elenc o d ei "Portola ni scritti d e l Me diterraneo " , p .
288-90.
43 . S ull ' importan za ed il r u o l o svo lto d alle Accademi e e dalle Soc i e tà di S t o ria Pa t ria cf r. Croc e , B.: Storia d e lla s torio grafia i tali ana ne l secolo XIX, Bari, 1921, II, p p . 12 9 - 32.
44. Br~tianu, G.Ié : ~echerches sur le . commerce génoi s dans la Me r
Noire a u XI I I
sièc l e , Par is , 1929 . Numero si sono i c o n t r ibu ti d ello s tudio s o in ma t er i a d i sto ria coloniale, sia s ul c om-
me r c io i n genera l e , sia sui s ingo li insediamenti . Per l a bib liog r a fi a c o mpleta c fr. Brati anu , G. I.: La Mer No i re des ori giens à l a conque te ottomane , Mo naco , 196 9, pp. 1 8 - 25 , dove
v engon o cita t e a n che le più s i gnif i c ative r e c ens i oni a l le singole o p ere .
45 . Lopez, R. S. : Stor i a del l e colonie genovesi n el Medit erraneo ,
Bologn a , 1 938 , p . 95 .
46 . I b i d ., p . 24 6: " fatta eccez i one per la S iri a e u n po ' per la
Tun isia , l ' esp ansione genovese col l ettiva e i ndi viduale , pubblica e p rivata , ne ll ' ultimo quarto del seco l o XI II è in con tinua , rapida , mi rabile asc esa .. . Ormai il p r oce ss o i niziato
più di c ento ann i prima si è interamente svolto : i l me todo di
c onquis t a come base della fondazione d i nuove colonie è sor pa s sato e abbandonato ovunqu e. Ormai l ' organizzazion e e la
t e cnica commerciale si sono affermate ovu nque e non obbligano
di far ri corso alle armi e alla forza . Le col onie sono punti
di sbarco e quartieri genera l i d i mercan t i con consoli e pers onalità de l d i r i tto applicato n ei conf ront i de i Gen oves i ".
47 . I bid ., pp. 323- 2 5 .
48. I b i d. I pp . 350 - 62 .
49 . Ibi d ., p . 43 4 .
so.
Ibid., p . 4 56 .
51. Re v e lli , P.: Le colo n i e genoves i del Mar Nero e l' influsso ci v i le d ' Ita l ia n e lla Ca ucas i a merid ional e , in niv i s ta delle col oni e , XVI , 1942 , fase . I, pp . 4 7 - 5 6 . Allo stesso stud i oso si
devono (oltr e a quelli già menz i ona ti ) a n c he vol umi di carat t ere d ivulgati vo sempre sulle col oni e, qua l i il Man uale colo n i a le, pub b l icat o per in iz iativa del l a Società d i espl orazioni
geogra f ich e d i Mi l ano , Mi l a no , 1 9 1 4 e L 'I tal i a ·e il Mar di Le va nte , Mi lan o , 1 9 1 7 .
52 . Vit a l e , V. : Le colonie g enovesi del Mar Nero , i n Pop oli , I I ,
1 942 , n . 4, p p. 9 2 - 9 5 .
5 3. Pistarino , G.: Genova medievale f r a Orie n te e Occidente, in
Ri vi sta s tor ica i taliana , LXXXI , 1 969 , pp . 44- 73 .
54. Ibid ., p . 49.
55 . La cité de Gènes , p . 11 sgg .
56 . "Tr oppe v o l te furono date a l pubb lico le notizie dei sempre
i nu t il i tentativi per ottenere la resti tuz i one o almeno il
pres t ito dei ~ove LIBRI IURI UM della Repubbl ica di Genova ,
che trasportati in Fran c i a per ordine di Na po l eone I, s i tro vano tuttora nell ' archivio de l ministero d eg l i Affari esteri
i n Par i g i", Cod ice Dipl. , p . VII.
57 . Forcheri , Gio vanni: Navi e navigazione a Ge nova n e l Tre cen to,
co l lana storica d e ll'oltremare ligure , I V , i sti t u t o interna zionale di s t u d i liguri , Bordi ghera, 19 7 4 , p . 10.
58 . Ibid ., p. 7 .
59 . Loene r tz , R.G . : l·l<."lc ngo s chiav o , e s c lave, cor saire , seigne u r
d ' Jos (129 6-1 3 10T·, in Stud i Veneziani , 9 , 196 7 , p . 33 4, opu s
c i t . in Revue d e s é tude s sud -est européenn es, di Papa cos t ea,
~erban, Tome XVI I , 1 979 , n . 2 (avr i l - juin ) , p. 20 2, nota 1.
60. Di ploma t a rium v ene t o- l e v antinum, I , Venezia, 188 0 , p . 20 0 - 03 .
35
34
61. China~zo, Daniele di: Cronica de la 'GUerra da Veniciani a ze~' ed. V-. Lazzarini, Venezia, 1958, p. 210.
62. Lozovan, E.: ~~~~e Internation~le d'O~omastfq~e, n° 3, Septembre 1961, p.
63. Fotoco?ia_di una foto di una carta del sec. XVI che si trova
alla Biblioteca Rea le di Copenaghen. La carta è fatta da un
cartografo in servizio presso la corte danese forse nel 1552
(Kort- og billedafdelingen) .
'
64. La cité de Genes, p. 163.
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Le colon i e genove si nel Mar Ner o durante i l Me d i oevo -
Premes sa
I
La c i ttà medievale
I. 1
I. 2
I. 3
Angoli vi s ivi sulla nasc i t a d el l a c i t t à sta t o nel Medioe vo
(co ncett o base del comme r c i o organizzato)
Tag lio diacronico
Ta glio sincronic o
La genesi e c onomica de l la c i t t à
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p.
9
4
5
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p . 12
II I
Archeologia n a vale
p . 14
III. 1
II I.2
I II . 3
La nave tonda
La Ta r ida
La Cocca
p . 14
p . 15
p. 1 5
IV
Cartograf i a
IV . 1
I V.2
Le carte nautic he medievali
I portolani
p . 17
p . 17
p . 19
V
Panor ama bibliog r a f ico
p. 20
VI
Le font i
p . 24
VI.1
I l Lib e r Gaz a r ie
p . 24
VI I
Ca ff a
Br e v e sulla colonia ge nove se più i mportan t e
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Ge n ova
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Br eve r i as s unto d e l la trasformazion e
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Se cchi, L.: Navigazione e carte nautiche nei secoli XIII-XVI, Genova, 1978.
p.
p. 26
Conclusione
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Note
p . 30
Waley, D.: Le città-re pubblic a d e ll ' Ita l ia mediev a l e , To rino ,
1978.
Bibliografia
p . 35
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